ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 14 settembre 2016

Vola in Svezia, Jorge..

Motivazioni e moventi veri di Lutero


Con il termine “Riforma” s’intende quella importante rivolta religiosa che diede vita al Protestantesimo. Rivolta che ebbe origine con Martin Lutero (1483-1546), il quale, nella notte del 31 ottobre del 1517, espose al pubblico 95 tesi con cui si scagliò contro la Chiesa cattolica.
Perché nacque la Riforma? Prima di tutto va negato ciò che solitamente si afferma e cioè che la Riforma sarebbe nata dalla cosiddetta “vendita delle indulgenze”. In quegli anni si costruiva la nuova Basilica di San Pietro e per finanziare i lavori si decise di raccogliere in tutta la cristianità offerte per lucrare indulgenze. In Germania l’operazione venne affidata ad un personaggio tutt’altro che edificante, Johan Tetzel. Ma attenzione: questo non fu il vero motivo della nascita della Riforma!

Un altro mito da sfatare è quello secondo cui Lutero avrebbe voluto solo “riformare” la Chiesa. Faccio un esempio per farmi capire. Se prendo un vaso prezioso molto impolverato, un conto sarebbe se mi limitassi a spolverarlo, facendolo tornare alla lucentezza originaria, altro se lo scagliassi a terra facendolo in mille pezzi e poi pretendessi di ricostruirlo a mio piacimento. “Riformare” significa tornare alla forma originaria (ri-formare); ebbene, Lutero non riformò ma distrusse tutto. Un solo esempio: su sette sacramenti ne conservò solo due: il Battesimo e l’Eucaristia (ma sarebbe meglio dire uno e mezzo, poi vedremo perché).
Torniamo alle indulgenze. Che la Chiesa del tempo non navigasse in buone acque, è vero. Era quello un periodo assai triste e non era raro trovare cardinali e prelati che preferissero la lettura di Orazio e Seneca piuttosto che delle Scritture. Ma Lutero era fin troppo intelligente per non poter capire che la possibile non santità degli uomini di Chiesa non compromette la santità della Chiesa stessa. Lo aveva capito san Francesco, certamente più sapiente di Lutero ma indubbiamente meno colto, figuriamoci se non lo poteva capire lui, il monaco che tradurrà l’intera Bibbia in tedesco moderno. Tanto lo poteva capire che quando nel 1510 andò a Roma, da novizio, non si scandalizzò della corruzione nei sacri palazzi e concluse così come dovrebbe saper concludere ogni cristiano: un conto è la fallibilità degli uomini altro la santità della Chiesa. Ma poi, dopo l’affissione delle 95 tesi, iniziò ad affermare che il Vescovo di Roma (cioè il Papa) era un “anticristo”, e ciò indipendentemente dal comportamento, degno o indegno che fosse. Insomma, è Lutero stesso a dirlo: non faccio quello che faccio perché scandalizzato da monsignor Tizio o da monsignor Caio, ma perché la Chiesa così com’è non è la chiesa di Cristo. Scrisse a papa Leone X una lettera che accompagnava il suo trattato Sulla libertà religiosa: «Mi sono scagliato contro le dottrine empie, e ho severamente criticato i miei avversari, non a causa dei loro cattivi costumi, ma a causa della loro empietà».
Per quanto invece riguarda il secondo mito (cioè che Lutero avrebbe voluto solo riformare la Chiesa), basti vedere ciò che fece il monaco tedesco. Abolì: il sacerdozio ministeriale, il primato di Pietro, il potere temporale. Affermò la salvezza solo attraverso la Fede, una giustificazione non reale ma apparente (la Grazia non rende veramente giusti ma spinge Dio a considerare giusto l’uomo quando invece non lo è davvero), la libera interpretazione delle Scritture. Negò l’esistenza del Purgatorio. Ridusse i sacramenti da sette a due: Battesimo ed Eucaristia; ma, come ho detto prima, sarebbe meglio dire a uno e mezzo, perché dell’Eucaristia rifiutò il concetto di transustanziazioneper accettare solo quello di consustanziazione. In parole più semplici: con l’Eucaristia, secondo Lutero, l’ostia non si trasformerebbe solo in Corpo di Gesù, ma, accanto alla sostanza dell’ostia ci sarebbe la sostanza del Corpo di Gesù. Ciò comportava l’impossibilità di adorare il Santissimo Sacramento perché l’adorazione sarebbe stata rivolta non solo al Corpo di Gesù ma anche all’ostia e ciò avrebbe comportato un atto d’idolatria. Si capisce bene come questa teoria luterana costituisca la possibilità per i suoi seguaci di arrivare a negare totalmente la presenza reale di Gesù nell’ostia consacrata. Infine Lutero apportò modifiche sostanziali alla cristologia.
Dunque, Lutero non fu spinto da ciò che solitamente si dice: corruzione della Chiesa, “vendita delle indulgenze” e quant’altro. Ci fu dell’altro. Visto poi che è sapienza comune del cristiano il saper distinguere tra santità della Chiesa e peccabilità degli uomini di Chiesa, non ci si accorge che se si afferma che tutto ciò che Lutero fece, lo fece solo perché scandalizzato dalla corruzione della Chiesa del tempo (e molto spesso questo lo si dice per motivi ecumenici), a pagarne le conseguenze è la stessa memoria di Lutero. In tal caso, infatti, Lutero figurerebbe come un personaggio dall’intelligenza e dalla preparazione teologica tutt’altro che interessanti.
