ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 24 settembre 2020

Nel mirino dell’agenda geo-religiosa dell’asse Washington-Bruxelles

Lo scisma ortodosso rischia di travolgere la Serbia

La Russia non è l’unico Paese che sta venendo colpito dallo scisma intra-ortodosso; le richieste di autocefalia indirizzate al patriarcato di Costantinopoli si sono allargate dall’Ucraina ai Balcani e, adesso, nel mirino dell’agenda geo-religiosa dell’asse Washington-Bruxelles per la cristianità orientale è finita la chiesa ortodossa serba.

La richiesta a Bartolomeo

Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli e primus inter pares della cristianità ortodossa, il 21 e il 22 settembre ha ricevuto due lettere provenienti da Skopje, la capitale della Macedonia del Nord.
Le missive sono state scritte, rispettivamente, dal presidente Stevo Pendarovski e dal primo ministro Zoran Zaev e hanno avuto come oggetto lo stesso tema: la concessione di autocefalia alla Chiesa ortodossa macedone, il cui status è disputato sin dal 1967, anno in cui la gerarchia ecclesiastica nazionale ha proclamato in via unilaterale l’indipendenza da Belgrado, ma senza ottenere il riconoscimento da Costantinopoli.
Dal 1967 al 2020, però, sono cambiate molte cose: il clima internazionale è radicalmente diverso, i Balcani sono fuoriusciti quasi completamente dalla sfera d’influenza russa, e il patriarcato di Costantinopoli è più vicino che mai all’asse occidentale, come ha dimostrato l’11 ottobre 2018 in occasione del Santo Sinodo in cui alla neonata chiesa ortodossa ucraina è stato concesso il tomo di autocefalia, segnando l’inizio dello scisma.
Pendarovski e Zaev, nella piena consapevolezza che il processo di occidentalizzazione a cui ha aderito la repubblica balcanica nel dopo-Iugoslavia, consacrato dalla recente entrata nell’Alleanza Atlantica, passa anche dall’emancipazione dall’influenza culturale e religiosa esercitata sui fedeli ortodossi da Belgrado (e quindi da Mosca) per mezzo dell’istituzione-chiesa.
Nella missiva di Zaev si può leggere che “chiediamo di essere liberi, a livello ecclesiastico, all’interno dei confini del nostro Paese”, un riferimento al fatto che  la proclamazione unilaterale di indipendenza della chiesa ortodossa macedone continui ad avere, de facto, un valore nullo. La lettera si conclude con toni ottimistici, perché Zaev è convinto che Bartolomeo arriverà a concedere il tomo di autocefalia “con una benedizione e per mezzo di una decisione scritta”.

Cosa succederà?

Zaev aveva chiesto a Bartolomeo di analizzare il dossier macedone una prima volta nel 2018, all’indomani dell’apertura dello scisma, ma all’epoca aveva ricevuto un netto e categorico rifiuto: la richiesta di Skopje non poteva essere accolta perché ritenuta non comparabile a quella ucraina, la disputa sullo status di autonomia e/o eventuale autocefalia andava risolta con Belgrado.
La posizione della chiesa ortodossa serba, però, è la stessa dagli anni ’60 ed è inamovibile: autonomia all’interno della giurisdizione di Belgrado, ma nessuna autocefalia. La concessione di quest’ultima, infatti, implicherebbe indipendenza e, quindi, un possibile effetto domino in Montenegro, dove esistono due chiese ortodosse in concorrenza tra loro.
La prima, quella a cui aderisce la stragrande maggioranza della popolazione e che risponde a Belgrado, è stata recentemente protagonista di una lunga stagione di mobilitazione popolare contro l’agenda anticlericale dell’autocrate Milo Dukanovic. La seconda, non riconosciuta e con uno scarso seguito popolare, è nata nel 1993 ed è stata storicamente filogovernativa e antiserba; ed è proprio quest’ultima che sta tentando di approfittare dello scisma per ottenere riconoscimento da Costantinopoli.
Come ricorda Balkan Insight, però, la differenza tra Macedonia del Nord e Montenegro è sostanziale: “La chiesa serba continua ad avere il comando del terreno in Montenegro, mentre in Macedonia del Nord la chiesa ortodossa macedone è di gran lunga la comunità religiosa più grande e gode del più assoluto supporto della politica”.
