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venerdì 8 luglio 2016

Ospedale o fabbrica da campo?

Il Papa nomina Cupich membro della “fabbrica dei vescovi
L’arcivescovo di Chicago prende il posto di un altro statunitense, l’ex Prefetto della dottrina della fede William Levada, che ha compiuto ottant’anni


Si rafforza il ruolo dell’arcivescovo di Chicago, Blase J. Cupich, che Papa Francesco ha scelto quale successore del cardinale Francis George e che il 7 luglio 2016 ha nominato membro della Congregazione per i vescovi. Si tratta del dicastero, guidato dal cardinale Marc Ouellet, che si occupa di vagliare i dossier e le candidature per le nomine episcopali, votando sulle terne preparate dal lavoro delle nunziature e sottoponendo poi tutto alla decisione finale del Papa.  


La presenza di Cupich nel gruppo di lavoro collegiale nella “fabbrica dei vescovi” (come viene denominato il dicastero) è significativa soprattutto in relazione alle nomine negli Stati Uniti. Prende di fatto il posto lasciato libero da un altro prelato americano, il cardinale William Levada, ex Prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede, decaduto al compimento degli ottant’anni. Tra i membri della Congregazione dei vescovi c’è anche il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington. 

La distanza e la responsabilità di una diocesi così vasta qual è quella di Chicago rendono difficile immaginare che Cupich possa essere presente ad ogni incontro del dicastero, che si riunisce due volte al mese, il giovedì mattina, per vagliare le “provviste” per le diocesi diventate vacanti. Wuerl, ad esempio, non vi partecipa sempre, ma cerca di essere presente quando sono in discussione nomine che riguardano gli Stati Uniti.  

Altri arcivescovi residenziali - come l’inglese Vincent Nichols, arcivescovo Westminster, o André Armand Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, sono presenti molto spesso. Ma nel loro caso il volo andata e ritorno per Roma è ovviamente molto più breve. 



Cupich, classe 1949, è nato a Omaha, in Nebraska, insieme ai suoi otto fratelli, in una famiglia di origini croate. Francesco l’ha nominato a sorpresa nel settembre 2014 alla guida della diocesi di Chicago, la terza degli Usa con i suoi 2,3 milioni di fedeli. Un significativo cambiamento di rotta rispetto agli ultimi decenni, che avevano visto designati ai vertici dell’episcopato Usa, vescovi «cultural warriors», «guerrieri» impegnati in aspre battaglie pubbliche «pro life» e contro le unioni gay, non altrettanto sui temi dell’immigrazione, della giustizia sociale, della pace. Nominato vescovo da Giovanni Paolo II, a Rapid City Cupich aveva trasformato il locale «comitato pro-life» in «comitato per la giustizia sociale»: non aveva cessato di diffondere il messaggio contrario all’aborto, ma aveva ampliato lo spettro dei suoi interventi chiedendo una riforma dell’immigrazione e interessandosi dei poveri. 
ANDREA TORNIELLI

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