A chi imputare, quindi, l’evidente, innegabile passaggio della gerarchia cattolica (e del basso clero, diocesano e religioso) dal cristocentrismo all’antropocentrismo, dalla trascendenza all’immanenza, dal sovrannaturale al naturale e allo storicismo, dalla sacralità della liturgia (con annessa musica e canto sacri) alla sua desacralizzazione e banalizzazione (come avviene quasi ovunque da dopo il Vaticano II), dal Regno Sociale di Cristo all’umanesimo laico di stampo massonico? E ci limitiamo solo ai più macroscopici aspetti del declino e della deriva dottrinale, liturgica e pastorale, impressa a Santa Romana Chiesa da oltre mezzo secolo dal clero modernista, una volta giunto ai posti di comando, tempo che coincide ragionevolmente con l’ascesa di Angelo Roncalli al Soglio Pontificio, che curiosamente volle assumere il nome dell’ultimo antipapa, Giovanni XXIII (un segnale subliminale?).
Tuttavia, per evitare di essere accusati di parzialità e partigianeria, di voler presentare una tesi con una risposta preconfezionata, per esporre quanto premesso ci serviremo di quanto affermato da esponenti del clero e dell’intellighenzia cattolica, gli stessi che fanno parte attiva di questa Chiesa in crisi.
Riportiamo quindi dei brani tratti due interventi provenienti da fonti “al di sopra di ogni sospetto”, forse un poco datati, ma che mantengono intatto il loro valore esemplare:
1) - Il primo intervento è una lettera scritta da don Michael Oswalt (prete statunitense formatosi a Mundelein, presso Chicago) e diretta ai confratelli diocesani quando, nel 2009, ha deciso di abbandonare definitivamente il Novus Ordo e la ‘chiesa’ conciliare. Attualmente don Oswalt collabora con la Congregazione di Maria Immacolata Regina (CMRI).
Rigettare la ‘chiesa’ dell’impostura.
Una lettera da un prete ex-conciliare
(da Radiospada – 23 dic. 2015. I neretti sono nostri)
Cari confratelli sacerdoti della Diocesi di Rockford,
ho deciso di abbandonare la Diocesi perché sono approdato alla conclusione che i mutamenti introdotti dal Concilio Vaticano II sono incompatibili con il Cattolicesimo Romano.
Non v’è chi neghi che il Vaticano II ha imposto cambiamenti ampi e profondi alla Chiesa Cattolica; ma i cambiamenti possono essere accidentali o sostanziali. Se i mutamenti causati dal Vaticano II sono meramente accidentali, allora non c’è ragione di opporvisi, anche qualora li si trovi disgustosi. Ma se questi mutamenti sono sostanziali, allora il Vaticano II rappresenta niente di meno che la fondazione di una nuova religione, che differisce in senso essenziale dal Cattolicesimo Romano, ed è dovere di ogni cattolico, specie se sacerdote, di resistere a tali cambiamenti e di cercare di scacciarli dalle chiese e dalle istituzioni cattoliche,
………………….
Per molti anni ho studiato le discrepanze tra il Cattolicesimo preconciliare e la religione uscita dal Vaticano II; e a me parvero profonde, ma tentai fino all’ultimo di dare il “beneficio del dubbio” a chi aveva promulgato simili riforme. In molti casi ero portato al rifiuto, a negare, nascondere a me stesso realtà che sapevo vere, ma che non mi sentivo in grado di accettare.
Peraltro, nessuno nega che la Fede che fu creduta e praticata fino al Concilio Vaticano II era indubitabilmente Cattolicesimo romano, ossia la religione e la Chiesa fondate da Nostro Signore, l’unica chiesa, fuori della quale non v’è salvezza. Tutti, pertanto, debbono riconoscere che se anche la religione postconciliare vuol qualificarsi come cattolica romana, deve avere una uniformità sostanziale con la fede e la prassi preconciliare…… difficile pensare a qualcosa di più menzognero, assurdo, inutile, a qualcosa di più pericoloso, di un prete che afferma d’essere cattolico, ma che ha perso contatto e continuità con la santa Tradizione del Cattolicesimo romano.
Mi rimane, quindi, da dimostrare che tra presente e passato s’è introdotta una discontinuità. E’ questa una tesi che a molti sembra venire da un altro pianeta; ma per altri è una verità che giace sepolta in fondo alla loro mente, e grava pesantemente sul loro cuore. Ora, le prove per suffragare tale tesi abbondano e richiederebbero un libro in più tomi per essere presentate esaustivamente, ma io le esporrò in maniera “condensata” …...
Una lettera da un prete ex-conciliare
(da Radiospada – 23 dic. 2015. I neretti sono nostri)
Cari confratelli sacerdoti della Diocesi di Rockford,
ho deciso di abbandonare la Diocesi perché sono approdato alla conclusione che i mutamenti introdotti dal Concilio Vaticano II sono incompatibili con il Cattolicesimo Romano.
Non v’è chi neghi che il Vaticano II ha imposto cambiamenti ampi e profondi alla Chiesa Cattolica; ma i cambiamenti possono essere accidentali o sostanziali. Se i mutamenti causati dal Vaticano II sono meramente accidentali, allora non c’è ragione di opporvisi, anche qualora li si trovi disgustosi. Ma se questi mutamenti sono sostanziali, allora il Vaticano II rappresenta niente di meno che la fondazione di una nuova religione, che differisce in senso essenziale dal Cattolicesimo Romano, ed è dovere di ogni cattolico, specie se sacerdote, di resistere a tali cambiamenti e di cercare di scacciarli dalle chiese e dalle istituzioni cattoliche,
………………….
Per molti anni ho studiato le discrepanze tra il Cattolicesimo preconciliare e la religione uscita dal Vaticano II; e a me parvero profonde, ma tentai fino all’ultimo di dare il “beneficio del dubbio” a chi aveva promulgato simili riforme. In molti casi ero portato al rifiuto, a negare, nascondere a me stesso realtà che sapevo vere, ma che non mi sentivo in grado di accettare.
