ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 3 luglio 2017

Etsi non daretur

Il caso Charlie Gard. Storia di un imbarazzo?



Marco Tosatti, in un articolo sulla vicenda del piccolo Charlie Gard, parla di “imbarazzo” da parte del Vaticano, e a buona ragione, ma a noi sembra che questa vicenda riveli molto di più di qualche perplessità o indecisione albergante nelle menti dei gerarchi vaticani, Papa in testa.

Di che si tratta, in realtà?
Si tratta di un fatto emblematico in cui i medici e i giudici hanno deciso per la morte di un bambino anche di fronte alla pur vaga possibilità che egli potesse vivere.
Ora, che il bambino possa vivere o morire è certamente cosa che attiene ai disegni di Dio e alla Sua volontà onnipotente, ma i responsabili del mondo moderno sono convinti che prima ancora che a Dio, la possibilità di decidere per la vita o per la morte è cosa che attiene a loro.
Sulla base di che cosa?
Sulla base del convincimento che “in questo mondo non si muove foglia che l’uomo non voglia”. Vale a dire sulla base del convincimento che ormai l’uomo sarebbe al di sopra di Dio, se così si può dire. Una stoltezza, certo, ma una stoltezza che, creduta dall’uomo per l’uomo, fa credere stoltamente a tutti gli uomini di aver raggiunto una capacità di potenza che permette tranquillamente di poter fare a meno di Dio.

Ora, vivere come se Dio non esistesse, o non esistesse più, è cosa che non ha alcun fondamento, se non nella odierna malata immaginazione umana, e tuttavia questa fantasia malata ha pervaso, non solo le menti e i cuori dell’uomo qualunque – non di tutti, grazie a Dio – ma perfino le menti e i cuori degli “uomini di Dio”.
Intendiamoci, quando diciamo “uomini di Dio”, usiamo semplicemente una comune dizione atta a designare gli uomini che hanno promesso a loro stessi e al mondo di votarsi interamente a Dio, non commettiamo l’errore di ritenere che si tratti di una dizione corrispondente ad una qualche realtà vera, oggigiorno. Quando pensiamo al vescovo, al cardinale, al Papa, parliamo sì di uomini che “dicono” di essersi votati a Dio, ma abbiamo presenti uomini che prima di tutto si sono votati a loro stessi. Il caso del Papa regnante è fin troppo indicativo, e ormai più che notorio, da questo punto di vista.

I moderni gerarchi vaticani avrebbero potuto cogliere l’occasione per ricordare al mondo che senza di Dio sono nulla, ma per far questo avrebbero dovuto essere convinti che sia così; ma essi per primi non lo sono, e quindi si sono accodati ai commenti dei giornali e delle televisioni. Salvo ripetere certe frasi fatte sul senso umano dell’amore e sullo struggimento sentimentale per le sofferenze dei genitori.
Ma in questa vicenda, perfino le considerazioni meramente umane sono carenti e contraddittorie, com’è inevitabile che sia.

Il bambino in questione avrebbe potuto essere sottoposto a dei tentativi “medicali” che, forse, avrebbero potuto aprirgli una vita d’uscita, ma la decisione in tal senso spettava ai medici e, in caso di disaccordo di questi, ai giudici. E così è stato, ma a giudicare sono stati i giudici inglesi e poi i giudici europei, sulla base dei pronunciamenti dei medici inglesi e dei medici europei.
Cosa sarebbe accaduto se i pronunciamenti “medicali” e le decisioni “giudiziarie” fossero stati di matrice americana o, cinese, per esempio? Le cose si sarebbero potute svolgere in modo diverso. Ma il bambino e i genitori sono inglesi e quindi la “giurisdizione” è stata inglese e poi europea.
Eh, già! Ma questo significa che la decisione sul tentativo di aiutare il bambino e sulla sua stessa vita… o morte, non si è fondata su dati oggettivi – ammesso che ce ne siano in questo contesto così spaventosamente scombinato – bensì su dati accidentali e contingenti… alla faccia della oggettività – supposta – della scienza moderna e della imparzialità – meramente dichiarata – della moderna giustizia.
D’altronde, in un mondo come quello in cui viviamo, non poteva andare diversamente da così.
Ma è qui che avrebbero dovuto intervenire i gerarchi vaticani – se fossero davvero degli “uomini di Dio” – ricordando agli uomini e al mondo che vi è una volontà ben più grande della loro, senza tenere conto della quale l’uomo è destinato a naufragare e a perdersi nell’errore.

