ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 10 novembre 2020

L’uomo del potere, già beatificato!

CAMBIO DI DIREZIONE

Evviva Biden il cattolico: e così la Chiesa accetta l'aborto

Con le congratulazioni dei vescovi USA per l'abortista Biden, la Chiesa accetta l’aborto. La posizione pro o contro la vita non è più un criterio per valutare i comportamenti politici. In poche parole: la questione aborto non è più una questione per la Chiesa cattolica. Anche di questo oggi dobbiamo prendere atto con dolore. Chi ha vissuto l’epoca di Giovanni Paolo II, della Evangelium vitae e della lotta alla “cultura della morte” certamente sentirà un brivido nelle ossa.

Le elezioni americane hanno chiarito che ormai la Chiesa accetta l’aborto, considera normale che un uomo politico cattolico lo preveda nel proprio programma e ritiene che la posizione pro o contro la vita non sia più un criterio per valutare i comportamenti anche politici. La questione aborto non è più una questione per la Chiesa cattolica. Anche di questo oggi dobbiamo prendere atto con dolore, come abbiamo dovuto fare nei giorni scorsi per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Le ultime barriere di difesa vengono spiantate dall’interno.

Naturalmente non esiste nessun documento ufficiale di papa o vescovi che dica che l’aborto è moralmente e politicamente lecito. Ci mancherebbe... Ma nel caso delle elezioni americane è stata ufficializzata l’indifferenza della Chiesa per l’aborto, che quindi diventa una questione irrilevante che si può fare senza per questo meritare la condanna morale e politica. Il candidato Joe Biden ha più volte espressamente dichiarato di essere a favore del diritto all’aborto fino al nono mese e del diritto dei bambini alla libertà nel decidere la propria identità sessuale. Durante le elezioni era quindi certo che era un candidato favorevole a confermare il diritto di abortire e addirittura a volerlo ampliare. Era anche un candidato favorevole al gender non solo come ideologia astratta o ipotesi fantastica ma come insieme di diritti reali che lo Stato deve proteggere. Per il candidato Biden cattolicità e aborto non sono in contrasto tra loro.

A togliere ogni equivoco in materia c’è stata anche la scelta di Kamala Harris come candidata alla vicepresidenza, una procuratrice che aveva dato indiscutibili prove di voler contrastare con tutti i mezzi la cultura pro-life negli Stati Uniti. Non solo Biden, ma il ticket elettorale al completo aveva quindi una identità inconfutabile.

Già nel 2008, quando Obama scelse Biden come suo candidato alla vicepresidenza, l’allora vescovo di Denver, il francescano Charles Joseph Chaput, disse che favorire l’aborto era una grave colpa politica e si diceva convinto che ad un politico che se ne macchiasse, come appunto Biden, non dovesse essere data la comunione. E nella recente campagna elettorale, il cardinale Burke era tornato sull’argomento, sostenendo la medesima tesi secondo cui un uomo politico favorevole all’aborto non dovrebbe essere ammesso all’Eucarestia. 

Nonostante ciò, durante tutta la campagna elettorale abbiamo assistito all’appoggio della Chiesa cattolica a Biden, non solo di quella americana ma anche di quella vaticana. Perfino il famoso documentario “Francesco” era impregnato di valutazioni politiche in appoggio a Biden. Ma l’elemento più disarmante è stata la Nota dei vescovi americani di congratulazioni per la vittoria (peraltro non ancora definitiva e decretata) del candidato democratico. L’arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, presidente dei vescovi americani, ricorda in questa Nota la fede cattolica di Biden, che lo collega a Kennedy.

I vescovi, quindi, riconoscono la cattolicità di Biden, non notando nessuna contraddizione con le sue posizioni morali e politiche contrarie alla vita, confermandolo cattolico nonostante la sua possibile politica sull’aborto. I vescovi americani, così facendo, sostengono che è possibile essere cattolici e finanziare Planned Parenthood che commercia feti abortiti (nella famosa vicenda giudiziaria durante la quale la procuratrice Kamala Harris cercò in ogni modo di tutelare l’organizzazione abortista mondiale). I vescovi certo non dicono che l’aborto è un bene, ma segnalando con orgoglio la cattolicità di un uomo politico che dell’aborto fa il fiore all’occhiello del suo programma, testimoniano la compatibilità di fede cattolica e aborto, quindi accettano l’aborto come cosa buona. O almeno come cosa indifferente, che ci sia o non ci sia in un programma politico nulla toglie alla cattolicità di chi abbraccia quel programma.

La Nota dell’arcivescovo Gomez contiene solo un accenno finale molto generico al tema della vita, che da sempre deve stare al primo posto nei programmi politici. Si dice felice che Biden sia cattolico, ma non accenna a cosa ciò voglia dire in politica. Si congratula con la vicepresidente Kamala Harris sottolineando che è la prima donna a ricoprire questa carica, come se ciò fosse di per sé segno di pregio, nonostante le tante prove da essa date di combattere contro la vita nascente. La Nota fa appello al bene comune, che però è impossibile da perseguirsi da un presidente favorevole all’aborto, mentre Gomez lo ritiene possibile. Infine si auspica l’unità nazionale, ma l’unità è resa possibile dai fini di bene che si perseguono insieme: se un candidato propone nel proprio programma il male, un male certo e irrevocabile come quello dell’uccisione per legge di individui innocenti, non può favorire nessuna vera unità.

Questa breve Nota dei vescovi americani per mano del loro Presidente formalizza l’accettazione dell’aborto che è ormai vita quotidiana nella Chiesa cattolica. Chi ha vissuto l’epoca di Giovanni Paolo II, della Evangelium vitae e della lotta alla “cultura della morte”  certamente sentirà un brivido nelle ossa.

Stefano Fontana

https://lanuovabq.it/it/evviva-biden-il-cattolico-e-cosi-la-chiesa-accetta-laborto

Biden l’uomo del potere, già beatificato dalla stampa mainstream


Cari amici di Duc in altum, vi propongo il mio più recente intervento per la rubrica La trave e la pagliuzza in Radio Roma Libera.

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Fra tutti i dati che nei giorni del travagliato voto americano ci sono stati rovesciati addosso ce n’è uno che dice molto. Lo ha opportunamente sottolineato Luigi Amicone su Tempi. Nel distretto di Columbia, che coincide con la città di Washington, Biden ha ottenuto quasi 260 mila voti, pari al 96,2 %, mentre Trump ne ha raccolti meno di 15 mila, pari al 5,2 per cento. La città del potere politico, dell’apparato statale, degli uffici governativi e di tutto ciò che vi ruota attorno ha votato in massa per Biden, con una percentuale che una volta si diceva bulgara ma d’ora in poi potremo definire washingtoniana.

