ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 9 marzo 2020

Il capolinea di una società che ha scelto la morte e non la vita

IL CASTIGO E' ARRIVATO


Non si capisce più perché Dio è morto sulla croce. La nostra civiltà è giunta al tracollo gli uomini moderni hanno costruito un mondo alla rovescia dove il vizio è stato elevato al rango di virtù e la virtù denigrata come vizio 
di Francesco Lamendola  

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Castighi, punizioni: parole che i nostri educatori, o sedicenti tali, hanno espunto dal vocabolario; non parliamo dei teologi, anche quando devono commentare quei passi della Bibbia nei quali i profeti, e anche Gesù stesso, ne parlano in maniera chiarissima e inequivocabile. I nostri nonni, grandi lavoratori, ma con la licenza di quinta elementare come massimo titolo di studio, lo sapevamo benissimo, ne tenevano conto e lo insegnavano ai figli e ai nipoti ogni cattiva azione avrà un castigo, ogni comportamento immorale verrà punito. Se non oggi, domani; ma prima o poi il castigo arriverà, la punizione arriverà. 

Poi è arrivato il benessere, diciamo negli anni ’50 del secolo scorso; e subito dopo è arrivata la cultura dei diritti senza corrispettivi doveri. I figli hanno cominciato a pretendere i soldi e ogni altra cosa dai genitori, gli studenti a pretendere la sufficienza e la promozione dalla scuola, i sindacati a pretendere il salario garantito indipendentemente dal fatturato dell’azienda, i politici a pretendere garanzie e accesso a ogni tipo di servizio anche per quelli che non lavorano che non pagano le tasse o le bollette, e sovente perché non vogliono e non perché non possono. La ciliegina sulla torta è stata la svolta buonista e misericordiosa della cosiddetta chiesa in uscita, iniziata con le rivendicazioni astiose di don Milani, vindice di tutti gli studenti bocciati contro i loro professori, e culminata, qualche tempo fa, con il gesto spettacolare e cialtronesco del cardinale elemosiniere del papa che si cala nella centralina della corrente elettrica per rompere i sigilli posti dall’azienda fornitrice e restituire agli occupanti abusivi di uno stabile romano ciò che non pagavano da mesi e anni, e che ora verrà pagato dall’intera comunità. In nome dei diritti garantiti a tutti, qualsiasi immigrato, anche delinquente in fuga dalle patrie galere, anche portatore di gravi malattie, anche terrorista in incognito, o semplicemente aspirante spacciatore di droga e aspirante sfruttatore della prostituzione, deve essere fatto entrare nel territorio nazionale trattato con i guanti bianchi: a cominciare dal diritto agli accertamenti giuridici (a spese nostre) relativi alla sua richiesta d’asilo, anche se il brav’uomo non si è scomodato a portar con sé neppure i documenti d’identità e anche se, per giungere sulle nostre spiagge, ha versato una somma di tre, quattro o cinquemila euro alla mafia del traffico di sedicenti profughi.

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La svolta buonista con la cultura dei diritti senza corrispettivi doveri? Questo è il capolinea di una società che ha scelto la morte e non la vita, che ha scelto le cose e non le persone, che ha scelto la scienza e non Dio!