In breve: mentre la chiesa macedone gode di un vasto grado di autonomia effettiva, con o senza il riconoscimento di Costantinopoli e Belgrado, la chiesa montenegrina alternativa continua ad avere un seguito popolare scarso e non potrebbe esistere senza il sostegno della classe politica filo-occidentale, di cui è espressione e della quale difende gli interessi, ragion per cui il tomo di autocefalia sarebbe più utile a quest’ultima, poiché le conferirebbe un’aura di legittimità e autorità che non possiede.
Emanuel Pietrobon
https://it.insideover.com/religioni/lo-scisma-ortodosso-rischia-di-travolgere-la-serbia.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect

Le profezie dei santi Cosma d’Etolia e Paissio l’Agiorita sulla liberazione dei Balcani e di Costantinopoli


di Athanasios Zoitakis – Orthochristian.com, 5 settembre 2020
L‘autore, Athanasios Zoitakis, è un dottorando in storia e insegna storia della Chiesa presso il dipartimento di storia dell’Università statale di Mosca. Attualmente è anche il redattore capo dell’edizione greca di Pravoslavie.ru.
Non a caso la santa Chiesa chiama san Cosma d’Etolia “pari agli apostoli”. Predicatore ardente e sincero, durante la sua vita operò una moltitudine di miracoli e guarigioni, e gli fu concessa una morte da martire.
Il santo non era solo un eccezionale illuminatore ortodosso; è veramente considerato un grande profeta degli ultimi tempi. San Cosma d’Etolia ha lasciato un gran numero di profezie incredibilmente esatte sul futuro dell’umanità (su invenzioni scientifiche, guerre e catastrofi ecologiche). Molte delle sue previsioni si sono già avverate, mentre altre sono ancora in attesa del loro adempimento.
. Molte delle profezie del santo ci sono pervenute non solo in forma scritta, ma anche come storia orale. Le persone sono state educate fin dall’infanzia sui precetti del santo, e quindi ancora oggi in Grecia non c’è nessuno che non abbia familiarità con le profezie di san Cosma d’Etolia.
Molte delle sue profezie sono legate a specifiche sfere della vita e non possono essere comprese senza conoscere le realtà locali e i contesti storici. Alcune, al contrario, sono legate al destino dell’Ortodossia universale e del mondo moderno. La maggior parte delle profezie di san Cosma è stata preservata fino ai nostri tempi. Alcune di queste profezie sono conosciute attraverso libri, manoscritti e codici del XVIII-XIX secolo. Durante la seconda guerra mondiale, un insegnante in una scuola nell’Epiro settentrionale ha trovato una raccolta di settantadue profezie scritte in un Corano in lingua albanese. Le profezie del santo erano così essenziali per la vita, così popolari e importanti per le persone che alcuni non volevano separarsi dalle sue parole neanche durante un periodo di crudeli persecuzioni, e “nascosero” le profezie del grande santo ortodosso nei libri sacri dell’islam.
Se il compito principale dei profeti del periodo dell’Antico Testamento era di predire la venuta del Messia, l’opera principale dei profeti del Nuovo Testamento è stata quella di predire la fine del mondo e la seconda venuta di Cristo. Tutti i santi del Nuovo Testamento, dotati di doni profetici (compreso san Cosma), non hanno predetto nuovi eventi o stati, ma piuttosto hanno preparato il loro gregge al tremendo giudizio e alla seconda venuta del nostro Signore e Salvatore. Ci preparano non solo a superare le difficoltà e le tentazioni degli ultimi tempi, ma anche all’obiettivo principale della nostra esistenza terrena: “una buona difesa innanzi al tremendo tribunale di Cristo”. [1]
I profeti erano grandi martiri! Erano martiri più grandi dei martiri, nonostante il fatto che non tutti morirono di morte da martiri. Questo perché i martiri non soffrirono a lungo, mentre i profeti vedevano come veniva commesso il male e così soffrivano continuamente. Gridavano e gridavano, mentre tutti gli altri si limitavano a suonare i corni”. [2] Queste parole appartengono al nostro contemporaneo athonita, l’anziano Paisios l’Agiorita. L’anziano Paisios (come qualsiasi altro greco) fin dalla prima infanzia era stato immerso nelle tradizioni legate al nome di Cosma il pari agli apostoli. In seguito, nelle conversazioni con le persone che venivano da lui, spesso citava i sermoni e le profezie di questo santo. L’anziano trascorse molto tempo a restaurare il monastero di Konitsa, un luogo che è stato ininterrottamente collegato al nome di san Cosma d’Etolia (ora lì vi è una magnifica chiesa costruita in suo onore). Ma la cosa più importante è che l’anziano Paisios ci ha spiegato alcune delle profezie del santo su “Costantinopoli”, che in precedenza avevano evocato accese discussioni tra i ricercatori.
