ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 5 febbraio 2019

“Non da Dio ma da uomo”

Documento sulla ‘Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune’: come cattolici non possiamo accettarlo.



Ieri, 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi è stata presentata una dichiarazione firmata dal Grande Imam sunnita di al-Azhar, Ahamad al-Tayyib, e da papa Francesco (qui il testo) che ha l’intento di mettere in atto una collaborazione scambievole per il conseguimento della tolleranza tra gli uomini e il superamento delle loro diversità.
Certamente da un punto di vista politico la sottoscrizione di accordi tesi a favorire comportamenti di fratellanza e di non belligeranza reciproca merita il plauso dell’umanità intera, umanità a cui il documento è rivolto come invito alla buona volontà di costruire i ponti tanto invocati da papa Bergoglio nonchè di abbattere le divisioni ideologiche e religiose. Ma la prospettiva cambia completamente se la si guarda nella sostanza.

Infatti Jorge Mario Bergoglio non è solamente il capo dello Stato del Vaticano, l’ultimo monarca assoluto sopravvissuto alle rivoluzioni risorgimentali – ricordiamo che la Santa Sede, a differenza degli altri Stati occidentali, non ha una sua carta costituzionale – ma è innanzitutto il capo della Chiesa cattolica, il vicario di Cristo in terra, colui al quale Gesù ha dato il compito di annunciare il  Vangelo e di invitare tutti gli uomini alla conversione.
Il mandato di Cristo a Pietro e ai suoi successori è di confermare nella fede i suoi fratelli (Lc 22,32)  che hanno il compito di andare per il mondo ad annunciare che la salvezza viene da Gesù: “Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”.
Non solo. Il Salvatore ha ben chiarito: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28, 19-20). E anche: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.” (Mc 16, 15-16)
Qualcuno potrebbe fermarsi al superficiale concetto di fratellanza universale e di “pace” invocati nel documento a doppia firma, ma la “fratellanza” intesa come figliolanza di Dio non appartiene alla Verità annunciata da Cristo, come abbiamo appena visto.
Cominciamo col dire che “figli adottivi” di Dio e quindi “fratelli” lo si diventa solo con il battesimo. E’ vero che la salvezza è aperta a tutti coloro che vogliono accoglierla e che per ottenercela il Signore ha voluto morire in croce, i mussulmani però negano non solo che Gesù sia il figlio di Dio – infatti affermare che il Misericordioso ha generato per loro equivale a una bestemmia – ma smentiscono pure che sia stato crocefisso.
Quanto poi alla “pace” quella offerta dall’unico Dio non è quella che offre il mondo e non si acquista con strette di mano o dichiarazioni congiunte.
