Che la sinistra, non solo italiana, volesse i migranti si era capito da tempo. Che li volesse soprattutto morti, meglio ancora se bambini, lo si scopre ora. Non è altrimenti spiegabile lo stato di eccitazione collettiva di tutto l’ambiente liberal provocato dall’opportunità di poter finalmente sfogare contro il Governo italiano qualche protesta per le disgrazie del mare. D’altronde le avvisaglie c’erano state. Basti ricordare che lo scrittore e intellettuale di sinistra Edoardo Albinati, qualche giorno fa, scatenando un putiferio, aveva affermato: “devo dire, con realpolitik di cui mi sono anche vergognato, ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius. Ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo“. Più chiaro di così.
E infatti, a partire dalla ONG spagnola Open Arms, sono subito state mosse accuse al Governo italiano per il naufragio di un gommone avvenuto venerdì, con oltre 100 morti. Peccato che l’incidente sia avvenuto a sei chilometri dalla costa libica, quindi in acque territoriali libiche, come hanno giustamente fatto notare le autorità di Roma. Ma non è finita, perché ieri i media hanno acceso i riflettori sul naufragio di un altro gommone, questa volta segnalato dall’UNHCR, avvenuto sempre al largo delle coste della Libia, per il quale risulterebbero 63 dispersi.
Tuttavia, per districarsi nel bombardamento mediatico prodotto dalla solita fabbrica della mistificazione della sinistra mondialista e dei suoi agenti, che come sempre hanno prontamente e sapientemente fatto ricorso alla comunicazione emozionale (i video dei cadaveri di bambini recuperati dalle acque) per indirizzare il consenso delle masse, è necessario fare chiarezza. Innanzitutto non si capisce per quale ragione l’Italia possa o debba avere delle responsabilità in un incidente avvenuto ben al di fuori dei suoi confini. Per capirci è come se, per ogni sinistro stradale nel Canton Ticino o in Slovenia fosse chiamata in causa la Polizia Stradale italiana di Como o di Trieste. Non avrebbe alcun senso. Domenica 24 giugno la Guardia Costiera italiana ha, a tal proposito, inviato un messaggio a tutte le imbarcazioni attive nei pressi della sponda libica del Mediterraneo, spiegando come, in caso di problemi al largo di quelle coste, sia necessario contattare le competenti autorità libiche e che, comunque, gli scali portuali più vicini sono quelli maltesi e tunisini, non quelli italiani. Fatto banale certo. Ma che dimostra come finalmente si stia tornando alla normalità, dopo anni di collaborazionismo anti-nazionale dei governi di sinistra che, evidentemente, non reputavano necessario neppure il rispetto di regole sacrosante.
In tal senso, la visita del Ministro dell’Interno Matteo Salvini in Libia della scorsa settimana ha avuto un significato fondamentale, quello di dimostrare la volontà di ricostruire, oltre che un protocollo operativo per contrastare le attività di scafisti e ONG, rapporti diplomatici più intensi con uno storico Paese partner. È il segnale che la guerra nei confronti dei nemici dell’ordine, delle multinazionali del buonismo con curiosi e ramificati rapporti internazionali, è finalmente cominciata, nel Mar Mediterraneo. Il mare dove l’Italia, nei secoli, ha sempre fatto sentire la propria voce.
Ma la guerra, purtroppo, prevede che, oltre a colpire, ci si prepari ad essere colpiti. La sinistra internazionale ha messo il nuovo Governo italiano (o, meglio, la Lega di Salvini, perché il Movimento 5 Stelle, concentrato sui vitalizi parlamentari, desta molto meno interesse) nel mirino. La scelta di chiudere i porti alle navi delle ONG straniere è stato un momento di svolta. Lo ha fatto capire George Soros, lo speculatore e grande vecchio del progressismo mondialista con il vizietto di destabilizzare gli stati non allineati con generosi finanziamenti a poco spontanei movimenti di protesta, che proprio nei giorni della vicenda Aquarius aveva pubblicato su Twitter una frase criptica e minacciosa, promettendo di raddoppiare gli sforzi contro “nazionalismi e valori illiberali“. Lo stesso Soros che con il Governo Gentiloni in carica veniva ricevuto con tutti gli onori a Palazzo Chigi.
Pare perciò facile da prevedere che, come nel 2011 aveva attaccato Berlusconi con la scusa dello spread, oggi la sinistra mondialista si prepari ad attaccare Salvini con la scusa dei naufragi (e magari con l’appoggio di qualche testimonial tra i grillini, leggi Roberto Fico e Gregorio De Falco), per farlo passare come un cinico assassino e costringerlo a riaprire i porti. Stia quindi all’occhio il neo ministro. E non molli. Perché, su questo tema, ha un intero popolo dalla sua parte. E perché i nemici della nazione, questa volta, non devono passare.
Il Papa insiste sull'accoglienza: ecco la Messa per i migranti
Papa Francesco celebrerà una Messa speciale per i migranti. L'annuncio del Vaticano, mentre molti presuli continuano a prendere posizione sulla gestione dei fenomeni migratori
Papa Francesco celebrerà una Messa per i migranti. La notizia è arrivata poco fa dalla sala stampa della Santa Sede.
Il tutto è previsto per il prossimo 6 luglio.
"Il Santo Padre Francesco - si legge nella dichiarazione di Greg Burke - celebrerà una Messa per i Migranti, all’Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro. La Messa coincide con il quinto anniversario della visita di Papa Francesco a Lampedusa". In questi giorni così centrati sulla discussione politica riguardante la gestione dei fenomeni migratori, l'iniziativa del Vaticano suona come l'ennesimo richiamo alle istituzioni.
Nel corso di questa settimana sono stati molti i presuli a ribadire la posizione ufficiale della Chiesa cattolica: i porti, per la maggior parte ecclesiastici, devono rimanere aperti. Proprio ieri, è stata data la notizia di una lettera inoltrata dal vescovo emerito di Ivrea al presidente Conte. Una missiva aperta, tramite la quale monsignor Bettazzi si è detto "deluso" dalla "sordità" della maggior parte dei rappresentanti dell'Ue in materia d'accoglienza. Bergoglio, intanto, non andrà in vacanza nella residenza vaticana di Castelgandolfo. Il pontefice argentino rimarrà a Roma. Una novità, quella del periodo estivo trascorso presso Santa Marta, che è stata introdotta dallo stesso ex arcivescovo di Buenos Aires. Le udienze generali del mercoledì, poi, saranno sospese fino all'arrivo del mese di settembre.
Il Papa, come i lettori avranno appurato in questi cinque anni di pontificato, ha fatto dell'accoglienza dei migranti un'argomentazione centrale della sua pastorale. Gli appelli fatti alla politica in merito a questo tema non si contano più. Qualche vescovo, a dire il vero, sembra pensarla in modo diverso. Come il presule kirghiso Athanasius Schneider, che in un'intervista rilasciataci, ha dichiarato che "Il fenomeno della cosiddetta 'immigrazione' rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei".
Ma Schneider fa parte della cosiddetta "opposizione". L'ultima volta Bergoglio aveva invitato alla prudenza. La sensazione è che il prossimo 6 luglio il pontefice argentino possa richiamare anche il governo italiano all'umanitarismo e alla solidarietà.
Papa Francesco celebrerà una Messa speciale per i migranti. L'annuncio del Vaticano, mentre molti presuli continuano a prendere posizione sulla gestione dei fenomeni migratori
Papa Francesco celebrerà una Messa per i migranti. La notizia è arrivata poco fa dalla sala stampa della Santa Sede.
Il tutto è previsto per il prossimo 6 luglio.
"Il Santo Padre Francesco - si legge nella dichiarazione di Greg Burke - celebrerà una Messa per i Migranti, all’Altare della Cattedra, nella Basilica di San Pietro. La Messa coincide con il quinto anniversario della visita di Papa Francesco a Lampedusa". In questi giorni così centrati sulla discussione politica riguardante la gestione dei fenomeni migratori, l'iniziativa del Vaticano suona come l'ennesimo richiamo alle istituzioni.
Nel corso di questa settimana sono stati molti i presuli a ribadire la posizione ufficiale della Chiesa cattolica: i porti, per la maggior parte ecclesiastici, devono rimanere aperti. Proprio ieri, è stata data la notizia di una lettera inoltrata dal vescovo emerito di Ivrea al presidente Conte. Una missiva aperta, tramite la quale monsignor Bettazzi si è detto "deluso" dalla "sordità" della maggior parte dei rappresentanti dell'Ue in materia d'accoglienza. Bergoglio, intanto, non andrà in vacanza nella residenza vaticana di Castelgandolfo. Il pontefice argentino rimarrà a Roma. Una novità, quella del periodo estivo trascorso presso Santa Marta, che è stata introdotta dallo stesso ex arcivescovo di Buenos Aires. Le udienze generali del mercoledì, poi, saranno sospese fino all'arrivo del mese di settembre.
Il Papa, come i lettori avranno appurato in questi cinque anni di pontificato, ha fatto dell'accoglienza dei migranti un'argomentazione centrale della sua pastorale. Gli appelli fatti alla politica in merito a questo tema non si contano più. Qualche vescovo, a dire il vero, sembra pensarla in modo diverso. Come il presule kirghiso Athanasius Schneider, che in un'intervista rilasciataci, ha dichiarato che "Il fenomeno della cosiddetta 'immigrazione' rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei".
Ma Schneider fa parte della cosiddetta "opposizione". L'ultima volta Bergoglio aveva invitato alla prudenza. La sensazione è che il prossimo 6 luglio il pontefice argentino possa richiamare anche il governo italiano all'umanitarismo e alla solidarietà.
L'Inps insiste con gli immigrati: "Servono a pagare le pensioni"
L'Inps nella relazione annuale ripete il ritornello sui migranti: "Eventuali politiche di recupero della bassa natalità italiana non potranno da sole arginare la riduzione delle classi di popolazione in età lavorativa prevista per il prossimo ventennio"
L'Inps nella relazione annuale ripete il ritornello sui migranti: "Eventuali politiche di recupero della bassa natalità italiana non potranno da sole arginare la riduzione delle classi di popolazione in età lavorativa prevista per il prossimo ventennio"
L'Inps insiste. Ancora una volta torna il ritornello dei migranti che "servono a pagare le pensioni". Nella sua relazione annuale, l'Istituto previdenziale fa sapere che "le previsioni sulla spesa indicano che anche innalzando l'età del ritiro, ipotizzando aumenti del tasso di attività delle donne che oggi tendono ad avere tassi di partecipazione al mercato del lavoro più bassi, incrementi plausibili e non scontati della produttività, per mantenere il rapporto tra chi percepisce una pensione e chi lavora su livelli sostenibili è cruciale il numero di immigrati che lavoreranno nel nostro Paese".