I due santi erano legati insieme dal loro comune dolore per la loro terra natale e per la Chiesa ortodossa. Le loro vite sono esempi di servizio sacrificale a Dio e al prossimo.
I santi Cosma e Paisios hanno dimostrato con tutta la loro vita che l’amore per Dio è impensabile senza quello per il proprio popolo. Allo stesso tempo, nella loro relazione con la loro patria, questi due asceti erano estranei all’ardore superficiale. Hanno dimostrato che l’amore per la propria patria è un lavoro quotidiano, estenuante e pericoloso, privo di qualsiasi cosa che sia appariscente, e soprattutto non portato avanti con alcuna ricompensa terrena in mente.
Per questo lavoro sacrificale è prima di tutto necessaria una profonda umiltà e dedizione alla volontà di Dio. La vita dell’anziano Paisios è stata permeata da questo. Possiamo trovare tanta prontezza per questa abnegazione nelle parole del santo ieromartire Cosma, che sono un programma per tutta la sua opera sulla terra:
“Mi potreste dire: ‘Ma tu sei un monaco, quindi cosa fai nel mondo?’ E io, fratelli miei, non sto comportandomi bene. Ma poiché la nostra gente è diventata incosciente, ho detto: ‘Che Cristo perda solo me, ma ricevi tutto il resto. Forse per la misericordia di Dio e per le tue preghiere sarò salvato’.” Qui Cosma il pari agli apostoli si trova su un terreno di parità con l’apostolo Paolo, il quale disse: Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne (Romani 9:3).
Guerre, fame, freddo, catastrofi e tragedie impensabili: tutto questo è stato profetizzato da san Cosma. Ma nomina questi eventi non per spaventare i deboli di cuore e gli impressionabili. Il santo dà consigli pratici su come superare le avversità e resistervi preservando la nostra fede. Soffriva per ogni parola che diceva, che quindi ha avuto importanza e significato non solo per i suoi contemporanei, ma anche per le generazioni successive.
Le profezie di san Cosma d’Etolia sono diventate istruzioni essenziali per diverse generazioni di persone che vivono nella penisola balcanica. Ascoltiamo anche le sue parole, seguiamo le sue istruzioni e preserviamo la nostra speranza e la fede che, con l’aiuto di Dio, tutte le prove alla fine si rivolgeranno a nostro beneficio.
La profezia del “desiderato”
Con le sue profezie, san Cosma d’Etolia poté restituire ai suoi compatrioti, che languivano da oltre 300 anni sotto un giogo straniero, la speranza nella loro rinascita nazionale. Il contributo di san Cosma alla futura liberazione dal dominio turco fu enorme. Ecco le parole di una canzone che divenne l’inno per i greci che lottano contro il dominio straniero:
Aiutami, san Giorgio,
Aiutami, san Cosma,
a riprendere Costantinopoli
e la chiesa di Santa Sofia.
San Giorgio, come sappiamo, era il protettore degli eserciti. E san Cosma divenne per i partecipanti al movimento di liberazione nazionale un simbolo della lotta per la rinascita dell’Ortodossia e della madrepatria greca. Essi sono stati ispirati dalle sue profezie, che hanno risvegliato in loro fede e speranza.
Il santo, ovviamente, non poteva parlare apertamente con il suo gregge della liberazione nazionale. Usava il termine “il desiderato“. “Quando arriverà il ‘desiderato’?” spesso veniva chiesto al santo.
Ecco come rispondeva a questa domanda:
Questo posto un giorno diventerà di nuovo romano. [3] Felice colui che vivrà in questo paese”.
Il santo pronunciava spesso questa profezia quando visitava le terre schiavizzate dei Balcani per predicare. Ben presto furono tutte liberate dai turchi.
Il desiderato verrà a voi nella terza generazione; i vostri nipoti lo vedranno”.
Queste parole furono pronunciate in Epiro. Questa provincia greca fu liberata durante la guerra balcanica del 1912-1913, quando erano ancora vivi i nipoti di coloro ai quali san Cosma fece questa profezia.
