La "falsa" catechesi sui migranti: il Bugiardo "argentino" ha deciso di fare finta, che non esistano opinioni diverse dalle sue, e che le sue siano anche conformi al Vangelo: talmente conformi da non aver bisogno di dimostrarlo
di Francesco Lamendola
Anche da Panama, davanti alla platea dei ragazzi convenuti alla Giornata Mondiale della Gioventù del gennaio 2019, Bergoglio non si è fatto alcun problema a ritornare sul motivo quotidiano, dominante, esclusivo, e ormai ossessionate, della sua "catechesi": i migranti e il loro sacrosanto diritto di andare dove vogliono e di essere accolti incondizionatamente nei Paesi da essi scelti, a loro insindacabile giudizio.
Da settimane, mesi, anni, ha sposato questa causa e si è fatto paladino di questo diritto. Da ultimo, per ammantarlo di una legittimità che, altrimenti, non avrebbe, ha fatto la bella pensata di equiparare le migrazioni africane verso l'Italia e l'Europa, e quelle latinoamericane verso gli Stati Uniti, alla condizione della Sacra Famiglia al momento della nascita di Gesù e al tempo della sua prima infanzia, quando Lui e i suoi genitori si rifugiarono in Egitto (ma per un periodo di tempo assai limitato) per sottrarsi alla persecuzione del re Erode; e così ha incominciato a dire che anche Gesù era un migrante, e, di conseguenza (secondo lui, vallo a sapere in base a quale ragionamento) ogni migrante è Gesù: non come Gesù, ma proprio Gesù stesso.
Chi sia, poi, Gesù Cristo, per il signor Bergoglio, lo si può dedurre dalla sua affermazione di stimare Enzo Bianchi come il suo teologo di riferimento: e siccome Enzo Bianchi afferma, da perfetto eretico, che Gesù era un "profeta", se ne ricava che il papa, il vicario di Cristo sulla terra e il capo della Chiesa cattolica, non crede alla divinità di Gesù, quindi non crede alla sua Resurrezione, quindi non crede alla sua Redenzione. Infatti: se non c'è la Resurrezione, non c'è neppure la Redenzione; e se non c'è la divinità di Cristo, non ci può essere alcuna Redenzione, perché nessun semplice uomo, per quanto buono, per quanto santo, per quanto disposto a sacrificare la vita per i suoi fratelli, potrebbe mai redimere niente e nessuno, ma soltanto Dio lo può fare, e specialmente Dio che si fa uomo, senza però cessare di essere Dio: un solo Dio in due Persone. Come dice san Paolo nella Prima lettera ai Corinzi, 15, 12-20:
Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Anche da Panama, alla Giornata Mondiale della Gioventù del gennaio 2019, Bergoglio non si è fatto alcun problema a ritornare sul motivo quotidiano, dominante, esclusivo, e ormai ossessionate, della sua "catechesi": i migranti !
Che la questione delle cosiddette migrazioni (cosiddette, perché si tratta di un fenomeno non del tutto spontaneo, ma sapientemente diretto dall'alto, incentivato, finanziato, programmato e studiato in ogni aspetto) sia una di quelle che si possono considerare esclusivamente dal punto di vista etico, anzi, di un'etica astratta, senza tenere in alcun conto la sua valenza politica e sociale; senza riconoscere, cioè, che accogliere o no qualche individuo povero e sofferente è una cosa, mentre farsi invadere da decine di milioni di individui provenienti da culture totalmente estranee pone a rischio i fondamenti stessi della società che li riceve, tutto ciò può apparire logico e plausibile solo a chi, come il Bugiardo argentino, ha deciso di fare finta, puramente e semplicemente, che non esistano opinioni diverse dalle sue, e che le sue siano anche conformi al Vangelo: talmente conformi da non aver bisogno di dimostrarlo. D'altra parte, neppure un uomo portato alla megalomania, alla tirannia, al disprezzo di chiunque osi criticarlo, come lui - uno, per intenderci, che, dopo la pubblicazione del dossier Viganò, ha saputo rispondere soltanto, durante l'omelia della santa Messa, che i suoi critici sono cani selvaggi - neppure un uomo così, portato alla più totale assolutizzazione del proprio ego, non senza pesanti risvolti di disturbo della personalità, può non vedere che una parte molto consistente dei cattolici non la pensa in tal modo, circa il diritto dei migranti di invadere le patrie altrui, una parte che non riesce a trovare in quale mai pagina, in quale frase del Vangelo si ordini e si pretenda d'imporre una cosa del genere. Ora, qualsiasi dirigente d'azienda, qualsiasi allenatore sportivo, qualsiasi istruttore militare, qualsiasi dirigente