ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 16 dicembre 2019

Non hanno più vino !

E’ veramente l’ora di Barabba. Non ne possiamo più, o Maria!


Cari amici di Duc in altum, mi è stato inviato questo testo. Credo che meriti un’attenta lettura.
A.M.V.

***
«Maria, ai nostri tempi… la società moderna è travagliata da una febbre di rinnovamento che fa paura ed è infestata da uomini che si prevalgono di tanta nostra sofferenza per costruirvi l’impero dei loro arbìtrii, la tirannide dei loro vizi, il nido delle lussurie e delle rapine. Mai il male ha assunto caratteristiche tanto vaste e apocalittiche, mai abbiam conosciuto altrettanto pericolo. Da un’ora all’altra noi possiamo perdere non la vita soltanto, ma tutta la civiltà e ogni speranza.
Sembra che anche a noi il Signore dica: «Non è ancor giunta la mia ora»; ma l’Immacolata, la Madre di Dio, la Vergine che è l’immagine e la tutela della Chiesa, Essa ci ha dato, già a Cana, la prova di saper e poter ottenere l’anticipo dell’Ora di Dio. E noi abbiamo bisogno che quest’Ora venga presto, venga anticipata, venga resa immediata, poiché quasi potremmo dire: «O Madre, noi non ne possiamo più!» Per i nostri peccati noi meritiamo gli ultimi eccidi, le più spietate esecuzioni. Noi abbiamo cacciato il suo Figlio dalle scuole e dalle officine, dai campi e dalle città, dalle vie e dalle case. L’abbiam cacciato dalle stesse chiese, abbiamo preferito Barabba. È veramente l’ora di Barabba… Con tutto ciò, fiduciosi in Maria, sentiamo che è l’Ora di Gesù, l’Ora della redenzione…
Dica, o Maria, come a Cana: «Non hanno più vino !»; e lo dica con la stessa potenza d’intercessione e, se Egli esita, se si nega, vinca le sue esitazioni come vince, per materna pietà, le nostre indegnità. Sia Madre pietosa a noi, Madre imperiosa a Lui. Acceleri l’Ora sua, che è l’Ora nostra. Non ne possiamo più, o Maria. L’umana generazione perisce, se tu non ti muovi. Parla per noi, o Silenziosa, parla per noi, o Maria!”
Cardinale Alfredo Ottaviani, Il Baluardo, Ares 1961, pagg. 279-283

CINA. UN PRETE: LA CONFUSIONE NELLA CHIESA È PEGGIO DELLA PERSECUZIONE.

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un tweet del collega Damian Thompson mi ha incuriosito, e ho cercando di risalire all’origine ho trovato un’intervista interessantissima di un sacerdote cinese. L’ha pubblicata Paix liturgique, e l’ha ripresa e tradotta Messa in latino, da cui rilanciamo il testo.

