ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 3 marzo 2017

Valzer lungo o tango col Casqué?

Il card. Müller: "Medjugorje non è un dogma di fede. Nessun cattolico è obbligato a crederci"


Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede interviene nella questione delle presunte apparizioni mariane in Bosnia e annuncia che i tempi per la decisione del Vaticano non saranno brevi

                Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede (LaPresse)

Roma. A pochi giorni dalla presa di posizione del vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, che ha pubblicato un lungo articolo in cui – oltre a ribadire la consueta opposizione della diocesi ai fenomeni delle apparizioni mariane – ha contestato le probabili conclusioni della commissione guidata dal cardinale Camillo Ruini, a parlare è il cardinale Gherard Ludwig Müller. Il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede ha detto all'agenzia Ansa che "alcuni esagerano l'importanza di questi fenomeni, come se fosse quasi un dogma. Anche quando la chiesa si è dichiarata a favore di eventi di questo genere – ha aggiunto – nessun cattolico è obbligato ad andare là o a crederlo".

Müller ha poi spiegato che una parola definitiva non è affatto dietro l'angolo, nonostante il Papa due anni fa avesse annunciato che una decisione era imminente. "Ci vuole tempo, in questo momento è più importante regolare la pastorale, le confessioni", ha detto il cardinale, riferendosi esplicitamente all'arrivo nella località bosniaca dell'inviato speciale del Papa, mons. Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga, incaricato di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà". 

A ogni modo, ha chiosato il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, "il futuro della chiesa non dipende né da Medjugorje né da conosciuti santuari come Fatima o Lourdes", che comunque "aiutano". Ma la fede è quella "che si vive nella famiglia, nel lavoro, nella parrocchia". Quanto ai veggenti – "sedicenti" secondo quanto ha scritto il vescovo di Mostar – "devo dire come cattolico che dobbiamo concentrarci su Gesù Cristo. Ci sono alcune rivelazioni private che però non sostituiscono l'unica rivelazione di Dio in Gesù Cristo".

Medjugorje, ecco come il vescovo di Mostar nega le apparizioni della Madonna

A poche settimane di distanza dalla nomina da parte del Papa del proprio delegato per la cura pastorale dei fedeli che si recano quotidianamente a Medjugorje, a tornare sul “caso” che da più di trentacinque anni coinvolge la Chiesa ci ha pensato il vescovo di Mostar, mons. Ratko Peric, nella cui giurisdizione diocesana rientra anche la località bosniaca delle presunte apparizioni.
LA LETTERA DEL VESCOVO
Mons. Peric è intervenuto con un lungo articolo. Ribadita, ancora una volta, la netta contrarietà della curia di Mostar al riconoscimento da parte della Santa Sede della veridicità di quanto i veggenti dichiarano di aver visto su quella collina. “La posizione di questa curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria”. E fin qui, appunto, nulla di nuovo. Un messaggio, questo, che pare indirizzato anche ai frati francescani che guidano la diocesi di Medjugorje, da sempre in “lotta” con i vescovi che nel tempo si sono succeduti a Mostar: i primi favorevoli, i secondi contrari.
COSA DICE LA COMMISSIONE SPECIALE
Ma stavolta mons. Peric va oltre e attacca direttamente le conclusioni della speciale commissione istituita da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini che per quattro anni ha ascoltato testimoni, rivisto tutti gli atti, discusso sulle apparizioni. Conclusioni ancora secretate, benché i lavori siano terminati ormai da anni e il dossier sia stato consegnato al Papa e al prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Nel giugno del 2015, parlando con i giornalisti, Francesco aveva detto che una decisione – “siamo lì lì per decidere” – era imminente, ma da allora non si è più saputo nulla. A ogni modo, pare che la commissione abbia raccomandato come linea d’indirizzo di riconoscere solamente le primissime apparizioni, lasciando in sospeso il verdetto sulle successive, peraltro ancora in corso.
“SEDICENTI VEGGENTI”
Ed è su questo che il vescovo di Mostar parte all’attacco: “Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni”. E quindi, aggiunge, “dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: ‘sedicenti’ veggenti, ‘presunti’ messaggi, ‘preteso’ segno visibile e ‘cosiddetti’ segreti.
LA MADONNA CHE CAMBIA IDEA
Il vescovo elenca tutto ciò che non torna riguardo le 47 mila apparizioni, a cominciare da quella strana figura (“ambigua”, scrive nell’articolo) che i veggenti dicono d’aver visto. “La figura femminile che sarebbe apparsa a Medjugorje si comporta in modo del tutto diverso dalla vera Madonna, Madre di Dio, nelle apparizioni riconosciute finora come autentiche dalla Chiesa: di solito non parla per prima; ride in maniera strana; a certe domande scompare e poi di nuovo ritorna; obbedisce ai “veggenti” e al parroco che la fanno scendere dal colle in chiesa sebbene controvoglia. Non sa con sicurezza per quanto tempo apparirà; permette ad alcuni presenti di calpestare il suo velo steso per terra, di toccare la sua veste e il suo corpo. Questa non è la Madonna evangelica”.
TROPPE APPARIZIONI
E poi, una di seguito all’altra, tutte le contraddizioni emerse: dalla Vergine che si cambierebbe d’abito ogni giorno ai fraintendimenti circa la data delle apparizioni. Fino ai “segni” che avrebbe mandato, definiti strani e ridicoli da mons. Peric. Per non parlare dell’indecisione della “figura” sui momenti delle sue apparizioni: “Alla domanda di Ivanka relativamente a quanto tempo apparirà ancora, la figura risponde: ‘Quanto a lungo voi volete, quanto a lungo voi desiderate’”, salvo poi cambiare idea. E “appare” tuttora, da 37 anni in continuazione, ogni giorno, a tre “visionari” del gruppo: Ivan, Marija, Vicka, e agli altri tre una volta l’anno: a Mirjana dal 1982, ad Ivanka dal 1985 e a Jakov dal 1998. Inoltre, a due dei su menzionati del gruppo, la figura “appare” una volta al mese dal 1987 con “messaggi” per il mondo: a Mirjana il 2 e a Marija il 25 di ogni mese puntualmente”.
LE CONCLUSIONI
Le conclusioni del vescovo di Mostar sono nette: “Tenendo conto di tutto quel che è stato esaminato e studiato da questa Curia diocesana, incluso lo studio dei primi sette giorni delle presunte apparizioni, si può pacificamente affermare: La Madonna non è apparsa a Medjugorje!”.


