ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 31 gennaio 2019

La rivincita sul commissariamento dei gesuiti?

GESUITI: IL GRANDE TRADIMENTO   
  
                    

Obbediamo solo a Dio! oggi la vera obbedienza è quella di disobbedire al falso clero massone e gesuitizzato. Il nuovo corso del "Grande Bugiardo" è stata la rivincita sul commissariamento dei gesuiti voluto da Giovanni Paolo II 
di Francesco Lamendola  

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La legge è fatta per gli uomini e non gli uomini per la legge. È una delle straordinarie novità dell’annuncio di Gesù Cristo all’umanità, e una delle principali ragioni dell’odio che i farisei e i membri del Sinedrio hanno concepito nei suoi confronti, perché tale annuncio andava a intaccare proprio la struttura di potere di cui erano parte. Quando Gesù, accusandoli di ipocrisia, ha ricordato loro che, se l’asino cade nel pozzo, il suo padrone lo tira fuori anche nel giorno del riposo sabbatico; e allo stesso modo Egli si prende la libertà di guarire gli infermi nel giorno di sabato, ha messo il dito proprio nella piaga: perché chi ama il potere, e vuol continuare a goderne i privilegi, cerca di assolutizzarne il concetto, di porlo al di sopra degli uomini, in modo che nulla e nessuno venga mai a turbare la sua posizione egemonica. 

Se passa, invece, il principio che la legge va rispettata, sì, ma fino a quando essa è al servizio degli uomini, e non un passo più in là, allora tutti i politicanti e tutti gli ambiziosi che adorano vivere sfruttando il loro potere e i loro privilegi, magari senza far nulla di utile per la società, come dei perfetti parassiti, ma campando di rendita sul monopolio della legge, che sia quella religiosa o quella civile, allora costoro si sentono gravemente minacciati in ciò che sentono come essenziale e irrinunciabile, e reagiscono con tutte le armi che hanno a disposizione. Sappiamo come hanno reagito alla predicazione di Gesù Cristo: in un certo senso, essa li aveva fatti smontare dal piedistallo che si erano costruiti, e dall’alto del quale  potevano sfruttare la massa del popolo. Ma Gesù è venuto a insegnare che tutte le leggi sono riconducibili a una sola Legge, perché tutte le verità parziali sono fondate sull’esistenza di una sola Verità: e, così facendo, ha tolto loro il terreno sotto i piedi, e li ha fatti sentire minacciati nelle loro posizioni di rendita. Ora, chi esercita il monopolio sulla legge, religiosa o civile che sia, è esposto a una forte tentazione: quella di abusarne. Ecco perché, se parliamo di una legge religiosa, è evidente che solo una grande fede può contrastare la continua tentazione di abusare del potere che viene dalla legge. Ma questo è proprio quel che è accaduto: nei custodi della dottrina cattolica, nei detentori del Magistero della Chiesa, a un certo punto  si è indebolita la fede; forse si è perduta del tutto. E tali custodi della legge, divenuti nel loro intimo atei, ma ancora formalmente investiti di tutto il loro potere, sono diventati un terribile fattore di crisi, turbamento, divisione e scandalo nel popolo dei fedeli.

00 AUGIAS MASSONE OBAMA PAPA
C’è una regia che si serve della secolarizzazione della società e della globalizzazione dei mercati per snaturare e capovolgere la funzione e il magistero della Chiesa di Cristo; qualcuno che sta più in alto dei gesuiti e perfino della massoneria e dei miliardari come Soros ed è: "il solito nemico".

