Del Ss. Nome di Gesù.
Vocatum est nomen eius Jesus.
Perché il S. Vangelo richiama le nostre attenzioni sul nome divino e significativo di Gesù? Per eccitarci a meditarne del continuo la sua eccellenza e la sua virtù. « O Gesù, gridava S. Girolamo Emiliani, non siate mio giudice, ma mio Salvatore! » Inoltre perché gli uomini l’onorassero come si conviene: Sanctum et terribile nomen ejus…. Sit nomen Domini benedictum…
I. — Eccellenza del nome di Gesù.
1. — Questo nome non è stato creato dagli uomini. Viene da Dio Padre: da tutta l’eternità l’ha imposto al suo Unigenito Figliuolo e per mezzo ‘dell’Arcangelo Gabriele l’ha reso manifesto a Maria e a Giuseppe: Vocabis nomen ejus Jesum. Iddio solo poteva dare al Verbo fatto carne un nome che Gli fosse conveniente, perché Lui solo conosceva perfettamente da tutta l’eternità la natura e la missione di Cristo Gesù.
2. — Difatti questo nome non solo significa che N. S. è Dio, ma che è altresì il Salvatore degli uomini. Donde i Santi dissero che il nome di Gesù è al di sopra del Nome stesso di Dio, perché quest’ultimo nome designa solo Iddio, come Creatore e Signore, mentre quello di Gesù lo designa altresì come Salvatore e Redentore. Ora l’opera della Redenzione sorpassa quella della Creazione: il che rilevasi dalle parole che la S. Chiesa ogni giorno mette sulle labbra de’ suoi sacerdoti: « Deus, qui humanæ substantiæ dignitatem mirabiliter condidisti, et mirabilius reformasti ». S. Bernardo diceva: « Io devo tutto me stesso al mio Creatore: non devo io di più al mio Redentore e al mio Riparatore? Creandomi, ha detto una parola; ma per redimermi, quante parole ha dovuto pronunziare ,quante meraviglie ha dovuto compiere, quante sofferenze ha dovuto sostenere.. ! »
3. — Questo nome è grande e glorioso: In Israel magnum nomen ejus Deus exaltavit Filium, et donavit illi nomen quod est super omne nomen, ut in nomine Jesu omne genuflectatur cœlestium, terrestrium et infernorum…. In cielo lo lodano e lo esaltano gli Angeli e i santi; in terra la Chiesa l’onora e si sforza di farlo conoscere per ogni dove; nell’inferno…. fa tremare i demonii… Magnificasti super omne, nomen sanctum
II. — La potenza del nome di Gesù.
1. — È terribile agli stessi demoni. In nomine meo dæmonia ejicient: gli esorcismi della Chiesa… Vedete Davide: con una sola fionda s’avanza coraggioso contro Golia, e gli dice che è sicuro di prostrarlo: Ego venio ad te in nomine Domini. Parimenti nel nome di Gesù noi riporteremo vittoria sulle potenze d’averno. Sarà terribile agli empi, nell’ora di loro morte e del conseguente giudizio particolare. Quanti perversi furono quaggiù visibilmente castigati per aver bestemmiato il nome di Gesù!… Ario, Voltaire…
2. — È un nome pieno di potenza per rovesciare ed infrangere gli idoli, per convertire gl’infedeli e i peccatori più ostinati. S. Paolo è convertito dal nome di Gesù: Quis es Domine? Ego sum JESUS, quem tu persequeris!… Convertitosi a Cristo è infaticabile nel diffondere le glorie dei nome di Gesù : Vas electionis est mihi iste, ut portet nomen meum coram gentibus S. Bernardo dice: «Portabat Nomen tamquam lumen. – È altresì pieno di potenza per aiutarci a domare le nostre passioni. Nelle prove e nell’avversità c’inspira vigore e coraggio. Vedete gli Apostoli: Ibant gaudentes a conspectu concila, quoniam digni habiti sunt prò nomine Jesu contumeliam patì. – S. Pietro diceva ai fedeli del suo tempo: Si exprobramini in nomine Christi, beati eritis… S. Stefano: Domine Jesu, suscipe spiritum meum. San Ignazio M.: « Hoc nomen cordi meo inscriptum habeo ». Nel nome di Gesù i martiri trovarono la costanza per soffrire e per morire. Giovanna d’Arco muore sul rogo, pronunziando tre volte il nome di Gesù…. Agli agonizzanti si suggerisce d’invocare il nome di Gesù, per sostenerli nell’ultimo combattimento.