Il problema della civiltà moderna è che ha posto sull’altare le cose al posto di Dio, il consumo al posto dell’anima. E il risultato è che mentre sono crollate le nascite a aumentano a ritmi vertiginosi gli aborti, i suicidi e l’eutanasia, si acquistano sempre più cani e gatti, si spendono somme notevoli per garantire ai migliori amici dell’uomo ogni comfort e ogni piacevolezza e si moltiplicano le unioni e i cosiddetti matrimoni gay, con le relative adozioni o fecondazioni eterologhe per non parlare dell’acquisto di bambini dalle madri povere tramite la pratica, per ora consentita solo in alcuni Paesi stranieri, ma i cui effetti sono tollerati anche nel nostro, dell’utero in affitto. E così, mentre il telegiornale ci informa che l’epidemia di coronavirus sta dilagando a ritmi inarrestabili, mezza Italia è stata posta in quarantena –oltretutto la parte produttiva del Paese, quella che produce reddito e rende possibili i servizi sociali – e presto non ci saranno più abbastanza posti letto e sale di rianimazione, per cui bisognerà scegliere chi prendere e chi lasciar morire, la pubblicità televisiva continua, come da programmazione, a sciorinarci le immagini di soffici micetti e di festosi cagnolini ai quali, come dicono gli slogan delle varie industrie, bisogna assicurare un perfetto equilibrio energetico e ormonale. Questo è il capolinea di una società che ha scelto la morte e non la vita, che ha scelto le cose e non le persone, che ha scelto la scienza e non Dio. E la cosa più triste, in tutto questo sfacelo, morale e materiale, è vedere i cosiddetti pastori del gregge di Cristo che si affannano a mostrare che loro sono seguaci della scienza più di chiunque altro, e che trovano più che giusto abolire la santa Messa e cacciare i fedeli fuori dalle chiese, perché così dicono i “tecnici”, anche se così non parlavamo i vescovi e i parroci fino a qualche tempo fa, anzi, le epidemie erano proprio le occasioni per affollarsi in chiesa e chiedere l’aiuto divino.

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La nostra civiltà è giunta al tracollo. Gli uomini moderni hanno costruito un mondo alla rovescia, dove il vizio è stato elevato al rango di virtù, e la virtù denigrata come vizio!  Il problema della civiltà moderna è che ha posto sull’altare le cose al posto di Dio, il consumo al posto dell’anima!