Peraltro, nessuno nega che la Fede che fu creduta e praticata fino al Concilio Vaticano II era indubitabilmente Cattolicesimo romano, ossia la religione e la Chiesa fondate da Nostro Signore, l’unica chiesa, fuori della quale non v’è salvezza. Tutti, pertanto, debbono riconoscere che se anche la religione postconciliare vuol qualificarsi come cattolica romana, deve avere una uniformità sostanziale con la fede e la prassi preconciliare…… difficile pensare a qualcosa di più menzognero, assurdo, inutile, a qualcosa di più pericoloso, di un prete che afferma d’essere cattolico, ma che ha perso contatto e continuità con la santa Tradizione del Cattolicesimo romano.
Mi rimane, quindi, da dimostrare che tra presente e passato s’è introdotta una discontinuità. E’ questa una tesi che a molti sembra venire da un altro pianeta; ma per altri è una verità che giace sepolta in fondo alla loro mente, e grava pesantemente sul loro cuore. Ora, le prove per suffragare tale tesi abbondano e richiederebbero un libro in più tomi per essere presentate esaustivamente, ma io le esporrò in maniera “condensata” …...
Ecco lo schema che seguirò nella mia esposizione:
1. le eresie contenute nel Vaticano II;
2. le eresie insegnate dal Codice di Diritto Canonico del 1983, e le pratiche peccaminose da esso autorizzate;
3. come mai la Nuova Messa del 1969 è falsa e acattolica, essendo coerente espressione liturgica delle eresie del Vaticano II;
4. la eteroprassi della religione vaticansecondista, ossia la conferma della natura eretica del Vaticano II da parte delle comuni credenze e pratiche odierne, siano esse ufficialmente sancite dalla gerarchia, o silenziosamente approvate da questa su scala universale;
5. le alterazioni sostanziali ai Sacramenti, la cui validità adesso è assente o perlomeno dubbia;
6. le eresie pubblicamente professate da Benedetto XVI;
7. come mai i quattro caratteri distintivi della Chiesa Cattolica non si ritrovano nella nuova religione uscita dal Vaticano II.
Infine, riassumendo, sottolineerò che nei tre elementi essenziali di ogni religione – dottrina, culto e disciplina - il Vaticano II e i cambiamenti da esso portati hanno operato un mutamento sostanziale della Fede cattolica, e ne trarrò le opportune conseguenze, sia pratiche sia teoretiche.
1. le eresie contenute nel Vaticano II;
2. le eresie insegnate dal Codice di Diritto Canonico del 1983, e le pratiche peccaminose da esso autorizzate;
3. come mai la Nuova Messa del 1969 è falsa e acattolica, essendo coerente espressione liturgica delle eresie del Vaticano II;
4. la eteroprassi della religione vaticansecondista, ossia la conferma della natura eretica del Vaticano II da parte delle comuni credenze e pratiche odierne, siano esse ufficialmente sancite dalla gerarchia, o silenziosamente approvate da questa su scala universale;
5. le alterazioni sostanziali ai Sacramenti, la cui validità adesso è assente o perlomeno dubbia;
6. le eresie pubblicamente professate da Benedetto XVI;
7. come mai i quattro caratteri distintivi della Chiesa Cattolica non si ritrovano nella nuova religione uscita dal Vaticano II.
Infine, riassumendo, sottolineerò che nei tre elementi essenziali di ogni religione – dottrina, culto e disciplina - il Vaticano II e i cambiamenti da esso portati hanno operato un mutamento sostanziale della Fede cattolica, e ne trarrò le opportune conseguenze, sia pratiche sia teoretiche.
1. Le eresie contenute nel Vaticano II. Quattro le principali:
La prima è l’ecumenismo, esposto nel documento Unitatis Redintegratio, che insegna che anche le religioni acattoliche sono mezzi di salvezza. Tale dottrina è stata successivamente ripresa nel documento Catechesi Tradendæ di Giovanni Paolo II. Simili asserzioni sono frontalmente contrarie alla dottrina che fuori della Chiesa non c’è salvezza, chiamata “dogmatica” da Pio IX. La nozione e la pratica dell’ecumenismo furono oggetto di condanna da parte di Pio XI nell’enciclica Mortalium Animos del 1928.
La seconda eresia riguarda l’unità della Chiesa: la Chiesa di Cristo non si identificherebbe in via esclusiva con la Chiesa Cattolica, ma semplicemente “sussisterebbe in essa”. Tale dottrina eretica è contenuta principalmente in Lumen Gentium, ed è confermata nel suo significato eretico dalle dichiarazioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, soprattutto nel CJC del 1983, nella dichiarazione del 1992 “su alcuni aspetti della Chiesa come comunione”, e nel Direttorio Ecumenico. E’ contraria agli insegnamenti della Chiesa Cattolica, segnatamente esposti nella Satis Cognitum di Leone XIII, nella Mortalium Animos di Pio XI, nella Mystici Corporis di Pio XII, e nelle condanne della “teoria dei rami” operate dal Sant’Uffizio sotto Pio IX.
La terza eresia è la libertà religiosa, contenuta in Dignitatis Humanæ, che riprende quasi parola per parola gli asserti dottrinali condannati da Pio VII nella Post Tam Diuturnas, da Gregorio XVI nella Mirari Vos, da Pio IX nella Quanta Cura e da Leone XIII nella LibertasPræstantissimum. Gli insegnamenti del Vaticano II sulla libertà religiosa contraddicono altresì la Regalità Sociale di Cristo espressa nella Quas Primas di Pio XI, e la Dottrina Sociale della Chiesa.
