Un vero sesto senso, quello di “Francesco”, a schivare i temi che possono metterlo in urto con quel mondo che lo copre di applausi. E’ stato invitato a parlare (fatto inaudito) al Congresso Usa ed ha ricevuto una standing ovation (massonica?): mai ha accennato alle sanzioni che stanno aggravando la trageda del popolo siriano. E’ stato invitato a parlare in “Europa”: silenzio sulla faccenda.
Sanzioni? Qualcuno ha detto sanzioni?
Sanzioni? Ve ne hanno mai parlato? L’Europa applica le sanzioni contro il governo siriano – ad imitazione servile degli americani – dal 2011: quando si volle rispondere al fatto che “Assad gasa il suo stesso popolo”: accusa già ampiamente rivelata falsa. Erano stati jihadisti Era il pretesto scelto per un’invasione che poi, invece, non ci fu . Le sanzioni sono rimaste. Con l’idea che la popolazione siriana si sarebbe ribellata al regime di Assad. Idea già ampiamente provata insensata, fin dall’embargo semisecolare contro i cubani, a quello contr Saddam, a quello contro l’Iran.
Sì, l’Europa impone sanzioni alla Siria. E non un embargo sulle armi, che potrebbe aver un senso e lavare le coscienze (se non fosse a senso unico: Usa e Francia mandano armi e uomini-addestratori ai jihadisti); no, è l’embargo sui generi di prima necessità. L’effetto sulla popolazione civile è devastante. “II popolo siriano soffre doppiamente, per i terroristi e per le misure occidentali” ha dichiarato qualche girno fa Bouthania Shaaba, consigliere politico de presidente Assad. “Se l’Occidente vuole aiutare davvero nella lotta al terrorismo, la prima cosa che deve fare è sollevare le sanzioni”.
Il Papa è passato a parlare di cani e gatti: “Prima che i cani e i gatti, aiutate i vicini”: A meno che non fosse una delicata allusione. Stephen Gowans, un attivista canadese, ha esibito documenti del Congresso Usa, dove si dimostra che già nel 2005 il governo americano stava attivamente operando contro il regime siriano, usando le sanzioni allo scopo (credeva) di rafforzare l’opposizione interna e portare al rovesciamento del regime.
Prima della guerra la Siria produceva da sé il 95% dei medicinali per il suo fabbisogno; salvo i farmaci oncologici e anti-diabetici, era autosufficiente – testimonianza di un paese ordinato e ben governato, e anche della scelta di autarchia, obbligata da precedenti sanzioni (volute da Israele, e da noi ciecamente applicate).
Ovviamente “questa industria è collassata, come sono crollati decine di ospedali e di centri di primo intervento sanitario”, ha scritto la rivista medica Lancet: e le sanzioni – che fra l’altro hanno bloccato (sequestrato) i conti esteri del governo – impediscono di comprare e medicine più essenziali.
“Le perdite economiche per il paese alla fine del 2014 ammontavano a 143,8 miliardi”, ha scritto Lancet: “più dell’80% della popolazione vive in povertà, e un terzo (32,6%) in povertà spaventosa e totale impossibilitata, a tenere gli alimenti di base. Oltre metà della popolazione (52,8%) è sfollata, un terzo sfollati all’interno. L’aspettativa di vita, che era di 75,9 anni nel 2010 (una delle più alte della regione) è caduta nel 2014 a 55,,7 anni, una perdita di 20 anni. Il costo degli alimenti di base è sestuplicato dal 2010. La disoccupazione è salita dal 15% nel2011 al 55,7 nel 2014; 3 milioni avevano perso il lavoro per nei primi due anni del conflitto”. Ovviamente per la distruzione delle migliaia di piccole industrie locali.
Molti imprenditori sono riparati all’estero, specie dal centro industriale di Aleppo; i grossi capitalisti si son portati il capital; altri, a capo di piccole e medie imprese, hanno perso tutto e dovuto interrompere la produzione, perché le fabbriche sono cadute in mano ai jihadisti.
La modesta produzione di petrolio (che prima era diretto quasi tutto alla UE e contava il 20% delle entrate pubbliche) è azzerata dalle sanzioni, mentre l’ISSI e ribelli si vendono i petrolio delle zone che hanno occupato. La crescita delle importazioni per compensare le perdite nella produzione dei carburanti e dei concimi agricoli è resa impossibile dal blocco: un blocco commerciale enorme, perché ovviamente ad esso si sono uniti Turchia e sauditi e oro satelliti. Prestiti esteri, ovviamente, nessuno. Il deficit commerciale e di bilancio è un buco nero.
