ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 24 ottobre 2017

Non v'è peggior sordo...

http://opportuneimportune.blogspot.it/2017/10/non-ve-peggior-sordo.html
FRANCESCANI IMMACOLATA. COMMISSARIATI DA QUATTRO ANNI. PARLANO I LORO AMICI, AL PAPA CHIEDONO EQUITÀ.
Qualche giorno fa Ettore Gotti Tedeschi scriveva su Stilum Curiae un duplice appello al Pontefice regnante, chiedendogli di dare seguito all’idea di proclamare l’Immacolata corredentrice del mondo. E, anche, di occuparsi della vicenda dei Frati Francescani dell’Immacolata, con occhi nuovi. Parlando con alcune persone vicine ai Francescani dell’Immacolata, abbiamo posto loro alcune domande, di carattere molto generale sull’ordine e su che cosa si potrebbe fare per ridare serenità alla situazione. Fra l’altro, ricordiamo che siamo di fronte a un commissariamento che dura da oltre quattro anni e che le ragioni dello stesso non sono mai state chiarite ed evidenziate dalla Santa Sede.

1)  Cosa sono i Francescani dell’Immacolata, che carisma hanno, quale è la loro missione?
Nel 1970, durante lo sbandamento post-conciliare, P. Stefano Manelli e P. Gabriele Pellettieri, due frati minori conventuali, iniziano col permesso dei Superiori “Casa Mariana” ossia una forma di vita francescana più in sintonia con le origini tenendo conto dei tempi attuali, secondo il dettato del decreto conciliare “Perfectae caritatis” sul rinnovamento della vita religiosa. I due padri si ispirano all’allora Venerabile P. Massimiliano Kolbe ofmconv (beatificato nel 1971 e canonizzato nel 1982).
Casa Mariana si distingue per: marianità kolbiana (in linea con il Concilio Vaticano II e con tutta la tradizione cattolica e francescana), intensa preghiera, clima di silenzio e raccoglimento, austerità e povertà francescana, apostolato stampa e poi radio-tv, aiuto al clero diocesano.
Nel 1990, grazie a Giovanni Paolo II, Casa Mariana diventa l’Istituto di diritto diocesano dei Frati Francescani dell’Immacolata (FFI). Con Decreto datato 1° gennaio 1998 i FFI diventano di diritto pontificio. In esso leggiamo:
«I Frati Francescani dell’Immacolata si propongono di realizzare la propria santificazione e la salvezza dei fratelli per mezzo dell’Immacolata, cercando, in modo particolare, di organizzare, guidare e diffondere il movimento “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, secondo gli insegnamenti e gli esempi di San Massimiliano Maria Kolbe; di promuovere gli studi sul mistero di Maria ed incrementare il culto e la devozione all’Immacolata».
I Frati hanno il ramo femminile, Suore Francescane dell’Immacolata (SFI), con lo stesso carisma e gli stessi fondatori, ma con governo autonomo.
2) Cosa hanno fatto di importante, come l’hanno fatto, quali risultati per la cristianità e soprattutto per la Chiesa?
Dal 1990 in poi i Frati Francescani dell’Immacolata (insieme al ramo femminile) si sono sforzati di attuare quanto raccomandato loro dal sopra citato Decreto di erezione a Istituto di Diritto Pontificio:
« I Frati Francescani dell’Immacolata, seguendo le orme di San Massimiliano Kolbe, siano sempre fedeli al loro carisma, particolarmente alla loro Consacrazione illimitata al-l’Immacolata come sua proprietà, nello spirito della missionarietà senza riserve, espressa mediante il loro “Voto mariano”».
Dal 1990 fino al 2013, tra i FFI si assiste alla crescita vocazionale, lenta ma costante, in netta controtendenza rispetto al continuo declino numerico di Ordini di antica data.
In 23 anni i FFI compiono:
–          apertura di “Case Mariane” nei 5 continenti;
–          opere di carità (es.: in Brasile, Nigeria, Benin);
–          servizio pastorale in Parrocchie e Santuari;
–          predicazione di esercizi spirituali;
–          direzione di cenacoli dell’Associazione “Missione dell’Immacolata Mediatrice”, aperta a sacerdoti e laici attratti dal carisma dei FFI.
–          missioni popolari;
–          Simposi mariologici sul mistero di Maria Corredentrice e Mediatrice;
–          Giornate di Studi e Convegni teologici (es.: sul pensiero di Karl Rahner, sull’inferno, sul Sacerdozio ordinato, sul Concilio Vaticano II, sulla mariologia di Giovanni Paolo II);
–          apostolato Radio-TV;
–          apostolato stampa in proprio (Casa Mariana Editrice) con pubblicazioni di studi teologici, mariologici, filosofici (scotisti), morali, apologetici, pubblicazioni ascetiche e devozionali, messalini (Novus Ordo).