Allora quali furono i veri motivi che spinsero Lutero? Mi sembra che si possano ridurre almeno a tre. Uno culturale, uno filosofico ed un altropsicologico.
Il motivo culturale ci fa capire che Lutero era figlio dei suoi tempi; tempi di successo dell’umanesimo e del filologismo come “segni” di un evidente antiautoritarismo. Per umanesimo s’intende un vasto movimento culturale e spirituale sorto nei primi decenni del 1400 in Italia, incentrato sullo studio e sulla valorizzazione dell’uomo. Per filologismo s’intende lo studio critico dei testi comprendente la ricerca delle fonti e la loro analisi. L’abolizione luterana del Primato di Pietro, del sacerdozio ministeriale e del Magistero sono segni chiari di questo rifiuto del concetto di autorità.
Passiamo al motivo filosofico. I tempi di Lutero segnavano il trionfo del cosiddetto nominalismo (negazione del valore degli universali) che fu un’estremizzazione della ragione per cui i fatti e le idee erano messi sullo stesso piano. Questo nominalismo avrebbe determinato nel protestantesimo tanto una causa scatenante quanto una causa reagente. Causa scatenante: il razionalismo che venne fuori dal nominalismo facilitò l’insorgere del soggettivismo (senza gli universali non è possibile la metafisica e, senza la metafisica, è possibile solo il soggettivismo). Causa reagente: la reazione allo scetticismo del razionalismo nominalistico condusse facilmente alla fiducia nella sola fede, cioè al fideismo; e infatti il Protestantesimo è convintamente fideista.
E infine il motivo psicologico. Lutero, in realtà, non aveva la vocazione né alla vita monastica né al sacerdozio; da qui la sua infelicità. Una tesi molto accreditata afferma che quando era all’Università di Erfurt, si batté a duello con un compagno, Gerome Bluntz, uccidendolo. Ed entrò nel monastero degli agostiniani solo per sfuggire alla giustizia. Lui stesso lo dice: «Mi sono fatto monaco perché non mi potessero prendere. Se non lo avessi fatto, sarei stato arrestato. Ma così fu impossibile, visto che l’ordine agostiniano mi proteggeva». Questa assenza di vocazione lo rese nevrotico e infelice. Si narra che durante la sua prima Messa, al momento dell’offertorio, stava per fuggire e fu trattenuto dal suo superiore.
Potremmo chiederci: ma se eventualmente si sbaglia la vocazione, è possibile mai che il Signore non dia la grazia sufficiente per andare avanti? Certamente. Il problema di Lutero fu un altro e cioè che non volle rendersi docile alla Grazia. Quando si abbandona tutto e si tradisce la verità è sempre perché si è prima abbandonato la preghiera. Lutero stesso scrisse nel 1516, cioè prima della svolta della sua vita: «Raramente ho il tempo di pregare il Breviario e di celebrare la Messa. Sono troppo sollecitato dalle tentazioni della carne, del mondo e del diavolo».
Fu così che credette di trovare la soluzione della sua infelicità nella Lettera ai Romani (1,17): «Il giusto vivrà per la sua fede». Per la salvezza non occorre nessun sforzo di volontà se non quello di abbandonarsi ciecamente alla fede nel Signore (fideismo).
In Lutero dunque si ritrova tanto il volontarismo quanto il fideismo. Ilvolontarismo: darsi una vocazione che non si ha; il fideismo: negare totalmente qualsiasi contributo della volontà. Due errori completamente diversi, ma, proprio perché errori, dalla origine comune.
L’ipotesi di una successione diacronica di volontarismo e di fideismo in Lutero troverebbe conferma negli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, contemporaneo di Lutero, che impostò la spiritualità del suo Ordine (i Gesuiti) in chiara prospettiva antiluterana. Scrive sant’Ignazio: «Ci sono tre tempi o circostanze per fare una buona e sana elezione. Il primo: è quando Dio nostro Signore muove e attrae tanto la volontà che, senza dubitare né poter dubitare, l’anima devota segue quello che le è mostrato, come fecero san Paolo e san Matteo nel seguire Cristo nostro Signore. Il secondo: quando si riceve molta chiarezza e conoscenza per mezzo di consolazioni e desolazioni, e per l’esistenza del discernimento degli spiriti. Il terzo: è il tempo di tranquillità. L’uomo, considerando prima perché è nato, e cioè per lodare Dio nostro Signore e salvare la sua anima, e desiderando questo, elegge come mezzo uno stato o un genere di vita nell’ambito della Chiesa, per essere aiutato nel servizio del suo Signore e nella salvezza della propria anima. È tempo di tranquillità quello in cui l’anima non è agitata da vari spiriti e usa delle sue potenze naturali liberamente e tranquillamente». Dunque, dice sant’Ignazio, è molto importante non sbagliare la propria vocazione avendo come unico scopo quello di rendere gloria a Dio.
Che ci sia anche un’allusione all’esperienza di Martin Lutero?
BY  · 14 SETTEMBRE 2016