Perché? Perché Biden è esattamente espressione di quel mondo, nonché dell’establishment pseudointellettuale, che spesso va a nozze col potere per trarne profitto.

Se Trump è stato snobbato dal distretto in cui si concentra il potere, ha invece fatto il pieno di voti tra le persone normali, quelle che lavorano e sanno quanto sia faticoso guadagnarsi il pane. Un consenso di fronte al quale la casta dei garantiti, dimostrando ancora una volta di non conoscere il paese in cui vive (e per un motivo molto semplice: perché l’establishment vive in un mondo tutto suo, che non ha nulla a che fare con la vita della gente comune) ha arricciato il naso.

“Ma davvero ispanici, neri e donne hanno votato in massa per Trump? Non ci posso credere”. Questo il tono dei commenti degli intellettuali dem, i quali, dai loro appartamenti nei quartieri bene, osservano la scena con malcelato disprezzo e concludono che, evidentemente, il popolo non è stato ancora educato a dovere. Impossibile per loro ammettere di non aver capito niente. Se la realtà non è come quella da loro immaginata, è la realtà che ha qualcosa che non va, non il loro modo di ragionare.

Ora vedremo se e come Trump riuscirà a farsi valere in sede di ricorsi. Già da ora, comunque, si può dire che gli Stati Uniti sono dalla sua parte. Gli Stati Uniti veri, quelli della gente che fatica per vivere e non prospera all’ombra del potere.

I meno tutelati, gli immigrati, la working class: ecco da dove arriva il consenso a Trump, a dispetto delle analisi fondate sulla visione ideologica e non fattuale della società. Dalla parte di Biden stanno invece (oltre a tutto il sottobosco politico parassita e agli intellettuali à la page con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra), le grandi corporation, la grande finanza, Wall Street, Big Tech, Big Money, gli oligarchi del Nuovo Ordine Mondiale, le lobby affaristiche.

Nel quadro non potevano mancare i cattolici progressisti, i quali, ovviamente incuranti del fatto che Biden sia un abortista convinto, a loro volta stanno incensando l’uomo del potere, mettendo in luce lo stretto rapporto con Bergoglio.

“Biden e Bergoglio rimetteranno le cose a posto” si legge già in certe analisi, anche nostrane, che gongolano nel sottolineare come il “cattolico adulto” e il “papa misericordioso” avrebbero impartito una bella lezione all’impresentabile Trump, come del resto l’inquilino di Santa Marta ha sempre auspicato, fin da quando disse che chi “pensa a fare muri, e non a fare ponti, non è cristiano”. Peccato che il popolo, quel popolo del quale Bergoglio parla tanto spesso utilizzando categorie non evangeliche ma chaviste, abbia votato compatto per Trump. Ma, evidentemente, se lo ha fatto è perché non è ancora stato istruito a dovere, non ha ancora appreso appieno la lezione

“I servizi segreti hanno già assegnato a Biden il protocollo presidenziale” rivela in un video l’ex sex symbol Sharon Stone, facendo seguire la sorprendente dichiarazione (se i segreti dei servizi segreti sono tutelati così, povera America) da una risatina che vuole esprimere tutta la sua soddisfazione. Hollywood non sta più nella pelle. Allo stesso modo, fanno salti di gioia i giornalisti di quei network che, venendo meno al dovere professionale, nei giorni scorsi hanno interrotto la diretta del discorso durante il quale cui Donald Trump stava dichiarando che le elezioni presidenziali 2020 sono state truccate e che molti dei voti sono illegali. “Il presidente sta dicendo il falso”, hanno sostenuto le tv togliendo la linea. Censura di regime, applicata con incredibile faccia tosta da chi per anni ha alimentato la bufala del Russiagate.

A questo universo che vive in un mondo parallelo, ma pretende di farlo coincidere con il mondo reale, poco o nulla importa che durante il suo mandato Trump non abbia scatenato guerre, abbia dato ossigeno all’economia abbassando le tasse, sia riuscito nell’impresa di far crescere gli stipendi più bassi e diminuire la disoccupazione. L’importante è bollare Trump come impresentabile e fargliela pagare per tutto, anche per aver difeso la vita umana nascente contro il presunto “diritto” all’aborto e aver tolto fondi a Planned Parenthood, la potente multinazionale abortista.

“C’è un nuovo partito negli Stati Uniti” scrive Maurizio Blondet. È il partito di Trump. Comprende quasi l’intero partito repubblicano, una buona fetta di ex democratici, tanti indipendenti, la classe operaia, le forze produttive, larga parte delle minoranze ispaniche, asiatiche e afroamericane. È un partito forte, cha ha saputo resistere a una narrativa tutta schierata in senso contrario. E proprio perché è forte va tolto di mezzo, liquidato insieme al suo rappresentante. Operazione che il clan obamaniano ha affidato al grigio Biden, l’uomo di paglia, il prestanome, Sleepy Joe, settantotto anni, di cui quaranta trascorsi nelle stanze del potere.

Ora, se effettivamente il Deep State e la sua corte riusciranno a scalzate Trump, spariranno come per miracolo i cortei e gli inginocchiamenti dei Black Lives Matter e la stampa la smetterà di gridare al lupo. Si prospetta una normalizzazione, sostenuta ovviamente da una narrativa adeguata, perché da tutta questa vicenda, esattamente come da quella del Covid, emerge il ruolo decisivo dell’informazione.

Lo si vede anche da come la grande stampa ha già dato il via al processo di beatificazione della moglie di Biden e soprattutto di Kamala Harris, la prima donna vicepresidente, il volto del Partito Democratico del futuro, vista anche l’età di Biden.

La normalizzazione è partita, ma non sarà così facile. I 71 milioni che hanno votato per Trump non sono una forza aggirabile né raggirabile.

Aldo Maria Valli

https://www.aldomariavalli.it/2020/11/09/con-biden-la-normalizzazione-e-partita-ma-non-sara-impresa-facile/

TRUMP’S LIST. LA PARABOLA PERFETTA DELL’ABORTO OGGI.

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa mesta riflessione. A cui vogliamo aggiungere però una nota diversa: come cantavano i polacchi dell’esercito di Napoleone, pensando alla loro Patria spartita, la Polonia non è morta finché noi viviamo. Buona lettura.