3 – — È un nome salutare —
a) per l’anima; Ipse enim salvum faciet populum suum a peccatis corum… Non est aliud nomen datum hominibus, in quo oporteat nos salvos fieri…. Quicunque invocaverit nomen Domini, salvus erit…. Eutimio diceva: Giuda si sarebbe salvato, se avesse invocato il nome di Gesù. Per la virtù del nome di Gesù noi tutti siamo santificati e purificati; —
b) per il corpo: in nomine meo serpentes tollent, et si mortiferuni quid biberint, non eis nocebit. – S. Pietro disse allo storpio: In nomine Jesu, surge et ambula. Nella vita dei santi leggiamo a migliaia di siffatti miracoli.
4. — È sovranamente efficace per allontanare tutti i mali, e per colmarci d’ogni sorta di beni. È la vera sorgente d’ogni fatta di grazie: Amen dico vobis, si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis… – Bernardo, commentando quelle parole della Cantica: Oleum effusum nomen tuum, scrive che il nome di Gesù è come l’olio « Lucet, pascit, et ungit », cioè è luce, cibo e medicina «Jesus cognitus illuminat meutes, exoratus sanat infirmitates, invocatus roborat in periculis, cogitatus in tristitia consulatur et lætificat ».
5. — È infinitamente amabile. È il nome del nostro dolce Salvatore, del fratel nostro, del nostro amico, dello sposo diletto dell’anima nostra… È un nome di fede, di speranza e di amore…. Scrive ancora S. Bernardo : « Jesu, in aure dulce canticum, in ore mei mirificum, in corde nectar cœlicum. Nil canitur suavius, nil auditur jucundius, nil cogitatur dulcius, quam Jesus Dei Filius … »
III. — Come dobbiamo onorarlo?
1. — Pronunziamolo spessissimo… S. Paolo, tutto ripieno d’amore pel nome di Gesù, nelle sue lettere lo ripete più di 240 volte: decapitato, la sua lingua ancor tre volte lo proferisce. Pronunziamolo con gran rispetto, chinando il capo, facendo qualche volta la genuflessione: In nomine Jesu omne Senu flectatur… terrestrium... con grande divozione, riconoscenza ed affetto.
2. — Ad esempio di Dio e dei Santi, abbiamo la pia costumanza di non rifiutare mai qualunque cosa che ci venga chiesta nel nome di Gesù, tranneché non si possa farlo da noi.
3. — Siamo premurosi di fare sempre ogni nostra cosa nel nome di Gesù: Quodcunque facitis in verbo aut in opere, omnia in nomine D. N. . C… Sia che vegliate, sia che riposiate, sia che camminiate; se studiate, se scrivete, se pregate o lavorate…. fate ogni cosa in unione a Gesù Cristo, perché dice l’Autore dell’Imitazione « è un dolce paradiso l’essere uniti a Gesù ». Se sono ammalato, Gesù sarà il mio aiuto, il mio medico. Voglio spirare l’anima mia fra le braccia di Gesù; voglio che l’ultima mia parola sia: Gesù « Jesu, esto mihi semper Jesu, et salva me ».
4. — Giacché Gesù è stato il nostro Salvatore, attestiamogli tutta la nostra più viva gratitudine: amiamolo ardentemente, e prova di questo nostro amore, sia il profitto che dobbiamo trarre dalle sue grazie. Provvediamo a santificare e a salvare noi, e pensiamo e adoperiamoci per la santificazione e per la salvezza del nostro prossimo.
