ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 24 giugno 2020

Ma i porti no..!

La Chiesa ora spalanca i porti: "Respingere è ferita al cuore"

Il caso di don Biancalani (e il dibattito che ne è seguito) certifica come i vescovi non abbiano cambiato idea sull'accoglienza dei migranti


vescovi italiani, nonostante le posizioni assunte su alcune tematiche nel corso di queste settimane dalla Chiesa, non hanno cambiato idea sui migranti, che per l'episcopato andrebbero sempre accolti.

Se c'è stata una revisione della piattaforma politico-ideale da perseguire, insomma, è stata parziale. L'episcopato italiano si sarà anche scagliato contro il disegno di legge contro l'omofobia, rimarcando così qualche differenza di fondo dal governo delle sinistre in carica, ma non ha modificato di una virgola il paradigma relativo alla gestione dei fenomeni migratori. "Accogliere, proteggere, promuovere, integrare": Papa Francesco ha sempre indicato queste quattro direttrici in materia d'immigrazione. La pandemia poteva mutare l'atteggiamento di fondo dell'Ecclesia, ma i presuli hanno continuato a predicare accoglienza erga omnes.
Anche i casi di cronaca di questi giorni sono utili a fotografare come la percezione delle urgenze sociali da parte della Chiesa cattolica non sia cambiata dalla comparsa del nuovo coronavirus in poi: il caso di Don Biancalani è quello più eclatante. Certo: è iniziato un dialogo con la Lega di Matteo Salvini, ma le aperture tra le parti in causa non riguardano la necessità di confini, di restrizioni e di controlli stringenti. Gli aspetti su cui i vescovi e la Lega concordano sono soprattutto di natura bioetica. Ma non è detto che nel futuro prossimo possa essere trovata una convergenza pure sul come affrontare la questione dei migranti. Per ora l'episcopato presieduto dal cardinal Gualtiero Bassetti prosegue convinto nella sua "fissazione".
Stando a quanto ripercorso dall'edizione odierna di Libero, il fatto che Matteo Salvini, attraverso Facebook, abbia posto un accento sulle circostanze che riguardano la realtà di Biancalani ha prodotto reazioni. Ieri è stata ufficializzata la candidatura come governatore della Toscana di Susanna Ceccardi. Ecco, la leghista ha segnalato come "l'ambientino" del don pro immigrazione sia stato "'sovvenzionato con 'oltre 70mila euro'". Un finanziamento che sarebbe arrivato proprio dalla Regione che la Ceccardi si candida a guidare con le prossime amministrative di settembre. Biancalani - come abbiamo già raccontato - ha replicato piccato alle argomentazioni dell'ex sindaco di Cascina: "La sua (quella della Ceccardi, ndr) è una inaccettabile strumentalizzazione di una vicenda complessa. Dovrebbe invece ringraziarci per il servizio di accoglienza che offriamo a tante persone abbandonate dalle istituzioni. Noi rimediamo alle storture dei decreti salviniani. Spero che i cittadini toscani si rendano conto del livello di questi politici e che non mettano loro in mano la Regione. Queste persone non possono avere un ruolo pubblico, a prescindere dal colore politico".
La partita in Toscana è aperta, e la Lega sembra avere intenzione di scardinare un "sistema" che non ha mai nascosto di voler accogliere, in ogni caso, quanti "più migranti possibile". Vale per la Toscana, ma anche per altre realtà territoriali progressiste. Nel frattempo, la Conferenza episcopale italiana è alle prese con l'avvenire. Il cardinale Gualtiero Bassetti, che è sempre stato considerato alla stregua di un alto ecclesiastico molto dialogante, potrebbe essere sostituito per via dei raggiunti limiti d'età. Bassetti, che è un moderato, sui migranti però la pensa come i progressisti, tanto che nelle recenti sortire ha definito "ferite al cuore" le politiche di respingimento volute dai governi.
Difficile, qualunque cosa accada ai vertici della Cei, immaginare un'inversione ad U sulla condotta da tenere verso coloro che cercano rifugio sulle nostre coste. La linea sui migranti, del resto, non deriva tanto dalle singole conferenze episcopali, ma dai dettami che provengono dall'alto dei sacri palazzi del Vaticano, dove Papa e cardinali continuano a predicare in favore degli "ultimi" e dei "penultimi" del mondo.