La prima è l’ecumenismo, esposto nel documento Unitatis Redintegratio, che insegna che anche le religioni acattoliche sono mezzi di salvezza. Tale dottrina è stata successivamente ripresa nel documento Catechesi Tradendæ di Giovanni Paolo II. Simili asserzioni sono frontalmente contrarie alla dottrina che fuori della Chiesa non c’è salvezza, chiamata “dogmatica” da Pio IX. La nozione e la pratica dell’ecumenismo furono oggetto di condanna da parte di Pio XI nell’enciclica Mortalium Animos del 1928.
La seconda eresia riguarda l’unità della Chiesa: la Chiesa di Cristo non si identificherebbe in via esclusiva con la Chiesa Cattolica, ma semplicemente “sussisterebbe in essa”. Tale dottrina eretica è contenuta principalmente in Lumen Gentium, ed è confermata nel suo significato eretico dalle dichiarazioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, soprattutto nel CJC del 1983, nella dichiarazione del 1992 “su alcuni aspetti della Chiesa come comunione”, e nel Direttorio Ecumenico. E’ contraria agli insegnamenti della Chiesa Cattolica, segnatamente esposti nella Satis Cognitum di Leone XIII, nella Mortalium Animos di Pio XI, nella Mystici Corporis di Pio XII, e nelle condanne della “teoria dei rami” operate dal Sant’Uffizio sotto Pio IX.
La terza eresia è la libertà religiosa, contenuta in Dignitatis Humanæ, che riprende quasi parola per parola gli asserti dottrinali condannati da Pio VII nella Post Tam Diuturnas, da Gregorio XVI nella Mirari Vos, da Pio IX nella Quanta Cura e da Leone XIII nella LibertasPræstantissimum. Gli insegnamenti del Vaticano II sulla libertà religiosa contraddicono altresì la Regalità Sociale di Cristo espressa nella Quas Primas di Pio XI, e la Dottrina Sociale della Chiesa.
La quarta eresia è quella della collegialità, che altera la costituzione monarchica della Chiesa Cattolica, così come è stata concepita dal Divino Salvatore. La dottrina vaticansecondista, suffragata dal CJC del 1983, che afferma che il detentore della suprema autorità nella Chiesa è il collegio dei Vescovi insieme col Papa, è contraria alla dottrina definita nei Concilii di Firenze e nel Vaticano I.
2. Le eresie insegnate dal Codice di Diritto Canonico del 1983, e le pratiche peccaminose da esso autorizzate.
Il CJC del 1983 contiene infatti l’eresia vaticansecondista della “unità della Chiesa” contenuta in Lumen Gentium, e permette il sacrilegio al Santissimo Sacramento, approvandone la ricezione da parte di non cattolici (il che è peccato mortale), e permette la communicatio insacris con gli acattolici (anche questo è peccato mortale). In aggiunta, il Direttorio Ecumenico del 1993 permette pratiche ecumeniche che la Chiesa ha sempre insegnato essere mortalmente peccaminose.
Il CJC del 1983 contiene infatti l’eresia vaticansecondista della “unità della Chiesa” contenuta in Lumen Gentium, e permette il sacrilegio al Santissimo Sacramento, approvandone la ricezione da parte di non cattolici (il che è peccato mortale), e permette la communicatio insacris con gli acattolici (anche questo è peccato mortale). In aggiunta, il Direttorio Ecumenico del 1993 permette pratiche ecumeniche che la Chiesa ha sempre insegnato essere mortalmente peccaminose.
3. Come mai la Nuova Messa del 1969 è falsa e acattolica.
L’Ordinamento Generale del nuovo Messale contiene una definizione eretica della Messa;
- è stata composta con lo scopo dichiarato di realizzare una liturgia ecumenica “di gradimento” per i Protestanti, eliminando le verità cattoliche concernenti il sacerdozio, la dimensione sacrificale della Messa e la Presenza Reale di Cristo nella Santa Eucaristia;
- è stata composta con l’aiuto e i suggerimenti di sei ministri protestanti,mostrando così lo spirito ereticale in cui è stata concepita e formulata;
i suoi autori hanno sistematicamente rimosso dalle orazioni e dalle letture le dottrine ritenute “offensive” per gli eretici;
- sia tramite le sue omissioni, sia tramite i suoi simbolismi e gesti, insegna eresie ed errori concernenti il sacerdozio, il Santo Sacrificio e la Presenza Reale;
- è molto probabilmente invalida a causa di un difetto d’intenzione che provoca in chi la celebra, considerando anche l’alterazione blasfema – perlomeno nella versione vernacolare – delle parole di Cristo nella formula consacratoria;
l’edizione originaria conteneva l’eresia ariana nella IV Preghiera Eucaristica, rivolgendosi così a Dio Padre: “Tu solo sei Dio”, senz’alcun riferimento alle altre Persone trinitarie.
L’Ordinamento Generale del nuovo Messale contiene una definizione eretica della Messa;
- è stata composta con lo scopo dichiarato di realizzare una liturgia ecumenica “di gradimento” per i Protestanti, eliminando le verità cattoliche concernenti il sacerdozio, la dimensione sacrificale della Messa e la Presenza Reale di Cristo nella Santa Eucaristia;
- è stata composta con l’aiuto e i suggerimenti di sei ministri protestanti,mostrando così lo spirito ereticale in cui è stata concepita e formulata;
i suoi autori hanno sistematicamente rimosso dalle orazioni e dalle letture le dottrine ritenute “offensive” per gli eretici;
- sia tramite le sue omissioni, sia tramite i suoi simbolismi e gesti, insegna eresie ed errori concernenti il sacerdozio, il Santo Sacrificio e la Presenza Reale;
- è molto probabilmente invalida a causa di un difetto d’intenzione che provoca in chi la celebra, considerando anche l’alterazione blasfema – perlomeno nella versione vernacolare – delle parole di Cristo nella formula consacratoria;
l’edizione originaria conteneva l’eresia ariana nella IV Preghiera Eucaristica, rivolgendosi così a Dio Padre: “Tu solo sei Dio”, senz’alcun riferimento alle altre Persone trinitarie.
