Verso una Chiesa “sinodale” e “in ascolto”
Diciamo subito che per lungo tempo la Chiesa cattolica è stata prima di tutto “cattolica” e “docente”, poi, almeno a partire dall’inizio del dopo-Concilio, sotto Paolo VI, la Chiesa cattolica a cominciato a diventare prima di tutto “conciliare” e “dialogante”; ma è il caso di ritenere che per certuni non è ancora sufficiente, o non basta ancora, poiché, almeno a partire dai primi del 2010, all’interno di documenti redatti da cattolici in occasione di questo o di quel sinodo diocesano, si sono incominciati a trovare sia affermazioni secondo le quali sarebbe necessario che la Chiesa cattolica divenga “sinodale”, sia opinioni secondo le quali sarebbe necessario che la Chiesa cattolica si metta innanzi tutto “in ascolto”.
Che cos’è una Chiesa cattolica innanzi tutto “cattolica” e “docente”?
E’ una Chiesa cattolica che per prima cosa si appoggia sulla sua universalità e insieme si attiene alla sua funzione di insegnare: evangelizzando a partire dalla Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero.
Che cos’è una Chiesa cattolica innanzi tutto “conciliare” e “dialogante”?
E’ una Chiesa cattolica:
- accomodante o addolcente, sul piano sia dogmatico sia liturgico; col risultato che tutti hanno conosciuto e subíto a partire dal 1965;
- che vuole sforzarsi di conciliare l’inconciliabile: vedi la conciliazione fra la concezione cattolica e la concezione liberale della libertà religiosa; e la conciliazione tra il perseguimento del consenso interreligioso a beneficio delle religioni non cristiane, da un lato, e dall’altro l’evangelizzazione coraggiosa, anche non consensuale, a beneficio dei credenti non cristiani;
e
- che non vuole quasi più esporsi al rischio di dispiacere ai cristiani non cattolici, ai credenti non cristiani e ai non credenti, a causa di proposizioni contrarianti, esplicitate e specificate, nei dominii della fede e dei costumi; da cui il ricorso al “dialogo”, col quale si è spesso affermato o suggerito che i non cattolici avrebbero ragione a non essere cattolici dal momento che sono cristiani; che i non cristiani avrebbero ragione di non essere cristiani dal momento che sono credenti; e perfino che i non credenti avrebbero ragione di non essere credenti dal momento che hanno la “fede nell’uomo”…
- accomodante o addolcente, sul piano sia dogmatico sia liturgico; col risultato che tutti hanno conosciuto e subíto a partire dal 1965;
- che vuole sforzarsi di conciliare l’inconciliabile: vedi la conciliazione fra la concezione cattolica e la concezione liberale della libertà religiosa; e la conciliazione tra il perseguimento del consenso interreligioso a beneficio delle religioni non cristiane, da un lato, e dall’altro l’evangelizzazione coraggiosa, anche non consensuale, a beneficio dei credenti non cristiani;
e
- che non vuole quasi più esporsi al rischio di dispiacere ai cristiani non cattolici, ai credenti non cristiani e ai non credenti, a causa di proposizioni contrarianti, esplicitate e specificate, nei dominii della fede e dei costumi; da cui il ricorso al “dialogo”, col quale si è spesso affermato o suggerito che i non cattolici avrebbero ragione a non essere cattolici dal momento che sono cristiani; che i non cristiani avrebbero ragione di non essere cristiani dal momento che sono credenti; e perfino che i non credenti avrebbero ragione di non essere credenti dal momento che hanno la “fede nell’uomo”…
Cosa sarebbe una Chiesa cattolica innanzi tutto “sinodale” e “in ascolto”?
Sarebbe una Chiesa cattolica:
- che si presenterebbe, per un verso come un agglomerato di particolarità e di sensibilità culturali, regionali, sociali e spirituali, e per l’altro come un’istituzione che non avrebbe più la funzione di insegnare, ma quella dell’accompagnamento sociale o dell’assistenza sociale fondate “sui valori”.
- che si presenterebbe, per un verso come un agglomerato di particolarità e di sensibilità culturali, regionali, sociali e spirituali, e per l’altro come un’istituzione che non avrebbe più la funzione di insegnare, ma quella dell’accompagnamento sociale o dell’assistenza sociale fondate “sui valori”.
- Una Chiesa in cui regnerebbe l’autonomia della coscienza dell’uomo invece dell’autorità della Parola di Dio; la “fede nell’uomo” invece della fede cattolica in Dio Padre Figlio e Spirito Santo come virtù teologale e soprannaturale; la fraternità culturalmente e socialmente corretta invece della carità cristiana teologale e soprannaturale.
Bisogna essere veramente ciechi per non vedere i rischi che comportano queste sostituzioni tematiche.
Ora, una Chiesa cattolica che sarebbe innanzi tutto “sinodale” e “in ascolto”, avrebbe verosimilmente un approccio ancora più collaborativo, o post missionario, della Chiesa cattolica “conciliare” e “dialogante”; e sarebbe indubbiamente ancora più “accompagnatrice” della Chiesa “conciliare” e “dialogante”, “accompagnatrice” nel senso di globalmente leggittimatrice dell’evoluzione delle mentalità e del nuovo orientamento della moralità.
In altri termini: una Chiesa cattolica che fosse innanzi tutto “sinodale” avrebbe un’organizzazione e un funzionamento verosimilmente ancora più eterogeneo di adesso; mentre una Chiesa cattolica che fosse innanzi tutto “in ascolto” sarebbe verosimilmente una Chiesa cattolica che avrebbe una concezione ancora più selettiva e tendenziosa di adesso nell’attenzione per i segni dei tempi, nell’ascolto dei segni dei tempi, nello “sguardo d’amore” e nel “discorso d’amore” nei confronti di certi trasmettitori di certi segni dei tempi, poiché è notevole e notorio che per un buon numero di dottori e di pastori cattolici, almeno a partire dagli inizii degli anni Sessanta, certi segni dei tempi sono più uguali e più legittimi di altri o anche più ascoltabili, più osservabili, più accompagnabili e più incoraggianti di altri…
Così va la crisi della Chiesa cattolica; e ognuno avrà capito che non si tratta più di una crisi, ma di una mutazione.
Chi avrà il coraggio e la franchezza di ricordare che i cattolici non devono cercare di trasformare la religione di Gesù Cristo in una religione dell’“accoglienza incondizionata” della concezione dominante della religione, della morale, dell’omosessualità, delle migrazioni?
Chi avrà il coraggio e la franchezza di ricordare che i cattolici non devono trasformare una Chiesa cattolica caratterizzata dall’unità, dalla santità, dalla cattolicità e dalla apostolicità, in una Chiesa cattolica “sinodale”, “in ascolto”, caratterizzata ancora più di oggi dalla sua adesione o perfino dalla sua sottomissione al dialogo, nel consenso e nell’accondiscendenza?
di Maximilien Bernard
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2762_Bernard_Protestantizzazione_Chiesa_cattolica.html
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