§§§

Trump’s List: La parabola perfetta dell’aborto oggi. Una recensione spirituale di “Schindler’s List” (1993)

 

Le presenti riflessioni sono state messe per iscritto da un giovane, estremamente prostrato e turbato per lo svolgersi delle elezioni americane del 2020. Sono state inviate per la prima volta ad un sacerdote, e vengono estese qui al resto del mondo, ad ogni uomo di buona volontà che abbia la pazienza e la forza di volontà per rendersi conto di qual è la situazione del mondo d’oggi. Vengono pubblicate in forma anonima per evitare al giovane, alla sua famiglia e ai suoi cari ogni ripercussione, odio e attacco anche fisico che, senza dubbio, i figli delle tenebre – che muggiscono scomposti e pretendono senza se e senza ma il loro tributo di sangue – gli muoverebbero, spietati. Questo giovane altro non chiede, da chiunque possa uscirne arricchito o edificato, che preghiere per sé, per la sua famiglia, per i suoi amici; per il sacerdote a cui per primo ha mandato questi pensieri; per Carlo Maria Viganò e per Donald Trump; per Joe Biden; per tutti i membri della Corte Suprema Americana, in particolare per i 6 cattolici che vi siedono; per questo mondo disastrato, per questa Chiesa irriconoscibile ma Santa. Insomma, perché trionfi, e presto, il Cuore Immacolato di Maria contro la barbarie satanica imperante, figlia di quell’errore della Russia che è l’aborto, legalizzato per la prima volta nella Russia di Lenin nel 1920, e poi rapidamente diffusosi in tutto il mondo. 

Guarda, amico, senza voler fare il mistico o l’esaltato (chissà, forse lo sono) penso di essere stato guidato, in quello che ho fatto, dallo Spirito Santo.

Questo sabato mi è venuto in mente il film Schindler’s List, perché durante il pranzo la radio di musica classica ne ha messo in onda la colonna sonora, bellissima.

Io ricordavo fosse un gran bel film, e che mi ero commosso vedendolo, e quindi ho buttato la proposta, per vedere qualcosa di diverso, distrarre un po’ la mente da certe paranoie da COVID.

Alla sera allora lo scarico velocemente, diciamo il rosario in famiglia e poi chiedo loro di fare questo esercizio mentale, forse difficile, probabilmente sgradevole, di immaginare che ogni ebreo che vedono nel film sia un piccolo essere umano nel ventre materno.

Iniziamo per le 21:30 circa: mi immaginavo che sarebbero crollati su un mattone di 3h17min, di solito mia mamma per le 22 sta già russando da un bel momento. Non hanno chiuso occhio né uno né l’altro fino alla fine.

Il film è crudo, straziante, sconsigliato agli stomaci deboli: il bianco e nero (quasi) totale non diminuisce di una virgola la crudezza di quanto passa sullo schermo. Non fosse che per quel dettaglio, rosso, potremmo pensare che è tutta una questione del passato, relegata nei libri di storia e sicuramente irripetibile nelle grandi democrazie liberali di oggi. Ma non è così; dannazione, se non è così.

Il parallelo, lo ammetto, lo avevo già immaginato; ma andando avanti col film mi rendo conto, pian piano, che Schindler’s List è la parabola perfetta dell’aborto oggi, di questo grande olocausto dopo l’Olocausto.

Mia mamma qua e là fa: “ma sono proprio pazzi sti tedeschi” o “ma per fare certe cose si drogavano”. No. Non è pazzia. È paganesimo. È avere dimenticato, nel culto della parola di Hitler, nel disprezzo della Parola di Dio, che anche l’ebreo è una persona umana, non un animale (un “cane ebreo”, un “porco ebreo”). Se ci si dimentica che gli altri umani sono persone, la nostra natura ferita dal peccato di origine prende il sopravvento e tutto è possibile, il sadismo che alberga in tanti spesso riemerge. Io, da piccolo, tormentavo e torturavo a morte le formiche: una cosa orribile, a ripensarci. Che Dio abbia pietà di me. Ma perché lo facevo? Perché erano giocattoli, puntini neri, non certo persone (e non lo erano, per quanto il sadismo sia terribile anche verso le povere creature di Dio, perché ci degrada e offende il Creatore).

Non è la stessa identica cosa con gli embrioni? “Non sono persone, sono grumi di cellule, al massimo degli animali”; e ormai il ragionamento viene esteso dai peggiori bioeticisti agli anziani, ai malati, ai disabili. Chi ci garantisce che domani non saranno gli zingari, di nuovo gli ebrei, i neri, i caucasici (in un mondo a guida magari cinese), coloro che non concordano la linea del partito unico al potere? Perché il partito vuole il bene; è il bene; e se non vuoi il bene, beh, non sei persona, sei animale, sei sopprimibile. L’aborto è un vaso di pandora che abbiamo aperto senza neanche rendercene conto.

E così l’olocausto in guanti bianchi va avanti, lontano dagli occhi della borghesia anestetizzata dalla propaganda: allora nei lager, isolati nelle campagne, oggi nelle cliniche mediche, nei ventri delle donne, via dagli occhi del grande pubblico. Troppo è l’orrore per poterci credere, per volerci credere. C’è una scena in cui gli ebrei stessi in un campo di lavoro si rifiutano di credere che ad Auschwitz gassino la gente. “Noi siamo importanti per loro, per la produzione, perché ucciderci?”. Noi concepiti siamo importanti per la crescita economica della nazione, per l’equilibrio psicologico della madre, ucciderci sarebbe una pazzia. No. Non ci sono ragioni per la macchina dell’aborto: se tu sei un animale, una cosa, io avrò sempre il diritto, a volte il dovere di eliminarti dalla equazione.

Poi guarda, ci sono degli elementi strabilianti che penso difficilmente i registi possano aver voluto consapevolmente fino in fondo.

Oskar Schindler è cattolico. Si vede. In alcune scene si vede la Messa Tradizionale (con marchiani errori filologici, ma forse solo per chi ha dimestichezza). Non è un santo. È iscritto al partito nazista ed è in affari con gerarchi nazisti, ha amanti a dozzine, gli piace la bella vita e il cibo di lusso. Tutto il suo sforzo è inizialmente mosso esclusivamente dalla sete di guadagno, per riempire bauli e bauli di soldi. Poi qualcosa scatta, qualcosa di molto evidente, sottolineato da una scelta di colore, scatta, nel film. Io credo che sia il momento in cui Schindler percepisce chiaramente che quegli ebrei che aveva visto angheriare, che aveva ingaggiato nella sua fabbrica perché a costo quasi zero, che non aveva mai disprezzato ma nemmeno neanche amato; quegli ebrei, sono persone. E allora inizia ad amare, allora inizia a dedicare tutta la sua vita, tutti i suoi averi a salvare questi sventurati.

