Il Vaticano celebra il 60esimo anniversario
della rivoluzione comunista cubana
Quando, Domenica scorsa, abbiamo pubblicato le foto di Francesco che nel corso dell’udienza del 2 gennaio 2019 assiste alla esibizione del Circo Cubano, non sapevamo che tale esibizione fosse compresa in un più vasto programma organizzato per celebrare il 60esimo anniversario della rivoluzione comunista cubana.
E già, perché il Papa della teologia della liberazione ha disposto che il Vaticano commemorasse la presa del potere comunista a Cuba e gli orrendi sessant’anni della sua tirannia, che comprende l’uccisione di migliaia di cattolici.
La notizia è stata riportata dalla pagina in spagnolo di Vatican News del 2 gennaio 2019, ma, viste le pesanti reazioni causate, la pagina è stata presto rimossa dal sito del Vaticano. Tuttavia, TIA Media è stata in grado di recuperare una copia dell’originale a partire dagli archivi cache di Google.
Di seguito, offriamo ai nostri lettori una traduzione [in inglese] dell’articolo del Vaticano, seguito dalla copia della pagina originale in spagnolo.
Lo storico anniversario è stato celebrato con una cerimonia ufficiale alla quale ha partecipato l’ex Capo di Stato e capo del Partito Comunista Cubano, Raul Castro, insieme all’attuale Presidente Miguel Días-Canel.
Maria Cecilia Mutual, Città del Vaticano
Questo 1 gennaio 2019, la Rivoluzione Cubana compie 60 anni. Nell’isola, lo storico anniversario è stato celebrato con una cerimonia a Santiago di Cuba, nel cimitero di Santa Ifigenia, dove Fidel Castro, morto il 25 novembre 2016, è sepolto insieme agli altri grandi eroi nazionali.
Il primo gennaio 1959, il dittatore Fulgencio Batista fuggì dopo 26 mesi di guerriglia guidata dai fratelli Fidel e Raul Castro. Fu da Santiago che Fidel Castro proclamò “l’inizio della rivoluzione”.
La cerimonia ufficiale si è svolta nella parte orientale di Santiago di Cuba, “culla della Rivoluzione”, ad essa hanno preso parte l’ex Capo di Stato e capo del Partito Comunista Cubano, Raúl Castro, l’attuale presidente Miguel Días-Canel e i capi del Partito Comunista e delle Forze Armate.
In un lungo discorso, l’ex Capo di Stato Raúl Castro ha riaffermato la continuità del socialismo nell’isola, nonostante il forte confronto con gli Stati Uniti e la “chiusura dell’Impero (americano) rispetto alla sinistra latinoamericana”. “Non abbiamo più paura”, ha detto il leader di 87 anni. “Non siamo intimiditi dal linguaggio della forza e delle minacce”, ha continuato, annunciando che Cuba si sta preparando “per gli scenari peggiori”. “Continueremo a dare la priorità al compito di preparare la nostra difesa” con l’obiettivo di “preservare la sovranità e la pace”, ha aggiunto.
Francesco a Cuba
Nel 2015, Papa Francesco visitò le isole dei Caraibi, dal 20 al 22 settembre, ed ebbe un incontro privato con l’ex Presidente e capo della rivoluzione, Fidel Castro. Il 12 febbraio 2016, il Papa compì una seconda visita nell’isola, durante una sosta del suo viaggio in Messico, e lì ebbe modo di incontrare il Patriarca di Mosca.
La vittoria della cultura dell’incontro
Non appena mise piede sul suolo cubano, Francesco parlò del “processo di normalizzazione delle relazioni tra i due popoli dopo anni di disaffezione”. Un evento – disse il Papa – “che ci riempie di speranza”.
“È un processo, è un segno della vittoria della cultura dell’incontro, del dialogo, del sistema di crescita universale… sul sistema, morto per sempre, di dinastia e gruppi”, ha detto al José Martí. “Incoraggio i leader politici a continuare ad avanzare su questa strada e a svilupparne appieno le potenzialità, a testimonianza dell’alto servizio che sono chiamati a dare per favorire la pace e il benessere dei loro popoli e di tutta l'America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero. Il mondo ha bisogno di riconciliazione in questo clima da terza Guerra Mondiale per tappe in cui viviamo”.
Il popolo di Dio a Cuba
Nella sua omelia della Messa celebrata nella Piazza della Rivoluzione, il Santo Padre ha parlato del “santo popolo fedele di Dio che avanza a Cuba”, “un popolo che cammina, che canta e loda”. “E’ una città che ha ferite, come tutte le persone, ma che sa come avere le braccia aperte, che marcia con speranza, perché la sua vocazione è una vocazione di grandezza. Come la seminarono i suoi eroi”. “Oggi vi invito ad alimentare questa vocazione, a prendervi cura di questi doni che Dio vi ha dato, ma soprattutto voglio invitarvi a curare e servire in modo speciale la debolezza dei vostri fratelli”.
La rivoluzione della Misericordia del Papa
“Non dimentichiamo la Buona Novella di oggi”, ha esortato il Papa in quell’occasione. “L’importanza di un popolo, di una nazione. L’importanza di una persona si basa sempre su come serve la debolezza dei suoi fratelli. In questo troviamo uno dei frutti della vera umanità. Perché, cari fratelli e sorelle, chi non vive per servire non è degno di vivere”.
della rivoluzione comunista cubana
Quando, Domenica scorsa, abbiamo pubblicato le foto di Francesco che nel corso dell’udienza del 2 gennaio 2019 assiste alla esibizione del Circo Cubano, non sapevamo che tale esibizione fosse compresa in un più vasto programma organizzato per celebrare il 60esimo anniversario della rivoluzione comunista cubana.