I nostri nonni, comunque, non si limitavamo a parlare dei castighi: li davano. La loro pedagogia non era ancora paralizzata dal terrore di causare traumi ai bambini: al contrario, erano convinti che una buona lezione, quando è giustificata,  resta impressa per tutta la vita, e ciò nell’interesse del bambino. I sacerdoti, da pare loro, non sui facevano complessi a dire che Dio distrusse Sodoma e Gomorra per castigare l’abominevole peccato dei loro abitanti; né che il diluvio universale fu mandato da Dio per punire gli uomini della loro malvagità. Questi concetti erano familiari a qualsiasi bambino di otto anni che si preparava alla Prima Comunione: facevano parte del catechismo, così come facevamo parte del Magistero. La Chiesa insegnava, come ha sempre insegnato, che c’è un premio per i buoni e un castigo per i malvagi: e che, una volta emesso il giudizio di Dio, quel premio e quel castigo sono eterni. Ma poi è arrivata la Nouvelle Théologie di De Lubac, e dopo è arrivata la svolta antropologica di Rahner; e poi è stato leteralmente un diluvio di buonismo e di misericordismo. Proibito parlare di castighi, quella è la pedagogia della paura, proibito ricordare agli uomini che il peccato ha delle conseguenze, e che senza sincero pentimento e senza proponimento di non peccare più, il perdono di Dio non arriva. E come potrebbe? Quando mai il Magistero insegna che Dio salva gli uomini anche se non vogliono essere salvati? In quale pagina del Vangelo Gesù esprimere un concetto simile? Al contrario, non ha forse detto: chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo; ma chi non crederà, sarà condannato? C’è scritto proprio così nel Vangelo, nero su bianco: anche se a quel tempo non c’erano i registratori. E allora è evidente che la chiesa uscita dal Vaticano II non è più la Chiesa cattolica; che la dottrina formulata dopo la Nostra aetate, la Dignitatsis humanae e la Gaudium et spes non è più la dottrina cattolica; e che il clero che predica la misericordia anche senza il pentimento, che giustifica la sodomia, che chiude un occhio sul divorzio e sull’aborto, non è più il clero cattolico. La finzione prosegue, ma solo per dare ai gonzi l’illusione che tutto sia rimasto come prima. Di fatto, vi è stata una sostituzione di religione, di fede e di dottrina: al posto del cattolicesimo, il modernismo anticattolico; al posto del Magistero perenne, la teologia di Rahner, di Turoldo, di Kasper, di Sosa, di Bianchi; al posto di Gesù che s’incarna,  muore e risorge per amore degli uomini, e che continua ad essere presente in mezzo a loro mediante il sacramento dell’Eucarestia, un vago culto umanitario e pacifista, ecologista e ambientalista, ove tutti gli uomini sono fratelli perché così vogliono ragioni meramente umane, e tutte le religioni sono buone purché non si pestino i piedi l’una con l’altra. Un gigantesco inganno, un atroce tradimento sono stati consumati ai danni dei cattolici: ma bisogna anche dire che questi ultimi ci hanno messo tutto il loro conformismo, la loro pusillanimità e la loro accidia. Hanno fatto come le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano. I segnali dell’inganno e del tradimento c’erano, eccome e negli ultimi tempi sono divenuti addirittura assordanti; ma non li hanno voluti vedere, per pigrizia e quieto vivere. La pastorale della misericordia a tutti i costi ha infettato anche il cuore stesso della dottrina. Non si capisce più perché Dio è morto sulla croce. Per prendere su di sé il peso dei nostri peccati? Impossibile: se così fosse, il Padre sarebbe uno di quei padri che ricorrono ai castighi; inoltre sarebbe stato tremendamente ingiusto con il Figlio. E infatti Bergoglio l’ha detto: Dio è stato ingiusto verso suo Figlio. Che altro ci toccava di sentire, dopo quest’ultima bestemmia? Arrivati a questo punto, il cristianesimo è finito: Gesù è morto per sbaglio; non c’era niente da redimere; Dio perdona sempre; non ci sarà il Giudizio, ma tutti verranno abbracciati dal Padre (anche questo, Bergoglio lo ha detto, o meglio lo ha messo per iscritto nel suo ultimo libro). Resta da capire a cosa serva, a questo punto, il Vangelo; che cosa Gesù sia venuto a fare sulla terra; e per quale ragione dovremmo darci la pena di essere suoi seguaci, visto che, secondo le sue stesse parole (ma non secondo quelle di Bergoglio e di tutti i  teologi modernisti che oggi spadroneggiano da tutti i pulpiti e da tutte le riviste ex cattoliche, cominciando da La civiltà cattolica e proseguendo con L’Avvenire e Famiglia cristiana) ciò significa essere odiati e perseguitati dal mondo.

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La chiesa dei gesuiti Bergoglio e Sosa Abascal? Un gigantesco inganno, un atroce tradimento sono stati consumati ai danni dei cattolici e la finzione prosegue, ma solo per dare ai gonzi l’illusione che tutto sia rimasto come prima: di fatto, vi è stata una sostituzione di religione, di fede e di dottrina: al posto del cattolicesimo, il modernismo anticattolico; al posto del Magistero perenne, la teologia di Rahner, di Turoldo, di Kasper, di Sosa, di Bianchi; al posto di Gesù che s’incarna, muore e risorge per amore degli uomini un vago culto umanitario e pacifista, ecologista e ambientalista! 
  
Il castigo è arrivato
di Francesco Lamendola
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ITALIANI CONTRO LA MORTE