L’informazione, l’evidenza che gli si para davanti che “Sì, gli ebrei sono persone” gli permette di vincere la coltre di semi-indifferenza che gli aveva fatto chiudere un occhio sulle mostruosità e sul sadismo dei nazisti senza-Dio.

Così oggi credo che l’informazione, le evidenze di fede e di ragione su questa barbarie moderna, i dati su questo fenomeno che per magnitudine sopravanza di diverse centinaia di volte il genocidio degli ebrei, può permettere di capire che è questa la più grande minaccia per la pace globale (nelle parole di S. Teresa di Calcutta nel ricevere il Nobel per la pace).

Questo è IL problema su cui ci dovremmo concentrare. Certo, poi nella nostra vita ci sono anche altre cose. Ma tu pensi che se a un tedesco di buona volontà degli anni ‘30 fosse stato spiegato per filo e per segno cosa succedeva nei campi, avrebbe mai detto: “Massì, però io adesso sono preoccupato per la crisi economica”? Oppure: “Ok, ma io continuerò a votare nazista [fingiamo che si potesse votare] perché finalmente la Germania è forte nelle relazioni internazionali col mondo”? Queste grandi quisquilie non potevano che sparire davanti all’Olocausto. Le nostre grandi quisquilie dovrebbero, in prospettiva, sparire di fronte al grande Olocausto del totalitarismo democratico: le crisi economiche, l’immigrazione, l’islamismo, l’ecologia, la fratellanza umana… il COVID… Tutte cose gravi o importanti, magari, ma cosa sono di fronte a 1.500.000.000 (unmiliardoecinquecentomilioni) e rotti (e chi li riesce a contare più?) di bambini non nati, sterminati soltanto negli ultimi 50 anni in tutto il mondo? 42 milioni solo l’anno scorso; a maggio 2020 eravamo già a 14 milioni (con anche l’impiccio del COVID di mezzo): i numeri sono cresciuti, cresciuti e cresciuti da quando gli Stati sanciscono, promuovono e finanziano con i soldi dei contribuenti questi omicidi infami come “diritto della donna”, “conquista di civiltà” (nelle parole recenti di un politico M5S o PD, non ricordo; ma ricordo che anche dalle verdi praterie della pianura Padana giunsero parole deliranti a difesa dell’aborto: “lasciamo che sia la donna a scegliere della loro vita e del loro futuro” – triste ironia: le bestialità non si scontano a nessuno). I cali relativi di alcuni paesi occidentali si spiegano facilmente con la denatalità e con la sua sorella contraccezione, che come un Mr Hyde farmacologico (diciamola meglio, Mrs. RU486), molto spesso è essa stessa cripto-aborto, realizzata in modo ancora più occulto e impercettibile, e quindi infame, dell’aborto a feto visibile; quasi imparagonabile, se non fosse essenzialmente la stessa identica cosa, a quella mostruosità che è l’aborto a nascita parziale, in cui il feto viene lasciato uscire fino al collo dal corpo della madre, per poi decapitarlo e estrarne i resti dal corpo della donna. Pratica, questa, molto cara a tanti compagni di partito, del gran partito di Joe Biden, del “cattolico” Joe Biden.

Certo, mi si potrebbe dire: “Ma che vuoi, l’aborto c’era anche prima che fosse legale! A ben vedere, è vecchio come il mondo!”. Vero, verissimo. Ma voi avreste accettato da un tedesco dei primi anni ‘40 un discorso del tipo: “Ma che vuoi, stragi di ebree ci sono sempre state prima che le organizzasse lo Stato. A ben vedere, il massacro degli ebrei è vecchio come il mondo!”. È forse questa una giustificazione per quanto accadde, per quanto accade? Gli omicidi sono sempre esistiti, sono vecchi quasi come il mondo, per dirla con la Bibbia: ma a nessuno è vai venuto in mente di legalizzare sic et simpliciter l’omicidio; né che possa essere una cosa buona che sia lo Stato ad organizzare gli omicidi, ovviamente con i soldi dei contribuenti.

E mi si potrebbe anche dire: “Ma che vuoi, quello dell’aborto non sarà mica l’unico problema esistente. Trump ha una pessima politica migratoria, è rozzo e stupido, sbaglia su tantissimi argomenti”. E in parte è senz’altro vero. Ma voi avreste accettato da un tedesco dei primi anni ‘40 un discorso al contrario del tipo: “Ma che vuoi, il genocidio degli ebrei a milioni non è mica l’unico problema. A ben vedere, Hitler ma ha un’ottima politica economica che ha riportato la Germania al suo antico splendore, è colto e preparato, ha ragione su tantissimi argomenti”: lo avreste accettato?

Ogni argomento di chi oggi difende l’aborto si squaglia di fronte all’evidenza che riportando indietro le lancette dell’orologio, tutto è esattamente come prima. Anzi, è più grave. Perché oggi sappiamo, possiamo sapere quello che succede nei lager sterilizzati; ma ci lasciamo anestetizzare dalle distrazioni: dai giochini demenziali sul telefono, dai programmi demenziali in televisione, dalla dipendenza da social network, dagli altri, “terribili” problemi che ammorbano questo mondo. Insomma, da tutte le infinite forme di Soma che ci impediscono di percepire chiaro e distinto l’immenso, infinito dolore che c’è nel cuore del mondo, nella vita nascente, magari concentrandoci su altri dolorini, magari anche doloroni, ma che rispetto a quello non. sono. nulla.

Quindi oggi chiunque, per quanto sia un buffone, un presuntuoso, un arrogante spaccone, un non cattolico che sbaglia magari su tantissime politiche, ma osteggia concretamente e tenacemente l’aborto (opportunismo politico? Poco importa: ci saremmo lamentati se Hitler avesse chiuso i campi, ma per convenienza elettorale o economica?), ecco questi è INCOMPARABILMENTEmeglio di un politico magari calmo, pacato, sorridente, sedicente cattolico che però promuove l’olocausto di oggi come un solenne diritto della donna, direi quasi naturale (ma chiaramente contro-naturale, di quell’ordine stravolto che non può che essere opera del mentitore antico, del divisore). Biden è cattolico, come Giuda era un apostolo e Lucifero un angelo: tutti e tre (o meglio 2, mi dicano i teologi) “in buona fede”, magari, nelle coscienze non legge nessuno se non Dio. Tutti e tre, oggettivamente promotori ed operatori di iniquità e di morte.

Quindi oggi non festeggiamo Biden. Non piangiamo per Trump, in sé. Trump non è un santo. Trump ha affari loschi finiti in bancarotta, ha probabilmente avuto amanti a dozzine, gli piace la bella vita e il cibo di lusso. Trump è Oskar Schindler. Trump e Schindler sono due persone umane, che portano ancora evidenti le cicatrici del peccato originale, ma che di fronte al rispettivo Olocausto sono giusti delle nazioni.