Lutero e le nostre coscienze, 499 anni dopo


Quattrocentonovantanove anni or sono, all’alba del 31 ottobre, il monaco agostiniano Martin Luther attaccava al portone della cattedrale di Wittenberg 95 tesi, dando così inizio a uno dei più sconvolgenti e determinanti eventi della storia umana, la Rivoluzione Protestante.
Stiamo quindi per entrare nel cinquecentenario dell’evento, e – dati i profondissimi cambiamenti avvenuti in una non secondaria parte del clero cattolico negli ultimi decenni, con un crescendo esponenziale negli ultimissimi anni – colui che fin da subito e fino a cinquant’anni or sono è stato sempre considerato da tutti i papi, i santi, i teologi, gli ecclesiastici, gli intellettuali cattolici, tutti i fedeli di tutti i tempi e luoghi, come il nemico umano numero uno della fede e della Chiesa cattoliche, si sta trasformando di contro, giorno dopo giorno, in un grande teologo e mistico da celebrare e rivalutare opportunamente. Non per niente, è appena uscito un libro intitolato “Lutero mistico”: per chi conosce la sua storia e vita, questo titolo altro non può costituire che un ossimoro e quindi dà l’idea di quello che si sta preparando. In Germania, cardinali ancora ufficialmente afferenti alla Chiesa Cattolica (da cui ricavano cifre economiche astronomiche) si stanno già adoperando per i grandi festeggiamenti (i soliti Koch, Kasper, Marx, Küng, e soci in primis).
Ora, respondere oportet. Non ai protestanti ovviamente, visto che lo hanno già fatto per secoli papi, santi, dottori e teologi della Chiesa, a partire dal Sacrosanto Concilio di Trento (1545-1563) in poi. Nemmeno al clero apostata odierno, in quanto costoro sanno tutto e quindi sono irrecuperabili (almeno umanamente parlando). È necessario rispondere per tutti quei cattolici, numero immenso – in grandissima parte laici, ma non solo – che, più o meno in buona fede, continua, ingenuamente o caparbiamente, a seguire gli ingannatori e gli sconvolgitori della vera dottrina della Chiesa Cattolica, del Magistero e delle verità evangeliche e naturali, e i mentitori spudorati riguardo la storia vera dei fatti passati, rischiando di finire nel baratro dell’eresia conclamata e perpetrata.
In un breve articolo non è certo possibile affrontare in maniera logicamente e cronologicamente adeguata l’intera questione ed esporre gli eventi. Pertanto, senza alcuna consequenzialità cronologica, al fine di essere i più sintetici e chiari possibili nel fornire un quadro mentale della realtà dei fatti e della verità teologica, andiamo subito al dunque ed evidenziamo direttamente le differenze essenziali tra le verità dogmatiche, teologiche, liturgiche, spirituali e anche estetico-artistiche della Chiesa Cattolica e le idee proposte da Lutero e portate fino alle estreme conseguenze dopo di lui dai suoi seguaci o da altri cosiddetti “riformatori”: sì, perché occorre anzitutto sempre tener presente che, all’interno dell’intero protestantesimo, Lutero… è il “centro-destra”, se così si può dire, ovvero è il meno estremista (a parte forse il caso specifico dell’anglicanesimo): dopo di lui, sempre e solo ancora peggio (come del resto sempre accade in tutte le rivoluzioni). 
