ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 30 dicembre 2017

Viva il progresso!

                                                                                 https://www.youtube.com/watch?v=fSt8WNERRG0
Papaveri e papere



L’anno politico si è concluso con un altro spaventoso attacco all’inviolabilità della vita umana, che apre a crimini ancora peggiori. Chi avrà dichiarato di non voler essere curato, quando qualcun altro deciderà al suo posto che non bisogna insistere, potrà essere soppresso. In un futuro non lontano sarà il turno di quelli che già oggi non possono esprimersi: dementi, disabili e persone in coma. La mentalità nazista ha ormai conquistato non solo i politicanti, miserabili burattini in mano ai poteri occulti, ma anche la maggioranza della popolazione e i dirigenti della “neochiesa”, che non hanno battuto un colpo. Una strategia mediatica a medio termine, soprattutto mediante popolari serie televisive, ha ipnotizzato le menti e intorpidito i cuori: nonostante i dilemmi emotivi dei personaggi, tutte le storie si concludono con un’ineluttabile sentenza di morte. E poi, per la povera Eluana e il piccolo Charlie, lasciati morire in modo disumano, quanti ancora sono stati in grado di distinguere tra una fiction e la realtà reale?

La morale cattolica non ha mai prescritto l’accanimento terapeutico, ma esige – come già la retta ragione – che si mettano in atto tutte le cure possibili (purché siano proporzionate all’effetto che ci si può ragionevolmente attendere) e che ogni malato venga assistito fino all’ultimo. Morire di fame e di sete non è certo un modo più umano o dignitoso di concludere l’esistenza, specie se non ci si può più esprimere né far rispettare. Ma questo è un altro di quei “progressi” che sono stati decretati da quegli stessi satanisti che hanno imposto i nuovi vaccini, veri e propri veleni capaci di provocare, in certi casi, autismo, ritardi nella crescita e deficit immunitari; sembra che in alcuni di essi ci siano anche sostanze prelevate dai feti abortiti. Vien da chiedersi per qual motivo se ne siano felicitati tanto Vincenzo e Francesco.

Naturalmente ogni operatore sanitario, cattolico o no, è obbligato dalla coscienza a rifiutarsi di applicare l’iniqua legge, che contraddice radicalmente la missione e la deontologia medica. Una disposizione umana che violi palesemente la legge naturale e quella rivelata non ha forza di obbligare nessuno; al contrario, è un obbligo morale opporle resistenza, costi quel che costi. Se la maggioranza del personale pubblico e privato si rifiuta di applicarla, non possono licenziarli tutti, salvo chiudere cliniche e ospedali. Bisogna prendere coscienza del potere che può acquisire un numero crescente di persone che vadano in senso contrario a quello imposto dal totalitarismo massonico che governa il mondo: i movimenti per la vita americani insegnano. Anche nella Chiesa, grazie a Dio, la loro voce si è provvidenzialmente alzata e non la si potrà ignorare. Gridate, ribellatevi, rifiutate l’obbedienza a chi va fuori strada e vuol condurvi fuori strada.

Non vorremmo montarci la testa, ma dobbiamo prendere atto che, dopo la consacrazione della Santa Sede al Cuore Immacolato di Maria, hanno cominciato a levarsi delle ventate che stanno facendo tremare più d’un papavero vaticano. Il primo è stato il fabbriciere di San Pietro, di cui si è venuto a sapere, a metà novembre, che ha insabbiato uno scandalo di pedofilia che supera l’immaginazione, semplice punta di un gigantescoiceberg cresciuto per decenni proprio sotto i suoi occhi. A sua difesa ha affermato che l’accurata “inchiesta” interna, da lui promossa a suo tempo, non avrebbe appurato se non puerili dicerie e calunnie; ciononostante – già che c’era – ha totalmente rinnovato l’équipe del seminario coinvolto: come mai, se filava tutto liscio? Ma la credibilità (e il pudore), a quanto pare, non è in cima alle sue preoccupazioni. E poi, suo malgrado, c’è santa Teresa di Calcutta a fargli da sponsor, oltre ai finanzieri dell’Urbe e dell’orbe.

