ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 26 agosto 2018

La loro gioiosa macchina da guerra

Salvini sotto attacco da Magistratura e Poteri Forti

                               Salvini contro la Procura di Agrigento

Come avevamo ampiamente previsto, la presa di posizione del Governo Conte/Salvini/Di Maio in aperto contrasto all’ondata migratoria pilotata dalle centrali transnazionali, ha fatto scatenare la reazione della magistratura che si è mossa parallelamente ad un forte attacco scatenato dai settori delle Istituzioni Europee, dalle Istituzioni Finanziarie e, non poteva mancare, dalla sinistra mondialista e dalla destra filo europeista berlusconiana.
Il pretesto è stato offerto dalla vicenda della unità navale della Guardia Costiera, la Diciotti, fatta bloccare in porto a Catania con il suo carico di migranti africani recuperati in mare dalla stessa nave.

Tale vicenda è consistita in un braccio di ferro fra il Ministero dell’Interno (Salvini) che ha rifiutato lo sbarco per diversi giorni (salvo i minori) e le decisioni del Consiglio Europeo che ha negato la possibilità di una ripartizione del carico di migranti. La UE, come al suo solito, ha lasciato la patata bollente della migrazione all’Italia lavandosi le mani da impegni precedentemente assunti, questo mentre la Francia mantiene chiusi i suoi porti, Malta rifiuta di assistere i barconi nelle sue acque territoriale e la Spagna rimanda indietro coattivamente i migranti che scavalcano la frontiera della enclave spagnola di Melilla.
Mentre ancora si stavano sviluppando le trattative per risolvere la situazione, è partita tempestivamente la Procura di Agrigento ad aprire un fascicolo per “sequestro di persona” a carico di ignoti e successivamente a mettere sotto accusa lo stesso Salvini, quale ministro dell’Interno ed il suo capo di Gabinetto al Ministero, dopo un interrogatorio condotto dal magistrato presso la sede del Ministero.
Si apre quindi un procedimento contro Salvini che sarà inoltrato al Tribunale dei Ministri e seguirà poi il suo iter processuale, questo mentre in varie parti d’italia si susseguono denunce contro il Ministro dell’interno per lo stesso reato e per incitazione all’odio, sulla base della legge Mancino. Presto altre Procure si prevede che possano aprire fascicoli di indagine contro Salvini per tale reato.
La questione potrebbe sconfinare nel ridicolo ma va invece presa sul serio per una serie di motivi.
Il primo motivo è che la stessa procura di Agrigento (-ed altre della Sicilia e Calabria dove le navi delle ONG hanno sbarcato migranti in quantità industriale-) avrebbero dovuto aprire da tempo procedimenti giudiziari per favoreggiamento dell’immigrazione clandestinariduzione in schiavitù e associazione mafiosa.
Si tratta di reati previsti dal nostro Codice Penale che mai sono stati perseguiti dalle procure (con l’eccezione del PM di Catania) e che avrebbero dovuto essere contestati ai responsabili delle navi delle ONG che hanno sbarcato i migranti, a quanti hanno favorito questo traffico di carne umana ed ai vertici del Ministero dell’Interno dell’epoca di Alfano e Governo Renzi e Gentiloni.
Nave Diicotti sbarco migranti
Non lo hanno fatto per acquiescenza ad un fenomeno che era favorito ed incentivato dai poteri politici e dalle grandi Istituzioni transnazionali, a partire dalla Commissione Europea ed a seguire dall’ONU, dal Vaticano e da altri Organismi finanziari internazionali.
Di conseguenza appare chiaro che la magistratura (le procure in particolare) si muovono sulla base di una loro discrezionalità assoluta, tappandosi gli occhi per determinati reati (come il favoreggiamento migrazione clandestina) e manifestando una sensibilità ideologica per altri presunti reati.
Risulta che un ministro dell’Interno non può assolvere alla sua fondamentale funzione di difesa dei confini, blocco immigrazione clandestina e contrasto alle mafie che gestiscono il traffico di esseri umani senza incorrere nelle azioni giudiziarie promosse dai titolari delle Procure Giudiziarie.
Il secondo motivo è quello che tutti i poteri forti, gli stessi che dietro le quinte orientano le decisioni dei governi e delle Istituzioni europee, sono oggi in allarme per lo strappo rappresentato dal Governo italiano che si è frapposto al piano migratorio di invasione e sostituzione etnica che viene portato avanti con la complicità della classe politica che ha governato l’Italia negli ultimi anni.
Inoltre la minaccia ventilata (da Di Maio) di tagliare il contributo finanziario italiano alla UE ha ulteriormente allarmato questi poteri in quanto sarebbe un precedente molto pericoloso che potrebbe spingere altri paesi, con governi dissidenti, come l’Ungheria, la Polonia, l’Austria o la Slovacchia, a prendere decisioni similari.
I Poteri Forti non possono tollerare questo affronto che mette a rischio la stessa stabilità della UE, già fortemente contestata, e farebbe aprire il Vaso di Pandora con tutte le conseguenze in termini di disgregazione della UE e tanto meno possono accettare uno stop al piano migratorio che ha richiesto forti investimenti, mobilitazione di ONG e di apparati di supporto che sospingono le migrazioni dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa.
Questi poteri sono già al lavoro per neutralizzare l’azione di questo governo che già appare diviso e in preda a forti contrasti nel suo interno.
La situazione diventa molto seria e lo stesso Salvini, Di Maio e Conte non hanno del tutto chiaro contro quali forze si andranno a scontrare.

