Palazzo occupato, il "cardinale elettricista" non paga le bollette
Il cardinale Konrad Krajewski, in modo diverso da quanto promesso, non ha regolarizzato la situazione dello stabile occupato a Roma
Il cardinale Konrad Krajewski, in modo diverso da quanto promesso, non ha regolarizzato la situazione dello stabile occupato a Roma
Il cardinale Konrad Krajewski, elemosioniere pontificio balzato alle cronache per via della vicenda del "contatore", non sta adempiendo alla sua promessa di pagamento delle bollette del palazzo occupato nella capitale.
Secondo quanto riportato da La Verità, però, la situazione dell'edificio che in questi giorni è stato individuato dalle "sardine" per un summit programmatico è rimasta quella dell'inizio della scorsa estate. E le bollette sono rimaste prive di coperture. Un assunto che trova conferma in un virgolettato de Il Messaggero, che è stato riportato a sua volta: "Nessuno ha pagato il maxi debito, ma soprattutto non è più possibile registrare i consumi elettrici mensili: il contatore, infatti, è stato blindato con una catena e ai tecnici di Acea viene impedito di visionare gli effettivi consumi". Vale comunque la pena sottolineare come sia possibile che il cardinale Konrad Krajewski si stia adoperando comunque affinché il tutto venga regolarizzato. Ma per ora non esistono le condizioni per poterlo affermare con certezza. Anzi, tutti gli indizi ventilati portano da un'altra parte. Vedremo se dal Vaticano arriveranno comunicazioni in merito. Di certo c'è come le "sardine" abbiano optato proprio per quello spazio in seguito alla manifestazione romana. Una scelta che chiarisce quale siano le istanze di base cavalcate dal movimentismo giovanile che si oppone al presunto populismo sovranista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il cardinale "dei poveri" - così com'era stato ribattezzato - non ha per adesso commentato queste notizie di stampa.
A Santa Croce in Gerusalemme - dov'è situtato lo spazio in questione - dimorano quasi 500 persone. Le stesse di cui Krajewski si era voluto occupare a maggio scorso. Possibile si sia trattato solo di qualcosa di simbolico? In quella zona di Roma, secondo la pastorale odierna, è rintracciabile una periferia economico-esistenziale. Questo è il modo con cui il Santo Padre definisce spesso contesti di quella tipologia. Ma è una periferia economico-esistenziale che, oltre ad essere stata visitata dalle "sardine", sembra destinata a rimanere tale.
Giuseppe Aloisi
Il palazzo occupato a Roma di via di Santa Croce in Gerusalemme è tornato con prepotenza sulle cronache nazionali dopo che domenica scorsa i referenti delle Sardine si sono riuniti con il fondatore Mattia Santori per stilare il primo “programma” politico di un movimento che continua a definirsi un non-partito. In particolare, le Sardine si sono riuniti all’interno del “centro culturale” Spintime Labs che rientra negli stessi locali occupati da anni da più di 400 famiglie “morose” per quanto riguarda la corrente elettrica. Ebbene, nel maggio scorso l’Elemosiniere di Papa Francesco – Cardinal Konrad Krajewski – ruppe i sigilli immessi dalle autorità che avevano staccato la corrente e riattaccò il generatore, lanciando una sfida al Comune e all’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini: «mi occupo io delle bollette, seguo il Vangelo e qui lo Stato è assente. Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’ è problema. Non voglio che diventi una cosa politica, io faccio l’ elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini». Il “caso” si riapre però in questi giorni con i reportage di Messaggero e La Verità che sostengono quanto in quei locali ad oggi nessuno abbia pagato il maxi-debito contratto in anni di abusivismo.
L’ELEMOSINIERE, LE SARDINE E IL PALAZZO OCCUPATO
«Nessuno ha pagato il maxi debito, ma soprattutto non è più possibile registrare i consumi elettrici mensili: il contatore, infatti, è stato blindato con una catena e ai tecnici di Acea viene impedito di visionare gli effettivi consumi», spiegano i colleghi del Messaggero, mentre per La Verità Francesco Borgonovo oggi sottolinea come la stessa Acea (multiutility dei servizi di Roma Capitale) non abbia mai ricevuto i pagamenti di quel debito. Non solo, i centinaia di migliaia di euro dovrebbero poi essere versati a Hera, un’altra multiutility con sede a Bologna: ad approfittarne così vi sono oltre le famiglie morose anche il movimento antagonista “Action” che dentro i locali di Via Santa Croce in Gerusalemme organizza una discoteca molto frequentata oltre a diverse attività ludiche. Secondo Il Messaggero inoltre, «l’ occupazione del palazzo romano garantiva ad Action un flusso di denaro superiore a 250.000 euro l’ anno, tra parte ludica e affitti versati dai 450 occupanti.
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