ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 25 maggio 2018

Il Messia degli Ebrei è già arrivato?

E’ arrivato il Messia?


DI ISRAEL SHAMIR
Unz.com
Forse non ce ne siamo accorti, ma il Messia degli Ebrei è già arrivato? Tutti i sogni e i desideri degli ebrei si sono avverati in questi giorni di metà maggio. Beh, quasi tutti. Due grandi leader mondiali hanno gareggiato in benevolenza verso gli ebrei, mentre l’ israeliano medio si divertiva, entusiasmandosi a guardare chi sparava a quei facili bersagli della gente disarmata di Gaza,  o almeno facendo il tifo per i cecchini. Gli iraniani hanno digrignato i denti e basta. Il Congresso USA stava pensando ai polacchi, che avrebbero dovuto pagare agli ebrei 300 miliardi di dollari di risarcimento ed una odiosissima donna ebrea ha conquistato la corona sulla scena artistica europea. Poi accidentalmente ha garantito che, l’anno prossimo,  sarà Gerusalemme, la nuova capitale di Israele, la location di un importante evento internazionale.

Non pensate che qualcosa di questa benevolenza possa quasi sfiorare qualcuno di voi o che – per voi-  ci possa essere qualcosa di buono, pensateci bene. Nessuno vi ha promesso un giardino pieno di rose. Il Messia degli Ebrei sarà buono con gli ebrei, ma chi non è ebreo dovrà solo lavorare di più ed aspettarsi la vendetta divina. C’è una disputa sul fatto se saranno tutti i goyim ad essere colpiti dalla vendetta o se qualcuno di loro dovrà sopravvivere per raccogliere i resti. Comunque, la benevolenza verso i-non-ebrei non è quello che sorprende in questo affare.
Ero piuttosto preoccupato all’inizio di maggio. Il programma sembrava minaccioso. Gli iraniani si erano stabiliti in Siria, i russi erano pronti a dare alla Siria i loro modernissimi S-300 (più affidabili del nuovo e capriccioso S-400). I palestinesi stavano progettando di manifestare nel 70° anniversario della loro Nakba, in coincidenza con il trasferimento dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e con l’inizio del Ramadan. Erano in vista una guerra con l’Iran e rivolte Hezbollah nei territori palestinesi, la perdita del diritto divino di trasvolare e di bombardare come si vuole su  tutto il Medio Oriente – insomma, parecchi pericoli tutti insieme nella prima metà di maggio. Con un atteggiamento tanto critico, come il mio, pensare alla mia terra amata distrutta, non era il mio sogno proibito.
In una situazione del genere, persone prudenti camminerebbero in punta di piedi e preferirebbero minimizzare i rischi , ma gli ebrei vogliono massimizzare i rischi. Se dobbiamo avere problemi, cerchiamo di averli tutti adesso, ha detto Netanyahu. E tutti i problemi – il crollo dell’affare nucleare iraniano, l’anniversario della Nakba, lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, lo scontro in Siria, l’inizio del Ramadan – sono arrivati subito tutti insieme e Israele li ha superati a pieni voti e non c’è stata nemmeno una grande guerra.
Palestina
È vero, una sessantina di dimostranti palestinesi sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco, lo stesso numero di quelli che furono martirizzati nel massacro di Sharpeville , ma che differenza da allora!
Il Sud Africa – in una sola notte – fu definito uno stato di paria e cominciò,  subito e sul serio, una campagna globale per smantellare l’apartheid. Invece il massacro di Gaza è stato snobbato da ubbidienti main-stream, ha scritto RT . Questo fatto ha dimostrato una volta ancora che i mass media e i social network di tutto il mondo sono nel pugno fermo e invisibile degli ebrei. Governi, partiti, diplomatici potevano ed hanno protestato, ma la gente, il pubblico in generale è stato tenuto lontano dai fatti.