Non solo. Perché mentre il governo giallo-verde, e in particolare il ministro leghista alla famiglia Lorenzo Fontana, promette di voler mettere in campo politiche per aumentare il tasso di natalità e ridare così vitalità al Belpaese, l'Inps detta la sua line: "Eventuali politiche di recupero della bassa natalità italiana o dei tassi di occupazione femminili e maschili potranno correggere gli squilibri demografici nel lungo periodo - scrive nella relazione annuale - ma non potranno da sole arginare la riduzione delle classi di popolazione in età lavorativa prevista per il prossimo ventennio".
In fondo non è la prima volta che Tito Boeri ripete che "abbiamo bisogno di immigrati" per mantenere in vita il sistema pensionistico. Eppure c'è anche qualche esperto che pensa il contrario, sostenendo che "saremo noi a pagarle ai migranti" (leggi qui). Chissà cosa penserà Matteo Salvini dell'ultima uscita dell'Inps.
L'Inps insiste. Ancora una volta torna il ritornello dei migranti che "servono a pagare le pensioni". Nella sua relazione annuale, l'Istituto previdenziale fa sapere che "le previsioni sulla spesa indicano che anche innalzando l'età del ritiro, ipotizzando aumenti del tasso di attività delle donne che oggi tendono ad avere tassi di partecipazione al mercato del lavoro più bassi, incrementi plausibili e non scontati della produttività, per mantenere il rapporto tra chi percepisce una pensione e chi lavora su livelli sostenibili è cruciale il numero di immigrati che lavoreranno nel nostro Paese".
Non solo. Perché mentre il governo giallo-verde, e in particolare il ministro leghista alla famiglia Lorenzo Fontana, promette di voler mettere in campo politiche per aumentare il tasso di natalità e ridare così vitalità al Belpaese, l'Inps detta la sua line: "Eventuali politiche di recupero della bassa natalità italiana o dei tassi di occupazione femminili e maschili potranno correggere gli squilibri demografici nel lungo periodo - scrive nella relazione annuale - ma non potranno da sole arginare la riduzione delle classi di popolazione in età lavorativa prevista per il prossimo ventennio".
In fondo non è la prima volta che Tito Boeri ripete che "abbiamo bisogno di immigrati" per mantenere in vita il sistema pensionistico. Eppure c'è anche qualche esperto che pensa il contrario, sostenendo che "saremo noi a pagarle ai migranti" (leggi qui). Chissà cosa penserà Matteo Salvini dell'ultima uscita dell'Inps.
Boeri pizzica Salvini
Nel presentare la relazione, Tito Boeri non ha mancato di mandare qualche messaggio - senza mai citarlo - a Matteo Salvini. Tra i due nei giorni scorsi c'erano state alcune scintille, con le parole del ministro dell'Interno che prometteva "cambiamenti" in " in questi apparati pubblici, parapubblici e parastatali".
"Per ridurre l'immigrazione clandestina il nostro Paese ha bisogno di aumentare quella regolare", ha detto il presidente dell'Inps. Secondo Boeri c'è "forte domanda di lavoro immigrato in Italia", ma questa si riversa "sull'immigrazione irregolare degli overstayer, di chi arriva in aereo o in macchina, non coi barconi ma coi visti turistici, e rimane in Italia a visto scaduto". Boeri ha poi criticato "decreti flussi del tutto irrealistici", che con "forti restrizioni all'immigrazione regolare" non fanno altro che aumentare "l'immigrazione clandestina e viceversa: in genere, a fronte di una riduzione del 10% dell'immigrazione regolare, quella illegale aumenta tra il 3-5%".
Non solo. Per il presidente dell'Inps in Italia nessuno pare preoccuparsi per il calo demografico. Tanto che il Belpaese avrebbe poca consapevolezza demografica: "Gli italiani - ha detto - sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni". Boeri parla di "vera e propria disinformazione". Poi le parole che sembrano dirette ai partiti di destra, dalla Lega a FdI: "È anche possibile - ha detto Boeri - peggiorare la consapevolezza demografica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione". La soluzione? "Tutti sono d'accordo sul fatto che bisogna contrastare l'immigrazione irregolare", ma occorre aumentare quella regolare.
Nel presentare la relazione, Tito Boeri non ha mancato di mandare qualche messaggio - senza mai citarlo - a Matteo Salvini. Tra i due nei giorni scorsi c'erano state alcune scintille, con le parole del ministro dell'Interno che prometteva "cambiamenti" in " in questi apparati pubblici, parapubblici e parastatali".
"Per ridurre l'immigrazione clandestina il nostro Paese ha bisogno di aumentare quella regolare", ha detto il presidente dell'Inps. Secondo Boeri c'è "forte domanda di lavoro immigrato in Italia", ma questa si riversa "sull'immigrazione irregolare degli overstayer, di chi arriva in aereo o in macchina, non coi barconi ma coi visti turistici, e rimane in Italia a visto scaduto". Boeri ha poi criticato "decreti flussi del tutto irrealistici", che con "forti restrizioni all'immigrazione regolare" non fanno altro che aumentare "l'immigrazione clandestina e viceversa: in genere, a fronte di una riduzione del 10% dell'immigrazione regolare, quella illegale aumenta tra il 3-5%".
Non solo. Per il presidente dell'Inps in Italia nessuno pare preoccuparsi per il calo demografico. Tanto che il Belpaese avrebbe poca consapevolezza demografica: "Gli italiani - ha detto - sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni". Boeri parla di "vera e propria disinformazione". Poi le parole che sembrano dirette ai partiti di destra, dalla Lega a FdI: "È anche possibile - ha detto Boeri - peggiorare la consapevolezza demografica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione". La soluzione? "Tutti sono d'accordo sul fatto che bisogna contrastare l'immigrazione irregolare", ma occorre aumentare quella regolare.
Fornero e quota 100
Il presidente dell'Inps è intervenuto anche sulla questione Fornero e quota 100. Di Maio e Salvini hanno promesso di intervenire in entrambe le direzioni. Ma dall'Inps arriva uno stop. "Ma siamo così sicuri - ha detto il presidente - che tornando indietro accontenteremmo coloro che oggi a parole chiedono l'abrogazione della legge Fornero? Sappiamo innanzitutto che tornare indietro del tutto non è possibile". Boeri però lascia aperto uno spiraglio: "Possiamo tuttavia permetterci - ha fatto notare - una maggiore flessibilità di quella consentita" dalla riforma della professoressa. E sulla quota 100 ha lanciato un allarme: "Quota 100 ura costa fino a 20 miliardi all'anno - ha spiegato - quota 100 con 64 anni minimi di età costa fino a 18 miliardi annui che si riducono a 16 alzando il requisito anagrafico a 65 anni, quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento della legislazione vigente per quanto riguarda i requisiti di anzianità contributiva indipendenti dall'età costa fino a 8 miliardi".
Il presidente dell'Inps è intervenuto anche sulla questione Fornero e quota 100. Di Maio e Salvini hanno promesso di intervenire in entrambe le direzioni. Ma dall'Inps arriva uno stop. "Ma siamo così sicuri - ha detto il presidente - che tornando indietro accontenteremmo coloro che oggi a parole chiedono l'abrogazione della legge Fornero? Sappiamo innanzitutto che tornare indietro del tutto non è possibile". Boeri però lascia aperto uno spiraglio: "Possiamo tuttavia permetterci - ha fatto notare - una maggiore flessibilità di quella consentita" dalla riforma della professoressa. E sulla quota 100 ha lanciato un allarme: "Quota 100 ura costa fino a 20 miliardi all'anno - ha spiegato - quota 100 con 64 anni minimi di età costa fino a 18 miliardi annui che si riducono a 16 alzando il requisito anagrafico a 65 anni, quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento della legislazione vigente per quanto riguarda i requisiti di anzianità contributiva indipendenti dall'età costa fino a 8 miliardi".
La risposta di Di Maio e Salvini
Immediata è arrivata la risposta di Di Maio, che sembra voler rimettere al suo posto Boeri. "Sono sicuro che finchè il legislativo farà il legislativo, l'Esecutivo farà l'Esecutivo e l'Inps farà l'Inps andremo tutti d'accordo", ha detto il vicepremier. Con il presidente dell'Ente "non so se andremo d'accordo su tutto - ha aggiunto il ministro del Lavoro - ma sono sicuro che su un tema lavoreremo molto bene insieme: i vitalizi e le pensioni d'oro".Su questi due punti Boeri ha fatto delle aperture (e alcune chiusure): " I titolari di cariche elettive vanno trattati come tutti gli altri lavoratori - ha spiegato - limando la componente di privilegio delle loro pensioni in modo coerente con quanto si intende fare per gli altri lavoratori e non punendoli per il solo fatto di aver servito il nostro Paese come parlamentari". Mentre sulle pensioni d'oro Boeri "non vede ragioni neanche per tagliare le pensioni per il solo fatto di avere un importo elevato. Non esistono pensioni d'oro, d'argento o di bronzo. Le pensioni oggi erogate sono la combinazione di tre elementi: la pensione contributiva, quella assistenziale e quella di privilegio". Resta il fatto che Di Maio ha "confermato" Boeri fino al 2019.
Anche Salvini non ha mancato di far sentire la sua disapprovazione per le parole del presidente dell'Ente pensionistico. "Cancellare la Legge Fornero costa troppo, servono più immigrati per fare lavori che gli italiani non vogliono più fare: il presidente dell'Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare di tantissimi italiani. Vive su Marte?", ha scritto su Twitter. E poi ha aggiunto, come riporta il Corriere: "Che siano gli immigrati a pagare le pensioni agli italiane, e a tenere in piedi questo paese la trovo una cosa curiosa. Il diritto alla pensione viene prima del diritto di esternare del presidente dell'Inps". Lui "dovrebbe rendere efficente il lavoro della sua azienda" e non "fare politica".
Claudio Cartaldo
Salvini, servono più migranti? Boeri vive su Marte -
"'Servono più immigrati per pagare le pensioni... cancellare la legge Fornero costa troppo... servono più immigrati per fare i tanti lavori che gli italiani non vogliono più fare...'. Il presidente dell'Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani. Dove vive, su Marte?". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini.
tratto da
Immediata è arrivata la risposta di Di Maio, che sembra voler rimettere al suo posto Boeri. "Sono sicuro che finchè il legislativo farà il legislativo, l'Esecutivo farà l'Esecutivo e l'Inps farà l'Inps andremo tutti d'accordo", ha detto il vicepremier. Con il presidente dell'Ente "non so se andremo d'accordo su tutto - ha aggiunto il ministro del Lavoro - ma sono sicuro che su un tema lavoreremo molto bene insieme: i vitalizi e le pensioni d'oro".Su questi due punti Boeri ha fatto delle aperture (e alcune chiusure): " I titolari di cariche elettive vanno trattati come tutti gli altri lavoratori - ha spiegato - limando la componente di privilegio delle loro pensioni in modo coerente con quanto si intende fare per gli altri lavoratori e non punendoli per il solo fatto di aver servito il nostro Paese come parlamentari". Mentre sulle pensioni d'oro Boeri "non vede ragioni neanche per tagliare le pensioni per il solo fatto di avere un importo elevato. Non esistono pensioni d'oro, d'argento o di bronzo. Le pensioni oggi erogate sono la combinazione di tre elementi: la pensione contributiva, quella assistenziale e quella di privilegio". Resta il fatto che Di Maio ha "confermato" Boeri fino al 2019.