Conclusione.
— Fratelli miei! meditate attentamente tutto questo, riandate spesse volte la eccellenza e la possanza del nome di Gesù. Questo ricordo vi fortificherà, vi consolerà, vi farà vieppiù degni di Gesù e del cielo.
Vocatum est nomen ejus JESUS.
Gli uomini hanno la smania di voler circondare di celebrità il loro nome… All’uopo indurano nelle fatiche, ricorrono a qualunque mezzo. Vedete i discendenti di Noè!… Innalzarono la famosa torre di Babele… ut celebremus nomen nostrum…. Era una vera pazzia… Anche dei conquistatori, per lo stesso obbiettivo, hanno seminato di stragi il mondo, hanno minato le nazioni…. Fu una follìa selvaggia, crudele!… I loro nomi non si ricordano senza un senso di raccapriccio. Venne sulla terra il Figlio di Dio per salvare gli uomini e per fare del bene… Anche il suo Nome benedetto è degnissimo di lode e della nostra riconoscenza. Questo Nome è un nome di potenza, di speranza e di amore.
I. — Nome di potenza.
Gesù è il Nome del Figliuol di Dio: designa la maestà infinita del Verbo fatto carne, del Re della gloria, a cui è stato dato ogni potere sì in cielo come in terra…. Di sé stesso ha detto: Per me reges regnant…. S. Giovanni, l’ha completato: Rex regum, Dominus dominantium. Il suo nome:
1. — È possente in cielo. Gli Angeli l’odono ripetersi, osannano a Lui, tremebondi circondano il suo trono. I santi lo cantano in un impeto di eterna riconoscenza: a questo Nome divino devono la loro salvezza, la lor gloria, la loro felicità. Questo Nome benedetto ha il potere di aprire per noi i tesori del cielo A questo nome sacro si piega Iddio Padre — niente rifiuta: Si quid petieritis Patrem in nomine meo, dabit vobis.
2. — È possente sulla terra. Predicandolo, gli Apostoli hanno compiuto dei veri miracoli, hanno infranti gli altari e le false divinità, hanno evangelizzato i popoli, hanno cacciato via le tenebre della barbarie. Questo nome ha recato al mondo intero luce e salute…. Quicumque invocaverit nomen Domini, salvus erit … « Paulus, scrive S. Bernardo, portabat Nomen tamquam lumen, et illuminabat patriam ». Ha il potere di liberarci da ogni sorta di pericoli, di consolare gli afflitti, di convertire i peccatori, di confortare ed aiutare i moribondi. « Ire della terra, diceva S. Pier Crisologo, si fanno chiamare dal nome dei popoli vinti e soggiogati: il Figlio di Dio ha preso quaggiù il suo nome dai benefici che ci ha fatto ». Quante vittorie ha riportato questo nome sui nemici della fede e della Chiesa!
3. — È possente laggiù nell’inferno. Al pronunciarsi del nome di Gesù, i demoni si turbano, tremano, ruggiscono. Nel nome di Gesù i Santi hanno riportato moltissime vittorie sugli spiriti delle tenebre!
II. — Nome di speranza.
1. — Positus est hic… in resurrectionem multorum. Questo nome divino ci protegge contro ogni sorta di malattie, di mali spirituali e temporali, che potrebbero esserci procacciati, dalla cattiveria dei demoni o del mondo. Siete infermi? Invocate il Nome di Gesù, vi guarirà o almeno vi consolerà. Siete afflitti? invocate il Nome di Gesù, vi sosterrà e vi conforterà… Può sviare da voi i castighi che avete meritato co’ vostri peccati
2. — Ci ottiene ogni sorta di beni: innanzi tutto il perdono dei nostri trascorsi, poi le grazie necessarie per vivere santamente, per praticare le virtù cristiane, per morire piamente tra le braccia di N. S.
3. — Finalmente possiamo sperare, in virtù di questo Ss. Nome, d’entrare, quandochessia, incielo. Ne è come la chiave: Non est aliud nomcn datum hominibiis, in quo oporteat nos salvos fieri… Ci pensiamo noi a tutti questi motivi di consolazione e di speranza?
