DIO PARLA ANCHE COL SILENZIO
Sarah e il silenzio di Benedetto XVI. La Weltanschauung gnostico-massonica mirante a sostituire alla visione cristiana del mondo una visione razionalista frutto della fusione di tutte le tradizioni religiose e filosofiche
di Francesco Lamendola
Un'altra "colpa" di Sarah è la sua ferma e coraggiosa presa di posizione su una serie di temi etici, a cominciare dal dilagare dell'ideologia gender nella società e nelle scuole. Egli considera il fenomeno come una tipica manifestazione della decadenza spirituale dell'Occidente e denuncia la penetrazione di tale ideologia in Africa - sovente sotto forma di ricatto economico - come una nuova versione del colonialismo; colonialismo sul quale, peraltro, egli ha delle opinioni politicamente scorrette, poiché riconosce che, senza la penetrazione europea e senza l'opera dei missionari, l'Africa sarebbe ancora nelle tenebre del paganesimo e lui stesso, insieme a milioni di africani, non avrebbe ricevuto la luce del Vangelo. A questo proposito ha detto: Voglio denunciare con forza una volontà d'imporre dei falsi valori utilizzando argomenti politici e finanziari. In alcuni Paesi africani sono stati creati ministeri dedicati alla teoria del "gender" in cambio di sostegno economico! Queste politiche sono tanto più odiose in quanto la maggior parte delle popolazioni africane senza difesa, alla mercé di ideologi occidentali fanatici. E qui è trasparente l'allusione non solo e non tanto alle varie associazioni LGBT e alla loro dimensione internazionale, nonché alla loro infiltrazione nei gangli vitali delle Nazioni Unite e specialmente dell'U.N.E.S.C.O., ma anche alla Massoneria, che si serve di questa particolare ideologia così come si è servita, e si serve, di altre ideologie occidentali moderne, allo scopo diffondere e imporre occultamente una nuova concezione del mondo, basata sui suoi principi, che essa sa di non poter attuare se non dopo aver minato dall'interno e, successivamente, sradicato, l'autentico sentimento religioso cristiano, che a quei “valori" si oppone per il fatto stesso di richiamarsi al Vangelo. Questo è un argomento di cui si parla poco, nei salotti buoni della cultura occidentale; pure, è un tema molto importante: è in atto, a livello mondiale, una offensiva strategica per estendere all'Africa, all'Asia, all'America latina la Weltanschauung gnostico-massonica mirante a sostituire alla visione cristiana del mondo e dell'uomo, fondata sul primato della relazione con Dio e sulla dignità intrinseca della persona, intesa non solo come organismo biologico, ma come creatura spirituale che tende al suo Creatore, una visione nuova, razionalista, scientista, utilitarista, pragmatica, mirante alla fusione di tutte le tradizioni religiose e filosofiche in una sorta di gran calderone dal quale dovrà uscire la base ideologica e spirituale del Nuovo Ordine Mondiale: un governo unico a supporto del potere finanziario planetario, perpetuante la schiavitù della stragrande maggioranza della popolazione della terra, a profitto esclusivo di poche migliaia d'individui.
Dio parla anche col silenzio
Dio o niente è il titolo di un libro pubblicato nel 2015, dalla prestigiosa casa editrice parigina Fayard, scritto dal cardinale Robert Sarah, già arcivescovo di Conakry, in Guinea, che l'anno prima papa Francesco aveva nominato - a giudizio di tutti gli osservatori imparziali, non per promuoverlo, ma per isolarlo - Prefetto per la Congregazione del Culto divino e la disciplina dei sacramenti, circondandolo di uomini a lui fedeli che, finora, non hanno fatto altro che ostacolarlo in ogni modo. Sarah, infatti, ha la "colpa" di essere molto legato alla figura e all'opera di Benedetto XVI, del quale condivide le idee fondamentali in fatto di Magistero e azione pastorale, a cominciare da quella della "riforma della riforma", per porre rimedio agli abusi e agli eccessi introdotti nella prassi e, in certi casi, anche nella dottrina, a partire dagli anni del Concilio Vaticano II. Ma un simile atteggiamento, per i novatori, è intollerabile; lo stesso Bergoglio ha più volte dichiarato apertamente di considerare come sua missione quella di "attuare integralmente" il Vaticano II e di fare in modo che la Chiesa non possa mai più tornare alla situazione antecedente il suo pontificato.
Altrettanto chiaro è stato il cardinale Sarah sul tema della famiglia, da lui difesa strenuamente contro ogni tendenza di relativizzare l'unicità e l'esemplarità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio fa due persone di sesso diverso e sulla procreazione, posizioni che ha reso esplicite nella XIV Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi. Qui si è opposto alla "corrente" ispirata dal cardinale Walter Kasper, secondo la quale la Chiesa dovrebbe gradualmente accettare, come base della propria azione pastorale, la situazione sociale concreta, cioè l'esistenza di famiglie anche molto diverse da quella ispirata al modello cristiano "tradizionale", dalle unioni di fatto, alle cosiddette unioni omosessuali, eventualmente anche con l'adozione di bambini o con la nascita di bambini ottenuta per mezzo dei metodi della fecondazione artificiale eterologa.
