ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 22 novembre 2018

A quando l'udito'

Papa Francesco, giallo sull'operazione agli occhi: intervento di cataratta


Città del Vaticano – Il Vaticano smentisce e assicura che domani mattina il Papa ha in agenda i soliti appuntamenti già fissati a Santa Marta, ma per tutta la giornata si sono rincorse voci di un suo possibile intervento chirurgico. Niente di impegnativo, ma pur sempre un intervento resosi necessario per via dell’età e, peraltro, annunciato dallo stesso Bergoglio alcuni mesi orsono quando, visitando il carcere di Regina Coeli disse di doversi sottoporre presto ad una piccola operazione agli occhi. Cataratta. «Uno sguardo rinnovato fa del bene perché, per esempio alla mia età arrivano le cataratte e non si vede bene la realtà. Il prossimo anno mi devo far operare». Il tam tam di una operazione è iniziata a circolare in mattinata debolmente, poi sempre più con intensità, fino all’intervento della Santa Sede per smentire ufficialmente che sia già stata programmata. Insomma un giallo.

L'operazione hanno suggerito i bene informati potrebbe essere fatta alla clinica San Domenico, di proprietà delle suore  Suore Domenicane del Santissimo Rosario di Roma. Il sito vaticano Il Sismografo in serata ha riportato la spiegazione del dottor Lucio Buratto, responsabile del Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO), per spiegare la tecnica di intervento più moderna, sicura e precisa: il laser e “combina la facoemulsificazione con l'utilizzo di uno speciale laser a femtosecondi: Questo particolare strumento consente di eseguire il taglio corneale in modo perfetto, modulando la sua estensione e profondità. Il cristallino naturale opacizzato viene prima frantumato e poi aspirato, dopo di che viene inserita la lente intraoculare». L'operazione dura circa 20 minuti, viene eseguita in anestesia locale con gocce di collirio e non richiede punti di sutura, con il paziente che torna a casa dopo pochissimo tempo. Un ulteriore vantaggio: l'occhio operato non deve mai essere bendato. Il che significa che il Papa, quando deciderà di operarsi, potrà farlo senza portare vistose bende sugli occhi ma soprattutto senza interrompere i suoi impegni.

La cataratta colpisce soprattutto gli anziani e può essere rimossa in qualunque stadio della sua evoluzione, anche se l’intervento non deve essere troppo ritardato perché occorre considerare che una vista ridotta, oltre a rendere difficoltose diverse attività quotidiane. Solitamente la cataratta viene operata in un occhio per volta, iniziando con quello che presenta l’opacità più avanzata e procedendo poi dopo qualche giorno o qualche settimana alla sostituzione del cristallino opacizzato anche nell'altro. Il disturbo colpisce il 60% dei soggetti di oltre 70 anni ed è dovuto alla progressiva opacizzazione del cristallino.

di Franca Giansoldati

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_vaticano_cataratta_intervento_occhi_bergoglio-4123021.html
La Santa Sede e il mistero delle ossa
Tra romanzo e suggestione. In curia dicono: “Roma è piena di scheletri, solo i nostri fanno scandalo”


L’attualità s’impone e così la rubrica preparata viene accantonata. Si parla (di nuovo) di ossa. Di quelle trovate qualche settimana fa sotto il pavimento della nunziatura vaticana in Italia. Subito si disse che erano i poveri resti di Emanuela Orlandi, o forse quelli di Mirella Gregori. Infine, siccome di scheletri sembravano essercene due, ecco che quelle ossa erano di entrambe le ragazze misteriosamente sparite all’inizio degli anni Ottanta. E giù con le cospirazioni su chi le avesse sotterrate lì (ovviamente qualche prete, vescovo o cardinale), quando, perché e come. Poi, come hanno scritto ieri i giornali, pare che quei resti siano molto più vecchi, anche se bisognerà attendere tutti gli esami del caso. “Ha visto? Che le dicevo?”, mi dice il monsignore che già qualche tempo fa, appena s’erano diffuse le voci, aveva definito “baraccone” l’intera vicenda. “Sono stati i giornali che incredibilmente hanno subito collegato quel ritrovamento al caso Orlandi. Una cosa che in Vaticano ha fatto strabuzzare gli occhi a più d’una persona, mi creda”, osserva sicuro. Ripeto però la domanda che gli feci allora: “Le sembra normale che sotto il pavimento della nunziatura ci trovino dei cadaveri?”. “No, o forse sì, dipende: Roma è piena di scheletri sotto i palazzi, solo che quando lo trovano in un edificio della Santa Sede è uno scandalo. Lì poi risulta che ci fosse un vecchio cimitero, quindi è tutto possibile”. Nessuno scandalo, dunque? “Ma se è stato il Vaticano il primo a segnalare il ritrovamento degli scheletri!”. E se non si scopre di chi sono le ossa?, chiedo. “Un passo alla volta”, risponde.