Il sistema globale dell’ informazione di massa è cambiato molto dal 1960. Ora c’è un’incredibile abbondanza di informazioni, una vera e propria inondazione di notizie che lavano via tutto. La gente pensa solo all’ultima cosa che le viene raccontata oggi e le campagne che  muovono le masse sono il prodotto di media e think tank, non nascono spontanee. Ogni giorno si racconta alla gente, per esempio, dell’Olocausto, o delle atrocità di Assad, o dell’ingerenza di Putin e  sono queste le cose che restano nella mente della gente. Appena si decide di spegnere le luci su una certa campagna, le bandiere e l’importanza dell’argomento vengono completamente dimenticate, come è stato dimenticato l’affair Skripal appena che aveva ottenuto  gli effetti per cui era stato programmato. Ora Skripal è scomparso dal programma dei servizi segreti britannici, ma di questo non si parla eccetto che in questo articolo.
E anche la strage compiuta a Gaza sta avviandosi sulla via dell’oblio. Volevano solo che il mondo si ricordasse della gente sepolta viva nella tomba di Gaza, e che ora è morta. La gente di Gaza è rimasta rinchiusa in quella terra per 70 anni e gli ultimi 12 anni sono stati i peggiori, perché la Striscia di Gaza è stata messa sotto assedio da Israele da quando i suoi abitanti hanno votato per Hamas. Gaza è quasi invivibile, perché Israele ha bombardato la centrale elettrica, gli impianti di depurazione, il porto e l’aeroporto. Non riescono nemmeno ad andare a pesca perché le pattuglie israeliane mitragliano le barche da pesca. Possono vedere quelle che erano le loro case e i loro campi, che hanno perso solo perché loro non sono ebrei e non possono andarci. E’ questa espulsione, questo  esproprio, questa reclusione per tre generazioni e questo assedio che sono la vera colpa degli ebrei.
Forse l’Olocausto è stata la punizione divina per come gli ebrei oggi stanno trattando Gaza, perché per Dio non c’è sequenza temporale. Nella Torah, non c’è un prima o un dopo, il Talmud insegna : בתורה מאוחר ואין מוקדם אין, ed è vero. Si può essere puniti per i peccati non ancora commessi, e se poi quei peccati non saranno commessi, la punizione sarà annullata. Se gli ebrei oggi non volessero le torture di Gaza, non ci sarebbe stato Auschwitz.
Gaza è un posto nobile malgrado sia stata depredata. In molti paesi, i figli di chi governa diventano miliardari. La figlia del presidente dell’Angola è la donna più ricca d’Africa: è lei, l’unico provider di telefonia mobile della ricca Angola piena di diamanti. Ma esiste anche un’altra nobile tradizione, ed è quella, dei figli di chi governa, che corrono per primi alla guerra. Questa è la tradizione di Gaza. Tra chi è morto per i colpi sparati dai tiratori scelti israeliani, c’erano i bambini, i figli dei capi di Gaza.
Il figlio dell’ex primo ministro di Gaza, Ismail Haniye, Maaz, è uno dei feriti gravi. Ahmed al-Rantisi, figlio di Abd el Aziz al-Rantisi, il fondatore di Hamas, è stato ucciso. Suo padre, che chiamavano il Leone della Palestina, fu assassinato dagli ebrei nel 2004, quando un elicottero israeliano lanciò un missile sulla sua macchina nel centro di Gaza, uccidendolo lui e le sue guardie del corpo e ferendo alcuni passanti. E ora suo figlio lo ha seguito. Izz al-Din al-Sammak, figlio di Musa al-Sammak, un leader di Hamas, è stato ucciso ed aveva solo 14 anni.
La ragione è il serio dubbio su cosa sia l’umanità dei non ebrei, dubbio ben piantato al centro della Weltanschauung, della concezione religiosa ebraica. Un buon israeliano che condanna gli omicidi di Gaza molto probabilmente è un vegetariano, che si oppone anche all’uccisione di animali. Questi buoni israeliani spesso preferiscono usare dei nomi al femminile – andando contro le regole ebraiche –  come Zochrot.  Questi buoni israeliani di solito sono anche contro-i-nativi e appoggiano una immigrazione illimitata di africani verso la Palestina. Persone come queste non possono essere molte e non lo sono infatti. In tutto saranno un centinaio di ragazzi e di giovani, il fior fiore della Palestina e li abbiamo visto in queste manifestazioni disarmate di aprile-maggio. Uno degli scopi di questa follia omicida è dimostrare che la resistenza non violenta è inutile. È più divertente ammazzare un nemico armato, se tu sei armato meglio di lui.  Ammazzare un uomo disarmato, ovviamente non è una bella cosa, ma una considerazione come questa non ha mai fermato un ebreo.
