ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 29 gennaio 2019

La globalizzazione 4.0

Il normale che è male



Dall’inizio dei tempi fino agli Settanta, nessun essere umano, in nessun tempo e in nessun luogo, in nessuna civiltà e società, è stato iniziato – o, se volete essere buoni, “educato” – alla sessualità a scuola.
Mai.
E non ci sono mai stati problemi.

Da un cinquantennio, esiste l’iniziazione sessuale scolastica imposta dallo Stato laico.
Gli scopi sono ovvi a chiunque non si faccia cieco (ovvero, molto pochi oggi):
1) avviare i ragazzi alla pratica sessuale in età giovanissima senza porre loro alcun limite di natura morale, ma solo la salvaguardia della salute fisica (contraccezione);
2) togliere la gestione di questa delicatissima e fondamentale questione della vita umana ai genitori e al clero per trasferirla “allo Stato”;
3) Oggi, in più, per abituarli all’accettazione del genderismo. Come i libri di testo, fin dalla materna, testimoniano.
Dinanzi a tutto questo, sarebbe assolutamente normale che un papa, e con lui la Chiesa, si battessero perché questo non accada.
Ma ciò che è normale, oggi, è il male. E’ esattamente ciò che viene combattuto da chi dovrebbe difendere il normale.
Magari con la scusante dell’utilizzo della parola “retta”, educazione. Ma sempre educazione sessuale statal-scoalstica deve essere.
Magari dicendo che non deve essere “ideologica”, e facendo finta di dimenticare che l’educazione sessuale è ideologica in sé.
Sarebbe ovvio che tutti coloro che nei decenni scorsi si sono battuti contro l’educazione sessuale nelle scuole, spesso perfino con studi, convegni, libri, ecc., argomentando con cognizione teologica, antropologica e morale le loro ragioni, oggi continuassero a farlo più che mai. Ma quasi tutti costoro oggi tacciono o addirittura criticano chi ancora denuncia questo male.
Tanto, a pagare sono i ragazzi del futuro, mica noi… Come per i bambini abortiti. Mica siamo noi a morire, no?
“Lascia che sia…” “Let it be”, cantavano i profeti di questo mondo. Ed ecco le schiere degli “educatori” al sesso e al gender e a chissà cos’altro entrare con la grancassa nelle scuole dei nostri figli, senza che i genitori possano fare nulla.
Pure avallati, ora. Sono i giorni in cui occorre trovare il coraggio di compiere scelte radicali, per la salvezza dei ragazzi e del futuro. Anche togliendoli da scuola ricorrendo alla scuola parentale. Il loro bene viene prima di tutto.

Pubblicato il 29 Gennaio 2019 by Massimo Viglione

https://www.confederazionetriarii.it/il-normale-che-e-male/
Se alle elementari si spiega cos'è il sesso orale

In una scuola primaria dell'Istituto Comprensivo "Alda Merini" di Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, si sono tenuti dei corsi di "educazione affettiva" rivolti alle quarte e alle quinte, in cui si è parlato di masturbazione, uso del preservativo, omosessualità, identità di genere e sesso orale. In particolare le spiegazioni su quest'ultimo "contenuto" hanno suscitato malessere e disagi tra alcuni bambini. I corsi sono stati tenuti da un'esperta di educazione sessuale del consultorio diocesano "Scarpellini", la quale proprio ieri ha presentato un suo progetto in un'altra scuola di Bergamo.


Tutto è venuto a galla dalla reazione di alcuni bambini di 9 e 10 anni, che dopo quella che doveva essere un’ordinaria mattinata tra i banchi sono usciti da scuola agitati, imbarazzati, a disagio, e ripetendo di continuo “che schifo, che schifo”.

Siamo a Scanzorosciate, in provincia di Bergamo, per la precisione all’Istituto Comprensivo “Alda Merini” e quella mattina, nella primavera del 2018, le classi di quarta elementare hanno affrontato un corso di educazione affettiva. Il corso era stato preventivamente presentato ai genitori della scuola dalla stessa persona che avrebbe poi educato i bambini, Francesca Barcella, un’esperta in educazione sessuale del consultorio familiare diocesano “Costante Scarpellini” (Fondazione Angelo Custode Onlus), che fa capo alla Curia di Bergamo.