di La Gran Sottana
https://www.ilfoglio.it/roma-capoccia/2018/11/22/news/la-santa-sede-e-il-mistero-delle-ossa-225793/

Emanuela Orlandi, esame delle ossa fuori tempo massimo: ecco come funziona il carbonio 14 col Dna
Emanuela Orlandi, esame ossa fuori tempo
 massimo. Problemi col Dna?
Il nuovo can can sul mistero che avvolge da più di 30 anni la scomparsa di Emanuela Orlandi ha avuto inizio a fine ottobre. Assicurarono che sarebbero bastati 7-10 giorni per sapere se le ossa trovate presso la Nunziatura Apostolica di via Po a Roma sono o no resti di Emanuela. Di giorni ne sono passati più di 20, il che già di per sé la dice lunga, ma pur di non ammettere che quei poveri resti NON sono della ragazza del Vaticano (né di Mirella Gregori) ormai si arriva ad allungare il brodo facendo finta che la notizia secondo la quale “gli accertamenti continuano” non significhi in realtà che è ormai appurato che non si tratta di resti umani di Emanuela: e che pertanto si cerca di capire di cos’altro si possa trattare, pur essendo chiaro che si tratta di “accertamenti” del tutto inutili. Utili solo al battage e a qualche altra puntata televisiva sul mistero Orlandi, oltre che a prolungare l’ansia e il dolore della madre di Emanuela, signora Maria. 
E’ di queste ore “l’indiscrezione” che quei frammenti ossei verranno sottoposti anche all’analisi del carbonio 14 per capire di quale epoca possano essere. Eppure il perito medico legale professor Giovanni Arcudi incaricato degli accertamenti aveva detto chiaro e tondo:
“Non si può usare la datazione al carbonio, che serve per resti più antichi, di almeno 100-200 anni”.  
Visto che invece la datazione al carbonio a quanto pare la stanno usando, ciò significa che quei resti sono appartenuti a qualcuno che, nella migliore delle ipotesi, è vissuto nel ‘700 o nell’800, ma NON nel ’900 come invece Emanela, scomparsa infatti a 15 anni e mezzo nel giugno 1983.
Come se non bastasse, soprattutto in tv e nei cosiddetti social dei gruppi amanti dei misteri e in particolare del mistero Orlandi, pare abbiano tutti dimenticato che  Arcudi per quanto riguarda gli altri tipi di accertamento dell’anno della morte, come quelli fisico chimici, ha già chiarito che serviranno a poco:  nella migliore delle ipotesi avremo un
“risultato in un periodo approssimativo, con una forbice di 10-20 anni”.
Ma la famosa estrazione del DNA e l’annesso confronto con i DNA noti che fine hanno fatto? Non bastavano forse 7-10 giorni? Ricordiamo meglio cosa ha detto in merito il perito e docente universitario Arcudi:
“L’estrazione del Dna e le analisi conseguenti, come il confronto con quello della persona a cui si sospetta appartengano i resti o i familiari, non richiedono molto tempo, si possono fare in 7-10 giorni. […] Non sempre però si riesce a ricavare del materiale genetico utilizzabile, dipende sempre da come sono conservati i resti, e anche da che tipo di ossa abbiamo. Dall’analisi chimica delle ossa si può capire da quanto tempo è morta la persona, valutandone il degrado. A seconda del luogo di conservazione, asciutto o umido, la degradazione delle ossa cambia”.
Ora salta fuori come se niente fosse che il “luogo di conservazione” NON era propriamente il pavimento della casa del custode, quello cioè sul quale lui camminava, bensì la terra sotto il pavimento dello scantinato interrato dell’abitazione. Vale a dire: il “luogo di conservazione” era nella terra vari metri SOTTO il livello del piano stradale, inoltre non ci cono  tracce né di bara né di sarcofago. Tipico delle sepolture fuori le mura, soprattutto dei poveri e dei malfamati, negli oltre 2.000 anni durante  i quali i cimiteri non esistevano neppure a Roma perché, ricordiamolo ancora una volta,  sono stati istituiti solo da Napoleone e NON prima.

Cosa inusuale, per la polizia le indagini scientifiche sui macabri reperti sono condotte direttamente dal reparto centrale della polizia scientifica, con sede presso la Direzione Centrale Anticrimine, anziché dal laboratorio regionale, in questo caso del Lazio. Il reparto centrale di esperienza operativa ne ha poca, comunque meno di ogni laboratorio regionale, specie di quelli delle regioni, come il Lazio, a maggior presenza di delitti di vario tipo. In compenso però il reparto centrale ha migliore capacità di comunicazione con i massmedia. Particolari tutti che hanno contribuito al “botto”, e annessi scoop al fulmicotone, nonostante non ce ne fosse assolutamente nessun motivo. 
di Pino Nicotri

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