ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 26 gennaio 2018

La "misericordina" colpirà ancora..

Quelle accuse a Bergoglio: "Perseguitati da questo pontificato"

Bergoglio al centro di nuove polemiche. Per i francescani dell'Immacolata è in atto un disegno teso a screditare il loro istituto religioso
Bergoglio "contro" un istituto francescano. Il papa che ha scelto "Francesco" come nome è in qualche modo "accusato" di aver contribuito alla "persecuzione" di una congregazione clericale riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa cattolica.

"In questi sei anni ho assistito: alla oggettiva devastazione della mia famiglia religiosa (frati, suore, laici), alla persecuzione (tuttora in corso) del padre fondatore e del nostro autentico carisma FI approvato da Papa san Giovanni Paolo II...", a parlare è padre Paolo Siano: un nome che ai lettori potrebbe non dire niente. La "voce coraggiosa" dei frati francescani dell'Immacolata, invece, ha riaperto una vicenda che pareva conclusa da tempo. Papa Francesco ha commissariato la comunità francescana in questione autorizzando un decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: era l'undici luglio del 2013. Una decisione che alll'epoca era stata bocciata di netto dai tradizionalisti. Risale a quel commisariamento, del resto, l'invezione del termine "misericordiati":così vengono chiamati, in certe stanze vaticane e da certi vaticanisti, coloro che sarebbero finiti per diventare "vittime" dellle decisioni di Bergoglio. I detrattori del papa usano dire che, sotto questo pontificato, il modus operandi è incentrato tutto sul "misericordiare". Il mezzo per attuare queste scelte? La "misericordina".

