ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 giugno 2020

Contro il ku.. la ragion non vale?

Legge omofobia: “Non solo 6 anni di galera, non solo risarcimenti astronomici, non solo lavori gratuiti per le associazioni LGBTQEtcEtc..”

Proposta legge su Omofobia 
Non solo 6 anni di galera, non solo risarcimenti astronomici, non solo lavori gratuiti per le associazioni LGBTQEtcEtc..
Ai condannati per omofobia sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto.
Mancano solo 20 frustate e l’esilio, e poi abbiamo visto tutto.
Questo è il concetto di libertà di Zan, Scalfarotto, Boldrini & company.
Dovreste solo dimettervi dal parlamento e vergognarvi per aver anche solo pensato cose del genere.
Fate girare questo messaggio perchè non lo troverete certo sui giornaloni.
Sabato 11 luglio tutti in piazza.

DDL OMOFOBIA. LA CONDANNA ARRIVA DALLA FRANCIA, SÌ ALLA LIBERTÀ.

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, una condanna implicita dell’aspetto liberticida del DDL sull’omofobia, presentato da Zan, Scalfarotto e Boldrini viene dalla Francia. Il Consiglio Costituzionale ha censurato l’intera parte repressiva della legge contro l’odio online, sostenuta dalla deputata Laetitia Avia del LREM (La République En Marche). I “Saggi” in particolare, hanno respinto la proposta di punta della legge, ovvero l’obbligo dei social network di rimuovere i contenuti giudicati illegali entro 24 ore, ritenendo che ciò non fosse compatibile con la libertà di espressione. Così facendo, si sono trovati d’accordo con i numerosi oppositori del testo, che hanno denunciato i rischi di sovracensura da parte di piattaforme online come Facebook, Twitter, Snapchat o YouTube.
Il rifiuto di questo particolare provvedimento rappresenta una grave battuta d’arresto per la maggioranza, tanto più che Laetita Avia ha assicurato lo scorso maggio che esso rappresentava “il cuore del testo”. In particolare, il Consiglio costituzionale ha denunciato il fatto che i social network, secondo la legge, dovrebbero prendere decisioni sulla base di un semplice rapporto, senza l’intervento di un’autorità esterna come un giudice. In breve, l’Alta Corte ha criticato il fatto che la legge incoraggia “gli operatori delle piattaforme online a ritirare i contenuti loro segnalati, siano essi manifestamente illegali o meno”, il che “pregiudicherebbe l’esercizio della libertà di espressione e di comunicazione che non è necessario, appropriato e proporzionato”. Infine, è tutta la parte repressiva della legge ad essere censurata dal Consiglio costituzionale. Il Consiglio costituzionale ha inoltre ritenuto incompatibile con la Costituzione l’obbligo imposto a questi social network di rimuovere entro un’ora qualsiasi contenuto pedopornografico o terroristico segnalato dalle autorità.
Fortemente contrario al testo, il senatore Bruno Retailleau, senatore di LR (Les Républicains), ha accolto con favore questa censura da parte del Consiglio costituzionale “a seguito del deferimento del gruppo LR al Senato”. “Il titolo è quasi l’unico che è costituzionale”, ha detto ironicamente su Twitter, prima di concludere: “Tutti coloro che sono legati alla libertà dovrebbero accoglierla”. Più in generale, molti leader sia a destra che a sinistra hanno accolto con favore la decisione.

