ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 24 agosto 2020

Dalla Barca ai barconi

La Chiesa dei barconi ora riscopre la vita

Finalmente dal mondo cattolico pare si siano svegliati. E abbiano capito che le linee guida del governo sulla Ru486, la pillola abortiva, sembrano una forzatura voluta, tendente ad agevolare l'aborto


Finalmente dal mondo cattolico pare si siano svegliati. E abbiano capito che le linee guida del governo sulla Ru486, la pillola abortiva, sembrano una forzatura voluta, tendente ad agevolare l'aborto, mentre nel nostro ordinamento l'interruzione di gravidanza non è da intendersi come un «diritto» che ognuna possa praticare.




Le linee guida vanno contro la Costituzione, mette in guardia il giornale dei vescovi, Avvenire. Magari avrebbe potuto aggiungere che stridono anche con i valori cattolici, ma non vorremmo essere più realisti del re. La critica, che segue altri interventi della Cei e di singoli vescovi, non dovrebbe stupirci: ci mancherebbe che la Chiesa si facesse morbida sull'aborto. Eppure da sinistra hanno storto la bocca, come se fosse un'indebita intrusione. E infatti essa è rilevante per due ragioni di ordine politico.
La prima è che ormai da molto tempo, da quando il cardinale Ruini ha lasciato la guida della Cei, i vescovi guardano decisamente più a sinistra rispetto al passato, verso il Pd per intenderci. Non intendiamo solo le varie uscite contro il «sovranismo» e il «nazionalismo», come dire contro Salvini e Meloni. Ci riferiamo soprattutto all'appoggio totale che la Cei ha fornito, e continua a fornire, alla politiche di apertura delle frontiere e di accoglienza dei migranti. Il tema, importante in sé, è tuttavia diventato quasi l'unica ragion d'essere dei pronunciamenti dei vescovi, tanto che il loro giornale sembra indistinguibile da un foglio di supporto delle agenzie migranti e delle Ong. Forse ora i vescovi, e il mondo cattolico in generale, si stanno accorgendo che la sinistra sarà forse (ed è un «forse» grande come una cattedrale) in linea con le loro politiche dell'immigrazione, ma che su altri temi persegue il programma progressista mondiale, che tende a colpire molti dei valori cattolici e certamente ad allargare sempre di più le maglie dell'aborto.
Avranno compreso, dalle parti della Cei, che la sinistra è un blocco, e che se accetti le sue politiche migratorie devi poi aspettarti anche tutto il resto? C'è poi una seconda questione. Il Pd non era il partito dei laici e dei cattolici? Non era pure l'erede della Dc? Ebbene, soprattutto con Zingaretti, i cattolici del Pd non sembrano possedere più molta voce, come si vede appunto sulla questione della pillola abortiva.
Ma saranno a casa in un Pd sempre più somigliante al vecchio Pds, anzi ancor più «laicista»? Fossimo in loro qualche domanda ce la porremmo.

PG: SUI MIGRANTI, PERCHÉ IL PAPA NON INDICA I VERI RESPONSABILI?

24 Agosto 2020 Pubblicato da  


Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il Pontefice regnante è tornato a parlare – ma che stranezza, ma che singolarità – di migranti e migrazioni, affermando che Dio chiederà conto ecc. come potete leggere in questo collegamento. Ora io credo che ci siano tante responsabilità, in questi viaggi avventurosi che talvolta finiscono in tragedia. Il primo, ovvio ed evidente, è di chi dietro pagamento li organizza, in totale illegalità e in condizioni di sicurezza precaria, se non inesistente. Poi c’è chi non impedisce che questo avvenga; bloccando – è possibile, ci sono Paesi e zone del mondo dove avviene – questo traffico. Poi c’è chi li raccoglie, un business quello delle ONG mascherato da “non facciamoli affogare”. Poi c’è la responsabilità di chi li accoglie, facendosi veramente complice e motore primo del traffico di carne umana; perché se so che quando arrivo non c’è tutta una filiera che mi protegge, mi dà cibo alloggio soldi e telefonino, ma anzi magari mi rimandano indietro, forse ci penso sei volte prima di partire. Poi c’è lo Stato, con i i suoi Ministeri, che invece di compiere il suo dovere favorisce questa invasione…insomma ce ne sono di responsabilità da indicare; e se parliamo di Chiesa – è il Pontefice che parla – che anche lei riceve la sua bella fetta di soldi – ora aumentati fino a oltre 40 euro al giorno, a quel che ho letto, dal ministro Lamorgese – dobbiamo dire che si tratta di una carità non pelosa, ma villosa (avete presenti gli orsi) di cui dovrà rendere conto davanti alla Storia, oltre che davanti al Giudice. E chissà se quel Giudice, che legge nei cuori e nei portafogli, crederà alle scuse sull’accoglienza. Ma leggiamo Pezzo Grosso. 