Per quanto riguarda gli altri ebrei, sembra che abbiano studiato le mosse del protagonista di Matrix, Neo (Keanu Reeves), a cui era stato insegnato a (non) considerare i pericoli più ovvi, come maya, come un miraggio creato da Matrix, che si buttava dai grattacieli e passava tra le pallottole. Pare proprio che gli ebrei abbiano un atteggiamento simile verso la realtà. Un giorno, quando qualcosa non funzionerà ne resteranno sorpresi, ma intanto, questa volta, ha funzionato tutto.
Il trasferimento dell’ambasciata americana era stato descritto come il motivo principale dello spargimento di sangue. Tuttavia, questo è il punto d’incontro della @neverTrump brotherhood. Questa decisione, presa per dispetto, è stata molto utile, perché ha distrutto la finzione, tirata su con tanta cura, che mostrava gli USA, come un onesto broker. Pochissimi palestinesi si sono allarmati per questa decisione di Trump, poche dozzine hanno manifestato a Gerusalemme e in altri luoghi, ma  la colossale manifestazione a Gaza non era contro Trump, come abbiamo detto sopra. Non è Trump che ha messo sotto assedio Gaza, non è Trump che ha cacciato i palestinesi dalle loro case, non è Trump che ha perpetuato la Nakba, la catastrofe della Palestina. Trump ha solo scardinato le tattiche machiavelliche del Dipartimento di Stato e ha reso difficile ai suoi scagnozzi arabi di seguire Washington, e questo non è male.
Iran
L’Iran è un grande, paese lontano, e non c’è nessun motivo pratico per Israele di litigare con quel paese. Ma l’Iran è l’ultimo ed unico paese del Medio Oriente che non è soggetto all’egemonia ebraica. Netanyahu ha fatto del suo meglio per mettere gli Stati Uniti contro l’Iran con la Colin Powell Act. Gli ebrei hanno avuto la meglio su Trump che ha ritirato gli USA dall’accordo nucleare con l’Iran fatto dalle sei potenze, e poi, nel momento di maggiore tensione, Israele si è messo a bombardare le cosiddette basi iraniane in Siria. Non è successo niente. Gli iraniani, più infastiditi che arrabbiati,  hanno accettato le regole di Matrix e non si butteranno dai grattacieli né contrattaccheranno Israele e faranno passare le sfuriate di Trump. In questi casi il presidente è come un elefante addomesticato per gli ebrei.
Il miglior regalo che Dio Onnipotente ha fatto agli ebrei in questa stagione sono le Matzah balls, offerte dal  Presidente Trump. Il popolo eletto lo ha preso per le palle in più di un modo. Lo avevano beccato con una prostituta, proprio come il Presidente Clinton, e Trump aveva giustamente avuto paura dell’impeachment, così in questo momento di sofferenza ha deciso di arrendersi alla mercé degli ebrei e di fare tutto quello che chiedevano.
Ha strappato l’accordo sul nucleare iraniano, proprio come aveva chiesto Bibi Netanyahu. Ha promesso di caricare di sanzioni l’Iran fino a quando non si arrenderà e deciderà di cambiare il suo regime per uno più Israel-friendly e poi ha mantenuto la promessa di trasferire l’ambasciata USA a Gerusalemme. Ha fatto per benino un sacco di cose.
Non invidio Trump. Il modo che hanno gli ebrei di appoggiare un leader è una forma di waterboarding: il leader è autorizzato a sopravvivere, ma nient’altro. La logica degli ebrei funziona così: se ti salviamo, ci lasci in pace e facciamo quello che vogliamo. Quindi ti  salviamo ma resti sempre in bilico. Questo è quello che è successo al Presidente degli Stati Uniti. Gli ebrei e persino gli israeliani si trovavano in una posizione strategica e lo tengono in sospeso tra una sgualdrinella focosa e un affair Cohen; hanno in mano l’ufficio del Procuratore Generale e le posizioni forti del Congresso. Come nel waterboarding, Trump riesce a non annegare solo se non si oppone ai desideri dei suoi persecutori.
