ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 13 febbraio 2017

Venga a prendere un caffé da noi..

“Spifferi parte III: i grandi “rinnovamenti” di Bergoglio” di Fra Cristoforo


Vi racconto una storia. Giovedì scorso, in uno dei Bar presenti di fronte alla Porta S.Anna (fronte Stato Vaticano), vanno a bere un caffè un Monsignore (molto vicino a Bergoglio), sulla cinquantina, e un laico.
La discussione cade sui “dubia”. Il Monsignore, con fare “sufficiente” dice: “Il Papa non risponderà mai ai “dubia” dei 4 cardinali. Non scenderà mai al loro livello. Francesco ha progetti ben più grandi, che non si fermano all’Italia. L’unico intoppo in questo periodo è stata l’elezione di Trump”.
Al che il laico ha risposto: “E cosa c’entra Trump con i l’Amoris Laetitia?”. “C’entra eccome”, ha risposto il Monsignore, proseguendo: “l’intento era quello di appoggiare la Clinton, perché con Francesco hanno un rapporto particolare. Si sentono spesso. E il fine da raggiungere era quello che la Chiesa Cattolica avrebbe dovuto sdoganare alcuni principi “non negoziabili”, in modo soft, in modo tale che anche il Vaticano avesse un appoggio politico mondiale  forte,  cosa che in questo periodo serve, soprattutto per le grandi manovre che arriveranno”.
Su questo dobbiamo dare ragione al grande Assange..leggete qui
(http://formiche.net/2016/10/21/clinton-podesta-papa-francesco/)….
Il laico sempre più stupito: “E quali manovre devono arrivare”? Il Monsignore sorseggia l’ultimo goccio di caffè e dice: “ma non hai ancora capito che la visione che hai tu di Chiesa è superata? Ma non capisci che oggi il Papa è un leader mondiale?  Che se fosse rimasto Ratzinger saremo tutti falliti. Sai quale sarà la prossima manovra? Proprio il diaconato alle donne. Perché è l’unico modo per mostrare la nostra vicinanza concreta ai luterani e agli anglicani. E vedrai che entro Novembre avremo anche il diaconato alle donne. Non uguale magari a quello che pensi tu. Ma si avvicinerà molto”. “ENTRO NOVEMBRE”.
Ecco. Così. Papale papale quanto detto dal Monsignore della S.d.S. (Segreteria di Stato), in “stato” confidenziale.
Ora riflettiamo un attimo. Piazza San Pietro è ormai quasi sempre vuota (e Tv 2000 inquadra sempre quel gruppetto di persone ammassate davanti alla finestra). Cosa gliene importa a Bergoglio dei fedeli? Dal contenuto di questa conversazione si evince che l’Argentino ha progetti ben più ampi dell’evangelizzazione. Spesso e volentieri lui ha detto che l’evangelizzazione è una forma di proselitismo che non va bene. Da poco ha detto pure che lui si preoccupa se in certe congregazioni ci sono tante vocazioni.
Ecco. Lui cerca solo se stesso. Cerca di accentrare a se i riflettori, e di non pestare i calli a nessuno, perché lui è il LEADER. E di Gesù Cristo non gliene importa niente. Altro che S. Paolo. L’Apostolo delle genti ha detto “Siamo considerati la spazzatura del mondo” (1 Cor 4,9-13). Proprio perché ha messo l’evangelizzazione al primo posto. Bergoglio invece a discapito di Cristo e della salvezza delle anime, si vuole lui al primo posto. Carissimi lettori, questa è la realtà. E in settimana ci saranno altre terrificanti novità. Ma lascio la precedenza ai comunicati stampa.
Il senso del mio anonimato è proprio questo. Io sono un sacerdote, Ma DEVO stare anonimo. Altrimenti non avrei più nessuna possibilità di scrivervi queste cose. Ci ho riflettuto parecchio in questi ultimi mesi. Ma ancora non posso “uscire” pubblicamente.  Ritengo comunque importante che i fedeli “conoscano” le dinamiche che si evolvono nella Sede di Pietro. E anche queste discussioni da “bar”, per me sono estremamente rilevanti. E in coscienza, da comunicarvi.
Fra Cristoforo
“Spifferi parte III: i grandi “rinnovamenti” di Bergoglio” di Fra Cristoforo

Bergoglite infettiva… nessun vaccino!


Il 6 novembre 2013, al termine dell’udienza generale del mercoledì, Francesco ha salutato i sposi novelli; tra questi, una coppia di medici che assistono in ospedale i bambini malati e che usano la cosiddetta “terapia della risata”, indossando, tra l’altro, nasi rossi da clown.
I due dottori si sono presentati conciati così davanti al Papa, e lei gli ha offerto un naso rosso da indossare, cosa che Francesco ha fatto subito e volentieri, dando il tempo ai fotografi di immortalarlo in questa postura carnascialesca.