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Cogliamo l’occasione per ricordare che l’11 luglio in molte piazze italiane chi ha a cuore la libertà di pensiero, opinione ed espressione sancita dalla Costituzione manifesterà contro questo DDL liberticida. Ecco un comunicato di Pro Vita e Famiglia:
Omofobia, Pro vita e Famiglia: “Scendiamo in piazza anche noi l’11 luglio contro il Ddl Zan”
“L’omofobia non è un’emergenza e il ddl Zan rappresenta la dittatura del pensiero unico che si fa legge per impedire la libera opinione costituzionalmente garantita. Per questo, sotto l’unico slogan di #RESTIAMOLIBERI, scenderemo in campo anche noi l’11 luglio insieme a numerose associazioni a Roma e in altre 100 piazze italiane, per difendere la libertà di pensiero e di espressione” hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus a sostegno dell’iniziativa #Restiamoliberi.
“#Nonrestiamoacasa e aspettiamo a Roma e nelle altre piazze migliaia di cittadini per far sentire la nostra voce a chi vuole decidere di tapparci per sempre la bocca e vuole insegnare il gender ai nostri figli nelle scuole predisponendo finanziamenti vergognosi e che gridano vendetta al cospetto dei tanti bisognosi e delle tante famiglie che in questa fase di emergenza arrivano ancora più con difficoltà a fine mese” ha continuato Pro Vita e Famiglia.
“Il Ddl sull’omotransfobia tra l’altro risulta anche anacronistico, visto che in Europa e nel mondo ci sono significativi segnali di ripensamento rispetto alla dottrina gender che vorrebbe cancellare i sessi biologici. Ricordiamo a Zan e ai suoi sodali, che il premier inglese Boris Johnson ha deciso di eliminare la legge che consentiva alle persone di identificarsi con un sesso o con l’altro con una semplice dichiarazione e che il Presidente Usa Donald Trump ha abrogato il regolamento sul transgender tornando al classico maschio o femmina determinato dalla biologia. E l’Italia che fa? Rincorre una moda superata, imposta solo dalle solite lobby Lgbt, che è risultata devastante e inutile. Che facciamo copiamo gli errori, sprechiamo i soldi, per poi arrivare anche noi al ritorno alla ragione, a riconoscere la semplice e naturale distinzione tra maschio e femmina? Assolutamente no, noi vogliamo impedire subito che avvenga questo scempio sulla pelle dei nostri figli e che il Ddl Zan non passi, prima che faccia danni. Per questo l’11 luglio l’Italia sentirà la nostra voce: Libertà”.

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Petizione: Fermiamo le proposte di legge Zan-Scalfarotto sull’Omofobia!!!!

Condivido l’iniziativa di CitizenGo per fermare le proposte di legge Zan-Scalfarotto sull’Omofobia. Firmate e condividete.
Giustizia LGBTQ
MANIFESTO PER LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE
FERMIAMO IL PROGETTO DI LEGGE ZAN-SCALFAROTTO-BOLDRINI SU OMOFOBIA
È in discussione presso la Camera dei Deputati un pacchetto di proposte di legge presentate dai deputati Zan (PD), Scalfarotto (Italia Viva- Renzi), Boldrini (PD ex LEU) e altri, che mira a introdurre pesanti sanzioni penali per i colpevoli del reato di “omofobia”.
Il rispetto per le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale
La persona umana, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, merita sempre ogni rispetto. Le persone con orientamento omosessuale, come qualsiasi altro essere umano, già oggi sono ampiamente tutelate dalla normativa vigente che ne protegge onore, decoro, integrità fisica e psicologica, punendo severamente qualsivoglia delitto, anche applicando le aggravanti previste dal Codice Penale come ad esempio l’aver agito per motivi futili o abietti ovvero con crudeltà. Recenti sentenze hanno comminato pene esemplari (fino a dieci anni di reclusione) a delinquenti che si sono resi colpevoli di condotte violente in odio a persone per il solo fatto di avere orientamento sessuale differente. La normativa dunque è già completa ed efficace. Ogni riforma finalizzata a dividere le persone in categorie, proteggendone alcune più di altre, finirebbe inevitabilmente per creare e acuire quelle discriminazioni che dice di voler combattere.
L’Italia è un paese tollerante e inclusivo
L’Italia non è affatto un paese omofobo, ma tollerante e inclusivo: i casi di aggressione esplicitamente provocata da motivi di discriminazione dell’orientamento sessuale sono fortunatamente pochissimi, contando 66 denunce in due anni, come rappresentato dal dipartimento interforze anti-discriminazioni (OSCAD). Le persone con orientamento omosessuale rivestono incarichi molto importanti nella politica, nel mondo della moda, del cinema, della cultura e in ogni altro ambito del mondo imprenditoriale e, più in generale, della società: tutto ciò a riprova che la cultura del nostro Paese è concretamente anti-discriminatoria.
Il vero obbiettivo: limitare la libertà di pensiero e opinione
Il gravissimo pericolo che il disegno di legge propone è la limitazione della libertà di pensiero, introducendo una fattispecie di “reato d’opinione”, inaccettabile per qualsiasi società democratica. La nostra Costituzione e la Carta dei Diritti Fondamentali della U.E. garantiscono e tutelano principi fondamentali per la democrazia: la libertà di pensiero, di parola, di riunione, di associazione, di religione, di educazione e di insegnamento. Se queste norme diventeranno legge, le ricadute sul piano sociale saranno caratterizzate da un clima di repressione antidemocratica dell’espressione e della manifestazione del pensiero su un tema, affettività e sessualità, che per sua natura è caratterizzato dal lasciare ampio spazio a visioni soggettive e personali. A semplice scopo esemplificativo:
  • Non si potrà manifestare dissenso alla pratica della gestazione per altri;
  • Non si potrà affermare che ogni bimbo ha diritto a mamma e papà;
  • Non si potrà dichiarare personale dissenso all’ideologia Gender;
  • Non si potranno praticare e manifestare pubblicamente opzioni religiose che, nel doveroso rispetto delle persone, sono in chiaro dissenso rispetto alla condotta omosessuale ed invitano a non praticarla.
Cosa chiediamo?
Chiediamo che sia fermato l’iter parlamentare di queste proposte di legge, in quanto la loro approvazione costituirebbe un grave attacco a molte delle libertà costituzionalmente garantite ad ogni cittadino, introducendo un “reato d’opinione” inaccettabile per uno stato democratico
FIRMA IL MANIFESTO