Il nascondiglio del pusher? È nella chiesa del prete dei migranti

Un pusher nigeriano di 27 annni, ospite del parroco di Vicofaro, utilizzava il confessionale per occultare oggetti rubati e materiale per il confezionamento delle dosi da rivendere. Lo stesso Biancalani ha ammeso che da tempo quelle chiavi erano sparite


In possesso di regolare permesso di soggiorno e ospite del centro d'accoglienza messo in piedi da Don Massimo Biancalani, un pusher nigeriano è finito in manette durante la mattinata dello scorso sabato 20 giugno dopo che da tempo le forze dell'ordine seguivano i suoi spostamenti.
Quello che è stato ribattezzato come lo "spacciatore in mountain bike", visto il mezzo preferibilmente utilizzato per smerciare droga in particolar modo nella zona della stazione ferroviaria di Pistoia Ovest, era stato segnalato in più di un'occasione dai residenti esasperati. Durante un'operazione di pattugliamento del territorio, svolta proprio tra la stazione e la biblioteca San Giorgio, l'attenzione degli uomini della questura è stata attirata dalla sospetta presenza di alcuni soggetti da tempo noti come consumatori abituali di sostanze stupefacenti.
Dopo essersi fermati lungo via dello Spartitoio, i poliziotti hanno visto il nigeriano avvicinarsi ai tossicodipendenti in sella alla sua bici. Resosi conto della presenza degli agenti, tuttavia, il nigeriano ha subito cercato di fuggire dal posto e far perdere le proprie tracce: per farlo non ha neppure esitato a passare col semaforo rosso in viale Adua.
Un tentativo rivelatosi del tutto vano, dato che gli uomini della questura sono riusciti in breve a raggiungerlo ed a bloccarlo. Per nulla disposto a darsi per vinto, il pusher straniero ha cercato di divincolarsi e scappare senza, tuttavia, mai lasciare la sua bicicletta, di certo troppo ingombrante da portare via con sè in un piano di fuga. Un atteggiamento decisamente sospetto, che ha spinto i poliziotti ad effettuare dei controlli anche sul mezzo. Occultati all'interno del manubrio tre involucri contenenti altrettanti dosi di eroina, pronte per essere spacciate.
Ciò che è più grave, tuttavia, è il fatto che, stando a quanto riferito da "Il Tirreno", il nascondiglio utilizzato dal 27enne per occultare il materiale per il confezionamento delle dosi di droga da rivendere, oltre a qualche oggetto rubato, era all'interno di un confessionale di Vicofaro. Lo stesso Don Massimo Biancalani avrebbe riferito agli inquirenti che da tempo quel confessionale era chiuso e le chiavi dello stesso risultavano irreperibili.
Il nigeriano è stato quindi tratto in arresto e trasferito dietro le sbarre del carcere pistoiese di Santa Caterina in Brana, dove resta a disposizione degli inquirenti.
"L'ospite del prete toscano che canta "Bella Ciao" in chiesa, adora i clandestini e vorrebbe accogliere tutta l'Africa in Italia? Spacciava e usava il confessionale come nascondiglio! Bel modello di "integrazione", proprio un bell'ambientino, complimenti", commenta Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook.
"È stato accolto nella chiesa di Vicofaro (Pistoia) dal noto prete anti-leghista don Biancalani, ma è stato arrestato perchè spacciava droga e nascondeva eroina nel confessionale", ha aggiunto poi come riportato da "Nova". "È successo a un nigeriano di 27 anni, tra i tanti che il sacerdote ha deciso di ospitare: chissà se anche questo pusher era stato portato in piscina dal don. Grazie ai decreti Sicurezza, di cui sono orgoglioso, se un richiedente asilo commette gravi reati può essere subito espulso. La maggioranza non si azzardi a cancellarli", ha concluso il leader del Carroccio.
Di poco fa la replica piccata di Biancalani, che promette querele contro Salvini e contro la candidata per le Regionali in Toscana Susanna Ceccardi, che lo aveva attaccato. "Un luogo di culto trasformato in centro di spaccio? Sono pronto a querelare Susanna Ceccardi per questa dichiarazione che ritengo diffamante. Non sono mica un delinquente. Io aiuto persone che ne hanno bisogno, non certo gli spacciatori. Ero presente all'ispezione della polizia nel confessionale e l'unica cosa che c'era sotto il sedile era un sacchettino di plastica da spesa, insieme ad altre cose. Ma non c'era traccia di droga", riferisce ad Agi il parroco di Vicofaro.
"Il ragazzo che noi abbiamo ospitato è stato fermato sabato e trovato con delle dosi di droga. Ha detto che dormiva da noi. Ho confermato alla polizia che questo ragazzo stava da noi per carità, perchè noi ospitiamo tanti ragazzi che sono stati estromessi dai percorsi di accoglienza", aggiunge Biancalani, che poi se la prende con la Ceccardi."La sua è una inaccettabile strumentalizzazione di una vicenda complessa. Dovrebbe invece ringraziarci per il servizio di accoglienza che offriamo a tante persone abbandonate dalle istituzioni. Noi rimediamo alle storture dei decreti Salviniani. Spero che i cittadini toscani si rendano conto del livello di questi politici e che non mettano loro in mano la Regione. Queste persone non possono avere un ruolo pubblico, a prescindere dal colore politico".
"Io non sono mica un delinquente", conclude il parroco."Sto cercando da solo e senza contributi dello Stato di aiutare delle persone abbandonate dalle istituzioni. So benissimo che ci sono dei rischi, possono esserci mele marce, ma spero che questo ragazzo possa cambiare vita una volta che avrà scontato quello che c'è da scontare. Spero che le forze democratiche intervengano e si facciano sentire. Don Biancalani non è uno spacciatore".
Nigeriano arrestato a Pistoia: nel confessionale della chiesa di don Biancalani il nascondiglio per lo spaccio
Roma, 23 giu – La crisi post coronavirus morde, ma non per tutti. È tornato a far parlare di sé il parroco tra i più famosi d’Italia, don Massimo Biancalani, per via del suo strampalato progetto di accoglienza di immigrati perlopiù clandestini. Nella prima mattinata di sabato scorso è stato difatti arrestato il ventisettenne nigeriano Frank Oj, residente in un’altra zona della città di Pistoia ma domiciliato di fatto nella chiesa di Vicofaro di don Biancalani. Attorno le 8:30, una volante della polizia ha scorto in una viuzza due persone note per essere eroinomani, e poco dopo, proveniente dalla medesima via, il ragazzo nigeriano a bordo della sua bicicletta. Dal portafogli di Frank Oj spuntava una chiave che ha indotto i poliziotti a cercare l’eventuale droga nel manubrio della mountain bike, nel quale per l’appunto erano nascoste tre dosi di eroina per un peso complessivo di circa mezzo grammo.