Anche Salvini non ha mancato di far sentire la sua disapprovazione per le parole del presidente dell'Ente pensionistico. "Cancellare la Legge Fornero costa troppo, servono più immigrati per fare lavori che gli italiani non vogliono più fare: il presidente dell'Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare di tantissimi italiani. Vive su Marte?", ha scritto su Twitter. E poi ha aggiunto, come riporta il Corriere: "Che siano gli immigrati a pagare le pensioni agli italiane, e a tenere in piedi questo paese la trovo una cosa curiosa. Il diritto alla pensione viene prima del diritto di esternare del presidente dell'Inps". Lui "dovrebbe rendere efficente il lavoro della sua azienda" e non "fare politica".
Claudio Cartaldo
Salvini, servono più migranti? Boeri vive su Marte -
"'Servono più immigrati per pagare le pensioni... cancellare la legge Fornero costa troppo... servono più immigrati per fare i tanti lavori che gli italiani non vogliono più fare...'. Il presidente dell'Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare (e di fare figli) di tantissimi italiani. Dove vive, su Marte?". Così il vicepremier e ministro dell'interno Matteo Salvini.
tratto da
Salvini: 'Boeri fenomeno, ci saranno cambi'
'Oggi una delle 'risorse' ha ammazzato a pugni un italiano'
"L'immigrazione positiva, pulita, che porta idee, energie e rispetto è la benvenuta. Il mio problema sono i delinquenti, come quello che ha ammazzato un italiano di 77 anni a Sessa Aurunca, preso a pugni da una di queste 'risorse' che ci dovrebbero pagare le pensioni. Perchè c'è ancora qualche fenomeno, penso anche al presidente dell'Inps, che dice che senza immigrati è un disastro. Ma ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici". Lo dice il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un video postato su Facebook durante la visita a un'azienda confiscata alla mafia.
LA PAPPA DEL CUORE
Trovo irresponsabile e delinquenziale stabilire il principio dell’accoglienza come fondamento etico dell’Italia e dell’Europa: invece accendi la Tv e ti somministrano 6 volte al giorno la Pappa del cuore e la faccia di Bergoglio
di Marcello Veneziani
Arrivano ogni giorno in centinaia, aspettano d’imbarcarsi in migliaia, aspirano a venire qui in milioni, e forse, alla lunga miliardi. Perché se non ci sono frontiere, se ciascuno è libero di andare a vivere dove vuole e dove sta meglio, è normale che i miliardi di poveri, affamati, profughi d’Africa, d’Asia e dell’infinito Sud del mondo, vogliano vivere nei paesi benestanti. Ma il piccolo potrà mai contenere il grande? Ma il minimo che vive al massimo potrà mai caricarsi del massimo che vive al minimo? Se dividi la ricchezza, spartisci solo povertà. Perché un conto è dividerla per due come fece san Martino col suo mantello spartito con un mendicante; un altro è dividerlo in cento. Con un fazzoletto a testa non ripari nessuno dal freddo.
Trovo irresponsabile, barbaro e delinquenziale, stabilire il principio dell’accoglienza come fondamento etico dell’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Piuttosto è il loro affondamento. E invece accendi la tv e ti somministrano sei volte al dì la Pappa del cuore, con la faccia di Bergoglio, di Mattarella, addirittura di Macron (il più cinico), più la solita mucillagine della sinistra spappolata. Trasformando l’impulso nobile e quasi spontaneo di aiutare chi sta male in sistema universale e legge d’accoglienza, si criminalizza chi vede con realismo il dramma dell’invasione, della sostituzione e dell’alienazione. Non è solo questione, pur rispettabile, di paura.
La tv, i media, le sinistre sparse, ti pongono solo casi personali, ti fanno vedere un bambino, una faccia, una mano tesa e ti dicono: e tu non vuoi dargli una mano? Ma certo che vuoi aiutarlo, ti guarda con quegli occhi, è una persona, non vedi che ha bisogno? Il problema è che dà un’immagine singola, da un impulso emotivo, da una faccia e una mano tesa, non puoi passare a una massa infinita di persone e a un’apertura incondizionata ai flussi. Così si sfascia una civiltà, si riduce un paese in un campo profughi, una nazione in un corridoio umanitario, si rende invivibile ed estranea una città ai suoi abitanti…
Ogni spazio pubblico, ogni mezzo pubblico, ogni presidio sanitario è invaso da loro, sono in vistosa maggioranza, anche se nei numeri assoluti sono ancora una minoranza. E l’italiano, quando non è al lavoro, è a casa, in auto, si barrica nella vita privata, ultimo rifugio per salvaguardare la propria vita nel proprio habitat.
Si può giudicare una bestia senza cuore chi solleva questo dramma, chi vede negli occhi della gente il disagio di sentirsi estranei a casa propria, lo spaesamento, l’angoscia, la perdita di identità, chi facilmente prevede l’impossibilità di caricarsi dell’onere di milioni di senzatetto, senzavitto, senzalavoro, senzassistenza, senzadonna, e via dicendo? Quanti conflitti sociali in vista, quante guerre tra etnie, quanti quartieri monopolizzati, quanta manovalanza di disperati per la criminalità, quanti potenziali scontenti e frustrati che passeranno al terrorismo e all’odio per chi li accolse…
Ma come si dovrebbe reagire? Per esempio frenando e scoraggiando i flussi, mostrandosi indisponibili ad accoglierli, inviando precisi messaggi. Stoppando ogni soccorso che non sia governativo. Fermandoli a casa loro, stipulando accordi e piani di aiuti mirati in loco. Filtrando gli ingressi, adottando numeri programmati, suddivisi con altri paesi. Accogliendo solo chi accetta le regole basilari: rispetta le nostre leggi, i nostri valori e si rende identificabile e reperibile; indossa braccialetti elettronici per farsi controllare in quanto arrivati senza permesso di soggiorno e soggiornanti senza mezzi di sussistenza né conoscenza della lingua (se non si accetta questa limitazione dei diritti, che si torni a godere della libertà e dei diritti nei paesi d’origine); si accorda loro un semestre per cercare lavoro, istituendo centri di sostegno, smistamento e formazione; dopodiché se non c’è lavoro si procede al rimpatrio. Un paese non può permettersi torme di vaganti, branchi di disoccupati a suo carico o a disposizione della malavita organizzata.
Per tutto questo ci vuole un paese unito, organizzato, capace di strategia e di vedere lontano e accordarsi con altri paesi. Viceversa, chi vuol aprire all’accoglienza incondizionata, non si trinceri dietro la faccia di un bambino o la mano di un immigrato (che però nessuno adotta a casa sua, sia il cittadino umanitario che un papa o un presidente, non solo francese) ma abbia il coraggio di abbracciare per intero il proposito e le sue conseguenze: facciamola finita con l’Italia e gli italiani, con l’Europa e gli europei, facciamola finita con la nostra civiltà.
Vista la crescita spaventosa della popolazione mondiale, e la nostra decrescita, continuate pure a procreare e a venire qui a volontà, è vostro desiderio, dunque è vostro diritto, fino a che il mondo scoppierà. Così l’umanità finirà per troppa umanità, in tutti i sensi.
Ogni giorno a tavola la pappa del cuore
di Marcello VenezianiIl Tempo
Fonte: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ogni-giorno-a-tavola-la-pappa-del-cuore/ del 28 Giugno 2018 e pubblicato il 03 Luglio 2018
La paura dell’uomo nero
Ogni giorno il Pus, Partito Unico della Stampa, pubblica in forma di articolo, vignetta, commento e servizio televisivo a firma variabile, il seguente tormentone: Salvini, la Lega e i populisti associati campano sulla paura, soffiano sul fuoco della paura, mietono voti nel nome della paura. Non hanno torto, i signori del Pus, ma vorrei completare il loro pensiero, riportandolo alla realtà intera e non solo a una parte.
La politica italiana è da tempo appaltata agli imprenditori della paura, che alimentano e gestiscono la paura antica e infantile dell’Uomo Nero. Ma sull’Uomo nero, gli impresari della paura si dividono in due ditte principali: per gli uni l’Uomo Nero è il migrante, e dunque il rom, il fuorilegge, il delinquente; per gli altri l’Uomo Nero è il nazista, il fascista, il razzista, che ci vuol portare fuori dalla democrazia, dalla modernità, dall’Europa. Entrambi sul pericolo dell’Uomo Nero in agguato allestiscono le loro campagne.
Le prime sono molto rudimentali e dirette, le seconde sono molto articolate e multimediali, dal cinema ai tg, dai giornali ai libri, dai programmi tv alle delibere comunali, dalle scuole di ogni ordine e grado. L’unica differenza tra l’Uomo nero dei primi e l’Uomo nero dei secondi è che il primo non sarà minaccioso e criminale come viene descritto dagli impresari della paura ma è vivo e reale, e sbarca davvero sulle nostre coste nei nostri giorni e si vede ogni giorno nelle nostre strade. L’uomo nero dei secondi invece fu sconfitto e ucciso più di 70 anni fa, dunque è un cadavere, un fantasma, una storia del passato remoto che viene rilanciata ogni giorno come se fosse attuale, allo scopo di spaventare la gente. Forse è per questa differenza tra un vivo e un morto che la gente presta poi più attenzione al primo Uomo Nero che al secondo; il primo lo incontra ogni giorno dal vivo, mentre l’altro deve figurarselo con la memoria e i racconti che gli vengono somministrati.
Il primo è reale, il secondo è fittizio. Pensate che già a dieci anni dalla fine del fascismo Leo Longanesi notava che la nostra democrazia “non trova altra giustificazione che quella di combattere un fascismo morto con Mussolini. Così assistiamo a una lotta di cadaveri verticali contro un cadavere orizzontale”. Ora ne sono passati 73 e la paura dell’Uomo Nero di allora continua a martellare in tv, nei giornali, in politica, a scuola… La Segre viene “sparata” contro Salvini come se lui avesse riaperto Auschwitz. E Furio Colombo, e la Serracchiani e Scalfari, è un tripudio di Ecco il nazista, il razzista…
Insomma oggi sono alimentate due paure opposte: dei migranti e dei populisti. Accusano Salvini di razzismo e poi, per esempio, in una striscia de l’Espresso i populisti sono rappresentati come scimmioni. Da che parte stanno i veri razzisti? Immaginate cosa sarebbe successo a parti invertite, coi migranti descritti come scimmioni?
