I dubia su AL: il Papa emerito segue il dibattito
Chi avanza i dubia sull'interpretazione di Amoris Laetitia è
stato considerato un reietto. Ma non dal Papa emerito che, stando al suo
segretario, «sta prendendo atto della discussione e delle diverse forme in cui
è stato recepito». Nessun giudizio di merito, ma neppure una crocefissione
preventiva per chi avanza problematiche. Del resto le idee di Benedetto XVI su
comunione ai divorziati risposati e indissolubilità del matrimonio è ben nota.
Per diverso tempo coloro che avanzavano dubbi su alcuni passaggi dell’esortazione Amoris laetitia sono stati considerati come degli indiani chiusi in qualche riserva. Quattro gatti che poi osano perfino dichiarare la presenza di una certa confusione nell’orbe cattolico in merito al modo di interpretare l’accesso all’eucaristia per le coppie di divorziati risposati.
A questo proposito, la bella intervista a monsignor Georg Gänswein, comparsa ieri su Repubblica, offre un passaggio a sorpresa. Una notizia minore, se volete, ma a suo modo rivelatrice. Il contesto dell’intervista è quello dell’ormai prossimo 90° compleanno del papa emerito. L’attuale prefetto della Casa pontificia, nonché storico segretario di Joseph Ratzinger, ha detto, infatti, che anche il papa emerito «sta prendendo atto della discussione e delle diverse forme in cui è stato recepito» il contenuto di Amoris laetitia. La domanda del vaticanista Paolo Rodari era riferita a cosa pensa Benedetto XVI sul fatto che «per alcuni il testo avrebbe provocato confusione a livello pastorale». Insomma, la risposta indica che anche Benedetto XVI riconosce che il testo di Amoris laetitia è stato recepito in diversi modi, e quindi, aggiungiamo noi, non c’è poi troppo da scandalizzarsi se qualcuno parla di confusione su alcune questioni fondamentali riguardanti ben tre sacramenti (Matrimonio, Confessione ed Eucaristia).
La notizia è interessante, perché conferma quello che diverse fonti indicano da tempo, ossia che il papa emerito ha seguito il dibattito sinodale, è a conoscenza dei dubia presentati da quattro cardinali, e comprende le difficoltà interpretative. D'altra parte per sapere cosa pensa Joseph Ratzinger sul tema dell’accesso all’eucaristia per le coppie di divorziati risposati non c'è bisogno di cercare chissà quali segreti, basta limitarsi a leggere due documenti magisteriali rilevanti: l'esortazione apostolica del 2007 Sacramentum caritatis al n°29, che ribadisce Familiaris consortio n°84, e la Lettera ai vescovi che da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede l'allora cardinale Ratzinger firmò nel 1994.
Di certo Benedetto XVI non può pensare che i quattro porporati che hanno presentato i cinque dubia al Papa siano degli arcigni, retrogradi e ignoranti pensionati. Cosa che, invece, il coordinatore del gruppo di cardinali che coadiuva Francesco nel processo di governo e riforma della Chiesa, il porporato dell'Honduras Oscar Rodriguez Maradiaga, ha dimostrato di pensare con uno slancio di eleganza. In una intervista concessa alla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, quello che viene spesso considerato come il “grande elettore di Papa Francesco”, ha detto che «in primo luogo [i quattro cardinali, ndr] non hanno letto l’Amoris Laetitia, perché purtroppo questo è il caso! Io conosco i quattro e dico: sono già in pensione».
Per tornare al papa emerito è significativo anche quanto scrisse nel 1998 come introduzione al numero 17 della Collana "Documenti e Studi", diretta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. «Certamente», scriveva l'allora cardinale Ratzinger, «è difficile rendere comprensibili all’uomo secolarizzato le esigenze del Vangelo. Ma questa difficoltà pastorale non può condurre a compromessi con la verità. Giovanni Paolo II nella Lettera Enciclica “Veritatis splendor” ha chiaramente respinto le soluzioni cosiddette “pastorali”, che si pongono in contrasto con le dichiarazioni del Magistero (cfr Veritatis splendor n°56). Per quanto riguarda la posizione del Magistero sul problema dei fedeli divorziati risposati, si deve inoltre sottolineare che i recenti documenti della Chiesa uniscono in modo molto equilibrato le esigenze della verità con quelle della carità».
Il passaggio rivela un'altra questione che è sottesa ai cinque dubia posti dai quattro cardinali, e cioè come debba intendersi lo sviluppo della dottrina cattolica, anche nei suoi aspetti pastorali. E' possibile che rinnovate soluzioni pastorali possano trovarsi in contraddizione con le dichiarazioni del Magistero precedente? La continuità tra Amoris laetitia e Familiaris consortio, asserita più volte dall'autorevole interprete indicato dal Papa, il cardinale austriaco Christoph Schönborn, come si armonizza con le domande poste nei dubia? Una risposta precisa, come sappiamo, non è ancora stata data. Sono arrivate solo interpretazioni varie di varie personalità e vescovi, a dimostrazione di quanto lo stesso papa emerito ha dichiarato: c'è discussione, e ci sono diverse forme di recezione del contenuto di Amoris laetitia. Qualcuno, per brevità, osa chiamarla confusione.
di Lorenzo Bertocchi
13-04-2017
Cardinali, guerre di religione e Dubia
14-04-2017
Prendo spunto da un eccellente e coraggioso articolo di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera di lunedì 10 aprile, intitolato “La guerra di religione che stiamo vivendo”. In questo articolo l’autore si stupisce che anche dopo gli attentati in Egitto e a Stoccolma si continui “con il ritornello secondo cui la religione non c’entra”, e porta argomenti logici ed analogici per spiegare che invece c’entra eccome.
