ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 2 febbraio 2019

Il papa misericordioso che non risponde alle domande

SIAMO ARRIVATI AL BIVIO !

                                                 

Siamo arrivati al bivio: e adesso? Dobbiamo fare una scelta le due strade, quella di Gesù e quella di Bergoglio si dividono: con dolore molti buoni cattolici stanno maturando la certezza che Bergoglio non è degno di essere papa
di Francesco Lamendola  


 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/chiesa/0-NUOVI/000-NITIDO-300.gif

Con fatica, con dolore, con amarezza, molte persone, molti buoni cattolici, molti non cattolici che si stavano avvicinando al cattolicesimo, guidati dalla luce di Verità che si sprigiona, non certo per merito degli uomini e delle loro opere (o qualche volta anche sì, per quanto parzialmente e imperfettamente) dalla Persona e dalla Parola di Gesù Cristo, stanno maturando la certezza che Bergoglio non è degno di essere papa, che i Bassetti, i Galantino e i Paglia sono solo dei politici, che i Bianchi e i Kasper e i Martin non sono dei teologi cattolici, ma degli eretici impegnati ad adulterare impunemente la vera dottrina cattolica. In altre parole, sono passati dalla fase in cui avevano la sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto, alla fase in cui hanno dubitato, sì, ma di se stessi, e si sono auto-colpevolizzati, e si sono sforzati di essere figli obbedienti della santa Chiesa cattolica; alla fase in cui hanno ricominciato a sospettare, ma con più forza, che questa non sia più la vera Chiesa cattolica, ma una sua tragica contraffazione, per giungere infine ad essere sicuri che le cose stanno proprio così: che non c’è niente che non va in loro, in quanto credenti, se non la poco fede: ma quello è un problema costante di tutti i veri cattolici, e lo è soprattutto dei Santi: sentire che la vera fede implicherebbe una conversone totale della persona, che ancora non c’è stata. In altre parole, si sono sforzati di continuare a camminare, pur con le scarpe piene di sassolini, che provocavano fitte dolorose ad ogni passo, accusando se stessi di lasciarsi turbare da cose in fondo secondarie; hanno fatto chilometri e chilometri con i piedi sempre più piagati, sanguinanti; e solo da ultimo, quando il dolore si è fatto insopportabile, si sono fermati, si sono tolti le scarpe, e si sono resi conto che quelli non erano sassolini, ma frantumi di vetro taglienti.
A quel punto hanno capito che qualcuno ce li aveva messi a bella posta; e sono giunti così alla conclusione che il loro sacrificio era stato inutile, che avevano sofferto in silenzio per niente; anzi, che il loro silenzio e il loro stoicismo erano serviti solo a far crescere a dismisura la tracotanza alla persona malvagia che aveva giocato loro quel pessimo scherzo, evidentemente per certi suoi fini inconfessabili. E adesso i camminatori dai piedi insanguinati si stanno chiedendo quali fossero, anzi, quali siano quei fini; si interrogano su chi possa essere stato l’autore di una beffa così atroce; e infine non possono eludere ulteriormente l’amara verità, che quella sporca operazione è stata pensata e voluta, contro di loro, dalle persone più care, dalle più rispettate, da quelle in cui riponevano tutta la loro fiducia.

0 POPE 33333
Il papa misericordioso che non risponde alle domande: è un papa che semina dubbi, turbamenti, amarezza e angoscia.

