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domenica 1 settembre 2019

Preveggenza

AVVENIRE
Le "fantasie" clericali sul governo giallo-rosso

Il quotidiano Avvenire da alcuni giorni dedica editoriali e autorevoli interventi a fornire indicazioni al nuovo governo giallo-rosso, che sostiene con entusiasmo. Tra questi spicca l'intervento dell'economista Leonardo Becchetti che propone una sorta  di “ministero trasversale” concentrato sul tema della felicità, capace di promuovere le buone relazioni. Ma se c'è una cosa su cui possiamo essere certi è che Pd e 5 Stelle sono assolutamente d'accordo su tutto ciò che distrugge le relazioni umane fondamentali. Sono i partiti del divorzio express, dell'utero in affitto, dell'aborto, dell'eutanasia e del suicidio assistito, della legge contro l'omofobia. Sono così ciechi dalle parti della Cei?




Il quotidiano Avvenire da alcuni giorni dedica editoriali e autorevoli interventi a fornire indicazioni al nuovo governo giallo-rosso. Segnala quali sono i temi principali da affrontare, suggerisce quali potrebbero essere gli scenari futuri su cui scommettere, si sofferma sulle principali caratteristiche che il governo bis di Giuseppe Conte dovrebbe avere per essere un buon governo.

Uno di questi editoriali in particolare si è segnalato per capacità di preveggenza e per coraggio di proposta, quello dell’economista Leonardo Becchetti (clicca qui), pubblicato giovedì scorso 29 agosto. L’autore suggerisce una specie di “ministero trasversale” concentrato sul tema della felicità, per aiutare i cittadini a trovare un senso nella vita tramite buone relazioni che li salvino dalla depressione – male del secolo – e dalle conseguenze tragiche che ne derivano, droga in primis. Secondo lui investire sulle buone relazioni ha sia un senso economico sia un senso etico e civico.

Ci si chiede: che senso può avere chiedere di impegnarsi sul significato della vita dei cittadini ad un governo nichilista come quello che si profila all’immediato orizzonte del nostro Paese? Il futuro governo – se otterrà il via del Parlamento – ha tutte le carte in regola per distruggerle le buone relazioni e non per solidificarle e promuoverle. È alquanto strano che Becchetti non lo veda, e speri l’incentivazione di relazioni autenticamente umane da parte di un governo che, con una probabilità che si avvicina al cento per cento, intende riplasmare l’umano e dare accelerazione alla svolta antropologica che nei quattordici mesi del governo Conte 1 aveva subito una certa battuta d’arresto.

Tra Lega e 5 stelle i temi riguardanti le relazioni umane, quegli stessi di cui ora parla Becchetti, erano stati esclusi dal contratto e congelati. Lega e 5 stelle la pensavano diversamente su molte cose, come per esempio sulla TAV o sulla flat tax, ma soprattutto sulle questioni della vita e della famiglia, ossia sulle relazioni umane fondamentali. Per non iniziare subito a scontrarsi, le misero quindi da parte. La nuova futura maggioranza, invece, su quelle questioni la pensa perfettamente allo stesso modo e quindi altre questioni saranno magari escluse dal contratto, ma quelle concernenti le relazioni saranno inserite nelle prime righe (vedi qui). 

Sto parlando, come tutti ben sappiamo e come è strano che Becchetti finga di non sapere, del diritto alla vita e delle relazioni umane fondamentali che in esso sono implicate. Già oggi abbiamo una legge sull’eutanasia, si tratta della cosiddetta legge sul fine vita, ma con il nuovo governo Zingaretti-Di Maio ne avremo una ben più larga, come il segretario PD ha più volte dichiarato di voler fare. Le richieste della Consulta verranno decisamente superate: la Corte ha chiesto di legiferare entro il 24 settembre per contemplare alcuni casi particolari di assistenza al suicidio, ma tranquilli: entro quella data potremmo già avere una vera e propria legge sull’eutanasia.

Sicuramente avremo la legge Scalfarotto sull’omofobia, già anticipata dalla regione Emilia Romagna, che impedirà di parlare in modo politicamente scorretto sul tema e suoneranno fior di condanne come sta già avvenendo all’estero. Se, come sembra da indiscrezioni, il ministro della famiglia sarà Debora Serracchiani nessuno si salverà, sarebbe come mettere su quella poltrona la Cirinnà. Non mancheremo di nulla: potremo avere anche il riconoscimento giuridico del poliamore, ossia un matrimonio tra più persone. Molti deputati 5 stelle lo hanno auspicato più volte. E come si metterà circa l’utero in affitto?