Prendo spunto da un eccellente e coraggioso articolo di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera di lunedì 10 aprile, intitolato “La guerra di religione che stiamo vivendo”. In questo articolo l’autore si stupisce che anche dopo gli attentati in Egitto e a Stoccolma si continui “con il ritornello secondo cui la religione non c’entra”, e porta argomenti logici ed analogici per spiegare che invece c’entra eccome.
Battista, finissimo intellettuale, sa bene come si concettualizza la guerra dal punto di vista culturale, e sarebbe bello che fosse lui a spiegare al Papa cosa sta succedendo, visto che invece al santo Padre viene suggerito di affermare che «tutte le religioni vogliono la pace, e non c’è guerra di religione, bensì economica, di interessi, per soldi, per risorse, per dominare i popoli». Perfino Andrea Riccardi (sempre sul Corriere del 10 aprile) deve ammettere che «(l’Isis) colpendo i copti egiziani conferma la guerra ai cristiani nel mondo», e ricorda che dal 2013 ci sono state almeno 40 aggressioni ai copti da parte musulmana.
In realtà è dalla Genesi (per i teologi modernisti che l’avessero dimenticata, è il primo libro del Pentateuco e della Bibbia, e con esso comincia la divina Rivelazione) che cominciano guerre di religione. Caino, che disprezzava il senso religioso di Abele, lo uccide (Gen.4,1). E lo fa perché considera il senso religioso di Abele troppo “fondamentalista”, in quanto adora Dio e gli immola i suoi migliori armenti bruciandoli, dimostrando di non voler difendere l’ambiente e perciò inquinandolo con i fumi del sacrificio. Così Caino, uccidendo Abele, riesce anche a ridurre del 50% la popolazione e del 100% la crescita economica, dato che in realtà solo Abele produceva con il suo impegno nella pastorizia. Perfetta sintesi di ambientalismo protomalthusiano per la decrescita, quello di Caino …
Ma le guerre di religione sono continuate senza interruzione. Giusto per ricordare quelle più famose si pensi a quelle di difesa contro l’impero ottomano nella battaglia di Lepanto (1571) e nell’assedio di Vienna (1683). Ma invito anche a riprendere i libri di storia che narrano che grazie proprio alla Riforma protestante per quasi novant’anni (dal 1562 al 1648) vi furono guerre di religione fra cattolici e protestanti , visto che questi ultimi volevano convertire l’Europa intera. Qualche storico ritiene che senza le risorse economiche disponibili, grazie alla scoperta dell’America, che permisero di contrastare i ricchi luterani, oggi tutta l’Europa sarebbe protestante, la Germania oggi dominerebbe già l’Europa ed il problema delle riconciliazione non si porrebbe.
Ma sempre riferendoci alle guerre, la sorpresa più curiosa ce la propone il cardinale Oscar R. Maradiaga (honduregno), dal 2013 Coordinatore del Consiglio dei Cardinali, che di fatto smentisce tutti, avendo compreso che l’unica guerra da portare come esempio è quella (senza dubbio deprecabile peraltro) in Siria. Ma a parte “l’illuminazione”, quel che merita di esser portato alla riflessione è il contesto in cui lo afferma, perché lo traduce in una accusa, fatta con uno stile diplomatico un pochettino offensivo, ai quattro cardinali che hanno espresso i famosi Dubia, suggerendo loro di occuparsi di chi fabbrica armi e le vende per alimentare detto genocidio in Siria, anziché occuparsi di esprimere dubbi su Amoris Laetitia. L’ intervista è stata data dal card. Maradiaga alla Radio Svizzera Italiana il 25 marzo 2017. Riporto quanto pubblicato riferito ai quattro Cardinali:
«Penso in primo luogo che non hanno letto l’Amoris Laetitia, perché purtroppo questo è il caso! Io conosco i quattro e dico: sono già in pensione. Come mai non hanno detto nulla riguardo a quelli che fabbricano le armi? Alcuni sono nei paesi che fabbricano e vendono le armi per tutto il genocidio che sta accadendo in Siria, per esempio. Perché? Io non vorrei essere - diciamo - troppo forte; soltanto Dio conosce la coscienza delle persone e le motivazioni interiori, ma dall’esterno mi sembra un nuovo fariseismo. Si sono sbagliati, facciano un’altra cosa».
Sono questi i veri nemici del Papa, non i cardinali dei Dubia.
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