ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 settembre 2020

Il "tramonto"della "Chiesa in uscita"?

Il Papa adesso è in "trappola": ecco cosa ha fermato Bergoglio

I progressisti spingono per le riforme, mentre i conservatori tifano Trump e sovranisti: papa Francesco alla prova delle pressioni delle correnti interne

Il dibattito è aperto sin dai tempi del lockdown, ma già da prima ci si chiedeva quale fosse il futuro della "Chiesa in uscita", la Chiesa cattolica promossa da papa Francesco.



progressisti non hanno smesso di sperare che il futuro sia quello che si sono sempre augurati. Un avvenire riformistico, dove modificare la dottrina non rappresenti un tabù. Perché il mondo che cambia necessita di adattamenti. La convinzione dei conservatori - come noto - è quella opposta. Le cronache dei retroscenisti raccontano di come Jorge Mario Bergoglio fosse stato eletto con questo presupposto: dare il la alla riforma. Quella a cui Ratzinger, in fin dei conti, non era stato disposto. Ma sono mesi ormai che alcuni media si soffermano su come si sia arrestata quella che la Civiltà Cattolica ha chiamato "spinta propulsiva". La rivista diretta da padre Antonio Spadaro - quella no - non pensa affatto che il papato sia oggetto di un "tramonto", come ha invece titolato IlFoglio.
Quando ha salutato per la prima volta il suo successore, Benedetto XVI ha consegnato nelle mani del nuovo pontefice un dossier, un'inchiesta portata avanti da tre cardinali, dopo gli scandali che hanno animato quella stagione. Parliamo degli scandali curiali. Ecco, non abbiamo mai saputo quali conclusioni avessero tratto i tre cardinali individuati ai tempi da Benedetto XVI per l'indagine interna. E non sappiamo, quindi, se Francesco sia intervenuto o meno. Questo è solo un elemento. Si è spesso sollevato il tema della Costituzione apostolica, quella cui sta lavorando il C9 e che dovrebbe fornire nuovo impulso alle regole della gerarchia ecclesiastica, ma per ora niente. Il "fronte tradizionale" che all'inizio ha sperato che Bergoglio continuasse ad operare per quello che Ratzinger non era riuscito a concretizzare pensa che una "spinta propulsiva" non sia mai esistita, e che molte delle aspettative siano derivate dalla comunicazione. La mediaticità, insomma, avrebbe ingannato. Ma i tradizionalisti - si sa - sono di parte in questa storia.
Dal punto di vista dei progressisti le cose non cambiano poi molto: le aperture di Bergoglio, a conti fatti, sono state mezze aperture. Almeno secondo i parametri della sinistra ecclesiastica. Francesco non ha aperto ai preti sposati, alle diaconesse, alla Messa ecumenica, alla teoria gender, alla revisione in senso relativista della piattaforma bioetica, alla laicizzazione della gestione ecclesiale, alla protestantizzazione del rito e così via. Le aperture, quelle che hanno contraddistinto questi primi sette anni di pontificato, hanno riguardato altri tavoli, come quello diplomatico o quello appunto mediatico-comunicativo. Chi pensava che, con Francesco, la Chiesa avrebbe occupato in modo diverso il terreno culturale dell'ortodossia dottrinale si è ritrovato un vescovo di Roma ecologista sì, ma non disposto alla rivoluzione in senso stretto. Progressisti per antonomasia sono i tedeschi, che hanno organizzato un "Sinodo" apposito per tentare di approvare le modifiche sostanziali su cui Roma non vuole cedere. Una bella spia di come neppure i progressisti, in fin dei conti, stiano esultando troppo per l'andazzo.
Sono emersi così due fronti: quello conservatore, che ritiene quanto fatto da Bergoglio troppo a sinistra per non essere criticato; quello progressista, che ritiene quanto fatto da Bergoglio troppo poco di sinistra per non provare a fare qualcosa di più. Sono semplificazioni che in Vaticano non piacciono, perché riducono la Chiesa, che è di Dio, ad un contesto politico, ma il senso di quello che sta accadendo tra le mura leonine ed altrove in questi ultimi mesi andrà pur semplificato in qualche modo. E ognuno dei due fronti preme. Se la Chiesa teutonica continua imperterrita nella sua marcia autocefala, la parte conservatrice, in chiara contrapposizione con le indicazioni date dal pontefice in questi sette anni, organizza rosari per Donald Trump. In mezzo ai due fuochi, risiede il vertice supremo della Chiesa cattolica.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/riforme-sono-bloccate-ora-papa-schiacciato-due-fronti-1890518.html