Schindler non ha fermato l’olocausto. Forse non lo voleva fare, all’inizio, e sicuramente non lo poteva fare da solo: ha agito nel suo piccolo per salvare quanti più ebrei possibile, piangendo lacrime amare per ogni singolo ebreo che avrebbe potuto salvare, e che non ha salvato. Trump non ha fermato l’aborto. Forse non lo voleva fare, e forse non lo vuole fare nemmeno oggi; sicuramente non lo poteva fare da solo: ha agito nel suo “piccolo” per salvare quanti più innocenti possibile, con scelte molto concrete e che in ogni caso spiegheranno i loro effetti benefici nei decenni a venire; una Lista di migliaia e migliaia di bambini, in America e nel Terzo Mondo, che hanno visto e vedranno la luce grazie alle azioni di “quel buffone” di Trump. Gli ebrei di Schindler, i bambini di Trump. Forse adesso Trump rinnegherà tutte le sue scelte per ingraziarsi il mondo; forse è un altro fuoco di paglia; non è Carlo Magno, non è San Luigi IX di Francia o un altro grande statista cattolico della storia (non è nemmeno cattolico!). Ma oggi come oggi si è messo alla guida (forse per convenienza politica? Poco importa) di un popolo di figli della luce, che ha lottato, lotta e lotterà – se necessario, morirà – per la difesa della vita, e che piange lacrime per ogni singolo innocente che avrebbe potuto salvare, e che non ha salvato.

Piangiamo per l’Olocausto spietato, all’ennesima potenza, che potrà continuare con ancora più vigore con colui che, da cattolico, se ne fa paladino. Che Dio perdoni questa povera umanità disastrata. Che il Cuore di Maria Trionfi presto, e per intanto protegga tutti questi più piccoli.

https://www.marcotosatti.com/2020/11/10/trumps-list-la-parabola-perfetta-dellaborto-oggi/

Le mosse di Trump, la Corte Suprema e un software sospetto


Trump sapeva da tempo che nel 2020 ci sarebbe stata una frode elettorale e che il caso sarebbe finito davanti alla Corte Suprema. Ecco perché ha nominato giudici della Corte Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett, che nel 2000, quando erano entrambi giovani e brillanti avvocati, si occuparono del riconteggio dei voti in Florida nel caso Bush v. Gore. Infatti, Kavanaugh all’epoca lavorò per la campagna di George W. Bush e seguì proprio la vicenda del riconteggio in Florida, e Amy Coney Barrett fornì ricerca e assistenza informativa alla squadra di legali dello studio Baker Botts che rappresentò il presidente Bush.

A ricordare le due nomine decise da Trump è, su LifeSiteNews, Steven Mosher, fondatore e responsabile del Population Research Institute.

La squadra legale di Trump, scrive Mosher, è convinta delle carte in proprio possesso e non mollerà la presa. Se saranno ricontate le schede, si vedrà che Trump ha vinto il secondo mandato. Molteplici le azioni legali promosse sia nei tribunali statali sia davanti alle corti federali per chiedere che le schede elettorali fraudolente e difettose siano eliminate.

Il giudice Samuel Alito ha già ordinato a tutti i consigli elettorali della contea della Pennsylvania di separare i voti arrivati in ritardo. Si tratta di decine o addirittura centinaia di migliaia di voti che, se giudicati irregolari, daranno a Trump i venti voti elettorali dello Stato.

Data la gravità delle questioni in gioco, quasi tutte le cause finiranno davanti alla Corte Suprema, e in un caso è già successo.

L’ultima volta che la Corte Suprema dovette occuparsi di un’elezione fu appunto nel 2000, ma se il caso Bush v. Gore, scrive Mosher, fu un uragano legale di categoria uno, il caso Trump v. Biden sarà di categoria cinque. E nell’occhio del ciclone ci saranno i nove giudici della Corte Suprema, tra i quali Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett, le cui nomine, volute da Trump, appaiono ora in una nuova luce. Non può essere certamente casuale che Trump abbia voluto nel tribunale più alto due avvocati che vissero in prima persona la vicenda Bush v. Gore.

Intanto, intervistata da Fox News, Sidney Powell, ex procuratore federale e ora membro della squadra legale di Trump, ha dichiarato che la frode elettorale ai danni di Trump sarebbe avvenuta anche mediante l’uso di appositi software e il ricorso a un algoritmo utilizzato per calcolare i voti necessari a Biden per vincere in aree specifiche.

“Penso che i software siano stati ampiamente utilizzati, ma non dai contatori di voti. Sono stati usati da agenti democratici che hanno potuto accedere a questi programmi attraverso i punti di accesso del governo. E li hanno usati illegalmente per cambiare i voti”.

“Ci dovrebbe essere un’indagine – ha proseguito Sidney Powell – da parte dei più fidati funzionari dell’intelligence militare del presidente, che possono entrare nel sistema e vedere cosa è stato fatto. Abbiamo alcune prove di quel che è successo. Qualcuno è effettivamente entrato nel sistema e ha cambiato i risultati della votazione”.

Secondo Sidney Powell la squadra legale di Trump ha testimoni “eccellenti” e porterà le accuse in una causa federale. “C’è stato uno sforzo enorme e coordinato per rubare questa elezione a noi, il popolo degli Stati Uniti d’America, per delegittimare e distruggere i voti destinati a Donald Trump, per fabbricare voti per Joe Biden”.

Quando poi la giornalista Maria Bartiromo di Fox News fa notare a Sidney Powell che Nancy Pelosi, democratica, speaker della Camera dei rappresentanti, avrebbe degli interessi nella Dominion Voting Systems, la società produttrice del software incriminato (e c’è poi da segnalare che l’ex capo dello staff di Nancy Pelosi, Nadeam Elshami, fu assunto dalla Dominion come lobbysta) la Powell risponde:  “Ovviamente hanno investito in questo software per motivi personali e lo stanno usando per commettere questa frode, per rubare voti. Penso che abbiano rubato voti anche a candidati democratici, nel loro stesso partito, e questi dovrebbero essere altrettanto indignati da tutto ciò. Bernie Sanders avrebbe potuto benissimo essere il candidato democratico, ma loro hanno rubato voti a chiunque volessero rubarli”.

È interessante notare che i difetti rilevati nei sistemi di conteggio di voto sono andati tutti tutti in una sola direzione: a favore dei Democratici.

Risulta inoltre che il fornitore di tecnologia elettorale Dominion Voting Systems nel 2014 fece cospicue donazioni alla Fondazione Clinton.