Oggi il nome del cardinale Sarah torna alla ribalta a causa del suo ultimo libro, La force du silence (Il potere del silenzio), già apparso sia in lingua francese che inglese, e che in questo mese di maggio è stato tradotto anche in tedesco, mentre in giugno uscirà in italiano. A differenza delle prime due edizioni, quella in lingua tedesca è preceduta da una prefazione del "papa emerito" Bendetto XVI, gesto che di per sé ha fatto arrabbiare tutti quei "teologi", veri o falsi, i quali, come Andrea Grillo, non perdonano a Ratzinger il suo tentativo di operare una "riforma nella riforma" e vedono in Sarah, fatto cardinale appunto da lui, un ultimo "giapponese" impegnato a lottare per ritardare o sabotare l'inevitabile, e ormai imminente, trionfo della loro visione del cristianesimo e della Chiesa cattolica, completamente e perfettamente integrata nelle strutture e nella mentalità del mondo moderno.
Benedetto XVI (che i "fans” più arrabbiati del nuovo corso bergogliano si rifiutano di chiamare con questo nome, qualificandolo sempre e solo come "Ratzinger", ma che qui si firma come "Benedetto XVI, papa emerito", datando il suo scritto dalla Città del Vaticano nella settimana di Pasqua del 2017), afferma, fra l'altro, nella sua prefazione (riportata integralmente da Sandro Magister sul numero del 19 maggio de L'Espresso):
Da quando, negli anni Cinquanta lessi per la prima volta le Lettere di sant'Ignazio di Antiochia, mi è rimasto particolarmente impresso un passo della sua Lettera agli Efesini: "É meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere, è bello insegnare solo se si fa ciò che si dice. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò ha fatto rimanendo in silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in silenzio" (15, 1s.).
Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio? Dai vangeli sappiamo che Gesù di continuo ha vissuto le notti da solo "sul monte" a pregare, in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo parlare, la sua parola proviene dal rimanere in silenzio e che solo in esso poteva maturare. è illuminante perciò che la sua parola possa essere compresa nel modo giusto solo se si entra anche nel suo silenzio; solo se s'impara ad ascoltarla a partire dal suo rimanere in silenzio. [...]
Se non riusciremo a entrare in questo silenzio, anche la parola l'ascolteremo sempre solo superficialmente e così non la comprenderemo veramente.
Tutti questi pensieri mi hanno di nuovo attraversato l'anima leggendo il nuovo libro del cardinale Robert Sarah. Egli ci insegna il silenzio il rimanere in silenzio insieme a Gesù, il vero silenzio interiore, e proprio così ci aiuta anche a comprendere in modo nuovo la parola del Signore. Naturalmente egli parla poco o nulla di sé, e tuttavia ogni tanto ci permette di gettare uno sguardo sulla sua vita interiore. A Nicolas Diat che gli chiede: "Nella sua vita a vota ha pensato che le parole diventano troppo fastidiose, troppo pesanti, troppo rumorose?", egli risponde: "... Quando prego e nella mia vita interiore spesso ho sentito l'esigenza di un silenzio più profondo e più completo. I giorni passati nel silenzio, nella solitudine e nel digiuno, con la Parola di Dio quale unico nutrimento, permettono all'uomo di orientare la sua vita all'essenziale" (risposta n. 134, p. 156). In queste righe appare la fonte di vita del cardinale che conferisce alla sua parola profondità interiore. È questa la base che poi gli permette di riconoscere i pericoli che minacciano continuamente la vita spirituale proprio anche dei sacerdoti e dei vescovi, minacciando così la Chiesa stessa, nella quale al posto della Parola nient'affatto di rado subentra una verbosità in cui si dissolve la grandezza della Parola. Vorrei citare una sola frase che può essere origine di un esame di coscienza per ogni vescovo: "Può accadere che un sacerdote buono e pio, una volta elevato alla dignità episcopale, cada presto nella mediocrità e nella preoccupazione per le cose temporali. Gravato in tal modo dal peso degli uffici a lui affidati, mosso dall'ansia di piacere, preoccupato per il suo potere, la sua autorità e le necessità materiali del suo ufficio, a poco a poco si sfinisce" (risposta n. 15, p. 19).
Il Cardinale Sarah è un maestro dello spirito che parla a partire dal profondo rimanere in silenzio insieme al Signore, a partire dalla profondità con Lui, e così ha veramente qualcosa da dire a ognuno di noi.