Leonardo Becchetti è cieco? Come si può non vedere che i sistemi di pensiero di queste due componenti politiche contraddicono in pieno qualsiasi aspetto naturale delle relazioni umane?  E se a fondamento etico delle relazioni umane non c’è la dimensione naturale quale altra potrebbe esserci? Il senso della vita, di cui dovrebbe occuparsi il ministero trasversale di Becchetti, su cosa si fonderebbe per non essere disponibile agli interessi del potere? Sul consenso degli italiani? Ma su quello non si fonda nemmeno il governo Giuseppe Conte bis, come si può pensare che si fondi qualcosa di immensamente più grande come una legge morale delle buone relazioni umane?

Occupandosi del “ministero trasversale della vita buona” del futuro governo  bisConte, Becchetti si tiene debitamente alla larga dall’aborto, che miete ufficialmente ogni anno le sue vittime crescenti e sempre più in un vuoto di relazioni umane. Non parla della procreazione artificiale né dell’utero in affitto. Parla del livello di studio come fonte di senso relazionale e antidoto alla depressione. Non parla della disperazione legata all’aborto, al riconoscimento giuridico dell’omosessualità, al disfacimento delle relazioni familiari tramite la fecondazione artificiale, al brutale disincanto dei giovani provocato dall’educazione gender, all’utero in affitto. Accenna al divorzio, questo sì, ricordando che per i figli è un trauma. Ma perché mette in mano il nuovo “ministero trasversale sulla vita buona”  proprio a coloro che hanno voluto il divorzio-lampo e tutto il resto che ho ricordato sopra?

Del nuovo “ministero trasversale” facciamo volentieri a meno, anzi ci inorridisce solo a pensarci, soprattutto perché messo nelle mani del “nuovo umanesimo” dei giallo-rossi.

Stefano Fontana

http://www.lanuovabq.it/it/le-fantasie-clericali-sul-governo-giallo-rosso

Il nuovo governo: una pagina nera della storia d’Italia



L’Italia si avvia ad avere un nuovo governo, presieduto dallo stesso premier del precedente governo, Giuseppe Conte, che si presenta agli italiani come un uomo in discontinuità con sé stesso. La mancanza di coerenza e di logica sono ormai la regola della politica, come della vita quotidiana di tanti italiani. E’ impressionante vedere un video risalente allo scorso febbraio in cui il segretario del PD Nicola Zingaretti ribadisce in maniera categorica che mai e poi mai favorirà un accordo del suo partito con i Cinque Stelle. Sono passati solo sei mesi e la capriola è in atto. Siamo governati, dirà qualcuno, da buffoni e saltimbanchi.
Io mi limito a due considerazioni. La prima è questa: il governo dello scorso anno Lega Cinque Stelle è stato un governo ibrido imposto dalla impossibilità di trovare una maggioranza di governo in Parlamento. Che cosa poteva unire forse così diverse? Il collante era uno solo: il rifiuto delle cosiddette élites, termine che trovo improprio, meglio il rifiuto dell’establishment, il rifiuto dell’ideologia europeista e mondialista, in nome di una visione nazional-populista della politica. Un governo di cambiamento nato contro il sistema politico e finanziario che taglieggia le famiglie e le imprese.
Ora Giuseppe Conte si appresta a formare un governo in cui i Cinque Stelle si alleano con il Partito Democratico che è il partito il partito per eccellenza dell’Establishment, il partito del potere e dei privilegi. L’avvocato dei cittadini è diventato l’avvocato delle lobbies e dei poteri forti,. Quello che si sta formando è un governo ibrido come il precedente, ma che rinuncia alla difesa delle libertà e degli interessi nazionali, a vantaggio dell’Europa di Merkel e Macron. Quale sarà allora il nuovo collante?
Se nel governo precedente ciò che univa forze diverse come Lega e Cinque Stelle sembrava essere il rifiuto dell’establishment, ciò che unisce oggi Cinque Stelle e PD è la piattaforma indicata dalla senatrice Monica Cirinnà su Facebook: “l’avanzata dei cosiddetti “diritti”, in particolare una legge contro l’omotransfobia, cioè contro la libertà di espressione, leggi per introdurre l’eutanasia, la legalizzazione delle droghe, i diritti LGBT e le adozioni gay. Adesso – dice la Cirinnà – abbiamo di fronte una pagina bianca e un nuovo percorso da avviare”. Per noi è una pagina nera, un percorso sponsorizzato dai circoli mondialisti, e purtroppo benedetto persino dal Vaticano. La sfida è lanciata: sappiamo contro chi dobbiamo combattere e su quale terreno.

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