Ovviamente ciò non danneggia minimamente il regime né i suoi fedeli, riforniti da Russia, Iran, Venezuela, Cina, perfino India; inoltre regime ha dimostrato una grande capacità di adattamento, anche per la notevole esperienza delle precedenti sanzioni (imposte per volontà di Sion). E’ solo la popolazione civile che ne soffre.
Ciò ha forse alienat i civili dal regime? Miguel Fernandez, l’inviato speciale cubano che copre da un anno la guerra, dice di no. La gente vede che “le truppe dello Stato Islamico (ISIS) o il Fronte Al-Nusra sono composte solo da libici, tunisini, ceceni, egiziani, africani, le persone provenienti da molte ex repubbliche sovietiche con una forte presenza musulmana”. Non è una guerra civile, ma contro stranieri quella che si è venuta configurando. E “vedere che le persone non si arrendono, che sognano ancora un paese prospero, è la più grande lezione che mi ha dato la Siria”
E il martirio del popolo non è ancora finito: dopo la tregua imposta da Mosca, gli Usa cercano la rivincita. Forniscono nuove armi a i terroristi, specie i missili a spalla MANPAD er abbattere aerei ed elicotteri russi. Kerry e il ministro francese degli esteri Ayrault si sono incontrati a quattr’occhi il 9 maggio: sono le due potenze occidentali che hanno tramato e sovvertito fin dall’inizio, ciascuna coi loro jihadisti preferiti: non c’è dubbio che invece della tregua, vedremo una fase più velenosa e crudele. A questa inciviltà, a questa crudeltà senza fine, l’Europa vergognosamente, sonnambulicamente, partecipa. Perché, dove sta l’interesse europeo alla destabilizzazione della Siria? Alla sua consegna definitiva a tagliagole mossi da un’ideologia assassina, a cu regalare un paese e le sue risorse?
Non se lo chiedono, i nostri governanti. Né Berlino, né Roma né le alte captali. Ancor meno se lo chiede El Papa: “Accoglieteli tutti, poveri profughi”. Ma attenzione. Ho visto una foto di siriani o medio-orientali che aspettano di entrare in Finlandia. Sì, in Finlandia. Sono tutti uomini, maschi, fra i 20 e i 40. Contrariamente a quel che racconta la propaganda, non ci son quasi donne e bambini nella fuga; un 1-2 per cento, Gli altri sono maschi in età miltare. El Papa li chiama “Profughi”, la Boldrini “Migranti”, la Merkel manodopera.
Il loro nome vero è: disertori.
http://www.maurizioblondet.it/sangue-siriano-sulle-tue-mani-europa/
Siria e Portogallo consacrati al Cuore Immacolato
Consacrazione della città martire Aleppo al Cuore Immacolato di Maria
Venerdì 13 maggio, nella parrocchia latina di san Francesco si è svolta “la solenne consacrazione della Siria e, in particolare di Aleppo, al Cuore immacolato di Maria”. I capi delle diverse comunità cristiane, vescovi, sacerdoti e fedeli, si sono riuniti alle 5.30 in chiesa per il rosario e, alle 6, per la messa solenne, con la consacrazione a Maria.
Nostra santa Madre tu che hai offerto il tuo cuore puro per accogliere Dio il Verbo Incarnato, eccoci ci affidiamo a te. Ti affidiamo tutta la nostra vita, tutto quello che possediamo, tutto quello che noi amiamo, tutte le nostre prove. Ti offriamo i nostri corpi per purificarli, i nostri cuori e le nostre anime per benedirli. Ti offriamo il nostro presente e futuro, le nostre case e le nostre famiglie, la nostra patria per ricolmarla attraverso la Pace di Cristo.
Ti affidiamo tutto quello che c'è in noi e intorno a noi ricevendo la tua protezione e benedizione materna. Che questa consacrazione dia i suoi frutti e permanga. Noi ti supplichiamo santa Madre di offrirci a tuo figlio Gesù perchè ci colmi della sua grazia che ci aiuti a vivere una vita divina.
Nostra santa Madre tu che hai offerto il tuo cuore puro per accogliere Dio il Verbo Incarnato, eccoci ci affidiamo a te. Ti affidiamo tutta la nostra vita, tutto quello che possediamo, tutto quello che noi amiamo, tutte le nostre prove. Ti offriamo i nostri corpi per purificarli, i nostri cuori e le nostre anime per benedirli. Ti offriamo il nostro presente e futuro, le nostre case e le nostre famiglie, la nostra patria per ricolmarla attraverso la Pace di Cristo.
