ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 5 giugno 2016

Le loro dottrine

Essenza del Modernismo

In questi giorni tremendi in cui la parola di Nostro Signor Gesù Cristo viene portata davanti al sinedrio per essere vagliata e accantonata, può essere utile riflettere ancora una volta sulla causa remota di tale inaudita sovversione, ossia il Modernismo [1].
Le tre radici del Modernismo – 1. le filosofie moderne
In una serie di articoli abbiamo dato conto dei debiti del Modernismo nei confronti delle filosofie moderne. Cosa ovvia, dato che l’assunto base del movimento è l’imperativo di avvicinare la Chiesa al mondo moderno.
Alcune di queste filosofie – ad esempio: razionalismo, spiritualismo, liberalismo religioso – sono uno sviluppo naturale del soggettivismo connaturato al protestantesimo, che, avendo posto la Scrittura al vaglio della persona singola, ha dato origine ad una varietà di concezioni disparate.
Anche nel pensiero acristiano si riscontra una eterogeneità di concezioni, sia antropocentriche – come deismo e illuminismo – che immanentiste – come panteismo e idealismo.

Eppure è proprio da tutta questa varietà di sistemi estranei al cristianesimo petrino che i modernisti di varia specie hanno tratto le loro dottrine. Ne risulta che le loro istanze, oltre ad essere incompatibili col Cattolicesimo, quando non ad esso in antitesi, sono tra loro diverse per natura e per origine (ad esempio vengono invocati, a seconda della convenienza, sia il razionalismo, che rifiuta di prender in esame le manifestazioni del soprannaturale, sia la conoscenza per illuminazione, un approccio al divino di stampo irrazionalista).
Le tre radici del Modernismo – 2. le eresie e le sette
In un secondo gruppo di articoli abbiamo verificato quanto le tesi moderniste abbiano raccolto l’eredità di vecchie e stantie eresie ripresentando istanze concettuali e teologiche più volte utilizzate nei sistemi eretici dei primi secoli e del medioevo, nonché nelle confessioni protestanti classiche e di frangia.
Questo piccolo colpo di mano consente ad eretici e Modernisti una lettura rivoluzionaria della storia ecclesiale: buona la Chiesa delle origini, buona la nuova Chiesa Modernista, pessima la Chiesa dei secoli intermedi. Dunque apostata la gerarchia cattolica per tredici secoli, veri cristiani essendo stati propriamente solo gli eretici perseguitati. Questa inversione di giudizio sulle eresie è la lettura di Lutero e di tutti i Riformatori, i quali, dopo secoli di latitanza divina, proponevano il ripristino del cristianesimo autentico, reinventandone dottrina, istituzioni e gerarchia [2]. È anche una lettura condivisa dal Cammino Neocatecumenale, movimento sedicente cattolico.
Così implicitamente si nega l’assistenza promessa da Nostro Signor Gesù Cristo alla Sua Chiesa nel corso della vicenda umana.
Sull’onda di questo ribaltamento eretici e Modernisti lanciano alla Chiesa accuse gratuite, come quella di non essere abbastanza aperta al mondo: sono infatti i Nicolaiti del primo secolo ad innalzare quello che è il vessillo stesso del Modernismo. Un’altra peculiarità dei Nicolaiti, sempre motivata dal desiderio di non dispiacere al mondo, era la professione privatistica ed interiore della fede, equivalente alla scelta religiosa che l’Azione Cattolica fece a fine anni ’70. Una terza deviazione, quanto mai attuale, era non solo la pratica di comportamenti immorali ma la pretesa che ciò costituisse un diritto.
Chiusure
I Modernisti operano – come gli eretici – una selezione delle verità di fede, innalzandone alcune e mettendole in contrapposizione con altre (la lotta inscenata vanamente dall’attuale vescovo di Roma tra Misericordia di Dio e Legge divina è l’esempio più eclatante). I demolitori odierni della Legge bollano come giuridicismo qualsiasi riferimento alla stessa: non è una novità, anche Montano parlava così.
Su alcuni elementi della fede i Modernisti operano delle chiusure intransigenti, per esempio verso i sacramenti.
