ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 1 marzo 2018

Da che pulpito

I vescovi attaccano il centrodestra ma ospitano la sinistra in chiesa

La Cei: "Sciacallaggio pseudo politico, la malavita non ha colore". Ma da che pulpito viene la predica

C'è la politica «buona», quella della sinistra, che se le bandiere politiche le porta in chiesa per un comizio e vabbè, che ci fa, anzi è giusto.
E c'è invece quella «cattiva», quella del centrodestra, di Salvini che è contro gli immigrati, di Berlusconi che assicura che ne manderà a casa 600mila perché non hanno diritto di restare e sono una «bomba sociale». E questa politica no, vade retro.


Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, non fa sconti al centrodestra. E ieri, durante l'attesa a Fiumicino di 114 profughi, metà bambini, provenienti dal Corno d'Africa, non le ha mandate a dire. A Salvini, pur senza nominarlo: «A chi fa sciacallaggio pseudopolitico dico: dopo che avrete raccattato quei quattro voti in più, per favore, andate un po' in giro per l'Italia, guardate negli occhi queste persone e ditemi se potrete continuare a speculare ancora sulla storia drammatica di queste persone». E anche al Cavaliere, senza citarlo: «La sicurezza in Italia non è messa in crisi da 4 o 10 immigrati. La sicurezza in Italia purtroppo è messa in difficoltà dalla malavita. Ecco cosa rovina l'Italia: la malavita che non ha colore della pelle».
Eppure. Eppure nemmeno un vescovo ha fiatato quando la sinistra è andata in chiesa a fare comizi. E più di una volta. È successo, quest'estate a Biella e qualche giorno fa a Capodimonte con Emma Bonino, che va bene che adesso è schierata col Pd, ma per una vita è stata radicale, e con posizioni su aborto e divorzio che con la chiesa fanno a pugni. È successo a settembre persino con la presidente della Camera Laura Boldrini, che è più a sinistra del Pd visto che è passata a Leu, anche se all'epoca il «trasloco» non era ancora avvenuto. A lei, in chiusura della festa di Avvenire che si è tenuta nella chiesa madre di Terrasini (Palermo), l'onere e l'onore di parlare, con un altare alle spalle e l'arcivescovo di Monreale a fianco, del suo libro e di ius soli, all'epoca nella top ten dei temi programmatici. Le foto di questi comizi in chiesa hanno ricominciato a circolare su Facebook in risposta agli anatemi contro Salvini, «reo» di avere esibito Vangelo e rosario, domenica scorsa a piazza Duomo. Nelle immagini diventate virali anche un altro comizio, quello della candidata al Senato in Puglia Debora Ciliento e di altri candidati dem, tra cui l'ormai ex assessore regionale all'Ambiente di Emiliano, Filippo Caracciolo, che si è dimesso perché indagato ma è rimasto comunque in corsa per la Camera. Lo sfondo sembra quello di una chiesa. E le bandiere Pd coi manifesti dei candidati fanno scena. Ma in realtà si tratta dell'auditorium della chiesa di San Luigi di Trani, chiesa sì ma sconsacrata da anni.
Va così: sinistra, anche estrema, in chiesa va bene, Salvini col Vangelo no. Del resto, il leader della Lega è l'orco per antonomasia. Così lo dipinge un post diventato virale, quello della mamma milanese che ha adottato due bimbi africani e che gli ha indirizzato una lettera aperta: «Sta regalando ai miei figli dei momenti di terrore davvero fuori dal comune. Mia figlia di 7 anni prima di andare a letto mi chiede : ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa?». Lettera aperta cui Salvini ha replicato, spiegando che vuol mandare via chi delinque: «Sbaglia, lo dico con affetto, da papà. Visto che viviamo entrambi a Milano sarei ben felice di offrirle un caffè al parco, mentre i nostri bimbi giocano insieme».
Mariateresa Conti 

Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia aderiscono all’appello del Centro Studi Livatino contro maternità surrogata e aiuto al suicidio. PD e M5S non hanno dato risposta

Il 15 febbraio il Centro studi Livatino, in vista del voto del 4 marzo, ha inviato ai leader dei principali partiti italiani la richiesta di manifestare una posizione chiara sull’impegno per la prossima legislatura della forza politica da ciascuno guidata sui due temi-chiave della maternità surrogata e della eutanasia/aiuto al suicidio (lo si ripropone in coda). Hanno risposto Forza Italia, attraverso il sen. Maurizio Gasparri, Fratelli d’Italia, con l’on. Giorgia Meloni, e la Lega, con l’on. Matteo Salvini. Riportiamo a seguire i loro messaggi. Non hanno risposto, benché abbiano ricevuto il testo dell’appello, il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle.