Una società, la Dominion Voting System, con una lunga storia di accuse di brogli elettorali e interferenze nelle elezioni di varie nazioni, tra cui il furto di dati nel censimento in India.

A.M.V. 

Fonti:

bitchute.com 

greatgameindia.com

lifesitenews.com

msn.com

https://www.aldomariavalli.it/2020/11/10/le-mosse-di-trump-la-corte-suprema-e-un-software-sospetto/

Biden e il suo Karma

Minuteman – Italy    @MinutemanItaly

L’uomo nella foto è Clarence Thomas, giudice decano della Corte Suprema. Nominato da George Bush padre. I Democratici, tramite una Commissione Parlamentare, presieduta da Biden, cercarono di impedirne la nomina, con false accuse di stupro. Deciderà lui chi sarà il nuovo Potus.
Qui  sotto il discorso di Clarence Thomas quando rispose, profondamente offeso,  alle accuse false  di Joe Biden chegli avevano rovinato la vita:
https://twitter.com/i/status/1325841367944212480
E  qui Joe Biden che lo accusò  falsamente:
https://twitter.com/i/status/1325867767933759488

Colpo di scena:

https://www.maurizioblondet.it/biden-e-il-suo-karma/

“Biden perde lo status di presidente eletto”

 

 Perché  ha perso  i voti elettorali della Pennsylvania  per  brogli elettorali.

Vogliamo aprire una pagina  sulle altre menzogne di cui ci  hanno subissato i Me[r]dia,  per esempio sul corona come Peste Nera?

Fassino ha colpito ancora?

https://www.maurizioblondet.it/biden-perde-lo-status-di-presidente-eletto/

Quello che si apre ora, in America, è un vero e proprio “Election gate”. Che tutto finisca in mano alla Corte Suprema, ormai è certezza


Il muro dell’omertà eretto dai media non regge e il mondo reale bussa alla porta. Condividiamo l’analisi lucida e onesta di Monica Camozzi su Affaritaliani.it di ieri, 9 novembre 2020 sul motivo perché Trump è ancora in gioco: falsificazioni e morti che votano e notizie certe sulle anomalie elettorali.


The still-contested general election in the US (Le elezioni generali ancora contestate negli Stati Uniti)…

… alla faccia dei media (anche nostrani) che hanno decretato: “Biden eletto presidente” e che stanno già organizzando il trasloco dei “first dog” di Jim e Jill Biden alla Casa Bianca il 20 gennaio 2021. Donald Trump: “Non è finita, vittoria non certificata” e “Il Presidente lo decidono i voti e non il giornale unico. Questa truffa elettorale non passera. I media stanno coprendo con una vittoria che nessuno ha decretato il colpo di Stato che i Dem vorrebbero fare per rovesciare il Presidente. Non sono i giornali a decidere”. “Gli americani meritano elezioni giuste. Ogni voto legale, non illegale, deve essere contato. Dobbiamo proteggere la nostra democrazia con una completa trasparenza”, ha twittato Melania Trump rompendo il suo silenzio post-elettorale.

È vero, che le procedure delle Elezioni USA sono complesse ed arcane. Comunque, Biden è presidente “eletto” dagli elettori e il 14 dicembre verrà eletto presidente Biden o Trump dai Grandi Elettori. Ed è quello che conta. Nel frattempo può succedere ancora di tutto (come sempre, che il vincitore “popolare” sia Rep o sia Dem).

Ricordiamo ancora una volta la tabella di marcia per conoscere il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America:

8 DICEMBRE, DEADLINE PER RISOLVERE LE DISPUTE. Entro questa data dovranno essere concluse le controversie, a partire da quelle sul voto per posta poste dalla campagna di Trump. Il termine vale anche per il riconteggio dei voti nei singoli Stati, per le cause nei tribunali e per il ricorso alla Corte Suprema.

14 DICEMBRE, L’ELEZIONE E LA PROCLAMAZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE. Spetta al collegio elettorale formato da 538 Grandi Elettori di eleggere il Presidente. Ogni candidato, Stato per Stato, ha scelto quali grandi elettori dovranno rappresentarlo nel collegio. Questi si incontreranno ciascuno nel proprio Stato e voteranno per il candidato che li ha scelti. I grandi elettori che lo tradiscono vengono chiamati “elettori infedeli”. Per essere eletto servono il voto di 270 Grandi Elettori.

3 GENNAIO, AL VIA IL NUOVO CONGRESSO. Il 117esimo Congresso debutterà prima del Presidente: Camera dei Rappresentanti (a maggioranza Dem) e Senato (a maggioranza Rep) si insedieranno il 3 gennaio 2021 a mezzogiorno.

DICEMBRE/GENNAIO, LA TRANSIZIONE. Se fosse eletto e proclamato Biden, si svolgerà il processo per il trasferimento formale dei poteri dal presidente uscente al presidente eletto. Questo processo avviene solitamente tra la proclamazione del nuovo presidente e l’Inauguration Day, data dell’insediamento alla Casa Bianca. Se ne occupano i “transition team”

20 GENNAIO, IL GIURAMENTO. La cerimonia del giuramento del Presidente eletto a Capitol Hill nell’Inauguration Day.

Lo strano caso dei morti che votano e del fatal error dei software
di Monica Camozzi
Affaritaliani.it, 9 novembre 2020

