ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 6 giugno 2020

Unanime e perseverante preghiera

Con fede viva verso un nuovo inizio
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Iudaea tunc incredula, vesana torvo spiritu, madere musto sobrios Christi fideles increpat. Sed editis miraculis occurrit, et docet Petrus, falsum profari perfidos, Ioele teste comprobans (dall’Ufficio Divino).


«Allora la Giudea incredula, furente per l’animo bieco, accusa i sobri fedeli di Cristo di essere pieni di mosto; ma, compiuti i miracoli, Pietro controbatte e spiega che i fedifraghi affermano il falso, comprovando ciò con la testimonianza di Gioele». L’inno del Mattutino della solennità di Pentecoste riprende in forma poetica il racconto di san Luca (cf. At 2, 1-21): per effetto dell’effusione dello Spirito Santo, gli Apostoli avevano cominciato a proclamare la verità di Cristo in lingue diverse, facendosi così comprendere da tutti i pellegrini convenuti a Gerusalemme per la festa da ogni parte dell’impero; nello stupore generale, tuttavia, alcuni avevano cinicamente squalificato l’incredibile miracolo degradandolo a una volgare ubriacatura. San Pietro ribatte allora dimostrando che, in realtà, si è adempiuta un’antica profezia (cf. Gl 3, 1-5) e che la calunnia nasce dal rinnegamento della fede. Chi respinge ostinatamente la verità e la grazia finisce, pur di non ammettere il proprio errore, col dare spiegazioni assurde a ciò che rifiuta di accettare nella sua incontrovertibile evidenza. È proprio ciò che fanno tanti “teologi” ed “esegeti” aggiornati che, anche oggi, negano la storicità della Bibbia e pretendono di interpretarla con astruse acrobazie mentali.


Il deliberato abbandono della fede o la sua sostituzione con un surrogato intellettuale conducono inevitabilmente alla follia di negare l’evidenza dell’agire divino o pretendere di spiegarlo in termini naturalistici. È una forma di demenza caratterizzata da un astio violento contro la verità rivelata e la grazia sacramentale, che costituiscono l’inoppugnabile baluardo della Chiesa contro gli assalti della menzogna e del peccato. Gli iconoclasti della “riforma liturgica”, che a suo tempo si scatenarono contro la Tradizione con roghi di libri, paramenti e immagini sacre, oggi sono ascesi ai vertici della gerarchia e sono quindi liberi di abbandonarsi all’odio contro tutto ciò che è cattolico, a cominciare dalla santissima Eucaristia. Alla radice di questo insano furore c’è una colossale mistificazione, ossia quel radicale pervertimento della funzione di insegnare che i nemici di Cristo, prendendo il controllo dell’ultimo concilio, riuscirono a spacciare per aggiornamento. Dietro di loro operavano però i soliti cabalisti che da duemila anni, dopo aver crocifisso il Figlio di Dio, tentano invano di distruggerne l’opera; bisogna esser davvero pazzi per non aver ancora capito che è tutto assolutamente inutile… Questo, appunto, è l’inevitabile effetto della volontà ostinata di respingere la verità ormai conosciuta e di rifiutare la grazia già concessa in pienezza.


Agli scadenti attori improvvisati della Chiesa nuova versione, che vestano i panni dell’intrattenitore, del consulente, del gestore o dell’assistente sociale, non è parso vero che un’ordinanza governativa li esonerasse di colpo dall’adempimento dei doveri propriamente sacerdotali, in cui non credono più, ma che portano avanti per obbligo, stancamente e senza convinzione, come un fardello di cui non possono disfarsi. Ora che degli uomini politici al soldo dei poteri occulti – bontà loro – han concesso la ripresa del culto pubblico, si attengono scrupolosamente alle loro prescrizioni irragionevoli, così che i fedeli siano il più possibile scoraggiati dall’andare a Messa, divenuto un’umiliazione cocente e un martirio del cuore. Il Santissimo Sacramento, che già trattavano come una cosa qualsiasi, priva del benché minimo valore, ora è maneggiato come un oggetto spregevole da prendere con i guanti e gettare nelle mani di comunicandi tenuti a distanza quasi fossero pericolosi untori, quando invece si sa che il virus è ormai clinicamente scomparso quasi ovunque e che non sussiste più alcun pericolo. L’ottemperanza di regole demenziali da dittatura, paradossalmente, trova del tutto favorevoli e ben disposti ministri sacri che hanno invece l’orticaria nei confronti dei precetti divini e delle leggi ecclesiastiche…