Anche a me piacerebbe vivere in una nazione adulta che non votasse solo sulla base della paura e che soprattutto non si lasciasse influenzare dagli impresari della paura. Avanti popolo, un po’ di coraggio, un po’ di cervello. Però ammettiamo una cosa: anche in assenza di demagoghi, la paura dei neri clandestini esiste già nel ventre profondo del paese, è una paura ancestrale e viscerale, spontanea prima che indotta, percepita prima che ingigantita. La paura dei nazisti è invece un prodotto fabbricato dagli illusionisti del Pus. Pensateci prima di gridare al lupo al lupo vedendo Salvini.
"L'immigrazione positiva, pulita, che porta idee, energie e rispetto è la benvenuta. Il mio problema sono i delinquenti, come quello che ha ammazzato un italiano di 77 anni a Sessa Aurunca, preso a pugni da una di queste 'risorse' che ci dovrebbero pagare le pensioni. Perchè c'è ancora qualche fenomeno, penso anche al presidente dell'Inps, che dice che senza immigrati è un disastro. Ma ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici". Lo dice il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un video postato su Facebook durante la visita a un'azienda confiscata alla mafia.
LA PAPPA DEL CUORE
Trovo irresponsabile e delinquenziale stabilire il principio dell’accoglienza come fondamento etico dell’Italia e dell’Europa: invece accendi la Tv e ti somministrano 6 volte al giorno la Pappa del cuore e la faccia di Bergoglio
di Marcello Veneziani
Arrivano ogni giorno in centinaia, aspettano d’imbarcarsi in migliaia, aspirano a venire qui in milioni, e forse, alla lunga miliardi. Perché se non ci sono frontiere, se ciascuno è libero di andare a vivere dove vuole e dove sta meglio, è normale che i miliardi di poveri, affamati, profughi d’Africa, d’Asia e dell’infinito Sud del mondo, vogliano vivere nei paesi benestanti. Ma il piccolo potrà mai contenere il grande? Ma il minimo che vive al massimo potrà mai caricarsi del massimo che vive al minimo? Se dividi la ricchezza, spartisci solo povertà. Perché un conto è dividerla per due come fece san Martino col suo mantello spartito con un mendicante; un altro è dividerlo in cento. Con un fazzoletto a testa non ripari nessuno dal freddo.
Trovo irresponsabile, barbaro e delinquenziale, stabilire il principio dell’accoglienza come fondamento etico dell’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Piuttosto è il loro affondamento. E invece accendi la tv e ti somministrano sei volte al dì la Pappa del cuore, con la faccia di Bergoglio, di Mattarella, addirittura di Macron (il più cinico), più la solita mucillagine della sinistra spappolata. Trasformando l’impulso nobile e quasi spontaneo di aiutare chi sta male in sistema universale e legge d’accoglienza, si criminalizza chi vede con realismo il dramma dell’invasione, della sostituzione e dell’alienazione. Non è solo questione, pur rispettabile, di paura.
La tv, i media, le sinistre sparse, ti pongono solo casi personali, ti fanno vedere un bambino, una faccia, una mano tesa e ti dicono: e tu non vuoi dargli una mano? Ma certo che vuoi aiutarlo, ti guarda con quegli occhi, è una persona, non vedi che ha bisogno? Il problema è che dà un’immagine singola, da un impulso emotivo, da una faccia e una mano tesa, non puoi passare a una massa infinita di persone e a un’apertura incondizionata ai flussi. Così si sfascia una civiltà, si riduce un paese in un campo profughi, una nazione in un corridoio umanitario, si rende invivibile ed estranea una città ai suoi abitanti…
Ogni spazio pubblico, ogni mezzo pubblico, ogni presidio sanitario è invaso da loro, sono in vistosa maggioranza, anche se nei numeri assoluti sono ancora una minoranza. E l’italiano, quando non è al lavoro, è a casa, in auto, si barrica nella vita privata, ultimo rifugio per salvaguardare la propria vita nel proprio habitat.
Si può giudicare una bestia senza cuore chi solleva questo dramma, chi vede negli occhi della gente il disagio di sentirsi estranei a casa propria, lo spaesamento, l’angoscia, la perdita di identità, chi facilmente prevede l’impossibilità di caricarsi dell’onere di milioni di senzatetto, senzavitto, senzalavoro, senzassistenza, senzadonna, e via dicendo? Quanti conflitti sociali in vista, quante guerre tra etnie, quanti quartieri monopolizzati, quanta manovalanza di disperati per la criminalità, quanti potenziali scontenti e frustrati che passeranno al terrorismo e all’odio per chi li accolse…
Ma come si dovrebbe reagire? Per esempio frenando e scoraggiando i flussi, mostrandosi indisponibili ad accoglierli, inviando precisi messaggi. Stoppando ogni soccorso che non sia governativo. Fermandoli a casa loro, stipulando accordi e piani di aiuti mirati in loco. Filtrando gli ingressi, adottando numeri programmati, suddivisi con altri paesi. Accogliendo solo chi accetta le regole basilari: rispetta le nostre leggi, i nostri valori e si rende identificabile e reperibile; indossa braccialetti elettronici per farsi controllare in quanto arrivati senza permesso di soggiorno e soggiornanti senza mezzi di sussistenza né conoscenza della lingua (se non si accetta questa limitazione dei diritti, che si torni a godere della libertà e dei diritti nei paesi d’origine); si accorda loro un semestre per cercare lavoro, istituendo centri di sostegno, smistamento e formazione; dopodiché se non c’è lavoro si procede al rimpatrio. Un paese non può permettersi torme di vaganti, branchi di disoccupati a suo carico o a disposizione della malavita organizzata.
Per tutto questo ci vuole un paese unito, organizzato, capace di strategia e di vedere lontano e accordarsi con altri paesi. Viceversa, chi vuol aprire all’accoglienza incondizionata, non si trinceri dietro la faccia di un bambino o la mano di un immigrato (che però nessuno adotta a casa sua, sia il cittadino umanitario che un papa o un presidente, non solo francese) ma abbia il coraggio di abbracciare per intero il proposito e le sue conseguenze: facciamola finita con l’Italia e gli italiani, con l’Europa e gli europei, facciamola finita con la nostra civiltà.
Vista la crescita spaventosa della popolazione mondiale, e la nostra decrescita, continuate pure a procreare e a venire qui a volontà, è vostro desiderio, dunque è vostro diritto, fino a che il mondo scoppierà. Così l’umanità finirà per troppa umanità, in tutti i sensi.
Ogni giorno a tavola la pappa del cuore
di Marcello VenezianiIl Tempo
Fonte: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/ogni-giorno-a-tavola-la-pappa-del-cuore/ del 28 Giugno 2018 e pubblicato il 03 Luglio 2018
La paura dell’uomo nero
Ogni giorno il Pus, Partito Unico della Stampa, pubblica in forma di articolo, vignetta, commento e servizio televisivo a firma variabile, il seguente tormentone: Salvini, la Lega e i populisti associati campano sulla paura, soffiano sul fuoco della paura, mietono voti nel nome della paura. Non hanno torto, i signori del Pus, ma vorrei completare il loro pensiero, riportandolo alla realtà intera e non solo a una parte.
La politica italiana è da tempo appaltata agli imprenditori della paura, che alimentano e gestiscono la paura antica e infantile dell’Uomo Nero. Ma sull’Uomo nero, gli impresari della paura si dividono in due ditte principali: per gli uni l’Uomo Nero è il migrante, e dunque il rom, il fuorilegge, il delinquente; per gli altri l’Uomo Nero è il nazista, il fascista, il razzista, che ci vuol portare fuori dalla democrazia, dalla modernità, dall’Europa. Entrambi sul pericolo dell’Uomo Nero in agguato allestiscono le loro campagne.
Le prime sono molto rudimentali e dirette, le seconde sono molto articolate e multimediali, dal cinema ai tg, dai giornali ai libri, dai programmi tv alle delibere comunali, dalle scuole di ogni ordine e grado. L’unica differenza tra l’Uomo nero dei primi e l’Uomo nero dei secondi è che il primo non sarà minaccioso e criminale come viene descritto dagli impresari della paura ma è vivo e reale, e sbarca davvero sulle nostre coste nei nostri giorni e si vede ogni giorno nelle nostre strade. L’uomo nero dei secondi invece fu sconfitto e ucciso più di 70 anni fa, dunque è un cadavere, un fantasma, una storia del passato remoto che viene rilanciata ogni giorno come se fosse attuale, allo scopo di spaventare la gente. Forse è per questa differenza tra un vivo e un morto che la gente presta poi più attenzione al primo Uomo Nero che al secondo; il primo lo incontra ogni giorno dal vivo, mentre l’altro deve figurarselo con la memoria e i racconti che gli vengono somministrati.
Il primo è reale, il secondo è fittizio. Pensate che già a dieci anni dalla fine del fascismo Leo Longanesi notava che la nostra democrazia “non trova altra giustificazione che quella di combattere un fascismo morto con Mussolini. Così assistiamo a una lotta di cadaveri verticali contro un cadavere orizzontale”. Ora ne sono passati 73 e la paura dell’Uomo Nero di allora continua a martellare in tv, nei giornali, in politica, a scuola… La Segre viene “sparata” contro Salvini come se lui avesse riaperto Auschwitz. E Furio Colombo, e la Serracchiani e Scalfari, è un tripudio di Ecco il nazista, il razzista…
Insomma oggi sono alimentate due paure opposte: dei migranti e dei populisti. Accusano Salvini di razzismo e poi, per esempio, in una striscia de l’Espresso i populisti sono rappresentati come scimmioni. Da che parte stanno i veri razzisti? Immaginate cosa sarebbe successo a parti invertite, coi migranti descritti come scimmioni?
Anche a me piacerebbe vivere in una nazione adulta che non votasse solo sulla base della paura e che soprattutto non si lasciasse influenzare dagli impresari della paura. Avanti popolo, un po’ di coraggio, un po’ di cervello. Però ammettiamo una cosa: anche in assenza di demagoghi, la paura dei neri clandestini esiste già nel ventre profondo del paese, è una paura ancestrale e viscerale, spontanea prima che indotta, percepita prima che ingigantita. La paura dei nazisti è invece un prodotto fabbricato dagli illusionisti del Pus. Pensateci prima di gridare al lupo al lupo vedendo Salvini.