III. — Nome d’amore.
Ci ricorda tutte le meraviglie Cuor di Gesù. Dice il P. Coleridge che è un compendio completo, una descrizione perfetta del carattere del Verbo Incarnato, nonché della sua divina missione. Ci squaderna dinnanzi allo sguardo:
1. — I suoi innumeri benefici. Innanzi tutto verso la Madre Sua: « Cui Virgini, dice S. Pier Crisologo, merito salva sunt omnia, quæ omnium genuit Salvatorem »; poi verso tutti noi a partire dal momento in cui discese dal cielo… Se si considera la disposizione che il Divin Verbo ebbe di salvarci, il nome di Gesù gli conviene dal primo istante del suo concepimento: se si considera l’atto col quale meritò di salvarci, questo stesso nome gli conviene a datare dal giorno della circoncisione, in cui effuse le prime stille di quel sangue, che più tardi avrebbe in larga copia versato sulla Croce.
Questo Nome, mirabilmente espressivo, ricorda nello stesso tempo l’Incarnazione e la Redenzione, lo stabilimento della Chiesa, l’istituzione dei Ss. Sacramenti, specie quello della Eucarestia, e finalmente la glorificazione degli eletti in cielo, ove l’opera del Salvatore avrà il suo compimento.
2. — Le pene indicibili, che ha tollerato per noi. Questo Nome di Salvatore non è un nome vano. Ha operato la nostra salvezza a prezzo del suo sangue…. Empti estis pretio magno…. dice l’Apostolo. Il Nome di Gesù ricorda agli uomini tutti quello che per loro ha sofferto dalla Circoncisione fino al Calvario.
3. — Le virtù, che ha esercitato. Quand’io pronuncio il nome di Gesù, mi rappresento un uomo dolce e umile di cuore, un uomo buono, compassionevole, ripieno d’ogni virtù, un Dio, la stessa Bontà, la Potenza e la Santità infinita; venuto dal cielo per mostrarci la via che al cielo mena e per salvarci. – Quando dico Gesù, dico tutte le perfezioni divine ed umane in tanto in quanto quest’ultime possono convenirgli…. Non sono questi possenti motivi per amarlo di amor vero, per seguirlo con generosità, per servirlo con fedeltà, per imitarlo? « Sit tibi Jesus semper in corde, hic sit cibus, dulcedo et consolation tua » (S. Anselmo). « Nec lingua valet dicere, nec littera exprimere: expertus potest credere quid sit Jesum diligere ».
Conclusione.
— Siate pieni di rispetto, di riconoscenza, e di amore per il Nome Ss. di Gesù. Questo nome benedetto vi sia come di stimolo per amare vieppiù il Divin Salvatore, e per imitarlo. « Sis. Jesu, nostrum gaudium, qui es futurum proeminium: sit nostra in te gloria, per cuncta semper sæcula ».
Dei significati del Nome di Gesù.
Vocatum est nomen ejus JESUS, quod vocatum est ab Angelo.
Se noi comprendessimo bene tutti i sigriificati misteriosi e meravigliosi del santo nome di Gesù, con quale rispetto e con quanto amore lo pronunceremmo! – Consideriamone qualcuno. « Àdmirabile nomen Jesu, quod est super omne nomen, venite adoremus ».
I. — Gesù il nome del nostro Iddio e Sovrano Signore.
Isaia anticipatamente salutava il Verbo Incarnato in questi termini: Puer natus est nobis…. et vocabitur nomen ejus Admirabilis. Consiliarius. Deus, Fortis, Pater futuri sæculi, Princeps pacis… GESÙ significa tutto questo, perché Gesù è il Figlio unico di Dio, il Dio eterno e onnipossente, il Creatore del cielo e della terra, il Sovrano Signore di tutto il creato…. Sanctum adunque et terribile nomen ejus. Gli Angeli lo pronunciano venerabondi e tremebondi: Deus exaltavit illum, et donavit illi nomen, quod est super omne nomen… Pronunziamolo adunque col più grande rispetto, con la più profonda venerazione…. Domine, Dominus noster, quam àdmirabile est nomen tuum in universa terra… Confitemini Domino, et invocate nomen ejus; mementote quoniam excelsum est nomen ejus Sit nomen Domini benedictum, ex hoc nunc, et usque in sæculum.