4. L’eteroprassi della religione vaticansecondista.
Il Vaticano II si può dire che abbia “inoculato” una nuova, falsa religione nelle istituzioni della Chiesa cattolica, e lo si riscontra dai decenni di abominevoli pratichecui abbiamo assistito. Esse includono:
- peccati contro il primo comandamento, sotto forma di riti ecumenici di ogni tipo;
- pratiche pastorali e liturgiche che implicano il condono dei peccati omosessuali;
- abusi liturgici ridicoli, profanazioni, talora impiegando ragazze vestite in maniera indecente o riti mutuati dal paganesimo;
- la distruzione del Sacramento del Matrimonio attraverso la concessione indiscriminata di nullità, per motivi pretestuosi;
- l’implicito (talora esplicito) condono del controllo artificiale delle nascite;
- il regno dell’eresia nei seminari cattolici, nelle università cattoliche, nelle scuole cattoliche;
- l’alterazione sostanziale del Sacramento dell’Estrema Unzione, concesso anche a chi non si trova in pericolo prossimo di morte;
- la pratica della Comunione nella mano, che conduce non di rado a gravi sacrilegi nei confronti delle Sacre Specie (o di ciò che è ritenuto tale).
Il Vaticano II si può dire che abbia “inoculato” una nuova, falsa religione nelle istituzioni della Chiesa cattolica, e lo si riscontra dai decenni di abominevoli pratichecui abbiamo assistito. Esse includono:
- peccati contro il primo comandamento, sotto forma di riti ecumenici di ogni tipo;
- pratiche pastorali e liturgiche che implicano il condono dei peccati omosessuali;
- abusi liturgici ridicoli, profanazioni, talora impiegando ragazze vestite in maniera indecente o riti mutuati dal paganesimo;
- la distruzione del Sacramento del Matrimonio attraverso la concessione indiscriminata di nullità, per motivi pretestuosi;
- l’implicito (talora esplicito) condono del controllo artificiale delle nascite;
- il regno dell’eresia nei seminari cattolici, nelle università cattoliche, nelle scuole cattoliche;
- l’alterazione sostanziale del Sacramento dell’Estrema Unzione, concesso anche a chi non si trova in pericolo prossimo di morte;
- la pratica della Comunione nella mano, che conduce non di rado a gravi sacrilegi nei confronti delle Sacre Specie (o di ciò che è ritenuto tale).
5. Le alterazioni sostanziali ai Sacramenti.
………………………..
Anche la validità della Messa è stata compromessa … Parlare di “racconto dell’istituzione” in relazione alle parole del prete “Questo è il Mio Corpo” che realizzano la transustanziazione, è prova positiva del carattere protestante del Novus Ordo. Tra l’altro, la consacrazione del vino è di dubbia validità, per colpa della falsa traduzione del pro multis con per tutti; chiunque abbia un’infarinatura di greco antico capisce che si tratta di una traduzione erronea delle parole più sacre, anzi una tendenziosa e blasfema manipolazione delle parole che Cristo pronunciò davvero.
………………………..
Anche la validità della Messa è stata compromessa … Parlare di “racconto dell’istituzione” in relazione alle parole del prete “Questo è il Mio Corpo” che realizzano la transustanziazione, è prova positiva del carattere protestante del Novus Ordo. Tra l’altro, la consacrazione del vino è di dubbia validità, per colpa della falsa traduzione del pro multis con per tutti; chiunque abbia un’infarinatura di greco antico capisce che si tratta di una traduzione erronea delle parole più sacre, anzi una tendenziosa e blasfema manipolazione delle parole che Cristo pronunciò davvero.
Ma per la religione vaticansecondista l’idea della necessità di una materia e di una forma è stata abbandonata: Giovanni Paolo II approvò [1] come “Messe” valide quelle della chiesa assira, una setta scismatica discendente dai nestoriani, nei cui riti sono assenti le parole della consacrazione, e una simile approvazione comporta l’abbandono degli insegnamenti universali della Chiesa sulla validità dei Sacramenti, ed è pertanto eretica.
Altre modifiche sollevano dubbi sulla validità dei Sacramenti dell’Estrema Unzione, della Cresima e degli Ordini sacri.
Essendo possibile che tali parole siano necessarie ai fini della validità, e che dunque l’alterazione delle parole sia essenziale, la consacrazione del vino nella Nuova Messa è dubbia.
Essendo possibile che tali parole siano necessarie ai fini della validità, e che dunque l’alterazione delle parole sia essenziale, la consacrazione del vino nella Nuova Messa è dubbia.
6. Le eresie pubblicamente professate da Benedetto XVI e dagli altri membri della gerarchia conciliare. Tra le altre:
L’ecumenismo non cerca di convertire gli acattolici,
l’attesa messianica dei Giudei non è vana,
vi sono ottime ragioni per dire che l’Antico Testamento non si riferisca a Cristo,
il dogma del primato della giurisdizione del romano Pontefice è posto in dubbio,
i vescovi scismatici sono definiti “pastori della Chiesa”,
egli non spera che le sette protestanti si sciolgano, ma che vengano “rafforzate nella loro fede e nella loro realtà ecclesiali”,
la Chiesa Cattolica non ha il diritto di assorbire le altre chiese, anzi la conversione va rimpiazzata da una “unità fondamentale” tra chiese che rimangono tali, ma diventano una chiesa sola,
vi è “la presenza salvifica di Cristo” nella Cena del Signore protestante,
il Protestantesimo non è un’eresia,
la validità della liturgia dipende, più che dall’uso di specifiche parole, dalla comunità della Chiesa,
il Battesimo dei bambini è discutibile,
il racconto biblico della Creazione sarebbe basato su fonti pagane,
il Corano, che esplicitamente nega la divinità di Cristo e chiama le donne “bestiame”, è un libro “sacro” di una “grande” religione, per la quale egli mostra rispetto,
vi sono “santi pagani”,
le religioni acattoliche sono mezzi di salvezza,
il termine “peccato originale” è fuorviante e impreciso,
la Chiesa di Cristo esiste anche al di fuori delle frontiere della Catholica,
la Chiesa di Cristo è “divisa”,
l’unità di essa è ancora in fieri,
è importante che ciascuno possa appartenere alla comunità religiosa che preferisce,
non vi sarà resurrezione dei corpi,
nella Santissima Eucaristia, “Cristo è nel pane”, il che corrisponde alla dottrina luterana della consustanziazione.