Da queste profonde riflessioni - che mostrano, fra l'altro, quanto sia lucida l'intelligenza di Benedetto XVI, nonostante l'età, e come sia falso che egli abbia abdicato per ragioni legate al suo stato fisico o mentale - emerge un richiamo al silenzio, al silenzio come ascolto della parola di Dio, la quale, a sua volta, si manifesta all'uomo mediante il silenzio del Figlio che ascolta il Padre, e poi bussa al cuore degli uomini per opera dello Spirito Santo. Altro che "continuo litigare" delle tre Persone della Santissima Trinità, come ha detto, con espressione grottesca e blasfema, papa Francesco, parlando a dei teologi sudamericani venuti a trovarlo in Vaticano. Quanto parla, papa Francesco: dal pulpito quotidiano di Santa Marta, dalle carceri, dall'aereo, dalle mese dei poveri, da ogni angolo possibile e immaginabile: parla sempre, a braccio, infilando sovente espressioni assurde, teologicamente sbagliate, temerarie, che provocano sconcerto, dolore e amarezza in milioni di fedeli. Quanto ai suoi silenzi, invero piuttosto rari, c'è chi ha voluto vedere chi sa quali profondi significati di umiltà e "apertura" anche nella sua sortita spettacolare, in mezzo alla folla osannante, in una latrina chimica, durante la vista pastorale a Milano: a tal punto di misera piaggeria e adulazione sono arrivati i suoi laudatores imperterriti, senza pudore, senza senso della decenza e del ridicolo. E quanto parlano i Kasper, i Bianchi, i Grillo: parlano, e mordono; parlano, e azzannano; parlano, e lanciano strali e anatemi: contro il cardinale Burke, contro il cardinale Caffarra, contro il cardinale Sarah, contro tutti quelli che non capiscono, non approvano o non accolgono con sufficiente entusiasmo le magnifiche novità introdotte da papa Francesco, il loro eroe. Sì: perché il loro eroe non è Gesù Cristo, no: è papa Francesco; e anche papa Francesco, non si direbbe più il servo dei servi di Cristo, ma una specie di Cristo, di Messia egli stesso: sempre in cerca dell'applauso, dei riflettori, dei microfoni; sempre pronto a sparare le sue bordate, ora contro questo, ora contro quell'altro, per spianare definitivamente la strada alla sua "riforma", cioè al suo stravolgimento, della Chiesa cattolica, della liturgia, della pastorale e della stessa dottrina. Parlano, parlano i lodatori laici, di destra e di sinistra: i Melloni, i Cardini, gli Introvigne, tutti convertiti al nuovo verbo bergogliano: tutti folgorati sulla via di santa Marta. Per Melloni, ad esempio, c'è un "piccolo, ma rumoroso mondo anti-bergogliano", che "farnetica" sulla possibilità che vi sia una quarta profezia di Fatima, la quale si riferirebbe proprio ad un papa eretico, e che vede tale figura in Francesco. Certo, farneticazioni! Eppure, lo sconcerto, la perplessità, il dolore di tanti credenti, feriti nei loro sentimenti più vivi, meriterebbero, forse, qualche cosa di meglio che essere liquidati con tanto disprezzo, con tanta alterigia, con tanta supponenza. Si direbbe che papa Francesco e i suoi entusiastici sostenitori, benché parlino sempre della misericordia (di Dio, speriamo), non pratichino molto quella forma elementare di carità che consiste, ogni tanto, nel tacere e nell'ascoltare. Ascoltare le voci diverse dalla propria, ascoltare le voci di chi soffre per causa loro. Ascoltare la parola di Dio, ma ascoltarla a partire dal suo silenzio. Come quel contadino di Ars al quale, un giorno, il santo curato Jean-Marie Vianney, volle domandare: Ditemi, buon uomo: a che cosa pensate, che cosa pregate, quando ve ne state tutta la mattina, per ore, a contemplare in chiesa il Crocifisso? E quel buon uomo rispose, con estrema semplicità: Niente. Io guardo Lui, Lui guarda me. Tutto qui.
Già, tutto qui. Non vorremmo essere troppo impertinenti, ma non possiamo fare a meno di chiederci: questi magnifici novatori, questi promotori di un nuovo corso della Chiesa, questi teologi, cardinali e vescovi che reclamano, pretendono e vogliono imporre alla Chiesa una svolta tale, che, per usare le loro stesse parole, non sarà più possibile tornare indietro, ebbene essi ascoltano mai il silenzio del Crocifisso? Perché Dio non parla nel clamore della folla: non grida più forte degli altri. Per udirlo, bisogna tacere ed entrare, in perfetta umiltà, nel suo silenzio. Solo allora si può udire l’essenziale…
Dio parla anche col silenzio
di Francesco Lamendola
Sì, Dio parla nel silenzio: per questo gli evangelisti ci narrano così spesso del Figlio che si apparta in silenzio a pregare il Padre.
RispondiEliminaPeccato che oggi il 'religioso silenzio' a cui siamo stati abituati per stare di fronte al sacro si stia sempre più trasformando in cagnara: in molte parrocchie già a partire dalla celebrazione della S. Messa - a quanto si legge in molte parti - per la quale la parola d'ordine sembra essere 'la fantasia al potere' di sessantottarda memoria (e di sudamericanismo in auge).
E purtroppo la Chiesa italiana sembra ancora zeppa di veterosessantottardi a scadenza scadutissima, come lo yogurt di tre anni fa... che a fargli un'analisi batteriologica c'è da aver paura...