Da tutta questa vicenda, viene fuori che oggi gli uomini sono allo sbando e in questo loro stordimento sono abbandonati a loro stessi. E se Dio è ancora presente, com’è in realtà, permette che vengano trascinati dal vortice della loro inane ebbrezza, senza impedire che possano perdersi se lo vogliono. E questo vale sia per l’uomo della strada sia per l’uomo di chiesa, perché di fronte a Dio non c’è differenza tra la volontà scomposta del primo e la mancanza di buona volontà del secondo: avendo entrambi abbandonato Dio, sono entrambi preda della menzogna e della deviazione del demonio. Tale che si possa solo concludere: ci rivedremo tutti all’Inferno.

E noi, che facciamo tanto i soloni, cosa possiamo fare noi?
Dopo aver preso atto che tutto si muove alla rovescia, noi possiamo perseverare nella sottomissione alla volontà di Dio, pregando per la salvezza delle nostre anime e perché Dio abbia misericordia dei deviati. Pregando in questo frangente per l’anima del piccolo Charlie e per la pace interiore dei suoi genitori. Non dimenticando di pregare perché Dio abbia pietà di noi e degli uomini di chiesa che imperversano con le loro malefatte.


di Belvecchio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2055_Belvecchio_Caso_Charlie-Gard.html


Il piccolo Charlie non deve morire




La vicenda umana del piccolo Charlie è stata fortemente divisiva e per molto tempo, tenuta sotto traccia dai media italiani che l'hanno trattata alla stregua di una qualsiasi storia di malagiustizia combinata alla malasanità da porre sotto il cono d'ombra di altre notizie lacrimevoli. E' noto che al piccolo Charlie Gard, colpito da una malattia classificata come incurabile, è stato deciso di staccare le macchine che lo assistono, ma i genitori Chris Gard e Connie Yates (foto in alto) sono contrari e nei giorni scorsi è stato concesso loro ancora un po' di tempo.  In molti si  sono dunque schierati  al fianco dei giovani genitori aiutandoli a raccogliere del denaro,  i quali genitori si sono trovati al centro di una battaglia legale che li ha visti sconfitti. La coppia avrebbe voluto provare a sottoporre il figlio a una terapia sperimentale negli Usa, nell'estremo tentativo di salvarlo, ma non gli è stato concesso. In Gran Bretagna non esiste la pena di morte, ma il Nuovo Ordine Mondiale ha deciso comunque chi deve far morire e chi no. Qui di seguito do spazio ai numerosi interventi sia di lettori di questo blog che di giornalisti, scrittori e personaggi di spicco, democraticamente uniti e assemblati insieme per dire che il piccolo Charlie non deve morire, che Charlie ha diritto a vivere in quanto l'infanzia è l'inizio della vita che si affaccia al mondo.



Scarth - Per Bergoglio e i suoi c'è vittima e vittima secondo il codice del Potere Globale. Quelle scomode vanno fatte sparire. Li hai mai sentiti manifestare solidarietà per qualcuna delle INNUMEREVOLI vittime spesso anziane e indifese della loro immigrazione? Oppure per quelle delle carneficine occidentali in Medio Oriente? Bergoglio fa parte dei tiranni con tutto il suo seguito di kapo'. Figurati che non ha nemmeno manifestato la minima vicinanza per quel povero bimbo inglese che vogliono uccidere. Ma elogia i suoi compari ultra abortisti.