Pubblicazioni ed eventi culturali dei Francescani dell’Immacolata hanno contribuito a gettar nuova luce sul mistero della Corredenzione mariana, ingiustamente accantonato dalla “mainstream” dell’attuale e accademica mariologia antropologica (o “del ribasso”) la quale si erge falsamente a unica e legittima mariologia del Concilio Vaticano II in quanto tale.
Col loro servizio sacerdotale, religioso e missionario i FFI (coadiuvati dalle SFI) hanno suscitato, risvegliato e fortificato la fede in tante anime affascinate dalla loro testimonianza.
3)   Cosa ha prodotto questa reazione di “commissariamento” ? Quali ragioni ufficiali son state addotte e quali risultati hanno prodotto? Quali spiegazioni son state date dai FI , quali risultati hanno prodotto?
Dal 2008 il governo dei FFI accoglie con generosità il motuproprio “Summorum Pontificum” di Benedetto XVI sulla Forma straordinaria del Rito Romano che permette a Istituti religiosi (non soggetti alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei) di usare anche frequentemente, preferibilmente e stabilmente il “Vetus Ordo Missae” (VO) e il Breviario Romano del 1962. Quel motuproprio è una ricchezza per tutta la Chiesa.
Nelle Case di Formazione ma anche in altri conventi FI, vari frati (superiori e sudditi, sacerdoti e fratelli religiosi) usano il VO. Ma un gruppetto di frati “anziani”, ex minori conventuali (entrati a “Casa Mariana” negli anni ’70-’80), accusano il Governo dell’Istituto di deriva lefebvriana… La riteniamo un’accusa falsa e ideologica che però verrà “cavalcata” da qualcuno in Vaticano… Cinque dei frati contestatori si appellano alla Congregazione dei Religiosi (CIVCSVA) che sin dal primo momento è tutta in favore degli “appellanti”. Nella CIVCSVA erano sedimentati vecchi pregiudizi contro P. Manelli e la sua Famiglia religiosa. Infatti tra il 1989 e il 1990 la CIVCSVA si oppose alla nascita dei FFI, ma questi vennero favoriti da Giovanni Paolo II. Purtroppo dal 2011 il nuovo Prefetto CIVCSVA è un brasiliano teologo della liberazione…Nel luglio 2012, con motivazioni ambigue, parte la Visita Apostolica ai FFI. Il Visitatore è amico degli “appellanti”, non visita le case di formazione, diffonde un questionario ambiguo che riflette i pregiudizi degli “appellanti”. Il questionario e la propaganda degli “appellanti”, durante e dopo la Visita, susciteranno nei frati “semplici” vari dubbi contro il Governo FFI.
Nel luglio 2013 parte il Commissariamento, con motivazioni ufficiali poco chiare. In realtà si sa che la CIVCSVA condivide i pregiudizi ideologici dei frati accusatori secondo cui i FFI di Manelli sarebbero contro il Vaticano II !
Il Commissariamento è devastante: l’uso del Vetus Ordo è sospeso, superiori e formatori (vicini ai Fondatori) vengono allontanati (alcuni anche all’estero) e sostituiti con frati del partito “golpista”. A poco a poco, parte una catena di calunnie, ben architettate da frati, ex suore e laici, contro il Fondatore (insania mentale, abusi di autorità, lefebvrismo, sottrazione di beni, abusi sessuali…) e contro vari ex superiori.
Le giustificazioni e le difese di frati e fondatori, nonché i loro appelli e ricorsi, non vengono affatto considerati dall’Autorità ecclesiastica. Ci si rende conto che l’Autorità li vuole azzerare, trasformarli dal di dentro, eliminare la loro formazione, la loro “forma mentis”, livellarli agli altri Ordini francescani…
I frati di P. Manelli (e anche le suore, commissariate nel 2015, con l’accusa esplicita e calunniosa di non essere in sintonia col Vaticano II) resistono con ricorsi presso la CIVCSVA, presso la Segnatura Apostolica… Ma dall’alto qualcuno blocca la loro difesa e il legittimo corso della giustizia… Risultati? Molti frati e suore fuoriescono, le vocazioni europee azzerate. Il fango sparso contro il Fondatore dal modus operandi di Commissari e CIVCSVA produce questi effetti.
Finora è la Magistratura laica che in qualche modo sta dando ragione a P. Manelli (archiviazione delle accuse di abusi e maltrattamenti; sentenza di Cassazione che ha disposto il dissequestro dei beni e la loro restituzione alle associazioni di benefattori; si tenga presente che è stato il governo dei Commissari a fare ricorso alla Magistratura contro le predette associazioni).