Oggi i Modernisti, in sintonia con tutte le sette antitrinitarie, negano ormai apertamente il dogma del peccato originale, considerano peccati quasi solo i reati contro il codice civile, non reputano necessaria la Confessione auricolare, bastando al più un’assoluzione collettiva come facevano i Catari e come era pratica negli anni ’80 in una chiesa del novarese. Oggi, come noto, si considerano emendati da colpe anche i sodomiti conclamati.
La demolizione di un sacramento prelude ad un abbassamento od annullamento degli altri, come siamo costretti a vedere. Alla fine del percorso li attendono Sociniani e Frankisti i quali negano in blocco tutti i mezzi di salvezza.
Il disastro architetturale delle Chiese moderne, che contempla fredde costruzioni geometriche accanto a fantasmagorici impianti esoterico-massonici, deve molto alla lotta iconoclasta dei bizantini, seguiti prima dai Valdesi e poi da Calvinisti, Presbiteriani e Puritani. Catari, Anabattisti, Quaccheri e Frankisti arrivano alla fine del percorso mostrandosi del tutto contrari agli edifici di culto.
Quanto ai Novissimi, depennato il Limbo, tocca a Purgatorio ed Inferno essere oggi messi a problema. Anche qui i Modernisti vengono dopo i Catari (riguardo al Purgatorio) e dopo Socino (quanto all’Inferno).
L’interpretazione personale della Sacra Scrittura esaltata da Lutero, ha reciso d’un sol colpo Magistero e Tradizione. Il Vaticano II, controllato dai nuovi teologi, ha dal canto suo eliminato la Tradizione e sciolto il Magistero dal vincolo di fedeltà al depositum fidei, rendendolo autoreferenziale ed arbitrario.
Come effetto collaterale, nasce in ambiente luterano il biblicismo razionalista di Tubinga ripreso in Italia da Ravasi. Questo ramo del Modernismo rifiuta i miracoli operati dal Salvatore, ritenendoli costruzioni della comunità apostolica (cioè delle favole), e pone in dubbio tutti i misteri della Redenzione, dall’Incarnazione all’Ascensione.
La pressoché totalità de Modernisti ritiene, in linea con lo storicismo, che la verità evolva nel tempo, facendo di Gesù Cristo non il Verbo di Dio ma un uomo legato alle concezioni del suo tempo e del “Risorto” una pia invenzione della comunità cristiana delle origini.
La rivoluzione luterana rende la fede una cosa intima, personale, dunque rifugge da definizioni e più ancora da sistematizzazioni. L’odio di Lutero nei confronti della filosofia produce in ambiente protestante la sfiducia nella via razionale al divino, una sfiducia che si concretizza principalmente nel rifiuto ed anzi nella demonizzazione della Scolastica. Questa violenta animosità rivive nei Modernisti di tutte le declinazioni.
Stravolgimenti
Accanto alle chiusure, un secondo modo di cambiare la fede è quello di stravolgerne gli elementi.
Un primo esempio di stravolgimento è la funambolica teoria rahneriana dei cristiani anonimi. La salvezza per sola fide, per i soli meriti di Gesù Cristo, per esigenza della natura o grazie ad una capacità umana di autoredenzione (Socino) è una credenza necessaria per chi rifiuta il sacramento della Confessione.
Un secondo esempio è l’appello a scrutare i segni di Dio nella storia, un tema del Pietismo riproposto dal domenicano Chenu allo scopo neppure troppo celato di dare un avallo di origine divina alla volontà di imporre cambiamenti ereticali. Con questo artifizio le “esigenze dei tempi” vengono anteposte alla dottrina e si ergono a giudici della stessa.
Un terzo esempio è la teoria del primato dell’azione, una tesi di origine anch’essa pietista, innalzata a dogma dal marxismo e quindi trasbordata nelle varie teologie della liberazione fino a diventare in modo palese la linea guida dell’attuale vescovo di Roma. La pastorale svincolata dalla dottrina sta diventando il grimaldello per forzare i sacri portoni e modificare a piacimento la dottrina di sempre.
Un quarto esempio è la reinterpretazione delle verità di fede, che mentre pretende di attualizzarle spesso le volatilizza.