CONTRO L’ASSE FRANCO-TEDESCO
CONTRO L’ASSE FRANCO-TEDESCO
Nella recente riunione del Consiglio dei Ministri europeo sulla immigrazione, Conte si è fatto infinocchiare da Macron e soci accettando e firmando un testo che contiene solo enunciazioni di principio senza concrete conseguenze giuridicamente vincolanti: un pugno di mosche: resta il trattato di Dublino e Italia, Grecia e Spagna dovrebbero ricevere e tenersi tutti i migranti. Aver firmato un siffatto accordo è grave, perché Conte è un avvocato e la prima cosa che un avvocato deve saper fare è capire le reali implicazioni giuridiche di ciò che firma.
Peggio ancora, dopo essere stato così infinocchiato, Conte ha gridato di soddisfazione cantando vittoria. E questo pure è grave, perché denota qualcosa di strano nella sua personalità.
In conclusione Giuseppe Conte, è apparso inadeguato al ruolo e si è reso ridicolo sulla scena internazionale.
In ogni caso, il suo canto di esultanza non è stato bevuto dai colleghi di governo e sappiamo che Salvini sta già organizzando un contro vertice con l’Austria, la Baviera e i paesi di Visegrad. Salvini tiene conto della realtà, ossia e che il duopolio franco tedesco è in conflitto di interessi oggettivo con l’Italia e altri paesi, che è un duopolio molto forte, che pertanto bisogna combatterlo stringendo alleanze con altre potenze affini all’Italia per interessi.
La lezioncina ufficiale dice che l’unificazione europea fu concepita come metodo per prevenire nuove guerre tra Francia e Germania mettendo in comune le loro risorse di carbone e acciaio nella CECA (nucleo originario da cui derivarono MEC, CEE, UE) in modo che, essendo legate l’una all’altra in queste materie prime essenziali per la guerra, non potessero più combattersi.
Questa è la lezione di facciata, ma dietro di esso c’è molto di più, c’è una strategia di dominio sull’Europa. La Germania, dapprima nella guerra franco-prussiana del 1870, poi nella prima guerra mondiale e infine nella Seconda Guerra Mondiale, era risultata il paese di gran lunga più efficiente di tutto il continente, surclassando di gran lunga Francia, Gran Bretagna, Austria-Ungheria e Russia sia sul piano industriale che sul piano tecnologico che sul piano strategico. Però aveva perso due guerre e, col nazismo, aveva meritato la taccia di paese colpevole, sicché non poteva più essere una potenza militare né condurre azioni belliche. La Francia era il suo perfetto complemento: nelle tre suddette guerre, si era rivelata un sistema paese molto inferiore per efficienza, però aveva “vinto” (sulle spalle dello Zio Sam) le ultime due ed era dalla parte dei Giusti, dei creditori democratici, con seggio permanentemente nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, quindi aveva il diritto morale essere una potenza nucleare e fare le guerre.
Il duopolio franco tedesco viene messo insieme per dominare attraverso di esso l’Europa o perlomeno l’Europa continentale, sfruttando i due Paesi, ciascuno a modo suo, gli altri paesi comunitari. La Germania sfrutta altri paesi comunitari, e soprattutto l’Italia, scaricando su di loro il costo della moneta unica, la quale avvantaggia le esportazioni tedesche ostacolando quelle italiane e inducendo la deindustrializzazione dell’Italia. La Francia invece sfrutta l’Italia e altri paesi in quanto scarica su di essi le ondate migratorie che essa in grande parte produce attraverso le sue politiche neocolonialiste e guerresche nell’Africa occidentale e in Libia (paese cui ha fatto guerra usando l’Italia per prendersi il petrolio e le infrastrutture che l’Italia si era già assicurata pacificamente). Politiche tese all’accaparramento le risorse naturali e monetarie di quei paesi.
Sostanzialmente, Francia e Germania scaricano sul l’Italia le esternalità dei loro sistemi-paese, cioè del colonialismo militare la prima, dell’imperialismo commerciale e finanziario la seconda (vedi l’articolo di Novi appeso qui sotto). Poi, approfittando dell’indebolimento finanziario e politico dell’Italia, entrambe queste potenze si spartiscono le migliori aziende italiane rilevando le a prezzo vile, compresa la Banca d’Italia, che è stata in buona parte comperata da capitalisti francesi e tedeschi grazie alla sua recente riforma privatizzante. Ecco il perché dell’asse Parigi-Berlino: getrennt marschieren, zusammen schlagen (motto degli U-Boote) (marciar separati, colpire insieme): manovra a tenaglia.
Francia e Germania insieme, attraverso UE ed Euro, hanno addentato l’Italia e la stanno mangiando, non senza complicità interne italiane; perciò ci vorrà una vera guerra per cercar di strappare il boccone dalle loro fauci. E questo non è un compito per damerini, frilletti, mediatori di curia, anche se la politica non può che essere l’arte del possibile, e deve considerare che vi sono vincoli, ostacoli, dogmi pro-euro e pro-UE ancora ben protetti, personaggi come Conte, Mattarella, Fico e Tria in posizioni chiave, e che le occasioni vanno costruite col tempo.
Salvini ha perfettamente ragione quando dice che non si fida di Parigi e di Berlino: non puoi fidarti di chi ha un interesse opposto al tuo e ti sta saccheggiando. Per iniziare bene questo cimento, è innanzitutto indispensabile dire agli italiani e al mondo, ufficialmente, cioè come governo e non solo come partiti politici, che le cose stanno come ho spiegato sopra e che quindi si tratta non di ragionare con alcuni amici su interessi comuni, ma di sconfiggere avversari portatori di interessi opposti e che già si sono abituati a fare questi loro interessi a nostre spese, perciò, se non gli si prospetta credibili minacce, compresa l’opzione di far saltare l’euro e l’Unione Europea, non rinunceranno a quello che considerano un diritto acquisito e che anche il loro elettorato considera tale.
01.07.18 Marco Della Luna
Emmidio Novi “DIETRO LE ONG I SERVIZI SEGRETI FRANCESI E TEDESCHI
Dietro le ONG che traghettavano i migranti ci sono i servizi segreti francesi e tedeschi. Gli americani avrebbero le prove. E Trump ha inviato a Roma a fine giugno John Bolton, il suo uomo fidato. Il duro consigliere alla sicurezza nazionale. Bolton dopo aver fatto tappa a Roma per incontrare Salvini è volato a Mosca per preparare il vertice del 20 luglio tra Putin e Trump. Per i giornalisti italiani il fatto che il più stretto collaboratore del presidente americano sia venuto in Italia per incontrare il solo ministro degli Interni è stata una notizia ininfluente. Come senza significato è stato l’avviso che agli amici francesi e tedeschi ha inviato a Salvini con una frase più che significativa: “le navi straniere finanziate in maniera occulta da potenze straniere in Italia non toccheranno più terra”. Più chiaro di così il ministro degli interni non poteva essere. L’odio di Macron con Salvini si spiega anche con il legame di stretta collaborazione che la Casa Bianca sta sviluppando con il leader leghista. Bolton a Roma ha informato Salvini sul ruolo dei servizi francesi e tedeschi. Soprattutto di quelli francesi che oltre a organizzare le provocazioni delle ONG stanno anche dietro il governo fantoccio di Tobruk del generale Khalifa Haftar che si oppone al governo di Tripoli di Fayez El Serraj, governo riconosciuto dall’Onu, vicino all’Italia e appoggiato dalle agguerrite milizie di Misurata. Haftar è appoggiato dalla Francia. Le sue truppe sono inquadrate dalle forze speciali francesi. Gli americani contro di lui hanno lasciato campo libero alla guerriglia jihadista che a gennaio ha eliminato con un attentato a Bengasi gli uomini forti del suo esercito. Bolton ha confidato a Salvini che i droni americani di base a Sigonella sostengono la nostra presenza in Libia con quotidiane missioni armate contro gli avversari delle milizie di Misurata. La intransigenza di Salvini sulla messa al bando delle ONG si spiega anche sulla base di queste informazioni. Non a caso la chiusura dei porti italiani alla nave di Medicines sans frontieres mando’ in bestia Macron che si esibì col suo partito in ingiurie e interdetti contro l’Italia. Quelli che in Italia si sbracciano a favore dei mercenari delle ONG in realtà lavorano a favore dei servizi francesi e tedeschi in azione per destabilizzare l’Italia. Che tra di loro ci sia anche un presidente grillino della Camera la dice lunga sulle ramificazioni che il partito francotedesco può ancora vantare nel nostro Paese.”
Non usate i bambini per far accettare l’immigrazione
DI ISRAEL SHAMIR
unz.com
Quando sullo schermo vedo un bambino che piange, so che qualcuno sta cercando di approfittarsi di me. Lo stesso vale per qualsiasi richiamo ai miei istinti umani di base, che si tratti di una donna nuda o di un bambino morto. Un trucco così banale, invece di convincermi, mi provoca un rifiuto immediato. So che quel corpo voluttuoso non potrà mai essere mio anche se comprassi tutta la Coca Cola del negozio. La vista di bambini morti non mi convincerà a fare qualcosa contro il buon senso, perché so che è una manipolazione. In politica, voglio una discussione socratica, non una persuasione emotiva. Se non riesci a convincermi con le parole, non provare a farlo con le immagini. Spesso tuttavia ci provano e ci riescono.
Le parole possono essere piuttosto istigatorie, ma le immagini ancor di più. Per mandare a morire il fiore della gioventù inglese nelle trincee di Verdun, vennero usate le immagini di bruti tedeschi che bruciavano neonati belgi sulle proprie baionette; le foto di commissari ebrei che violentavano una bionda ariana spinsero i ragazzi tedeschi alla morte prematura sulle rive del fiume Volga. Non si possono mettere in discussione le immagini con le parole, dicendo che esiste un modo semplice per evitare la calamità: non iniziare la guerra, e il bruto tedesco dovrà soddisfare i suoi vaneggiamenti arrostendo una bratwurst; il commissario ebreo si limiterà ad abbonarsi a Playboy per vedere un corpo ariano.
Questo è il caso di #Trumpbabysnatcher. È straziante vedere foto di bambini piccoli dietro le sbarre. Esiste però un modo molto più semplice per evitare la separazione e l’incarcerazione: non attraversare il Rio Grande senza un visto.
Gli spacciatori di immagini sono disonesti, non gliene frega niente dei bambini: Madeleine Albright disse che valeva la pena uccidere mezzo milione di bambini iracheni. La Clinton ha scatenato l’inferno sui suoli libico e siriano, uccidendone ed espropriandone centinaia di migliaia. Tutti i presidenti degli Stati Uniti hanno abbracciato e baciato i governanti israeliani, che abitualmente detengono, torturano ed uccidono bambini palestinesi. I nostri amici nei media alternativi (Counterpunch ecc.) che si sono uniti a questi signori nell’agitare le foto dei bambini sono di mente debole o disonesti o pensano che tutto sia lecito pur di raggiungere il proprio obiettivo, cioè sbarazzarsi di Trump.
