La diocesi di Roma fa naufragare le primarie "grilline" di Francesco
A vuoto le consultazioni del Papa sul nuovo Vicario
A vuoto le consultazioni del Papa sul nuovo Vicario
Roma È stato un flop. E per molti si è trattato di un boicottaggio nei confronti di Papa Francesco.
Roma È stato un flop. E per molti si è trattato di un boicottaggio nei confronti di Papa Francesco.
L'iniziativa di Francesco è caduta nel vuoto. E per molti osservatori la colpa non sarebbe da attribuire alla poca volontà di partecipazione dei fedeli, quanto piuttosto a una gestione dei vertici diocesani di totale chiusura. Risultato: le lettere pervenute sarebbero appena una trentina. Nessuna promozione è stata fatta dal Vicariato: né sulla home page del sito vicariatusurbis.org, né tanto meno sui canali ufficiali della diocesi, tra cui Roma Sette. Non si è parlato del sondaggio nemmeno su Avvenire ed è facile così capire perché alla fine le risposte di parroci e fedeli siano state così poche. «C'è la volontà di far cadere nel vuoto le iniziative di Papa Francesco riferiscono al Giornale fonti della Chiesa perché il potere resti ai vertici». Di sicuro dal Vicariato non erano circolate notizie sull'iniziativa in queste tre settimane e ora ci sono solo bocche cucite («vige il segreto pontificio»). L'iniziativa ha avuto poco appeal anche tra i parroci. «Troppo grillina dicono alcuni preti della diocesi di Roma tanto poi a decidere sarà il Papa». La consultazione si è chiusa il mercoledì santo. E le lettere pervenute in Vicariato e custodite in gran segreto dal Cancelliere sono ora state trasferite a casa Santa Marta, per essere visionate da Bergoglio. Si tratta, ancora una volta, dello stile sinodale tanto amato dal Papa. Come quando ha invitato le diocesi di tutto il mondo a raccogliere questionari dai fedeli sul tema della famiglia in vista del sinodo nel 2014. Anche allora cadde tutto nel vuoto.
E come è consuetudine è scattato anche il toto-nomine. In lizza ci sarebbero monsignor Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno dal giugno 2010 ed ex vice gerente (ovvero numero due della diocesi) e l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. Ma Francesco, come sempre, potrebbe sorprendere tutti.
ROMA. VALLINI LASCIA A FINE GIUGNO. VOCI INSISTENTI PARLANO
DI LUIGI MORETTI (SALERNO) PER LA SUCCESSIONE.
Alla fine di giugno l’attuale Vicario del Papa per la città di Roma, Agostino Vallini, classe 1940, lascerà il suo incarico; il suo termine “naturale” è scaduto due anni fa, al compimento del settantacinquesimo genetliaco.
Ma prima di quella data il Pontefice avrà annunciato (forse addirittura nei prossimi giorni) il successore.
In passato si sono fatti molti nomi, come è naturale in questi casi negli ambienti ecclesiastici, e ancora di più adesso, quando sul trono di Pietro siede un pontefice noto per sua imprevedibilità nella scelta dei collaboratori.
Si era parlato di mons. Galantino, e poi del vescovo di Albano, mons. Semeraro, e ultimamente con particolare insistenza di mons. Rino Fisichella.
Al momento in cui scriviamo molte voci indicano nel probabile successore del cardinale Vallini l’attuale arcivescovo di Salerno, Luigi Moretti.
Luigi Moretti è nato a Cittareale, in provincia di Rieti, il 7 febbraio 1949. Nel 1960 è entrato nel Pontificio Seminario Romano Minore dove ha conseguito la maturità classica. E’ stato ordinato sacerdote per la diocesi di Roma il 30 novembre 1974 dal cardinale vicario Ugo Poletti, dopo aver compiuto gli studi al Seminario Romano Maggiore.
La sua è stata una vita spesa per molti anni nella capitale: segretario generale del vicariato di Roma, vescovo ausiliare per il settore Centro, ordinato dal cardinale Camillo Ruini in Laterano. Dal 17 ottobre 2003 ha ricoperto l’incarico di arcivescovo vicegerente di Roma e nel 2004 ha assunto l’incarico di vescovo ausiliare per il settore Est della diocesi.
Benedetto XVI il 10 giugno 2010 l’ha nominato arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, dove ha dimostrato notevoli capacità organizzative e di ricostruzione della difficile situazione anche finanziaria della diocesi.
Se le voci saranno confermate, il Pontefice avrà certamente privilegiato una scelta “interna”.
E’ da vedere se resterà il titolo di Vicario; in una conversazione privata di qualche tempo fa il Pontefice aveva, in forma colloquiale, espresso perplessità sull’uso del termine “vicario” chiedendosi se “delegato” non fosse più appropriato. Vedremo. Così come vedremo se sarà confermata la tradizione di attribuire al principale collaboratore del Pontefice nella sua diocesi la berretta cardinalizia. Il che, nel regno attuale, non è affatto sicuro.
MARCO TOSATTI
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