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Immunità, regia papale, aiuti: il giallo sul blitz del cardinale
Il caso del blitz del cardinale Konrad Krajewskj finisce in procura. Quella luce riattivata in uno stabile occupato da abusivi a Roma potrebbe avere conseguenze anche dal punto di vista legale.
Sotto accusa di certo resta il cardinale che si è intestato la paternità del gesto affermando che "400 persone, tra cui 98 bambini, da cinque giorni erano abbandonate a se stesse". Gli inquirenti adesso però dovranno ricostruire come sono andate davvero le cose. Ed è qui che sorge un sospetto: il cardinale ha fatto davvero tutto da solo? Secondo quanto riporta ilMessaggero, con Krajewskj probabilmente c'erano altre persone. Ad avanzare qualche perplessità sulla dinamica dei fatti è la stessa Areti, la società di Acea che ha in gestione la rete dell'energia elettrica. Pare poco credibile che l'elemosiniere del pontefice possa aver rimosso i sigilli e riacceso la luce nel palazzo Spin Time Labs da solo. Sarà l'inchiesta ad accertare le responsabilità del cardinale e a rilevare la presenza di presunti complici. Intanto sul piano legale il cardinale potrebbe "salvarsi".
Il tutto grazie ad una immunità diplomatica. Il suo gesto è avvenuto fuori dalle mura del Vaticano, ma la decisione di agire potrebbe essere stata presa proprio dentro Città del Vaticano. Inoltre per statuto l'elemosiniere è a tutti gli effetti la "longa mano" di Papa Francesco. L'esposto in procura quasi certamente darà il via all'apertura del fascicolo. Il fascicolo molto probabilmente verrà aperto per danneggiamento e furto di energia elettrica. Inoltre in questa vicenda c'è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: il cardinale avrebbe ignorato e violato tutte le procedure di sicurezza mettendo in pericolo i 400 occupanti. La stessa Areti infatti fa sapere che un blitz come quello di qualche giorno fa può essere messo in atto solo con "competenze specifiche". E sui rischi che corrono gli occupanti la stessa società ha declinato ogni responsabilità.
Il potenziale diseducativo innescato dal cardinale Konrad Krajewski avrà l'effetto di un boomerang
Davanti al Papa quel 28 ottobre 2014 c'erano " i cartoneros, i campesinos, quelli che si battono per i poveri in Africa e quelli che fanno battaglie per il microcredito nel Sud Est asiatico. Ci sono pure i ragazzi del Leoncavallo, forse il centro sociale più famoso d’Italia e la rete “Genuino Clandestino”, un network di centri sociali che coordina i No-Tav e i movimenti No Expò. Insomma una platea di ribelli, irriducibili, rivoluzionari. Il Papa disse loro: «Diciamo insieme con il cuore: nessuna famiglia senza tetto, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessuna persona senza la dignità del lavoro!». Papa Bergoglio ha preso la parola davanti ai principali movimenti popolari di tutto il mondo, invitati ad un incontro. Li ha esortati a «continuare la lotta, ci fa bene a tutti». (Il Messaggero QUI)
Passano gli anni ed eccoci all'apoteosi dell'illegalità scagliata contro le strutture giuridiche ed amministrative di uno stato sovrano " L'elemosiniere di Papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski, si è addirittura calato nel pozzetto dove c'erano i contatori della luce pur di rompere i sigilli imposti al palazzo occupato da quindici anni in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma e riportare la corrente elettrica per 450 abusivi. Un gesto dichiaratamente illegale, visto che quei sigilli erano stati messi dalle autorità italiane dopo aver accumulato oltre 300mila euro di bollette non pagate.
Un gesto che difficilmente "padre Corrado" ha compiuto in totale autonomia. Anzi, come riporta il Messaggero, il cardinale polacco può essere considerato uno degli uomini più vicini in questo momento a Papa Francesco. Nei confronti del suo elemosiniere, Bergoglio nutre enorme fiducia e ogni cosa che fa gode del sostegno del pontefice, l'unico al quale il cardinale deve rendere conto del proprio operato. Secondo il quotidiano capitolino, insomma, il gesto sarebbe stato voluto da Papa Francesco in persona.
Padre Konrad in teoria rischia di rispondere davanti a un giudice del suo gesto estremo in difesa degli occupanti del palazzo. In realtà il cardinale è cittadino vaticano e gode anche dell'immunità diplomatica. Insomma, il cardinale non rischia nulla, così come continueranno a restare impuniti gli occupanti del gruppo Action e dell'associazione Spint time. Tanto da potersi permettere minacce farneticanti di resistenza civile: "Nel caso in cui l'elemosiniere del Papa venisse denunciato, siamo pronti ad autodenunciarci tutti", ha detto un portavoce dell'associazione che occupa abusivamente i locali del palazzo, Andrea Alzetta.