Un quinto esempio è la via illuminatica alla deitas, tema prediletto degli Alumbrados dei Frankisti e dei Modernisti, fu proposta prima ancora da Amalrico (Amaury de Bène) ed è una ripresa delle credenze della Gnosi. Qui è allestita la scena della immaginaria contrapposizione tra la fede concettuale basata sulle formule dogmatiche e l’esperienza ineffabile del divino tramite illuminazione, fruibile da ogni sincero ricercatore di Dio. In tale quadro il dogma non sarebbe altro che un’espressione contingente dell’esperienza religiosa vissuta dal subconscio.
Comportamenti e tattiche
Anche nei comportamenti eretici e Modernisti si assomigliano: la contestazione dei tre poteri (legislativo, governativo e giuridico) accompagnata da un pacifismo totalizzante è comune a Catari, Valdesi, Anabattisti e Quaccheri nonché ad una moltitudine di frati attuali.
Fogazzaro e Bonaiuti hanno imposto ai loro seguaci di rimanere all’interno della Chiesa Cattolica, riproponendo il nicodemismo dei marranos, degli Alumbrados e dei Frankisti. 
“Fino ad oggi – spiegava Bonaiuti – si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma; fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero ed infallibile metodo; ma é difficile. “Hic opus, hic labor”.
L’inversione antinomica praticata dalle sette gnostiche e dai Frankisti è esplosa come un bubbone all’interno del Corpo Mistico, il vizio viene incredibilmente rivendicato come virtù, non si chiede l’assoluzione dei peccati ma la santificazione dei propri desideri ed azioni. Si giunge tranquillamente ad esigere dalla Chiesa il riconoscimento del proprio diritto alla perversione, in pratica si chiede a chi giudica per delega di Dio la abolizione della legge di Dio. Come è stato notato, tutto avviene con la copertura della “teologia dell’amore che tutto scusa” [3]. Ma, come osserva Daniele Di Geronimo: “Aborto, divorzio ed eugenetica prima, eutanasia e matrimoni omosessuali oggi, sono stati presentati come moderne forme di amore” [4]. Ci si avvia ad una sospetta sintonia con la leege di Crowley: il mago nero amato dai Beatles , agli albori del secolo XX, evocò, assieme a Kenneth Grant, il demone Aiwaz per avere una legge valida per il secolo a venire. La risposta del demone: “Fai ciò che vuoi, fallo sotto l’amore: questa è la legge” [5].
Punti di appoggio
Eretici e Modernisti non potevano operare tali sovversioni senza un punto di appoggio.
In effetti due sono state le leve su cui i rivoluzionari si sono basati per avallare le loro innovazioni spurie: il ritorno alla purezza delle origini e il rifiuto del principio di non contraddizione.
Come numerosi eretici (fra Dolcino, Catari, Hus, Anabattisti, Familisti) i Modernisti rivendicano un presunto ritorno alle origini per liberare la Chiesa dalle incrostazioni e dagli orpelli aggiunti dalla gerarchia nel corso della storia, per tornare alla purezza delle origini.
Seconda leva della sovversione è la negazione del principio di non contraddizione, da sempre uno dei punti chiave della gnosi ermetica, rispolverato nel ‘600 dal mistico protestante Böhme.
Il principio di non contraddizione (non può essere che una stessa cosa sia e non sia allo stesso tempo) è il basilare fondamento del nostro comprendere il reale: senza di esso non è possibile sostenere alcuna proposizione come vera, neppure quella che asserisce che la verità non esiste [6]. Tale baluardo non cessa di turbare gli animi dei sofisti dai tempi di Socrate fino ad oggi, impedendo loro di cavalcare le praterie del nulla o di credere reali le chimere prodotte dal soggettivismo.
Solo obliterando il principio di non contraddizione è possibile poter spudoratamente mescolare proposizioni e atti incompatibili come “fedeltà alla dottrina” e sua sconfessione pratica” (“il matrimonio resta indissolubile”… ma è anche annullabile a piacere).
I maestri della Nouvelle Théologie, come i sofisti, si sono da subito scagliati contro il il principio di non contraddizione. Solo così potevano avere le mani libere.
Le tre radici del Modernismo – 3. le conventicole esoteriche
È curioso come le richieste dei Modernisti nei confronti della Chiesa ripetano in modo pedissequo le pretese della Massoneria.
Come dice P. Giovanni Cavalcoli: la Chiesa [secondo i Massoni] deve innanzitutto abbandonare “la pretesa di possedere verità divine ed assolute (i "dogmi") o di essere, in nome di Dio, guida dell'intera umanità verso la felicità. Infatti, questo ruolo la Massoneria lo attribuisce a se stessa” [7].