di  Luciano Lago

Difendere l’Italia è reato

Povera Italia, schiacciata nella morsa tra l’Europa e i migranti. E al suo interno un cavallo di Troia che apre le porte e i porti per consentire l’invasione. Accompagnato da una martellante campagna a senso unico, su tutte le ruote. È scesa in campo pure l’artiglieria pesante dei magistrati e dei loro fiancheggiatori con una campagna intimidatoria in cui minacciano di perseguire chi si oppone agli sbarchi configurando reati come il sequestro di persona e perfino di omicidio volontario nel caso qualcuno perda la vita prima di sbarcare in Italia (come scrive ad esempio il magistrato pd Gianrico Carofiglio). Come se i 150 migranti fermi a Catania siano stati rapiti o portati con l’inganno dal governo italiano e poi privati della loro libertà e costretti a stare sulla nave… L’accusato numero uno, naturalmente, è Matteo Salvini che ha un mezzo sostegno di Di Maio per ragioni di contratto e di opportunità politica ma poi ha tutti gli altri contro. Sono dalla sua parte gli italiani, in maggioranza, ma non contano nulla.
La Costituzione è usata come un’arma, un corpo contundente per colpire l’avversario. Viene agitata come il libretto rosso di Mao. Sarebbe facile obiettare che la Costituzione sancisce la difesa dei confini nazionali e la tutela dei cittadini italiani, e non prevede che si possa entrare nel nostro paese clandestinamente, ovvero senza i requisiti legali per entrarvi. Ma la legalità, per certi giudici come per tanti giustizialisti, va a farsi fottere quando si tratta di migranti e di nemici politici. La Costituzione si occupa dell’Italia, del popolo italiano e dei suoi ordinamenti, e non del mondo intero. Gli altri paesi chiudono le frontiere mentre se lo facciamo noi diventiamo nemici dell’umanità. Ma noi non possiamo caricarci sulle spalle il mondo, se lo facciamo sfasciamo l’Italia, non salviamo l’umanità.
Vedi personaggi come la Bonino, che hanno procurato migliaia di aborti, che chiedono di denunciare Salvini alla corte dei diritti umani. Vedi fior di canaglie, mafiosi, cocainomani inveire insieme a preti, magistrati, sinistresi e sindacalisti, in questa campagna terroristica per far sbarcare i migranti in Italia senza attendere che l’Europa decida di smistarli in più paesi. La tv manda in onda solo la voce di questi ultimi. Dall’altra parte, il popolo italiano vede in tv queste ondate di migranti, li vede pregare compatti sulla nave nel segno dell’Islam, mentre vengono a chiedere salvezza al bastardo, cristiano e cinico Occidente. Sente dai medici e dai magistrati che hanno la scabbia, sono portatori di malattie a rischio di contagio. E sanno che quella promiscuità, quel fetore denunciato dai visitatori, quella miseria, si ripeterà poi nelle baraccopoli che si creeranno nelle nostre periferie.
Perché l’alternativa è: o ce li carichiamo noi, li ospitiamo, li vestiamo e li paghiamo, oppure quello squallore da cui provengono lo importeranno a ridosso delle nostre città. Ma tutto questo non si può dire perché l’angoscia, la paura, l’insicurezza ma anche la rabbia e il senso d’ingiustizia che tutto questo produce, viene passato per le armi, è considerato come razzismo e xenofobia e insultato, martellato, punito. Guai anche solo a porsi la domanda se l’obbligo dei vaccini dipenda anche dall’arrivo di portatori di queste malattie che erano state debellate da tempo in Italia. Cosa ci resta da fare? Il blocco navale sarebbe la soluzione migliore, che va alle radici ed evita gli imbarchi, il traffico di umani e la speculazione di tanti sulla loro pelle; ma non può imporlo il ministro dell’interno. Dovrebbe essere concertato a livello europeo, promosso dal Capo dello Stato, dal Ministero della Difesa, dai vertici delle Forze Armate, magari col via libero della Nato. Dunque è praticamente impossibile.
La sensazione è d’impotenza e di assoluto sconforto. Eppure sappiamo che stanno liquidando la nostra civiltà, il nostro Paese, la nostra vita, in questo delirio di autodistruzione travestito da pulsione umanitaria.
Proviamo a salire più in alto e a dare una spiegazione meno contingente a quel che sta succedendo. Sta avvenendo una rivoluzione dalle implicazioni catastrofiche. Stanno imponendo l’idea che non esistono più confini tra stati, popoli, sessi, civiltà, legalità, diritti, desideri. Chiunque è libero di fare, disfare, andare a vivere dove vuole, nulla può impedirlo. E chiunque invochi il senso del limite, della misura, della frontiera, della responsabilità va considerato un delinquente e se cerca di far valere le leggi e le misure, va processato per crimini contro l’umanità.
Stiamo in un momento in cui o avviene un ravvedimento, un ritorno alla realtà, o quantomeno un confronto civile tra posizioni diverse che non si demonizzano a vicenda ma cercano una soluzione. Oppure si va verso abissi di guerra civile, scontri immani, e la frattura tra potentati e popoli diventerà un baratro. Oggi la difesa dell’Italia e degli italiani è considerata un reato in territorio italiano..
MV, Il Tempo 25 agosto 2018