MATERNITÀ SURROGATA E AIUTO AL SUICIDIO: APPELLO AI POLITICI DEL CENTRO STUDI LIVATINO

alla cortese attenzione                           
dell’On. Matteo Renzi
Segretario del Partito Democratico 
dell’On. Luigi Di Maio
Presidente del MoVimento 5 Stelle 
dell’On. Dott. Silvio Berlusconi
Presidente di Forza Italia 
dell’On. Matteo Salvini
Segretario della Lega
dell’On. Giorgia Meloni
Presidente di Fratelli d’Italia
Ill.mi,
in vista del voto del 4 marzo, chiediamo una posizione chiara sull’impegno che la forza politica che ciascuno di Voi guida intende assumere per la prossima legislatura su due temi-chiave: la maternità surrogata e l’eutanasia/aiuto al suicidio. Entrambe le materie, pur essendo già normate senza equivoci, rischiano di essere disciplinate dall’arbitrio giurisprudenziale in opposizione alla legge.
Il divieto di maternità surrogata è già sancito dall’art. 12 della legge 40/2004, ma più d’una recente sentenza lo ha reso aggirabile, allorché l’utero è “affittato” fuori dai confini nazionali. Il rimedio è uno solo: quello, come è già previsto per i più gravi delitti di violenza sessuale in danno dei minori, di perseguire il reato pur quando il fatto è consumato oltre i confini italiani.
La tutela della vita e della dignità umana sono oggetto di interpretazioni profondamente diverse. I divieti penali dell’omicidio del consenziente e della istigazione o aiuto al suicidio sono messi in discussione nella loro intima e intrinseca ragion d’essere, pur col rischio che ciò comporti l’apertura alla piena legalizzazione dell’eutanasia. E’ essenziale che il Parlamento, luogo di espressione della sovranità popolare, si pronunci su tali questioni, che concernono il futuro dei nostri figli e delle generazioni future, non permettendo che sia affidato ai singoli giudici e ai singoli medici il potere di definire il confine tra la vita e la morte, nonché di dire, in nome dell’intera società, che cosa sia la dignità umana: senza che, peraltro, ai medici sia riconosciuto il diritto all’obiezione della coscienza
Il Centro studi Livatino, formato da magistrati, avvocati, notai e professori di università in materie giuridiche, non ha connotazioni partitiche ed è al di fuori della competizione elettorale. Ma lo sono anche le due voci appena evocate, sulle quali preoccupazioni e contrarietà vengono espresse a prescindere da riferimenti ideologici o politici: è superfluo ricordare la posizione sulla maternità surrogata del movimento Senonoraquando libere.
Chiediamo pertanto a ciascuno di Voi di impegnare la Vostra forza politica per la stesura di norme ancora più nette ed efficaci di quelle in vigore. In attesa di un Vostro riscontro, inviamo cordiali saluti.
Roma, 15 febbraio 2018
Prof. Avv. Mauro Ronco
 presidente del Centro Studi Livatino