Questa bravata da consumato imbonitore socio-politico, com’era prevedibile, ha fatto scuola e da allora si vedono qua e là nasi rossi da clown per ogni dove, anche se non c’è Francesco nelle vicinanze.

Riportiamo qualche esempio, non certo ad edificazione dei fedeli, ma a riprova che la pastorale di Francesco, ben lontana dalla serietà propria del posto che occupa, alla fine dimostra di essere distruttiva dell’insegnamento cattolico ed offensiva per Nostro Signore che ha voluto morire in Croce per farsi carico dei nostri peccati.

Dal momento che non vogliamo essere blasfemi, non richiamiamo alcun paragone fra l’“Uomo dei Dolori” e il Suo nuovo vicario che ama farsi riprendere come l’“uomo dei piaceri”, ma non possiamo evitare di segnalare che, per quanto appaia inaccettabile, questa è la cifra dell’inquilino di Santa Marta, il quale, travestito da buffone, continua a picconare l’edificio della Chiesa, speranzoso in cuor suo di farlo crollare.
Speranza vana, però, com’è tipico dei seguaci di Satana, che credono di poter abbattere ciò che Dio ha costruito.

E tuttavia, tale diabolica condotta, pur non potendo arrecare danni definitivi alla Chiesa, che è intangibile perché è di Cristo, di certo concorre a far scivolare all’Inferno un numero sempre maggiore di anime ingenue; e questo è quanto basta all’Uomo dell’Iniquità per sostenere Francesco e stimolarlo a diventare sempre più demolitore e sempre più buffone.





Nuova udienza in piazza San Pietro… nuovo naso da clown indossato da una sedicente “suora” nel più improbabile degli abbigliamenti.
Francesco si compiace!



Un'altra “suora” contagiata.



Il contagio arriva fino in Francia, dove un sedicente “prete”
si abbiglia con mille colori per piacere e far piacere di più.



Imitato da un altro “confratello” che non ha ancora deciso di
fermarsi in chiesa o al circo.



E non poteva mancare l'espandersi dell'infezione in Sud America
dove a Rio de Janeiro questa improbabile “suora” aspetta l'arrivo di Francesco.



Mentre un altro “prete” si prepara a dire Messa in Messico.



Magari con la benedizione del vescovo venezuelano che,
dismesso l'abito talare, ha pensato di imitare Francesco
tra lo stupore dei fedeli e il compiacemento del suo clero.

NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA

http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/Preti_e_suore-naso_clown.html
(Giovanni Panettiere) Una telefonata e la messa è servita. A casa. Chissà forse la soluzione alla penuria di fedeli in chiesa l' ha trovata il parroco di Sospirolo, paesino fra i monti del Bellunese. Stanco di vedere le panche vuote davanti all' altare, don Alfredo Levis da due anni si è messo a disposizione della sua comunità per celebrare l' eucarestia a domicilio. La tavola della cucina si fa altare, le ostie e l' incenso arrivano direttamente dalla sagrestia.L' iniziativa, quantomeno singolare e suggestiva (era o non era una Chiesa domestica quella delle origini?), vale solo in inverno e per i giorni feriali, ma resta comunque una risposta alla fuga di credenti dalla messa, più che palpabile da nord a sud. Le ultime rielaborazioni dei dati Istat certificano che sempre meno italiani dichiarano di varcare la domenica i portoni delle chiese. Si è passati dal 33,4% del 2006, una persona su tre, al 29%. Una flessione del 4,4% che si dilata fino a un -10,7%, considerando il lontano 1995. Allora sul soglio petrino sedeva Giovanni Paolo II, proclamato santo dal papa regnante, Francesco, che, dati alla mano, non sta riuscendo a invertire la tendenza. Questo, fermo restando un sostanziale contenimento del calo dal 2010 (-1%), cioè dagli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI ai primi dell' era Bergoglio. La Sicilia è la regione con il più alto tasso di persone che, a domanda e risposta, affermano di andare a messa nel Giorno del Signore (il 37%). Fanalino di coda la Liguria (appena il 18,9%). SPOSTANDO lo sguardo dalle regioni alle generazioni, la celebrazione eucaristica si conferma essere ad appannaggio della popolazione anziana (over 65). Il 40% di questa dice di recarsi a messa ogni domenica. La percentuale crolla al 15%, se si prendono in esame i giovani, tra i 18 e i 29 anni. Ma il dato che più colpisce è che nell' ultimo decennio ben il 30% dei ragazzi, dai neo maggiorenni ai ventiquattrenni, ha preferito restare fuori dalla chiesa. Senza dubbio si tratta di una fascia d' età complessa, quella in cui si pongono maggiormente in discussione le scelte sulla propria fede fatte dai genitori, in cui scema o si attenua il peso della formazione religiosa ricevuta. Eppure resta da chiedersi se davvero la Chiesa stia facendo tutto il possibile per frenare la defezione delle nuove generazioni dalla pratica e, più in generale, dalla vita religiosa. Don Carmine Miccoli è stato per anni responsabile della pastorale giovanile nella diocesi di Lanciano. «La tentazione diffusa è quella di tenersi stretti i pochi ragazzi che frequentano già la parrocchia - spiega -. Tra noi preti si avverte una difficoltà quasi insormontabile nel 'provocare' i giovani in un cammino di fede. Il risultato è che rischiamo un ripiegamento dell' intera pastorale giovanile». 
FOSSE solo la messa e i giovani. Il problema è che le chiese vuote rientrano in una più generale disaffezione degli italiani nei confronti dei sacramenti. Si pensi alla confessione, bollata come non necessaria da sette italiani su dieci, o al matrimonio religioso che fra il 1974 e il 2014 ha subìto una contrazione del 25% al punto da spingere il Censis a considerare il 2031 quale anno zero delle nozze benedette da Dio. E che dire della scarsità di vocazioni? Il Sir, l' agenzia stampa della Cei, ha evidenziato una contrazione sensibile dei sacerdoti diocesani, scesi dai 33.684 del 2004 ai 32.174 censiti tre anni fa. I seminari si svuotano (-12% di futuri preti nel decennio 2004-2014) e la tentazione di accogliere nel clero chiunque bussi alla porta si fa più marcata. Per questo risulta ancora più importante il monito del Papa sul vagliare attentamente i candidati al sacerdozio contro «la malattia della pedofilia». Quello sulla crisi dei sacramenti è un rosario di numeri in profondo rosso che misura senza sconti la febbre della secolarizzazione - il processo di arretramento del sacro dalla vita sociale - in un Paese come il nostro in cui non sono mancati gli sforzi per contrastarla. 
CONVEGNO ecclesiale di Palermo, 1995. La Cei, guidata da un campione dell' ortodossia come il cardinale Camillo Ruini, avvia l' esperienza del Progetto culturale per un rilancio a 360 gradi della presenza ecclesiale in una società sempre più scristianizzata. È la cesura definitiva con la linea della cosiddetta 'scelta religiosa', promossa dall' allora arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, più incline a vedere la secolarizzazione come una sfida piuttosto che il target di una guerra ideologica. UNO dei protagonisti teologicamente più raffinati di quella stagione ruiniana è stato il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, balzato agli onori delle cronache per le sue omelie pop. «Il Progetto culturale si impegnava ad animare la vita di fede delle parrocchie e delle comunità - ricorda -. Si voleva evidenziare il nesso tra celebrazione rituale ed ethos, cioè cultura, investimento nel sociale». Le chiese, però, sono rimaste vuote, le vocazioni un miraggio... «Bisogna tirarsi fuori dal cattolicesimo convenzionale e dare nuovo sfogo al cattolicesimo cristiano - rilancia Staglianò -. E questo deve iniziare proprio dalla messa domenicale. Sogno un popolo che partecipi alla liturgia nel Giorno del Signore dopo essersi trovato in settimana con il parroco per definire quali iniziative all' insegna della carità mettere in atto proprio la domenica. C' è bisogno di dare continuità al messaggio ricevuto. Il miracolo si compie dopo aver ricevuto l' ostia Altrimenti un ragazzo, perché dovrebbe andare a messa? Che cosa ci dovrebbe andare a fare?».

2 commenti:

  1. "anonimidellacroce" a me sembra una tonnara.

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    1. A volte è necessario agire nell'ombra : i modernisti hanno usato la tecnica carbonare e complottista per decenni, dall'epoca di San Pio X sino alla conquista del potere con l'usurpazione del soglio petrino da parte di Roncalli (il prestanome temporaneo di Montini). Quando sarà il momento, i Cavalieri dell'Immacolata verranno alla luce, e combatteranno in campo aperto. Ma prima deve palesarsi apertamente il mysterium iniquitatis, l'abominio nel luogo santo, poi, come previsto da San Luigi Maria Grignon de Monfort, sarà il tempo della battaglia in campo aperto; scenderà in campo direttamente Lei, l'Imamcolata, e farà piazza pulita di tutto questo marciume massonico, politico e religioso. Ad Jesum per Mariam, quindi.

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