L’ottima Diana Johnstone ha scritto di recente che il problema dell’immigrazione divide la sinistra tedesca. Il problema spacca però l’intero mondo occidentale. Da un lato, chi crede in un mondo senza frontiere, nella libera circolazione delle persone. Sembra fantastico, finché poi non ti rendi conto che questo è un modo per distruggere la classe lavoratrice nativa, abolire lo stato sociale, rovinare le strutture sociali ed allo stesso tempo minare i paesi da cui la gente emigra; in pratica, distruggere il mondo come lo conosciamo. Dall’altro lato, chi vuole preservare il mondo in cui vive cerca di tenere alte le mura.
Contro la manipolazione, abbiamo bisogno di onestà e sincerità. Se pensi che l’immigrazione di massa ci riporterà ad un nuovo Medioevo, dillo. Se pensi che sarebbe meglio rimuovere i confini e scatenare nuove invasioni barbariche, dillo. Per favore, però, non mostrarci foto di bambini.
A livello personale, chi è a favore di frontiere aperte è sicuro che il proprio lavoro non verrà minacciato da alcun migrante; per loro, un nuovo arrivo messicano significa un nuovo ristorante o un nuovo contadino o costruttore o addetto alle pulizie, più economico di quello che avevano prima, non un concorrente per lavoro ed alloggio. Chi è più conservatore sa di essere vulnerabile, che i nuovi arrivi potrebbero togliergli il lavoro. In altre parole, i primi appartengono alle classi alte o sono i loro lacché, i secondi alle classi lavoratrici, spalleggiati da chi prova solidarietà nei loro confronti.
“Perché non dici che i primi provano compassione verso i rifugiati e gli immigrati?”, potreste chiedere. Perché fanno ciò che è nell’interesse delle classi superiori. Non provano empatia per la sofferenza dei palestinesi, e questa è la prova che mentono.
Vi ricordate l’immagine del povero bambino siriano annegato in riva al mare? Quella foto ha mosso un milione tra afgani, iracheni, zingari e persino alcuni siriani in Europa. È senza dubbio terribile, soprattutto il fatto che il padre del bambino abbia messo in pericolo le vite della propria famiglia senza una valida ragione. Aveva vissuto per alcuni anni nella prospera e sicura Turchia; preferiva il Canada; i canadesi gli hanno rifiutato il visto, così si è avventurato nel pericoloso Mediterraneo ed ha perso tutta la propria famiglia. Terribile; ma questa tragedia personale dovrebbe insegnare qualcosa: non solcare il mare su navi insicure. Meglio vivere in Turchia, come fanno 80 milioni di persone, che morire in mare.
Qualche giorno fa abbiamo visto palestinesi – uomini, donne e bambini – presi a fucilate da cecchini israeliani perché volevano lasciare il campo di concentramento di Gaza. Quelli che amano l’immigrazione hanno detto qualcosa? No, sanno che i loro organizzatori ebrei non approverebbero. E gli ebrei non erano affatto impressionati. “Fateli morire tutti”, hanno scritto sui social network. Gli ebrei, di norma, sono miopi ed eccellono nella parola. Ciò consente loro di rimanere impassibili davanti alle immagini, mentre dall’altro lato diffondono immagini di bambini per impressionare i Gentili.
Gli israeliani sono divisi sui migranti africani: i ricchi ne vogliono di più, le classi lavoratrici li vogliono fuori. Il governo di Netanyahu è piuttosto populista e li ricaccia via, anche se i tipi alla Soros cercano di bloccare le deportazioni. I ricchi e gli operai, la sinistra e la destra ebraica sono tuttavia unanimi contro un’etnia: non vogliono permettere ai palestinesi nativi di vagare sulla propria terra. Gli ebrei sono anti-nativi per definizione; questo definisce il loro atteggiamento nei confronti della tratta di esseri umani.
La migrazione non è poi così diversa dal commercio degli schiavi del passato (tratta in cui gli ebrei eccellevano). Recentemente è apparso un video che giunge dalla Libia: i soldati della Guardia Costiera frustano i migranti neri sui gommoni e li spingono in mare. Chi rimane nei campi viene venduto all’asta, le donne per sesso, gli uomini per il lavoro duro. Il video è apparso proprio quando la lotta a favore e contro il nuovo commercio di schiavi si è diffusa in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia alla Germania.
La Libia è uno dei principali mercati nel commercio di schiavi. Un tempo era un paese relativamente prospero ed un blocco affidabile sulla strada dei migranti africani in Europa. Questi potevano trovare ed hanno trovato lavoro nella Libia di Gheddafi. Nel 2011, però, il paese è stato distrutto da Obama e dalla Clinton. Da allora, è diventato un paese povero ed in rovina, con una guerra civile che sta lentamente sobbollendo. La Libia ha petrolio, ma ora ha scoperto il commercio degli schiavi africani. Come nel 17° secolo, i neri africani ancora una volta rendono ricchi alcuni arabi ed europei.
Le milizie libiche guadagnano molti milioni di dollari in questo modo. Prendono soldi da ambo le parti – dagli africani che corrono in Europa in fuga dai propri paesi devastati, e dagli europei che pagano le milizie per fermare i rifugiati.
L’uomo immortalato nel video con una frusta tra le mani, il capo della brutale banda di schiavisti, è un ex ribelle contro il ‘dittatore sanguinario’ Muammar al-Gheddafi, amico della democrazia e dei valori europei, Abd al-Rahman al-Milad, un comandante della Guardia Costiera. Le barche, su cui manda gli africani in Europa, vengono comprate con denaro europeo. Duecento milioni di euro l’anno sono pagati da Bruxelles, ma gli schiavi portano un reddito molto superiore a questa cifra. Gli europei apprezzano Milad – un anno fa è stato invitato ad un corso di aggiornamento a Roma, dove ha trascorso un mese fruttuoso in un hotel di classe a spese dell’Unione Europea.
Il rivale di Milad, Al-Dabbashi, manda barche di notte dalle spiagge. I concorrenti rimuovono i motori dalle barche dei rivali e lasciano morire i rifugiati in mare. Il giro è enorme: un milione e mezzo di neri sono passati attraverso la Libia in viaggio verso l’Europa, migliaia sono morti lungo il percorso; la risorsa umana però non si è prosciugata. Altri militanti libici, che hanno liberato la propria patria dal sanguinario Gheddafi, operano nell’entroterra africano e guidano decine di migliaia di africani attraverso il Sahara verso la Libia, verso nuovi mercati di schiavi e verso l’Europa.
Le ONG europee raccolgono i gommoni con migranti inviati da Milad, li fanno salire a bordo e li sganciano in Europa, ottenendo un buon profitto. Questi “soccorritori” cooperano direttamente con Milad ed altri schiavisti, ricevono istruzioni esatte dai “mittenti” su dove raccogliere le barche e prendono una quota considerevole del profitto. Guadagnano sovvenzioni e donazioni dei compassionevoli europei, che non capiscono di essere manipolati dagli schiavisti.
Per diversi anni questa attività è fiorita senza ostacoli, fino a quando il popolo italiano si è stancato di accettare centinaia di migliaia di immigrati clandestini, ed ha eletto i “populisti”, una coalizione della conservatrice Lega Nord e del partito libertario M5S, di stampo più di sinistra e meridionale, che hanno chiuso il traffico. Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, ha proibito ad una nave col suo carico di neri di entrare nei porti italiani, e, dopo diversi giorni di dispute, la nave Aquarius si è diretta verso la Spagna. Se gli italiani rimarranno fermi e punteranno i piedi, elimineranno la seconda parte dello schema del traffico, le navi delle “ONG umanitarie” che hanno reso possibile tutto il commercio degli schiavi.
Il governo spagnolo ha accettato l’Aquarius, assieme ad altre due barche che battevano bandiera olandese, alle quali gli insubordinati italiani avevano impedito di entrare nei propri porti. Macron si è schierato con Bruxelles, la Germania e la Spagna, ed ha promesso di accogliere i rifugiati dell’Aquarius. Anche in Germania sta però montando una rivolta: il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha dato l’ordine di smettere di accettare i migranti illegali. La Merkel ovviamente non è d’accordo. Potrebbe cacciarlo, ma così facendo la coalizione crollerebbe.
L’Ungheria ha posto la lotta all’immigrazione al primo posto nella propria agenda. La divisione non è dunque tra sinistra o destra, ma tra chi vuole porre fine all’immigrazione clandestina e chi vuole sostituire la costosa e viziata popolazione europea con migranti senza pretese, obbedienti ed economici.
Esiste una correlazione tra l’atteggiamento nei confronti della migrazione e la Russia. Quelli per le frontiere aperte sono anti-russi, quelli pro-nativi sono piuttosto filo-russi. Non è una correlazione perfetta al 100%, dato che la Polonia è anti-russa ed anti-migrazione allo stesso tempo, ma di regola, nei social network, i russi appoggiano le forze anti-Soros in Europa, e quelle forze guardano alla nazionalista Mosca con speranza.
Il governo russo non intende interferire con il processo decisionale europeo (men che meno quello americano) in questo àmbito. La Russia non è particolarmente accogliente con i migranti, e, nonostante il suo coinvolgimento nella guerra siriana, il paese ha ricevuto pochissimi se non zero rifugiati siriani. L’opposizione a Putin, sia essa dal Partito Comunista o dai nazionalisti di Zhirinovsky, è fortemente anti-immigrazione, mentre il governo consente ai migranti dall’Asia centrale di entrare e lavorare. Da quando però il rublo si è deprezzato rispetto al dollaro, le ondate migratorie sono diminuite. Come sappiamo, infatti, in Russia, in Europa e negli Stati Uniti la migrazione è principalmente di tipo economico.
La soluzione sta nel compiere accordi con Africa, America Latina ed altri donatori di “capitale umano”. Dovrebbe esserci una legge che stabilisca una bilancia dei pagamenti positiva, inclusi transazioni finanziarie e rimborso del debito, tra questi paesi ed il prospero Occidente. Il denaro dovrebbe fluire in Africa, non dall’Africa, e questo porrebbe fine al traffico libico.
La migrazione di massa è un fenomeno odioso, che incoraggia la tratta di esseri umani ed il traffico di schiavi, aumenta i profitti dei contrabbandieri e rovina i paesi mittenti e destinatari. È bene fermarlo. E nessuna foto di bambini che piangono dovrebbe interferire con questa decisione.