Ora, minare l’autorità dogmatica della Chiesa equivale ad aprire le porte dell’ovile e spingere il gregge nei pascoli del libero esame.
Una seconda pretesa della Massoneria raccolta dai Modernisti è che la Chiesa Cattolica si disfi della sua struttura gerarchica per darsi un’organizzazione più democratica, collegiale e decentrata. L’ostilità verso la gerarchia ha precedenti illustri in Montano, Lutero e Frank .
Una terza pressione modernista di stampo massonico è quella volta ad umanizzare i riti, accantonando devozioni superstiziose (suffragi per i defunti, culto dei Santi, manifestazioni di pietà popolare) e liturgie magico-sacrali [8]. Molto in questo campo è già stato realizzato con la svolta conciliare e con l’introduzione del Novus Ordo Missae che hanno molto avvicinato la Chiesa di Roma alle confessioni protestanti.
Quarta pretesa è che la Chiesa Cattolica si purifichi rinunciando ai suoi tesori materiali e dunque si privi delle ricchezze essendo ad essa disdicevole ogni “esterno apparato di magnificenza” [9].
Quinta pressione è lo stimolo a concentrarsi sui poveri (sulle periferie esistenziali) e a dedicarsi alla promozione umana. Una volta appiattita sui valori civili (un tempo compatibili) l’Ecclesia si riduce a società filantropica al servizio del mondo, privandola di qualsiasi valenza in campo sociopolitico e nell’educazione della gioventù. È la riduzione della religione ad etica, separata da metafisica e teologia.Con una conseguenza: il potere, una volta promosse a prassi normale alcune devianze, non tollera più che i crimini sdoganati continuino ad essere visti per quello che sono. Esige, anzi impone, che siano accolti ed accettati come comportamenti innocui, derubricati a comportamenti normali. Ed ecco che il potere impone la derubricazione dei peccati, mentre pone in essere la persecuzione di coloro che vogliono restare fedeli al Vangelo. Il tutto avviene nel silenzio imbarazzato degli ex-cattolici ormai divenuti i cappellani del potere.
Per velare il palese tradimento, i Modernisti hanno inventato la moraledelle situazione: non è la Legge a determinare il giusto e l’iniquo, bensì la situazione particolare ed il modo soggettivo di viverla.
Sesta pretesa è l’elevazione della donna al ministero della predicazione, al sacerdozio e alla profezia (come fece in Montano, seguito da Valdesi e Catari e come infine fanno Luterani ed Anglicani nominando donne-vescovo).
Settima azione modernista di stampo massonico è la forte spinta ecumenica, favorita da un’esegesi spericolata, che scopre frammenti di verità dispersi nelle differenti rivelazioni e credi[10].
Il dialogo tra le confessioni è un primo passo in vista di una loro unificazione nella Nuova Religione dell’Umanità, il sogno di Eckhart, Comenius e Frank [11].
Come ha ben riassunto P. Giovanni Cavalcoli: in altre parole, mantenendo il significato e cambiando di segno i termini, la Chiesa Cattolica deve essere privata di ogni autorità, spogliata dei suoi beni, resa acefala, abbassata a club filantropico e soprattutto deve prostrarsi davanti al mondo e tenersi lontana da Dio.
Le due questioni
Dopo questo inventario appare chiaro come il Modernismo si basi su una congerie di idee diverse per natura e origine che si giova di una terminologia cattolica in cui le parole vengono però cambiate di senso e perfino di segno, rendendo positivo il negativo e viceversa.
A questo punto è lecito chiedersi due cose:
- la mancanza di sistematicità è reale oppure esiste una teologia iniziatica che regge tutta l’impalcatura?
- come mai sia gli adepti del primo Modernismo sia i loro attuali epigoni ormai egemoni sembrano presi dalla smania di introdurre nel Cattolicesimo una congerie eterogenea di idee elaborate in ambienti protestanti, settari, deisti e giudaici?
La teologia iniziatica
Nonostante i Modernisti si guardino bene da proporre esplicitamente le colonne portanti della propria teologia, sembra evidente dai loro detti la scissione tra il Gesù, uomo esemplare, ed il Cristo, meta ideale dell’uomo illuminato [12].