Israele continuerà a stuzzicare l’Iran, sperando di provocare una guerra tra Iran e Stati Uniti. Questo è un dato. Se Trump sarà abbastanza intelligente, non attaccherà l’Iran. Dovrebbe invece attaccare la Gestapo-di-Mueller.  Comunque fino a quando Rouhani sarà il presidente dell’Iran, probabilmente l’Iran non risponderà alle provocazioni israeliano/americane, ma la posizione di Rouhani è precaria e gli iraniani pensano che Kim il re del Nord abbia gestito meglio le minacce degli USA, e potrebbero scegliere qualcuno come Kim, così Israele, come base avanzata dell’impero USA, potrebbe sentirsi minacciata.
La cosa migliore della politica di Trump in Iran è che ha fatto rompere il legame apparentemente indistruttibile tra gli USA e Europa. Dove Obama avrebbe cercato di rattoppare, Trump ha strappato di più e persino i docili europei sono giunti alla conclusione che devono essere più indipendenti da Washington. Cosa che può portare a una frizione tra le banche USA e quelle europee e consentire agli europei di disobbedire alle sanzioni USA contro Iran e Russia. Certo, questo processo non è ancora vicino, ma è cominciato. A guadagnarci saranno Iran, Russia e le imprese europee, mentre gli Stati Uniti si ritroveranno fuori gioco.
Turchia
La voce più forte contro la brutalità israeliana è stata quella del presidente turco Erdogan, che ha mandato a casa l’ambasciatore israeliano, ha richiamtò il proprio ambasciatore ed ha  organizzato un incontro con i leader degli stati musulmani per trattare con Israele. L’indipendenza di Israele è stata l’impronta di Erdogan per parecchio tempo: qualche anno fa ha discusso con Shimon Peres a Davos e il recente tentativo di colpo di stato contro di lui ha avuto anche un appoggio israeliano.
Russia
Chi è contro Israele, deve essere contro gli Stati Uniti, il più grande stato ebraico. Questo è quelllo che ha fatto Erdogan. Per questa animosità, nessun aereo americano si è alzato dalla base della NATO turca per bombardare la Siria. La lotta dei turchi contro i separatisti kurdi ha intaccato la volontà USA di rimanere in Siria a qualsiasi costo, e ora ci sono forti indicazioni che Trump intenda tagliare i fondi ai ribelli dell’enclave siriano nella parte nord-occidentale, nella disgraziata provincia di Idlib. È probabile che Israele si troverà di fronte una Siria unita e ricostruita, una prospettiva che gli piacerà veramente poco.
Il presidente russo, Vladimir Putin, avrebbe potuto scompigliare i piani israeliani. È pesantemente coinvolto in Siria, dove ha bisogno delle truppe iraniane, perché senza di loro, dovrebbe inviare la fanteria russa per cacciare i ribelli islamici dalle rovine delle città siriane. E’ stato umiliato dagli Stati Uniti quando hanno colpito le basi e le città siriane mentre i russi sono rimasti a guardare. Il suo Capo di Stato Maggiore aveva detto che avrebbe dato alla Siria gli S-300, e che poi sarebbero stati guai per i trasgressori sia israeliani che americani.
Gli israeliani hanno preso questa minaccia senza preoccuparsene troppo. Il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha detto che gli israeliani avrebbero abbattuto gli S-300 (“e anche gli S-700”, ha aggiunto) se ostacoleranno la nostra strada. E Netanyahu ha fatto un forte gesto politico: è andato a Mosca e ha passato tutto il 9 maggio con il presidente russo.
Il 9 maggio è il V-day russo; è diventato la più grande e più importante festa russa sotto Putin, dopo che le vecchie feste sovietiche erano state cancellate mentre si preparavano le nuove. Il 9 Maggio è il giorno in cui i russi avrebbero amato ricevere importanti ospiti d’onore, ma non veniva nessuno. Sarebbe stato  un solitario Putin Day. Pochissimi leader hanno risposto al suo invito a venire a vedere la parata militare sulla Piazza Rossa.