Peggiore ancora è l’affermazione che esista un Dio identico per tutti: noi crediamo nella Trinità, e la nostra è l’unica religione rivelata al mondo, ma non solo: per  confrontare puntualmente le differenze tra le due fedi occorrerebbe scrivere un trattato di teologia. Non è casuale infatti che il Magistero della Chiesa cattolica sia ricchissimo di documenti che stabiliscono le verità a cui siamo tenuti a credere per definirci cattolici e che in esso non vi sia nulla di approssimato, di opinabile o discutibile.
Il cosiddetto “dialogo” non è ammissibile, ed è proprio Gesù ad averci insegnato che il nostro parlare deve limitarsi a secchi “si si, no no”, perché tutto il resto proviene dal Demonio.
L’assolutismo imperativo che sta contraddistinguendo questo pontificato si liquefa puntualmente ogni volta che la posta in gioco è l’apertura verso le novità ideologiche e quando a dover essere difese in modo inequivocabile sono le verità della nostra fede.
Se analizziamo il documento anche solo dal punto di vista storico si rileva che contiene una rivisitazione falsata e distorta: quando mai i cristiani sono andati a far guerre di conversione religiosa? Chi, ancora oggi, sta subendo persecuzioni e razzismo? Quando l’oriente ha collaborato al progresso scientifico e culturale del mondo occidentale? Cosa abbiamo da imparare che già non abbiamo inventato e messo in pratica riguardo alla solidarietà e all’assistenza per ogni tipologia di bisognosi?
Una nota particolare merita il riferimento alla visita di S. Francesco al Sultano d’Egitto Malik al Kamil. Se vi fu dialogo fra i due questo fu in nome di Dio, non certo per compiacenza: “Non da uomo, ma da Dio siamo stati mandati, per mostrare a te e al tuo popolo la via della salute e annunziarvi il Vangelo”. L’episodio è riportato sia da S. Bonaventura da Bagnoregio che da Tommaso da Celano, biografi del Santo, ed è custodito nelle Fonti francescane (qui la “Leggenda maggiore”). L’interpretazione di quell’evento data da papa Bergoglio è falsa e strumentale.
L’analisi dettagliata del documento presentato, come detto, richiederebbe un’infinità di richiami alle Sacre Scritture e al Magistero, ma la sintesi del messaggio di papa Francesco al mondo può essere brevemente ricapitolato affermando che il suo discorso è il rinnegamento della fede cattolica e del mandato ricevuto da Cristo.
Nessuno nega ad un capo di Stato il diritto di recarsi in missioni di pace per offrire i rametti d’ulivo al mondo, ma se il capo è quello della Chiesa cattolica deve andare in nome del Cristo che rappresenta, alzando il vessillo della Croce su cui è morto e che è il simbolo della nostra fede, annunciando il Vangelo e ricordando all’umanità intera che senza Gesù non possiamo fare niente. (Gv 15)
E, se le genti lo rifiutassero, dovrebbe lasciare quei luoghi scuotendosi anche la polvere dai calzari, perché questa è la fede cattolica, quella del Credo che recitiamo in ogni messa e che è immutabile, perché Gesù è lo stesso, ieri oggi e sempre! E non lasciamoci sviare da dottrine varie e peregrine. (Eb 13, 8-9)
Paola de Lillo
 5 febbraio, 2019