Questo, a grandissime linee, è quel che pensiamo sia successo, a partire dal Concilio Vaticano II: una perdita della fede da parte del clero, che lo ha spinto – teologi in testa, con le trombe (gesuite) e la fanfara – a industriarsi in ogni modo per smussare, attenuare, annacquare una dottrina sentita ormai come "superata", ma in realtà come troppo pesante, e perciò desiderosi di allentarne i rigori per godere anche loro un po’ dei piaceri del mondo. In fondo, se tutta la civiltà moderna è costruita sull’individualismo e sull’edonismo, perché solo loro, i preti e i religiosi, avrebbero dovuto seguitare a nutrirsi di pane e acqua? Perché solo loro avrebbero dovuto seguitare a stringere la cinghia, a digiunare, a pregare, a privarsi di ogni comodità, a vivere di beni immateriali, mentre tutti gli altri correvano su e giù per arraffare la loro bella fetta di godimento, di piacere, di felicità schiettamente terrena? Si era spezzata definitivamente la relazione virtuosa fra laicato e clero: il laicato, afferrato dal demone del consumismo, non produceva più vocazioni religiose; e il clero, sempre più esangue per mancanza di forze nuove, intristiva, si ripiegava su se stesso, e cercava disperatamente la maniera di uscire dall’angolo, di riconquistare spazio, non per Dio, ma per se stesso; s’ingegnava per trovare la quadratura del cerchio, per vedere come si potesse fare per conservare l’abito religioso e tuttavia arrendersi al mondo e adottare la sua prospettiva, i suoi valori, le sue aspettative. Non era poi così difficile: esisteva la parola magica per effettuare questa resa incondizionata che, però, non doveva apparire come tale, ma anzi, doveva sembrare un atto di apertura e di magnanimità; e quella parola era, ed è, dialogo. Con la scusa del dialogo, il clero senza più fede, o con la fede azzoppata e indebolita, ridotto a volare basso, a navigare a vista, aveva trovato il modo di arrendersi, ma senza troppo umiliarsi; addirittura a spacciare la propria resa per una vittoria, per un progresso, per un (niente di meno!) approfondimento della fede. Sono queste le parole truffaldine che trasudano dai documenti del Concilio Vaticano II: dialogo,approfondimento della fedeapertura, dolcezzaricerca dei punti d’incontro: che meraviglia! E quanto zucchero, poi: in quantità industriali! Peccato che fossero solo chiacchiere senza costrutto; la realtà era un’altra: il clero si arrendeva, riconosceva la sconfitta, ma solo fra sé e sé; e intanto cambiava faccia, cambiava sottane, cambiava linguaggio. Cambiava tutto, nella più gattopardesca delle sceneggiate: bisognava cambiare tutto, affinché tutto rimanesse come prima. Cioè, per continuare a vivere di rendita: i cardinali nel loro “sacro” collegio, i vescovi nelle loro diocesi, gli abati nei loro conventi, i teologi nelle loro facoltà, e i giornalisti della stampa cattolica nelle loro redazioni. Che altro avrebbero potuto fare, i poverini, giunti a quaranta, cinquanta, sessant’anni di età? Dire:Abbiamo perso la fede!, e lasciare la tonaca, le poltrone, i palazzi, i pulpiti, gli stipendi e i privilegi, compresi gli agganci con i salotti buoni, con i banchieri disinvolti, con i giornalisti delle reti nazionali pubbliche e private, con il mondo degli affari, con gli intellettualimainstream, quelli che invitano vescovi a gogò alla televisione, come fa Corrado Augias, purché siano rigorosamente progressisti e parlino male della Tradizione e di quasi tutto il passato della Chiesa?

0 GENDER VATICANO
I gesuiti erano i fedelissimi (già: ma di chi?), di loro ci si poteva fidare; non era stata per decenni La civiltà cattolica, la roccia su cui si erano infrante le onde dei nemici della Chiesa? Nessuno pareva sospettare che proprio fra di loro stesse maturando il grande tradimento !

E tuttavia, sbaglierebbe chi pensasse che la parabola degenerativa della Chiesa, negli ultimi cinquant’anni, si possa spiegare solo in termini sociologici, antropologici e culturali. Sì, certo questo è stato l’aspetto più vistoso e anche più facilmente riconoscibile: in una società secolarizzata, la resa del clero era solo questione di tempo. E il clero cattolico aveva resistito davvero a lungo, almeno quattro secoli, da quando, reagendo al furioso assalto del luteranesimo, aveva stretto i ranghi, si era auto-riformato, aveva istituito i seminari, moltiplicato le missioni, rafforzato la disciplina, rinverdito gli studi, accentuato la dimensione sociale, pur seguitando a coltivare la spiritualità come la cosa essenziale. In questo senso, più ancora del Concilio, Vaticano II, svoltosi dal 1962 al 1965, è stata la sostituzione della Messa tridentina con la Messa di Paolo VI, nel 1969, a chiudere definitivamente un ciclo e aprire l’ultima fase dell’auto-demolizione della Chiesa cattolica, quella che ora sta culminando sotto i nostri occhi, con le chiese ridotte a pizzerie e ristoranti, i transetti ridotti a piste da ballo per coreografie barbare e pagane, i pulpiti ridotti a teatrini da avanspettacolo, i seminari ridotti a fabbriche di modernisti, arroganti e semideficienti, e il popolo dei fedeli ridotto a una massa di pecoroni che vanno dietro al campanaccio di qualunque pastore, senza saper minimamente riconoscere la differenza fra il vero Buon Pastore e i mercenari, o addirittura i lupi, travestiti da pastori. Se la società, l’economia e la cultura seguitavano a secolarizzarsi, e i rapporti sociali venivano sempre più modellati dall’edonismo, dall’utilitarismo, dal relativismo, era fatale che il clero finisse per restare soggiogato, moralmente e materialmente, dall’orientamento del mondo moderno.

0 GALLERY URLO WOITILA
Giovanni Paolo II vide con chiarezza la nuova strategia di potere dei gesuiti ed è corso ai ripari, con la massima durezza. Ha visto a che gioco stavano giocando e li ha colpiti come mai nessun papa degli ultimi due secoli aveva osato fare: li ha commissariati, li ha isolati, li ha bloccati, li ha mortificati e ha meditato di scioglierli !