scolastico e qualsiasi direttore di giornale sanno, sulla base del puro e semplice buon senso, senza bisogno di riceverlo come un insegnamento specifico da parte di chicchessia, che insistere continuamente, incessantemente, ossessivamente, a dire e fare delle cose che creano una spaccatura fra i propri sottoposti o nel proprio gruppo di lavoro, perché non sono assolutamente condivise da una parte significativa di essi, è una pessima politica, foriera di catastrofici risultati. E poi, non era proprio il ritornello preferito di Bergoglio, quello di non alzare muri, ma di gettare solamente ponti? Bisogna forse dedurre che i soli muri che devono essere abbattuti sono quelli che separano dagli altri, ma che si possono benissimo lasciare, anzi, che si possono alzare e rinforzare tutti i giorni, anche creandoli dal nulla, quelli che creano divisione e lacerazione all'interno della propria comunità? Per essere ancora più chiari: è cosa giusta e buona abbattere i muri verso i protestanti, gli islamici, i giudei, specie se si tratta di chiedere loro perdono e di offrire la propria sottomissione, ma diventa legittimo e perfino doveroso creare muri nei confronti di altri cattolici, i quali, legittimamente, hanno opinioni diverse in fatto di questioni politiche e sociali?
Chi sia, poi, Gesù Cristo, per il signor Bergoglio, lo si può dedurre dalla sua affermazione di stimare Enzo Bianchi come il suo teologo di riferimento: e siccome Enzo Bianchi afferma, da perfetto eretico, che Gesù era un "profeta", se ne ricava che il papa, il vicario di Cristo sulla terra e il capo della Chiesa cattolica, non crede alla divinità di Gesù.
A queste domande pare che si debba rispondere affermativamente. Essere divisivi, per il signore argentino, è un male quando si tratta dei non cattolici, ma diventa un vanto quando si tratta dei cattolici. E già da questo si dovrebbe trarre la logica e necessaria conclusione che costui non è papa, non solo per le gravi violazioni del diritto canonico che hanno accompagnato la sua elezione; né solo perché non è affatto chiaro se qualcuno ha costretto il suo predecessore a dimettersi, al preciso scopo di favorire la sua elezione; non solo perché è un bugiardo cronico, che mente con il cinismo e la disinvoltura con cui respira (mentre sul fatto di non aver ricevuto i dubia dei quattro cardinali; mentre su Barros; mente su McCarrick; mente su Ricca, mente su Zanchetta, mente su tutto ciò che può offuscare la sua mal guadagnata popolarità mediatica); ma soprattutto perché mente sul Vangelo, lo manipola, lo altera, lo stravolge, ne espunge tutto quel che a lui non piace e prende alla lettera tutto quel che gli piace, falsando il vero significato. Gli piacciono i temi marxisti della riscossa delle classi subalterne, e allora prende alla lettera frasi come quelle contenute nella profezia di Isaia: mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, come se Gesù fosse venuto a tirar fuori dalle prigioni i carcerati, e magari gli assassini e i criminali, o a guidare la rivolta dei peones contro i proprietari terrieri; e anche, perché no, le battaglie degli ambientalisti contro la deforestazione e il mutamento climatico. Ma Gesù non ha neanche mai affermato che la schiavitù è perversa in se stessa e che deve essere abolita! E questo non perché Gesù pensasse che la schiavitù è una cosa buona, e che non meriterebbe di essere abolita, ma perché non voleva assolutamente che il suo Lieto Annuncio venisse confuso con un messaggio di natura politico-sociale. A che giova, infatti, abolire la schiavitù, se gli uomini rimangono schiavi del peccato? A che serve liberare i popoli, se i popoli rimangono prigionieri dei peggiori vizi e delle passioni più turpi e vergognose? Gesù non è un liberatore politico, né un riformatore sociale; non perché la politica e la giustizia sociale non siano cose importanti, ma perché sono cose interamente umane, e quindi sono fallibili, e non esiste alcuna garanzia che vengano praticate in maniera veramente e totalmente disinteressata. Invece Lui, che è Dio, è venuto a portare agli uomini, oltre alla sua stessa vita e al suo sacrificio supremo, una Parola che non è umana, ma divina, e che non toglie la fame e la sete solo per un po’ di tempo, ma per sempre, perché è una Parola di vita eterna. E chi ha compreso questo, ha compreso l’essenziale del Vangelo di Gesù Cristo; ma chi non l’ha capito, non ha capito proprio nulla.