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Lettera 710, 3-9-19
Pubblichiamo  questa settimana l’intervista del nostro amico Massimo Battaglia condotta con padre John Song, un sacerdote cinese che sta completando gli studi teologici in Germania, la cui testimonianza illumina sulla situazione dei cattolici Cina e sulle motivazioni sottostanti l’attaccamento dei fedeli cinesi alla liturgia tradizionale. Questa lettera le informazioni completa quello  che abbiamo pubblicato nelle nostre lettere 641 (Intervista con un prete di Shanghai) e 667 (Intervista con il cardinale Zen)
Massimo Battaglia – Come diventare un sacerdote oggi in Cina?
Padre John Song – direi che essere un vero prete, santo e cattolico non è mai facile. Ma a mio parere, non c’è differenza tra il sacerdozio per un cinese, per un italiano o francese
. Tuttavia, è vero che per diventare un prete in Cina presenta particolari difficoltà, soprattutto a causa della persecuzione religiosa che affligge il nostro paese. Tuttavia sono convinto che la persecuzioni comuniste sono meno gravi per noi cattolici che la confusione diffusa all’interno della Chiesa cattolica, in seguito a rinunce alla autentica fede autentica e  alla profanazione della liturgia.
Massimo Battaglia – Ci sono  i nuovi convertiti in Cina oggi?
Padre John Song – Sì, grazie a Dio, ci sono molte conversioni al cattolicesimo in Cina di oggi e anche se i neofiti in genere non sono abbastanza preparati per il loro battesimo, lo Spirito Santo opera sempre nella sua Chiesa li protegge e li guida nel loro viaggio verso l’unica verità.
Massimo Battaglia – La Chiesa in Cina ha qualche somiglianza con la Chiesa perseguitata i primi tre secoli?
Padre John Song – Penso di sì, v’è una certa somiglianza con la Chiesa dei primi tre secoli dell’Impero Romano. Ma se sotto  Mao Tse Tung, la Chiesa è stata esposta alla persecuzione violenta simile a quello che era stato il primo cristianesimo, oggi ci troviamo di fronte a persecuzione più insidiosa che mira a trasformare la Chiesa in una Chiesa che non sarebbe la vera Chiesa di Cristo. Questo è molto più pericoloso per i fedeli che sono disorientati e possono a volte lasciare la vera fede senza nemmeno rendersene conto.
Massimo Battaglia – Come sei venuto a conoscenza della Messa tradizionale?
Padre John Song – Sono nato in una famiglia cattolica che ha conservato la fede per oltre 150 anni. Come sapete, la Chiesa in Cina è stato isolata dal resto del mondo, e così Roma per quasi trent’anni dal 1949 al 1978. Così, anche negli anni ’90, i sacerdoti che erano appena stati rilasciati dalla prigione hanno continuato a celebrare la messa secondo l’antico rito, perché non conoscevano in quel momento né il Concilio né la riforma liturgica. Ma dopo il 1990, essi sono posti nel flusso delle riforme conciliari e seguito le stesse tendenze come in altre parti del mondo. Sono nato nel 1986, quindi non ho avuto esperienza personale del vecchio rito, che aveva cessato di essere celebrato dagli anni ’90, ma quando ero un ragazzino, i miei nonni m hanno sempre parlato della bellezza e la profondità teologica del vecchio rito. Ricordo che per alcuni anni, mio ​​nonno avevano cessato di partecipare alla Messa, perché diceva  che la Messa moderna non era un sacrificio, ma sembrava di essere un mero ricordo dell’ultima Cena del Signore. Egli credeva,  senza aver studiato la teologia o la liturgia, ma la sua fede era così forte che distingueva molto bene le differenze tra la nuova liturgia e il vecchio rito che aveva nutrito la sua fede fin dall’infanzia.
Massimo Battaglia – I valori della cultura orientale attribuiscono molta importanza ai riti, il sacro e il rispetto.
Padre John Song – Hai ragione,  la cultura e le tradizioni cinesi, basati sulla dottrina confuciana hanno dato un grande posto per rituali e rispetto per gli anziani, ma dopo la rivoluzione culturale che ha scompigliato la Cina tra il 1966 e il 1976, i valori tradizionali mondo cinese sono stati quasi del tutto eliminati.
Massimo Battaglia – C’è una “resistenza” alla riforma liturgica del 1970 tra i cattolici cinesi?
Padre John Song – non so se c’è una “resistenza” alle innovazioni liturgiche in Cina, come la maggior parte dei cinesi non si rendono conto dei cambiamenti, ma quando torno in Cina, i vecchi  mi chiedono sempre a celebrare la Messa tradizionale, perché si sentono un vero e proprio bisogno spirituale rispetto a ciò che sono oggi, durante le celebrazioni rispetto a quello che potevano sapere una volta, ma molti giovani che vivono in un mondo vuoto sentono  questa esigenza, anche se essi non hanno sperimentato la liturgia come è stata celebrata in tempi antichi …
Massimo Battaglia – Va bene la celebrazione  della Messa tradizionale in Cina?
Padre John Song – Sì, e non solo tra gli anziani, ma anche tra i tanti giovani che mi chiedono di celebrare. Questo desiderio è probabilmente in parte la nostalgia di un’epoca passata in Cina, ma è soprattutto l’affermazione di un desiderio di pregare in armonia con la sua fede cattolica.
Massimo Battaglia – Come hai imparato a celebrare la Messa tradizionale?
Padre John Song – Ho sempre avuto un interesse per l’apprendimento, soprattutto per l’amore che mio nonno aveva per la Messa tradizionale.  Così mi sono allenato con un amico prete.
Massimo Battaglia – Pensi che la Messa tradizionale è sempre importante per i tempi a venire?
Padre John Song – credo che abbia un ruolo importante. Non solo a causa della bellezza esteriore, ma soprattutto a causa della lex  orandi, lex credendi: la Messa tradizionale rivela la sana dottrina della Chiesa cattolica, ed è un modo molto forte per combattere l’eresia del neo luteranesimo e neo-modernismo che ci assalgono. D’altra parte, da parte dei fedeli, c’è la domanda per la loro santificazione e la santificazione del mondo. Come Pastori, abbiamo il dovere di contribuire alla diffusione della grazia attraverso i sacramenti.
Massimo Battaglia – Perché pensi che questa Messa attrae tanti giovani, molti dei quali avevano abbandonato la pratica religiosa?
Padre John Song – non ho avuto esperienza pastorale dei giovani nel mio paese, e non posso dire perché la Messa tradizionale attrae molto. Ma so che in Cina ci sono molti giovani che desiderano vivere sul serio la propria fede, nonostante l’ignoranza e la secolarizzazione. A causa delle carenze e gli errori di pastori, i giovani perdono la loro identità cattolica. Mentre alcuni si rendono conto che dobbiamo tornare alla tradizione della Chiesa e alla spiritualità cattolica.