Israel Shamir
Fonte: www.unz.com
Link; https://www.unz.com/ishamir/keep-babies-out/
23.06.2018
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG
CONTRO L’ASSE FRANCO-TEDESCO
Nella recente riunione del Consiglio dei Ministri europeo sulla immigrazione, Conte si è fatto infinocchiare da Macron e soci accettando e firmando un testo che contiene solo enunciazioni di principio senza concrete conseguenze giuridicamente vincolanti: un pugno di mosche: resta il trattato di Dublino e Italia, Grecia e Spagna dovrebbero ricevere e tenersi tutti i migranti. Aver firmato un siffatto accordo è grave, perché Conte è un avvocato e la prima cosa che un avvocato deve saper fare è capire le reali implicazioni giuridiche di ciò che firma.
Peggio ancora, dopo essere stato così infinocchiato, Conte ha gridato di soddisfazione cantando vittoria. E questo pure è grave, perché denota qualcosa di strano nella sua personalità.In conclusione Giuseppe Conte, è apparso inadeguato al ruolo e si è reso ridicolo sulla scena internazionale.
In ogni caso, il suo canto di esultanza non è stato bevuto dai colleghi di governo e sappiamo che Salvini sta già organizzando un contro vertice con l’Austria, la Baviera e i paesi di Visegrad. Salvini tiene conto della realtà, ossia e che il duopolio franco tedesco è in conflitto di interessi oggettivo con l’Italia e altri paesi, che è un duopolio molto forte, che pertanto bisogna combatterlo stringendo alleanze con altre potenze affini all’Italia per interessi.
La lezioncina ufficiale dice che l’unificazione europea fu concepita come metodo per prevenire nuove guerre tra Francia e Germania mettendo in comune le loro risorse di carbone e acciaio nella CECA (nucleo originario da cui derivarono MEC, CEE, UE) in modo che, essendo legate l’una all’altra in queste materie prime essenziali per la guerra, non potessero più combattersi.
Questa è la lezione di facciata, ma dietro di esso c’è molto di più, c’è una strategia di dominio sull’Europa. La Germania, dapprima nella guerra franco-prussiana del 1870, poi nella prima guerra mondiale e infine nella Seconda Guerra Mondiale, era risultata il paese di gran lunga più efficiente di tutto il continente, surclassando di gran lunga Francia, Gran Bretagna, Austria-Ungheria e Russia sia sul piano industriale che sul piano tecnologico che sul piano strategico. Però aveva perso due guerre e, col nazismo, aveva meritato la taccia di paese colpevole, sicché non poteva più essere una potenza militare né condurre azioni belliche. La Francia era il suo perfetto complemento: nelle tre suddette guerre, si era rivelata un sistema paese molto inferiore per efficienza, però aveva “vinto” (sulle spalle dello Zio Sam) le ultime due ed era dalla parte dei Giusti, dei creditori democratici, con seggio permanentemente nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, quindi aveva il diritto morale essere una potenza nucleare e fare le guerre.
Il duopolio franco tedesco viene messo insieme per dominare attraverso di esso l’Europa o perlomeno l’Europa continentale, sfruttando i due Paesi, ciascuno a modo suo, gli altri paesi comunitari. La Germania sfrutta altri paesi comunitari, e soprattutto l’Italia, scaricando su di loro il costo della moneta unica, la quale avvantaggia le esportazioni tedesche ostacolando quelle italiane e inducendo la deindustrializzazione dell’Italia. La Francia invece sfrutta l’Italia e altri paesi in quanto scarica su di essi le ondate migratorie che essa in grande parte produce attraverso le sue politiche neocolonialiste e guerresche nell’Africa occidentale e in Libia (paese cui ha fatto guerra usando l’Italia per prendersi il petrolio e le infrastrutture che l’Italia si era già assicurata pacificamente). Politiche tese all’accaparramento le risorse naturali e monetarie di quei paesi.
Sostanzialmente, Francia e Germania scaricano sul l’Italia le esternalità dei loro sistemi-paese, cioè del colonialismo militare la prima, dell’imperialismo commerciale e finanziario la seconda (vedi l’articolo di Novi appeso qui sotto). Poi, approfittando dell’indebolimento finanziario e politico dell’Italia, entrambe queste potenze si spartiscono le migliori aziende italiane rilevando le a prezzo vile, compresa la Banca d’Italia, che è stata in buona parte comperata da capitalisti francesi e tedeschi grazie alla sua recente riforma privatizzante. Ecco il perché dell’asse Parigi-Berlino: getrennt marschieren, zusammen schlagen (motto degli U-Boote) (marciar separati, colpire insieme): manovra a tenaglia.
Francia e Germania insieme, attraverso UE ed Euro, hanno addentato l’Italia e la stanno mangiando, non senza complicità interne italiane; perciò ci vorrà una vera guerra per cercar di strappare il boccone dalle loro fauci. E questo non è un compito per damerini, frilletti, mediatori di curia, anche se la politica non può che essere l’arte del possibile, e deve considerare che vi sono vincoli, ostacoli, dogmi pro-euro e pro-UE ancora ben protetti, personaggi come Conte, Mattarella, Fico e Tria in posizioni chiave, e che le occasioni vanno costruite col tempo.
Salvini ha perfettamente ragione quando dice che non si fida di Parigi e di Berlino: non puoi fidarti di chi ha un interesse opposto al tuo e ti sta saccheggiando. Per iniziare bene questo cimento, è innanzitutto indispensabile dire agli italiani e al mondo, ufficialmente, cioè come governo e non solo come partiti politici, che le cose stanno come ho spiegato sopra e che quindi si tratta non di ragionare con alcuni amici su interessi comuni, ma di sconfiggere avversari portatori di interessi opposti e che già si sono abituati a fare questi loro interessi a nostre spese, perciò, se non gli si prospetta credibili minacce, compresa l’opzione di far saltare l’euro e l’Unione Europea, non rinunceranno a quello che considerano un diritto acquisito e che anche il loro elettorato considera tale.
01.07.18 Marco Della Luna
Emmidio Novi “DIETRO LE ONG I SERVIZI SEGRETI FRANCESI E TEDESCHI
Dietro le ONG che traghettavano i migranti ci sono i servizi segreti francesi e tedeschi. Gli americani avrebbero le prove. E Trump ha inviato a Roma a fine giugno John Bolton, il suo uomo fidato. Il duro consigliere alla sicurezza nazionale. Bolton dopo aver fatto tappa a Roma per incontrare Salvini è volato a Mosca per preparare il vertice del 20 luglio tra Putin e Trump. Per i giornalisti italiani il fatto che il più stretto collaboratore del presidente americano sia venuto in Italia per incontrare il solo ministro degli Interni è stata una notizia ininfluente. Come senza significato è stato l’avviso che agli amici francesi e tedeschi ha inviato a Salvini con una frase più che significativa: “le navi straniere finanziate in maniera occulta da potenze straniere in Italia non toccheranno più terra”. Più chiaro di così il ministro degli interni non poteva essere. L’odio di Macron con Salvini si spiega anche con il legame di stretta collaborazione che la Casa Bianca sta sviluppando con il leader leghista. Bolton a Roma ha informato Salvini sul ruolo dei servizi francesi e tedeschi. Soprattutto di quelli francesi che oltre a organizzare le provocazioni delle ONG stanno anche dietro il governo fantoccio di Tobruk del generale Khalifa Haftar che si oppone al governo di Tripoli di Fayez El Serraj, governo riconosciuto dall’Onu, vicino all’Italia e appoggiato dalle agguerrite milizie di Misurata. Haftar è appoggiato dalla Francia. Le sue truppe sono inquadrate dalle forze speciali francesi. Gli americani contro di lui hanno lasciato campo libero alla guerriglia jihadista che a gennaio ha eliminato con un attentato a Bengasi gli uomini forti del suo esercito. Bolton ha confidato a Salvini che i droni americani di base a Sigonella sostengono la nostra presenza in Libia con quotidiane missioni armate contro gli avversari delle milizie di Misurata. La intransigenza di Salvini sulla messa al bando delle ONG si spiega anche sulla base di queste informazioni. Non a caso la chiusura dei porti italiani alla nave di Medicines sans frontieres mando’ in bestia Macron che si esibì col suo partito in ingiurie e interdetti contro l’Italia. Quelli che in Italia si sbracciano a favore dei mercenari delle ONG in realtà lavorano a favore dei servizi francesi e tedeschi in azione per destabilizzare l’Italia. Che tra di loro ci sia anche un presidente grillino della Camera la dice lunga sulle ramificazioni che il partito francotedesco può ancora vantare nel nostro Paese.”
Non usate i bambini per far accettare l’immigrazione
DI ISRAEL SHAMIR
unz.com
Quando sullo schermo vedo un bambino che piange, so che qualcuno sta cercando di approfittarsi di me. Lo stesso vale per qualsiasi richiamo ai miei istinti umani di base, che si tratti di una donna nuda o di un bambino morto. Un trucco così banale, invece di convincermi, mi provoca un rifiuto immediato. So che quel corpo voluttuoso non potrà mai essere mio anche se comprassi tutta la Coca Cola del negozio. La vista di bambini morti non mi convincerà a fare qualcosa contro il buon senso, perché so che è una manipolazione. In politica, voglio una discussione socratica, non una persuasione emotiva. Se non riesci a convincermi con le parole, non provare a farlo con le immagini. Spesso tuttavia ci provano e ci riescono.
Le parole possono essere piuttosto istigatorie, ma le immagini ancor di più. Per mandare a morire il fiore della gioventù inglese nelle trincee di Verdun, vennero usate le immagini di bruti tedeschi che bruciavano neonati belgi sulle proprie baionette; le foto di commissari ebrei che violentavano una bionda ariana spinsero i ragazzi tedeschi alla morte prematura sulle rive del fiume Volga. Non si possono mettere in discussione le immagini con le parole, dicendo che esiste un modo semplice per evitare la calamità: non iniziare la guerra, e il bruto tedesco dovrà soddisfare i suoi vaneggiamenti arrostendo una bratwurst; il commissario ebreo si limiterà ad abbonarsi a Playboy per vedere un corpo ariano.
Questo è il caso di #Trumpbabysnatcher. È straziante vedere foto di bambini piccoli dietro le sbarre. Esiste però un modo molto più semplice per evitare la separazione e l’incarcerazione: non attraversare il Rio Grande senza un visto.
Gli spacciatori di immagini sono disonesti, non gliene frega niente dei bambini: Madeleine Albright disse che valeva la pena uccidere mezzo milione di bambini iracheni. La Clinton ha scatenato l’inferno sui suoli libico e siriano, uccidendone ed espropriandone centinaia di migliaia. Tutti i presidenti degli Stati Uniti hanno abbracciato e baciato i governanti israeliani, che abitualmente detengono, torturano ed uccidono bambini palestinesi. I nostri amici nei media alternativi (Counterpunch ecc.) che si sono uniti a questi signori nell’agitare le foto dei bambini sono di mente debole o disonesti o pensano che tutto sia lecito pur di raggiungere il proprio obiettivo, cioè sbarazzarsi di Trump.