Grazia, fede, opere, predestinazione
Dottrina Cattolica
Secondo la dottrina della Chiesa Cattolica alla salvezza dell’uomo concorrono due fattori: la Grazia di Dio e le buone opere dell’uomo. Questo significa che prima Dio concede all’uomo la sua Grazia (“gratis”, appunto), senza la quale l’uomo non può compiere il bene; poi però, l’uomo deve accettare tale dono divino e ricambiare operando e cooperando secondo la volontà e l’insegnamento di Dio (le “buone opere”, appunto) al fine di rientrare nel numero degli eletti. L’uomo, di conseguenza, si può salvare solo accettando la fede che Dio ci dona tramite la grazia e agendo bene. Il secondo elemento, le opere, è condizionato dal libero arbitrio dell’uomo, è una sua libera scelta dalla quale però dipende il suo destino eterno: l’uomo è libero anche di rifiutare la grazia e di compiere il male. Così come è libero dipentirsi ed espiare in qualsiasi momento, anche sul punto di morte.
IDEOLOGIA LUTERANA
Secondo Lutero, invece, l’uomo si salva solo con la fede che Dio gli dona: è lagiustificazione per sola fede. Solo Dio salva l’uomo: al massimo, il comportarsi bene o male di un uomo è “segno” della sua predestinazione (al paradiso nel primo caso, all’inferno nel secondo). Lutero nega, di conseguenza, lo stesso libero arbitrio dell’uomo: non a caso scriverà un’opera intitolata De servo arbitrio che lo porrà in contrasto con Erasmo da Rotterdam, grande sostenitore invece del libero arbitrio e della dignità umana.
La limitazione – divenuta poi negazione – del libero arbitrio ai fini della salvezza eterna, insieme alla negazione della Chiesa e del clero consacrato, fa sì che il protestantesimo abbia medesima struttura mentale dell’islamismo. Ma, a parte ciò, è importante sottolineare come questa trovi fondamento in un pessimismo radicale che comporta la deresponsabilizzazione dell’uomo nei confronti del male. Il peccatore è tale non perché abbia liberamente scelto il male, ma perché Dio lo ha predestinato al male. In pratica, la natura dell’uomo è talmente e irrimediabilmente ferita dal peccato originale che paradossalmente risulta alla fine essere senza colpa vera in quanto vittima appunto della colpa primigenia, di cui il vero responsabile diviene Dio stesso, che secondo la sua liberissima volontà (il volontarismo tardo medievale) sceglie ab aeterno il destino eterno di ogni individuo (a chi mastica di queste cose… non può sfuggire il nesso con lo gnosticismo cabalistico). Ecco spiegato il senso del “pecca fortiter” di Lutero.
P.s.: quando il cardinal Caetano, al secolo Tommaso De Vio, insigne teologo, nel suo incontro con Lutero, rispose alla sua affermazione della giustificazione per sola fede che nella Lettera di San Giacomo è scritto che la fede senza le opere è morta (Gc. 2,17), e visto altresì che Lutero, come tra poco vedremo, sosteneva la Sola Scriptura, ovvero che solo la Bibbia fa fede nella dottrina cristiana (e pertanto tale obiezione era per lui ancor più insidiosa), egli rispose seccamente che la Lettera di san Giacomo è falsa! Come dire… se i fatti contraddicono le mie idee, tanto peggio per i fatti… Ecco perché si può tranquillamente definire il pensiero di Lutero come “ideologia”.

