Abusi, tocca alla Germania: quante omissioni dei vescovi
Il rapporto sugli abusi clericali in Germania è uscito e immediatamente è partita l’operazione da parte della Chiesa locale per dire contro l’evidenza che l’omosessualità non c’entra. Lo studio dimostra che ci sono state gravi omissioni da parte dei vescovi tedeschi e che i ricercatori hanno trovato indizi che le cartelle personali e altri documenti sono stati distrutti o manipolati. La maggioranza dei preti coinvolti è omosessuale, ma la reticenza della Chiesa "liberal" tedesca dimostra che è in corso una campagna per normalizzare l’omosessualità.
Vescovi tedeschi in cattedrale
Il rapporto sugli abusi clericali in Germania è uscito. In mezzo a polemiche, coperture, e mistificazioni. Maike Hickson di LifeSiteNews ha ottenuto il rapporto di otto pagine, il “MHG Study”, di cui erano già uscite anticipazioni nei giorni scorsi. E immediatamente è partita l’operazione da parte della Chiesa locale per dire – contro l’evidenza – che l’omosessualità non c’entra, o c’entra poco con questo dramma. Una posizione per altro in linea con quanto sta accadendo in Vaticano, dove nelle settimane – ormai diverse – seguite alla pubblicazione del Grand Jury Report di Pennsylvania, e alla pubblicazione della testimonianza dell’arcivescovo Viganò non si è mai sentito il Pontefice o qualcuno a lui vicino attribuire, anche parzialmente, gli abusi all’omosessualità. Il politically correct ha dettato e detta la sua agenda anche nella Chiesa.
Il primo problema che si pone è quello della completezza e dell’affidabilità dello studio. Il prof. Christian Pfeiffer, il criminologo a cui è stato affidato per primo il progetto, ma da cui poi è stato escluso perché ha rifiutato che la ricerca fosse sottoposta a censura da parte dei vescovi tedeschi prima della pubblicazione, ha dichiarato: “Il rapporto non dà una fotografia completa, e non è completamente indipendente”. I ricercatori non hanno avuto un accesso diretto ai files della Chiesa, e hanno dovuto fare ricorso al personale ecclesiastico per riempire i questionari. Inoltre files che riguardavano abusi su minori sono stati manipolati o distrutti. “La Chiesa voleva riservarsi il diritto di controllare le carte che risultavano dalla ricerca e in certe circostanze anche di proibire la loro pubblicazione”.
Il sommario del rapporto dimostra che ci sono state gravi omissioni da parte dei vescovi tedeschi. I ricercatori hanno scoperto che se non fosse stato per una procedura particolare, in base a cui si offrivano indennizzi alle vittime (stabilita nel 2011) la metà degli abusi non sarebbe mai venuta alla luce, o scoperta dai ricercatori, perché le denunce di abuso non venivano mai inserite nelle cartelle personali dei preti responsabili.
Inoltre i vescovi, dal 1946 al 2014, spesso hanno spostato i preti responsabili in altre parrocchie o altre diocesi, invece di punirli severamente. Questi spostamenti avvenivano più spesso con i preti abusatori che non con preti innocenti, e spesso non veniva data “nessuna informazione pertinente alla parrocchia o alla diocesi di arrivo sulle accuse o sui possibili rischi di ripetizione del crimine”.
Inoltre i ricercatori hanno trovato “indizi che le cartelle personali e altri documenti relativi a questa ricerca sono stati distrutti o manipolati in un periodo precedente”. In un primo momento i dati degli abusi forniti ai ricercatori erano anonimi, e solo così venivano passati dal personale ecclesiastico. “Così l’informazione è stata influenzata dalla prospettiva della persona che ha trattato i dati”.
Tutti i casi e le persone coinvolte, vittime e abusatori, sono rimasti anonimi per i ricercatori. E questo potrebbe determinare una certa inaccuratezza nella ricerca.
La maggior parte delle vittime erano maschi. Solo nel 33,9 per cento dei casi è stato aperto un processo canonico per abuso di minori. Nel 53 per cento dei casi non è accaduto nulla. Un quarto dei processi si è chiuso senza sanzioni. Solo in una percentuale minima ci sono state” sanzioni drastiche o irreversibili, come laicizzazione o scomunica”. La maggior parte delle sanzioni erano leggere. Il prof. Pfeiffer ha dichiarato che “Il grado di copertura è sbalorditivo e oltre ciò che mi sarei aspettato”.
La conferenza episcopale più progressista d’Europa ha cercato di dirigere in senso “liberal” le conclusioni della ricerca, invitando gli specialisti a “identificare le strutture ecclesiali e le dinamiche che potrebbero promuovere il verificarsi di abusi”. Il che ha obbligato i ricercatori a qualche contorsione logica. Ammettono che la “chiara maggioranza” (circa il 62.8 per cento) degli abusati erano maschi contro il 34,9 per cento di femmine; ma si rifiutano di riconoscere esplicitamente che l’omosessualità è un elemento importante. È lo stesso atteggiamento trovato nel rapporto John Jay College, che dopo aver dichiarato che oltre l’80 per cento dei preti abusatori condannati era omosessuale, afferma che l’omosessualità non è un fattore di rischio. Un’inconsequenzialità che non si spiega se non col timore di urtare la narrazione politically correct, e la reazione delle lobby omosessualiste, fuori e dentro la Chiesa. Detto questo, i ricercatori propongono addirittura che la Chiesa permetta l’ordinazione di sacerdoti omosessuali (in teoria proibita da un documento dellìEducazione Cattolica; in pratica…) dicendo: “La fondamentale attitudine di opposizione della Chiesa cattolica riguardo all’ordinazione degli omosessuali deve essere urgentemente riconsiderata”.
