Utili o inutili sospetti
La Civiltà Cattolica, la rivista della Compagnia di Gesù, riporta le parole pronunciate dal Papa in Mozambico nell’incontro avuto nella Nunziatura Apostolica con i confratelli gesuiti. Prima di procedere a una analisi filologica del report, mi si consenta di invocare l’anima del Cardinale Giuseppe Pecci, gesuita, estensore di tutta l’ampia produzione teologica del fratello Gioacchino Pecci, Papa Leone XIII. Sicuramente il confratello di Bergoglio non gradirà, lui che era grande sostenitore del tomismo o meglio del neotomismo. Prima che altri gesuiti (Cardinale Augustin Bea, etc. Ndr) nel Vaticano II, bandissero la filosofia e la metafisica dalla storia della Chiesa, per sostituirla con il niente. Ma veniamo al testo della comunicazione che certamente non è un trattato teologico, ma una serie di espressioni pronunciate a braccio.
Francesco parla a braccio, e parla di peccati. Dopo che il nuovo superiore dei gesuiti ha definito il diavolo una figura simbolica, in coerenza con le tesi eretiche dei modernisti, condannati da San Pio X, mi stupisco che ancora il Papa usi questi termini retrogradi come peccato. Questa è una tipica caratteristica del pensiero bergogliano, usare termini tradizionali in contesti teologicamente del tutto inediti, diciamo originali, per non dire eretici.
Ebbene da un articolo dell’edizione online del quotidiano Il Fatto Quotidiano, a firma di Francesco Antonio Grana, apprendiamo che ci sarebbero peccati di serie A e di serie B. I peccati di gola e di lussuria non sarebbero gravi a confronto di calunnia, pettegolezzi, menzogne e ingiustizia sociale. E ancora Francesco cita orgoglio, arroganza, dominio.
Resta da definire cosa si intenda per peccato di lussuria, se semplicemente il sesso fatto in un rapporto di coppia stabile, o invece un uso di esso diciamo smodato al servizio di quella cultura del dominio e della delazione così stigmatizzata. Lo stesso dicasi per il peccato di gola, perché spesso la calunnia nasce nel gozzovigliare di cene galanti, caotiche sotto tutti i punti di vista.
Come si vede stabilire una graduatoria dei peccati non è proprio così facile, o per lo meno non è facile senza i dovuti distinguo. A meno che non si voglia sommessamente dire che la lobby gay lussuriosa in Vaticano tutto sommato non è il peggiore dei mali. O a meno che non si voglia dire, sempre sommessamente, che il gozzovigliare non è poi così deleterio, anche se si sostituisce allo studio, alla meditazione, alla preghiera.
Come si vede i peccati, io direi meglio le disarmonie dell’anima, o della personalità in questa modernità (ma come pensare che la modernità sia del tutto originale nella storia? E anche su questo punto il Concilio Vaticano II ha innovato), si articolano in una fenomenologia psicopatologica complessa, dove i vizi sono in una ragnatela inestricabile. Una ragnatela perversa in cui i cristiani hanno avvertito, “sensibilmente” direbbe Dante, la presenza del Maligno.
Da questo punto di vista sono d’accordo con il concetto male espresso dal Papa, ovvero che il punto da considerare è il dominio, ovvero la costruzione di un sistema patologico di dipendenze, che limitano e riducono a zero la libertà personale. Ma i cristiani nei secoli non hanno forse lottato per la tutela di questa libertà?
Eppure, quando poi il Papa deve additare qualcuno o qualcosa, per far capire chi sia che limiti quella libertà, chi cita? Il giovane sacerdote rigidissimo con tonaca nera e il cappello a forma di Saturno, simbolo del clericalismo. Ora ammesso che l’abito faccia il monaco, ovvero che tutti i giovani preti con la tonaca nera e il cappello a Saturno siano degli oscurantisti della fede, ma siamo sicuri che siano tali?
Ci sorprende che ogni volta che il Papa additi il male si volta sempre nel suo campo, mai in quello altrui. Non cita mai quella che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI chiamavano la dittatura del relativismo, ma per lui il male è la Chiesa, ovvero certa Chiesa.