«Nel corso dell’incontro di presentazione - spiegano i genitori che ci hanno contattato - ci era stato presentato un percorso incentrato sull’affettività dei bambini: la loro relazione con i compagni e la gestione dei conflitti, la conoscenza del proprio corpo e delle emozioni ad esso legate». In effetti, sul sito della scuola, alla voce «educazione all’affettività» si legge che le finalità sono quelle di «conoscere ed esprimere le proprie emozioni, avvertendo i propri e gli altrui stati d’animo, e avviarsi a sviluppare relazioni interpersonali positive, centrate sull’ascolto, sul dialogo, sull’espressione del proprio pensiero, nel riconoscimento di quello degli altri».

Davanti alle spiegazioni dell’esperta all’incontro di presentazione, nessun genitore aveva sollevato obiezioni. Ma i disagi manifestati dai bambini hanno portato alcune famiglie a volerne sapere di più: hanno così scoperto che in classe si era parlato di sesso orale, masturbazione, uso del preservativo per non avere figli, omosessualità - presentata come un fatto normale - e identità di genere, altro concetto tipico dell’ideologia gender che presuppone il cosiddetto “cambiamento” di sesso rifiutando quello proprio biologico. È stato in particolare il modo in cui si è parlato di sesso orale a suscitare malessere tra i piccoli.

«I bambini ci hanno spiegato che in classe era stata posta una scatola dove poter inserire foglietti con le domande anonime», spiega Elena Pisani, portavoce della sezione bergamasca di Generazione Famiglia, «e in uno di questi foglietti c’era la domanda “che cosa è una pippa?”», domanda a cui l’educatrice, scambiando il termine per sesso orale, «avrebbe risposto parlando di “baci particolari che si danno gli adulti nelle parti intime”». Inoltre, come aggiunge la portavoce di Generazione Famiglia, «tutto questo è stato spiegato con un linguaggio così esplicito da imbarazzare diversi bambini che non hanno voluto parlare con i genitori. Ora alcune famiglie chiedono di essere tempestivamente informate sui corsi destinati ai loro figli riguardanti tematiche sensibili e intime, come da Nota Miur 19534 del 20 novembre 2018, che introduce importanti modifiche sul consenso informato. Vigileremo affinché venga rispettata la libertà educativa della famiglia».

A seguito di ciò un gruppo di genitori ha deciso di chiedere un chiarimento al dirigente scolastico Luigi Airoldi: il risultato è stato un incontro tra lo stesso preside, i genitori e la Barcella, cioè la già citata esperta di educazione sessuale. «Abbiamo chiesto come mai non fossero state filtrate le famose domande anonime messe nella scatola, tenendo in considerazione che le risposte sarebbero state dirette a bambini di 10 anni», racconta Michela Ferrari, mamma di una delle bimbe in classe. «E ci è stato risposto che ai bambini bisogna dare delle risposte, specie in un luogo protetto come la scuola. Noi riteniamo però che parlare di sesso orale a bambini di 10 anni significhi non rispettare i tempi di maturazione della persona, e abbiamo ravvisato anche una mancanza di rispetto per chi si è sentito imbarazzato o a disagio per il modo in cui si parlava di sessualità, per le pratiche che venivano spiegate in maniera esplicita. Inoltre mi chiedo come mai, pur di fronte alle nostre esplicite richieste, non è stato possibile visionare il modulo di presentazione del progetto, i supporti didattici utilizzati, il materiale prodotto durante l’incontro», spiega Michela, aggiungendo che a scuola le hanno fatto vedere solo alcuni cartelloni disegnati dai bambini.