E la lista potrebbe continuare.
L’ecumenismo non cerca di convertire gli acattolici,
l’attesa messianica dei Giudei non è vana,
vi sono ottime ragioni per dire che l’Antico Testamento non si riferisca a Cristo,
il dogma del primato della giurisdizione del romano Pontefice è posto in dubbio,
i vescovi scismatici sono definiti “pastori della Chiesa”,
egli non spera che le sette protestanti si sciolgano, ma che vengano “rafforzate nella loro fede e nella loro realtà ecclesiali”,
la Chiesa Cattolica non ha il diritto di assorbire le altre chiese, anzi la conversione va rimpiazzata da una “unità fondamentale” tra chiese che rimangono tali, ma diventano una chiesa sola,
vi è “la presenza salvifica di Cristo” nella Cena del Signore protestante,
il Protestantesimo non è un’eresia,
la validità della liturgia dipende, più che dall’uso di specifiche parole, dalla comunità della Chiesa,
il Battesimo dei bambini è discutibile,
il racconto biblico della Creazione sarebbe basato su fonti pagane,
il Corano, che esplicitamente nega la divinità di Cristo e chiama le donne “bestiame”, è un libro “sacro” di una “grande” religione, per la quale egli mostra rispetto,
vi sono “santi pagani”,
le religioni acattoliche sono mezzi di salvezza,
il termine “peccato originale” è fuorviante e impreciso,
la Chiesa di Cristo esiste anche al di fuori delle frontiere della Catholica,
la Chiesa di Cristo è “divisa”,
l’unità di essa è ancora in fieri,
è importante che ciascuno possa appartenere alla comunità religiosa che preferisce,
non vi sarà resurrezione dei corpi,
nella Santissima Eucaristia, “Cristo è nel pane”, il che corrisponde alla dottrina luterana della consustanziazione.
E la lista potrebbe continuare.
7. Come mai i quattro caratteri distintivi della Chiesa Cattolica non si ritrovano nella nuova religione uscita dal Vaticano II.
Si tratta delle quattro caratteristiche essenziali della vera Chiesa di Cristo, così come esposte nel Credo niceno, che la distinguono dalle sette false e che però – unità, santità, cattolicità ed apostolicità – mancano nella religione conciliare. La nuova religione conciliare non è santa, perché professa e promulga pubblicamente l’eresia in materia sia di fede, sia di morale; contempla discipline erronee e perniciose; condona e anzi promuove, in nome dell’ecumenismo, gravi peccati contro il primo Comandamento.
La nuova religione non è “una”, perché in essa l’unità della fede è stata completamente distrutta nel momento in cui si è deciso di rompere con le antiche dottrine e ogni aberrazione dottrinale è stata permessa. Dopo il Vaticano II, l’unico peccato in materia di dottrina è aderire alla Fede cattolica come all’unica, vera Fede.
La nuova religione non è nemmeno cattolica, “universale”, perché senza unità di dottrina, senza coerenza col passato, la cattolicità – che significa essere una cosa sola: una fede, una disciplina, un culto, creduti e applicati ovunque e in ogni tempo – è impossibile. Ma la rottura col passato è avvenuta sotto ogni versante: dottrina, disciplina, caos liturgico; non vi è più traccia di cattolicità.
Infine, non vi è apostolicità. La religione vaticansecondista ha sciolto i legami che tenevano uniti nella dottrina, nella disciplina e nel culto agli Apostoli, rompendo la linea di successione apostolica con la consacrazione invalida dei Vescovi. Ha altresì alterato la costituzione apostolica della Chiesa Cattolica, modificando la nozione e il ruolo del Romano Pontefice.
Si tratta delle quattro caratteristiche essenziali della vera Chiesa di Cristo, così come esposte nel Credo niceno, che la distinguono dalle sette false e che però – unità, santità, cattolicità ed apostolicità – mancano nella religione conciliare. La nuova religione conciliare non è santa, perché professa e promulga pubblicamente l’eresia in materia sia di fede, sia di morale; contempla discipline erronee e perniciose; condona e anzi promuove, in nome dell’ecumenismo, gravi peccati contro il primo Comandamento.
La nuova religione non è “una”, perché in essa l’unità della fede è stata completamente distrutta nel momento in cui si è deciso di rompere con le antiche dottrine e ogni aberrazione dottrinale è stata permessa. Dopo il Vaticano II, l’unico peccato in materia di dottrina è aderire alla Fede cattolica come all’unica, vera Fede.
La nuova religione non è nemmeno cattolica, “universale”, perché senza unità di dottrina, senza coerenza col passato, la cattolicità – che significa essere una cosa sola: una fede, una disciplina, un culto, creduti e applicati ovunque e in ogni tempo – è impossibile. Ma la rottura col passato è avvenuta sotto ogni versante: dottrina, disciplina, caos liturgico; non vi è più traccia di cattolicità.
Infine, non vi è apostolicità. La religione vaticansecondista ha sciolto i legami che tenevano uniti nella dottrina, nella disciplina e nel culto agli Apostoli, rompendo la linea di successione apostolica con la consacrazione invalida dei Vescovi. Ha altresì alterato la costituzione apostolica della Chiesa Cattolica, modificando la nozione e il ruolo del Romano Pontefice.
In breve, la nuova religione non è altro che l’ennesima setta acattolica, …..