Bisogna veramente togliersi il cappello davanti ai vescovi tedeschi. Nel momento in cui esce un rapporto che dimostra quanto siano stati negligenti, omissivi e complici, riescono a farne uno strumento per una delle loro battaglie “liberal” contro l’insegnamento costante della Chiesa, e, addirittura, l’opinione del Pontefice regnante. Una ricerca dunque dalle conclusioni tendenziose, ma che rivela come ancora una volta ci sia un problema, e non piccolo, da affrontare.
E che dimostra una volta di più che all’interno della Chiesa è in atto una campagna per legittimare, normalizzare, l’omosessualità sulla falsariga di quanto è stato fatto nella cultura dell’Europa occidentale e negli Usa. Lo testimoniano la riluttanza da parte del Pontefice – e dei propagandatori del suo pensiero – a citare, anche solo en passant l’omosessualità pervasiva e aggressiva nel clero e nei seminari come una delle cause dello scandalo; contro ogni evidenza. No, la colpa è di entità generiche come abuso di potere, elitismo, clericalismo, e un’incapacità di vicinanza al popolo di Dio. Manca solo la cattiveria e la cattiva educazione, e poi la lista delle genericità è completa.
D’altronde il braccio destro del Pontefice, il cardinale Oscar Maradiaga, presidente del C9, ha dichiarato a Religion Digital: “La lobby gay in Vaticano è qualcosa che esiste più nei periodici che nella realtà”. Detto da un principe della Chiesa il cui braccio destro, il vescovo ausiliare, e uomo di fiducia, a Tegucicalpa ha dovuto dimettersi dopo le accuse di omosessualità aggressiva firmate in una lettera da quaranta seminaristi della diocesi, appare quantomeno singolare, per non dire di peggio. E continua, commentando la testimonianza di mons. Viganò: “Non mi sembra corretto trasformare qualcosa che è di ordine privato in una bomba che esplode in tutto il mondo e i cui frammenti fanno male alla fede di molti. Credo che questo caso di natura amministrativa avrebbe dovuto essere reso pubblico in base a criteri più sereni e più oggettivi, non con la carica negativa di espressioni profondamente amare”. “Ordine privato” e di “natura amministrativa” il fatto che un cardinale aveva un suo harem di seminaristi, che poi sarebbero diventati preti – solo se accondiscendevano – per perpetuare questo allegro trenino? Se Maradiaga può fare queste affermazioni senza che nessuno alzi il telefono e gli consigli qualche tempo di silenzio vuol dire che sa di poterlo fare. E non ci sembra una situazione rosea, per la Chiesa.
Marco Tosatti
http://www.lanuovabq.it/it/abusi-tocca-alla-germania-quante-omissioni-dei-vescovi
Gli abusi nel clero? Forse il ragionier Fantozzi può dirci qualcosa
Ci stanno dicendo in questi giorni che i casi di abusi nel clero siano l’effetto di elitismo e clericalismo, insomma di abuso di potere (d’altronde: più abuso di così?). E non invece, come sembrerebbero dire le statistiche, una conseguenza della forte omosessualizzazione negli ambienti ecclesiastici.
Ora, non volendoci servire ancora una volta di queste statistiche (che pur parlano chiaro), ci preme fare due considerazioni.
La prima
Se fosse vero che l’esercizio del potere può condurre a tali forme di depravazione, si dovrebbe riscontrare una buona percentuale di direttori di ufficio o di azienda atti a fare queste cose turpi.
Insomma, siamo un po’ al ridicolo. Nemmeno Paolo Villaggio arrivò a pensare a questo nella sua famosa saga fantozziana. Il suo famigerato “direttore megagalattico” ne faceva di tutti colori. Il servilismo del ragioniere Ugo era quello che era, e così quello dei suoi colleghi, ma non c’è alcuna allusione a certe cose …cose inimmaginabili nemmeno dalla pur esagerata fantasia del creatore di Fantozzi.
La seconda
Non ci si accorge che dicendo queste cose, pur di non voler riconoscere il problema omosessualizzazione nel clero, si finisce con ulteriormente aggravare la questione. Ammesso fosse possibile aggravarla ancora di più rispetto a com’è.
Era nel tempo pagano che la sodomia veniva esercitata a scopo di sopraffazione (per esempio lo si faceva con i prigionieri di guerra). Ora, dire che che le cose che sono avvenute e forse stanno ancora avvenendo, siano l’effetto di sopraffazione, vuol dire far passare gli ambienti clericali come ambienti in cui il Cristianesimo non ha inciso affatto. Il che sarebbe il paradosso di tutti i paradossi.
Abuso di potere e sopraffazione che poi -guarda un po’- sarebbero stati e sarebbero esercitati soprattutto da chi teoricamente si poneva e si pone in una certa linea teologica progressista di critica della vita ecclesiale di un tempo.
A questo poi va aggiunto che quella sodomia lì (cioè quella del mondo pagano) era una sodomia non di omosessualità. Tant’è che chi la praticava aveva anche moglie, concubine …e figli.
In conclusione
Insomma, quando non si vuole prendere la realtà per quella che è, si finisce con l’affermare cose poco credibili. E per giunta aggravanti ulteriormente il problema.
Piuttosto: dire, come si è detto, che tutto questo è l’effetto di una voragine spirituale non solo è vero, è verissimo. Sì, una voragine! Dovuta però a cosa? Al fatto che non c’è più il timor di Dio. Dovuta ad un’insana teoria misericordistasecondo cui Dio perdona sempre e comunque. Dovuta alla convinzione che con Dio si potrebbe quasi stipulare un “abbonamento” privilegiato di assoluzioni.
Ma così non è: la misericordia di Dio è una cosa troppo seria …e non tollera abusi.
Abusi verso gli altri e soprattutto verso se stessa!
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