ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 luglio 2020

Ci si ostina a dire che l’Inferno, se c’è, è vuoto!

Fatima 13 luglio 1917 la visione del rischio estremo



Volendo sintetizzare al massimo, possiamo dire che il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione, è un forte appello all’umanità affinché non stia al gioco del “drago” (Ap 12, 4). L’ultima meta dell’uomo è il Cielo, sua vera casa dove il Padre celeste, nel suo amore misericordioso, é in attesa di tutti. Dio vuole che nessuno si perda.

Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine è venuta a Fatima per chiedere agli uomini di “non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso“. È il dolore di mamma che la obbliga a parlare; è in palio la sorte dei suoi figli. Per questo Ella chiede ai pastorelli: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro“.

A Fatima la Madonna parla ai tre pastorelli con voce e cuore di mamma: li invita ad offrirsi come vittime di riparazione, dicendosi pronta a condurli fino a Dio. Ed ecco, essi vedono uscire dalle sue mani materne una luce che penetra nel loro intimo. Più tardi Francesco, uno dei tre privilegiati, osservava: “Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio e non ci bruciavamo. Com’è Dio! Non si può dire. Questo sì, che noi non lo potremo mai dire”.

Non mi soffermo ora a considerare la prima apparizione del 13 maggio 1917 e nemmeno la seconda del mese di giugno, ma vado direttamente a quella del 13 luglio, giorno in cui la Madonna consegna ai pastorelli i tre segreti, il primo del quale riguarda la visione dell’inferno (la foto in alto è stata scattata ai tra pastorelli pochi momenti dopo l’apparizione con la visione dell’inferno, ndr).

Scrive Suor Lucia ricordando l’apparizione di quel giorno di luglio: “La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore”.

Continua Lucia: “Eravamo spaventati e come per chiedere aiuto, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’inferno, dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”.

Si tratta di un drammatico richiamo al rischio estremo che si corre nel continuare da impenitenti a perseverare nella via del male. Un rischio che è tanto maggiore se si considera come oggi sia mancante nella Chiesa una specifica e adeguata catechesi sull’Inferno.

Negare questa certezza di fede significa oscurare la verità, ecco perché è una grave colpa passare sotto silenzio al realtà dell’Inferno. Neppure si dovrebbero tacere le condizioni per cui si va all’Inferno, perché il Catechismo della Chiesa Cattolica dice chiaramente che uno che muore impenitente, anche con un solo peccato mortale, non si salva. Ma deve essere ben chiaro cos’è l’impenitenza: essa consiste nel rifiuto radicato della Divina Misericordia per cui anche all’ultimo istante si resiste all’amore di Dio, scegliendo l’Inferno.

«Molte anime vanno all’Inferno, perché non c’è nessuno che prega per loro»: Maria ci dice che proprio questo oscuramento della verità sull’Inferno allarga la via delle anime che vanno all’Inferno, perché non ci si prepara più al combattimento spirituale, non si prega più perché la gente non vada all’Inferno.

Come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II, il mondo d’oggi rischia il peccato dall’impenitenza finale, perché dicendo che non c’è Dio, oscurandosi la Fede, dicendo che non c’è il peccato, dicendo che l’Uomo è padrone del mondo, uno muore impenitente, muore senza chiedere il perdono dei peccati.

Oggi domina la malvagità sotto il cielo dell’incredulità che porta all’impenitenza e quindi al pericolo dell’Inferno: ecco perché la Madonna sottolinea così fortemente la presenza dell’Inferno, ripetendo all’uomo che un mondo senza Dio porta con sé l’Inferno già su questa terra.

Il silenzio sull’Inferno è opera del grande inganno di satana, menzognero e omicida fin dal principio. È sotto gli occhi di vuole vedere come nell’attuale momento storico, l’umanità abbia scelto decisamente la via della morte, perché ha scelto la via dell’incredulità, e su questa strada rischia non solo l’autodistruzione, ma anche la dannazione eterna.

A Fatima la Madonna si mostra seriamente preoccupata per la salvezza eterna dei suoi figli. Il drammatico paradosso è che viviamo in un tempo in cui l’Inferno rischia di riempirsi, mentre mai come in questo tempo ci si ostina a dire che l’Inferno, se c’è, è vuoto!