Di Sabino Paciolla

Giù il cappello, signori! Brevi considerazioni sulla legge contro l’omofobia

Omofobia
di Un sacerdote
Caro Sabino, sono ormai usciti moltissimi più che pregevoli articoli sulla questione della legge Zan, Scalfarotto, Boldrini e altri contro l’omofobia. Non credo di poter aggiungere molto, se non una qualche osservazione sull’assurdo principio che è sotteso a tale proposta di legge. Lo spiego con due citazioni tratte dall’Inferno di Dante.
La prima è quella che riguarda la figura di Semiramide, leggendaria regina degli Assiri, che il poeta incontra nel canto V. Egli scrive che “A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era condotta”. Qui Dante fa riferimento a Paolo Orosio, storico del V sec. d.C., che racconta come la regina legittimasse la sua condotta disonesta, rendendo legale ciò che a lei e a ciascuno dei suoi sudditi poteva piacere. Insomma, quella regina fece diventare legale per sé e per i suoi sudditi il criterio di ritenere lecito ciò che invece per natura non era tale: il desiderio illecito diventa diritto lecito, il diritto lecito pretende di essere reso legge, la legge punisce chi obietta a tale diritto dicendo che il desiderio che gli è sotteso non corrisponde alla realtà. Niente di nuovo sotto il sole mi sembra!
Tutto questo però non è contro natura solo sul piano puramente etico, ma viene a distruggere un principio base su cui è costruito tutto l’umano vivere come tale, e cioè il principio logico di non contraddizione. Un principio che, se fosse annullato sistematicamente, farebbe piombare il mondo in uno sconvolgente e allucinante caos. È ancora Dante che ce ne ricorda l’importanza nel cap. XXVII dell’Inferno. Lì egli incontra l’anima di Guido da Montefeltro, famoso uomo d’armi che si era fatto francescano in vecchiaia; egli racconta al poeta le vicende accadute alla sua morte. L’anima dannata gli dice che sperava di farla franca in giudizio, nonostante il consiglio fraudolento offerto a Bonifacio VIII per conquistare la rocca di Palestrina, e ciò perché quel papa gli aveva dato assicurazione che da quel peccato egli, come Sommo Pontefice, lo poteva assolvere. Ma il diavolo risponde a san Francesco, che si presenta per portare l’anima in Paradiso, “ch’assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente“. Così Guido prosegue allora la sua narrazione: “Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: “Forse tu non pensavi ch’io loico fossi!“.
Dante dice che neanche il diavolo può andare contro il principio di non contraddizione, tanto esso è connaturato all’uomo e al suo vivere; anzi, egli da furbo qual è, da intelligente “loico” (logico ragionatore), sfrutta proprio questo principio per portarsi l’anima di Guido all’Inferno.
Che dire? Che gli onorevoli Zan, Scalfarotto, Boldrini e loro sodali ne sanno più del diavolo? O forse è il diavolo che, per condurci a distruzione, fa loro pensare che ne sanno più di lui? In ogni caso, giù il cappello, signori!

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