II. — Gesù è il nome del nostro dolce Salvatore.
Ecce concipies et paries filium, disse Gabriele a Maria, et vocabis nomen ejus JESUM. Mentre l’Arcangelo diceva a Giuseppe di imporre questo nome al nascituro, soggiungeva che l’infante avrebbe salvato populum suum a peccatis eorum. Difatti il Figlio di Dio è venuto per salvarci: la sua missione fu questa: quærere et salvum facere quod perierat. Appunto per questo motivo Dio Padre da tutta l’eternità gl’impose il nome di Gesù che vuol dire: Salvatore. Ma Gesù, avendo perfettamente qua in terra realizzato il significato del suo nome, ne consegue che questo nome fa a noi rifluire tutto quello che ha fatto e sofferto per salvarci: tutti i misteri della sua vita, i suoi sacramenti, l’invio degli Apostoli per omnem terram, la sua perpetua presenza nella Chiesa e nella Ss. Eucarestia…. brevemente « tutto l’ordine e tutta l’economia della redenzione umana » come s’esprime bellamente il Catechismo Romano. – Gioia, riconoscenza, amore, ecco i sentimenti che il nome di Gesù dovrebbe ridestare nel nostro cuore! Non est aliud nomen datum hominibus, in quo oporteat nos salvos fieri… Dedìt se ut liberaert populum, et acquireret sibi nomen æternum Propter gloriam nominis tui, Domine, libera nos, et propitius esto peccatis nostris propter nomen tuum….
III. — Gesù è il nome del nostro Divin modello.
Di fatti il nome di Gesù ci ricorda la sua santa vita, tutte le sue adorabili perfezioni, tutte le virtù ammirabili che ha praticato per salvarci, per insegnarci la via del cielo: giacché N. S. cœpit facere et docere… – Adunque Gesù è l’umiltà, la dolcezza, la bontà, la misericordia; è la purezza, la modestia; è la povertà, l’obbedienza, l’abnegazione, la pazienza… – Qui sequitur me, non ambulat in tenebris. Discite a me… exemplum dedi vobis… Inspice et fac secundum exemplar ejus… 0 Jesu, oleum effunsum nomen tuum, adolescentulæ dilexerunt te. Questo Nome dolcissimo, ecciti pertanto in noi tutti un ardente desiderio di imitare un sì amabile Salvatore, un sì splendido Modello; riproduciamo in noi stessi le sue virtù, la sua vita. Con lo sforzo di rassomigliarci a Lui, diventeremo suoi discepoli e degni di essere accolti in cielo… Pensiamo sovente al santo Nome di Gesù.
IV. — Gesù è quel premio che avanza ogni umano desiderio.
Lo ha detto Lui stesso: Ego ero merces tua magna nimis. Con quale trasporto d’amore i Santi lo lodano e lo ringraziano in Cielo!…. Magnificate Dominum mecum, et exaltemus nomen eius in idipsum. Dopo d’averci sulla terra insegnata la via del paradiso, ascese al cielo per preparare un posto a ciascun di noi…. Vado parare vobis locum… Pater, volo ut ubi sum ego, et ubi sint mecum. Siamogli fedeli, amiamolo, imitiamolo. Viviamo quaggiù della vita sua, e un dì gioiremo eternamente in cielo: sappiate che « esse cum Jesu dulcis paradisus »! così l’autore dell’Imitazione. Sursum corda! perocché ubi thesaurus vester est, ibi et cor vestrum erit. Distacchiamo il nostro cuore dalla terra; in alto le menti e i cuori, aneliamo alle gioie imperiture del cielo: Si consurrexistis cum Christo, quae sursum sunt quaerite, ubi Christus est in dextera Dei sedens: quæ sursum sunt sapite, non quæ super terram.