L’ex campione dei pesi massimi Joe Frazier ha votato alle elezioni del 2018. Ma è morto l’11/7/2011. Il nonno di Will Smith ha votato nel 2018, peccato che sia morto nel 2016. Come loro, i 14.000 votanti defunti trovati nella contea di Whayne in Michigan? Quello che si apre ora, in America, è un vero e proprio Election gate. Che tutto finisca in mano alla Corte Suprema, ormai è certezza.
In questo momento sono più di 19.000, dalla GOP room, i ricorsi per i cosiddetti brogli elettorali nella disfida fra Donald Trump e Joseph Biden. “Le elezioni americane sono ben lungi dell’essere finite” ha dichiarato l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, uno dei super legali che Donald Trump ha schierato insieme a Jay Sekulow, o l’ex procuratore generale della Florida Pam Bondi, Sidney Powell, avvocato dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael T.Flynn.
Ma al centro dell’inchiesta per il cosiddetto Election Gate non c’è solo Joseph Biden. Ci sono i media americani mainstream e l’indagine parte da Capitol Hill. Per le strade si sono viste file di americani in macchina, come quelli che hanno creato una coda di 60 km in Nevada, per andare a manifestare a Phoenix. In ballo, da qualsiasi parte si “penda”, c’è il senso della parola democrazia. E quando c’è in ballo la democrazia l’America si compatta. Questa volta lo ha fatto in cinque giorni.
“La modalità fraudolenta di alterare i voti è stata sistemica, ovvero è avvenuta in dieci stati -ha dichiarato Giuliani ai microfoni di Maria Bartiromo di Fox News, dicendo che “le elezioni sono ben lungi dall’essere finite”. Ma quel che avvince, è la mobilitazione popolare per l’adesione compatta dei media alla causa Dem e per la modalità con cui le notizie sono state date. Abbiamo chiesto un commento a Flavio Robert Paltrinieri, membro del partito Repubblicano della Florida e leader di Noi di Centro.
Alcune notizie, come quella dei 14.000 defunti che avrebbero votato in Michigan, nella Contea di Whayne, hanno fatto il giro del pianeta. “Ma ci sono anche i “fatal error” dei software che ogni 1.000 voti attribuiti a Trump, ne levavano 300, beccato da un acuto observer (il funzionario che ai seggi controlla le regolarità delle procedure). O i 10.000 voti duplicati in Oklahoma”.
Pare che agli osservatori dei seggi repubblicani sia stato impedito di ispezionare i voti per posta. “La Virginia è stata assegnata a Biden con lo spoglio al 20% e durante l’apertura dei seggi, questo ha ovviamente condizionato gli elettori che ancora non si erano espressi. Hanno usato la Fox come agente provocatore ma l’America non è l’Italia, la gente te la trovi all’uscio. È stata aperta un’inchiesta contro il cartello di tv e giornali che vede protagonisti Cnn, Abc, perché si capiva che la strategia per vincere partiva da una compagine di media che per un anno ha montato l’Onda blu”.
Il miracolo delle 4 del mattino
Come ha sottolineato la grande giornalista che si firma Correia in un editoriale, gli americani sono andati a dormire con Trump che sembrava prevalere e si sono svegliati con Biden che lo surclassava. Ma alcuni dati, come il 98,4% (in un solo flusso di voti) a favore di Biden in Wisconsin, sono al di là di qualsiasi evidenza statistica.  Correia lo chiama il miracolo delle 4 del mattino e evidenzia lo strano fenomeno del 200% dei voti che si ottiene in alcuni distretti, andando alle fonti del dato statistico. La bomba è scoppiata quando Pennsylvania, Michigan, Ohio, Nevada, Wisconsin, Arizona, si sono colorati di blu in modo plebiscitario e improvviso. “Dai primi momenti fino a metà Election Day Trump era in testa e prendeva più voti della precedente elezione dove aveva vinto con 67 milioni”. Casi sospetti come gli 0 voti di Trump e i 650mila voti plebiscitari attribuiti a Biden in Georgia, stato dove i Dem non hanno mai trionfato, hanno palesato la legittimità del sospetto. “In Pennsylvania si sono trovati quasi 150.000 voti senza certificazione del documento. La Corte Suprema dello stato che chiesto la segregation dopo il 3 e ora si va al riconteggio. In North Carolina Trump è in testa realmente (senza i voti illegali) di 400.000 voti, il Nevada è sempre stato repubblicano e qui hanno votato 39.000 persone non residenti in Nevada!” Paltrinieri, in Florida nei giorni cruciali, afferma che “alla fine delle 24 ore successive all’Election day, Trump era in testa in modo schiacciante. Mentre nella costa est i seggi erano chiusi, nel Midwest erano spalancati, ma le TV davano ingiustamente e senza alcuna base di calcolo possibile, Biden in testa in modo schiacciante. Sapete in quel caso cosa succede? Gli elettori del Midwest, vedendo un epilogo scontato, stanno al saloon a bere birra, tanto ha già vinto quell’altro. Invece si assisteva nelle varie contee ad un testa a testa che vedeva il Presidente saldamente in vantaggio”.
Quali sono le notizie certe sulle anomalie elettorali?
“Uno dei più bravi giornalisti d’inchiesta James Okeef, ha intervistato e pubblicato il video di un operatore dell’UPS che è stato costretto a falsificare in Pennsylvania timbri sulle buste voto, per validarle. E l’esperta politica Trish Regan ha twittato di recente che in Pennsylvania la corte ha consentito alle schede di arrivare dopo l’Election day e senza l’evidenza che fossero state spedite prima della giornata fatidica. Poi sono iniziate le illegali espulsioni degli osservatori di scrutinio repubblicani a Detroit ed in Wisconsin, mentre in Nevada votavano più di 3.000 cittadini non residenti (cosa illegale), molti anziani denunciavano di aver votato rosso, trovandosi poi scrutinati in blu. In Texas il responsabile della campagna di Biden è stato indagato dall’FBI per aver raccolto voti in modo illegale, mentre la stessa FBI ha fatto irruzione al quartier generale in Pennsylvania per capire cosa stava succedendo, prendendo atto che 14.000 morti avevano votato per Biden. Nel distretto di Washington DC Trump ha preso il 5,6% e Biden il 93%. Cioè anche I repubblicani che abitano li, secondo lo scrutinio, avrebbero votato democratico… Più chiaro di così”.
È vero che Wall Street vota democratico?
“Come specificato ieri e ribadito anche dal presidente della camera di commercio americana in Italia Luca Arnaboldi, se vincessero i Dem potebbe verificarsi addirittura un crollo della Borsa. In America esiste il mercato OTC, Over The Counter, dove si quotano le aziende che non avrebbero i requisiti per entrare su quelli regolamentati, anche un negozio può quotarsi. Trump ha fatto abbassare del 50% le tasse delle società cosiddette pink e così facendo ha favorito migliaia di posti di lavoro. Alcuni indici sono chiari, ogni volta che Trump era saldamente in vantaggio, la valuta cinese precipitava, salvo recuperare miracolosamente valore quando la finta Onda blu ripristinava la parità. Moltissimi analisti di borsa vedono con terrore il cambiamento, la borsa precipiterebbe nel caso I Dems fossero plenipotenziari. Questo è il segno che nemmeno Wall street vuole Biden. I brogli di ogni natura dei Dems fanno capire che il disegno è più grande ed appartiene alle mire globaliste di alcune imponenti e transnazionali lobby, che vedono in Trump il nemico numero 1 ed un argine che ancora oggi sembrerebbe insuperabile. Non dimentichiamo che prima del Covid la disoccupazione era al 2,1%, un dato bassissimo. Che Trump abbia fatto volare l’economia è un fatto conclamato”.
Lei dice che Trump rimarrà alla casa Bianca. Come?
“I Dems hanno sempre avuto una presenza sul territorio molto organizzata con apparati capillari. Da qui lo spuntare di rimonte incredibili, dove per ore Trump non prendeva un voto. Ma nonostante tutto Trump nella notte del 4, ha vinto comunque.
Allora si è messa in campo la terza fase del piano, quella che secondo il mio parere, lo farà rimanere alla Casa Bianca. I Dems hanno creduto di poter compiere ogni tipo di angheria contro la democrazia, falsificando e duplicando voti, convincendo operatori delle poste USA a falsificare la data di voti, confezionati dopo il 3. Ma hanno fatto i conti senza il popolo americano, che si schiera. I latinos, dipinti come nemici giurati di Trump, per la questione muro con il Messico (raccontata in Italia in modo vergognoso e del tutto fuorviante), alla notizia di Trump vincitore in Florida, hanno inscenato cortei pacifici e spontanei con auto ed ogni tipo di scritta inneggianti a Trump. In Usa si dice che se durante un’elezione i repubblicani mettono in campo Rudolf Giuliani, “we have a story to tell”; significa che c’è qualcosa di vero da scoprire e denunciare. Appena il grande avvocato, forse il migliore si è recato con una poderosa squadra di colleghi nella Rust Belt, sono impazzite le voci di brogli, mentre Conway nel Midwest faceva lo stesso. All’ uscita della notizia che Biden aveva surclassato Obama per numero di voti (cosa assai improbabile, Obama era di colore ed ottenne voti che ora non ci sono) si è ben compreso che c’era qualcosa che non andava. I Dems avevano pianificato di ottenere il controllo di Camera, Senato e Presidenza. Cosa che priva l’America del naturale bilanciamento democratico fra I poteri. Si chiama colpo di Stato”.
Gli ultimi aggiornamenti
Secondo gli ultimi dati, in Pennsylvania ora il gap sarebbe rientrato e Trump verrebbe dato vincitore all’85% delle probabilità, non contando i voti segregati. In Arizona, la probabilità che Trump rimanga in sella è del 58%. Il Wisconsin va al riconteggio. In Michigan, senza il “fatal error” dei software in 47 paesi, Trump guida al 2,6%, la Georgia va a ricontare e secondo Giuliani ci sarebbero in totale ben 10 stati dove i brogli hanno falsato la classifica.
L’ultima clamorosa Breaking news è che AMLO (Andrés Manuel López Obrador), Presidente del Messico, ha ben chiarito che non riconosce Biden come Presidente. Ha dichiarato “è troppo presto per dirlo, le elezioni saranno ancora lunghe”. Ma i Messicani non erano nemici giurati di Trump?