Bergoglio firma documento musulmano rinnegando GESU’ CRISTO


«Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua….. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc.8,31-38)
Papa Francesco ha appena firmato il nuovo Documento sulla Fratellanza Umana.. vedi qui, con l’Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. Una FRATELLANZA SENZA GESU’ CRISTO, MA CON IL DIO DELL’ISLAM, un Dio senza volto e senza nome
  • “Un documento  – afferma il testo – ragionato con sincerità e serietà per essere una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli…”
E Gesù?? semplice, per papa Francesco E’ NEL FRATELLO… La fede in Dio? MA IN QUALE DIO? E dunque non più la fede in Gesù Cristo, ma NELLA FRATELLANZA UMANA… dentro la quale “Gesù” è immerso, nascosto, anonimo! Nell’Angelus del Primo dell’anno idem: Bergoglio ha affermato che il nome di Dio è Signore! Ma ciò è teologicamente falso perché per NOI Cattolici il Nome di Dio è GESU’, come spiega infatti san Paolo ai Filip. 2,5-11 “perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.” Quando poi leggiamo il Vangelo alla Messa, cosa rispondiamo al termine? LODE A TE O CRISTO! E la lettura del Vangelo non è “Parola di Dio, del Signore”? Insomma: Gesù è Dio sì o no!?
Il Documento sviolina poi una bella serie di “IN NOME DI….” e si parte DAL DIO secondo la visione sincretista di un “dio generico” senza un volto e senza un nome, per poi affermare che in NOME DI TUTTI GLI ALTRI: dell’anima, dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, dei miseri… IN NOME degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati, persino di quanti vivono nella paura (??); dei popoli DELLA LIBERTA’, della giustizia e della misericordia; insomma IN NOME DI TUTTI SENZA DISTINZIONE ALCUNA.. (ma Gesù è escluso).. conclude il testo ufficiale:
  •   “Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio…
E’ Dio dell’Islam, del Corano, il Dio a cui l’Islam crede….?? e per la qual fede però Gesù NON è Dio di cui parlano e per cui Bergoglio ha firmato! Lo si vede nella firma che NON è quel Dio della Chiesa Cattolica, ma che i musulmani d’Oriente e d’Occidente INSIEME ALLA CHIESA CATTOLICA.. dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via.. mentre LA VIA E’ GESU’ CRISTO!! (Gv.14,6). E’ perciò inevitabile pensare che Bergoglio abbia RIGETTATO GESU’ CRISTO in nome del dio dell’Islam, o di un dio senza volto e senza nome, generico, che non dia fastidio a nessuno!
Molto interessante anche il commento ragionato in Chiesaepostconcilio, qui.
E’ evidente che il Documento mira ad una PACE UNIVERSALE in difesa delle religioni, ma CONTRO chi non si dice: CHI E’ CHE MINACCIA LE RELIGIONI? Chi minaccia oggi le religioni? CHI STA PERSEGUITANDO I CRISTIANI? Papa Francesco fa finta di non vedere e di non sentire…
Il testo è una vera “calata di braghe” della falsa-chiesa di Bergoglio all’evangelizzazione perchè, si afferma anche, che QUESTO DOCUMENTO sia usato come testo di studio NELLE SCUOLE….. una vera APOSTASIA dalla vera Fede in Cristo Gesù, qui avevamo descritto i tratti di questa “cronaca di una morte annunciata”.
La VERA CHIESA, sul brano di Marco riportato sopra, insegna quanto segue e che riportiamo da diversi testi patristici sui Vangeli:
Dopo la protesta di Pietro, a causa della quale Gesù lo ammonisce duramente: voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»…. i discepoli si trovano ora di fronte a una decisione nuova.
Chiamati a sé: espressione che Marco usa per importanti insegnamenti.
rinneghi se stesso: aparnéomai; ossia, porre la sequela di Gesù al di sopra dei propri desideri e progetti. Cf. Lc 14,26. Il verbo appare ancora una sola volta in Marco quando Pietro rinnega Gesù (14,30.31.71-72). E nei Vangeli nulla è casuale o scritto “per caso”.
prenda la sua croce: Marco presenta la sequela della croce nell’esempio di Simone di Cirene (15,21); si vergognerà di me: il vergognarsi è qui posto come più grave del rinnegare del particolare riportato da Lc 12,9. Non è un rinnegare per paura o timori, non è in senso psicologico, ma come comportamento oggettivo di UNA SCELTA, il monito di Gesù è grave, in quel vergognarsi di parlare di LUI  è un atto contro di lui.
La generazione adultera e peccatrice è il luogo dove ci si vergogna (e ci si vergognerà nel tempo) di Gesù, del suo Nome e delle sue parole.
Il Figlio dell’uomo: è la scena che ci porta al Suo ritorno, alla parusia.
Mentre la prima parte della frase prospetta solo il caso di chi è pronto a perdere la propria vita, il secondo gli oppone il contrario. Seguire Gesù  e morire per LUI, senza appunto vergognarsi di Lui, significa dunque “salvare la propria vita”; il caso di colui, invece, “che vuole salvare la propria vita”, vergognandosi di Gesù, del suo santo Nome e delle sue parole, al suo ritorno glorioso, cioè nel giorno del suo Giudizio, Gesù si vergognerà di luicioè egli perderà la propria vita.

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la firma di Bergoglio del rinnegamento di Gesù Cristo