I pastorelli hanno sperimentato per la durata di un terribile attimo una visione dell’inferno, hanno visto la caduta delle “anime dei poveri peccatori”. Perché mai sono stati esposti a questa visione? La Madonna glielo spiega: per salvarle e come via a questo scopo viene indicato la devozione al suo Cuore Immacolato.

Il “cuore immacolato” è secondo Mt 5,8 un cuore, che a partire da Dio è giunto ad una perfetta unità interiore e pertanto “vede Dio”. Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte del male. Il “sì” di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo mondo il Salvatore .

Mentre la Madonna ci esorta a guardarci dallo scatenamento diabolico, al tempo stesso ci assicura che il Suo Cuore Immacolato trionferà. Tra lo scatenamento diabolico e il trionfo del Cuore Immacolato ci sta il sangue dei martiri (di cui si parla nella terza parte del segreto consegnato il 13 luglio di cento anni fa), in virtù del quale, la Madonna ferma la spada di fuoco dell’Angelo e il mondo evita il castigo divino. (fonte)

di don Paolo Ciccotti

Fatima: ultima via di uscita alla battaglia decisiva in difesa della Famiglia


Così ho inviato la lettera al vescovo, che l’ha consegnata a Suor Lucia. Con mia gran sorpresa, dopo non più di due o tre settimane, ho ricevuto una risposta. Era una lunga lettera scritta a mano. Era il 1983, o il 1984. La lettera finiva così: “Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa”…” (Intervista cardinale Caffarra, maggio 2017)

Intervista esclusiva al Cardinale Caffarra: “Quanto mi ha scritto Suor Lucia si sta adempiendo oggi”
La veggente di Fatima gli disse: “Verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia”
– Le parole profetiche di Suor Lucia sullo “scontro finale” tra il Signore e Satana, che avrebbe riguardato il matrimonio e la famiglia, “si stanno adempiendo oggi”, ha dichiarato ad Aleteia il Cardinale Carlo Caffarra.
Nel pomeriggio di venerdì 19 maggio 2017 il cardinale italiano è intervenuto al quarto incontro del “Roma Life Forum“, un appuntamento annuale che riunisce più di 100 esperti su vita e famiglia da oltre 20 nazioni per discutere su come difendere e rafforzare la vita coniugale e familiare nel mondo.
Il cardinal Caffarra è Arcivescovo emerito di Bologna e presidente fondatore del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia. È attualmente membro del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, del Pontificio consiglio per la famiglia e della Pontificia accademia per la vita.
È stato creato cardinale da Papa Benedetto XVI nel marzo 2006. Il cardinal Caffarra è stato uno dei 45 delegati scelti da Papa Francesco per partecipare al Sinodo Ordinario sulla Famiglia nel 2015.
in video:

In quest’intervista esclusiva, rilasciata prima del suo discorso, il cardinal Caffarra descrive anche come Satana stia tentando di distruggere i due pilastri della creazione, in modo da modellare la propria “anti-creazione”, spiegando perché, in questa battaglia, la donna è “l’essere umano che deve essere difeso maggiormente”.
D. Sua Eminenza, cosa può dirci della lettera che ha ricevuto da Suor Lucia mentre lei stava lavorando per fondare il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia a Roma?
R. Nel 1981 papa Giovanni Paolo II fondò l’Istituto per studi su matrimonio e famiglia. I primi anni (1983-1984) sono stati molto difficili. L’Istituto non era benvoluto.
D. Chi non lo voleva?
R. Era malvisto sia dentro che fuori della Chiesa, a causa della visione che proponeva. Ne ero molto preoccupato. Senza averlo chiesto a nessuno, pensai: “Scriverò a Suor Lucia”.
D. Come le è venuto in mente?
R. Mi è venuto e basta. Ma come sapete, fin dall’inizio la patrona dell’Istituto è stata Nostra Signora di Fatima. È contenuto nella Costituzione Apostolica, in cui il Papa ha affidato istituto al patrocinio della beata Vergine di Fatima. Al punto che – e spero che sia ancora così – entrando nell’istituto, alla fine del corridoio, c’è una statua di Nostra Signora di Fatima, e la cappella dell’Istituto è dedicata a Nostra Signora di Fatima.
E così, ho pensato di scriverle. Le ho scritto dicendole semplicemente: “Il Papa ha voluto questo Istituto. Stiamo attraversando un momento molto difficile. Ti chiedo solo di pregare”. E ho aggiunto: “Non mi aspetto una risposta”. Le sue preghiere mi sarebbero bastate. Come sapete, per avere qualsiasi contatto con Suor Lucia, anche per lettera, bisognava passare per il suo vescovo. Così ho inviato la lettera al vescovo, che l’ha consegnata a Suor Lucia.
Con mia gran sorpresa, dopo non più di due o tre settimane, ho ricevuto una risposta. Era una lunga lettera scritta a mano. Era il 1983, o il 1984. La lettera finiva così: “Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia. E coloro che lavoreranno per il bene della famiglia sperimenteranno la persecuzione e la tribolazione. Ma non bisogna aver paura, perché la Madonna gli ha già schiacciato la testa”.
Questo è rimasto inciso nel mio cuore, e tra tutte le difficoltà che abbiamo incontrato – e ce ne sono state così tante – queste parole mi hanno sempre dato una grande forza.
D. Quando ha letto le parole di Suor Lucia, ha pensato che lei stesse parlando di quel momento storico?
R. Qualche anno fa ho cominciato a pensare, dopo quasi trent’anni: “Le parole di Suor Lucia si stanno adempiendo”. Questa battaglia decisiva sarà il tema del mio discorso di oggi. Satana sta costruendo un’anti-creazione.
D. Un’anti-creazione?
R. Leggendo il secondo capitolo della Genesi vediamo che l’edificio della creazione si fonda su due pilastri. In primo luogo, l’uomo non è qualcosa; è qualcuno, e per questo merita un rispetto assoluto. Il secondo pilastro è il rapporto tra uomo e donna, che è sacro. Tra l’uomo e la donna. Perché la creazione trova la sua completezza quando Dio crea la donna. Al punto che, dopo aver creato la donna, la Bibbia dice che Dio si è riposato. Cosa vediamo oggi? Due eventi terribili. In primo luogo, la legittimazione dell’aborto. Cioè, l’aborto è diventato un diritto soggettivo della donna. Il “diritto soggettivo” è una categoria etica, e quindi siamo nell’ambito del bene e del male; si sta dicendo che l’aborto è un bene, che è un diritto. La seconda cosa che vediamo è il tentativo di equiparare i rapporti omosessuali e il matrimonio. Satana sta tentando di minacciare e distruggere i due pilastri, in modo da poter forgiare un’altra creazione. Come se stesse provocando il Signore, dicendo a Lui: “Farò un’altra creazione, e l’uomo e la donna diranno: qui ci piace molto di più”.
D. Le Scritture dicono che il diavolo è il padre della menzogna, che si presenta come un angelo di luce…
R. Nel mio discorso, spiegherò le parole di Gesù su Satana: “Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). E così secondo me – e non so se Giovanni Paolo II lo avesse già previsto – in questo tipo di situazione l’essere umano che deve essere difeso di più è la donna. Infatti nel suo pontificato scrisse Mulieris Dignitatem. Lì volle sviluppare una teologia della femminilità, perché capì che questo fosse un punto delicato.
D. La donna è quindi il campo di battaglia?
R. Nella Bibbia c’è un dettaglio che mi ha sempre colpito. Dopo il peccato originale, Dio affronta il serpente e dice: “Io porrò inimicizia tra te e la donna”. Dio ha posto una particolare inimicizia tra la donna e il male, come se la donna avesse una sorta di istinto per il bene. Dio ha posto questa inimicizia proprio tra la donna e il male. Il testo continua: “Tra la tua stripe e la sua stirpe”, e qui i teologi vedono la predizione del Figlio di Maria. Pertanto, la donna ha un particolare coinvolgimento che ha conseguenze per la cultura, la società e la famiglia.
D. Stiamo commemorando il centenario delle apparizioni della Madonna ai bambini di Fatima. Qual è il messaggio oggi?
R. Per me, l’originalità di Fatima è questa: a Fatima, la Madonna ha profetizzato. In altre apparizioni, non ha profetizzato, bensì esortato. Come a Lourdes: fate penitenza, pregate, dite ai sacerdoti di costruire una cappella in questo posto. Esorta e ricorda le forti esortazioni di Gesù alla penitenza e alla preghiera. Ma a Fatima profetizza; questo vuol dire che si introduce negli eventi umani e gli interpreta. Non l’aveva mai fatto prima.
D. Anche Suor Lucia ha profetizzato?
R. Sì, l’ha pienamente indirizzata [la profezia della Madonna] e ci ha lasciato le sue Memorie. Alcuni sono molto sconvolgenti. Sentì che questo fosse il compito che la Madonna le aveva dato, cioè diffondere e interpretare questa profezia.
D. E anche le parole di Suor Lucia sulla “battaglia decisiva” sono state una profezia?
R. Si assolutamente. Ciò che Suor Lucia mi ha scritto si sta adempiendo oggi.