Conclusione. — Amiamo, lodiamo, ringraziamo Gesù per tutto il tempo di nostra vita. Pronunciamo frequentemente il suo Santo Nome, chiediamogli la grazia di vivere per Lui, di fare in ogni cosa la sua santa volontà, acciocché possiamo andarlo a godere per sempre in Paradiso: « Jesum omnesagnoscite: amorem ejus poscite; Jesum ardenter quærite, quærendo inardescite. Sis, Jesu, nostrum gaudium, qui es futùrum prœmium: sit nostra in gloria, per cuncta semper sæcula». Amen!
[J. Thiriet: Prontuario evangelico, vol. VII, Libr. Arciv. G. Daverio, Milano, 1916]
Dell'efficacia dell'invocazione del Santo Nome del Signore
Il Santissimo Nome di Nostro Signore, di cui oggi ricorre la festa liturgica, è tra gli elementi più bistrattati tra i fedeli: quante volte infatti si usa pregare rivolgendosi a Cristo col Suo Nome proprio, come ci si stesse rivolgendo a un amico qualsiasi, quando invece si sta parlando al nostro Creatore, Signore e Redentore. Qualche anno fa, al mattino presto spesso mi recavo a pregare nella Chiesa dei Carmelitani Scalzi in Venezia, e capitava che entrasse qualche pur pia vecchietta, la quale rivolgendosi all'immagine del Crocifisso posta dinnanzi all'ingresso si metteva a conversare col Signore, trattandolo nondimeno quasi da pari a pari, chiamandolo spesso con il Suo Nome, ma svuotando quel nome (che significa "Salvatore") di tutta la sua mistica efficacia, proprio perché banalizzato e impiegato in questa maniera sciatta, avvegnaché certo senza intento denigratorio da parte degl'ignari e semplici fedeli. Potrei però anche raccontare di qualche peculiare "tradizionalista" ch'ebbi modo di conoscere, che soleva infilare in ogni discorso (anche nel più profano, e non di rado nell'insulto) il nostro Redentore, chiamandolo sempre e immancabilmente col Suo Santo Nome, credendo così di mostrarsi pio quand'invece lo denigrava e lo sviliva.
Nella mistica orientale, e particolarmente nella pratica dell'esicasmo, centrale è la Preghiera del Santo Nome del Signore, conosciuta anche come Preghiera del Cuore, recitando la quale nella piena concentrazione e interiorizzandola nel cuore si potrà giungere ad adempiere al mandato di Cristo, che ha comandato di "pregare senza intermissione", e cioè a vivere costantemente nella preghiera, nella lode e nel ringraziamento a Dio, non smettendo mai, nemmeno nel sonno, di recitare la santa invocazione che in sé racchiude l'interità della nostra fede: Κύριε Ἰησοῦ Χριστὲ, Ὑιὲ τοῦ Θεοῦ, ἐλέησόν με τὸν ἀμαρτωλὸν! (Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbiate pietà di me peccatore). Tale pratica è stata sviluppata particolarmente dai Padri e dai mistici d'Oriente, come San Giovanni Cassiano, San Gregorio Palamas, San Marco l'Asceta, San Massimo il Confessore, San Giovanni di Karpathos, San Simeone il Nuovo Teologo, San Simeone Metafraste, San Pietro Damasceno, San Gregorio Sinaita e molti altri; si noti che pure alcuni mistici occidentali, per esempio San Giovanni della Croce, parlarono sovente di una pratica molto affine, detta pratica della presenza di Dio.
Per comprendere l'efficacia dell'invocazione del Santo Nome, propongo dunque alcuni brani scelti dai Racconti di un pellegrino russo, testo devozionale di mistica di autore anonimo del XIX secolo incentrato sulla pratica esicasta e la Preghiera del Nome.