4) Quali decisioni sono state prese dall’Autorità ? con che risultato ? Quale è lo stato dell’arte oggi ?
La CIVCSVA e i Commissari operano di fatto alla trasformazione deformante del carisma mariano-francescano dei FFI e SFI: il Voto Mariano (primo voto) viene ridotto a un semplice quarto voto di disponibilità alle missioni, la povertà comunitaria viene disprezzata (si vuole che l’Istituto possegga beni, e ciò contro il suo carisma approvato dalla Chiesa), l’ascetica viene disprezzata e ridotta, la formazione peculiare è stata eliminata (dietro dossieraggio calunnioso, il Seminario FFI con studi interni è stato soppresso nel dicembre 2013).
La CIVCSVA (facendosi forte del Papa dell’ “Amoris laetitia”…) ha cercato di far pressione su P. Manelli affinché questi:
  1. a) rimetta i beni che non possiede (da sempre di proprietà di Associazioni di benefattori) all’Istituto FFI diretto dai Commissari; o almeno convinca le Associazioni a cedere la proprietà di quei beni ai nuovi FFI…
  2. b) “esorti” (o convinca) i frati “resistenti” ad accettare tutte le modifiche genetiche al carisma e alle Costituzioni FFI (su Voto Mariano, povertà, ecc.).
La situazione è ancora in fase di stallo. Inoltre la CIVCSVA non vuole che i frati di P. Manelli fuoriescano e si ricostituiscano come gruppo, perciò direttamente o indirettamente CIVCSVA e/o Commissari monitorano le diocesi e i religiosi stessi…
La CIVCSVA vuole il Capitolo Generale e liquidare i FFI obbligandoli a tale “riforma”…
5) Quale è la perdita che l’intera Chiesa subirà se venissero “soppressi” ?
Gravissima perdita. Anzitutto vocazionale, personale, per i singoli frati e suore che, dopo 20-25 anni di vita consacrata al Signore e all’Immacolata, si vedono ingiustamente privati della loro identità vocazionale dietro pretesti di sedicente obbedienza che in realtà è puro autoritarismo veicolo di relativismo giuridico e dottrinale.
Perdita per la Chiesa, depauperata della ricchezza spirituale di un carisma mariano e francescano come quello vissuto dai FFI e SFI prima del Commissariamento, con tutti i frutti sopra accennati a cui ne sarebbero potuti seguire altri.
6)   Quale è una decisione saggia che potrebbe prendere l’Autorità ? E perché?
Far proseguire il Commissariamento ad ambienti vaticani meno pregiudiziali e più in sintonia (dottrinale e liturgica) con i FFI e SFI di P. Manelli, ad esempio alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Permettere la separazione: da un lato i frati che si ritrovano nella linea dei Fondatori ante-commissariamento (incluso l’uso del Vetus Ordo) e dall’altro i frati che si ritrovano nella linea della CIVCSVA e dei Commissari che però conduce a un’omologazione o incorporazione ad altre realtà francescane.
MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2017/10/24/francescani-immacolata-commissariati-da-quattro-anni-parlano-i-loro-amici-al-papa-chiedono-equita/

Elogio ai Frati Francescani dell’Immacolata


images-2Sono ormai molti anni che conosco e frequento i Frati Francescani dell’Immacolata. Quando li penso non posso che ringraziare Dio per quanto opera in loro. Potrei quasi scrivere i loro nomi, uno per uno, ed abbinare a ciascun nome i tratti delle virtù più evidenti che sono riuscito a cogliere, quelle che mi hanno insegnato con il loro esempio, più che con la parola.
In ciascuno di loro si rispecchia una virtù dominante che suscita ammirazione; le azioni degli uomini, infatti, affascinano quando nascono e si sviluppano nella e con la grazia di Dio.
Non posso fare i loro nomi, ma posso dire ciò che mi hanno trasmesso senza parlare. Una di queste cose, perfettamente in sintonia con il messaggio di Fatima, è la penitenza vissuta nella gioia e quella continua ricerca di superamento di se stessi che trasforma la materia in spirito, spiritualizza la materia, fino al punto che il pensiero prorompe spontaneamente in un’affermazione: “Non sono di questo mondo!”.
Ricordo che feci la stessa considerazione quando lessi il libro della Venerabile Maria d’Agreda, La mistica città di Dio, capolavoro di spiritualità che descrive la grandezza della Madonna e che aiuta ad immaginare, almeno un poco, il grado eccelso in cui praticava le virtù. Ovviamente, la similitudine non riguarda il medesimo livello di eccellenza che ha raggiunto solo la Vergine Maria, si riferisce allo sforzo continuo di superamento di sé, ciascuno secondo la propria misura, che avvicina chi lo pratica più ad un essere celeste che terreno.
