ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 10 febbraio 2020

Vade retro..

«Un manipolo di blog militanti»


(Emmanuele Barbieri) «È noto che all’interno della Rete cristianamente ispirata c’è un manipolo di siti e blog militanti contro ogni passo compiuto dalla Chiesa cattolica verso il “mondo moderno”». Con tali parole, Guido Mocellin, ha tentato di minimizzare, dalle urticanti colonne di Avvenire, la manifestazione di Acies Ordinata, che lo scorso 18 gennaio ha visto una schiera di 130 cattolici riunirsi a Monaco di Baviera nella centralissima Odeonsplatz in silenziosa preghiera e protesta contro l’odierna azione distruttrice della Conferenza episcopale tedesca, guidata dal cardinale Reinhard Marx. 

Lo stesso Mocellin, su Avvenire del 2 febbraio, in riferimento a un’anticipazione, diffusa da Corrispondenza Romana, riguardo all’imminente Esortazione apostolica postsinodale di papa Francesco sul Sinodo dell’Amazzonia, ha voluto puntualizzare affermando che di previsione e non di anticipazione si è trattato. Previsione o anticipazione che sia, possiamo confermare che il paragrafo 111 del documento finale sul Sinodo dell’Amazzonia, è stato inviato, sub secreto, ai vescovi dal cardinale Hummes, in una seconda lettera dopo quella già inviata agli stessi lo scorso 13 gennaio. La notizia data da Corrispondenza Romana non è stata smentita, ma confermata ad Aci Prensa dal Dicastero della Comunicazione vaticano, che ha precisato però che il testo da noi citato fa parte di una bozza e «non è necessariamente la versione finale». Offrendo queste notizie, la nostra Agenzia di stampa svolge, insieme ad altri siti e blog, un ruolo informativo, necessario nella società in cui viviamo, in cui tutto dovrebbe essere trasparente, ma tutto viene occultato o manipolato dai grandi organi di informazione.
Il successo di voci libere e indipendenti come Stilum Curiae di Marco Tosatti e Duc in Altum di Aldo Maria Valli conferma l’importanza di questa attività di informazione. È bene però sottolineare come dietro questo «manipolo di siti e blog militanti» che tiene alta la guardia contro gli attacchi dei nemici della Chiesa, c’è un popolo di cattolici altrettanto combattivo ma disorientato e per questo desideroso di capire, conoscere e approfondire le questioni che oggi attanagliano e dividono i fedeli sotto il pontificato di Papa Francesco.
Dietro al “manipolo digitale”, vi è una massa ogni giorno crescente, di lettori e i recenti numeri registrati dallo stesso sito di Corrispondenza romana lo confermano. Negli ultimi mesi (settembre 2019 – gennaio 2020), complici le ben note vicende ecclesiastiche, il sito di CR ha infatti ottenuto un incremento del 113% dei contatti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (settembre 2018 – gennaio 2019). Dai circa 220.000 utenti unici, nell’arco di soli 5 mesi, si è infatti balzati a 475.000 utenti, pari a quasi 100.000 utenti al mese. Assieme ai visitatori, ovviamente, si sono impennate anche le visualizzazioni di pagina, che sono passate da 638.000 a 1.1 milione, pari a circa 220.000 pagine viste al mese. Nel complesso, in quasi 11 anni di vita online, dal 26 marzo 2009, giorno in cui abbiamo tracciato i primi contatti, ad oggi, i visitatori di Corrispondenza romana, provenienti da tutto il mondo (collegamenti da 223 paesi) sono stati per l’esattezza 3.322.771 e hanno consultato ben 12.496.681 pagine. Cifre più che ragguardevoli, se si tiene da conto che Corrispondenza romana non è un quotidiano all-news, ma una agenzia di informazioni con aggiornamenti a frequenza settimanale che privilegia il commento sulla notizia. Certamente Corrispondenza Romana, come gli altri blog italiani e stranieri a cui siamo affratellati, è una voce “minoritaria”, ma Benedetto XVI ha spesso ricordato il ruolo che le “minoranze creative” devono svolgere, in tutti i campi, compreso quello mediatico. Nell’attuale tempesta che infuria all’interno della Chiesa cattolica vi è bisogno di minoranze non solo creative, ma prima di tutto fedeli e militanti, sia nella piazza reale che in quella virtuale. Noi cerchiamo di esserci. 

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