Questa mattina, la Areti, la società dell'Acea che gestisce la rete di distribuzione a Roma, ha presentato alle forze dell'ordine un esposto contro ignoti per l'allaccio elettrico nello stabile occupato, ristabilito dopo il passaggio del cardinale Krajewski. Come riporta Repubblica, l'allaccio era naturalmente abusivo, quindi il reato ipotizzato sarà di furto di energia. (da Libero )
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Marco Tosatti su Stilum Curiae ha così commentato "il caso Krajewski mi sembra ancora degno di attenzione. Per il suo potenziale diseducativo; se un immobile è pubblico non è di tutti noi, cittadini, ma è di nessuno, e chi se ne frega se qualcuno se ne impadronisce – se le bollette dell’elettricità non sono pagate, chi se ne frega, – paghino gli altri; che poi non sono i magnat, ma i comuni correntisti dell’ente su cui l’ente stesso scaricherà il costo…Populismo ecclesiastico all’ennesima potenza: io faccio il gesto “evangelico”, tanto il conto non mi resta mica in mano. Ma nelle sue implicazioni è gravissimo: significa non comprendere il principio base della convivenza: e cioè che solo la legge tutela i più deboli, e che ogni ferita inferta alla legge non va a scapito dei potenti, che sanno benissimo come difendersi, ma della gente comune, quella che stringendo i denti, magari, le bollette le paga."
Credo che né in Francia, o in Polonia, o in Gran Bretagna un comportamento del genere sarebbe tollerato. Specialmente da parte di un ministro, straniero, di una entità statuale straniera. Ma si sa che noi siamo abituati a ingoiare tutto".
Un Teologo ha così commentato: "In questa deprimente deriva ecclesiale, così intrisa di mondo ed appiattita sulla terra mentre pare non destar troppo interesse il Cielo, uno dei paradossi più eclatanti riguarda la condizione dell'uomo, ovvero lo status dell'umanità che la deriva intenderebbe omaggiare.
Questo status, che ci vede tutti "migranti" è quello di "esuli figli di Eva".
Esuli, perché privi della vera patria, la quale può rappresentare il destino buono delle anime (e alla resurrezione della carne anche dei corpi) al termine del pellegrinaggio terreno, gementi e piangenti in una valle lacrimosa che qualche regnante spaccia per paradiso, vantando diritti e libertà e riducendo la fede ad esercizio d'ostentata bontà.
Quanta gente è priva di luce mentre vaga perduta nella tenebra del mondo...
Quanta gente vaga come pecora senza pastore, in balia dei lupi che adocchiano la preda...
Quanta gente, spinta o buttata "fuori", ora non sa più quale sia la porta per salvarsi.
Questi migranti allo sbando sentono molte voci che paiono occuparsi di loro, chi per ideologia, chi per 32 euri al giorno, chi per campagna elettorale, chi per farne uso in strategie disegnate a tavolino da menti tanto scaltre quanto ottenebrate...
Non sentono l'unica voce che andrebbe sentita, essendo stata oscurata la frequenza sulla quale trasmette... E dice:
"Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori.
E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".
La deriva ecclesiale rende disinteressato persino il guardiano: in pratica ha licenziato il katechon. Così non pochi non capiscono...
Gesù, paziente, lo dice sempre, di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
Gli esuli che si fidano avranno la vita in abbondanza... Non avranno solo le briciole dei potentati che se ne servono. Ma bisogna essere esuli veri (umili), non marionette (sciocche) di chi è (quando va bene...) ladro e brigante"
"Alla luce di tutti questi elementi, che dire? Che la demagogia costa poco e frutta molto in termini di immagine e popolarità. E sempre alla luce delle cifre, le battaglie per l’accoglienza assumono un altro aspetto. Accoglienza sì, se pagata dai soldi dei cittadini." ( Maurizio Blondet QUI )
Pubblicato da Andrea Carradori
Il populismo ecclesiastico si è espresso nello stesso giorno in due filoni paralleli. Quello socialisteggiante che fa il verso ai movimenti latino-americani e quello apparentemente più devoto che foraggia il falso culto di Medjugorje (prontamente inserita nell'Opera Romana Pellegrinaggi, ma come facevano ad avere il catalogo pronto?). Se il gruppo di San Gallo traccia il solco, è la curia polacca che lo difende..
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