Scarth - Hai fatto bene a ricordare la tragedia del piccolo Charlie e dei suoi genitori. Il termine mostri per chi ha fatto a loro tutto questo è riduttivo. E dei mostri col suo silenzio fa parte Bergoglio che invece è sempre tuonante quando si tratta di imporre l'ideologia sei Signori del Mondo. Non riesco a trovare parole per un orrore come questo. Pensa che i genitori avevano raccolto i fondi necessari per tentare una cura negli Stati Uniti e glielo hanno impedito. Il Male allo stato puro.


Cangrande  - Quello del povero bambino inglese è un EVIDENTE sacrificio umano offerto a Lucifero.Letteralmente.
E uno dei suoi sacerdoti officianti, è il CONSAPEVOLE impostore seduto blasfemamente al Soglio di Pietro.


Jacopo Foscari -   La questione del piccolo Charlie, di cui sono venuto a conoscienza solo nelle ultime ore è semplicemente orribile. Financo Renzi e perfino noti anti-clericali e mangiapreti come Capezzone e Taradash hanno contestato la decisione oscena dei medici e dei giudici della corte europide. L'unico che sta in silenzio è il "Vescovo di Roma", più preoccupato per i clandestini. Che poi, anche se le cure sperimentali fossero inutili, per quale ragione negare ai genitori questa possibilità? Quando c'è da salvare la vita di un infante si tenta tutto il possibile, e qualora il tentativo fosse fallito i genitori almeno avrebbero la magra consolazione di aver fatto davvero tutto il possibile. Uno stato che si arroga di decidere al posto dei genitori sulle cure da dare al figlio, roba da Pol Pot.

Alessandra -  Solo adesso anche i canali mainstream parlano di questa vicenda, ora che non c'è più niente da fare, come se fosse una storia strappalacrime tra le tante.
Ovviamente il "dettaglio" dei fondi raccolti per far curare il bambino negli USA è stato, almeno dal Tg3, omesso.


Marco L: (blog di Gioia Locati) La scienza al di sopra anche della legge. I medici vietano col consenso della magistratura una cura stabilendo che non ce nulla da fare e staccano la spina per decreto. Il prossimo passo (annunciato) sarà l'obeso che dovrà pagarsi i farmaci per controllare le malattie iatrogene da obesità, il fumatore che dovrà pagarsi la chemio per il suo carcinoma al polmone e così via. I buchi della sanità verranno sanati facendo pagare al malato il costo della cura che serve. Basterà dimostrare che la sua malattia è correlata a una vita difforme da quella che la scienza raccomanda.

Stefano Zecchi (su Il Giornale) -  

E' fin troppo semplice dire che c'è un costo sociale per tutto ciò che appartiene alla semplice, quotidiana esistenza di ognuno di noi, è fin troppo ovvia la necessità di disciplinare le spese di uno Stato che deve aver attenzione all'interesse complessivo dei suoi cittadini, ma cosa c'è di più bello della difesa di una vita, anche al di là di ogni evidente razionalità, da parte di genitori, da parte di chi ama il valore della vita anche quando questa appare una disperata possibilità di resistere di fronte al potere della morte.
Perché i genitori, i due inglesi padre e madre del piccolo Charlie Gard, nemmeno un anno, affetto da una rara malattia genetica degenerativa, si dovrebbero arrendere di fronte a un verdetto della scienza e a una pianificazione economica della salute pubblica? L'amore è molto più forte e generoso della scienza e del denaro.