Testo in inglese
Massimo Battaglia – How does one become a priest in China nowadays?
Fr John Song – I would say that being a true priest, i.e. Catholic and holy, is never easy. But in my opinion there is no difference in becoming a priest whether one is Chinese, Italian, or French. Yet it is true that becoming a priest in China presents particular difficulties, especially because of the current religious persecutions in our country. Nevertheless, I remain convinced that the Communist persecutions are less serious for us Catholics than is the widespread confusion within the Catholic Church herself, both because of the renunciation of the authentic Catholic faith and because of profanations in the liturgy.
Massimo Battaglia – Are there new conversions in China these days?
Fr John Song – Yes, Deo gratias, there are many conversions to Catholicism in China today. Although neophytes are generally not sufficiently well prepared for their baptism, the Holy Ghost is ever at work in His Church; He protects and guides them in their path towards the truth, sole and entire.

Massimo Battaglia – Does the Church in China share characteristics with the persecuted Church of the first three centuries?
Fr John Song – I think so, yes, there is a certain resemblance with the Church of the first three centuries within the Roman Empire. Now, granted that in Mao Tse Tung’s day the Church was faced with a violent persecution close to that which the early Christians had known, today we face an insidious persecution whose goal is to transform the Church into a church that is no longer the true Church of Christ. It is far more dangerous for the faithful, who are disorientated and sometimes may leave the true faith, unawares.
Massimo Battaglia – How did you discover the traditional Mass?
Fr. John Song – I was born in a Catholic family that had kept the faith for over 150 years. As you know, the Church in China was isolated from the rest of the world, and so from Rome, for about thirty years from 1949 to 1978. Therefore, well into the 1990s, recently liberated priests kept celebrating Mass according to the older rite, since at the time they were aware of neither Council nor liturgical reform. After 1990, however, they joined the mainstream of the Council reforms and went down the same path as the other regions of the world. As I was born in 1986, I had no personal experience of the older rite, which had stopped being celebrated in the 1990s. I remember that, for a few years, my grandfather had stopped attending Mass; he would say that the modern Mass is no longer a sacrifice but seems merely to be a memorial of the Lord’s Last Supper. He thought this without having ever studied theology or liturgy, but his faith was so strong that he was quite able to make out the differences between the new liturgy and the ancient rite that had nourished his faith from childhood.