“C’è ancora molta sofferenza davanti a voi. Non dimenticate le mie parole: pregate, agite e siate calmi. Fino a quando questo squarcio sul sicomoro non si sarà chiuso, i vostri insediamenti saranno schiavizzati e infelici”.
Il santo disse queste parole nel villaggio di Tsaraplana in Epiro. Lo squarcio su quell’albero si cicatrizzò nel 1912. Dal momento in cui gli abitanti locali sentirono quella profezia, andarono ogni giorno al sicomoro a vedere se la ferita sull’albero si era cicatrizzata. Passarono più di 130 anni, e poi la gioiosa notizia si diffuse nella regione: “È successo! La profezia del santo si è adempiuta!” E le persone non si fecero ingannare dalle loro aspettative: solo pochi mesi dopo ricevettero la libertà tanto attesa.
“Il desiderato arriverà quando due Paschalia cadranno nello stesso giorno”.
L’Annunciazione e la Pasqua caddero lo stesso giorno del 1912. Solo pochi mesi dopo, le regioni ai cui abitanti il ​​santo aveva rivolto le sue parole profetiche furono liberate dal dominio turco (così l’anziano Paisios interpretò la profezia di san Cosma).
“Possano queste montagne essere benedette: salveranno molte anime.”
Il santo disse queste parole a Vonitsa. Nel maggio 1821, gli abitanti di questa zona, seguendo il consiglio profetico di san Cosma, trovarono rifugio nelle montagne di Lefkada.
Grazie al vostro destino vi troverete sulle alte montagne: vi salveranno da molte calamità. Sentirete il pericolo, ma non lo vedrete. Soffrirete per tre giorni e tre ore”.
Metsovo. Foto: Wikipedia
Il santo pronunciò questa profezia nella città di Metsovo. Il 27 maggio 1854 ci fu infatti una crudele battaglia di tre giorni. Molte persone del posto riuscirono a sfuggire alla morte nascondendosi in alta montagna.
“O benedetta montagna! Quante donne e bambini salverai quando arriveranno anni difficili”.
Il 4 novembre 1912 le parole del santo si adempirono. Sulle montagne di Siatista furono salvate 45.000 donne e bambini.
Prima verranno i berretti rossi, poi tra cinquantaquattro anni saranno sostituiti dagli inglesi, e poi ci sarà uno stato greco”.
Il santo pronunciò questa profezia sulla liberazione delle Isole Ionie sull’isola di Cefalonia. Queste parole furono adempiute con incredibile accuratezza: dopo i veneziani le isole furono conquistate dai francesi (un nome popolare per loro era “berretti rossi”), e il cinquantaquattresimo anno (!) gli inglesi li sostituirono, e solo dopo di questo le Isole Ionie, come aveva predetto san Cosma, ricevettero la tanto attesa liberazione.
La catastrofe raggiungerà la croce, ma non potrà scendere più in basso. Non abbiate paura. Non lasciate le vostre case”.
Con queste parole il santo si rivolse agli abitanti di Polineri. Nel luogo dove predicava, il santo, come era sua abitudine, innalzò una grande croce con la quale questa profezia è collegata.
Nel novembre 1940, gli eserciti dell’Italia fascista invasero la Grecia. Non incontrando praticamente alcuna resistenza, conquistarono sempre più territori. Infine giunsero alla croce su cui il santo aveva profetizzato. Allarmate dalla minaccia di un ulteriore avanzamento delle forze italiane, le autorità greche diedero ordine di evacuare gli abitanti di diverse zone, tra cui Polineri. Un abitante centenario del villaggio di Tegos Nasioulas non aveva dimenticato le parole profetiche del santo: si rivolse ai suoi compaesani, convincendoli a non lasciare le loro case. Le autorità li considerarono sabotatori che cercavano di fermare l’evacuazione e facilitare l’avanzata delle forze italiane. Chiesero al vecchio di tacere, lo picchiarono persino crudelmente, ma lui non si tirò indietro. Gli italiani di fatto arrivarono ​​alla croce, ma non poterono andare oltre: le forze greche fermarono il loro attacco.
Profezie su Costantinopoli
Riconquistare Costantinopoli è sempre stato il sogno dei greci e di altre nazioni ortodosse nei Balcani. La sua caduta è stata la data più devastante e tragica della storia greca. La rinascita di uno stato nazionale non è giunta alla sua conclusione logica: la restaurazione di un impero ortodosso con capitale a Costantinopoli. Avendo preannunciato la liberazione dal giogo turco, san Cosma predisse anche la futura liberazione di Costantinopoli.