video di catechesi dai testi di Sr. Lucia:



Gli scandali spiegati da suor Lucia al «popolo ingannato»

Alcune lettere della veggente parlano del «disorientamento diabolico» nella Chiesa, dei sacerdoti traditori che portano «alla perdizione delle anime», della necessità di reagire, dei pavidi che non hanno combattuto il male e della responsabilità del popolo che non «fa nulla per evitare l’inganno». Poi elenca le armi della lotta e spiega perché se «la Chiesa non accoglie l’ultimo aiuto di Dio (le apparizioni mariane) non ci sarà più possibilità di salvezza».
Suor Lucia e Giovanni Paolo II

Mentre la situazione del clero e di chi ricopre ruoli di comando nella Chiesa si fa sempre più apertamente e così gravemente immorale da chiarire il perché dei mutamenti dottrinali e della diffusione dell’eresia (basti pensare all’accettazione della sodomia e dell’adulterio o alla predicazione sull’uguaglianza delle religioni), rileggere le lettere di Suor Lucia, la veggente di Fatima (alcuni testi sono reperibili presso l’Associazione Madonna di Fatima), serve sia a gettare luce su quanto sta avvenendo sia a comprendere l’unica via d’uscita possibile, sebbene ignorata dalla maggior parte dei vescovi e dei cardinali.
La veggente, nel 1958, rivelò a padre Agustin Fuentes cosa stava accadendo alla Sposa di Cristo secondo quanto le era stato rivelato dalla Madonna: «Il demonio ha ingaggiato la lotta decisiva, cioè finale, dalla quale uno dei due uscirà vittorioso o sconfitto: o siamo con Dio, o siamo col demonio». Più avanti, parlando dei pastori e dei vescovi, chiarì che Satana, per traviare tutto il popolo, avrebbe usato soprattutto loro, perché «ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione», ossia la fedeltà a Cristo e alla sua Rivelazione, «molte anime sono trascinate all’inferno. Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza».
In una lettera datata 16 settembre 1970, la suora addolorata, ribadiva: «Povero Nostro Signore…Quanto malamente viene servito! È doloroso vedere così tanto disorientamento in così tante persone che occupano posizioni di responsabilità!…Questo accade perché il diavolo è riuscito ad insinuare il male a guisa di bene ed ora essi si comportano come ciechi che guidano altri ciechi», ma d’altra parte la responsabilità è anche dei laici perché «le anime non fanno nulla per evitare d’essere ingannate».
Suor Lucia chiarisce quindi che (al di fuori dell’Infallibilità papale in determinati pronunciamenti), l’anima del fedele è chiamata a discernere, ossia ad esercitare la ragione illuminata dalle verità millenarie contenute nel Magistero della Chiesa. Come disse san Paolo ai Galati: «Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!». Chi obbedisse ciecamente senza discernere sarebbe quindi altrettanto responsabile della sua perdizione: «Verrà il tempo – dirà san Paolo a Timoteo – che non sopporteranno più la sana dottrina…si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie».
Ma se il panorama appariva a suor Lucia così terribile già allora, oggi si fatica a comprendere come sia possibile accettare quanto sta accadendo nella Chiesa senza scomporsi. In una lettera del 12 aprile sempre del 1970 la veggente parlava già di un “disorientamento diabolico” che «invade il mondo» ma che è «oramai è entrato anche nella Chiesa», come constatò negli stessi anni da papa Paolo VI (“Il fumo di satana è entrato nella Chiesa”). Il termine “disorientamento diabolico” si riferisce sicuramente alla confusione dottrinale, ma è quantomeno singolare che oggi una delle eresie più in voga nella Chiesa usi lo stesso termine faziosamente al contrario per giustificarsi: “Orientamento sessuale”.