Tutti i media ne parlano 24 su 24. E’ la prima notizia del primo  giornale-radio alle 6, e la notizia  d’apertura  nell’ultimo,alle 23.30.  Le radio private non sono da meno: i giornalisti non trovano altro argomento che quello, assillati e angosciati dalla terribile entità del fenomeno. I giornali ne fanno i titoloni di prima pagina.  I talk show televisivi ne parlano continuamente, con ospiti in studio e torme di inviati in case, ospedali, obitori.
No, non è per quello che credete. E’ che hanno scoperto, in base ai dati incontrovertibili  dell’ISTAT, che in Italia muoiono 600 mila persone l’anno.  Che fanno 50 mila al mese. Ma soprattutto, i media sono impressionati dalla cifra quotidiana: 1666 trapassati al giorno.
Milleseicentosessantasei. Tutti i giorni. Una  strage silenziosa. Una tragedia inenarrabile di cui solo adesso i media ci hanno fatto prendere coscienza. Con i titoloni. Con i talk show. Con le radio che non parlano d’altro, e scovano notizie sempre più spaventose.
Spostate le telecamere  fisse dall’entrata dell’ospedale Sacco, la Rai le ha piazzate davanti all’Obitorio Civico.
Fin dal primo notiziario, all’alba, collegamento audio e video  col perito settore : “Quanti morti dottore, stanotte?”.  Lui risponde: dieci, diciotto, quel che è. Le telecamere scorrono avide sui cadaveri chiusi nel loro lugubre bozzolo di plastica.”E  quelli nei frigo?”, domanda insaziabile la conduttrice. Il perito apre due o tre sportelli per la tv, prova a dire qualcosa.
Viene interrotto. “Da studio al collega  che sta raccogliendo i dati per tutta Italia. Michele, a che punto è la morte?”. Michele ha il compito di telefonare a tutti gli obitori della penisola,   “Napoli non pervenuta, apre alle 10. Palermo nemmeno, e mi mancano Foggia, Padova e Sauce d’Oluz. Ma siamo già a parecchie decine….”.
“Terribile!”, esclama la conduttrice da studio, con il groppo in gola.  “Interrompici pure quando ti  arrivano notizie. Abbiamo decine di inviati sulle strade e sui posti dove si muore, stanno mandando informazioni spaventose”.
Perché fra un tg e l’altro, il tempo è occupato dal talk show mattutino “Voci dalla Morgue”: tutto un incalzare di informazioni che arrivano a fiumi,  incalzanti,  una più luttuosa dell’altra. “Abbiamo al telefono il professor Tanatos Dombrovski, docente di medicina legale dell’università di Riga: come mai professore in Italia  si muore più che nel suo paese?”.  E’ perché voi meridionali siete indisciplinati e non avete fatto le riforme. In studio un leghista sparso. Che obietta: “La Lettonia intera  ha due milioni di abitanti…”.  Urlo dei 5 ospiti piddini: “Ecco lo  xenofobo! Il negazionista!! “ . La conduttrice gli ha tolto la  parola, ma ha un buon motivo: “L’inviato alla Casa di Riposo “Bela Rosin” di Torino ci ha chiesto la linea! Subito! Giorgio, che hai da comunicare?”

“Dall’obitorio in diretta”