Non è più la Chiesa di Cristo, ma una Chiesa, anzi una "neochiesa" dell'Uomo: siamo in presenza di un clamoroso equivoco e di un più vasto fraintendimento intenzionale del Vangelo: un vero e proprio slittamento del Suo significato dalla sfera della trascendenza a quello dell’immanenza.
Ora, l’equivoco, o meglio il voluto fraintendimento, fra il messaggio di Gesù, venuto a liberare gli uomini della povertà spirituale e dalla schiavitù del peccato, e un preteso Gesù venuto a liberare gli uomini in un senso meramente umano, è solo un aspetto, per quanto clamoroso di un più vasto equivoco e di un più vasto fraintendimento intenzionale: di un vero e proprio slittamento di significato del Vangelo dalla sfera della trascendenza a quello dell’immanenza. Tale slittamento ha avuto luogo, specialmente negli ultimi decenni, in ogni ambito della vita della Chiesa e nella vita quotidiana dei fedeli: dalla liturgia alla morale, dalla teologia alla pastorale. Siamo fermamente convinti che non solo san Paolo, sant’Agostino e san Tommaso d’Aquino, ma qualsiasi teologo vissuto fino a meno di cent’anni fa, e qualsiasi papa e qualsiasi sacerdote, o quasi, fra quelli di tutte le generazioni precedenti il Concilio Vaticano II, proverebbero pena, imbarazzo, vergogna e mortificazione, vedendo e udendo ciò che oggi dicono e scrivono e fanno, apertamente e impunemente, i teologi, i sacerdoti, i fedeli che si dicono pieni di carità evangelica e che osano atteggiarsi a più bravi, più veri cristiani, e cattolici più credibili: una parola che va molto, troppo di moda). Essi tacciono o ammiccano con segreta compiacenza verso il divorzio, l’aborto, l’eutanasia; si pronunciano apertamente per il riconoscimento delle cosiddette unioni omosessuali, e alcuni si spingono fino a immaginare una apposto “sacramento” per esse: come se Dio potesse benedire il peccato e come se la Chiesa, contraddicendosi, potesse affermare, oggi, mediante il Magistero, ciò che ha sempre negato e condannato, con la massima fermezza, per quasi duemila anni. In pratica, il nucleo dell’eresia modernista e della presente apostasia della neochiesa è uno solo: l’adeguamento della fede cattolica alla volontà del mondo. Non è più la Chiesa che si propone di convertire il mondo, ma la Chiesa che si lascia convertire dal mondo: adotta la sua mentalità, sposa i suoi punti di vista, s’immedesima e si identifica con le sue passioni disordinate, coi suoi pregiudizi irreligiosi, con le sue false verità. Ma una “chiesa” che fa questo, e che si autocensura per non dispiacere al mondo, e che tace sui ciò che dovrebbe gridare dai tetti, non è più, evidentemente, la vera Chiesa di Gesù Cristo; è diventata un’altra cosa, e di quel’altra, si limita ad usurpare il nome, traendo astutamente in inganno le anime.
La "falsa" catechesi sui migranti: il Bugiardo "argentino" ha deciso di fare finta, che non esistano opinioni diverse dalle sue, e che le sue siano anche conformi al Vangelo: talmente conformi da non aver bisogno di dimostrarlo !
Il tradimento del Vangelo
di Francesco Lamendola
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