§§§

Caro Tosatti, diceva spesso l’amatissimo e infinitamente compianto card. Caffarra che di questo Papa non si deve prestare troppa attenzione a quello che dice estemporaneamente; (mia considerazione: visto che raramente pensa e riflette prima di parlare, che sia in aereo o sul balcone), ma solo al suo magistero.
Ora il magistero di questo pontefice è fatto di tre documenti fondamentali: Evangelii Gaudium.dove dice che il peggiore dei mali è la inequità (la cattiva ripartizione delle risorse).
Amoris Laetitia, dove dice che ci sono tentazioni (della carne) cui non si può più resistere. Ed infine il capolavoro Laudato Sì, dove sostanzialmente dice che la redenzione dell’uomo consiste nella protezione della terra da se stesso (avido predatore).
Fuori magistero il pontefice si occupa solo di migrazioni.
Ora il tema migrazioni è il cavallo di battaglia della società aperta di Popper di cui Soros è il profeta, ed è anche lo strumento con cui il Nuovo Ordine Mondiale di Kissinger, incarnato nell’ONU, pretende (dichiarandolo da decenni) di realizzare il necessario processo di sincretismo religioso, necessario a far scomparire religioni dogmatiche e pertanto pericolose per la pace universale; che si otterrà solo con l’ambientalismo, religione universale.
Quando perciò questo pontefice parla di clima e migrazioni, mira allo stesso obiettivo: adattare alle esigenze del mondo gnostico la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Ma veniamo all’ultimo avvenimento, richiamato ieri dal pontefice all’Angelus e riferito al 10°anniversario (oggi 24agosto) del “massacro di 72 migranti in Messico” (vedi il link qui).
Di per sé il richiamo sarebbe buono, se fosse veritiero nella esposizione e nel messaggio dato. In questo caso il pontefice invece di gridare genericamente: “Dio chiederà conto dei morti durante i viaggi della speranza”, oppure, totalmente inopportunamente ed arbitrariamente: “I profughi deceduti in mare sono vittime della cultura dello scarto”, avrebbe dovuto indicare e condannare i trafficanti di migranti.
Cosa che non ha mai fatto e continua a non fare. tanto che molti cominciano ad avere “sospetti”…
Spiego ora l’avvenimento che ha permesso al papa di confondere i fatti e eccitare al rancore verso noi italiani. cattolici soprattutto:
Dieci anni fa. il 24 agosto 2010, 72 migranti, in una località messicana, furono sequestrati. torturati ed uccisi dai narcotrafficanti (Los Zetas) che avevano ben inteso il business delle migrazioni, organizzando estorsioni per autorizzarli a passare il confine (la polizia sembra chiudesse un occhio).
Ora. mi pare evidente che l’autorità morale che lancia anatemi debba prima informarsi, e poi specificare contro chi li lancia. In questo caso, come nei casi dei barconi nel Mediterraneo, avrebbe dovuto lanciarli contro i trafficanti di esseri umani.
Invece li lancia contro chi non li accoglie immediatamente condividendo con loro i propri beni.
Forse il punto da chiarire è il sospetto che una elevata percentuale di “trafficanti” sono Ong legate direttamente o indirettamente al sopracitato autorevole moralista (da Casarini a Sant’Egidio), che si sospetta sappiano ben scegliere gli emigranti da trasferire in modo sicuro in Italia, mentre quelli meno prescelti…. naufragano.
Saranno magari, forse. soprattutto quelli di religione cristiano-cattolica a naufragare? O quelli che son sul barcone con moglie e figli? (Cioè non giovanottoni giovani e robusti, pronti al meticciato).