GIORGIA MELONI RISPONDE ALL’APPELLO DEL CENTRO STUDI LIVATINO SU MATERNITÀ SURROGATA E AIUTO AL SUICIDIO

Gent.mo Prof. Avv. Mauro Ronco,
Vi ringrazio per l’attenzione riservataci e rispondo volentieri alle vostre sollecitazioni per chiarire la posizione di Fratelli d’Italia su una materia così delicata e di rilievo per la dignità della vita umana. Fratelli d’Italia, coerentemente con la storia della destra italiana, si è sempre schierata a tutela della vita dal concepimento alla morte naturale. Pertanto siamo inequivocabilmente contrari a qualsiasi pratica tesa a svilire la dignità della persona: consideriamo l’istituto della maternità surrogata una intollerabile forma di nuova schiavitù e Fratelli d’Italia ha già proposto e promuoverà nella prossima legislatura una moratoria universale per il riconoscimento del reato in tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. Allo stesso modo ci opporremo a ogni tentativo di legalizzare l’eutanasia o l’aiuto al suicidio, comportante tra l’altro una inaccettabile restrizione della liberà di scelta terapeutica del medico. A tal proposito esprimo, a nome di Fratelli d’Italia, una sincera preoccupazione per la recente decisione della Corte d’Assise di Milano di sospendere il giudizio del caso Cappato e rinviare alla Consulta il vaglio di costituzionalità sulla norma del codice penale che punisce l’aiuto al suicidio. Fratelli d’Italia rivendica la sovranità del Parlamento su un tema di elevata sensibilità sociale e stigmatizza ogni indebita invasione di campo di parte giurisprudenziale.
Ci tengo a ringraziarvi nuovamente per l’esortazione rivolta alle principali forze politiche italiane su una questione di altissimo valore.
Cordiali saluti
Giorgia Meloni

MAURIZIO GASPARRI RISPONDE ALL’APPELLO DEL CENTRO STUDI LIVATINO SU MATERNITÀ SURROGATA E AIUTO AL SUICIDIO

Carissimi amici del centro studi Livatino,
ho ricevuto il vostro appello in riferimento alla maternità surrogata, che meglio vorrei definire “utero in affitto”, e all’eutanasia / aiuto al suicidio. Forza Italia ha espresso con chiarezza le proprie posizioni su queste materie. Dopo la battaglia parlamentare fatta da Mara Carfagna che ha presentato una mozione alla Camera contro la maternità surrogata bocciata dal PD (maggioranza nella Legislatura che si sta chiudendo), ha bocciato, abbiamo rilanciato con le firme di Anna Grazia Calabria, Mara Carfagna, Gregorio Fontana, Maurizio Gasparri, Maria Stella Gelmini, Antonio Palmieri, Paolo Russo, Olimpia Tarzia, un appello contro l’utero in affitto per rafforzare le norme ed evitare il rischio di sentenze favorite da normative ambigue. Allego il testo della petizione, certo del vostro sostegno nel promuovere adesioni all’iniziativa.
Per quanto riguarda l’eutanasia / aiuto al suicidio, Forza Italia ha votato contro la legge sul fine vita, proprio per le ambiguità di alcuni passaggi del testo. La nostra posizione espressa alla Camera ed al Senato è stata quindi chiarissima ed ha scandito nelle sedi opportune e nei momenti delle scelte, la contrarietà ad ogni forma esplicita o surrettizia di eutanasia. Siamo quindi d’accordo con il vostro appello e i fatti parlano a favore di un atteggiamento chiaro, assunto nella Legislatura che si è conclusione e che certamente sarà ribadito con ancora maggiore forza dopo il 4 marzo.
sen. Maurizio Gasparri

MATTEO SALVINI RISPONDE ALL’APPELLO DEL CENTRO STUDI LIVATINO SU MATERNITÀ SURROGATA E AIUTO AL SUICIDIO


Illustrissimi,
dopo aver letto il Vostro appello, l’on Matteo Salvini ha deciso di accoglierlo.
Cordiali saluti
Iva Garibaldi
Portavoce on Matteo Salvini

Antonio Socci: L'arcivescovo di Milano si imbufalisce a sentire parlare del Vangelo




È il mondo alla rovescia. In Piazza Duomo, a Milano, nel corso degli anni si è visto di tutto: dalle bandiere rosse delle manifestazioni comuniste ai sit-in Lgbt con bandiere arcobaleno fino alle folle di musulmani a pregare Allah rivolti verso la Mecca.
Eppure a far insorgere a velocità supersonica un vescovo ambrosiano, sabato scorso, è stato Matteo Salvini “reo” di aver di aver evocato il Vangelo. In particolare le parole di Gesù, “gli ultimi saranno i primi”, riferendole agli italiani che oggi vengono trattati da stranieri in patria.
Nell’occasione Salvini – anticipando simbolicamente davanti alla sua gente il giuramento che dovrebbe fare come Capo del governo, nell’ipotesi di una vittoria elettorale – ha solennemente proclamato: “mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani, di servirvi con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo”.