Giorgio appare in video. Ha fianco il direttore della Bela Rosin, in camice  bianco. Si vede che ha il morale a terra. “Mi sono morti due ospiti. Uno di 82  anni  e una di 96”, confessa compunto. “Non capisco, per tutta la settimana passata non mi è morto nessuno, ed ora due”, farfuglia lo sciagurato. “Quindi – incalza  la conduttrice da studio – un aumento del..Quanto? Duemila per cento?  Inaccettabile, come dice il nostro presidente del consiglio”.
In studio infuria la discussione scientifica. Vabbé, muoiono soprattutto i vecchi, dice uno, consoliamoci. Ma no! E i ragazzi che si spiaccicano dopo la discoteca alle 5 del mattino?
Un Reazionario isolato e inviato per dare pepe, dice: “Queste sono le morti non necessarie  ed evitabili”,  e propone la chiusura delle discoteche alle 23.  Il Prete Progressista, parimenti invitato, gli dà sulla voce: “E perché, come dovrebbero divertirsi i poveri  giovani?”.  Azzittisce definitivamente il Reazionario il giornalista Vincenzo Borgomeo di Repubblica, lieto di smentire:
“Il  trend non è in crescita”,fa la lezione, “Eppure nel Paese si sta diffondendo una specie di “panico da incidente stradale”. E la percezione che morti e feriti su strada siano in clamoroso aumento. Però secondo i dati di Polizia Stradale e Carabinieri il numero complessivo degli incidenti (70.801) è in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2018 (-1,3%), mentre i sinistri con esito mortale (1.430) sono pressoché invariati (8 meno dello scorso anno, — 0,6%). Ma, quello che conta, è che si riduce del 2,9% il numero delle vittime (ossia 1.566, meno 46). Allo stesso tempo sono in diminuzione le cosiddette “stragi del sabato sera”. Le forze dell’ordine hanno rilevato 148 incidenti mortali che discoteca è un diritto costituzionale”, sancisce lui.  hanno lasciato sull’asfalto 178 vittime, ossia 11 in meno dello scorso anno”… Sta citando l’articolo che ha effettivamente scritto per sfatare l’allarme sparso dai sovranisti   che vogliono i confini chiusi e le discoteche chiuse.  “Ponti, non muri!”,  come dice  il Santo Padre”.
“Abbiamo in linea Mattia Santori:  dica il suo parere, come giovane! lei cosa pensa della proposta di Salvini di chiudere le discoteche alle 23?” Veramente Salvini non ha proposto  niente del genere, prova a interloquire il leghista sparso;   ma non si sente perché il suo microfono è escluso. Tutta l’acustica  in studio è dedicata  a raccogliere ogni singolo suono che esca dalla bocca del giovane  Santori,che come si sa è il capo delle sardine. “La discoteca è un diritto costituzionale”, sancisce. Definitivo. Il discorso è chiuso.
Sullo studio campeggia il cartello elettronico luminoso che mostra incessantemente il numero di defunti nel giorno: un numero che aumenta inesorabilmente.. “Ha superato 1500!”; grida la conduttrice. “A  mezzanotte saranno duemila!”, dice lo statistico che estrapola i dati.
Si intervistano incessantemente esperti tanatologi.  “Lavarsi le mani puo’ servire?”.  Aiuta sempre, risponde  il professore, ma…”E la vitamina C?”.  Male non fa, però… “E la dieta mediterranea”, incoraggia il prete progressista. Infatti sono tutti d’accordo, per una volta: la dieta mediterranea allunga la vita. Certo non le orrende pizze con salame e Nutella che divora Salvini. “Ho un servizio su  Salvini che mangia in odio ai meridionali!”,  annuncia  un inviato dalla strada.
Va in onda il servizio, dove il capo leghista, disgustoso si pasce di Nutella al  salame. Come si  può evitare che muoiano ogni giorno 1660 persone  in Italia?  La Scienza ha diverse risposte, dice il conduttore., non è disarmata. “In Israele c’è una start-up che sta studiando il vaccino!”, annuncia esultante l’inviato da  Herzlya. Appare il team dei giovani ebrei che salutano con la mano. “In due anni”, promettono. “Dobbiamo fare i test clinici”.
E’ il riscaldamento globale, assicura l’ecologo Maritozzi: con auto elettriche e l’abolizione degli allevamenti, non si morirà più come oggi, ma molto meno. Video di Greta che dice: “Morirete tutti!   Vecchi coglioni, che non mi avete dato ascolto”.
Questo per giorni  e  per notti.  Finisce che il popolo italiano reclama provvedimenti dal governo. Basta morte! Basta!
Il presidente del Consiglio fa una conferenza notturna in cui sostanzialmente dice: “I miei consulenti scientifici sono  unanimi con Casalino: lavorare  fa male.  E’ quella  la causa. Bisogna che smettiate.  La  morte è inaccettabile. Dalle ore 5 di domani, ai lombardi è vietato salire sulle impalcature, guidare camion,  far funzionare le macchine utensili, dar da mangiare alle mucche, guidare i treni ad alta velocità.  Solo discoteche”…
E  così che è accaduto che  le carceri sono esplose per la scoperta  della Morte,,  la gente ha svuotato i supermercati per fare scorte contro la Morte,  dalla  Lombardia milioni hanno assaltato gli ultimi treni per il Sud: “Farla finita con la morte!  Andiamo via!Lì non si muore! Basta faticà!
Intanto  il governo ha accettato il MES e il capo della Consob ha lasciato la Borsa aperta, così è più facile derubarci comprando le aziende nostre con lo sconto.