Ti affidiamo tutto quello che c'è in noi e intorno a noi ricevendo la tua protezione e benedizione materna. Che questa consacrazione dia i suoi frutti e permanga. Noi ti supplichiamo santa Madre di offrirci a tuo figlio Gesù perchè ci colmi della sua grazia che ci aiuti a vivere una vita divina.
Rinnoviamo ai tuoi piedi le nostre professioni di fede.
Noi ti promettiamo di testimoniare con coraggio le verità della nostra Santa Fede Cristiana, e vivere il comandamento di Dio specialmente la carità. Senza dimenticare di partecipare all'Eucaristia divina, la Santa Comunione, al sacramento della riconciliazione e vivere le virtù cristiane.
Infinenoi ti promettiamo di diffondere ovunque la consacrazione al tuo Cuore puro per anticipare il ritorno del regno del Sacro Cuore di tuo Figlio nei nostri cuori, i cuori di ogni uomo, nella nostra città di Aleppo, il nostro paese, la Siria e in tutto il mondo come in cielo così in terra, Amen.
Noi ti promettiamo di testimoniare con coraggio le verità della nostra Santa Fede Cristiana, e vivere il comandamento di Dio specialmente la carità. Senza dimenticare di partecipare all'Eucaristia divina, la Santa Comunione, al sacramento della riconciliazione e vivere le virtù cristiane.
Infinenoi ti promettiamo di diffondere ovunque la consacrazione al tuo Cuore puro per anticipare il ritorno del regno del Sacro Cuore di tuo Figlio nei nostri cuori, i cuori di ogni uomo, nella nostra città di Aleppo, il nostro paese, la Siria e in tutto il mondo come in cielo così in terra, Amen.
Fatima 13 maggio 2016: il cardinale Patriarca di Lisbona consacra le diocesi del Portogallo al Cuore immacolato di Maria
http://unafides33.blogspot.it/2016/05/siria-e-portogallo-consacrati-al-cuore.html
Bergoglio e i cani. E il papa venne azzannato dai social…
Lunedì 16 maggio 2016 – compleanno Rosaria – Redazione SUD, Calabria
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E il vescovo di Roma, in udienza generale, disse, più o meno, che chi ama gli animali, spesso dimentica la fame del vicino di casa. Tanto torto non ce l’ha, questa volta, l’italopampero vestito di bianco. Molto frequentemente sono più grassi i gatti di casa che la pensionata che sopravvive sullo stesso pianerottolo. E si accompagna più volentieri il proprio cane a pisciare ai giardinetti, che, in farmacia, il vecchietto che ci saluta timidamente davanti alla porta dell’ascensore. Disattenti, in città come al paese, lo siamo un po’ tutti. Ma non lo vogliamo ammettere e ci impermaliamo. Se ce lo ricordano, ci restiamo male e contrattacchiamo.
“Si vada a controllare i preti pedofili e i cardinali che si fottono i soldi degli ospedali. Gli abati ricchioni che sperperano i soldi destinati alla carità e i vescovi che occultano i reati più feroci contro l’innocenza, mentre viaggiano in auto di lusso, vestiti con i dollaroni che intascano ad ogni visita pastorale alle parrocchie…!” E anche qui, tanto torto il web non ce l’ha. Anzi, per niente. Queste porcherie nella chiesa di oggi sono più presenti e più vissute della Santa Eucarestia.
Ma, allora, dov’è il problema?
Il caso sta nel fatto che questo papa dall’aspetto bonario come una mina antiuomo riceve, finalmente, un primo benservito per le sue uscite, a dir poco, fuori posto. E lo riceve per la prima cazzata di minor spessore.
Gli animalisti si sono infuocati perché ha lisciato contropelo i cagnolini e li ha destinati – dicono – all’abbandono e all’incuranza. Dalle sue parole – dicono – si evince che questo papa non ami gli animali e li consideri un di più. Una sorta di ghiribizzo di cui si possa fare a meno, a favore dei condomini. Non così nemico dei quattrozampe era il Benedetto XVI che viveva con la sua gatta innamorata di Lui e del suo pianoforte. Ma quel Papa non piaceva ai più stupidi fra i credenti, oltre che ai poteri forti e all’islam. E lo hanno fatto fuori. Si fa per dire. Dimissionato nel silenzio del gregge di fedeli, quasi compiaciuti di aver fatto fuori “il Pastore Tedesco”. Ora, vescovo di Roma è questo doncamillo primo, un gaucho, un po’ comico, un po’ spaccone, un po’ misterioso, al servizio del buonismo più becero e del servilismo più deleterio. Mortale per tutto l’Occidente e la sua Cultura e Identità. Figlio di ombre che nessuno interpreta, tanto sono arcane.