Il nascondiglio per lo spaccio? Nel confessionale 

Dopo aver saputo essere uno degli ospiti di don Biancalani a Vicofaro, i poliziotti hanno contattato il parroco, il quale ha riconosciuto la chiave in possesso del nigeriano come la chiave mancante da uno dei confessionali della chiesa che era, difatti, inspiegabilmente chiuso. Lì dentro sono stati trovati altri pezzetti di plastica identici a quelli contenenti l’eroina nascosta nella bicicletta, un cellulare provento di un furto, un tablet ricevuto in cambio di droga da un cliente abituale e altri due telefoni cellulari probabilmente utilizzati per tenere contatti o con i clienti o con chi lo riforniva della droga da spacciare. È stato anche perquisito il materasso dove dormiva il ragazzo, posto, come annunciato mesi fa da don Biancalani, dentro la chiesa trasformata in un bivacco per immigrati irregolari.

Permesso di soggiorno scaduto

Il nigeriano in questione, difatti, aveva il permesso di soggiorno scaduto da marzo scorso, data dalla quale egli decise saggiamente di trasferirsi nella parrocchia di Vicofaro dove si narra ormai da anni che chiunque possa entrare, uscire, intrattenendosi come meglio ritiene. Non è difatti il primo caso di arresto per spaccio avvenuto tra gli ospiti di don Massimo Biancalani. La cui chiesa è vuota di fedeli ma colma di immigrati.
Dopo questo evento, però, l’attenzione degli osservatori dovrebbe spostarsi dal caso singolo al sistema grazie al quale personaggi indecenti come il nigeriano di cui sopra riescono a proliferare portando avanti la propria attività criminale. Oltretutto solitamente dietro c’è una rete di spaccio che si cela dietro il singolo caso di uno spacciatore arrestato, il quale è solo la punta di un immenso iceberg.

Organizzazioni criminali

Le cronache, anche le più nere come quelle riguardanti i massacri di Pamela e Desirée, narrano della micidiale mafia nigeriana che, giunta qui tramite barcone ed esportando soldati targandoli come profughi, si è insinuata in tutte le arterie geografiche d’Italia addirittura soppiantando le precedenti organizzazioni criminali che organizzavano spaccio e prostituzione. È un vero e proprio esercito criminale in grado di fronteggiare uno Stato, il quale, sulla base della propria sovranità, dovrebbe impedire che si creino delle bolle di illegalità nelle quali lo spaccio trova terreno fertile. Quali persone sono dietro personaggi come il nigeriano arrestato sabato scorso? Quali organizzazioni criminali scelgono gli immigrati cui affidare parte dello spaccio cittadino? E perché Frank Oj, privo di regolare permesso di soggiorno, decise di trasferirsi nella chiesa di Vicofaro?
A queste domande non si può rispondere con i soliti banali slogan immigrazionisti tipo: “Refugees welcome”.
Lorenzo Zuppini

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