Certo, è una situazione inedita: in duemila anni di storia della Chiesa, non si era mai presentata, o non si era mai presentata in queste dimensioni. Finora, i fedeli laici avevano sempre potuto contare sulla fedeltà del clero alla vera dottrina; e per quanto vedessero, non poche volte, che i singoli membri di quel clero, e a volte intere comunità religiose, erano tutt’altro che fedeli sul piano del comportamento personale; per quanto vedessero che si trattava di servi iniqui e infedeli dal punto di vista morale, nondimeno quasi mai succedeva che fossero anche delle cattive guide sul piano dottrinale. O, almeno, non capitava quasi mai che fossero delle cattive guide dottrinali in maniera intenzionale e organizzata. In altre parole, il clero non aveva mai dato l’esempio dell’eresia e dell’apostasia, per quanto, a volte, singoli membri di esso vi fossero caduti. Ora, invece, succede che il clero, nel suo complesso, anche se non senza eccezioni, ha imboccato la strada dell’eresia e dell’apostasia generalizzate: il che rende difficilissimo e oltremodo angoscioso, per il credente, accettare l’idea di non poter più fidarsi di esso sul piano della dottrina, di non poter più prendere i sacerdoti come guide nel cammino che conduce verso Gesù  Cristo. E molte persone si stanno rendendo conto che, se questa drammatica realtà si manifesta ora apertamente, durante il pontificato di Bergoglio, in effetti l’eresia e l’apostasia avevano incominciato a strisciare nel giardino della Chiesa già da molto tempo: da più di cinquant’anni, dal Concilio Vaticano II e dalla cosiddetta riforma liturgica voluta da Paolo VI e realizzata dall’arcivescovo massone e piduista Annibale Bugnini. Si stanno accorgendo che tutto ciò che hanno sempre sentito dire, sia dentro sia fuori la Chiesa (strana concordanza, che avrebbe dovuto, di per sé, metterli in guardia!), ossia che il Concilio è stato l’evento più fausto e più benefico, addirittura provvidenziale, in tutta la storia del cattolicesimo, forse non è stato affatto tale, ma anzi, è stato il frutto di una oscura manovra di forze interne ed esterne interessate a manipolare e addomesticare la Chiesa, per trasformarla in un docile strumento di consenso verso il mondo, la sua mentalità e la sua condotta di vita, basati su un edonismo sfrenato e su un utilitarismo cinico e amorale.

00 VIGANO MONS
Non risponde a monsignor Viganò !

Senza dubbio lo shock di una tale scoperta, specialmente per i membri sani de clero, deve essere stato tremendo. Se è stato drammatico per i laici, che cosa può aver significato nella vita dei consacrati? Che cosa può aver voluto dire nella vita delle centinaia di francescani e francescane dell’Immacolata, commissariati, umiliati, perseguitati, molti dei quali hanno perso la speranza e sono usciti dalla loro condizione di religiosi? Che cosa possano provare un monaco o una suora, che hanno offerto la loro esistenza a Dio e al voto mariano che fu già di san Massimiliano Kolbe, e che hanno visto in san Pio da Pietrelcina la figura del vero sacerdote, da imitare e venerare, quando sono stati strappati dalla dolce chiostra, come direbbe Dante, non per violenza di nemici della Chiesa, ma per opera del papa stesso? Se il dolore di Piccarda Donati, strappata a forza del convento e dal velo monacale, è terribile, sì, ma lenito in qualche modo dal fatto di essere stato provocato da uomini a mal più che a ben usi, come sarà il dolore dei francescani e delle francescane dell’Immacolata, sapendo che la loro persecuzione è partita dal Vaticano? Proviamo a metterci nei panni dei sacerdoti, dei vescovi e dei cardinali che si sono resi conto della deriva apostatica della Chiesa, e che non hanno trovato ascolto, anzi, sono stati circondati da un silenzio ostile, e fatti oggetto di malevola attenzione da parte dei vertici della Chiesa stessa, quasi colpevoli di voler creare, loro, delle divisioni nel corpo mistico di Cristo.

