ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 marzo 2019

Oltre ai confini del solo arcobaleno

CONGRESSO MONDIALE DELLA FAMIGLIA A VERONA





Com’è noto, l’Italia e la nostra città di Verona in particolare ha l’onore di ospitare per il 2019 il congresso della famiglia a livello mondiale per i giorni di:

VENERDI’ 29 - SABATO 30 - E DOMENICA 31 MARZO 2019

Come potete vedere dal link qui allegato https://www.wcfverona.org/it/relatori/ (se non lo potete aprire in loco, lo potete trasferire su google), si alternano relatori di alto livello culturale provenienti da ogni parte del mondo allo scopo di testimoniare e difendere l’importanza di quei valori primordiali, diciamo pure assoluti, non negoziabili, che sono: la vita dal concepimento alla morte naturale, e la famiglia costituita dall’impegno reciproco nel matrimonio tra un solo uomo e una sola donna aperti alla trasmissione della vita con il nobilissimo, esclusivo e imperituro titolo di MAMMA E PAPA’. Relazioni che verranno poi trasmesse e diffuse con varie dispense e con i nostri canali di informazione, visto che i posti di ingresso al convegno sono già tutti esauriti da tempo.


Questi valori primordiali assoluti, nati nientemeno che con la comparsa dell’uomo sulla terra che costituiscono un tutt’uno con la sua vita, sopravvivenza e anche felicità, sono duramente attaccati da chi vorrebbe estendere il concetto di famiglia a molte altre tipologie, diciamo pure ammucchiate sessuali varie, alcune addirittura abominevoli, e finora ne sono state conteggiate oltre una cinquantina dai cultori di quella parte di “mondo” che va ben oltre ai confini del solo arcobaleno, perché una volta sfondata questa breccia nella fortezza di difesa dei valori portanti imperituri, non c’è più limite al bombardamento travolgente di ogni tipologia di valanga distruttiva, anche perché “Dio ha tolto il senno a coloro che hanno voluto perderlo”, con la pretesa di sostituirsi a Dio Creatore.

Ma quel che è peggio, è il fatto che questi signori contestatori, alcuni addirittura parlamentari, si permettono di calunniare gratuitamente alcuni relatori con motivazioni inventate di sana pianta o strumentalizzate, e di boicottare l’evento con azioni e minacce e intimidazioni che dimostrano la bassezza, l’inciviltà, il fondamentalismo e, diciamo pure, la rabbia viscerale, che alberga nel loro cuore. Perché se ognuno ha la libertà di portare avanti le istanze in cui crede, belle o brutte che siano, purché non offensive della dignità della persona, esiste anche il dovere di rispettare i programmi degli altri, che non sono frutto di recente “invenzione” studiata a tavolino dai potenti “manipolatori” dell’uomo considerato un burattino, MA FONDATI SU UNA REALTA’ OVVIA, NATURALE, EVIDENTE ED ESCLUSIVA CHE ESISTE DA QUANDO ESISTE L’UMANITA’, CHE È IL CONCETTO DI MAMMA E PAPA’, UNITI NEL MATRIMONIO A FONDARE UNA FAMIGLIA.

Tutto ciò premesso e appena abbozzato perché l’argomento è stato già molto dibattuto e sviscerato anche dalla sottoscritta, vengo a sollecitare caldamente tutti coloro che, cristiani o no, credono nel valore primordiale della famiglia naturale a partecipare:

alla marcia pro vita che si terrà a conclusione del congresso domenica 31 marzo, nella città di Verona e precisamente in piazza Brà, con partenza davanti alla sede del congresso della Gran Guardia alle ore 12.00 e con termine verso le ore 14.

ARRIVEDERCI A VERONA DOMENICA 31 MARZO ORE 12 IN PIAZZA BRA’. 
di Patrizia Stella

 http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2893_Stella_Congresso_mondiale_famiglie.html

LE MENZOGNE DEI POLITICI SUL CONGRESSO DI VERONA, LA COMPLICITÀ DEI MASS MEDIA CONTIGUI.