Così, invece di convertire il mondo, è stata la Chiesa che si è lasciata convertire; è stata lei che ha cominciato a sacrificare la propria tradizione, e perfino la Tradizione, quella di origine soprannaturale, per giungere a un accomodamento con le richieste della modernità: democrazia, libertà, uguaglianza (in senso politico e giuridico più che morale), diritti civili, soggettivismo etico, autodeterminazione. E così, una cosa tira l’altra, chi deteneva la legge, ha cominciato a modificarla per attuare tale marcia di avvicinamento al mondo moderno: facendo entrare nella Chiesa le nuove tendenze del femminismo, del terzomondismo, del marxismo, del consumismo, dell’edonismo, del nichilismo, del materialismo, perfino la psicanalisi. Che cosa non è “passato” entro il cattolicesimo, generalmente sotto la cappa protettiva dei gesuiti, di ciò che piace al mondo, fra gli anni ’60 e i nostri giorni! Praticamente di tutto, anche le più improbabili; anche lo Yoga, la New Age, i concorsi di bellezza, il bikini, la lotta di classe, la pedagogia libertaria (grazie, don Milani),  Gesù Cristo ridotto a un Che Guevara (e grazie anche a Pasolini), e la teologia della liberazione, e poi il divorzio, l’aborto e l’eutanasia. Da ultimo, anche la sodomia impenitente e trionfante (gaia, appunto), l’omosessualismo e il travestitismo, presentati come alte espressioni di amore e come nuovi modelli di famiglia. I gesuiti erano i fedelissimi (già: ma di chi?), di loro ci si poteva fidare; non era stata per decenni La civiltà cattolica, la roccia su cui si erano infrante le onde dei nemici della Chiesa? Nessuno pareva sospettare che proprio fra di loro stesse maturando il grande tradimento, il grande capovolgimento di alleanze: l’8 settembre della Chiesa cattolica. E invece è stato proprio così. C’è stato un papa postconciliare, Giovanni Paolo II, il quale, benché non immune dagli errori del modernismo, e soprattutto subalterno ai disegni del giudaismo aggressivo - è stato lui a definire gli ebrei i nostri fratelli maggiori, e a sostenere l’assurda ed eretica tesi che essi hanno tuttora l’Alleanza privilegiata con Dio (dopo aver messo in croce il nostro Signore Gesù Cristo!), perciò non hanno necessità di convertirsi - a vedere con chiarezza, in compenso, la nuova strategia di potere dei gesuiti ed è corso ai ripari, con la massima durezza. Ha visto a che gioco stavano giocando e li ha colpiti come mai nessun papa degli ultimi due secoli aveva osato fare: li ha commissariati, li ha isolati, li ha bloccati, li ha mortificati e ha meditato di scioglierli. Grazie anche all’improvvisa e grave malattia del loro generale, il basco Pedro Arrupe, il capo e la testa pensante della nuova strategia modernista dei gesuiti: allearsi con il mondo contro la Chiesa “tradizionalista”, fuggire in avanti per non essere scavalcati dagli eventi, stringere un patto col diavolo prima di trovarsi estromessi dalla società e, magari, ricacciati nelle catacombe, come duemila anni fa.Non hanno pensato, sciagurati, che questa era proprio la strategia del diavolo. In cambio di una tregua coi nemici della Chiesa, hanno deciso di barattare la loro alleanza con essi: dopo di che si sono trasformati nei più zelanti e formidabili nemici di quel che ancora resta del vero cattolicesimo. Hanno avuto anche altri alleati, dentro la Chiesa, questo è certo: come il servita David Maria Turoldo, quello che ha dichiarato pubblicamente di schierarsi per il divorzio e per l’aborto; quello che spezzava la coroncina del Rosario e la calpestava davanti alla folla, esortando tutti a farla finita con quelle superstizioni medievali; ma soprattutto hanno avuto potenti alleati fuori della Chiesa, e li hanno tuttora. Basta dare una scorsa agli amici di Bergoglio: Pannella, Bonino, Scalfari, Napolitano, Mattarella, e soprattutto Soros e la grande finanza speculativa, la massoneria, il Pd, i democratici americani (Obama/Clinton) per capir da che parte vengono i sostegni, le complicità, i finanziamenti al “nuovo corso” del Grande Bugiardo, al Jefe Maximo argentino, ben deciso ad affossare, una volta per sempre, quel poco che ancora resta in piedi del vero cattolicesimo e della vera Chiesa. Del resto, la sua prima mossa non è forse stata quella di commissariare, così, da un giorno all’altro e senza dare mai la minima spiegazione, i Francescani e le Francescane dell’Immacolata? Pare proprio che sia stata la rivincita sul commissariamento dei gesuiti voluto da Giovanni Paolo II. Prima che un altro papa commissari noi, noi commissariamo la Chiesa. Corsi e ricorsi della storia.

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Oggi la vera obbedienza è quella di disobbedire al falso clero massone e gesuitizzato. Il nuovo corso del "Grande Bugiardo" è stata la rivincita sul commissariamento dei gesuiti voluto da Giovanni Paolo II?


Disobbedire alla (falsa) chiesa per obbedire a Dio

di Francesco Lamendola
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