Così la visione del Regno di Dio, l’esperienza della salvezza e di ciò che ci attende, non è rinviata a dopo la morte, nel mondo futuro, al giudizio, ma è già presente, “qui” e ora. La misericordia di Dio ritarda la maledizione fino alla fine, ma fin d’ora dà la benedizione, ma maledice anche colui che di Lui si vergognerà pensando così di salvare la propria vita, arrivando a perderla. Gesù ammonisce, sta avvisando e sta mettendo in guardia i suoi Discepoli, riportandoci ad una domanda molto inquietante: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?» (Lc 18, 8); come a farci riflettere – per salvarci ancora in tempo – in che modo possiamo averlo tradito, o ci siamo vergognati di LUI, dal momento che, sopraggiunto il Giudizio, chi si sarà di Lui vergognato, di certo perirà.
Concludiamo:
Unire le religioni sotto l’”unico Dio” riconosciuto da tutti per formare la “fratellanza universale” è tipico del pensiero modernista («sintesi di tutte le eresie», San Pio X, enciclica Pascendi Dominici Gregis, 8 settembre 1907, vedi qui).
Emblematico è, per esempio, il caso del sacerdote don Primo Vannutelli(1885-1945), – amico e collaboratore del “grande vecchio” del modernismo italiano, il prete-apostata Ernesto Bonaiuti (1891-1946) – il quale, dopo essere stato sospeso a divinis negli anni ’30, per essere riabilitato ritirò tutti i suoi scritti e recitò il giuramento antimodernista, ma si trattò di uno spergiuro. Infatti, prima di morire, scrisse il suo “testamento spirituale” – pubblicato postumo nel 1978 col titolo Il testamento di fede di don Primo Vannutelli – in cui proclamava sì di amare Gesù Cristo, ma dichiarava di non credere che Egli fosse il Verbo di Dio incarnato. L’unico modo per unire le “religioni abramitiche” (ebraismo, cristianesimo e islam) era, secondo Vannutelli, lasciar cadere finalmente la tesi della divinità di Gesù. Una coincidenza?
I gesuiti hanno purtroppo fatto proprio il modernismo, rinnegando Cristo in nome di Cristo! Ne è una prova il fatto che il cast del film “Silence”, ove si racconta che i missionari gesuiti giapponesi abiurarono per aver salva la vita col “permesso” di Gesù, è stato accolto con una standing ovation dai vertici della new-Compagnia e anche da papa Francesco a Casa Santa Marta….

Il concetto. Se le religioni sono tutte uguali che ci state a fare?


Il documento "Fratellanza umana" pubblicato oggi, nel quale Bergoglio dichiara il valore della fratellanza universale assieme all'Imam di Al Azhar potrebbe essere commentato in molti modi. Certo all'interno del testo non c'è il Dio uno e trino, ma c'è una divinità condivisa fra tutte le religioni, che sembra laureata in architettura.

Ci chiediamo però alcune cose:
- se, come dice, il documento "Il pluralismo e le diversità di religione [...] sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani", per quale motivo Gesù è venuto a farsi crocifiggere? Si è sbagliato? Secondo Bergoglio la Croce e la Resurrezione che valore avrebbero? Sono necessarie si o no? Se pensa di no, cosa vuole da noi?