La scelta del giorno di festa non è stata naturale: la guerra è un evento molto lontano per la stragrande maggioranza dei russi e i loro alleati di allora ora sono i loro  avversari, gli Stati Uniti e l’Inghilterra. La seconda guerra mondiale è stata privatizzata dagli ebrei, almeno nell’opinione pubblica occidentale. Per gli occidentali, quella fu la guerra per gli ebrei e contro il nemico degli ebrei. Ci sono pochi momenti della guerra in cui l’Olocausto non viene menzionato. Consapevoli di queste deficienze nel raccontare la storia, i leader sovietici non hanno fatto molto per questo V-day.
Putin per ricostruire la nazione aveva bisogno di una festa che unisse la gente, che cooptasse la maggioranza pro-sovietica senza inimicarsi i gruppi anti-sovietici. Ha preso il V-day e lo ha trasformato in un grande evento, dimenticando i suoi limiti.
L’arrivo di Benjamin Netanyahu in quel giorno è stato un dono inviato dal cielo a Putin. Ecco l’uomo che potrebbe parlare con il Senato degli Stati Uniti, trattare con il presidente degli Stati Uniti, e ora è venuto di persona, il Sig. Mondo Ebraico personificato,  venuto per sostenere la visione storica della Russia. Bibi  si è attaccato in petto una coccarda di St Giorgio , nera e arancio, simbolo di un patriota russo, lealista di Putin, ha preso un poster con un ritratto e il nome di un eroe di guerra (ebreo) e ha sfilato accanto a Putin nella parata del  Reggimento Immortale. Grato Putin ha riconosciuto l’Olocausto e ha dichiarato la sua amicizia con il popolo ebraico.
Netanyahu ha ripagato, quasi immediatamente, il suo ospite con un attacco missilistico contro la Siria. Questa è una procedura standard israeliana: durante ogni incontro ad alto livello con i russi, si bombardano i loro alleati, in modo da far sapere chi è più importante. Hanno bombardato la Siria mentre il jet del Ministro della Difesa russo Shoygu era ancora in volo da Mosca verso Tel Aviv.
Putin ha ingoiato il rospo e ha promesso di non mandare gli  S-300 in Siria, nonostante le parole del suo Capo di gabinetto. Ben presto, Israele ha attaccato la Siria in forze; secondo Israele, ha attaccato le basi iraniane; secondo gli iraniani, non è stato così perché non ci sono basi iraniane e non ci sono truppe iraniane. Comunque, questo attacco israeliano è rimasto senza risposta.
Da quel fatidico 9 maggio, i media russi hanno trattato Israele con molta cautela. Nemmeno il massacro di Gaza è stato molto commentato sui media russi, anche se il Foreign Office russo ha deprecato questo atto brutale. L’agenzia statale ufficiale RIA ha detto che soldati israeliani hanno sparato contro “individui particolarmente aggressivi”. La seconda agenzia di stampa statale TASS ha minimizzato il massacro nei suoi servizi.
I russi che sono al potere non sono entusiasti dell’Iran e degli iraniani, mi ha detto un amico iraniano. Anche se l’Iran vorrebbe comprare tutto quello che i russi sono disposti a vendere, i russi ci pensano due volte. Il volume di scambi Russia-Iran è lo stesso che tra Russia e il piccolo Israele, meno di $ 2 miliardi l’anno. Israele ha molti che lo appoggiano nell’élite russa, i russi visitano Israele a migliaia, mentre l’Iran è un partner indesiderato.
In breve, gli ebrei hanno superato i loro problemi entro la metà di maggio 2018 ed è emerso come Israele sia un governo di primo piano sul pianeta Terra, in perfetto rapporto con entrambe le superpotenze e capace di controllare la mente di miliardi di persone. Il massacro di Gaza ha fornito la prova che può ammazzare impunemente. Tuttavia, finora, gli ebrei hanno sempre superato la misura e si sono tirati addosso ogni calamità. Non c’è motivo di dubitare che questo accada anche questa volta. Maggiori informazioni sull’assalto degli ebrei alla Polonia e sull’estetica europea nel prossimo pezzo.

Israel Shamir  –  adam@israelshamir.net
Fonte: https://www.unz.com
20.05.2018
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque Primario

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