Blog Testa di Serpente di  Miguel Cuartero -
Molte voci si sono alzate, molte urla; molte veglie preghiere, appelli e lettere. Sulle pagine de L’Occidentale, Eugenia Roccella (parlamentare del gruppo IDEA) ha sottolineato l’incredibile paradosso della situazione di Charlie dove il mito della “autodeteminazione” viene in questo caso rovesciato per far largo a un trionfo della “eterodeterminazione”: lo Stato ha il potere di toglierci la vita se valuta che ciò sia meglio per noi. Il giornalista cattolico Antonio Socci ha ricordato Aylan, il piccolo profugo siriano la cui foto ha commosso, intenerito e indignato il mondo assetato di giustizia contro la morte di un innocente. Per quale motivo la vita di Charlie vale meno di quella di Aylan? Anche Giorgia Meloni ha denunciato con forza l’ingerenza di medici e magistrati sulla vita del neonato cittadino inglese: «Spero che la Corte prenda l’unica decisione possibile: difendere la vita di Charlie, fare come chiedono i suoi genitori […] Insomma, dargli una speranza, e dare a chi lo ama la consapevolezza che non ha lasciato nulla di intentato». Parole forti quelle del Presidente di Fratelli d’Italia che ha aggiunto che ha denunciato «l’infamia di grigi burocrati che pensano di poter decretare la morte dei nostri figli, una società tutta sottosopra».


Antonio Socci su Libero -
 La tragedia del piccolo Charlie ha inquietato gli animi di tantissima gente, sia laici che cattolici.C' è oltretutto un sovrappiù di strazio, perché i genitori avrebbero almeno voluto portare a casa il bambino Ieri, mano a mano che passavano le ore, un' onda di commozione e dolore ha attraversato tante coscienze, i telefoni dell' ambasciata britannica e la mail dell' ospedale sono stati intasati, tanto che ancora qualche giorno è stato concesso al bambino. Si sono fatte spontaneamente centinaia di veglie di preghiera, dappertutto, e molti cattolici hanno preso d' assalto il centralino della Segreteria di stato vaticana e di Santa Marta per chiedere un intervento urgente di papa Bergoglio.
Lui parla su tutto, ogni giorno. Ha tuonato perfino contro coloro che si tingono i capelli («a me fa pena quando vedo quelli che si tingono i capelli»).
Ma - nonostante le richieste - Bergoglio si è rifiutato ostinatamente di dire una sola parola in difesa della vita di Charlie Gard (silenzio totale come per Asia Bibi e per tutti i casi non "politically correct"). Eppure la vita del piccolo Charlie sarebbe un po' più importante del problema della tintura dei capelli che assilla il vescovo di Roma. Così il passaparola - sulla rete - ha fatto circolare i numeri di telefono vaticani e l' invito a farlo sapere all' interessato....(...)

(...) PS: Alle 20.30 papa Bergoglio si è parzialmente arreso all' assedio con un tweet ipocrita dove non nomina mai Charlie: «Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d' amore che Dio affida ad ogni uomo». La brutta figura rimane.Un papa vero non si comporta così.

Nessie : Un vergognoso zittificio omertoso! Ovviamente se il piccolo Charlie avesse avuto la pelle nera (come da nota canzone di Nino Ferrer) si sarebbero prodigati in altri investimenti e altre cure "alternative", per mostrare al mondo quanto sono buoni. Ma come mi sforzo di far comprendere da tempo, noi bianchi europei siamo diventati "superflui".

Gli occhi della Guerra (il Giornale) - Ci dice al riguardo il Professor Francesco Agnoli, esponente culturale di spicco spesso perplesso riguardo la linea di questo Pontificato : ” Personalmente mi stupisco che mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, abbia detto qualcosina, ma solo e soltanto oggi, a giochi fatti, quasi per dovere! Mi ricorda un po’ la presa di posizione di mons. Bruno Forte sulla legge Cirinnà, il giorno dopo l’approvazione.



Nessie - Quando avvengono cose inspiegabili e sgomentevoli significa che il Nuovo Ordine Mondiale bussa già alle nostre porte quotidiane in veste di Leviatano terribile, temibile, assurdo e incomprensibilmente crudele.  Per questo il piccolo Charlie deve vivere, e aiutarlo a salvarsi, significa salvare tutti quanti  noi. 
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Il caso Charlie Gard:il limite del diritto dei genitori al rispetto della vita del loro figlio

Articolo pubblicato sul sito del Centro Europeo per la legge e la giustizia

Il dottor Grégor Puppinck è direttore generale del Centro europeo per la legge e la giustizia (ECLJ): nonché membro del gruppo di esperti OSCE sulla libertà di religione o credenza. Partecipa al Comitato degli Esperti sulla Riforma della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.