Dopo l’incontro con l’educatrice del consultorio c’è stato un carteggio tra i genitori e Airoldi: in particolare il dirigente scolastico, con una raccomandata del 12 giugno 2018, ripercorre i principali passaggi formali che hanno condotto all’approvazione del corso, dall’attuazione di quanto contenuto nel piano triennale di offerta formativa 2016/2019 fino al momento in cui è stato condiviso e approvato dal “Comitato genitori Scuole Primarie di Scanzorosciate”. Nella stessa raccomandata il dirigente scolastico illustra gli obiettivi del corso affidato alla Barcella: «Approfondire la conoscenza dei cambiamenti fisiologici legati allo sviluppo sessuale, conoscere il funzionamento dell’apparato riproduttivo, esplorare e condividere le principali emozioni legate al processo di cambiamento, conoscere le diversità e le identità di genere, favorire occasioni di confronto tra ragazzi e ragazze su comuni esperienze di crescita e cambiamento (fisico, psichico ed emotivo), incontrare e rispettare le specificità dell’altro: maschio e femmina».

Nulla di nuovo, purtroppo, nel senso che questi contenuti generici - che raramente saltano agli occhi - si tramutano il più delle volte in corsi pieni di insidie che finiscono con il causare una sessualizzazione precoce dei bambini, del resto già irresponsabilmente sdoganata dagli standard dell’Oms per l’educazione sessuale in Europa, violando la loro innocenza e arrivando perfino a parlare loro - come il preside ha messo nero su bianco nella sua lettera - di «identità di genere»: sfortunatamente non tutti lo sanno ma come accennato sopra non si tratta di un concetto innocuo, bensì di un concetto che è alla base dell’ideologia transessualista.

Un approccio di questo tipo, che espone i bambini ad ascoltare e assimilare contenuti osceni, è già raccapricciante di per sé, ma fa soffrire perfino di più constatare che venga portato avanti da un consultorio diocesano (collegato appunto alla Curia di Bergamo), da cui ci si aspetterebbe un’educazione cristiana capace di trasmettere l’importanza del senso del pudore e non l’adeguamento alla cultura dominante.

Tra l’altro non si tratta solo di Scanzorosciate. Proprio ieri pomeriggio si è svolto un incontro di presentazione sempre di un corso di educazione all’affettività, rivolto alle scuole primarie dell’Istituto Comprensivo “Gabriele Camozzi” di Bergamo, a cui hanno partecipato una trentina di genitori e la stessa Barcella. Alla luce del metodo seguito a Scanzorosciate, è difficile stare sereni, visto che non si può far passare per necessario il dare delle risposte su pratiche e perversioni sessuali a classi magari di 20 o più bambini, solo perché uno di loro ha scritto una domanda su un bigliettino: quale sarebbe allora la funzione dell’adulto? Come già faceva notare la mamma intervistata, il fatto che qualche bimbo ne sappia più degli altri non significa che anche gli altri piccoli debbano essere esposti a espressioni e contenuti dannosi.

Ma cosa pensa di tutto questo la Curia di Bergamo? L’allora delegato vescovile per la pastorale scolastica, monsignor Vittorio Bonati, dopo aver ricevuto la lettera di alcune mamme e la documentazione relativa al corso aveva risposto limitandosi a confermare la sua fiducia nell’operato dell’istituto “Alda Merini” e del consultorio “Scarpellini”, auspicando nuove occasioni di confronto tra genitori e scuola.

Sabato pomeriggio abbiamo parlato al telefono con monsignor Giulio Dellavite, segretario generale e addetto stampa della Curia di Bergamo, che ci ha detto di conoscere il caso di Scanzorosciate. Non siamo tuttavia riusciti ad avere un suo giudizio sul fatto che a dei bambini di quarta e quinta elementare si sia parlato in classe di masturbazione e sesso orale, perché monsignor Dellavite ci ha rimandato per qualsiasi informazione a sentire la nuova responsabile della pastorale scolastica, una laica, la professoressa Daniela Noris, insediatasi lo scorso settembre. Ieri abbiamo avuto modo di parlare al telefono con la stessa Noris, che però ci ha spiegato di non conoscere la situazione specifica dell’istituto di Scanzorosciate e ci ha assicurato che farà delle verifiche.