CHI SONO I TRADITORI?


La Guardia Costiera "di Troia" è il nemico? «Una volta è un caso, 2 volte una coincidenza, 3 volte è un'azione del nemico». Matteo Salvini e il ministro delle infrastrutture Matteo Toninelli farebbero bene a rileggersi Ian Fleming
 di Gian Micalessin  

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«Una volta è un caso, due volte una coincidenza, tre volte è un'azione del nemico». Matteo Salvini e il ministro delle infrastrutture Matteo Toninelli farebbero bene a rileggersi Ian Fleming.

Le azioni della nave Diciotti, il pattugliatore della Guardia Costiera, per la terza volta al centro di uno scontro con il Governo in meno di due mesi e mezzo, sembrano infatti più delle mosse studiate che non delle semplici coincidenze. La cronaca della sorda diatriba tra la Guardia Costiera, da una parte, e il Ministero delle Infrastrutture, da cui in teoria dipende, e il Viminale dall'altra inizia verso il 10 di giugno. Mentre Salvini raccomanda la fine delle operazioni di soccorso davanti alla Libia e la nave Aquarius di Sos Mediterranee viene tenuta alla larga dai porti italiani, il pattugliatore Diciotti compie ben sette interventi in prossimità delle coste di Tripoli caricando 937 migranti. Migranti che Salvini e Toninelli si vedono costretti obtorto collo a far sbarcare a Catania. Ma le incursioni della Diciotti non finiscono lì. Il 9 luglio il pattugliatore accosta il rimorchiatore Vos Thalassa e carica 67 migranti che stando ad una versione mai chiarita - minacciavano il personale di bordo colpevole di volerli sbarcare in Libia anziché in Italia. La versione convince poco Matteo Salvini che fa capire di considerarla un pretesto per giustificare l'intervento dell'unità della Guardia Costiera. Ma la mossa fatale capace di portare allo scoperto lo scontro con la Guardia Costiera arriva mercoledì. Quel giorno il pattugliatore Diciotti interviene in soccorso di un barcone con 177 migranti proprio mentre il governo preme su Malta perché lo accolga in un suo porto. Un intervento assolutamente immotivato visto che il barcone non è in pericolo immediato e viene effettuato, come nota Matteo Salvini, all'insaputa del Viminale. «I maltesi ieri avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo spiega il Ministro degli Interni - e una nave della Capitaneria di Porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigersi verso l'Italia». Ancora una volta , a dar retta a Salvini, la Guardia Costiera avrebbe approfittato di una situazione perlomeno lacunosa per contravvenire alle disposizioni del governo e metterlo in difficoltà. Ed infatti l'esecutivo si ritrova, una volta di più, nell'imbarazzante posizione di negare l'accesso ai porti italiani ad una propria nave militare. Ma quali sono i motivi della sorda lotta? Per capirlo bisogna andare indietro fin ai tempi di Mare Nostrum quando le operazioni di soccorso vengono inizialmente affidate soltanto alla Marina Militare, escludendo proprio la Guardia Costiera. Un'esclusione durata solo pochi mesi visto che il governo Renzi nel 2014 allarga ben presto le operazioni ad una Guardia Costiera entusiasta di farne la propria bandiera. Talmente entusiasta da diventare successivamente la principale referente delle Ong con cui concorda decine di operazioni di soccorso fino al limite delle acque territoriali libiche. Non a caso nel luglio di un anno fa l'allora Comandante generale delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Vincenzo Melone - chiamato a deporre dalla Commissione Difesa del Senato sulle attività delle navi delle Ong già indagate dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro - non esita a difenderle a spada tratta. Una difesa scontata e obbligata visto che le missioni di soccorso ai migranti erano diventate la vera ragion d'essere della nostra Guardia Costiera e dei suoi vertici. Ora per colpa di Salvini il giocattolo si è rotto, ma loro, evidentemente, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi. Né tantomeno di rinunciarvi.