In ogni caso, di qualsiasi natura sia il male, nella missiva si legge esplicitamente che bisogna combatterlo, perché molti pavidi, fra cui anche le guide, non si sono opposti. E le armi della lotta ripetute dalla veggente sono quelle che le ha suggerito la Madonna che ha «raccomandato che si reciti il Rosario tutti i giorni, poiché Ella ha ripetuto questa richiesta in tutte le apparizioni», affinché «in questi tempi di disorientamento diabolico, non dobbiamo lasciarci ingannare da false dottrine che fanno diminuire l’elevazione della nostra anima a Dio per mezzo della preghiera». Poi la suora spiega perché, «a parte il tempo da dedicare alla Santa Messa, dobbiamo anche trovarne per recitare il Rosario…dobbiamo e possiamo fare entrambe le cose», altrimenti «è come se nella parte materiale si privassero le persone del pane necessario alla vita».
Nella missiva del 16 settembre, parlando dell’attacco al Rosario e della riduzione del ruolo di Maria nella disegno della salvezza interna alla Chiesa, sottolinea: «È il Rosario che alimenta la piccola fiamma della Fede, che ancora non si è spenta del tutto in molte coscienze. Anche per quelle anime che pregano senza meditare, il semplice atto del prendere la corona per pregare è già un ricordo di Dio, del Soprannaturale… Perciò il demonio gli ha fatto tanta guerra. La cosa peggiore è che è riuscito a illudere e a ingannare anime piene di responsabilità per via della carica che occupano! … Sono ciechi che guidano altri ciechi!». E nella lettera del 12 aprile aggiunge: «Quanto alla ripetizione dell’Ave Maria, non è una pratica antiquata come vogliono far credere…Potrebbe allora l’Apostolo credere che l’orazione di Maria non sia tanto gradita a Dio, quanto la nostra?», ripetendo che la colpa è del «disorientamento diabolico che invade il Mondo e inganna le anime!» e che «bisogna fargli fronte». Infatti, ribadisce la veggente, sebbene «il popolo, nella sua maggioranza, è ignorante in materia religiosa», da cui «deriva la grande responsabilità di chi ha l’incarico di guidarlo», la responsabilità cade anche su di esso che «si lascia trascinare dove lo portano».
Oltre al Rosario la via d’uscita rivelatale dall’Alto viene descritta sempre nella lettera da lei indirizzata a padre Fuentes: «I rimedi ultimi dati al mondo sono il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria». Poi nella lettera del 16 settembre aggiunge come rimedio la riparazione, che la Madonna aveva chiesto a lei, Giacinta e Francesco fin da quando erano piccoli: «Io mi sacrifico volontariamente e offro la mia vita a Dio, per la pace nella Sua Chiesa, per i sacerdoti e tutte le anime consacrate, e specialmente per coloro che continuano a comportarsi così erroneamente e per quelli che vengono ingannati! Per i nostri Fratelli allontanatisi».
Infine, suor Lucia svelò al sacerdote il pericolo più grande per la Chiesa, sempre riportando cosa gli chiese la Madonna: «Mi disse che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: la SS. Vergine in persona, le sue numerose apparizioni, le sue lacrime, i messaggi di veggenti sparsi in tutte le parti del mondo; e la Madonna disse ancora che, se non la ascoltiamo e continuiamo l’offesa, non saremo più perdonati».
Infatti il rifiuto da parte della Chiesa della Madonna e tutti i suoi moniti e raccomandazioni, spesso ridotte a devozionismo facoltativo, secondo la veggente sarebbe il peccato peggiore, quello contro lo Spirito Santo: «Quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi… ci offre “con un certo timore” l’ultima possibilità di salvezza, l’intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest’ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo», ossia «il rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l’onore della Sua Santissima Madre… È urgente, Padre, che ci si renda conto della terribile realtà. Non si vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo».