http://formiche.net/2017/03/03/il-vescovo-di-mostar-nega-punto-per-punto-le-apparizioni-della-madonna-a-medjugorje/

Il cardinal Mueller e la lettera del vescovo di Mostar su Medjugorje

Non siamo devoti di Medjugorje, ma abbiamo amici che lo sono. Non è mai stato un problema, anche perché, come spiega oggi il cardinale della Congregazione della Dottrina della Fede Gerhard Mueller all’Ansa, quel che è accaduto in quella sperduta località della ex Jugoslavia non appartiene al dogma.

Egli stesso ha quindi invitato a non esagerare il valore per la fede cristiana e per la Chiesa delle, ad oggi asserite, apparizioni della Madonna colà avvenute a sei veggenti.

Cosa che si è registrata invece in questi anni con controversie accese che hanno innescato vere e proprie battaglie all’interno della Chiesa.

Ad oggi la Santa Sede non si è ancora espressa in merito. Una commissione d’inchiesta ufficiale, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, aveva dato un primo responso che escludeva si potesse dare un riconoscimento alla soprannaturalità di quanto accaduto in seguito – sono 47.000 le apparizioni ivi registrate in questi anni -, ma si potesse dar credito all’accadimento limitatamente alle prime settimane.

Una conclusione che, come detto, ancora non è diventata della Chiesa, solo un autorevole suggerimento che merita attenta riflessione anche per la sua contraddittorietà. E che comunque esclude fenomeni soprannaturali successivi ai primi giorni.

A questo riguardo il cardinal Mueller ha detto che «ci vuole tempo, in questo momento è più importante regolare la pastorale, le confessioni».

Il cardinal Mueller è tornato sulla questione dopo la pubblicazione, in italiano, della lettera del vescovo di Mostar Ratko Perić nella quale nega la soprannaturalità delle apparizioni anche nella prima settimana. Una missiva che ha suscitato reazioni.

Non sono nuove le obiezioni del vescovo riguardo una vicenda che oppone parte della Chiesa, locale e non, ad altra.
E però la sua lettera sulle apparizioni, pubblicata sul sito della Diocesi, ha un tono più autorevole di altre e soprattutto si fonda sulla documentazione ufficiale, ovvero sulla sbobinatura delle registrazioni di quanto dichiarato dai veggenti riguardo quel che è avvenuto in quella prima settimana di apparizioni.

Tanti i motivi di perplessità che suscita la lettura della documentazione riportata, in particolare il punto nel quale i veggenti, su suggerimento del loro interlocutore, «obbligano» la Madonna ad apparire in una chiesa, cosa che poi lei fa, ma «controvoglia». Un passaggio sicuramente da chiarire, perché appare davvero inconsueto che la Madonna non abbia voglia di entrare in una chiesa.

Ma al di là del particolare, per il quale non accediamo alla facile conclusione che anche il diavolo può far prodigi, ci limitiamo a rimandare i nostri lettori, se ritengono, alla lettura della lettera del vescovo (cliccare qui), senza aggiungere altro (peraltro non è molto lunga).

Per quanto riguarda invece quanti si sono recati e si recheranno a pregare in quel luogo (tra l’altro ho molti amici che vi hanno trovato conforto), un eventuale non riconoscimento della soprannaturalità di quanto avvenuto non toglierebbe nulla al loro anelito verso la Madre di Gesù.

Insuperabile sul punto, quanto affermato da Benedetto XVI sul valore della preghiera: «Tutte le nostre preghiere – con tutti i limiti, la fatica, la povertà, l’aridità, le imperfezioni che possono avere – vengono quasi purificate e raggiungono il cuore di Dio. Dobbiamo essere certi, cioè, che non esistono preghiere superflue, inutili; nessuna va perduta. Ed esse trovano risposta, anche se a volte misteriosa, perché Dio è Amore e Misericordia infinita».

Così, in attesa di quanto deciderà la Chiesa, val la pena accostare quanto accaduto a Medjugorje a quanto affermato da sant’Agostino, quanto ricordava: «In necessaris unitas, in dubiis libertas».

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.