Per tale ragione, e dopo molta preghiera e molta riflessione, ho deciso di lasciare questa religione che oramai non ha più nulla di cattolico, di quella Fede cattolica conosciuta, praticata e custodita dai miei avi. Desidero morire nella medesima fede in cui loro si addormentarono, non nel Modernismo; desidero essere un vero prete cattolico, dire una Messa valida, quella Messa che così efficacemente e per secoli ha santificato le anime e reso la Chiesa quella magnifica struttura che era giunta ad essere nel 1958, quando Pio XII morì.
Ecco, da quel giorno fatale la Chiesa Cattolica si è avvitata nel declino, nell’immoralità e nella disgrazia; è stata infelicemente ridotta ad un piccolo numero di fedeli che hanno deciso di resistere all’offensiva modernista, così veementemente condannata da San Pio X. ….
Rev. Fr. Michael Oswalt
2) - Il secondo intervento è una lettera aperta scritta a Papa Francesco da un professore di religione (nato nel 1956), lo scrittore belga Jean-Pierre Snyers, direttore della rivista “Marie et Reine”, ed autore di più di venti opere, insignito di numerosi premi letterari nel suo paese. Il professor Snyers ha pubblicato la sua lettera sul suo blog, affinché avesse una larga diffusione.
Lettera aperta a Papa Francesco
di Jean-Pierre Snyers
(pubblicata sul sito dell’Autore)
11 novembre 2016
Buongiorno Papa Francesco,
con tutto il rispetto che ho per Lei, ma non per un buon numero delle sue idee, Le scrivo per dirLe che sono prossimo a lasciare la sua Chiesa. Non avrei mai pensato che un papa potesse indurmi a considerare una tale rottura, ma Lei è riuscito in questa prodezza.
Da dopo la sua elezione, che Lei deve in gran parte all’oscuro gruppo San Gallo, io L’ho osservata. Per lungo tempo Le ho lasciato il beneficio del dubbio. Ma oggi, Santo Padre, io non posso più riconoscere in Lei Colui che rappresenta. Comparando i suoi discorsi con ciò che è riportato nella Scrittura dagli Apostoli, posso solo constatare che Lei non presenta più il Vangelo descritto da essi. Un esempio: Lei parla DELLE vere religioni, le cui fondamenta (dottrine) poggiano secondo Lei sulla capacità dell’uomo di trascendere se stesso verso l’assoluto. Dicendo questo, Lei lascia chiaramente intendere che la Verità è plurale. Ebbene, mi è impossibile sottoscrivere una tale affermazione senza rinnegare puramente e semplicemente che Cristo è, come dice Lui stesso, la Verità e la sola Via che conduce al Padre e alla Vita eterna.
Crede Lei, come San Paolo, che il cuore del Vangelo è che Gesù è morto e risorto per salvarci dal peccato e dalla dannazione eterna e che, di conseguenza la nostra salvezza è solo in Lui?
Crede Lei, come San Paolo, che per colui che annuncerà tutt’altro è anatema (Galati, 1, 7-9)?
E’ fedele, Lei, all’appello del nostro Redentore che ci esorta, non a dialogare allo scopo di costruire una religione mondiale, ma a cercare di convertire coloro che non Lo conoscono o che Lo rifiutano? A sentire le sue dichiarazioni sincretiste e relativiste e a osservare le sue azioni, per me la risposta è no.
Quando Lei dice ad un ateo (il giornalista Scalfari) che NON VUOLE provare a convertire, io non posso riconoscere il linguaggio di un San Pietro. E quando Lei aggiunge che il proselitismo (che non è altro che lo zelo impiegato da un nuovo convertito perché altri possano scoprire il tesoro da lui scoperto) è una sciocchezza, io dico a me stesso che Lei condanna gli Apostoli e i primi cristiani che hanno pagato col loro sangue la loro fedeltà a Gesù Cristo.
No, non è affermando che «Dio non è cattolico, che non esiste un Dio cattolico» che Lei solleverà il morale delle sue truppe e inciterà gli altri a convertirsi. Poiché se, come Lei pensa, Dio non è cattolico quali ragioni avremmo noi di esserlo?
Lei pensa davvero che il nostro Redentore (o gli Apostoli) avrebbero detto: Dio non è cristiano»? Che cosa genera, Lei, pronunciando tali dichiarazioni, se non il dubbio e la confusione? Chi condurrà alla fede cristiana con questo tipo di affermazioni?
Io ritengo che i suoi sottintesi siano disastrosi nei confronti del popolo dei credenti e delle periferie alle quali peraltro Lei non annuncia mai la Predicazione apostolica.
………………….
Intendiamoci, per Gesù e per i Suoi discepoli non vi sono “delle” vere religioni, ve n’è una sola e quelle che non sono cristiane essi le chiamano idoli!
….. Lei manifesta al mondo intero la sua volontà di rompere con la Tradizione …..
Santo Padre: chi è Lei veramente? Su quale riva sta conducendo la barca di Pietro? Lei mi fa paura. E io comincio francamente a pensare che Lei sia al servizio di tutt’altro che della fede cattolica.
E non è certo il fatto che Lei si inginocchia davanti ai migranti, ma non davanti al suo Signore presente nell’Ostia consacrata, che mi rassicura, non è neanche la sua presenza in Svezia per festeggiare i 500 anni dello scisma di Lutero, e la sua assenza alla processione del Corpus Domini e al congresso eucaristico a cui erano presenti tutti i vescovi d’Italia, che contribuirà a farmi credere che Lei sia sulla buona strada.
Scrivendo questa lettera, io mi sento come in una strana veste: quella di un semplice laico che è obbligato a supplicare il successore di San Pietro, i vescovi e i sacerdoti, di essere fedeli alla fede apostolica e cattolica…..
di Jean-Pierre Snyers
(pubblicata sul sito dell’Autore)
11 novembre 2016
Buongiorno Papa Francesco,
con tutto il rispetto che ho per Lei, ma non per un buon numero delle sue idee, Le scrivo per dirLe che sono prossimo a lasciare la sua Chiesa. Non avrei mai pensato che un papa potesse indurmi a considerare una tale rottura, ma Lei è riuscito in questa prodezza.