18 Marzo 2019 Pubblicato da  33 Commenti --

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, e soprattutto amatissimi troll, che con la vostra presenza e insistenza date quotidiana conferma del fatto che Stilum Curiae ha ragione di esistere, e punge davvero, oggi abbiamo assistito alle reazioni sempre più scomposte da parte di partiti soi-disant progressisti nei confronti del Congresso delle Famiglie di Verona, ovviamente enfatizzate dai giornali che di questi partiti e cultura sono espressione, parte integrante e complici volenterosi nella disinformazione. Così, tanto per cercare di accendere una candelina in questa notte, riportiamo alcune dichiarazioni che sicuramente – e ci farebbe molto piacere essere smentiti – né Corriere, né Repubblica né La Stampa pubblicheranno mai. Con la preghiera a voi lettori di farle girare il più possibile.

Gandolfini (Family Day): “Bonino, Cirinnà e Boldrini stiano serene. A Verona smentiremo le loro menzogne e mostreremo la bellezza della famiglia”
“Potete stare serene Emma Bonino, Monica Cirinnà, Laura Boldrini e compagne varie: la vostra macchina del fango contro il Congresso di Verona verrà smentita dai fatti. In particolare il mondo italiano presente al congresso non dirà proprio nulla che sia contrario alla nostra Costituzione: la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio (art.29), il diritto di educazione spetta a papà e mamma (art.30), la donna deve essere messa in condizione di poter liberamente scegliere il progetto della sua vita, fra famiglia e lavoro fuori casa (art.37). Dunque, garanzie di sostegno anche economico perché questa libera scelta si concretizzi, trovando conciliazione fra accudimento della famiglia e mondo del lavoro. E si concretizzi anche l’articolo 31 della Costituzione, certamente il più negletto dal ’48 ad oggi: il sostegno alle famiglie numerose, vero antidoto alla devastante denatalità che ammorba il nostro Belpaese”, così Massimo Gandolfini risponde agli attacchi provenienti da alcuni ambienti di sinistra e del femminismo più radicale.
“Sono completamente false, pretestuose e prive di ogni fondamento le affermazioni che vorrebbero il congresso una sorta di palcoscenico per imposizioni ideologiche contro la donna, ridotta in schiavitù da uomini brutti, sporchi e cattivi. “State serene” il popolo del Family Day ama le famiglie, le donne e i bimbi e sa benissimo che senza il genio femminile la società non sta in piedi. Molte sono infatti le nostre militanti che, oltre a contribuire alla accudimento di numerosi figli, ogni mattina si alzano per svolgere la loro professione, dando il meglio di loro stesse sia a casa sia nell’ambiente di lavoro. Per questa ragione confermiamo il nostro pieno appoggio ai partiti (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) che fino ad oggi ci hanno sostenuto nella battaglia a favore dei principi non negoziabili e ringraziamo in particolare i ministri Salvini, Fontana e Bussetti che con coraggio hanno accettato di sfidare la macchina del fango e delle menzogne, manifestando anche dentro il governo, l’impegno a sostenere la “bellezza” della famiglia naturale”.
“Certamente non sosterremo mai quei partiti che chiedono l’applicazione della 194 solo nell’ottica del diritto d’aborto e negano l’aiuto alla madre in difficoltà, che sostengono il diritto di suicidio, anche negando l’obiezione di coscienza, che omologano famiglia naturale e unioni civili, che violano il diritto dei bimbi di avere mamma e papà, con pratiche di ingegneria sociale come l’utero in affitto e le adozioni omogenitoriali,  cercano di mettere mano addirittura sullo sviluppo della pubertà maschile/femminile e che invocano il diritto di droga libera e l’educazione di stato “gender”. A Verona saremo tanti, ordinati, sereni, con tantissime famiglie e bimbi, senza insulti verso chiunque, senza slogan maleducati e ignobili, senza bestemmie, che offendono prima e soprattutto proprio chi li proferisce” conclude Gandolfini.