Un secondo punto discendente dal precedente è una concezione molto particolare della divinità, in cui si intravedono tracce del Diteismo [13] avverso al Dio creatore e legislatore dei giudei.
Un terzo elemento eretico è l’oscillazione tra un Monismo che accomuna le “Tre Religioni del Libro”, il Modalismo [14] e gli accenni alla esistenza di un principio femminile nella divinità [15], adombrando una divinità sessuata, in cui si compiono le nozze sacre (ἱερὸς γάμος), proprio come sostengono alchimisti e pagani antichi e moderni.
L’elemento femminile si trova anche ad un livello inferiore, ove si situa l’androgino primitivo – Adam Kadmon, maschio e femmina –, una costruzione della Cabala.
La dinamica all’interno della Trinità viene sempre più spesso interpretata non come comunione d’Amore ma come dramma di svuotamento progressivo delle Tre Persone [16].
Tutte queste concezioni di stampo non cristiano passano nelle menti ignare grazie all’entusiasmo millenaristico con cui i neoteologi millantano l’essere in atto una nuova Pentecoste. Il “soffio dello Spirito” è il pretesto adottato per garantirsi una legittimazione ad andar “oltre” (in realtà: contro) le parole inequivocabili di Nostro Signor Gesù Cristo.
Lo stesso spirito millenaristico fa dir loro che ora abbiamo una Chiesa rinnovata (“senza rughe” sic!), questa volta fedele alle sue origini, collegiale e profetica [17]. Naturalmente la pastorale misericordiosa liberata dalla dottrina è l’ombrello per trasbordare nella nuova chiesa comportamenti e leggi alieni.
La volontà di ibridazione
Con le loro eterogenee e pressanti richieste i Modernisti palesano una volontà di ibridazione della fede cattolica e della sua Chiesa. Il loro intento non è quello di sostituire il Cattolicesimo con un sistema diverso e visibile; essi si limitano a pretendere che il cristianesimo petrino si spogli di tutte le sue specificità per diventare finalmente compatibile con gli altri sistemi che si riconoscono nella Massoneria.
Il suo “traguardo è la mondanizzazione della dottrina antimondana per antonomasia” [18], e dunque, per sua logica intrinseca, il processo di inquinamento non avrà fine sino a che non sarà sciolto ogni elemento del credo e non sia vanificato ogni iota della legge; il Modernismo è infatti un sistema instabile, la sua via senza ritorno inesorabilmente conduce all’abisso. Come dice san Pio X è in grado di distruggere “non pure il Cattolicesimo ma ogni qualsiasi religione” [19].
L’assalto viene condotto dai media asserviti rovesciando sulla Chiesa i dettami del politically correct di moda nel momento presente. Mano a mano che li fa propri, la Chiesa Cattolica prosegue la sua marcia di conversione al “mondo moderno”.
Essenza del fenomeno
Qual è dunque l’essenza di un siffatto movimento?
Volontà di annientamento
È impossibile non vedere come il presunto e necessario riformismo, proposto con tanta sospetta mitezza dai sovvertitori iniziali ed attuali, porti ineluttabilmente al depotenziamento del Cattolicesimo (obiettivo ormai raggiunto) ed in seguito– se mai fosse possibile – alla sua metamorfosi in conventicola a-giuridica, misericordiosa e profetica.
Eliminare il sacrificio espiatorio che salva le anime e gettare nell’oblio le parole del Verbo divino che risvegliano le anime ed intralciano le trame dei potenti, ecco lo scopo ultimo della sovversione ecclesiale.
Complotto
Un tale apocalittico obiettivo unito al sommovimento sincronico e diacronico di tante irriducibili volontà, ci conduce a vedere nel Modernismo, più che un movimento teologico, una “setta segreta” (clandestinum foedus)[20], con una missione – che essa si è data o che da altri ha ricevuto - di rifondare la Chiesa per uniformare i cattolici agli altri sudditi della illuminata Istituzione.
Motivazione
La Rivoluzione extra moenia tentata dall’esterno non aveva avuto un esito soddisfacente. Né le stragi in Vandea, né l’anticlericalismo ottocentesco, né le feroci persecuzioni in Messico e Spagna erano riuscite a a debellare il Cattolicesimo e ridurre Roma al silenzio.