Molte delle profezie di san Cosma sono rimaste a lungo per noi un enigma e sono state oggetto delle spiegazioni più contraddittorie. Inoltre, nella coscienza della gente sono state confuse con le tante false profezie che esistono sulla liberazione della Città. L’anziano Paissio non solo ha spiegato le parole del santo, che sono ancora difficili da capire, ma ha anche aiutato a separare il “grano dalla zizzania”, la vera testimonianza dello Spirito Santo dalle predizioni dei falsi profeti che ci hanno portato nella confusione e nell’errore.
I due santi non sono legati solo da comuni profezie sul destino della Città, ma anche dal loro amore per Bisanzio e dalla dedizione all’idea di un impero ortodosso e multinazionale, un sentimento naturale per la maggior parte degli asceti greci.
Per loro Bisanzio non è solo un programma politico ma anche un modo di pensare e di percepire il mondo: “Bisanzio pose gli inizi del Monte Santo [Athos]. Oggi la Montagna Santa potrebbe rinnovare Bisanzio, se solo conservassimo quella forza in noi stessi, non “fossimo pigri”, non “perdessimo il nostro colore”. Guardate, le persone ora sono deluse da tutto e cercano qualcosa che non abbia un valore meramente transitorio. Questo è molto semplice. Se solo noi stessi non svanissimo”. [4] Bisanzio è l’immagine di uno stato sovrano che è inseparabilmente connesso con l’Ortodossia, fondato sull’Ortodossia. È un “regno cristiano”, come lo definisce accuratamente san Cosma d’Etolia.
I giubbotti rossi scacceranno i turchi dalla città”
Non conosciamo ancora il significato di questa profezia. Alcuni esprimono l’ipotesi che il colore rosso sarà presente nelle divise dei soldati liberatori.
“Ci sarà così tanto sangue versato nella città che un vitello di tre anni vi potrebbe nuotare dentro”.
Questa profezia è stata completata dall’anziano Paissio: “A Costantinopoli ci sarà una feroce battaglia tra i russi e gli europei. Sarà versato molto sangue“. [5]
Gli eserciti passeranno attraverso la valle di Mouzini diretti a Costantinopoli. Lasciate che le donne e i bambini vadano in montagna. Vi chiederanno: “La città è lontana?” Rispondete: “È vicina”. Rispondendo in questo modo, eviterete molti disastri”.
La valle di Mouzini si trova nell’Epiro settentrionale. Sebbene questa provincia greca sia ora nel territorio dell’Albania, ha una popolazione significativamente non albanese (principalmente greca), a cui san Cosma si rivolse nella sua profezia.
Quando sentite che una flotta sta navigando nel Mar Mediterraneo, sappi che la questione di Costantinopoli sarà presto risolta.”
È chiaro dalle profezie che nella lotta per Costantinopoli, le parti opposte faranno ampio uso delle loro marine.
“Gli eserciti non arriveranno nemmeno a metà strada verso la Città quando sentiranno la notizia che “il desiderato” è arrivato”.
Alcune delle profezie “di Costantinopoli” di san Cosma furono decifrate alla fine del XX secolo e integrate dall’anziano Paissio l’Agiorita.
“Ecco cosa ha detto l’anziano quando un giorno gli è stato chiesto degli eventi in Serbia:
Oggi, per il bene dei turchi, gli europei stanno creando uno stato indipendente con una popolazione musulmana (Bosnia, Erzegovina). Tuttavia, vedo che in futuro divideranno attentamente anche la stessa Turchia: i curdi e gli armeni si ribelleranno e gli europei chiederanno il riconoscimento dell’indipendenza e dei diritti all’autogoverno di questi popoli. Poi diranno alla Turchia: “Una volta Vi abbiamo fatto un favore, e ora allo stesso modo, i curdi e gli armeni dovrebbero ricevere l’indipendenza”. Così divideranno “nobilmente” la Turchia in parti.
“Sant’Arsenio di Cappadocia ha detto ai fedeli di Faras che perderanno la loro patria, ma presto la riconquisteranno”. [6]
Ci sarà ancora un altro esercito straniero. Non conoscerà il greco, ma crederà in Cristo. Chiederanno anche: “Dov’è la città?”.”