Paura per l’Accordo sino-vaticano: ricorda la storia della Chiesa con Hitler

di Li Ruohan*
Dopo la firma dell’accordo, la situazione della Chiesa in Cina è divenuta sempre peggiore. Il concordato con la Germania nazista nel 1933 ha dato libertà alla Chiesa per pochi mesi. Poi sono stati tolti crocifissi dalle scuole; associazioni cattoliche sono rifluite nel partito nazista; obbligo per tutti di studiare il nazismo. Fritz Stern: Il concordato con la Santa Sede ha accresciuto la rispettabilità di Hitler in Germania e all’estero.
Pechino (AsiaNews) – Varie voci – fra cui quella del Segretario di Stato vaticano – affermano che l’accordo sino-vaticano dovrebbe essere rinnovato. L’accordo è stato firmato nel settembre 2018 e scade nel settembre di quest’anno. Alcune personalità vaticane affermano che lo scopo dell’accordo è promuovere l’unificazione della Chiesa in Cina e il miglioramento della vita della Chiesa sotterranea. Purtroppo, proprio dopo la firma, la situazione della Chiesa in Cina è divenuta sempre peggiore. La campagna di demolizione delle croci non è cessata e ai giovani minori di 18 anni è vietato entrare in chiesa. Tutte queste azioni sono parte di una politica di persecuzione.
Questo accordo sino-vaticano mi ricorda per alcuni aspetti l’accordo che la Germania nazista ha stretto con la Santa Sede.
Dopo l’unificazione della Germania negli anni ’70 del 1800, i cattolici tedeschi sono divenuti una minoranza in una nazione a maggioranza protestante. I fedeli venivano spesso accusati di non essere veri tedeschi perché accettavano l’autorità di Roma.
Il cancelliere Otto Von Bismarck ha iniziato la battaglia culturale (Kulturkampf) contro la Chiesa cattolica in Germania. Il suo governo ha chiuso chiese, monasteri e espulso il clero. Nello stesso periodo i cattolici tedeschi fondano il Partito centrale cattolico, ricevendo il sostegno della Chiesa. Alla fine, lottando contro Bismark, la Chiesa è riuscita a proteggere i suoi interessi. La Santa Sede ha allora firmato alcuni accordi con diversi governi locali (Prussia, Baviera, Baden) durante la repubblica di Weimar (1918-1933). In ogni caso, la Santa Sede avrebbe voluto firmare un accordo a livello nazionale con il governo centrale tedesco.
Nelle elezioni generali del 1933, Adolf Hitler, leader del partito nazista, diviene il nuovo cancelliere. Hitler pensava che il suo governo non fosse troppo stabile e aveva bisogno di un’alleanza con il Partito centrale cattolico. E così ha invitato Franz Von Papen, capo del partito cattolico, di diventare il vice-cancelliere del governo nazista.
La maggioranza dei fedeli cattolici non ha un’impressione favorevole verso il partito nazista. Per far cambiare questa attitudine negativa, Hitler dà mandato a Franz von Papen di iniziare i negoziati con la Santa Sede per un concordato.
Anche il Segretario di Stato Eugenio Pacelli (il futuro papa Pio XII) e papa Pio XI sono interessati a raggiungere un accordo con la Germania nazista. In questa cornice, il 20 luglio 1933 il Vaticano e la Germania nazista firmano il concordato.
Secondo questo concordato, la Chiesa cattolica accettava di non andare contro la politica e le teorie sociali del Partito nazista. Da parte sua, il governo tedesco garantiva libertà di professione e di pratica pubblica della religione cattolica, confermando il diritto della Santa Sede di nominare un nunzio a Berlino e per il governo tedesco di avere un ambasciatore a Roma. I vescovi tedeschi dovevano giurare lealtà alla nazione.
Il concordato ha protetto la libertà degli ordini religiosi e il loro impegno caritativo, pastorale ed educativo. Protette, secondo la legge tedesca, anche le proprietà della Chiesa cattolica. Inoltre, la Chiesa ha avuto il diritto di fondare collegi teologici per l’educazione dei sacerdoti e ha mantenuto le facoltà accademiche cattoliche nelle università statali.
Per quanto buono fosse questo concordato, il problema è stato la sua attuazione. Dopo sei mesi dal concordato, le associazioni cattoliche giovanili - con tutte le altre associazioni – sono state forzate a entrare nell’associazione giovanile nazista; il crocifisso è stato bandito dalle scuole e i figli delle famiglie cattoliche sono stati obbligati – come tutti gli altri – a studiare in scuole naziste approvate. Oltre un centinaio di sacerdoti sono stati imprigionati per aver criticato il nazismo.
Nel 1937, Pio XI pubblica la sua enciclica “Mit brennender Sorge” che condanna le violazioni al concordato. E sebbene Pio XI denunci la persecuzione del partito nazista, il danno era ormai fatto.
Il concordato non poteva essere cambiato per miglirare la situazione dei cattolici nella Germania nazista. Invece, quell’accordo taeva in inganno i fedeli, spingendoli ad accettare il dominio nazista in Germania, indebolendo l’autorità della Santa Sede e inducendo tanti a pensare che la Santa Sede fosse alleata alla Germania nazista.
Lo storico Fritz Stern ha detto: “Hitler aveva più di un motivo per essere soddisfatto. Il concordato è stata il suo primo accordo internazionale, che ha accresciuto la sua rispettabilità in Germania e all’estero. Una grande autorità morale aveva avuto fiducia nelle sue parole”[1].
La storia si ripete oggi con la Cina e per questo occorre non dimenticare la lezione della Germania nazista, per non causare un’altra tragedia.
Che non avvenga che in nome dell’amore e dell’unificazione [della Chiesa in Cina] si dia campo alla tortura e all’assassinio della Chiesa in Cina.
Li Ruohan (uno pseudonimo), è uno studioso del nord della Cina.
http://www.asianews.it/notizie-it/Paura-per-l%26rsquo%3BAccordo-sino-vaticano%3A-ricorda-la-storia-della-Chiesa-con-Hitler-51050.html

1 commento:

  1. Quella che il padre Spadaro Antonio definisce 'spinta propulsiva' riferita all'operato bergogliano è stata a tutti gli effetti un'ondata ribellistica, anarcoide, un sovvertire l'esistente per il solo gusto malato di farlo.
    Per fortuna all'interessato manca il coraggio, sia in senso lato sia quello di portare fino in fondo quello che fa. È pago del caos che ha generato e afferma - non si sa con quanta consapevolezza di ciò che dice - che è dal caos che nascono nuove idee.

    Per fortuna lo Spirito Santo rimane all'opera e, come si è visto, ha fermato più volte il 'nostro' sul ciglio del burrone.

    Chi ancora si attende 'riforme' radicali da questo papa a questo punto è complice e pagherà inevitabilmente il prezzo della propria anarchia (salvo sperabili conversioni).

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