0 GALLERY BONINO 1
Elogia Pannella e la Bonino !

Cosa avrà provato il cardinale Caffarra, vedendo ignorata sia la lettera con i dubia espressi, rispettosamente e privatamente, da lui e da altri tre cardinali, sia la richiesta di un incontro privato col pontefice, sia, infine, il documento reso pubblico per sollecitare una risposta? Che cosa avrà provato vedendo che il papa, nel corso di un incontro non programmato, e pur stando seduto a pranzo proprio di fronte a lui, non gli ha mai rivolto la parola su ciò che gli stava tanto a cuore: ricevere i sospirati chiarimenti in fatto di dottrina, per il bene della Chiesa e per la chiarezza morale di milioni e milioni di fedeli? Chi può dire che la sua morte non sia stata provocato, o affrettata, dal dolore per aver ricevuto un simile, oltraggioso trattamento, non solo sul piano pastorale e della fede, ma anche sul piano personale ed umano, e questo proprio da un papa che ha fatto della misericordia la parola d’ordine del suo pontificato? Chi può dire che il tumore al cervello che ha colpito monsignor Antonio Livi, uno degli ultimi, grandi teologi cattolici  che sono anche membri del clero, non abbia origine proprio da un simile dolore, da una simile amarezza? Vedere la deriva della Chiesa, lo sgretolamento dell’autentica dottrina, e vedersi, contemporaneamente, osteggiato, bistrattato (per esempio da Marco Tarquinio, il direttore del giornale su cui scriveva da decenni, L’Avvenire, e ciò per aver rilevato le intollerabili eresie propagata dal sedicente teologo Enzo Bianchi), messo in un angolo, mortificato dal papa e dalla sua corte di pretoriani, e non difeso quasi da alcuno?

0 cafarra bergoglio
Non ha risposto ai quattro cardinali sui dubia  !

Noi conosciamo personalmente alcuni di questi casi. Eravamo amici ed estimatori di un santo sacerdote, anziano, ma ancora perfettamente in salute e lucidissimo, il quale, quasi da un giorno all’altro, si è ammalato ed è tornato alla casa del Padre. Abbiamo visto il suo turbamento, la sua tristezza, di fronte a quel che succede oggi nella Chiesa; ne abbiamo parlato con lui e ci siamo resi conto che, pur se non diceva una parola, né mai l’avrebbe detta, di critica aperta verso questo pontificato e verso le nuove tendenze di tanti preti e vescovi, ne era tuttavia intimamente e profondamente addolorato, e ne soffriva sino in fondo all’anima. La sua coscienza integerrima di cristiano e di sacerdote gli rendeva impossibile prendere le cose, come si usa dire (impropriamente), “con filosofia”. La sua anima generosa ne soffriva, invece, e molto; siamo certi che ne sanguinava. E conosciamo anche un altro bravo e onesto sacerdote che è morto d’infarto letteralmente in un attimo, e anche per lui sospettiamo che non sia stata una morte del tutto “naturale”. Nel corso di una conversazione con un amico, era stato posto di fronte alla questione sul giudizio che si può dare del papa attuale e della sua azione; e sappiamo che era stato assai colpito, anche se apparentemente era rimasto impassibile, dal durissimo giudizio espresso dal comune amico. Aveva detto che ci avrebbe riflettuto; tre ore dopo era morto.

00 FRANCESCANI FRATI
Non dice ai francescani dell'Immacolata perché li perseguita !

Avevano pranzato insieme, e dopo il pranzo era uscito a fare la sua solita passeggiata. Era stato stroncato da un malore fulmineo. Una semplice coincidenza, una fatalità? Forse. Ma di casi del genere ne conosciamo parecchi. Proviamo a metterci nei panni di un consacrato che aveva deciso di offrire la sua intera vita a Dio e alla Chiesa, e che ora si vede giunto a un bivio, lo stesso bivio al quale sono giunti anche i laici:  se andare lungo la strada segnata da Dio, per mezzo della parola e della vita di Gesù Cristo, oppure lungo la strada indicata dalla neochiesa postconciliare, e specificamente da Bergoglio, da Bassetti, da Galantino, da Paglia, da Martin, da Kasper e da Bianchi. Perché di un bivio si tratta, non c’è il minimo dubbio: o si va da una parte, o si va dall’altra. Per la prima vola nella sua storia due volte millenaria, la via intrapresa dalla Chiesa non coincide con la via indicata da Gesù Cristo. Il Signore disse infatti: Io sono la via, la verità e la vita; chi ha visto me, ha visto il Padre; e nessuno viene al padre se non per mezzo di me. Ma Bergoglio dice altre cose: molto, troppo diverse. Parla dei migranti, parla dei diritti civili, parla dell’ambiente, parla del clima. Parla poco del peccato e niente della vita eterna; poco della grazia e niente del giudizio. Parla poco della divinità di Gesù e ancor meno della mediazione della Vergine Maria. E quel che è peggio, alterna continuamente affermazioni cattoliche e affermazioni semi-eretiche, e non poche volte decisamente blasfeme, come quando disse che Gesù si è fatto serpente e si è fatto diavolo, o come quando ha voluto festeggiare, con tanto di emissione filatelica, i 500 anni della “riforma”, ovvero dell’eresia micidiale e dello scisma di Lutero, salutandola (sono parole di Galantino) come un dono dello Spirito Santo.

