ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 16 aprile 2019

“La morte delle cattedrali”



 Davanti a questo piagnisteo c’è di che rimanere esterrefatti: il Corriere titola a nove colonne «In lacrime per Notre Dame». Certo, come no: la massoneria, pardon, il laicismo, ha cercato la sistematica, fisica distruzione dell’Unica Vera Religione in ogni modo possibile, salvo poi comprendere che la via maestra per l’annientamento del Cattolicesimo era la sua infiltrazione per via di Concili e perversioni varie.
Tutti i massoni del mondo in lacrime per questo palazzetto che vien dritto dritto dal vituperato Medioevo. Del resto la centralità di Notre-Dame nell’immaginario collettivo è stata coltivata molto al di fuori del cattolicesimo. Dal massone Victor Hugosino a Riccardo Cocciante, sulla cattedrale ha fatto un cartone pure la casa di produzione del massone Walt Disney. Non dimentico nemmeno, in tempi recenti, il suicidio dello scrittore di estrema destra Domique Venner, che scelse proprio Notre-Dame per la sua autoimmolazione pagana ed intellettualoide. Tutti vogliono Notre-Dame.
In questi secoli di morbosa attrazione per le cattedrali intitolate a Nostra Signora, ci sarebbe da applaudire l’onestà di Gianroberto Casaleggio, il defunto guru – nonché creatore, padrone in ogni senso possibile – dell’attuale primo partito italiano, il Movimento 5 Stelle. Perché Casaleggio aveva immaginato la disintegrazione della cattedrale Notre-Dame di Reims e non si vergognava a manifestarlo, sia pur cripticamente, nelle sue comunicazioni aziendali.
Qualcuno ricorderà come all’approssimarsi delle elezioni 2013 che segnaron il primo trionfo per i grilloidi, emerse dalla rete un bizzarro video a firma Casaleggio Associati, l’azienda che detiene le redini del mega-partito (altro che Mediaset e Forza Italia!).
Il video si chiamava Gaia il futuro della politica rappresenta, in tutto e per tutto, il Manifesto, visionario e letteralmente apocalittico, del Partito che ha conquistato l’Italia. Chi scrive suonò il campanello d’allarme con il libro Incubo a 5 stelle. Grillo, Casaleggio e la Cultura della Morte, ma il M5S veniva considerato un enorme congelatore di voti da tener buono, un fattore di equilibrio, insomma. Mai pensavano, i partitoni della II Repubblica che poi si allearono nel Nazzareno verdiniano, che il M5S avrebbe raggiunto il potere.
Come per il precedente video Prometeus (quello che iniziava con la frase «L’Uomo è Dio»…), anche Gaia il futuro della politica fu ignorato quasi per cinque lunghi anni prima di stimolare qualche discussione fra i giornaloni, che iniziano ad interessarsene in maniera rarefatta dal 2012; solo dopo le elezioni del 2013 compaiono gli editoriali allarmati di Eugenio Scalfari (il video spaventa pure lui!) e di altri (tra cui il compianto ideologo della Lega Gilberto Oneto).
Diventò allora chiara a tutti la necessità di conoscere le idee di quel partito. Idee che erano in fondo le balle del mainstream progressista (laicità, pseudo-democrazia, ecologismo, riduzione della popolazione terrestre) ma accelerate in modo estremo. Tra di esse, non può mancare l’anticristianismo, che in Casaleggio è autoevidente.
Il video racconta di una ipotetica III guerra mondiale, un evento catastrofico che spazzerà via tutta l’umanità, a parte un miliardo di fortunati. Nel conflitto, ipotizzato nel 2020 si dice, vi sarà la «distruzione dei simboli dell’Occidente: San Pietro, Notre-Dame di Reims, e la Sagrada Familia». Le immagini mostrano i tre luoghi dietro un filtro rosso. Quindi tra i tanti simboli che poteva trovare (magari i soliti dei film catastrofisti: il Big Ben, la Tour Eiffel, la statua della Libertà, il Cremlino) Casaleggio sceglie invece tre cattedrali cattoliche. Proprio così: non solo tre luoghi cattolici, ma tre cattedrali. Una di esse è quella di Reims, chiamata anch’essa Notre-Dame. I livelli simbolici qui si sprecano, come in tutta l’opera scritta di Casaleggio, che nessuno si è preso la briga di leggere. Che i «costruttori di cattedrali» vogliano invece distruggerle?
Più superficialmente, c’è da chiedersi: il guru covava un febbrile, apocalittico desiderio di vendetta nei confronti della Chiesa di Roma? A giudicare da tante altre briciole che Gianroberto ci ha lasciato, sì.
Ne Il grillo canta sempre al tramonto, libretto scritto con il suo megafono umano Beppe Grillo e un Dario Fo di passaggio, Casaleggio sostiene che la rivoluzione francese è fallita per colpa della Chiesa: «Napoleone si è proclamato imperatore, ha fatto andare il papa a benedirlo, più di così?! E si è imparentato con l’imperatore d’Austria, quindi è evidente che non c’era scampo a quel processo di neutralizzazione della Rivoluzione francese, da proletaria è diventata imperialista». Noterete che, come un Mazzini qualsiasi, Casaleggio non riesca a nascondere il suo odio per gli Asburgo, e cioè l’ultima dinastia pienamente cattolica d’Europa.
Nello stesso libro, ecco un’accorata difesa dei Catari i quali «rifiutavano soltanto l’idea che a capo dei cristiani ci fosse un papa», con relativa fantasiosa storia dei milanesi che sarebbero stati nei secoli anti-papisti e difensori della memoria catara.
Potete leggere il libro alle pagine 40 e seguenti per rendervi conto del delirio anticattolico. Insomma, a Gianroberto, che esternava il suo anticattolicesimo diffondendo la visione della distruzione di una cattedrale di Notre Dame, ci sarebbe da stringere la mano.
Bravo, onesto: uno che, sia pure dietro le quinte, teneva la sua posizione, senza dissimularla nell’oceano di lacrime di coccodrillo che leggiamo ora sui giornaloni che per secoli hanno sognato la devastazione delle chiese e della Chiesa, e che oggi si sono un po’ placati perché sanno bene che a farlo è un papa (il «papa secondo il nostro cuore» di cui parlava profeticamente l’inarrivabile cospiratore ottecentesco Nubius) e la sua curia di demòni distruttori della dottrina e dell’Umanità.