Da dopo la sua elezione, che Lei deve in gran parte all’oscuro gruppo San Gallo, io L’ho osservata. Per lungo tempo Le ho lasciato il beneficio del dubbio. Ma oggi, Santo Padre, io non posso più riconoscere in Lei Colui che rappresenta. Comparando i suoi discorsi con ciò che è riportato nella Scrittura dagli Apostoli, posso solo constatare che Lei non presenta più il Vangelo descritto da essi. Un esempio: Lei parla DELLE vere religioni, le cui fondamenta (dottrine) poggiano secondo Lei sulla capacità dell’uomo di trascendere se stesso verso l’assoluto. Dicendo questo, Lei lascia chiaramente intendere che la Verità è plurale. Ebbene, mi è impossibile sottoscrivere una tale affermazione senza rinnegare puramente e semplicemente che Cristo è, come dice Lui stesso, la Verità e la sola Via che conduce al Padre e alla Vita eterna.
Crede Lei, come San Paolo, che il cuore del Vangelo è che Gesù è morto e risorto per salvarci dal peccato e dalla dannazione eterna e che, di conseguenza la nostra salvezza è solo in Lui?
Crede Lei, come San Paolo, che per colui che annuncerà tutt’altro è anatema (Galati, 1, 7-9)?
E’ fedele, Lei, all’appello del nostro Redentore che ci esorta, non a dialogare allo scopo di costruire una religione mondiale, ma a cercare di convertire coloro che non Lo conoscono o che Lo rifiutano? A sentire le sue dichiarazioni sincretiste e relativiste e a osservare le sue azioni, per me la risposta è no.
Quando Lei dice ad un ateo (il giornalista Scalfari) che NON VUOLE provare a convertire, io non posso riconoscere il linguaggio di un San Pietro. E quando Lei aggiunge che il proselitismo (che non è altro che lo zelo impiegato da un nuovo convertito perché altri possano scoprire il tesoro da lui scoperto) è una sciocchezza, io dico a me stesso che Lei condanna gli Apostoli e i primi cristiani che hanno pagato col loro sangue la loro fedeltà a Gesù Cristo.
No, non è affermando che «Dio non è cattolico, che non esiste un Dio cattolico» che Lei solleverà il morale delle sue truppe e inciterà gli altri a convertirsi. Poiché se, come Lei pensa, Dio non è cattolico quali ragioni avremmo noi di esserlo?
Lei pensa davvero che il nostro Redentore (o gli Apostoli) avrebbero detto: Dio non è cristiano»? Che cosa genera, Lei, pronunciando tali dichiarazioni, se non il dubbio e la confusione? Chi condurrà alla fede cristiana con questo tipo di affermazioni?
Io ritengo che i suoi sottintesi siano disastrosi nei confronti del popolo dei credenti e delle periferie alle quali peraltro Lei non annuncia mai la Predicazione apostolica.
………………….
Intendiamoci, per Gesù e per i Suoi discepoli non vi sono “delle” vere religioni, ve n’è una sola e quelle che non sono cristiane essi le chiamano idoli!
….. Lei manifesta al mondo intero la sua volontà di rompere con la Tradizione …..
Santo Padre: chi è Lei veramente? Su quale riva sta conducendo la barca di Pietro? Lei mi fa paura. E io comincio francamente a pensare che Lei sia al servizio di tutt’altro che della fede cattolica.
E non è certo il fatto che Lei si inginocchia davanti ai migranti, ma non davanti al suo Signore presente nell’Ostia consacrata, che mi rassicura, non è neanche la sua presenza in Svezia per festeggiare i 500 anni dello scisma di Lutero, e la sua assenza alla processione del Corpus Domini e al congresso eucaristico a cui erano presenti tutti i vescovi d’Italia, che contribuirà a farmi credere che Lei sia sulla buona strada.
Scrivendo questa lettera, io mi sento come in una strana veste: quella di un semplice laico che è obbligato a supplicare il successore di San Pietro, i vescovi e i sacerdoti, di essere fedeli alla fede apostolica e cattolica…..
Si è arrivati a questo punto: con personalità di spicco e santi sacerdoti costretti a dichiarare ufficialmente l’abbandono della chiesa modernista a causa della sua inconciliabilità con due millenni di tradizione cattolica, mentre altri vengono cacciati senza tanti scrupoli:
- don Alessandro Minutella, parroco di San Giovanni Bosco, a Palermo, cacciato dalla sua parrocchia e sospeso a divinis perché denunciava (con toni forse eccessivi, animato da un eccesso di zelo) la presenza di una contro-chiesa che perseguita chi rimane fedele alla Chiesa di Cristo (e pensare che si dichiarava sincero estimatore del C.V. II);
- don Angelo Mello de Carvalho, anche lui cacciato e sospeso a divinis dalla sua parrocchia in Brasile (Arcidiocesi di Niteroi) per aver sostenuto pubblicamente che non poteva non predicare contro l’ecumenismo e l’omaggio a Lutero;
- il professor Josef Seifert, insigne filosofo cattolico, cacciato dal vescovo di Granada dalla sede spagnola dell’Accademia Internazionale di Filosofia da lui stesso fondata (con sede centrale nel Principato del Liechtenstein), per aver osato criticare un passo di Amoris laetitia”.
- don Angelo Mello de Carvalho, anche lui cacciato e sospeso a divinis dalla sua parrocchia in Brasile (Arcidiocesi di Niteroi) per aver sostenuto pubblicamente che non poteva non predicare contro l’ecumenismo e l’omaggio a Lutero;
- il professor Josef Seifert, insigne filosofo cattolico, cacciato dal vescovo di Granada dalla sede spagnola dell’Accademia Internazionale di Filosofia da lui stesso fondata (con sede centrale nel Principato del Liechtenstein), per aver osato criticare un passo di Amoris laetitia”.