L’ottima Diana Johnstone ha scritto di recente che il problema dell’immigrazione divide la sinistra tedesca. Il problema spacca però l’intero mondo occidentale. Da un lato, chi crede in un mondo senza frontiere, nella libera circolazione delle persone. Sembra fantastico, finché poi non ti rendi conto che questo è un modo per distruggere la classe lavoratrice nativa, abolire lo stato sociale, rovinare le strutture sociali ed allo stesso tempo minare i paesi da cui la gente emigra; in pratica, distruggere il mondo come lo conosciamo. Dall’altro lato, chi vuole preservare il mondo in cui vive cerca di tenere alte le mura.
Contro la manipolazione, abbiamo bisogno di onestà e sincerità. Se pensi che l’immigrazione di massa ci riporterà ad un nuovo Medioevo, dillo. Se pensi che sarebbe meglio rimuovere i confini e scatenare nuove invasioni barbariche, dillo. Per favore, però, non mostrarci foto di bambini.
A livello personale, chi è a favore di frontiere aperte è sicuro che il proprio lavoro non verrà minacciato da alcun migrante; per loro, un nuovo arrivo messicano significa un nuovo ristorante o un nuovo contadino o costruttore o addetto alle pulizie, più economico di quello che avevano prima, non un concorrente per lavoro ed alloggio. Chi è più conservatore sa di essere vulnerabile, che i nuovi arrivi potrebbero togliergli il lavoro. In altre parole, i primi appartengono alle classi alte o sono i loro lacché, i secondi alle classi lavoratrici, spalleggiati da chi prova solidarietà nei loro confronti.
“Perché non dici che i primi provano compassione verso i rifugiati e gli immigrati?”, potreste chiedere. Perché fanno ciò che è nell’interesse delle classi superiori. Non provano empatia per la sofferenza dei palestinesi, e questa è la prova che mentono.
Vi ricordate l’immagine del povero bambino siriano annegato in riva al mare? Quella foto ha mosso un milione tra afgani, iracheni, zingari e persino alcuni siriani in Europa. È senza dubbio terribile, soprattutto il fatto che il padre del bambino abbia messo in pericolo le vite della propria famiglia senza una valida ragione. Aveva vissuto per alcuni anni nella prospera e sicura Turchia; preferiva il Canada; i canadesi gli hanno rifiutato il visto, così si è avventurato nel pericoloso Mediterraneo ed ha perso tutta la propria famiglia. Terribile; ma questa tragedia personale dovrebbe insegnare qualcosa: non solcare il mare su navi insicure. Meglio vivere in Turchia, come fanno 80 milioni di persone, che morire in mare.
Qualche giorno fa abbiamo visto palestinesi – uomini, donne e bambini – presi a fucilate da cecchini israeliani perché volevano lasciare il campo di concentramento di Gaza. Quelli che amano l’immigrazione hanno detto qualcosa? No, sanno che i loro organizzatori ebrei non approverebbero. E gli ebrei non erano affatto impressionati. “Fateli morire tutti”, hanno scritto sui social network. Gli ebrei, di norma, sono miopi ed eccellono nella parola. Ciò consente loro di rimanere impassibili davanti alle immagini, mentre dall’altro lato diffondono immagini di bambini per impressionare i Gentili.
Gli israeliani sono divisi sui migranti africani: i ricchi ne vogliono di più, le classi lavoratrici li vogliono fuori. Il governo di Netanyahu è piuttosto populista e li ricaccia via, anche se i tipi alla Soros cercano di bloccare le deportazioni. I ricchi e gli operai, la sinistra e la destra ebraica sono tuttavia unanimi contro un’etnia: non vogliono permettere ai palestinesi nativi di vagare sulla propria terra. Gli ebrei sono anti-nativi per definizione; questo definisce il loro atteggiamento nei confronti della tratta di esseri umani.
La migrazione non è poi così diversa dal commercio degli schiavi del passato (tratta in cui gli ebrei eccellevano). Recentemente è apparso un video che giunge dalla Libia: i soldati della Guardia Costiera frustano i migranti neri sui gommoni e li spingono in mare. Chi rimane nei campi viene venduto all’asta, le donne per sesso, gli uomini per il lavoro duro. Il video è apparso proprio quando la lotta a favore e contro il nuovo commercio di schiavi si è diffusa in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Italia alla Germania.
La Libia è uno dei principali mercati nel commercio di schiavi. Un tempo era un paese relativamente prospero ed un blocco affidabile sulla strada dei migranti africani in Europa. Questi potevano trovare ed hanno trovato lavoro nella Libia di Gheddafi. Nel 2011, però, il paese è stato distrutto da Obama e dalla Clinton. Da allora, è diventato un paese povero ed in rovina, con una guerra civile che sta lentamente sobbollendo. La Libia ha petrolio, ma ora ha scoperto il commercio degli schiavi africani. Come nel 17° secolo, i neri africani ancora una volta rendono ricchi alcuni arabi ed europei.
Le milizie libiche guadagnano molti milioni di dollari in questo modo. Prendono soldi da ambo le parti – dagli africani che corrono in Europa in fuga dai propri paesi devastati, e dagli europei che pagano le milizie per fermare i rifugiati.
L’uomo immortalato nel video con una frusta tra le mani, il capo della brutale banda di schiavisti, è un ex ribelle contro il ‘dittatore sanguinario’ Muammar al-Gheddafi, amico della democrazia e dei valori europei, Abd al-Rahman al-Milad, un comandante della Guardia Costiera. Le barche, su cui manda gli africani in Europa, vengono comprate con denaro europeo. Duecento milioni di euro l’anno sono pagati da Bruxelles, ma gli schiavi portano un reddito molto superiore a questa cifra. Gli europei apprezzano Milad – un anno fa è stato invitato ad un corso di aggiornamento a Roma, dove ha trascorso un mese fruttuoso in un hotel di classe a spese dell’Unione Europea.
Il rivale di Milad, Al-Dabbashi, manda barche di notte dalle spiagge. I concorrenti rimuovono i motori dalle barche dei rivali e lasciano morire i rifugiati in mare. Il giro è enorme: un milione e mezzo di neri sono passati attraverso la Libia in viaggio verso l’Europa, migliaia sono morti lungo il percorso; la risorsa umana però non si è prosciugata. Altri militanti libici, che hanno liberato la propria patria dal sanguinario Gheddafi, operano nell’entroterra africano e guidano decine di migliaia di africani attraverso il Sahara verso la Libia, verso nuovi mercati di schiavi e verso l’Europa.
Le ONG europee raccolgono i gommoni con migranti inviati da Milad, li fanno salire a bordo e li sganciano in Europa, ottenendo un buon profitto. Questi “soccorritori” cooperano direttamente con Milad ed altri schiavisti, ricevono istruzioni esatte dai “mittenti” su dove raccogliere le barche e prendono una quota considerevole del profitto. Guadagnano sovvenzioni e donazioni dei compassionevoli europei, che non capiscono di essere manipolati dagli schiavisti.
Per diversi anni questa attività è fiorita senza ostacoli, fino a quando il popolo italiano si è stancato di accettare centinaia di migliaia di immigrati clandestini, ed ha eletto i “populisti”, una coalizione della conservatrice Lega Nord e del partito libertario M5S, di stampo più di sinistra e meridionale, che hanno chiuso il traffico. Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, ha proibito ad una nave col suo carico di neri di entrare nei porti italiani, e, dopo diversi giorni di dispute, la nave Aquarius si è diretta verso la Spagna. Se gli italiani rimarranno fermi e punteranno i piedi, elimineranno la seconda parte dello schema del traffico, le navi delle “ONG umanitarie” che hanno reso possibile tutto il commercio degli schiavi.
Il governo spagnolo ha accettato l’Aquarius, assieme ad altre due barche che battevano bandiera olandese, alle quali gli insubordinati italiani avevano impedito di entrare nei propri porti. Macron si è schierato con Bruxelles, la Germania e la Spagna, ed ha promesso di accogliere i rifugiati dell’Aquarius. Anche in Germania sta però montando una rivolta: il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha dato l’ordine di smettere di accettare i migranti illegali. La Merkel ovviamente non è d’accordo. Potrebbe cacciarlo, ma così facendo la coalizione crollerebbe.
L’Ungheria ha posto la lotta all’immigrazione al primo posto nella propria agenda. La divisione non è dunque tra sinistra o destra, ma tra chi vuole porre fine all’immigrazione clandestina e chi vuole sostituire la costosa e viziata popolazione europea con migranti senza pretese, obbedienti ed economici.
Esiste una correlazione tra l’atteggiamento nei confronti della migrazione e la Russia. Quelli per le frontiere aperte sono anti-russi, quelli pro-nativi sono piuttosto filo-russi. Non è una correlazione perfetta al 100%, dato che la Polonia è anti-russa ed anti-migrazione allo stesso tempo, ma di regola, nei social network, i russi appoggiano le forze anti-Soros in Europa, e quelle forze guardano alla nazionalista Mosca con speranza.
Il governo russo non intende interferire con il processo decisionale europeo (men che meno quello americano) in questo àmbito. La Russia non è particolarmente accogliente con i migranti, e, nonostante il suo coinvolgimento nella guerra siriana, il paese ha ricevuto pochissimi se non zero rifugiati siriani. L’opposizione a Putin, sia essa dal Partito Comunista o dai nazionalisti di Zhirinovsky, è fortemente anti-immigrazione, mentre il governo consente ai migranti dall’Asia centrale di entrare e lavorare. Da quando però il rublo si è deprezzato rispetto al dollaro, le ondate migratorie sono diminuite. Come sappiamo, infatti, in Russia, in Europa e negli Stati Uniti la migrazione è principalmente di tipo economico.
La soluzione sta nel compiere accordi con Africa, America Latina ed altri donatori di “capitale umano”. Dovrebbe esserci una legge che stabilisca una bilancia dei pagamenti positiva, inclusi transazioni finanziarie e rimborso del debito, tra questi paesi ed il prospero Occidente. Il denaro dovrebbe fluire in Africa, non dall’Africa, e questo porrebbe fine al traffico libico.
La migrazione di massa è un fenomeno odioso, che incoraggia la tratta di esseri umani ed il traffico di schiavi, aumenta i profitti dei contrabbandieri e rovina i paesi mittenti e destinatari. È bene fermarlo. E nessuna foto di bambini che piangono dovrebbe interferire con questa decisione.
Israel Shamir
Fonte: www.unz.com
Link; https://www.unz.com/ishamir/keep-babies-out/
23.06.2018
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG
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