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domenica 16 giugno 2019

Quod vidi

VIGANÒ: PARLO SOLO DI QUELLO CHE HO VISTO PERSONALMENTE. COSÌ OPERA LA MAFIA GAY NELLA CHIESA.


L’intervista dell’arcivescovo Viganò al Washington Post, in cui reitera la sua testimonianza su McCarrick, e dichiara che il Pontefice mente per coprire delle malefatte ha destato un grande interesse, come era comprensibile. Anche alla luce del fatto che le sue dichiarazioni sono state sempre confermate, da un anno a questa parte, dai documenti e dalle testimonianze che sono uscite, l’ultima delle quali il “Rapporto Figuereido”, scritto dal segretario di McCarrick. 

E persino la filippica anti-Viganò del cardinale Marc Ouellet ha portato conferme. Anche se il prefetto della Congregazione per i Vescovi dovrebbe adesso spiegare perché non ha mai fatto menzione della lettera che il suo predecessore, il card. Re, aveva scritto a McCarrick e di cui erano a conoscenza sia il Nunzio che l’arcivescovo di Washington.
E, naturalmente, Ouellet stesso, che però non ne ha parlato, attaccando Viganò. Forse nella speranza – è alla fine del mandato – di ottenere un prolungamento dell’incarico; che secondo alcune voci però potrebbe essere affidato al segretario della Congregazione, Jesus de Ilson Montanari, l’amico intimissimo del segretario privato del Pontefice, Pedacchio.
Nel frattempo è esploso il caso Bransfield, che aveva elargito doni in soldi a molte persone, fra cui anche il nunzio. Parlando della mafia omosessuale, l’arcivescovo Viganò ora spiega che “Il mio commento non era astratto, ma si basa su ciò che conosco personalmente, ad esempio su McCarrick. Non ho mai ricevuto alcuna accusa, verbale o scritta, contro il vescovo Bransfield, durante il mio mandato come nunzio negli Stati Uniti. Quello che so di lui viene da ciò che ho letto sui giornali. Detto questo, sembra da quello che è emerso, che il vescovo Bransfield è un perfetto esempio di ciò a cui mi riferivo. È importante notare che, prima di essere nominato vescovo, era stato rettore della Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione a Washington DC ed era presidente del Consiglio di fondazione della Fondazione papale, entrambi legati a McCarrick e al cardinale Wuerl. In effetti, il suo successore come rettore della Basilica, mons. Walter Rossi, fu nominato lì da McCarrick lo stesso anno in cui Bransfield fu nominato vescovo. Mons. Rossi è, senza dubbio, un membro della ‘mafia gay’. Si può leggere di lui online sul sito di The American Spectator. Posso dire che, mentre ero nunzio negli Stati Uniti, ho ricevuto la documentazione che afferma che mons. Rossi aveva molestato sessualmente studenti maschi alla Catholic University of America. Il Vaticano, in particolare il card. Parolin, è ben consapevole della situazione di mons. Rossi, come lo è il card. Wuerl. Finalmente posso testimoniare che il nome di Rossi è stato proposto per la promozione a vescovo al mio predecessore, l’arcivescovo Pietro Sambi, che ha bloccato il suo avanzamento. Questi fatti mostrano chiaramente come opera la ‘mafia gay’”.
L’arcivescovo Viganò ricorda che era consuetudine dei vescovi americani inviare un dono al nuovo nunzio quando prendeva servizio. “In verità non ricordo tutti i nomi di chi mi stava spedendo questi regali, perché non prestavo attenzione al nome del donatore che mi stava mandando l’assegno, perché questo era irrilevante per me, perché non avevo intenzione di fare qualche favore a nessuno. Come ho detto prima, il mio staff mi ha spiegato che questo era consuetudine negli Stati Uniti, e il fatto di non accettare il regalo sarebbe stato un affronto ai donatori. Quindi, dopo aver ricevuto questi regali, giravo immediatamente questi soldi nel mio conto per la beneficenza. Posso allegare alcuni esempi di prove su come ho usato i miei soldi personali insieme ai soldi di queste varie donazioni.
Alcuni dei nomi che ricordo sono il cardinale Dolan, il vescovo Di Marzio, l’ex cardinale McCarrick, il cardinale Wuerl, ma sono sicuro che ce ne furono altri.
Vorrei aggiungere che ricordo con certezza uno di questi regali fatti subito dopo che è stato annunciato che sarei stato inviato come nunzio negli Stati Uniti, ma prima del mio arrivo negli Stati Uniti. Era dell’ex card. McCarrick, per l’importo di $ 1.000”.
Una questione è nata dal fatto che alcuni parrocchiani della West Virginia sostengono di aver inviato una lettera al nunzio lamentandosi dello stile di vita stravagante del vescovo Bransfield nel 2013. “Sfortunatamente, non ricordo di aver ricevuto alcuna lettera del genere, che certamente ricorderei e avrebbe avuto un seguito. Ciò detto, la Nunziatura riceve ogni giorno molte lamentele su ogni genere di cose, ed è abbastanza probabile che sfortunatamente questa lettera non sia stata ritenuta abbastanza seria da essere portata alla mia attenzione. Comunque sia, la lettera, se è stata ricevuta, è probabilmente archiviata negli archivi della Nunziatura, quindi può essere verificata”.
Marco Tosatti
15 Giugno 2019 Pubblicato da  12 Commenti --

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