10 Novembre 2020
   Blog dell'Editore

di Vik van Brantegem

http://www.korazym.org/50968/quello-che-si-apre-ora-in-america-e-un-vero-e-proprio-election-gate-che-tutto-finisca-in-mano-alla-corte-suprema-ormai-e-certezza/

All'ultimo voto

Usa, il procuratore capo autorizza le indagini sulle elezioni presidenziali



Il procuratore capo degli Stati Uniti d’America, Bill Barr, ha autorizzato l’apertura di inchieste sulla regolarità delle elezioni presidenziali.

Nel dare il via libera ai procuratori federali, per le indagini sulle presunte frodi elettorali nei singoli Stati, Barr ha affermato: “Autorizzo a indagare sulle accuse sostanziali di irregolarità in merito al conteggio dei voti prima della certificazione delle elezioni nelle vostre giurisdizioni in alcune circostanze.

L’apertura delle indagini è possibile in presenza di “accuse chiare e potenzialmente credibili” in merito a irregolarità che possono avere un impatto sul risultato delle elezioni federali in uno Stato.

Come è noto, lo staff di Donald Trump ha avviato diverse azioni legali denunciando frodi massicce in favore di Joe Biden, e si moltiplicano gli inviti di esponenti del partito repubblicano ad aspettare il conteggio dei voti validi prima di dichiarare chiusa la partita.

https://loccidentale.it/usa-il-procuratore-capo-autorizza-le-indagini-sulle-elezioni-presidenziali/

BIDON….OPS BIDEN & C. STATE SERENI! (di Marco Santero)

Maledetti satanisti finanziaria Siete cascati nella trappola:


BIDON…..HEMM BIDEN & C. (FINANZA SATANICA, MEDIA E APPARATI DELLO STATO CORROTTI, VIP E STAR A LIBRO PAGA, SERVI A CAPO DEGLI STATI EUROPEI ITALIA IN TESTA, ECC.) SONO CASCATI NEL MEGA TRAPPOLONE ORGANIZZATO DA TRUMP, ESERCITO E SERVIZI SEGRETI MILITARI USA.

Tutte le buste con cui hanno fatto i brogli (milioni di schede fasulle o taroccate) la banda Biden, Obama, Clinton e “soci” erano segretamente tracciate con un isotopo non radioattivo che ne permetteva il tracciamento completo!!

Il bene ha lanciato l’attacco finale all’intreccio satanico che governa in modo occulto l’occidente (media in testa che ci fanno credere che gli asini volano e che Biden è un santo che vuol salvare gli USA dal demone TRUMP) e il colpo di genio è stato usare il tatuaggio quantico, che volevano imporre ad ogni cittadino per renderlo schiavo assoluto, per “marcare” e tracciare ogni scheda postale con cui sono stati fatti i brogli plateali (in un solo stato USA oltre 20.000 persone MORTE hanno votato Biden).

Chi di Onnipotenza ferisce di Onnipotenza perisce, nel loro delirio di onnipotenza il Deep State e i media a libro paga della Finanza speculatica internazionale sono cascati come fessi nel TRAPPOLONE DI TRUMP – ESERCITO – SERVIZI MILITARI E CORTE SUPREMA!!

Ora tutto il mondo vedrà il livello di corruzione satanico (non trovo altro termine adeguato) cui si era giunti!!

Ora ne vedremo delle belle!!

Sarà una battaglia durissima e gli USA avranno un periodo molto difficile di semi guerra civile, ma stiamo vivendo la storia e se si muovono esercito e servizi segreti USA non ce n’è per nessuno!!

Oggi è un grande giorno, perché finalmente si può far sapere al mondo intero questo piano per salvare il mondo dalla dittatura sanitaria-finanziaria che ormai era pronta! E ormai il popolo americano (anche gli scettici e apatici) e i popoli di tutto il mondo si renderanno conto del livello di corruzione satanica e di manipolazione cui erano sottoposti!

P.s. caro Giorgetti pensa bene a quello che fate, perché il cavallo si cui avete puntato forse è quello sbagliato!

Oggi è un grande giorno, stiamo vivendo la storia con la s maiuscola!

https://scenarieconomici.it/bidon-ops-biden-c-state-sereni-di-marco-santero/

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