Ma siamo sicuri che porre rigide regole sia oggi così deleterio e inattuale? Nella realtà in cui i padri sono sempre più fratelli-amici e non più padri? Non dimentichiamo, e qui si può chiedere agli psichiatri, che in tutte le situazioni in cui si esercita un dominio smodato e patologico, si sono smarrite le regole. Sono le regole e non solo la misericordia, ovvero la empatia ovvero il transfer a ridefinire la identità e la responsabilità individuali.
La mitologia bergogliana, che è poi quella di De Lubac e del progressismo del Concilio Vaticano II, pensa che la identità si ritrovi solo nel darsi. Dimenticando che è proprio il darsi tutto e incondizionatamente il paradigma della psicosi persecutoria, di quello che si definisce nei sui estremi parossistici il narcisismo maligno. Che a dire il vero in Francesco non manca, mi riferisco beninteso al narcisismo e non al narcisismo maligno che sarebbe una sentenza inappellabile.
E il tono persecutorio di sottolineatura nei confronti del clericalismo del pastore che sta sempre davanti e stabilisce la rotta fa pensare a qualche problema serio irrisolto nei confronti dei superiori avuti da Bergoglio in gioventù, che qualche riserva la avevano espressa su di lui. Resta tuttavia la attualità del tema sollevato, perché la dipendenza psicologica strutturale nella nostra società è talora asfissiante.
Se dicevamo la dipendenza e la schiavitù psicologica si combattono attraverso la individuazione, là dove invece la nevrosi o la psicosi tendono a rompere il limite del sé, l’ulteriore osservazione di Francesco sul meticciato pone gravi interrogativi. In un discorso così complesso trovo che il tema sia posto in modo generico e confondente, al solito.
Certamente per il paziente nevrotico nel corso del suo processo di individuazione, il confronto con la alterità è elemento di arricchimento e di apertura. Ma è anche vero, che quando questa alterità diventa caotica complessità, la questione si complica. Perché volere creare una situazione di estrema complessità nella società, potrebbe essere funzionale alla distruzione della identità personale e di gruppo, e quindi funzionale alla nevrosi, i vecchi preti clericali direbbero a Satana. Come si vede, anche in questo punto, così come nel precedente dell’avvertimento sulla dipendenza psicologica, la retorica papale si ingarbuglia pericolosamente.
Infine, Francesco termina con un lapsus freudiano, ovvero avverte di non essere cambiato, di essere lo stesso di prima. Il che suscita un qualche dubbio relativamente ai supposti – e non provati, sia chiaro – miei sospetti rispetto a una non evoluzione psicologica maturativa, rispetto a traumi giovanili.
Ma si sa, che viviamo nell’epoca dei tre grandi maestri del sospetto: Freud, Marx e Nietzsche.
http://www.korazym.org/51748/utili-o-inutili-sospetti/#more-51748
Sui Ricchi di Stato che strigliano i poveri
Ma per introdurre l’argomento, occorre che vediate la Beatrice Lorenzin , l’ex ministra dellla salute che per Big Farma ha imposto i dieci vaccini ai bambini, come ha insultato un povero, ossia un ristoratore che lei accusa di diffondere il contagio perché tiene il ristorante aperto. “Deve stare zitto, non ha nessun diritto!”, urla e stride la ricca di Stato, coprendo col suo strillo la voce del povero, gli impedisce di spiegarsi, di dire le sue ragioni. Bisogna sentirne la violenza, ka volontà di umiliare, l’urlo vittorioso e arrogante della tizia che sa di poterselo permettere, altrimenti non ci si crede.
Ebbene: il libro del “ papa Francesco” insulta i poveri nello stesso stile della Lorenzin.