Addio, immortale crociato che sfidasti la Morte.

PASCAL E LE "RISPOSTE DECISIVE"

                                     
Solo il cristianesimo ha le risposte decisive. Il "metodo dell’immanenza" di Pascal: l'uomo col suo tragico contrasto esistenziale è una prova dell’esistenza del Dio cristiano? Modernità, relativismo e l’agenda della massoneria
di Francesco Lamendola

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Si viene al mondo non per caso, ma per assolvere un compito ben preciso: trovare il significato del fatto di esistere, e che tutte le cose esistano con noi. Il senso della vita umanain altre parole, è la ricerca della verità; e infatti, inscritto nello statuto ontologico dell’essere umano, vi è il bisogno della verità. Non di una verità qualsiasi; non di una verità provvisoria e contingente, né di una verità soggettiva, valida per me ma non per te, o viceversa. Niente affatto: il bisogno di verità è il bisogno della verità, la sola, l’unica. E quando si dice bisogno, si intende proprio un istinto insopprimibile, senza il quale la persona sarebbe mutilata, non sarebbe veramente umana sino in fondo. Oggi si fa un gran parlare di esigenze; ma bisogni ed esigenze non sono sinonimi, non sono neppure parenti alla lontana. I bisogni sono qualcosa d’indispensabile; le esigenze sono i capricci fatti passare per cose necessarie. Pertanto si possono benissimo sfrondare tutte le esigenze, e la vita umana non ne soffrirà per niente; al contrario, avrà tutto da guadagnarci, come un pallone aerostatico alleggerito della zavorra, dopo che i sacchetti di sabbia sono stati lasciati cadere per consentirgli di acquistare leggerezza e salire di quota. Orbene, tutti gli esseri umani recano in sé, sovente ben nascosto e mascherato il bisogno di verità; negare tale bisogno, mortificarne sistematicamente l’appagamento, significa sospingere l’essere umano verso la pazzia, costringendolo a una vita del tutto innaturale, deviata dal suo fine naturale, e perciò aberrante. La civiltà moderna nasce da un progetto di eversione delle radici cristiane dell’Europa e da una deliberata volontà di staccare ragione e fede, scienza e religione; e dunque si configura anche e soprattutto come un graduale, concentrico, capillare e progressivo attacco contro il bisogno di Dio, mirante a scalzarlo dall’interiorità degli esseri umani e rimuoverne perfino la memoria. Ecco perché la modernità, sia ideologicamente che praticamente, si configura come totalitaria, né potrebbe essere diversamente, sia che il totalitarismo prenda le forme del comunismo o del fascismo, sia che assuma quelle – solo apparentemente insospettabili - del liberalismo e del democraticismo. La sua essenza totalitaria consiste nel fatto che, per poter sradicare dall’animo umano un bisogno ad esso consustanziale, la modernità deve cercar di penetrare anche nella sfera dei pensieri, dei sentimenti e perfino delle emozioni; e per far questo, deve assicurarsi il controllo della persona fin dagli anni dell’infanzia, indottrinandola e facendole un sistematico lavaggio del cervello, affinché ogni idea sgradita al progetto della modernità venga repressa e cancellata sul nascere, prima che possa manifestarsi.

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Per comprende quel ”mostro incomprensibile” che è l’uomo è necessario riferirsi al cristianesimo? Solo il cristianesimo ha le risposte decisive!

Solo il cristianesimo ha le risposte decisive

di Francesco Lamendola

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