Profeti di menzogna: chi sono? Sono quelli che non parlano a nome di Dio, del vero Dio che però pretendono di farlo: sono "i servi del diavolo" venuti a confondere le anime dei fedeli per trascinarle nell’errore, lontano da Dio
di Francesco Lamendola
Ci sono molte voci, oggi, fuori e dentro la Chiesa, che assumono toni profetici; ci sono molte persone che si auto-eleggono al ruolo di profeti, vuoi della verità, vuoi della giustizia, vuoi della bontà (nella nuovissima versione bergogliana della misericordia, quasi che la carità cristiana non fosse sufficiente), ma una cosa è certa: non tutti i profeti sono autentici. Ci sono i profeti veritieri, che sono semplicemente uno strumento dello Spirito Santo, e che in ciò che annunciano agli uomini non aggiungono, di loro, neppure uno iota, ma si limitano a dire, con forza, con pazienza, con indomito coraggio, tutto ciò che Dio vuol ricordare agli uomini – ricordare, perché la Rivelazione si è già compiuta con il mistero della Incarnazione, e Gesù Cristo ha già trasmesso agli uomini il vangelo del Padre, con la sua stessa vita e con la sua stessa morte; e ci sono gli altri. Gli altri sono i profeti che non parlano a nome di Dio, del vero Dio, però pretendono di farlo; quindi sono profeti di menzogna, perché mentono, sapendo di mentire. E chi sono costoro, se non i servi del diavolo, venuti a confondere e turbare l’anima dei fedeli, e a trascinare gli incauti nell’errore, cioè a portarli lontano da Dio?
Chi cerca l'applauso del mondo...
Si può essere profeti di menzogna in due maniere: in senso morale e in senso specificamente religioso. In senso morale, il profeta di menzogna è colui che mente, sapendo di mentire, sia con le parole, sia con la sua stessa vita; e tuttavia pretende di parlare delle cose divine, offendendo così Dio, che è la Verità. Per esempio, un sacerdote che parla e agisce da bugiardo, e poi si fa annunziatore della verità divina, è un profeta di menzogna perché la sua vita è in stridente contrasto con il requisito numero uno per essere amici di Dio e parlare in suo Nome: essere veritieri. Il signor Bergoglio afferma di non aver mai ricevuto la lettera con i dubia dei quattro cardinali, e di non aver risposto loro per tale motivo: mente sapendo di mentire, e mente su un argomento che riguarda direttamente il sacro: la liceità della Comunione a divorziati risposati; perché tale era la materia su cui vertevano i dubia ad Amoris laetitia. Così pure, il signore argentino non ha voluto rispondere a monsignor Viganò a proposito dell’affare McCarrick: il suo silenzio assordante equivale, nelle sue intenzioni, a una smentita, ma gli indizi che dicono il contrario ci sono, e gettano una luce sinistra sia sul signore vestito di bianco che pretende di essere papa, sia sui vertici della Chiesa cattolica americana, sprofondati in una rete di complicità e di omertà sodomitiche semplicemente ripugnante. Un altro esempio è quello del grande ispiratore teologico del Concilio Vaticano II, il gesuita Karl Rahner, colui che diceva con orgoglio: Ci vorrà del tempo, ma alla fine la chiesa sarà la chiesa del Concilio. Ebbene, sappiamo con certezza che costui, mentre partecipava alle sessioni del Concilio, intratteneva una relazione illecita, e non di carattere platonico, con una signora e scambiava con lei lettere d’amore, che poi, anni dopo, quella signora ha avuto la sfrontatezza di far pubblicare sotto forma di libro, evidentemente ritenendo tutto ciò una cosa di cui vantarsi. Ma un sacerdote che pretende di ispirare nientemeno che un concilio ecumenico, e intanto mente a Dio e agli uomini circa il voto di castità, è un uomo che vive una doppia vita,una vita di menzogna: come potrebbe essere un profeta di verità, e con quale coraggio afferma che la Chiesa diverrà un giorno quel che lui ha in mente? La fragilità umana implica la possibilità del peccato; ma una cosa è cadere in tentazione e peccare, senza avere la pretesa di porsi come un profeta di Dio; e un’altra cosa, e ben diversa, è recitare la parte del profeta e voler guidare addirittura il cammino di una “nuova” chiesa, e intanto mentire, conducendo una doppia vita.