I frati francescani dell'Immacolata, secondo quanto si legge anche qui, sono stati "esautorati" per aver ripristinato il messale preconciliare del 1962: l'ormai noto rito antico. "il Santo Padre Francesco ha disposto che ogni religioso della Congregazione dei Frati Francescani dell’Immacolata è tenuto a celebrare la liturgia secondo il rito ordinario e che, eventualmente, l’uso della forma straordinaria (Vetus Ordo) dovrà essere esplicitamente autorizzata dalle competenti autorità, per ogni religioso e/o comunità che ne farà richiesta", recitava il decreto di commissariamento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata a firma di un altro francescano, Josè Rodriguez Carballo. E in questi giorni, padre Paolo Siano ha ripercorso le tappe che avrebbero segnato questa passibilità di "persecuzione", che lo stesso francescano ha dichiarato esistente nei confronti del suo istituto: "Il futuro vocazionale, mio e di altri confratelli che come me difendono la persona e la linea dei Fondatori, è incerto". E ancora:"Alla luce di vari fatti, sono convinto che almeno finché dura questo Pontificato siamo passibili di monitoraggio, ostruzione, persecuzione, ovunque andremo e qualunque cosa faremo o diventeremo", ha specificato, come riportato su Chiesa e postconcilio, padre Siano. "In quell’incontro del 21-1-2012 -ha raccontato la "voce coraggiosa" dell'ordine fondato da padre Stefano Manelli - quei tre frati italiani ci dissero, in sostanza, così (sono testimone): «Se non togliete il latino dal Seminario [di allora, Seminario Teologico dell’Immacolata Mediatrice – STIM] vi denunciamo in Congregazione [CIVCSVA] dove sapete che ci sono «modernisti» [o «progressisti»] che vi faranno commissariare». Ed è avvenuto proprio così. Non ci piegammo alla minaccia, e vennero Visita e Commissariamento". Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificium , aveva riabilitato il rito gregoriano stabilendone la "celebrabilità" come forma straordinaria. Per alcuni, insomma, il commissariamento dell'istituto dell'Immacolata sarebbe servito soprattutto per cancellare il ripristino della Messa tridentina, nella forma stabilita dal Messale romano del 1962. Per delegittimare quel testo, insomma, e chi lo ha interpretato in modo estensivo iniziando a celebrare la messa antica tutti i giorni.
Padre Federico Lombardi, d'altro canto, ha chiarito come la scelta del commissariamento non riguardasse solamente l'utilizzo della messa antica. La decisione, infatti, sarebbe arrivata in seguito a delle valutazioni sulla "vita della Congregazione nel suo insieme, e non solo le questioni liturgiche". Il motu proprio di Joseph Ratinzger, inoltre, non sarebbe stato messo minimamente in discussione da Bergoglio. Per padre Siano, però, pare evidente una pianificazione quasi scientifica tesa a screditare l'istituto e il suo fondatore: "La resistenza, anche giuridica e giudiziaria, ha rallentato il piano che comunque continua. Altro punto dolente del Curatore è il sottolineare che il commissariamento stia operando tra noi FI «chiarificazione dottrinale». Gli addetti ai lavori - ha evidenziato il padre francescano - sanno bene che egli è uno di coloro che ci hanno accusato e calunniato di deriva lefebvriana e di tradimento della Chiesa e del carisma… In verità, in scienza e coscienza, vediamo ora una deriva e certamente non in senso tradizionalista. Ad esempio, sarebbe interessante sondare la posizione dei frati e vertici dei FI dinanzi al caso della Comunione concessa ai divorziati risposati che vivono “more uxorio”… Chi scrive condivide invece i “dubia” dei 4 (ora 2) Cardinali e di tanti altri Pastori e sacerdoti più o meno noti". I francescani dell'Immacolata, in definitiva, hanno rilanciato e si sono schierati accanto a chi, nell'odierna divisione dottrinale, sostiene che il pontificato di Bergoglio stia mettendo in discussione alcune basi della dottrina cattolica.
Giuseppe Aloisi
FFI, UNA VOCE CORAGGIOSA DENUNCIA LA PERSECUZIONE. E PEZZO GROSSO DICE COSA PENSA DEI FRATI “QUISLING”, COMPLOTTISTI E IGNORANTI…
Nei giorni scorsi è uscito su Corrispondenza Romana un articolo drammatico, scritto da padre Paolo M. Siano, dei Frati Francescani dell’Immacolata. Lo trovate a questo link. Ormai da oltre quattro anni i Frati Francescani dell’Immacolata sono commissariati in una vicenda che ha connotati kafkiani. Fino a questo momento l’unica accusa che è stata rivolta all’ordine fondato da padre Manelli – più o meno obbligato alla reclusione, a 83 anni – è quella di una “deriva lefebvriana”. Nel frattempo il carisma dell’ordine è stato stravolto, la parte femminile ha avuto l’ordine di non ricevere postulanti per i prossimi tre anni, i frati che hanno cercato di andarsene o di farsi incardinare altrove sono stati perseguitati, l’assalto alla diligenza dei beni dell’ordine è stato bloccato dalla magistratura ordinaria, e ancora non si vede la fine di questa vicenda che non potrà non costituire una macchia sul regno del Pontefice attuale. Ma della vicenda, anzi di un dettaglio della vicenda si è occupato Pezzo Grosso, che ci ha scritto. Ecco il suo messaggio.
“Egregio dottor Tosatti, leggo su Corrispondenza Romana n°1525 del 24 gennaio un pezzo firmato P. Paolo Siano (FFI, una voce coraggiosa si leva). Non lo commento perché non conosco la vicenda, ma nel pezzo c’è una frase che mi ha colpito. Si tratta della frase minacciosa di un frate in un colloquio del 21-1-2012, evidentemente detta ai discepoli del Fondatore ( P. Manelli): <Se non togliete il latino dal seminario vi denunciamo in Congregazione, dove sapete che ci sono “modernisti” che vi faranno commissariare> ( come infatti avvenne). Caro Tosatti, vorrei commentare questa minaccia. L’ex Rettore Magnifico dell’Università di Bologna (fino al 2015), prof. Ivano Dionigi (nel suo libro “Il presente non basta – La lezione del latino” ed. Mondadori 2016) così definisce il latino “…il latino è un problema, nel senso etimologico, una pietra, un ostacolo non evitabile, che ci è posto davanti e che può esser di <inciampo o di protezione>”, e prosegue spiegando che ciò non è solo perché il latino è matrice della nostra lingua e cultura ma perché è il tramite linguistico del sapere ebraico e greco (Gerusalemme e Atene). Il latino quindi fa inciampare o protegge.
I “modernisti” di oggi (ignoranti) lo temono, i modernisti di ieri erano novatores (colti). Anche Antonio Gramsci scriveva che “non si impara il latino e il greco per parlarli.., ma per conoscere direttamente la civiltà dei due popoli, presupposto necessario della civiltà moderna, cioè per esser sé stessi e conoscere sé stessi consapevolmente”. Ma non basta, nel 2000 il Parlamento Europeo scelse il proprio motto in latino (In varietate concordia ) così come lo scelsero gli Stati Uniti d’America nel 1776 (E pluribus unum). Ma torniamo ai nostri fraticelli modernisti e minacciosi. Il latino è stato la lingua ufficiale della Chiesa cattolica fino al Concilio Vaticano II (1965). Il prof. Dionigi nel suo libretto ci ricorda (secondo Françoise Waquet ) che la persistenza bimillenaria del latino quale lingua della Chiesa poggia su tre capisaldi della fede: <L’eredità, l’universalità, l’immutabilità>, spiegando che: l’eredità perché è stata la lingua dei padri; l’universalità perché grazie al latino la chiesa si è rivolta cattolicamente (universalmente) a tutti i popoli; l’immutabilità perché nella fissità e anche incomprensibilità del latino (lingua morta) si custodisce l’eternità e il mistero delle cose. Il latino è sinonimo di ortodossia in contrapposizione al volgare, sinonimo di eresia (attenzione! Si rifletta su questo). Fu Lutero a porre polemicamente infatti il problema del latino liturgico come lingua sconosciuta al popolo e perciò incomprensibile. Al Concilio Vaticano II papa Paolo VI citò la sentenza agostiniana “meglio esser rimproverati dai professori che non capiti dal popolo”, e segnò la fine del latino come lingua militante della Chiesa. Bene, caro Tosatti, io son certo che i minacciatori dei FFI ben sapevano tutto ciò, perciò sapevano che intimare di togliere il latino dai seminari equivaleva non tanto a voler sembrare moderni, piuttosto a preparare la luteranizzazione della liturgia e le sue conseguenze, sopra citate”.

Pezzo Grosso (e dotto).


MARCO TOSATTI

Francescani dell'Immacolata: "Stanno cercando di riprogrammarci"

Prosegue il martirio bianco dei Frati Francescani dell'Immacolata. L'ordine, sia il ramo maschile che quello femminile, è già stato attaccato e messo in grave difficoltà. Il tentativo è di normalizzarlo (cioè renderlo progressista) o chiuderlo. In questi giorni è stata pubblicata da Corrispondenza Romana una lettera di Padre Siano, uno degli esponenti dell'ordine rimasti fedeli ai propri voti.

Di questa vicenda abbiamo parlato diffusamente negli anni scorsi. Qui una raccolta di articoli.
http://www.marcotosatti.com/2018/01/26/ffi-una-voce-coraggiosa-denuncia-la-persecuzione-e-pezzo-grosso-dice-cosa-pensa-dei-frati-quisling-complottisti-e-ignoranti/

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