- se le religioni portano tutte, come dice il documento, "veri insegnamenti", perché allora ci sono preti, vescovi e papi?  A questo punto si dimettano tutti e ci diano i soldi indietro.
http://campariedemaistre.blogspot.com/2019/02/il-concetto-se-le-religioni-sono-tutte.html
Nota a margine del documento “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune”
di Sabino Paciolla
Ieri Papa Francesco ha iniziato la sua visita di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti. Quello del papa è un viaggio teso a promuovere il dialogo interreligioso e sostenere la minoranza cristiana del Paese. È il primo papa a visitare la penisola arabica. Ieri ha sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahamad al-Tayyib, un documento intitolato “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” (leggi qui).
Uno dei passaggi che è balzato in evidenza è il seguente:
“Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani.”
L’idea che Dio vuole la diversità di colore, sesso, razza e lingua è facilmente comprensibile. Alcuni però possono rimanere perplessi nel sentir dire dal Vicario di Cristo che Dio vuole la diversità delle religioni.
Sicuramente occorre inquadrare il passo nell’ambito dell’intero documento che, come detto, si inserisce nell’obiettivo del dialogo interreligioso. Ciononostante, ai fini di una corretta lettura del passo più sopra riportato, ritengo utile riprendere alcuni passi della dichiarazione Dominus Iesus (leggi qui), circa l’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Essa è un documento dottrinale a firma dell’allora card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un documento che era stato pubblicato per “escludere radicalmente quella mentalità indifferentista « improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l’altra” »”. I passi in neretto sono miei.
papa Francesco firma “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” con il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahamad al-Tayyib
papa Francesco firma “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” con il Grande Imam di Al-Azhar, lo sceicco Ahamad al-Tayyib
7. (…) L’obbedienza della fede comporta l’accoglienza della verità della rivelazione di Cristo, garantita da Dio, che è la Verità stessa [17]: «La fede è innanzi tutto una adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato» [18]. La fede, quindi, «dono di Dio» e «virtù soprannaturale da lui infusa» [19], comporta una duplice adesione: a Dio, che rivela, e alla verità da lui rivelata, per la fiducia che si accorda alla persona che l’afferma. Per questo « non dobbiamo credere in nessun altro se non in Dio, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo» [20].
Deve essere, quindi, fermamente ritenuta la distinzione tra la fede teologale e la credenza nelle altre religioni. Se la fede è l’accoglienza nella grazia della verità rivelata, «che permette di entrare all’interno del mistero, favorendone la coerente intelligenza» [21], la credenza nelle altre religioni è quell’insieme di esperienza e di pensiero, che costituiscono i tesori umani di saggezza e di religiosità, che l’uomo nella sua ricerca della verità ha ideato e messo in atto nel suo riferimento al Divino e all’Assoluto [22].
Non sempre tale distinzione viene tenuta presente nella riflessione attuale, per cui spesso si identifica la fede teologale, che è accoglienza della verità rivelata da Dio Uno e Trino, e la credenza nelle altre religioni, che è esperienza religiosa ancora alla ricerca della verità assoluta e priva ancora dell’assenso a Dio che si rivela. Questo è uno dei motivi per cui si tende a ridurre, fino talvolta ad annullarle, le differenze tra il cristianesimo e le altre religioni.
(…)
22. Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di tutta l’umanità (cf. At 17,30-31) [90]. Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista «improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l’altra” » [91]. Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici [92]. Tuttavia occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati » [93]. Si comprende quindi che, seguendo il mandato del Signore (cf. Mt 28,19-20) e come esigenza dell’amore a tutti gli uomini, la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, incessantemente Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose » [94].
La missione ad gentes anche nel dialogo interreligioso «conserva in pieno, oggi come sempre, la sua validità e necessità » [95]. In effetti, « Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità ” (1 Tm 2,4): vuole la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità . La salvezza si trova nella verità. Coloro che obbediscono alla mozione dello Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la Chiesa, alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro desiderio offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di salvezza, la Chiesa deve essere missionaria » [96]. Il dialogo perciò, pur facendo parte della missione evangelizzatrice, è solo una delle azioni della Chiesa nella sua missione ad gentes [97]. La parità , che è presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, non ai contenuti dottrinali né tanto meno a Gesù Cristo, che è Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni. La Chiesa infatti, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà [98], dev’essere impegnata primariamente ad annunciare a tutti gli uomini la verità , definitivamente rivelata dal Signore, ed a proclamare la necessità della conversione a Gesù Cristo e dell’adesione alla Chiesa attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, per partecipare in modo pieno alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. D’altronde la certezza della volontà salvifica universale di Dio non allenta, ma aumenta il dovere e l’urgenza dell’annuncio della salvezza e della conversione al Signore Gesù Cristo.
(…)
23. La presente Dichiarazione, nel riproporre e chiarire alcune verità di fede, ha inteso seguire l’esempio dell’Apostolo Paolo ai fedeli di Corinto: « Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto » (1 Cor 15,3). Di fronte ad alcune proposte problematiche o anche erronee, la riflessione teologica è chiamata a riconfermare la fede della Chiesa e a dare ragione della sua speranza in modo convincente ed efficace.
I Padri del Concilio Vaticano II, trattando il tema della vera religione, affermarono: « Noi crediamo che questa unica vera religione sussiste nella Chiesa cattolica e apostolica, alla quale il Signore Gesù ha affidato il compito di diffonderla tra tutti gli uomini, dicendo agli apostoli: “Andate dunque, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20). E tutti quanti gli uomini sono tenuti a cercare la verità , specialmente in ciò che riguarda Dio e la sua Chiesa e, una volta conosciuta, ad abbracciarla e custodirla » [99].

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