E già, perché il Papa della teologia della liberazione ha disposto che il Vaticano commemorasse la presa del potere comunista a Cuba e gli orrendi sessant’anni della sua tirannia, che comprende l’uccisione di migliaia di cattolici.
La notizia è stata riportata dalla pagina in spagnolo di Vatican News del 2 gennaio 2019, ma, viste le pesanti reazioni causate, la pagina è stata presto rimossa dal sito del Vaticano. Tuttavia, TIA Media è stata in grado di recuperare una copia dell’originale a partire dagli archivi cache di Google.
Di seguito, offriamo ai nostri lettori una traduzione [in inglese] dell’articolo del Vaticano, seguito dalla copia della pagina originale in spagnolo.
Cuba celebra i 60 anni della rivoluzione
Lo storico anniversario è stato celebrato con una cerimonia ufficiale alla quale ha partecipato l’ex Capo di Stato e capo del Partito Comunista Cubano, Raul Castro, insieme all’attuale Presidente Miguel Días-Canel.
Maria Cecilia Mutual, Città del Vaticano
Questo 1 gennaio 2019, la Rivoluzione Cubana compie 60 anni. Nell’isola, lo storico anniversario è stato celebrato con una cerimonia a Santiago di Cuba, nel cimitero di Santa Ifigenia, dove Fidel Castro, morto il 25 novembre 2016, è sepolto insieme agli altri grandi eroi nazionali.
Il primo gennaio 1959, il dittatore Fulgencio Batista fuggì dopo 26 mesi di guerriglia guidata dai fratelli Fidel e Raul Castro. Fu da Santiago che Fidel Castro proclamò “l’inizio della rivoluzione”.
La cerimonia ufficiale si è svolta nella parte orientale di Santiago di Cuba, “culla della Rivoluzione”, ad essa hanno preso parte l’ex Capo di Stato e capo del Partito Comunista Cubano, Raúl Castro, l’attuale presidente Miguel Días-Canel e i capi del Partito Comunista e delle Forze Armate.
In un lungo discorso, l’ex Capo di Stato Raúl Castro ha riaffermato la continuità del socialismo nell’isola, nonostante il forte confronto con gli Stati Uniti e la “chiusura dell’Impero (americano) rispetto alla sinistra latinoamericana”. “Non abbiamo più paura”, ha detto il leader di 87 anni. “Non siamo intimiditi dal linguaggio della forza e delle minacce”, ha continuato, annunciando che Cuba si sta preparando “per gli scenari peggiori”. “Continueremo a dare la priorità al compito di preparare la nostra difesa” con l’obiettivo di “preservare la sovranità e la pace”, ha aggiunto.
Francesco a Cuba
Nel 2015, Papa Francesco visitò le isole dei Caraibi, dal 20 al 22 settembre, ed ebbe un incontro privato con l’ex Presidente e capo della rivoluzione, Fidel Castro. Il 12 febbraio 2016, il Papa compì una seconda visita nell’isola, durante una sosta del suo viaggio in Messico, e lì ebbe modo di incontrare il Patriarca di Mosca.
La vittoria della cultura dell’incontro
Non appena mise piede sul suolo cubano, Francesco parlò del “processo di normalizzazione delle relazioni tra i due popoli dopo anni di disaffezione”. Un evento – disse il Papa – “che ci riempie di speranza”.
“È un processo, è un segno della vittoria della cultura dell’incontro, del dialogo, del sistema di crescita universale… sul sistema, morto per sempre, di dinastia e gruppi”, ha detto al José Martí. “Incoraggio i leader politici a continuare ad avanzare su questa strada e a svilupparne appieno le potenzialità, a testimonianza dell’alto servizio che sono chiamati a dare per favorire la pace e il benessere dei loro popoli e di tutta l'America, e come esempio di riconciliazione per il mondo intero. Il mondo ha bisogno di riconciliazione in questo clima da terza Guerra Mondiale per tappe in cui viviamo”.
Il popolo di Dio a Cuba
Nella sua omelia della Messa celebrata nella Piazza della Rivoluzione, il Santo Padre ha parlato del “santo popolo fedele di Dio che avanza a Cuba”, “un popolo che cammina, che canta e loda”. “E’ una città che ha ferite, come tutte le persone, ma che sa come avere le braccia aperte, che marcia con speranza, perché la sua vocazione è una vocazione di grandezza. Come la seminarono i suoi eroi”. “Oggi vi invito ad alimentare questa vocazione, a prendervi cura di questi doni che Dio vi ha dato, ma soprattutto voglio invitarvi a curare e servire in modo speciale la debolezza dei vostri fratelli”.
La rivoluzione della Misericordia del Papa
“Non dimentichiamo la Buona Novella di oggi”, ha esortato il Papa in quell’occasione. “L’importanza di un popolo, di una nazione. L’importanza di una persona si basa sempre su come serve la debolezza dei suoi fratelli. In questo troviamo uno dei frutti della vera umanità. Perché, cari fratelli e sorelle, chi non vive per servire non è degno di vivere”.
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