Già Feuerbach l’aveva capito: “non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità[21] che nulla avrà a che fare con il Vangelo”.
Di qui il progetto di Bonaiuti di “riformare Roma con Roma” tramite una Rivoluzione intra moenia.
Obiettivo: trasmutare il Cattolicesimo dall’interno, mantenendone il nome e gran parte delle forme ma svuotandolo dei contenuti.
Di qui l’organizzazione in setta.
Fogazzaro in persona aveva scritto nel suo romanzo Il Santo: «Vogliamo tutti ordinare la nostra azione. Massoneria cattolica? Sì, Massoneria delle catacombe» (Milano, Baldini & Castoldi, 1905, p. 44).
Metodo
Come gli gnostici i Modernisti si annidarono in comunità già esistenti (Gesuiti di Lione, Domenicani di Le Saulchoir (Il Saliceto, in Belgio).
Come i marranos, Erasmo e i giansenisti ai moniti e alle condanne opponevano un “silenzio ossequioso” ed un’apparente sottomissione.
Fu Jacob Frank († 1791) il più audace di questa ondata di anticristi; fu infatti Frank ad inserire una moltitudine di infiltrati all’interno delle strutture religiose allo scopo di indebolirle, depotenziarle e poi distruggerle.
Ecco le sue parole: “noi dobbiamo accettare esteriormente la religione cristiana per sembrare, in pubblico, cristiani […] tuttavia non dobbiamo mischiarci con i veri cristiani”[22].
Inizialmente sono stati i teologi ad agire da spartiacque.
Dopo le condanne di San Pio X al primo Modernismo e di Pio XII alla Nouvelle Théologie, furono riportati agli onori da Giovanni XXIII, diventando i veri autori del Concilio Vaticano II.
Creati cardinali dai papi seguenti, con la loro azione ed i loro organi di stampa, affiancati dai movimenti ecclesiali sorti dopo il Concilio , hanno contribuito a cambiare quanto insegnato nei seminari e nelle università [23].
Si è così formata una pseudo-religione accolta senza problemi dalla moltitudine, anche se mai formalizzata dall’autorità. In essa sono presenti, mescolati, sia elementi cattolici che alieni. Questa religione non detta ha via via impregnato di sé i libri ed i media ex-cattolici.
Il ribaltamento prosegue tra gli osanna dei media e le puntualizzazioni e rimostranze troppo deboli di una minoranza.
Le responsabilità dei papi conciliari in questo processo sono evidenti: con Giovanni XXIII è stato dato avvio alla rivoluzione, Paolo VI ha curato la sua intronizzazione, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI l’hanno in molti aspetti puntellata e proseguita, Bergoglio ha "l'umiltà e l'ambizione " di portare a compimento l’opera.
La situazione
La Chiesa è in gran parte occupata dai Modernisti, sedicenti cattolici ma veri eretici e quinta colonna della Rivoluzione all’interno della Chiesa, seguaci di teosofie quando non affiliati alla setta massonica e dunque al servizio dei potentati gnostici ispirati da Lucifero.
L’animus settario è provato dall’autoritarismo con cui una gerarchia corrotta perseguita il clero rimasto cattolico e dal disprezzo con cui addita i fedeli alla Tradizione.
Sono infatti ora operativi i guardiani della rivoluzione: demonizzano tutto ciò che precede la nuova Pentecoste (con le reiterate richieste di perdono per le presunte colpe della Chiesa pre-conciliare), depotenziano prima ed accantonano poi i documenti dei papi pre-conciliari, sospingono nell’oblio il Catechismo, la Messa, i dogmi valevoli un tempo.
I credenti vengono vituperati come ideologici, legalisti. I Francescani dell'Immacolata sono stati perseguitati ed annichiliti.
Solo piccoli gruppi sparsi nel mondo e singole persone, come ai tempi di Atanasio e di Ilario, sembrano resistere allo tsunami.
È nostra speranza che gruppi e persone singole si mantengano forti e non cedano né agli insulti né alle lusinghe.