Il destino di Costantinopoli sarà deciso in una gara militare e diplomatica delle più grandi sovranità mondiali, per le quali per qualche motivo (ancora sconosciuto) sarà proficuo lo smembramento della Turchia.
san Paissio l’Agiorita
L’anziano Paisios ha sottolineato che ciò accadrà senza la partecipazione diretta della Grecia: “Riprenderemo Costantinopoli, ma non noi stessi. Poiché la maggior parte dei nostri giovani è diventata degradata, non siamo capaci di una cosa del genere. Tuttavia, Dio farà in modo che altri prendano la Città e ce la diano”. [7]
Molti ricercatori greci sono convinti che la Russia, della loro stessa religione, prenderà parte attiva nel decidere la questione di Costantinopoli. In verità, il popolo russo si adatta al massimo grado della descrizione di san Cosma: “Non conosceranno il greco, ma crederanno in Cristo”.
“Un giorno un gruppo di bambini, studenti dell’Athoniada, decise di andare dall’anziano e chiedergli se i greci prenderanno Costantinopoli e loro, i bambini, vivranno fino a quei tempi. Giunsero alla kaliva di padre Paissio, presero i loro dolcetti, ma avevano paura di fare la domanda. Uno faceva segno a un altro e questi a un terzo. Ma alla fine, nessuno riuscì a chiederlo all’anziano. Allora l’anziano disse loro stesso: ‘Ebbene, ragazzi? Cosa volevate chiedere? A proposito di Costantinopoli? La prenderemo, lo faremo, e voi vivrete per vederlo‘.” [8]
“Gli anticristi (cioè i turchi, nda) se ne andranno, ma torneranno, e poi li inseguirete al Melo Rosso.”
Nella tradizione popolare greca il Melo Rosso è il nome di Kokkini Milia, un luogo da qualche parte in Mesopotamia, dove i turchi saranno cacciati dopo la liberazione di Costantinopoli.
Certo, ora ci sembra che la liberazione di Costantinopoli, proprio come la disgregazione della Turchia e il rafforzamento della Russia, siano quasi impossibili. Ma non dimentichiamo che tutto è possibile a Dio e la situazione nella politica mondiale può cambiare di 180 gradi in qualsiasi momento.
“Un giorno, il signor D.K. visitò l’anziano Paissio. A quel tempo l’URSS era una potenza mondiale forte e apparentemente invincibile, e nessuno poteva nemmeno supporre che potesse essere distrutta (questo accadeva nell’era di Breznev).
Ma l’anziano Paissios gli disse, per inciso:
“Vedrai che l’URSS cadrà a pezzi.”
Il signor D. obiettò:
“Ma ieronda, chi potrebbe spezzare quell’enorme potenza? Nessuno oserebbe nemmeno toccarle le unghie dei piedi”.
Vedrai!”
L’anziano aveva predetto che la rottura dell’URSS sarebbe stata evidente anche al signor D., nonostante la sua età avanzata.
L’anziano continuò:
Sappi che anche la Turchia cadrà a pezzi. Ci sarà una guerra che durerà due periodi. Noi saremo i vincitori, perché siamo ortodossi.
“Geronda, subiremo perdite durante la guerra?”
“Eh, al massimo occuperanno una o due isole, ma ci daranno Costantinopoli. Vedrai, vedrai!”
“I turchi partiranno, ma torneranno di nuovo e raggiungeranno Hexamilia. [9] Un terzo di loro perirà, un terzo crederà in Cristo e un altro terzo andrà a Kokkini Milia”.