– di Roberto Dal Bosco





Macron si è dimenticato di mettere a norma Notre Dame. E si capisce, dal momento che era notre e non à lui. Questione di sfere di interesse. Forse l’area è stata già acquistata dai Rothschild o lo sarà a breve, per essere destinata al più grande omosex shop d’Europa, che dal cuore della ville lumière irradierà le luci dell’avvenire sul mondo intero. Del resto ci avevano già provato anche i comunardi. Ma avevano mezzucci ridicoli: avevano ammassato le sedie, che nelle chiese di allora erano ancora di legno, per dare fuoco a tutto, ma un povero cristiano se ne era accorto ed era riuscito a spegnere il focolaio e a mettere in fuga quegli incendiari da quattro soldi, non evoluti. “Intanto, mentre l’attenzione media è per un po’ distratta e spaesata” ha pensato preveggente Napoleone IV “possiamo scacciare ancora a suon di bombe questi ingombranti italiani, più irriducibili di quanto pensassimo, nel continuare a fare gli affari loro anche senza le amazzoni di Gheddafi a guardia della tenda. Poi gli mettiamo in coda una valanga nuova di africani, ed è fatta”.
In perfetta sintonia con il monarca illuminato, la più perspicace delle illuminate nostrane ha già bruciato sul tempo e superato persino la Boldrini, affermando che tutti i nuovi esuli casualmente destinati a prodursi a seguito della nuova necessaria emergenza umanitaria debbano essere dichiarati in anticipo “rifugiati”. Con il conseguente obbligo di coabitazione da parte degli indigeni che nel frattempo non siano stati ancora espropriati della casa di abitazione e di eventuali depositi bancari.
Insomma, una nuova ondata di africani guidata dalla legge fondamentale della competitività quale è stata consacrata al buon vivere comune dai Trattati, che ora vengono chiamati così, senza aggettivi o complementi di specificazione, come il Vangelo si chiamava il Vangelo e basta prima di Ravasi.
In attesa che il caso ci presenti questa nuova necessità, mettiamo a norma ogni abitazione per adattarla alla coabitazione: grazie ai Trattati sappiamo come tutto possa essere messo a norma europea. E guai a quei facinorosi ingrati che pretendessero di ribellarsi a tutte le preziose opportunità che ci vengono offerte.
Per fortuna la guerra umanitaria è a guardia della democrazia moderna. Tutti dobbiamo capire, una volta per tutte, che dobbiamo avere una vita a norma europea, cioè che solo la pace dei sensi, dello spirito e del pensiero può garantire ancora anche la integrità dei corpi. Forse.


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