Oreste Sartore 

NOTE 
[1] Con questo termine intendiamo comprendere tutte e tre le manifestazioni storiche, il movimento iniziale con protagonisti gli intellettuali (Fogazzaro), la seconda ondata (Nouvelle Théologie) guidata dai teologi (i Gesuiti di Lione, influenzati dal giudaismo cabalista e dal panspiritualismo hegeliano e i Domenicani di Le Saulchoir, succubi dello storicismo hegeliano) infine la terza forma, la religione conciliare, confezionata da cardinali e assecondata dai papi, che in nome dello Spirito del Concilio sta gradualmente soppiantando il cattolicesimo autentico ed integro. Quest’ultima espressione del sommovimento ereticale è stata preceduta ed accompagnata dal fenomeno del clero progressista, che ha avuto ed ha ancora la funzione di avanguardia della rivoluzione.
[2] Molte sette rivendicavano una ininterrotta ed occulta trasmissione della fede da parte di coloro che non si erano sottomessi a Papa Silvestro e non avevano accettato la donazione di Costantino.
[3] Patrizia Fermani, La dissoluzione della famiglia nella “nuova chiesa cattolica”, 10 ottobre 2015 sito riscossacristiana
[4] Daniele Di Geronimo, Sì, abbiamo perso in partenza, 24 giugno 2014, sito infinito-quotidiano
[5] Aleister Crowley, Liber legis, 1904
[6] cfr. Franca D'Agostini, Verità avvelenata. Buoni e cattivi argomenti nel dibattito pubblico, Torino 2010
[7] Giovanni Cavalcoli OP, La Massoneria contro la Chiesa, Rivista VivereIn, n.1 2008. Che lo scopo dei settari sia questo lo si comprende dal fatto che, dal Concilio in poi, ogni documento papale è preceduto nei media da sospiri (“chissà se finalmente...”), salvo poi essere puntualmente accolto con l’amarezza del deluso (“speravamo che..)
[8] Erano pretese tipiche di Catari, Valdesi e Puritani.
[9] Uno dei capolavori degli Illuminati è il film L'uomo venuto dal Kremlino. C’è una scena impressionante in cui Anthony Quinn (1915 – 2001) comunica la devoluzione dei beni ai poveri con lacrime di commozione e capo ciondolante
[10] L’ecumenismo latitudinario non rifiuta nessun contributo di qualsivoglia origine: i cardinali si fanno segnare in fronte da indù e buddisti e fanno il girotondo attorno all’idolo della Madre Terra
[11] L’ambizione gnostica di ricomporre in un principio unico tutte le verità, anche quelle che ad uno sguardo profano appaiono contrastanti, impone anche agli esoterici di schierarsi contro il principio di non contraddizione e di ingaggiare una lotta senza quartiere contro i suoi sostenitori
[12] Una versione moderna del Docetismo, eresia sostenuta da una moltitudine di eretici gnostici e settari (Simon Mago, Cerdone, Saturnino, Elcasaiti, Basilide, Bardesane, Valentiniani, Tolomeo, Seleuciani, Marcione, Manichei, Priscilliano, Pauliciani, Bogomili, Catari). Che Cristo sia solo fondamentalmente solo un esempio per l’umanità fu Socino a sostenerlo.
[13] Dottrina professata dai Nicolaiti e soprattutto da Marcione e dal Manicheismo
[14] Un’eresia dei Monarchiani presente nel sistema ranheriano
[15] La Sophia di Simon Mago, dei Quqiti, di Guglielma la Boema e di Frank
[16] È la dottrina kenotica riscontrabile nel Quietismo, in Tauler, in Frank e nella Nouvelle Théologie. Venne condannata da Pio XII con l’enciclica Sempiternus Rex Christus (1951)
[17] Nient’altro di ciò che proclamava Montano
[18] Piero Vassallo, Domenico Giuliotti, la fede prima della modernizzazione, sito dell’autore, 20 dicembre 2014
[19] San Pio X, enciclica Pascendi (1907)
[20] San Pio X, Sacrorum Antistitum, 1 settembre 1910
[21] La “teologia dell’amore che tutto scusa”, quella del demone Aiwaz (v. sopra)
[22] Arthur Mandel, Il Messia militante, Milano 1984
[23] Si noti come il progetto di annientamento della Chiesa abbia avuto inizio dal suo vertice, in ottemperanza all’efficacissimo metodo gesuita tanto inviso ai settari (allorquando era impiegato per rafforzare la Santa Madre Chiesa)

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