"Dio ti ha dato il desiderio di pregare e la possibilità di farlo senza fatica. È un effetto naturale, prodotto dall’esercizio e dall’applicazione costante, come una ruota che si fa girare intorno a un perno; dopo una spinta essa continua a girare su se stessa, ma per far sì che il movimento duri bisogna ungere il meccanismo e dare nuove spinte. Tu vedi ora di quali facoltà meravigliose il Dio amico degli uomini ha dotato la nostra natura sensibile, e hai conosciuto le sensazioni straordinarie che possono nascere anche nell’anima peccatrice, nella natura impura che non è illuminata ancora dalla grazia. Ma quale grado di perfezione, di gioia e di rapimento non raggiunge l’uomo, quando il Signore vuole rivelargli la preghiera spirituale spontanea e purificare l’anima sua dalle passioni! È il
dono che ricevono coloro che cercano il Signore nella semplicità di un cuore che trabocca d’amore!
Ormai ti permetto di recitare tante preghiere quante tu vorrai; cerca di consacrare alla preghiera tutto il tuo tempo, e invoca il Nome di Gesù senza più contare, rimettendoti umilmente alla volontà di Dio e sperando nel suo aiuto; egli non ti abbandonerà e guiderà il tuo cammino".
Obbedendo a questa regola, passai tutta l’estate a recitare senza posa la preghiera di Gesù e fui veramente sereno. Durante il sonno, sognavo a volte di star recitando la preghiera. E durante la giornata, quando mi capitava di incontrare delle persone, esse mi parevano così care come se fossero stati membri della mia famiglia. Le distrazioni si erano placate e io non vivevo che con la preghiera; cominciavo a indurre il mio spirito ad ascoltarla e a volte il mio cuore ne riceveva un senso di calore e di gioia immensi. Quando mi succedeva di entrare in chiesa, il lungo servizio della solitudine mi pareva breve e non mi stancava più come un tempo. La mia solitaria capannuccia mi pareva un palazzo meraviglioso, e non sapevo come ringraziare Dio di aver mandato a me, povero peccatore, uno starets dagli ammaestramenti così preziosi.
[...]
"E che cosa vale di più, la preghiera di Gesù o il Vangelo?" Chiese il capitano.
"È una cosa sola, risposi. Il Vangelo è come la preghiera di Gesù, perché il Nome Divino di Gesù Cristo racchiude in sé tutte le verità evangeliche. I Padri dicono che la preghiera di Gesù è la sintesi di tutto il Vangelo".
[...]
Per un mese me ne andai tranquillo e lieto, sentendo quanto siano utili ed efficaci gli esempi vivi. Leggevo spesso la Filocalia e vi verificavo tutto quello che avevo detto al cieco. Il suo esempio infiammava di zelo, la mia dedizione e l’amore per il Signore. La preghiera del cuore mi rendeva così felice quanto non avrei creduto lo si potesse essere sulla terra, e mi chiedevo come le delizie del regno dei cieli avrebbero potuto essere più grandi di queste. La felicità non soltanto illuminava l’intimo dell’anima mia: anche il mondo esterno mi appariva sotto un aspetto stupendo, tutto mi chiamava ad amare e a lodare Dio; gli uomini, gli alberi, le piante, le bestie, ogni cosa mi era familiare, e dovunque io trovavo impresso il miracolo del Nome di Gesù Cristo. A volte mi sentivo così leggero che credevo di non avere più un corpo e di fluttuare dolcemente nell’aria; a volte rientravo completamente in me stesso. Vedevo in modo chiaro il mio intimo e ammiravo il magnifico edificio del corpo umano; a volte sentivo una gioia grande come se fossi diventato re, e in mezzo a tutte queste consolazioni mi auguravo che Dio mi concedesse di morire al più presto e di far
traboccare la mia riconoscenza ai suoi piedi nel mondo degli spiriti. Certo io presi troppo piacere in queste sensazioni, oppure forse Dio decise così, ma dopo un po’ di tempo sentii nel mio cuore una specie di timore e un tremito continuo.
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