di Sabino Paciolla
Cari amici, comprereste una Ferrari da un chiassoso ed esagitato venditore che si dimena in una televendita su una emittente locale di quarta categoria? Immagino di no. Comprereste una pentola preziosa e costosissima da un venditore ambulante che ha allestito un banchetto in una fiera di uno sperduto paesino? Immagino di no, perché vi ritrovereste con una bellissima patacca. 
Allo stesso modo, non è possibile farsi convincere e accettare una proposta di riduzione di costi avanzata da gente la cui unica storia è fatta di adunanze nelle piazze al grido di un “vaffa” lanciato da un comico, da personaggi che assomigliano a mancati venditori di scatolette di tonno, da amministratori che hanno dato pessima prova di sé, da ministri che pensano che Matera sia in Puglia, da governanti pasticcioni ed inconcludenti che stanno creando danni incalcolabili all’economia ed all’occupazione.
E’ mai possibile che ci si possa far convincere da gente che sbandiera il taglio dei costi per alcune decine di milioni di euro e poi delibera spese come l’acquisto di banchi con le rotelle per la scuola per un costo di alcuni miliardi di euro? Banchi che non solo sono inutili, ma che si prestano ad essere usati come pericolose macchinine da scontro, oltre ad essere scomodi e inservibili come base di appoggio per gli studenti! Non vi sembra che ci sia un corto circuito?
Vi fidereste di un presunto orologiaio svizzero che vi dice che basta togliere una rotellina dell’ingranaggio del vostro prezioso orologio per far sì che esso funzioni meglio? Balle. Se togli una rotellina l’orologio funzionerà male o non funzionerà affatto, perché tutto è connesso.
Alla stessa maniera, non è possibile fare un taglio lineare dei parlamentari senza intervenire contestualmente sulla riforma della legge elettorale e dei regolamenti parlamentari e delle commissioni (vero motore dell’attività parlamentare). Rischi di fare grandi pasticci, perché le commissioni scoppierebbero, e il Senato, che è un doppione della Camera, non terrebbe il passo di quest’ultima. Inoltre, verrebbe tagliata la rappresentanza popolare per alcune regioni e minoranze linguistiche. E’ di tutta evidenza che la riduzione del numero dei parlamentari dovrebbe essere il punto d’arrivo di un più generale processo riformatore inevitabilmente complesso, e non il punto iniziale, e l’unico, di una riforma che non c’è. Per questo, i venditori di fumo, che parlano alla pancia della gente, che prospettano soluzioni sempliciotte ad una realtà complessa, producono solo danni inenarrabili.
Se si volesse veramente la riduzione dei costi, basterebbe semplicemente razionalizzare la spesa, riducendo tra i vari costi anche quelli dello “stipendio” parlamentare, per ottenere lo stesso risultato del taglio dei parlamentari, ma senza ammaccare la rappresentanza parlamentare.
Qualcuno vi potrebbe dire: “Cominciamo da questo e poi faremo il resto”. Da buon italiano, fategli una buona e sana risata, conoscendo bene come procedono le cose in Italia. La saggezza vuole che si costruisca una casa partendo dai pilastri, non dal tetto.
Attenzione cari amici, vi stanno spacciando una balla quando vi dicono che l’Italia è attualmente il Paese europeo con il più alto numero di parlamentari direttamente eletti dal popolo (945), seguita da Germania (709), Regno Unito (650), Francia (577), Polonia (560) e Spagna (558). Quella che vi dicono è una mezza verità, perché non specificano che il nostro sistema è fatto da due Camere che sono una il doppione dell’altra, il cosiddetto bicameralismo perfetto. Per cui il vero dato che bisogna prendere per fare il confronto con gli altri paesi europei non è il totale dei parlamentari di Camera e Senato, ma quello della sola Camera, che ha 630 deputati. Se confrontiamo questo dato con quello degli altri Paesi europei, allora capiamo che già oggi siamo agli ultimi posti della classifica, con l’aggravante che se la riforma dovesse passare, finiremmo all’ultimo posto, dando il benservito alla rappresentanza parlamentare!!! 
Cari amici, state attenti ai pifferai magici, che vi parlano del taglio di una manciata di milioni di euro, facendovi balenare l’immagine di una maggiore efficienza. Balle e solo balle! L’obiettivo non è il risparmio finanziario, risibile e ridicolo se guardiamo ai numeri totali (0,007% della spesa pubblica), ma è solo e soltanto quello politico-ideologico. Sotto il referendum vi stanno rifilando la trita e ormai ammuffita polemica anti-casta, demagogica, profondamente anti democratica e populista, che considera le istituzioni rappresentative un orpello inutile, uno strumento preistorico e un ricettacolo di soli fannulloni, di inetti e di corrotti. Dietro il referendum vi stanno in realtà propinando la patacca della democrazia diretta rappresentata dalla fantomatica piattaforma Rousseau, nella quale non ci credono neanche i pentastellati, visto che a votare su quella piattaforma sono solo alcune decine di migliaia su milioni di elettori.
Qualcuno vi dirà: “Ma la gran parte dei partiti aveva votato per il taglio dei parlamentari”. Certo, in un mondo dove la pressione dei social si fa sentire, quale parlamentare avrebbe voluto farsi additare quale difensore della “casta”? Ma a poco a poco, molti parlamentari stanno riconsiderando quella loro iniziale scelta affrettata e paurosa, molti stanno facendo marcia indietro. Tutti i partiti sono ora spaccati. Persino nel Movimento 5 Stelle c’è subbuglio, con i grillini che si costituiscono in fronda a favore del NO.  
Non so voi, ma io non mi fido di gente che pensa di rilanciare l’economia con il monopattino che, per inciso, viene prodotto in Cina e USA (dunque i nostri soldi finiscono nelle tasche dei cinesi e degli americani). Non mi fido di gente che pensa di rilanciare l’economia con il consumo della cannabis. Non mi fido di gente che puntava a tagliare le auto blu per risanare i conti pubblici. Non mi fido di gente che propone di tagliare i parlamentari e poi sgomita per accaparrarsi i posti della burocrazia, delle imprese pubbliche e delle municipalizzate. Non mi fido dei Grandi Moralizzatori che gridavano “mai con questo, mai con quello”, “mai un secondo mandato”, e poi si sono uniti a questo e poi a quello, e si sono infine inventati il mandato 0,1,2,3….pur di rimanere incollati alla poltrona (e al potere). Non mi fido di soluzioni sempliciotte e pasticciate, perché la realtà democratica e istituzionale non è un meccanismo semplice, e non vorrei trovarmi domani con le macerie in casa. 
In conclusione, mi preme rimarcare che il referendum confermativo non prevede quorum, quindi vince chi prende più voti. Per questo, il tuo voto è prezioso.
Cari amici, non credo vogliate azzoppare la democrazia italiana, al Referendum votate e fate votare con un sonoro NO!!!!