Ci porta i clandestini in casa. Giustifica il loro sfruttamento da parte della finta accoglienza. Tesse le lodi dell’abortista Bonino e di quel Napolitano pericoloso per governi e Paese più di un’ampolla di veleno medievale. Finge bontà e semina buonismo da fiction televisiva. Conosce il linguaggio dei Media e li usa come lo stuzzicadenti dopo una grigliata di carne argentina. Con la stessa maestria.
Ma di tutto questo nessuno gli rimprovera un pelo. Lo stanno dilaniando a morsi solo perché ha pestato la coda al cane di famiglia.
Mysterium Fidei
Fra me e me.
http://blog.ilgiornale.it/spirli/2016/05/16/bergoglio-e-i-cani-e-il-papa-venne-azzannato-dai-social/
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E il vescovo di Roma, in udienza generale, disse, più o meno, che chi ama gli animali, spesso dimentica la fame del vicino di casa. Tanto torto non ce l’ha, questa volta, l’italopampero vestito di bianco. Molto frequentemente sono più grassi i gatti di casa che la pensionata che sopravvive sullo stesso pianerottolo. E si accompagna più volentieri il proprio cane a pisciare ai giardinetti, che, in farmacia, il vecchietto che ci saluta timidamente davanti alla porta dell’ascensore. Disattenti, in città come al paese, lo siamo un po’ tutti. Ma non lo vogliamo ammettere e ci impermaliamo. Se ce lo ricordano, ci restiamo male e contrattacchiamo.
“Si vada a controllare i preti pedofili e i cardinali che si fottono i soldi degli ospedali. Gli abati ricchioni che sperperano i soldi destinati alla carità e i vescovi che occultano i reati più feroci contro l’innocenza, mentre viaggiano in auto di lusso, vestiti con i dollaroni che intascano ad ogni visita pastorale alle parrocchie…!” E anche qui, tanto torto il web non ce l’ha. Anzi, per niente. Queste porcherie nella chiesa di oggi sono più presenti e più vissute della Santa Eucarestia.
Ma, allora, dov’è il problema?
Il caso sta nel fatto che questo papa dall’aspetto bonario come una mina antiuomo riceve, finalmente, un primo benservito per le sue uscite, a dir poco, fuori posto. E lo riceve per la prima cazzata di minor spessore.
Gli animalisti si sono infuocati perché ha lisciato contropelo i cagnolini e li ha destinati – dicono – all’abbandono e all’incuranza. Dalle sue parole – dicono – si evince che questo papa non ami gli animali e li consideri un di più. Una sorta di ghiribizzo di cui si possa fare a meno, a favore dei condomini. Non così nemico dei quattrozampe era il Benedetto XVI che viveva con la sua gatta innamorata di Lui e del suo pianoforte. Ma quel Papa non piaceva ai più stupidi fra i credenti, oltre che ai poteri forti e all’islam. E lo hanno fatto fuori. Si fa per dire. Dimissionato nel silenzio del gregge di fedeli, quasi compiaciuti di aver fatto fuori “il Pastore Tedesco”. Ora, vescovo di Roma è questo doncamillo primo, un gaucho, un po’ comico, un po’ spaccone, un po’ misterioso, al servizio del buonismo più becero e del servilismo più deleterio. Mortale per tutto l’Occidente e la sua Cultura e Identità. Figlio di ombre che nessuno interpreta, tanto sono arcane.
Ci porta i clandestini in casa. Giustifica il loro sfruttamento da parte della finta accoglienza. Tesse le lodi dell’abortista Bonino e di quel Napolitano pericoloso per governi e Paese più di un’ampolla di veleno medievale. Finge bontà e semina buonismo da fiction televisiva. Conosce il linguaggio dei Media e li usa come lo stuzzicadenti dopo una grigliata di carne argentina. Con la stessa maestria.
Ma di tutto questo nessuno gli rimprovera un pelo. Lo stanno dilaniando a morsi solo perché ha pestato la coda al cane di famiglia.
Mysterium Fidei
Fra me e me.
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