Anche qui abbiamo un’ulteriore riprova del capovolgimento della morale che osservavamo qualche settimana fa: si filtrano i moscerini (per giunta immaginari) e si ingoiano i cammelli. Ai preti farisei ciò fa molto comodo, visto che le circostanze forniscono loro nuovi pretesti per regolare ogni cosa a proprio uso e consumo, tralasciando i faticosi impegni direttamente legati alla salvezza delle anime ed esibendosi grottescamente con guanti e bavaglio per apparire attenti al bene della gente… C’è da scommettere che la prossima circolare della C.E.I., per dare al tutto un tocco di creatività, prescriverà mascherine dei diversi colori liturgici, disegnate ovviamente da uno stilista di tendenza. Gli ambienti omofili, d’altronde, brillano proprio per l’esibizionismo eccentrico, tipico di soggetti che si sono fissati in uno stadio precoce di maturazione e hanno un bisogno spasmodico di attirare l’attenzione. Che da decenni ne rigurgitino seminari e conventi non può essere un fatto casuale né involontario: così hanno ottenuto un clero succube, senza nerbo, prono al potere e manovrabile a piacere. Peraltro l’arroganza clericale (un verme che non muore mai) adesso può appoggiarsi anche su incontestabili disposizioni dell’autorità civile, cui si riconosce implicitamente un diritto assoluto anche sui beni spirituali, lasciati alla mercé di governanti miscredenti.


A questi fedifraghi (perfidi, nel latino ecclesiastico) si deve negare ogni appoggio, disertando le loro chiese e sospendendo ogni contribuzione. Per i Sacramenti occorre andare in cerca di sacerdoti fedeli e meritevoli, che non mancano di certo, ma sono spesso poco visibili e vanno quindi scovati. Altri hanno bisogno di essere incoraggiati contro le intimidazioni e spronati a reagire alla paura. Nelle persecuzioni non sempre si è preparati; il più delle volte, anzi, si è colti di sorpresa. Con l’aiuto dello Spirito Santo, tuttavia, ognuno può cambiare. La Pentecoste trasformò gli Apostoli in annunciatori irresistibili di Gesù crocifisso e risorto; a partire da quel giorno san Pietro proclamò ripetutamente la verità, senza sconti diplomatici né infingimenti tattici (cf. At 2, 22ss; 3, 12ss; 4, 8ss; 5, 29ss; 10, 34ss). Coloro che, la sera del giorno di Pasqua, erano rinchiusi nel Cenacolo per timore dei giudei (cf. Gv 20, 19) furono infiammati dalla venuta del Paraclito in modo tale che nulla poté più fermarli. Per quaranta giorni erano stati rinfrancati dal rivedere il Maestro redivivo e, in vista della missione, ne avevano ascoltato gli insegnamenti definitivi.


Se meditiamo con costanza e applichiamo nella vita la parola del Signore trasmessaci dalla Scrittura, il Fuoco celeste, assiduamente invocato, potrà rinnovare in noi le Sue meraviglie di grazia. C’è però una condizione essenziale che non possiamo assolutamente trascurare: la comunità primitiva, in attesa del Dono celeste, era fusa in unanime e perseverante preghiera, con al centro la Madre di Gesù (Hi omnes erant perseverantes unanimiter in oratione cum mulieribus et Maria matre Iesu et fratribus eius, At 1, 14). Se al momento della Pentecoste erano tutti riuniti insieme nello stesso luogo (erant omnes pariter in eodem loco, At 2, 1), in seguito ai tremila battesimi avvenuti quel giorno ciò non fu più possibile, ma essi continuarono comunque a formare un corpo solo (gr. epì tò autó, At 2, 44.47). Neanche noi possiamo incontrarci tutti fisicamente, se non in occasioni sporadiche; questo non ci impedirà tuttavia di sentirci Chiesa viva, riunita in cenacoli locali collegati tra loro con i moderni mezzi di comunicazione. Vi invito tutti, dunque, a intensificare le suppliche in unione a Maria perché lo Spirito Santo, per Sua intercessione, illumini i nostri cuori e ci mostri come organizzarci in piccoli gruppi di formazione, fraternità e preghiera che ci aiutino ad attraversare la prova preparando la rinascita dopo la tempesta.

https://lascuredielia.blogspot.com/2019/12/coraggiochiesa-poverella-i-prelati-del.html

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