di Antonello Iapicca
Il segno inequivocabile della gravissima crisi di fede in cui versa questa generazione è la fede cieca nelle posizioni incerte e spesso contraddittorie dei cosiddetti esperti e scienziati. La fede assoluta in quelli che hanno posizioni e affermano ipotesi e interpretano i dati spacciando il tutto per certezze, in sintonia con quanto si vuole credere e si spera possa accadere.
Ancor più grave e inquietante la fede a priori negli esperti e scienziati schierati dalla propria parte politica, sino a pensare e vedere la realtà con gli occhiali ideologici che, ovviamente, la alterano o, più spesso, la inventano di sana pianta. La fede granitica nutrita dalle affermazioni deformate dal pregiudizio ideologico che muove lancia in resta ad attaccare, biasimare, linciare e condannare chi la pensa diversamente o, semplicemente, nutra qualche dubbio sulla narrazione a cui si crede. La fede che invoca il bavaglio e la negazione ufficiale per qualsiasi altra ipotesi diversa da quella che, per chissà quale motivo irrazionale, ideologico e viscerale, si è sposata.
E questo sarebbe il trionfo positivista e illuminista della ragione sul buio medievale e irrazionale della fede cristiana?
Mai come in questo frangente risplende – per la verità troppo poco – lo splendore della ragione illuminata dalla fede cristiana. La bellezza, l’ordine e la pace che scaturiscono dalla visione della vita e dalle scelte operate in virtù della ragione innervata dalla fede in Dio, che si è fatto visibile perché Parola da ascoltare, e carne e sangue con cui essere in comunione per sperimentare la sua Vittoria sulla morte. Fede che nasce dalla conoscenza che è relazione ed esperienza intima di Gesù Cristo risorto, nella partecipazione della sua resurrezione che è il destino verso cui tutti stiamo camminando. La fede che sperimenta la bellezza e l’autenticità dei suoi contenuti cambia radicalmente la vita e il modo di pensarla, e mai come oggi essa è l’unico discriminante tra verità e menzogna, autenticità e inganno.
In questa crisi epocale di fede che sta infettando gran parte della Chiesa, in questo fideismo pervasivo che sta bruciando menti e coscienze nella illusoria e suadente menzogna che l’uomo senza speranza esige di credere, la fede nella risurrezione risplende come l’unica ragionevole. Nel terrore della morte alimentato e usato dal demonio attraverso le menzogne nascoste in un briciolo di banali verità affermate dalla dea scienza, potrà salvarci solo la fede in Colui che ha vinto la paura della morte.
Chi appartiene a Cristo non teme, e quindi non consegna la ragione ai sentimenti e alle passioni stimolate dalle angosce e dalla paura. Chi vive in Cristo sperimentando la vita eterna che vince le fobie e il panico, è libero, e la sua mente, ossigenata dalla verità sul proprio destino, non si inginocchia agli idoli delle ideologie, della politica, della scienza, delle notizie. Chi sperimenta l’amore di Dio non sposa nessuna ipotesi, non ne ha bisogno, sa discernere e restare distaccato da tutto per non restare impigliato nella dittatura della superbia che impone di schierarsi per affermare il proprio ego uccidendo chi vi si oppone; sa infatti che Dio, nella Croce di Cristo, ha mostrato stolta la sapienza di questo mondo riducendo al nulla le cose e le affermazioni che pretendono di essere assolute. Chi ha fede in Cristo ha già vinto questo mondo schiavo del demonio, vive già in Cielo nascosto con Lui in Dio, figurati che paura può fargli il Covid 19. Al contrario, chi ha fede annuncia ovunque e sempre il Vangelo, l’unica Parola capace di smentire e polverizzare nel nulla tutte le parole e le immagini avvelenate con cui il demonio cerca di sedurre e dannare gli uomini.
Don Antonello Iapicca è missionario da 30 anni in Giappone. Ora opera nella città di Takamatsu.
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