Ermes Dovico
http://www.lanuovabq.it/it/se-alle-elementari-si-spiega-cose-il-sesso-orale

Davos sdogana la droga: bentornati nel Mondo Nuovo

Dal forum invernale di Davos esce sdoganato il commercio della cannabis. Fra i promotori, Israele e Canada sono all'avanguardia nella produzione e nella vendita. Ma una sessione dedicata agli allucinogeni studia il modo di legalizzarli per scopi medici. Ricorda qualcosa? Il futuro da incubo sognato dallo scrittore Aldous Huxley (Il Mondo Nuovo).

Cannabis in serra
La globalizzazione 4.0 parte dalla cannabis e dal forum invernale di Davos dove si riuniscono ogni anno i potenti della Terra per parlare delle questioni più importanti per il nostro pianeta, secondo loro. Su invito, al World Economic Forum, partecipano anche intellettuali e giornalisti e, quest’anno, anche i leading Cannabis executives and investors a sottolineare l’importanza del mondo della cannabis per i grandi investitori internazionali; tre simposi, martedi 22, mercoledì 23 e giovedì 24 gennaio, con testimonial d’eccezione come Ehud Barak, ex premier israeliano.

Infatti proprio Israele e Canada sono in prima linea nella produzione e diffusione e vedono nel mercato europeo un grande trampolino di lancio. Si prevede un mercato floridissimo con in testa Germania e Italia e un fatturato di 55 miliardi tra dieci anni solamente in Europa. Chiaramente molto dipenderà da come si muoveranno gli stati con le loro legislazioni, ma il trend è in crescita. Ma Davos non era interessata sola alla cannabis, c’è ben altro. Una sessione, mercoledì 23, è stata dedicata agli allucinogeni: The New Science of Psychedelics, ovviamente, a scopo terapeutico: funghi allucinogeni per la depressione e MDMA (exstasy) per i traumi. Ma sappiamo bene che la legalizzazione passa sempre attraverso la via terapeutica e già nella Sylicon Valley usano l’LSD per migliorare le capacità cognitive a testimoniare che siamo di fronte ad un vero e proprio “rinascimento psichedelico”. Altro che canne, qui si chiede di rendere legali le droghe allucinogene e l’MDMA.

Forse questi esponenti di primo piano della politica e dell’economia hanno in mente un mondo già preconizzato dal Aldous Huxley (1894-1963)? Nel suo romanzo distopico Il Mondo Nuovo (1932) descrive una Terra dove gli uomini hanno a disposizione una sostanza “euforica, narcotica, gradevolmente allucinante”: il soma, “il delizioso soma; mezzo grammo per un riposo di mezza giornata, un grammo per una giornata di vacanza, due grammi per un’escursione nel fantasmagorico, tre per un’oscura eternità nella luna”. “Tutti i vantaggi del Cristianesimo e dell’alcool, nessuno dei difetti”. Una sostanza che offre “un’evasione dalla realtà quando volete e ritornate senza mal di capo “. Un mondo nel quale i governanti hanno fatto di tutto perché gli uomini non diano fastidio e il soma è infatti “un’istituzione politica”.

E ancora Huxley, ma nel Ritorno al mondo nuovo, saggio scritto nel 1958 per commentare quello che, da lui ipotizzato, si era poi avverato, descrive le varie droghe a disposizione notando come l’LSD si avvicini molto al suo soma concludendo che sicuramente si troveranno sostanze sempre più efficaci e con minori effetti collaterali “per aumentare la suggestionabilità e sminuire la resistenza psicologica”. “Come tutte le scoperte le potremo usare per il bene o per il male. In mano allo psichiatra possono diventare un’arma contro le malattie mentali; in mano al dittatore vincere la battaglia contro la libertà. Più probabilmente, (…), quelle droghe serviranno a far schiavi e liberi, a sanare e a distruggere”. Le attenzioni verso le sostanze allucinogene da parte dei potenti riuniti a Davos alzano ancora di più il livello di attenzione verso queste sostanze e questo grande mercato.

Andrea Bartelloni

http://www.lanuovabq.it/it/davos-sdogana-la-droga-bentornati-nel-mondo-nuovo

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