Immediatamente è insorto monsignor Mario Delpini intimando: “Nei comizi si parli di politica”.
Assistiamo così al singolare spettacolo di un vescovo di Milano che invece di criticare partiti e politici che avanzano programmi anticristiani, si scaglia contro un leader politico che afferma di voler difendere le radici cristiane dell’Italia e di far tesoro dell’insegnamento evangelico.
E’ proibito? Eppure per cinquant’anni la Chiesa ha sostenuto a spada tratta un partito che fin dal nome – Democrazia Cristiana – si richiamava alla fede, ai valori cattolici e alla dottrina sociale della Chiesa (con tanto di croce nel simbolo).

E – una volta finito quel partito – la Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, attraverso il card. Camillo Ruini, ha continuato a insegnare ai politici cattolici di non mettere la loro fede tra parentesi, e ha chiesto energicamente alla politica di difendere il patrimonio di valori cristiani e umanisti della nostra storia.
Ora, per bocca del vescovo di Milano, la Chiesa sembra affermare il contrario ovvero che i politici non devono richiamarsi alla religione, a un orizzonte ideale cristiano. Insomma dovrebbero dimenticare di essere cristiani.
In effetti i vescovi si dimenticano di annunciare il Vangelo e, finendo per somigliare alla Bonino, fanno solo comizi per l’emigrazione e per l’abbraccio con l’Islam.
Ma non possono esigere che pure noi e i politici ci dimentichiamo della nostra tradizione cattolica. Se essi non sanno più qual è il loro mestiereevitino di insegnare agli altri il loro. Il Vangelo è una cosa troppo seria e importante perché sia lasciata ai vescovi. E’ un patrimonio di valori e di identità per tutti, specie in Italia.

Anche per i laici. Infatti il laico Benedetto Croce, nel libro “Perché non possiamo non dirci cristiani”, scriveva:
“Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana, non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. […] E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni […] non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana, in relazione di dipendenza da lei, a cui spetta il primato perché l’impulso originario fu e perdura il suo”.
E un altro grande intellettuale laico, Federico Chabod, nella sua “Storia dell’idea d’Europa” scriveva:

“Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il Cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c’è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano. Anche i cosiddetti ‘liberi pensatori’, anche gli ‘anticlericali’ non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo”.
Salvini dunque si è richiamato al pilastro dell’identità italiana e della vera identità europea, un pilastro che oggi si vorrebbe abbattere in nome di un multiculturalismo devastante.
Ma il Vangelo che Salvini ha evocato è anche all’origine della laicità dello Stato prima sconosciuta (“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”). Cioè: il Vangelo è l’antidoto ai fondamentalismi religiosi e a quelli ideologici.
Il Vangelo fu la culla della libertà e della dignità della persona, quindi della democrazia. Non a caso negli Stati Uniti i presidenti usano fare il loro giuramento proprio sulla Bibbia ed evocano Dio in ogni discorso solenne (del resto c’è Dio pure nell’inno nazionale inglese, come pure nel nostro).
Citare la Costituzione insieme al Vangelo, come ha fatto Salvini, significa poi ricordare l’impronta cattolica presente nella Carta, mentre Renzi, in una infelice dichiarazione dopo la legge Cirinnà, aveva opposto la Costituzione al Vangelo.
Il contributo dei cattolici alla Carta trovò una perfetta sintesi con quello di liberali, socialisti e comunisti. E proprio quella Costituzione, brandita anni fa contro il centrodestra, rappresenta oggi la più formidabile bandiera per i sovranisti come Salvini e il centrodestra stesso.
Infatti proclama all’articolo 1 che “la sovranità” in Italia non spetta alla Commissione Europea, né alla Merkel o Macron, né alla Bce, né ai “mercati”.

Ma spetta solo al “popolo italiano”.
E all’articolo 11 – come ha ben spiegato Giuseppe Palma – non consente cessioni di sovranità all’Europa, ma solo limitazioni riferite all’Onuper le diatribe internazionali sulla pace e la guerra.
Quindi Salvini ha scelto due simboli perfetti.
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Antonio Socci
Da “Libero”, 26 febbraio 2018

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