Chiesa, Papato, Sacramenti, sacerdozio, “Sola Scriptura”
DOTTRINA CATTOLICA
Cristo ha fondato la Chiesa per un atto liberissimo della sua volontà e ne ha affidato le “chiavi” a Pietro, istituendo con ciò stesso il Papato, parte costitutiva ed essenziale della Chiesa stessa. Scendendo nella Pentecoste, lo Spirito Santo Dio ha consacrato “vescovi” (come poi si dirà) gli apostoli con a capo Pietro in qualità di papa (come poi si dirà), creando la Chiesa divinamente gerarchica. Tale istituzione ha a sua volta le sue radici ontologiche sia nell’infinito sacrificio redentivo della Passione e Morte di Cristo, sia nell’Istituzione dell’Eucarestia, avvenuta nell’Ultima Cena, presente sulla terra fino alla fine del mondo. Gli stessi altri Sacramenti scaturiscono dalla Passione e culminano nell’Eucarestia. I sette Sacramenti sono strumenti per la ricezione della Grazia divina necessaria alla salvezza eterna, ma assolutamente necessario a tal fine è il Battesimo.
IDEOLOGIA LUTERANA
Avendo stabilito, nelle modalità suddette, la predestinazione, è ovvio, anzi logico, che la Chiesa, intesa come “società di salvezza” e “corpo mistico di Cristo”, non serva a nulla, in quanto ognuno di noi è già predestinato ab aeterno. Anzi, il clero stesso è un’immane menzogna romana (“Los von Rom”, il suo celebre grido di guerra), una vera e propria associazione a delinquere, creata per spillare soldi e ricchezze ai popoli e controllare i governi, di cui il capo, il papa, è prefigurazione vivente dell’anticristo (parole di Lutero). Il clero romano, proprio al fine di soddisfare la sua sete di potere e soldi, si è inventato gli altri cinque sacramenti, che non trovano riscontro nella Bibbia (confessione, ordinazione, cresima, matrimonio, estrema unzione). Gli unici veri sacramenti sono quelli istituiti da Cristo stesso: il battesimo e l’Eucarestia.
Riguardo però all’Eucarestia, occorre dire che il pensiero di Lutero fu piuttosto incerto, e lui personalmente tendeva a non voler del tutto negare il mistero, tanto che parlò di Consustanziazione, ovvero di presenza reale tanto delle forme del pane e del vino quanto del corpo, sangue anima e divinità di Cristo. Ma questa soluzione scontentava tutti, perché era chiaro che nessuno può adorare un pezzo di pane o del vino pena il cadere nell’idolatria, e così alla fine prevalse l’opinione estrema dei suoi seguaci che negava completamente la Transustanziazione, trasformando così la Messa in una semplice memoriale dell’Ultima Cena.
Pertanto, alla fine, di fatto il luteranesimo ha conservato veramente un solo sacramento, il battesimo, eliminando gli altri sei (fra cui l’ordinazione, che comportò naturalmente la fine del sacerdozio in sé, del clero nella sua totalità e della Chiesa stessa nei paesi “riformati”). La scomparsa del sacerdozio, ovvero l’interruzione della quindici volte secolare catena che riconduceva direttamente agli apostoli, fu “giustificata” con la teoria delsacerdozio universale: ovvero, ogni uomo è sacerdote di se stesso e può parlare direttamente con Dio nella sua coscienza, senza l’intermediazione del prete cattolico. Anzi, proprio al fine di facilitare questo percorso individuale (il famoso individualismo protestantico, che conduce direttamente al soggettivismo e al relativismo della modernità e prefigura quindi il caos antivaloriale odierno), Lutero lanciò un altro dei suoi slogan, laSola Scriptura: ovvero, bisogna credere solo a quello che c’è scritto nella Bibbia (non alla Lettera di san Giacomo, però…), tutto il resto (Magistero universale della Chiesa, dogmi, concili, insegnamenti dei padri e dei dottori, soprattutto insegnamenti papali, ecc.) doveva scomparire per sempre. Proprio a tal fine, Lutero tradusse in tedesco la Bibbia, affinché tutti potessero leggerla personalmente e trarne gli insegnamenti che ritenevano. 
Ultime “logiche” conseguenze
Se prendiamo per vero l’ideologia luterana fin qui schematizzata, occorre ammettere:
  • Non standoci più la Chiesa e i sacramenti, è assurdo proseguire con l’esistenza di ordini religiosi e monastici, e ancor più con i loro obblighi di celibato (Lutero stesso sposerà una suora dissuorata e avrà figli: in fondo, quello che aveva sempre desiderato fin dall’inizio, come spesso ebbe a scrivere onestamente, essendosi fatto monaco non per vocazione ma per sfuggire alla prigione, avendo ucciso un uomo in duello).
  • se non servono i sacramenti e il clero, a cosa può mai servire il culto della Madonna e dei santi? E quello dei morti con il Purgatorio e le indulgenze? Tanto siamo tutti predestinati… E non parliamo delle preghierine fanciullesche, dei rosari, delle reliquie dei santi, delle processioni, ecc.: tutte “superstizioni papiste”.
  • Di conseguenza, le stesse chiese devono essere liberate dal culto delle immagini (ritorno dell’iconoclastismo) e spogliate delle opere d’arte, che sono espressione di paganesimo superstizioso.
  • L’unica vera riprova dell’amore di Dio, affermerà poi Calvino, risiede nel successo che Dio concede alle nostre iniziative.
E qui inizia la discesa verso la modernità materialista e gnostica…