Questi alcuni casi eclatanti, i quali, insieme ad altre simili notizie ci inducono, purtroppo, a delle amare riflessioni, che veniamo ad esporre sinteticamente.
In 60 anni di predominio i modernisti hanno falsificato tutto ciò su cui sono riusciti a mettere le mani: la dottrina, la liturgia, il catechismo, la pastorale, attuando una sorta di delenda Cartago, basti vedere come hanno ridotto l’interno di chiese, basiliche, santuari, inserendo dei tavolacci da refettorio, eliminando balaustre, inginocchiatoi, confessionali, togliendo centralità al tabernacolo; hanno edificato nuovi edifici che di sacro non hanno più niente, nemmeno il ricordo, e sono dei veri capannoni osceni e blasfemi. Un chiaro intendo dissacratorio, indice di una totale perdita di fede e di spirito di vendetta contro la bellezza dell’arte sacra preconciliare, la sua liturgia, la sua dottrina (si pensi alle cattedrali trasformate in pizzerie, dormitori per clandestini musulmani, balletti licenziosi e osceni, celebrazioni dei riti protestanti e per preghiere interreligiose con musulmani e talmudisti).
Si sono spinti fino all’apologia degli eretici e delle loro eresie: introduzione di una statua di Martin Lutero in Vaticano, celebrazione del 500rio della rivoluzione luterana (dichiarata “dono dello Spirito santo” da mons. Galantino, colui che dice che Sodoma non fu distrutta…) con il viaggio di Bergoglio a Lund, in Svezia, e con l’emissione di un francobollo blasfemo, dove sotto la Croce, a posto della Madonna e di San Giovanni, compaiono Lutero e Melantone. La blasfema, incredibile, dichiarazione di Abu Dhabi, firmata da Bergoglio “a nome di tutti i cattolici” (delirio di onnipotenza? non in nostro nome, comunque).
La martellante campagna mediatica filo-immigrazionista prosegue alla grande, occupando tutti gli spazi della comunicazione, con particolare predilezione per i programmi televisivi di maggior diffusione e popolarità. Dopo il pasticciaccio del festival di Sanremo, ormai diventato uno strumento di propaganda dell’immigrazione islamica afroasiatica, del meticciato, dell’ideologia Lgbt, ecco entrare in scena anche Camilleri con il suo commissario Montalbano, arruolato anch’egli nelle fila dei fans dell’immigrazione incontrollata e non criticabile.
“Todo modo”, dicevano i Gesuiti quando erano ancora cattolici, tutto è strumentale alla salvezza eterna; adesso il “todo modo” lo usano per farci il lavaggio del cervello, per convincerci della bontà di ciò che va invece a nostro danno, a danno dei nostri figli, delle generazioni future, della nostra civiltà cristiana bimillenaria.
Dietro i riti tradizionali (la messa Vetus Ordo, ad esempio) il clero modernista non vede la fede, il desiderio di rendere gloria al Signore, alla Santissima Trinità, ma solo vuoto formalismo, una gelida scenografia fine a sé stessa; questo perché ormai quel clero ha perduto la fede, non coltiva più i sentimenti che hanno animato il clero per secoli e secoli, è solo colmo di spirito di ribellione, di desiderio di vendetta, di odio ancestrale contro la vera e unica religione, la cattolica.
Dietro le preghiere (ad esempio il Santo Rosario), la contemplazione, l’adorazione, non vedono più l’amore per Nostro Signore Gesù Cristo, il desiderio della santificazione personale, l’ascesi, ma scorgono solo “visi inespressivi”, secondo l’infelice commento di mons. Galantino (sì, sempre lui) a proposito di coloro che recitano il Rosario davanti alle cliniche dove si effettuano gli aborti; ciò poiché questi infelici non hanno più l’amore, non coltivano più questi sentimenti, ed il loro cuore è indurito e gelido come un blocco di ghiaccio.
Il loro attivismo sociale, la loro religione antropocentrica, immanentistica, orizzontale, maschera l’assenza di vera carità, di amore per la Verità tutta intera, dimentichi come sono che la prima forma d carità è costituita dall’annuncio della Verità, della Rivelazione cristiana, da portare a tutti gli uomini. Danno la precedenza alla pastorale sulla dottrina, demolendo quest’ultima dopo aver manipolato e alterato la prima (ne parla molto chiaramente Francesco Lamendola nel suo articolo seguente :
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-
filosofia/la-contro-chiesa/7328-finta-pastorale-e-vera-dottrina ).
Inoltre un simile attivismo frenetico e compulsivo costituisce un comodo paravento dietro il quale nascondono la loro rabbia, il loro odio per la Chiesa preconciliare, i suoi martiri, i suoi santi, i suoi papi ed il loro magistero.
In tal modo propongono e diffondono una triplice menzogna, attuando un triplice inganno: falsificano il Cristianesimo, il Cattolicesimo e la figura di Cristo Redentore, avendo manipolato la Sacra Scrittura (e proponendosi di falsificarla ancor di più nell’immediato futuro), creando l’immagine di una falsa Chiesa (una “chiesa a rovescio”, gradita all’eterno nemico d Cristo, Lucifero), di un falso Cristo (buonista, pacioccone, inclusivo e non selettivo). Stanno attuando una vera e propria delenda Cartago della Chiesa Cattolica bimillenaria, ed una damnatio memoriae del Vangelo, in totale disprezzo dei martiri, dei santi, dei papi cattolici.
Dietro a tutti i luoghi comuni, le frasi fatte, gli slogan sessantottini, c’è il vuoto assoluto, la totale mancanza di fede, spesso sostituita da una malizia, una malafede, una malvagità tese ad un obiettivo ben preciso: la perdizione di quante più anime possibili, prima che arrivi la sconfitta finale, definitiva, di satana e di tutti i suoi diabolici collaboratori.
di Catholicus
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