Massimo Battaglia – Oriental culture attaches much importance to rituals, to the sacred, and to respect, doesn’t it?
Fr John Song – You are right to say that Chinese culture and traditions, founded as they are upon the teaching of Confucius, placed a premium on rituals and on respect for elders. But since the Cultural Revolution, which turned China upside down from 1966 to 1976, the traditional values of the Chinese world have been nearly totally eliminated. This may seem like an exaggeration, but from a cultural point of view, the modern Chinese are ignorant barbarians . . . .
Massimo Battaglia – Is there a “resistance” to the liturgical reform of 1970 among Chinese Catholics?
Fr John Song – I don’t know that there is a “resistance” to the liturgical innovations in China, because most Chinese are unaware of the changes. But whenever I go home to China, older people always ask me to celebrate the traditional Mass, as they feel a real spiritual need for it, as opposed to what they find in contemporary celebrations in contrast to what they knew in the old days. Yet many young people, who live in an empty world, also feel this need even though they never knew the liturgy as it was celebrated in the olden times . . . .
Massimo Battaglia – So there is a real demand for the celebration of the traditional Mass in China?
Fr John Song – Yes, and not only among older people but also among many youngsters who ask me to celebrate it. This wish doubtless expresses a certain nostalgia for a long-gone past in China, but it is above all the affirmation of a desire to pray in perfect harmony with one’s Catholic faith.
Massimo Battaglia – How did you learn to celebrate the traditional Mass?
Fr John Song – I have always had an interest in learning it, especially because of the love my grandfather had for the traditional Mass. It was the many requests for the celebration of this Mass that convinced me to celebrate it. And so I underwent training with a priest friend.
Massimo Battaglia – Do you think that the traditional Mass will remain important in the future?
Fr John Song – I am convinced that it does have an important future role. Not only because of its external beauty, but especially by reason of the saying lex orandi lex credendi: the traditional Mass reveals the Catholic Church’s sound doctrine, and is a vigorous means to fight the heresy of neo-Lutheranism and neo-Modernism currently assailing us. Furthermore, the demand on the part of the faithful is just and fitting for their own sanctification and that of the world. It is our duty as pastors to contribute to the spread of grace through the sacraments.
Massimo Battaglia – Why, do you think, does this Mass attract so many young people, many of whom had abandoned religious practice?
Fr John Song – I haven’t had any pastoral experience with youth in my own country, and I cannot tell why the traditional Mass attracts them so. But I do know that in China there are many young people who wish to live their faith seriously in spite of ignorance and secularization. Because of the failings and mistakes of the shepherds, the young are losing their Catholic identity. Some, therefore, realize there must be a return to the tradition of the Church and to Catholic spirituality.

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16 Dicembre 2019 Pubblicato da  5 Commenti --


https://www.marcotosatti.com/2019/12/16/cina-un-prete-la-confusione-nella-chiesa-e-peggio-della-persecuzione/