Mi domandavo, leggendo la citazione dei migranti in Messico all’Angelus di ieri, se magari non si potesse verificare se qualche ONG papalina non abbia deciso di aprire una filiale in Messico per proteggere i migranti dai narcotrafficanti e portarli direttamente a Washington. se vincesse le elezioni Trump…

"Contro l'umanità e Vangelo". La Chiesa processa Musumeci

La diocesi di Palermo e l'arcivescovo di Agrigento contro il governatore per l'ordinanza sulla chiusura degli hotspot dell'isola


La Chiesa (siciliana) va all’attacco di Nello MusumeciL’ordinanza del presidente della regione sulla chiusura dei centri di accoglienza per i migranti rimane così al centro del dibattito e delle polemiche.
Dopo la presa di posizione del Viminale di Luciana Lamorgese e il coro di disapprovazione della sinistra, ora arriva anche l’attacco della diocesi di Palermo e dell’arcivescovo di Agrigento.
Procediamo con ordine. Vista l’emergenza sanitaria per via della pandemia di coronavirus e la crisi migratoria acuitasi (come ogni anno) nel corso dell’estate, il presidente Musumeci ha disposto la chiusura – entro le 24 di oggi, 24 agosto – di tutti gli hotspot sul territorio regionale, per preservare l’ordine e la sicurezza pubblica.
"Tutti i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza devono essere improrogabilmente trasferiti e/o ricollocati in altre strutture fuori dal territorio della Regione Siciliana, non essendo allo stato possibile garantire la permanenza nell'Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio", si legge infatti nel provvedimento finito al centro del dibattito.
Quest’oggi, a fare eco alle critiche di ieri, sono arrivate le nette prese di posizione della Caritas diocesana di Palermo e dell’Ufficio Migrantes. Le due realtà, infatti, hanno espresso "forte preoccupazione e fermo dissenso" in relazione all’ordinanza del governatore. "L’ordinanza – si legge nella nota – sceglie la via dell’ennesima negazione del diritto umano alla mobilità, la via mistificante di una nuova cosciente discriminazione".
E non è tutto, visto che la Caritas e l’ufficio Migrantes del capoluogo regionale polemizzano ulteriormente: "La Regione Sicilia nei mesi scorsi, per bocca dello stesso presidente, aveva prefigurato misure di controllo severissime per i turisti orientati a trascorrere le loro ferie in Sicilia. Di quel che fu preannunziato a maggio finora non si è visto nulla, né si sono messi in atto protocolli di sicurezza volti ad evitare assembramenti o altre forme di pericolosa promiscuità".
Secondo le due realtà diocesane, inoltre, l’ordinanza di Musumeci trasmetterebbe un "messaggio intimamente sbagliato e antropologicamente pericoloso". E motivano così il loro affondo: "Intimamente sbagliato, perché si attribuisce ai migranti la responsabilità di una diffusione del contagio che casomai è da attribuire alla mancanza di protocolli e di misure adeguate a tutelare i cittadini dell’Isola e chiunque venga in Sicilia dall’Italia e dall’estero; antropologicamente pericoloso, perché equipara i poveri agli untori e divide ancora una volta l’umanità in due, inconsapevolmente preparando e non evitando la catastrofe planetaria che verrà da un mondo disunito e disumano".
Da Palermo ad Agrigento, visto che contro Musumeci si è espresso – via Facebook – anche l’arcivescovo agrigentino Alessandro Damiano. L’uomo di Chiesa, infatti, ha invitato a "non soffiare sul fuoco della paura e della rabbia", dicendo che "chi gioca sulla pelle dei poveri si assume la responsabilità di minare la coesione sociale". Infine, Damiano ha concluso scrivendo che "i migranti sono persone che hanno il diritto-dovere ad una quarantena in sicurezza e serenità così come tutti i cittadini".

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