WCFVerona XIII, gli organizzatori: “Da Di Maio affermazioni da querela”
“Di Maio ha scelto la poltrona comoda della casta e di offendere le famiglie. Le sue affermazioni di oggi su Facebook sono da querela. Per lui a Verona “si arriva perfino a negare il tema della violenza contro le donne”? Ma come si permette di diffamare così il Congresso e noi organizzatori? MAI detto o pensato una cosa del genere. Noi crediamo nella libertà, nei valori e nel progresso caro Di Maio, che infatti fanno rima con famiglia” hanno dichiarato Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo 2019 in risposta al post su Facebook del vice premier Luigi di Maio.
“Lo abbiamo già scritto e abbiamo già smentito – hanno poi aggiunto Brandi e Coghe – annunciando anche azioni legali, che è solo fango quello che ci è stato e ci stanno buttando addosso. Noi NON vogliamo obbligare la donna a lavare e stirare, quella è la macchietta che dipingono certi giornali neanche più utili ad incartare le uova e infatti in grande crisi. Noi siamo per l’art 37 della Costituzione che parla di promozione di politiche che assicurino alla donna lavoratrice “gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”, e condizioni di lavoro che consentano “l’adempimento della sua essenziale funzione familiare”. Detto questo, ci chiediamo però se, a questo punto, per il M5s le migliaia di madri e nonne casalinghe che hanno dedicato la vita alle proprie famiglie non siano realizzate come donne”.
“E’ una vergogna – hanno proseguito gli organizzatori – che un vice premier si presti a questa denigrazione gratuita e illecita. A Di Maio un suggerimento: fermi una madre per strada e le chieda quanto è contenta di essere abbandonata dallo Stato alle oggettive difficoltà economiche, lavorative e di organizzazione. L’Italia è con noi, al Palazzo non resta che scegliere se allontanarsi ancora di più dalla gente”.

WCFVerona XIII, gli organizzatori: “Su Theresa Okafor accuse diffamanti gia’ smentite nel 2015”
Alcuni media hanno riportato che al Congresso: “Ci sara’ anche Theresa Okafor, attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso”. “Ecco l’ennesima fake news diffamante. Questa accusa deriva da un rapporto della Human Rights Campaign (HRC) del 2015, ma HRC si autodefinisce la piu’ grande organizzazione americana per i diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer, come riportato nel sito https://www.hrc.org, quindi non certo una organizzazione super partes” denunciano il presidente e il vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie Antonio Brandi e Jacopo Coghe, organizzatori del XIII WCF che si terra’ a Verona dal 29 al 31 marzo.
“Ma passiamo al merito dell’accusa – aggiungono i due organizzatori – Il rapporto del Human Rights Campaign del 2015 a pagina 19 rinvia a un articolo che non afferma quanto riportato, piuttosto dichiara che, non la Okafor in persona, ma il gruppo di cui fa parte (un’organizzazione ombrello che include tutta una serie di associazioni) avrebbe sostenuto l’approvazione del divieto di relazioni omosessuali, tuttavia non offre alcuna prova a sostegno” chiariscono Brandi e Coghe. Gli organizzatori poi ricordano la nota sul caso Okafor del World Congress of Families del 2015 contenente un documento completo di oltre 20 pagine dove gia’ sono state denunciate le affermazioni false e la disinformazione diffusa dall’HRC senza prove o citazioni a sostegno. Al contrario, la WCF aveva spiegato che “il lavoro della Okafor con Life League Nigeria e la Foundation for African Cultural Heritage ha contribuito a salvare la vita di migliaia di madri e bambini in Nigeria. Il suo lavoro difende la sacralita’ di tutte le vite umane (inclusi gli africani omosessuali) dal concepimento alla morte naturale”.
In una recentissima dichiarazione Theresa Okafor ha dichiarato: “Mi sono sempre opposta a qualsiasi forma di odio e violenza e sostengo fermamente la famiglia. Alcuni media italiani diffondono menzogne sulla mia storia. Questo evidentemente manifesta una nuova forma di colonizzazione ideologica, per cui ci si arroga il diritto di attaccare e mentire sugli africani, perche’ molti di noi sostengono la verita’ sul matrimonio, la vita e la famiglia”. “Coloro che vogliono imporre le proprie idee agli africani, sono i veri discriminatori e praticano quel razzismo culturale da neoimperialismo arcobaleno di cui stiamo assaggiando i metodi. Ci domandiamo dove sono le femministe e cosa faccia l’HRC rispetto all’Arabia Saudita, dove il rapporto omosessuale e’ illegale e le punizioni vanno dalle multe, alle fustigazioni, alla vita in prigione, alla morte e alla tortura?” hanno dichiarato il presidente e il vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie Antonio Brandi e Jacopo Coghe. Ovviamente, come per il caso Lucy Akello, “sono inevitabili, arrivati a questo punto, nuove azioni legali a difesa della reputazione e dell’immagine del Congresso”.
Neutralità accademica: sì ai gay, no alla famiglia

Università indipendente e pluralista? Come no...infatti a Trieste l'ateneo è in procinto di concedere di nuovo il patrocinio al Friuli Venezia Giulia Pride, ripetendo quanto era già avvenuto lo scorso anno. E a Verona 130 accademici firmano un manifesto contro il Congresso mondiale delle famiglie.