00 FRANCESCANE SUORE
... né alle francescane !

Siamo arrivati al bivio: e adesso?

di Francesco Lamendola
continua su: 

 http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7249-siamo-arrivati-al-bivio-e-adesso



NIENTE CHIUSURA PER LA CASA PONTIFICIA. VOCI SU MONS. CARBALLO A TOLEDO

Cari amici di Stilum Curiae, qualche tempo fa abbiamo raccolto voci che riguardavano la Prefettura della Casa Apostolica, e l’attuale prefetto, mons. Georg Gaenswein. Sembrava che fosse imminente la pubblicazione di un motu proprio che avrebbe sancito la scomparsa della Prefettura, e lo spostamento di mons. Gaenswein a una importante Congregazione romana. Da fonti autorevoli sembra che quell’ipotesi non avrà luogo. Non siamo in grado di dire però se ci sia stato un ripensamento, o se quelle voci, così insistenti in quel momento, fossero nate come conseguenza dei provvedimenti che invece sono stati presi riguardo al Coro della Cappella Sistina, al motu proprio che ne trattava e a quello che sanciva la fine della Commissione Ecclesia Dei. 
Dalla Spagna al Vaticano si inseguono invece adesso le voci che vorrebbero ben presto l’attuale Segretario della Congregazione per i religiosi, mons. José Rodriguez Carballo, nominato alla prestigiosa diocesi di Toledo; e in un futuro non lontano magari insignito degli onori cardinalizi…
Non è un mistero per nessuno in Vaticano che mons. Carballo è l’uomo di fiducia del Pontefice regnante, nella Congregazione per la vita religiosa; ed è anche l’uomo al quale si devono ascrivere le operazioni più o meno crudeli ma sempre piuttosto punitive verso molte realtà di vita consacrata: a partire dai Francescani dell’Immacolata (ma da quanti anni sono commissariati) alle Petites Soeurs, al Verbo Encarnado e altri ancora. La maggior parte di essi non fa notizia: ma secondo alcune fonti sarebbero attualmente più di novanta le congregazoni o gli istituti nel mirino della Congregazione retta da Braz De Aviz e Carballo. 
Che, inoltre, si è distinto nell’incitare in più di una visita a questo o quel monastero le suore di clausura a uscire, a uscire…suscitando anche qualche risposta piccata. Un elemento certamente singolare, in questo quadro, è che il grande organizzatore della vita consacrata, e forse futuro cardinale arcivescovo di Toledo è stato uno dei protagonisti del più grande disastro finanziario mai vissuto dal suo ordine, quello di san Francesco 
C’è anche ci sostiene che la possibile nomina a Toledo abbia fra le altre cause, quello di allontanare dall’Italia, e dalla curiosità dei magistrati, l’ex Ministro Generale dell’ordine. Nei prossimi giorni a Milano si aprirà il processo nei confronti di tre frati economi; secondo le Costituzioni dell’Ordine, e il Codice di Diritto Canonico c’è però una responsabilità più generale del Ministro riguardo alla gestione amministrativa. E in questo senso Carballo non ha certo lasciato un bel ricordo di sé fra i suoi confratelli francescani.

Marco Tosatti

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.