Per i diabolici "Profeti di Menzogna", oggi al vertice della Chiesa (di Cristo), "la Rivelazione non si è già compiuta con il mistero della Incarnazione": Cristo, per loro non è Dio, ma solo un profeta !
Si può essere profeti di menzogna anche in un senso più forte e specifico, mentendo cioè direttamente sulle cose divine, in particolare falsificando la dottrina di Cristo e rifiutando tutto ciò che Cristo ha detto di Sé, a cominciare dalla sua natura divina, compresente alla sua natura umana. Chi nega la divinità di Cristo, mente su una cosa essenziale: e se lo fa in veste di “profeta”, cioè di teologo cattolico o di scrittore cattolico o in qualsiasi altra veste, sfruttando una posizione in seno alla Chiesa cattolica, appartiene senz’altro alla categoria dei profeti di menzogna della seconda e peggiore specie. Un esempio di questa figura è dato da Enzo Bianchi, un sedicente teologo che nega in maniera esplicita la divinità di Cristo, e che inspiegabilmente ha ricevuto spazio da Benedetto XVI, finendo per diventar quasi il teologo ufficiale del signore argentino vestito di bianco. Peraltro, non contento di questa affermazione totalmente eretica, il signor Bianchi, che si veste più o meno da prete, ma non è prete e non lo è mai stato, perché nessun vescovo lo ha mai consacrato tale, anche se ora non manca chi lo vedrebbe bene come vescovo o magari cardinale, sostiene molte altre cose che snaturano completamente il Vangelo di Gesù Cristo, riducendo, in pratica, la fede cattolica a una glorificazione della terra e a una sorta di culto della buona cucina e del buon vino (che lui personalmente produce, imbottiglia e vende, nelle terre della sua azienda-comunità pseudo cattolica, insieme a conserve, tisane, miele e così via). E questo signore va a spasso per tutta l’Italia, invitato con ogni riguardo da diocesi e parrocchie, a reclamizzare la sua religione pseudo cattolica, con un Gesù che non è Dio e un “clero” che si dedica alle colture biologiche, e intanto predica il discernimento, allo scopo palese di “rivedere” la dottrina e la morale cattolica. Profeta di menzogna, perché nessun profeta ha mai detto alcunché di diverso da ciò che Dio, mediante la Rivelazione, ha detto agli uomini, prima con l’Antica, indi con la Nuova, e più perfetta, Alleanza, testimoniata da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
La loro religione è pseudo cattolica? Bergoglio con Enzo Bianchi, il sedicente teologo che nega in maniera esplicita la divinità di Cristo, e che inspiegabilmente ha ricevuto spazio da Benedetto XVI, finendo per diventar quasi il teologo ufficiale del signore argentino vestito di bianco.
Ma che cos’è la menzogna, in senso propriamente teologico? Andiamo a vedere nel buon vecchio Dizionario di teologia biblica a cura di Xavier Léon-Dufour (titolo originale: Vocabulaire de théologie biblique, Paris, Les Editions du Cerf, 1962), un manuale teologico che è una garanzia, come lo sono quasi tutti quelli pubblicati prima del Concilio:
(…) IL DISCONOSCIMENTO DEL VERO DIO. – Jahve è il Dio di verità. Il disconoscerlo rivolgendosi agli idoli ingannatori costituisce la menzogna per eccellenza – non più quella delle labbra, ma quella della vita. Gli autori sacri vanno a gara nel denunziare questa impostura, lanciando strofe ironiche (Ger 10, 1-16; Is 44, 9-20; Sal 115, 5 ss.), aneddoti canzonatori (Dan 14), epiteti infamanti: nulla (Ger 10, 8), orrore (4, 1), vanità (2, 5), impotenza (2, 11)… Ai loro occhi ogni conversione suppone in primo luogo che si confessi il carattere menzognero degli idoli che si sono serviti (16, 19). Così l’intende ancora Paolo quando sollecita i pagani a staccarsi dagli idoli di menzogna (Rom 1, 25) per servire il Dio vivo e vero (1 Tess 1, 9).