Strano dunque vero / 13

Ben ritrovati con Strano dunque vero, la rubrica della Chiesa in uscita.
Che ne dite? Partiamo con il prete che in Brasile ha “sposato” due uomini? No? Non ne volete sapere? Guardate che è divertente, specie là dove il celebrante alla fine dice “puoi baciare la sposa” e i due si guardano e c’è un momento di incertezza.
Sto scherzando.
Volete allora partire con papa Francesco, secondo il quale la Madonna è “meticcia” e “discepola” e i dogmi della Chiesa sono “sciocchezze”?
No? D’accordo, ma la rubrica in qualche maniera la devo scrivere.
Allora venite con me. Andiamo a Londra, dove, nella parrocchia di San Matteo, West Norwood, per la terza domenica di Avvento si è svolta una celebrazione appositamente pensata “per combinare Natale, Milad e Gurpurab” e onorare così “le nascite di Gesù Cristo, Muhammad e Guru Nanak”, il fondatore del sikhismo.
Durante l’evento, apprendiamo, ci sono stati discorsi interreligiosi.
Come dite? Perché, già che c’erano, non hanno onorato anche Yoda; Obi-Wan Kenobi; Darth Bane, signore oscuro dei Sith; Armitage Hux, capo militare del Primo Ordine; Darth Maul, figlio di Talzin; Boss Nass, capo dei Gungan; Grand Moff Tarkin, governatore dei territori dell’Orlo Esterno e la scimmia-lucertola Salacious Crumb? E che ne so? Forse non ci hanno pensato. Ma possono sempre organizzarsi per il Natale 2020.
Parlavamo poco fa del Brasile. Ci torniamo ora per segnalare un’altra bella pensata: l’uscita su Netflix di un film in cui Gesù Cristo è un omosessuale, il quale presenta il proprio fidanzato a Giuseppe e Maria. Intitolata A primeira tentačao de Cristo (che fantasia!), la pellicola non sembra destinata a qualche Oscar, se non a quello della blasfemia. Alcuni cristiani, che si sono sentiti offesi, hanno lanciato una petizione contro il film, per vilipendio della religione. Ma forse in questo modo gli si fa solo pubblicità.
Quindi procediamo rapidi. Restiamo oltre Oceano, ma andiamo più a Nord, dove il gesuita Thomas Reese, già direttore di America, la rivista dei gesuiti statunitensi,  rilancia sui social un’immagine in cui si vede la Madonna di Guadalupe ammanettata e scortata da due poliziotti, come un’immigrata clandestina.
Come dite? Che sarebbe ora di smetterla. Sono d’accordo, ma credo che sotto Natale dovremo fare il callo a questa storia della sacra famiglia assimilata ai migranti. Pensate che il sito Vatican News, addirittura, parla della Morenita, patrona di tutti i popoli di lingua spagnola e delle Americhe,  come della “protettrice dei migranti che cercano di attraversare il confine messicano per raggiungere gli Stati Uniti”.
Come dite? Che è tutto molto strano? Certo. Strano dunque vero.
E terminiamo il giro con la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dove il corso di Morale speciale, tenuto dal professor Aristide Fumagalli, è dedicato ad Amore omosessuale e fede cristiana. Proprio così. D’altra parte, trattasi di Morale spciale, mica bazzeccole. E quale la base di detto corso? Ma l’ascolto, naturalmente. Infatti, l’attività didattica partirà “dall’ascolto dell’esperienza omosessuale” per arrivare alle “variegate interpretazioni delle scienze umane al fine di pervenire ad una comprensione il più possibile accorta e complessiva”. E l’insegnamento tradizionale della Chiesa? Sarà preso in considerazione, certamente, ma solo per “chiarire quanto esso intercetti effettivamente e quanto invece non colga adeguatamente l’attuale esperienza omosessuale di persone credenti”. Così, “sulla scorta di una rinnovata interpretazione e valutazione cristiana dell’amore omosessuale, si provvederà a indicare i criteri morali che devono orientare la vita amorosa di persone omosessuali affinché anch’essa corrisponda al comandamento nuovo dell’amore di Cristo”.
Insomma, non saranno le relazioni omosessuali a essere studiate per vedere se sono in linea con l’insegnamento della Chiesa, ma sarà l’insegnamento della Chiesa a essere messo in discussione per vedere se è in linea con l’amore omosessuale.
Alla Chiesa in uscita piace ribaltare tutto.
Strano? Certo, dunque vero!
A.M.V.

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