Lo strano gioco della Guardia costiera. «Una volta è un caso, due volte una coincidenza, tre volte è un'azione del nemico»

di Gian Micalessin Arianna Editrice

IN VIDEO VERITAS
Video verità: in arrivo la tempesta perfetta di Diego Fusaro Ponte Morandi analisi di un delitto Renzo Piano: Escludo categoricamente l’idea della fatalità, i ponti non crollano, un ponte crolla solo per un bombardamento in guerra o per un attentato  

Contro il Governo in arrivo la tempesta perfetta

di Diego Fusaro



I prossimi mesi vedranno un’escalation di attacchi verso il Governo Lega-M5S di intensità senza precedenti, orchestrati dalle élite globaliste uscite sconfitte dalle ultime elezioni politiche e che non possono permettersi di perdere l’Europa, nel 2019. Assisteremo ad attacchi di natura finanziaria e giudiziaria ai quali la democrazia deve prepararsi a fare fronte, se non vuole perdere, e con essa tutti gli italiani che ancora vi fanno affidamento per la salvaguardia delle loro libertà fondamentali. Ne è assolutamente convinto Diego Fusaro, che affida a Byoblu il suo avvertimento.
(Fonte:https://www.youtube.com/watch?v=Zytv1eL6ZRc del 26 agosto 2018)


Ponte Morandi: "Analisi di un delitto"

di Rosario Marcianò



Perchè il ponte Morandi non ha ceduto, ma è stato abbattuto.
(Rosario Marcianò del 26 agosto 2018)



Renzo Piano: le parole del celebre architetto genovese e senatore della Repubblica.

Escludo categoricamente l’idea della fatalità. I ponti non crollano. Un ponte crolla solo per un bombardamento in guerra o per un attentato.
                                                               Renzo Piano

La sua analisi è lucida e non ha nulla del fatalismo. Il crollo del ponte Morandi poteva essere ampiamente previsto. «Non è colpa del caso, né della topografia di Genova. Non voglio sembrare arrogante, ma non credo al fatalismo che considera incontrollabile l’anarchia della natura». Non c’è la manutenzione al centro delle critiche di Renzo Piano: «La manutenzione c’è sempre stata – ha affermato a Repubblica -, ma Genova è una città fragile, lunga 20 chilometri. Quel ponte è stato sollecitato fino all’inverosimile».


I servizi d’intelligence russi fanno conoscere quando e dove gli USA metteranno in scena l’attacco chimico

                            Specialisti degli "Elmetti Bianchi


osi” nei “due giorni successivi”, aveva detto ai giornalisti Konashenkov domenica.
Konashenkov ha riferito che un gruppo di residenti del nord è stato trasportato a Kafr Zita ed è attualmente pronto per “prendere parte alla messa in scena dell’attacco” per essere visti e ripresi come vittime sofferenti da “presunte” munizioni chimiche e “bombe chimiche” lanciate da le forze del governo siriano “.
Gli stessi gruppi di residenti saranno utilizzati per farsi assistere da “falsi soccorritori” dagli elmetti bianchi e per le riprese tv dei rapporti che verranno successivamente diffusi tra i media mediorientali e in lingua inglese”.
Il ministero della Difesa ha in precedenza avvertito che i miliziani siriani anti-governativi hanno raccolto otto contenitori di cloro per inscenare un attacco chimico. Konashenkov ha dichiarato che gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia si stanno preparando a utilizzare l’attacco pianificato come pretesto per i raid aerei contro la Siria.
Tutto come da copione già previsto per un nuovo attacco della coalizione USA contro la Siria
Fonte: RT News
Traduzione: L.Lago


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