Veniamo a noi
Cari amici, l’articolo è già molto lungo e quindi sarò diretto, anzi, direttissimo:
Amate l’Eucarestia? Ogni tanto fate l’adorazione eucaristica? Lutero nega la Transustanziazione. Nel mondo intero non vi sono il Corpo e il Sangue di Cristo.
Amate la Chiesa? Lutero rinnega la Chiesa.
Amate il papa e il clero (oggi pure troppo…)? Lutero li odia, li maledice, li offende con irripetibili volgarità e scurrilità, segno sicuro di un animo profondamente traviato.
Amate soprattutto la Beata Vergine Maria? Pregate il rosario? Lutero la offende apertamente e ne condanna il culto.
Pregate i santi? Lutero ne abolisce il culto.
Vi ritenete esseri liberi? Lutero nega il libero arbitrio.
Credete nella possibilità della redenzione umana, anche in punto di morte? Lutero lo nega.
Pregate per i vostri morti? Lutero nega l’esistenza del purgatorio.
Qualcuno a questo punto potrebbe chiedere: “ma, allora, come facciamo a definirli cristiani?”. Si definiscono tali solo perché non hanno negato la Trinità e la divinità di Cristo (che saranno poi negate comunque da alcune sette estremiste). Ma tutto il resto è stato distrutto, a partire dall’Eucarestia per arrivare al culto della Vergine, a partire dal papato per arrivare ai sacramenti, a partire dal culto dei santi per arrivare alla responsabilità morale.
La vera domanda, quindi, è un’altra. Come è possibile che oggi principi della Chiesa (e non solo), vescovi, ecclesiastici, cattolici o sedicenti tali, possano riabilitare il protestantesimo e Lutero?
Come è possibile che giornalisti rotti a ogni menzogna scrivano che le differenze sono quasi superate? Certo, sarebbe bellissimo, se fosse vero. Ma per essere vero occorrerebbe che i protestanti riammettessero i sei sacramenti che hanno negato, la fedeltà alla Chiesa, l’amore al Papa, il culto della Vergine e dei santi, il purgatorio, il libero arbitrio ecc. ecc. A qualcuno di voi risulta che questo, anche solo in minima parte, sia avvenuto? No, non è mai avvenuto, in cinquant’anni di dialogo ecumenico. Non hanno mai rinunciato a nemmeno uno dei loro errori. Mai. Casomai, sono i i cattolici ecumenismi che si sono fin troppo sbilanciati nella via dell’errore.
Come è possibile allora mentire al mondo intero così spudoratamente?
Questa è la vera domanda. Già, come è possibile? E come è possibile che quasi tutto il clero cattolico che si considera ancora fedele alla Chiesa di sempre stia fermo e zitto? Vi è stata solo una pronuncia di rifiuto da parte del cardinale Müller, il quale ha detto che non v’è nulla da festeggiare in questo cinque centenario. Già, come è possibile?
E poi c’è la seconda domanda: come dovrò regolarmi, io, che adoro l’Eucarestia, vado a Messa, amo la Madre di Dio, credo ai santi e al purgatorio, mi sento responsabile delle mie azioni, prego per i miei morti, ecc., se il mio clero di oggi mi dirà di ammirare Lutero e magari di ritenerlo un dottore della Chiesa, lui, che la Chiesa l’ha distrutta per centinaia di milioni di persone in questi cinque secoli?