Con una decisione del 27 giugno 2017, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato torto ad una coppia britannica che si batte perché il proprio figlio di 10 mesi, affetto da una malattia mortale, non venga “scollegato” dalle apparecchiature che lo tengono in vita e possa beneficiare di un trattamento sperimentale di “ultima possibilità” negli Stati Uniti.

La Corte di Strasburgo ha giudicato, a maggioranza, che le giurisdizioni britanniche potessero legittimamente ritenere, visti i rapporti di esperti in medicina, che non sarebbe nell’interesse del bambino continuare a vivere con la respirazione artificiale, né ricevere un nuovo trattamento sperimentale. Secondo i giudici britannici, tali cure non gli procurerebbero alcun beneficio e il bambino soffrirebbe considerevolmente.

Di conseguenza, l’ospedale britannico in cui Charlie è ricoverato ha il potere di trattenerlo contro la volontà dei genitori e di interrompere la respirazione artificiale, fino alla sua morte naturale.

L’identificazione dell’«interesse superiore del bambino» è il punto focale di questa questione.
Per l’ospedale e i giudici britannici, il suo interesse consiste nel morire per non soffrire; per i genitori, invece, nel tentare di tutto per vivere. Su questo punto, i giudici di Strasburgo ritengono “evidente” che l’interesse dei genitori si oppone a quello del loro bambino (§ 67). In altri termini, secondo la Corte, è con ragione che le autorità britanniche hanno ritenuto che i genitori darebbero prova di un’irragionevole ostinazione pregiudizievole per il loro figlio.

Un’altra questione sta nel sapere chi sia il miglior garante e giudice dell’interesse del bambino.
In linea di principio, sono i genitori. Ma per aggirare il loro rifiuto di arresto delle cure, le autorità britanniche hanno designato un tutore per rappresentare il bambino. In maniera surreale, la Corte ha immaginato che il piccolo abbia una propria «volontà», quella di morire, e che essa è espressa dal tutore. La Corte nota infatti con soddisfazione che «visto che(Charlie) non poteva esprimere le sue volontà, le giurisdizioni interne hanno vegliato a che queste volontà fossero espresse tramite il suo tutore, un professionista indipendente espressamente nominato allo scopo dalle giurisdizioni interne» (§92).
Questo costituirebbe una garanzia del rispetto dei diritti dei genitori e del bambino!
Trattandosi del diritto al rispetto della vita, la Corte si è nascosta ancora una volta dietro la constatazione dell’assenza in Europa del consenso in materia di fine vita o di eutanasia, per accordare al Regno Unito un largo margine di apprezzamento sulla protezione della vita delle persone malate, come nel caso: Lambert contro Francia del 5 maggio 2015.

Così, i genitori del piccolo Charlie, che l’accompagnano coraggiosamente in questa prova, hanno avuto la tristezza di vedere la Corte confermare che, in sostanza, sarebbero dei cattivi genitori e quindi devono decidersi a lasciar morire il loro figlio… nel suo stesso interesse.

Più generalmente la Corte sottolinea che questa questione è «eccezionale», e tuttavia essa pone un precedente che è grave, poiché accetta il principio che la morte di un bambino possa essere decisa, contro la volontà dei genitori, in ragione del suo stato di salute.
Questo principio potrebbe condurre all’accettazione dell’eutanasia dei neonati, già praticata e tollerata in certi paesi europei. Basterà applicarlo per altri bambini portatori di handicap gravi ma non mortali, che, come nel caso di Vincente Lambert, potranno essere abbandonati alla morte per disidratazione e sedazione.

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