Con il senno del poi ho compreso che la somiglianza è il frutto della Consacrazione illimitata all’Immacolata, sostanza del Voto Mariano che in modo così cristallino cercano di vivere. Purtroppo i commissari hanno deciso di abolirlo, ma era proprio per quella adamantina trasparenza che si riflettevano tutte le altre virtù. Potrei parlare del tale o del talaltro frate, dell’umiltà dell’uno e della semplicità dell’altro. E così di questo o quell’altro padre. Negli occhi di tutti c’è una limpidezza che ha origine dalla vita di grazia che conducono, casta e pura. Lo stare insieme a loro mi ha fatto sperimentare quanto realmente vicino sia il regno dei cieli e, al tempo stesso, capire il senso di ciò che non avevo capito prima, quando Gesù dice: “Il Regno dei cieli è vicino”. Su questa frase m’interrogò un collega e mi fece notare che era scritta nel Vangelo da 2000 anni. Dunque, concludeva con una domanda: “Quanto vicino è questo Regno dei cieli? Si può considerare vicino qualcosa che è spalmato in un lasso di tempo così esteso?
I Frati Francescani dell’Immacolata sono stati una risposta silenziosa a questi interrogativi. Anzi essi sono “la” risposta. Con la loro vita riflettono il Cielo e lo rendono vicino a noi che, deturpati dal peccato, ci accostiamo come infermi al medico, come scriveva San Tommaso d’Aquino nella preghiera di preparazione alla santa Eucarestia.
Tutta questa sublime realtà non può non essere opera di Dio. Il Fondatore è solo uno di loro, uno dei tanti religiosi, fratello tra fratelli, che si sforzano di vivere il Vangelo nella sua mariaformità. Niente di più di questo desidera e brama. Con ciò non voglio sminuire la portata del suo valore, anzi. Grazie alla sua docilità allo Spirito Santo, è stata rivitalizzata la relazione di molti con Gesù Cristo, connotando questo rapporto di veracità, totalità, di sconfinatezza e non solo all’interno di un ramo del francescanesimo, ma anche nell’esperienza di quanti sono ricorsi a lui, come ad un vero Padre spirituale. Qui parlo di me. Riconosco, infatti, che Padre Stefano è il tramite della mia rigenerazione spirituale ancora in corso. Ciononostante non posso fermare l’attenzione su me stesso e non vedere nell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata una forza divina che trascende infinitamente il Fondatore. Tutto il tempo che mi resta da vivere non sarà mai abbastanza per dirgli grazie, per l’una e per l’altra cosa.
Ora, proprio questo Istituto sta per essere distrutto definitivamente, senza una seria ragione, senza una vera giustificazione, ma solo per motivi ideologici. Cosa fanno di male questi frati? Vivono il Vangelo in povertà e letizia, trasmettono e insegnano la grazia e l’amore alla Santa Chiesa Cattolica a tanti come me.
Sembra che per i tempi moderni, questi religiosi che pregano almeno 5 ore al giorno comunitariamente, che vivono la povertà cibandosi di ciò che la Provvidenza fa loro giungere sulla tavola e che si sforzano di praticare veramente la castità, non vadano più di moda, sembra che appartengano ad uno stile di vita religiosa passata, non più al passo con i tempi. Ma forse gli insegnamenti di nostro Signore che ci invita alla preghiera e alla penitenza, alla povertà e castità, sono richieste destinate a dissolversi con il tempo? Sono soggette, quindi, ad andare fuori moda? O piuttosto, diciamola tutta, quest’Ordine è scomodo perché è un segno di contraddizione per certe potenti lobby ecclesiastiche (cfr Papa Francesco) e per la deriva modernista oggi dilagante?
Non si può distruggere un Istituto che è opera di Dio. Questa volontà di demolizione mi ricorda la rabbia del faraone che decise di combattere contro il Signore, uscendo con i carri ed il suo esercito contro gli Israeliti.
Anche noi laici, come i religiosi fedeli al Fondatore, con cui vogliamo condividere la spiritualità, siamo nelle mani dell’Immacolata e non di chi adotta comportamenti insensati, ignorando finanche quella fondamentale sapienza che ispirò Gamaliele quando, parlando al sinedrio che cercava di impedire a Pietro e agli altri apostoli di insegnare nelle piazze ciò che Gesù aveva loro trasmesso, disse: “Se questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!».

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.