Come dovrò regolarmi se le più alte gerarchie della Chiesa attuale mi dovessero porre come esempio di dottore colui che chiamava “anticristo” ogni papa, che definiva nelle maniere più scurrili possibili? Come potrò obbedire a queste gerarchie se mi dovessero dire di amare colui che ha detto “papa, sono stato il tuo incubo da vivo, sarò la tua tomba da morto”, senza cadere in contraddizione con me stesso e la mia coscienza di cattolico fedele al papato e al papa?
Come potrò non sentire questa contraddizione in termini ogni qual volta mi troverò dinanzi all’Eucarestia o a pregare la Madre di Dio?
E, tutto questo, senza voler nemmeno accennare a tutte le guerre di religione scoppiate per più di un secolo a causa sua in Germania, Francia, Inghilterra, Ungheria, Balcani, Svezia, Irlanda, Olanda, Danimarca, Ungheria, che hanno causato decine di migliaia di morti e a tutte le persecuzioni di cui è rimasta vittima un numero immenso di cattolici in questi secoli in quasi ogni parte del mondo protestante…
Concludo invitandovi a questa specifica considerazione fra tante altre possibili: a un certo punto, in tutti i paesi che hanno aderito al Protestantesimo spezzando per sempre l’unità religiosa di quella che era stata la Res Publica Christiana medievale, è morto l’ultimo vescovo consacrato, e poi l’ultimo sacerdote. In tutti questi paesi, si è spenta così la grazia dei sacramenti per centinaia di milioni di persone fino a oggi.
È questo che volete celebrare seguendo ancora i nostri ecclesiastici ecumenisti, chiunque siano, che dopo cinquant’anni di dialogo hanno ceduto molto sulla dottrina senza che i luterani facessero un solo passo verso il ritorno all’unica vera casa? Siete sicuri che sia questa la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo?
Ecco, io vi ho invitato, per quel che potevo in un articolo, a riflettere, cari amici. Sono tempi non duri, ma terribili. E occorre coraggio, amore per la Verità immutabile, Fede. E attaccamento all’Eucarestia, ai sacramenti, alla Madre di Dio, Ausilio dei cristiani e Sede della Sapienza. Ovvero, a tutto ciò che Lutero ha cancellato, dando inizio non alla cosiddetta “Riforma protestante”, che riforma non è visto che ha distrutto quasi tutto, ma alla “Rivoluzione Protestante”, atto primo nella storia del processo della Rivoluzione gnostica, liberale ed egualitarista, con la quale il nemico di Dio e degli uomini ha dato inizio alla sua guerra finale contro la Chiesa e la società umana.
Sono i tempi della scelta. E Lutero, cinquecento anni dopo, è come se stesse attaccando nuovamente le sue 95 tesi sul portone delle nostre coscienze, stavolta con l’appoggio di buona parte del clero “cattolico”. E noi… dobbiamo scegliere da che parte stare.
BY  · 14 SETTEMBRE 2016

2 commenti:

  1. E chi ha avuto la genialata di includere Tizzondinferno Lutero fra 'I grandi mistici'?? (anche gli storici e gli storici-fantasiosoromanzeschi devono stare attenti all'alcol e ai pranzi indigesti...).

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  2. Jade

    Sì, vola in Svezia Jorge....e rimanici.

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