“Nessuno può spiegarlo, e tutti fanno supposizioni sbagliate. Dicono che Hexamilia sia a Langadas, Kilnis, [10] in Tracia, [11] a Corinto; ma nessuno sa che ciò di cui parlava il santo sono le sei miglia di acque territoriali [12].[13]
“Una volta ho incontrato l’anziano Paissio, che era un po’ turbato e sconvolto. Mi ha dato alcuni dolcetti e poi ha iniziato la conversazione lui stesso:
“Alcune persone sono venute da me e hanno detto che inizierà una guerra, i turchi entreranno in Grecia e ci inseguiranno per sei miglia fino a Corinto (così spiegarono la profezia di san Cosma d’Etolia, con il loro pensiero corrotto) . <…> Sebbene non mi piaccia parlare del tema delle profezie, mi hanno costretto a spiegare loro il significato delle sei miglia di cui parlava san Cosma. Questo non è altro che sei miglia della piattaforma marina. È ciò per cui noi e la Turchia ci siamo sfidati l’un l’altro negli ultimi anni e su cui finalmente “serreremo le corna”. Ma non entreranno in Grecia, avanzeranno solo fino a queste sei miglia, ma poi incontreranno grandi calamità dal nord, come è scritto, e tutti i loro piani crolleranno “. [14]
Oggi leggere le profezie è come leggere il giornale: sono scritte così chiaramente. I miei pensieri mi dicono che molti eventi avranno luogo lì: i russi occuperanno la Turchia, la Turchia scomparirà dalla mappa, perché un terzo dei turchi si convertirà al cristianesimo, un terzo perirà e un terzo andrà in Mesopotamia “. [15]
Le profezie dei santi Cosma e Paissios parlano di come un terzo dei turchi diventerà cristiano. È interessante notare che anche adesso ci sono molti cripto-cristiani tra i turchi. Molti pellegrini che sono stati in Turchia raccontano di come durante i loro viaggi le persone si avvicinassero a loro, chiedessero loro icone, libri di preghiere e cercassero opportunità per confessarsi e ricevere la comunione.
“Avverrà, quando verranno due estati e due Pasque insieme.”
Per molto tempo il significato di questa profezia ci è stato nascosto e solo alla fine del XX secolo l’anziano Paissio ha fatto luce sulle parole di san Cosma.
“Cominciarono a raccontarmi quello che aveva detto san Cosma: ‘Avverrà, quando verranno due estati e due Pasque insieme’. Dicono che adesso (quando la Pasqua coincide con l’Annunciazione e l’ultimo inverno è stato come l’estate) significa che i turchi attaccheranno la Grecia.
“Siamo diventati tutti profeti, padre, e spieghiamo le cose con la nostra mente come vogliamo… Qui sono stato costretto a dire loro che quando San Cosma ha detto: ‘Avverrà…’ non intendeva affatto i turchi. Voleva dire che arriverà la liberazione per il popolo dell’Epiro settentrionale. E davvero, dopo quest’anno, dopo tanti anni i confini sono stati aperti, e ora possono più o meno essere collegati con la loro patria.
“Padre mio, ho capito che queste persone recano un grave danno spiegando le profezie con le loro povere menti. E soprattutto, trasmettono il loro falso pensiero agli altri”. [16]
Alla base di questa pubblicazione c’è il libro: Athanasios Zoutakis, La vita e le profezie di san Cosma d’Etolia (Mosca: 2007).
Note
[1] Dalla litania nei servizi ortodossi.
[2] San Paissio l’Agiorita, Con dolore e amore per l’uomo moderno (Mosca: Slova, 2003) 1:22.
[3] Romei: abitanti dell’Impero bizantino. San Cosma fu un sostenitore coerente della creazione di un “Impero romaico”.
[4] V. Athanasios Rakovalic, “Padre Paissio mi ha detto…” (Mosca, 2003).
[5] Χριστόδουλος Αγιορείτης, ιερομοναχος. Σκέυος Εκλογής. Άγιον Όρος, 1996. Σ. 207.
[6] Ibid., 143.
[7] Χριστόδουλου Αγιορείτου. Ο Γέρων Παίσιος. Άγιον ΄Ορος, 1994. Σ. 210–221.
[8] Ieromonaco Isacco, La vita dell’anziano Paissio del Monte Santo (Mosca: 2006), 211.
[9] Hexamilia: sei miglia.
[10] Langadas, Kilnis: città in Macedonia.
[11] Tracia: una provincia della Grecia
[12] La zona di sei miglia, comprese diverse isole nel Mar Egeo. I turchi stanno ora rivendicando attivamente questo territorio. Per le continue violazioni dello spazio aereo greco, a causa di questi territori, nel 1996 quasi scoppiò un conflitto militare tra Grecia e Turchia. (Questi conflitti stanno risorgendo al momento di questa traduzione).
[13] Χριστόδουλος Αγιορείτης, ιερομοναχος. Σκέυος Εκλογής. Σ. 221.
[14] Χριστόδουλου Αγιορείτου. Ο Γέρων Παίσιος. Σ. 211
[15] Ibid., 206.
[16] Ibid., 211.

https://www.maurizioblondet.it/le-profezie-dei-santi-cosma-detolia-e-paissio-lagiorita-sulla-liberazione-dei-balcani-e-di-costantinopoli/

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