«L’Università degli Studi di Trieste è un’istituzione pubblica di alta cultura, laica, pluralista e indipendente da ogni orientamento ideologico, religioso, politico ed economico». A rileggersi l’incipit dello statuto dell’ateneo triestino, sembra proprio non esserci spazio per alcuna adesione da parte di questa università a qualsivoglia manifestazione dal sapore politico. Peccato che tra il dire e il fare, come avverte il noto adagio, passi il mare. In questo caso, il mare arcobaleno. Sì, perché la possibilità quanto mai concreta è che l’università di Trieste, a breve, torni a patrocinare il Friuli Venezia Giulia Pride, ripetendo quanto era già avvenuto lo scorso anno.

Tutto dipende da quanto verrà deciso nel Senato accademico convocato mercoledì. Una seduta per la quale l’ordine del giorno, all’ultima delle quattro pagine, prevede una discussione sul «patrocinio dell’Ateneo all’evento “Friuli Venezia Giulia Pride 2019». La richiesta al Senato accademico di considerare il patrocinio alla manifestazione arcobaleno, la cui parata è prevista per il prossimo 8 giugno, è stata formalizzata dopo che il 27 febbraio scorso al Rettore è pervenuto un appello di Link Trieste, storico sindacato studentesco triestino che, come precisa il suo blog, «da diversi anni fa attivismo di genere e collabora con diverse realtà LGBTQIA+ della regione. Negli ultimi anni ha partecipato a FVG Pride di Udine del 2017 e a Padova Pride del 2018».

Oltre al precedente dello scorso anno, a rafforzare la probabilità del patrocinio dell’ateneo triestino ci sono l’orientamento favorevole dei rappresentanti degli studenti che siedono in Senato accademico e soprattutto l’approvazione - avvenuta all’unanimità – di tutti i componenti del Consiglio studentesco, che si sono già espressi favorevolmente a quest’iniziativa.

Dopo che, nel maggio 2018, la Giunta regionale presieduta dal leghista Massimiliano Fedriga aveva formalizzato la propria uscita dalla rete Re.a.dy, fondata nel 2006 per promuovere le istanze arcobaleno, è insomma elevata la probabilità che l’università di Trieste rimanga invece culturalmente allineata al fronte Lgbt. Una scelta che non sorprende dato che l’imparzialità, per così dire, di larga parte del mondo accademico italiano è tristemente risaputa.

Basti pensare all’indignazione, cui si è aggiunto anche qualche docente dell’università di Trento, contro il convegno che si terrà venerdì pomeriggio, a Trento appunto, organizzato dagli Assessori provinciali alla salute e all’istruzione, rei di aver invitato come relatori – così viene detto – solo «teorici del gender», qualunque cosa ciò voglia dire. Emblematica della presunta neutralità universitaria è stata anche l’iniziativa di 130 tra docenti e ricercatori dell’ateneo di Verona scesi in campo, con apposita raccolta firme, contro il Congresso mondiale delle famiglie; anche questa, una bocciatura aprioristica e, proprio per questo, assai eloquente.

Un eventuale patrocinio dell’università di Trieste al Friuli Venezia Giulia Pride 2019, per quanto dissonante rispetto all’indipendenza e al pluralismo solennemente rivendicati dallo statuto dell’ateneo, sarebbe dunque sorprendente fino a un certo punto e costituirebbe solo l’ennesima prova di quanto la galassia universitaria, oggi, sia politicizzata.

Del resto, come stupirsi di tutto ciò dopo la vergognosa e memorabile levata di scudi dei docenti dell’università La Sapienza di Roma, che il 17 gennaio 2008, si ricorderà, arrivarono a far annullare una lectio magistralis che avrebbe dovuto tenere nientemeno che Benedetto XVI, che oltre a essere papa era - ed è - considerato anche da intellettuali laici tra i massimi pensatori viventi? Ne consegue come, se il Senato accademico dell’università di Trieste dovesse concedere il patrocinio dell’ateneo al Friuli Venezia Giulia Pride 2019, non ci troveremmo in realtà davanti a nulla di nuovo. Decisamente rivoluzionario sarebbe invece un appoggio negato. Ma non pare il caso di farsi troppe illusioni.

Giuliano Guzzo
http://www.lanuovabq.it/it/neutralita-accademica-si-ai-gay-no-alla-famiglia

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