PECCATO DI MENZOGNA E VITA RELIGIOSA. –
a) Il VT conosce pure un modo più sottile di disconoscere il vero Dio: fare della menzogna un’abitudine costante nella vita. Tale è il modo di agore degli empi, nemici dell’uomo onesto: sono dei furbi (Eccli 5, 14) che hanno soltanto la menzogna in bocca (Sal 59, 1; Eccli 51; Ger 9, 2); confidano nella menzogna (Os 10, 13), vi aderiscono fino a rifiutare di convertirsi (Ger 8, 5), ed anche le loro conversioni apparenti sono menzognere (3, 10). Inutile nutrire illusioni sull’uomo lasciato a se stesso: egli è spontaneamente mentitore (Sal 116, 11). Al contrario, il vero fedele proscrive la menzogna dalla sua vita per essere in comunione con il Dio di verità (Sal 15, 2 ss; 26, 4 s). Così farà negli ultimi tempi il servo di Jahve (Is 53, 9), al pari dell’umile resto che Dio lascerà allora al suo popolo (Sof 3, 13).
b) Il NT trova realizzato questo ideale in Cristo (1 Piet 2, 22). Perciò lo spogliarsi di ogni menzogna è una delle esigenze principali della vita cristiana (1 Piet 2, 1). Con ciò non intendiamo soltanto la menzogna delle labbra, ma quella che è inclusa in tutti i vizi (Apoc 21, 8): gli eletti, compagni di Cristo, non l’hanno mai conosciuta (14, 5). Merita in modo tutto speciale il nome di mentitore colui che disconosce la verità divina rivelata in Gesù: l’anticristo, il quale nega che Gesù sia il Cristo (1 Gv 2, 22). In lui la menzogna non è più di ordine morale, è religiosa per essenza, al pari di quella dell’idolatria.
I FAUTORI DI MENZOGNA. –
a) Ora, per precipitare gli uomini in questo universo menzognero che si leva dinanzi a Dio in atto di sfida, esistono guide ingannatrici a tutte le epoche. Il VT conosce profeti di menzogna, di cui Dio all’occasione si fa gioco (1 Re, 22, 19-23), ma che più spesso i veri profeti denunziano in termini severi: così Geremia (5, 31; 23, 9-40; 28, 15 s; 29, 31 s), Ezechiele (13) e Zaccaria (13, 3). Invece della parola di Dio, essi portano al popolo messaggi alterati.
b) Nel NT Gesù denuncia allo stesso modo le guide cieche del popolo ebraico (Mt 23, 16…): Questi ipocriti, che rifiutano di credere in lui, sono dei mentitori (Gv 8, 55). Preludono agli altri mentitori che sorgeranno in tutti i secoli per staccare gli uomini dal vangelo: anticristi (1 Gv 2, 18-28), falsi apostoli (Apoc 2, 2), falsi profeti (Mt 7, 15), falsi messia (Mt 24, 24; cfr 2 Tess 2, 9), falsi dottori (2 Tim 4, 3 s; 2 Piet 2, 1ss; cfr. 1 Tim 4, 1), senza contare i Giudei che impediscono la predicazione del vangelo (1 Tess 2, 14 ss), ed i fasi fratelli, nemici del vero vangelo (Gal 2, 4)… Altrettanti fautori di menzogna che i cristiani devono affrontare, come Paolo faceva per il mago Elimas (Atti 13, 8 ss).
SATANA, PADRE DELLA MENZOGNA. –
Il mondo è cos’ì diviso in due campi: quello del bene e quello del male, quello della verità e quello della menzogna, nel duplice senso morale e religioso. Il primo è concretamente quello di Dio. Anche il secondo ha un capo:; Satana, l’antico serpente che seduce il mondo intero (Apoc 12, 9) dal giorno in cui sedusse Eva (Gen 3, 13) e, separandola dall’albero della vita, fu “omicida fin dall’inizio” (Gv 8, 44) (…).
Verità e menzogna, dunque, sia in senso morale, sia un senso religioso (che sono poi le due facce della stessa medaglia) determinano necessariamente l’esistenza di due campi contrapposti, che possiamo anche chiamare, con espressione agostiniana, la città divina e la città terrena. Chiunque è dalla verità, è dalla parte di Cristo ed è contro la menzogna; e chi pratica la menzogna, chi la insegna, chi la diffonde, è figlio del diavolo, perché il diavolo è il padre di tutte le menzogne, ed è omicida fin dal principio, perché la prima menzogna del diavolo fu quella rivolta ad Eva: Se mangerete i frutti di quell’albero, non morirete, ma sarete simili a Dio, ed ebbe come conseguenza la cacciata dal paradiso terrestre e l’inizio di una vita di fatiche e sofferenze, conclusa dalla morte.
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