Il secondo, a stretto giro, è il brillante biblista meneghino che gira il mondo per cortili di pagani e relativi riti animisti, degno epigono di quel suo maestro in grembiulino che metteva in cattedra gli atei e pose giustamente termine alla sua vita con un’iniezione letale, immolandosi così alla causa del “progresso”. Il porporato (Vanda, per le amiche) presiede uno di quei tanti dicasteri inutili – o, meglio, dannosi – che costano alla Santa Sede una vera e propria emorragia di denaro che finisce nelle tasche di solerti funzionari, faccendieri e gigolo. A quanto pare, la sua passione per la cultura non ha confini, tanto è vero che un suo usciere si è fatto beccare dai Carabinieri in possesso di parecchie dosi di cocaina e di cinque pennette zeppe di materiale pedopornografico, che secondo gli inquirenti doveva consegnare a qualcun altro. Il poveretto, in prigione da quattro mesi, non si è ancora fatto sfuggire un fiato: meglio qualche annetto di galera che un pilastro di cemento come tomba.

È poi la volta – udite, udite – di colui che è il braccio destro del Dittatore nella “riforma” della Curia, l’avvocato dei poveri e delle periferie, quello che ha dato del pover’uomo frustrato nella scalata al potere a un suo collega cardinale che si era permesso di esprimere dei dubia. È saltato fuori che, in qualità di gran cancelliere dell’università cattolica dell’arcidiocesi da lui diretta in America Centrale, il pover’uomo (lui, sì) riceveva come rimborso-spese la modica cifra di 35000 (trentacinquemila) euro… all’anno? macché, al mese: che diamine, con tutti i viaggi che deve fare per “lavoro”… Il suo ausiliare, non meno ben pagato, ha potuto provvedere di automobile, nonché di appartamento in centro, l’amico messicano che, fino a quel momento, aveva ospitato sotto il proprio tetto: questa sì che è accoglienza dei migranti! Non è ben chiaro, invece, che fine abbia fatto il fiume di soldi che lo Stato honduregno ha versato per anni a fantomatiche fondazioni diocesane che si occupano di formazione e sviluppo (leggi: cortine fumogene).

Forse son solo avvertimenti mafiosi o regolamenti di conti per mezzo di giornalisti prezzolati, ma se l’Immacolata vuol rovinare quegli ipocriti lasciando che si sbranino fra loro, ben venga. Ora ci auguriamo che anche Vincenzo e Marcelito, se non altro per par condicio, abbiano il loro momento di gloria. Certo, i due sono già abbastanza noti al pubblico: il primo (che ha lasciato in diocesi una voragine finanziaria) per l’intima amicizia con il fu Giacinto detto Marco; il secondo per le conferenze di altissimo livello, opportunamente ospitate nel Casino di Pio IV, cui invita i più zelanti apostoli della riduzione della popolazione mondiale (perseguìta mediante aborto, contraccezione, sterilizzazione, omosessualismo, eutanasia e vaccini di ultima generazione). Intanto le case farmaceutiche, vere responsabili dell’accanimento terapeutico e di tante altre mostruosità, esultano, visto che la Chiesa Cattolica, da nemica, è diventata la loro migliore alleata. Presto anche da noi, oltre a tutto il resto, il servizio sanitario nazionale fornirà simpatiche fialette per “sedare” il nonno che soffre, o magari un’opportuna cura ormonale per frenare lo sviluppo del bambino in attesa che decida se si sente maschio o femmina…

Viva il progresso! Finalmente anche la Chiesa ha ricuperato il ritardo di ben duecento anni che l’aveva esclusa da quell’irresistibile sviluppo che porta il mondo verso il suo compimento, culmine di un’evoluzione immanentistica che il cardinale suicida, in alcune notturne conversazioni gerosolimitane, identificava nientemeno che con… Dio! Ecco qual era la sua vera “fede” (e qual è quella dei discepoli di lui che, nelle medesime conversazioni, si era umilmente definito antepapa): una fede massonica in piena regola, tanto di cappello! I frutti del paziente lavorio preparatorio stanno finalmente maturando; non c’è nemmeno voluto un Vaticano III, è bastato un Bergoglio con qualche altro squinternato della stessa risma. Elementare, Watson, elementare… Ma tutti quei papaveri, se arriva un colpo di vento, rischiano di rimanere senza petali. Noi saremo pure papere, ma il vento e l’acqua ci scivolano sulle piume; ci siamo abituati.

Deus meus, pone illos ut rotam et sicut stipulam ante faciem venti (Mio Dio, rendili come turbine e come pula di fronte al vento; Sal 82, 14).

Pubblicato da 


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.