Giovanni Paolo II: Famiglia aggredita, minacciata. Segue la profezia di Sr Lucia a Caffarra


Angelus 29.5.1994: “Che grande mistero! Mi piace additarlo soprattutto alle famiglie, in questo anno a loro specialmente dedicato. Nella Trinità infatti si può intravedere il modello originario della famiglia umana. Come ho scritto nella lettera alle famiglie, il “Noi” divino costituisce il modello eterno di quello specifico “noi” umano costituito da un uomo e una donna che reciprocamente si donano in una comunione indissolubile e aperta alla vita (cfr. Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie, n. 6).
E proprio a Maria vogliamo infine, con particolare affetto, volgere lo sguardo, giunti ormai al termine del mese mariano, durante il quale abbiamo elevato verso il suo cuore materno i desideri, le invocazioni, le lacrime, dell’intera umanità. Madre misericordiosa, voglia Maria esaudire le suppliche della comunità cristiana. Benedica soprattutto i giovani e le famiglie e ottenga a tutti, specialmente alle Nazioni purtroppo ancora in guerra, il dono inestimabile della concordia e della pace.
E io vorrei che, attraverso Maria, sia espressa oggi la mia gratitudine per questo dono della sofferenza nuovamente collegato con il mese mariano di maggio. Voglio ringraziare per questo dono. Ho capito che è un dono necessario. Il Papa doveva trovarsi al Policlinico Gemelli, doveva essere assente da questa finestra per quattro settimane, quattro Domeniche, doveva soffrire: come ha dovuto soffrire tredici anni fa, così anche quest’anno.
Ho meditato, ho ripensato di nuovo a tutto questo durante la mia degenza in ospedale. E ho trovato di nuovo accanto a me la grande figura del Cardinale Wyszynski, Primate della Polonia. Egli, all’inizio del mio Pontificato, mi ha detto: “Se il Signore ti ha chiamato, tu devi introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio”. Lui stesso ha introdotto la Chiesa in Polonia nel secondo millennio cristiano.
Così mi disse il Cardinale Wyszynski. E ho capito che devo introdurre la Chiesa di Cristo in questo Terzo Millennio con la preghiera, con diverse iniziative, ma ho visto che non basta: bisognava introdurla con la sofferenza, con l’attentato di tredici anni fa e con questo nuovo sacrificio. Perché adesso, perché in questo anno, perché in questo Anno della Famiglia? Appunto perché la famiglia è minacciata, la famiglia è aggredita. Deve essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perché ogni famiglia e il mondo vedano che c’è un Vangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza, con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio delle famiglie, di ogni famiglia e di tutte le famiglie.
Volevo aggiungere queste riflessioni nel mio primo incontro con voi, carissimi romani e pellegrini, alla fine di questo mese mariano, perché questo dono della sofferenza lo devo, e ne rendo grazie, alla Vergine Santissima. Capisco che era importante avere questo argomento davanti ai potenti del mondo. Di nuovo devo incontrare questi potenti del mondo e devo parlare. Con quali argomenti? Mi rimane questo argomento della sofferenza. E vorrei dire a loro: capitelo, capite perché il Papa è stato di nuovo in ospedale, di nuovo nella sofferenza, capitelo, ripensatelo! Carissimi, vi ringrazio per la vostra attenzione, vi ringrazio per questa vostra comunità di preghiera, nella quale possiamo di nuovo recitare l’Angelus Domini”.

1 commento:

  1. The commentary of Card Caffarra is a blatant contradiction with the 1957 interview of Sister Lucy by Father Fuentes: “Father, the Devil is fighting a decisive battle against the Virgin and, as you know, what most offends God and what will gain him the greatest number of souls in the shortest time is to gain the souls consecrated to God. For this also leaves unprotected the field of the laity and the Devil can more easily seize them.
    If we do not want to accuse Card Caffarra of deceitfulness, perhaps the letter is not from the true Sister Lucy.

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