Cominciamo però dal titolo. “Let Us Dream: The Path to A Better Future“. Il titolo imperativo, “Sogniamo”, è da Beppe Grillo. Il sottotitolo, “la via a un miglior futuro” è una parafrasi dello slogan di Biden e dei Dem : “Build back Better” , “Ricostruire Meglio”: dove l’accento è sul “Meglio”. Si tratta di una evocazione del Gran Reset del World Economic Forum: non si tornerà alla crescita di prima che inquina e consuma, si ricostruirà “meglio”, ossia ecologico, “sostenibile”, verde, “resiliente” – tutti gli aggettivi propagandistici dell’ideologia trionfante, i quali, per le masse impoverite, significano: niente più auto andate in bicicletta e monopattino, chiudete il ristorante la sera, e tutto il superfluo viene abolito per voi superflui, bisogna ridurre le emissioni. E vaccinatevi tutti! Non avete diritto di obiettare! Vi togliamo la parola!
Ebbene, il libro di El Papa (che si è fatto scrivere dal suo ghost-writer Austen Ivereigh) , Francis sostiene i manifestanti anti-razzismo mentre denigra e calunnia i manifestanti anti-lockdown. Coloro che nel mondo hanno manifestato contro i confinamenti e le restrizioni che li hanno impoveriti, hanno reagito – quasi che, scrive, ” le misure che i governi devono imporre per il bene della gente costituissero un attacco politico all’autonomia o alla libertà personale!”
“Francesco” non ci stupisce mai. Ripete pedissequo gli argomenti che sentiamo ripetere decine di volte al giorno da Conte, da Speranza, dalle tv in loro possesso (cioè tutte), i tedeschi dalla Merkel, i francesi da Macron, gli spagnoli dal loro governo oppressore per conto WEF: sono gli argomenti con cui i Ricchi di Stato – ossia quelli che dalle finanze pubbliche prendono i loro stipendi di lusso garantiti da 15 mila al mese – danno lezioni , e oltraggiano, le masse che le loro scelte hanno reso prive di redditi dieci volte inferiori.
Ovviamente, il coso, El Papa, non si priva di vilipendere e calunniare i manifestanti anti-lockdown . Questo il suo argomento: “Non le trovi mai, persone del genere, a protestare per la morte di George Floyd, o unirsi a una manifestazione perché ci sono baraccopoli dove i bambini non hanno acqua o istruzione”.
Ricatto morale sfiatato, che per la sua bassezza e odio propagandistico è comprensibile nella bocca di un antifa incendiario, o di una Boldrina, non di un papa.
Ma questo è niente. Poteva mancare l’accusa ai manifestanti contro le violazioni delle libertà costituzionali di volere il nazismo?
“Ascoltando alcuni dei leader populisti che abbiamo ora, mi vengono in mente gli anni ’30, quando alcune democrazie caddero in dittature dall’oggi al domani”, ha scritto. “Lo vediamo accadere di nuovo ora nelle manifestazioni in cui i leader populisti eccitano e arringano le folle, incanalando i loro risentimenti e odi contro nemici immaginari per distrarre dai problemi reali”.
Questa calunnia, che il papa ripete copia-incolla, è addirittura la dottrina ufficiale dell’oligarchia che si auto-definisce “democrazia UE”. Quelli che manifestano – in Germania s’è visto molto bene – protestano con coraggiosa lucidità politica contro le violazioni dei diritti fondamentali attuate dal govenro Merkel, accusando con incontrove ragione giuridica il governo di aver replicato la legge del ’33 che consentiva al Fueher di governare per DCPM senza passare per il parlamento: i manifestanti sono quindi, se mai, lucidamente antinazisti. Stanno difendenza il diritto contro la sopraffazione.
Il potere risponde che “sono minoranza”, e quindi devono stare zitti, per cui e perché “la democrazia” per definizione sono loro. Ma una democrazia che ingiunge alle minoranze di tacere, che si oppone con grida (Lorenzin) e calunnie alle loro obiezioni, è una “democrazia” che ci ingiunge: per essere democratici, dovete accettare le violazioni delle libertà fondamentali, e senza la minima protesta.
El Papa rincara: “Hanno trasformato in una battaglia culturale quello che in realtà è uno sforzo per garantire la protezione della vita”.
Ignorando di aver espresso il più alto elogio dei manifestanti anti-confinamento: sì, la loro battaglia è culturale, cpntro quella che è violenza di Stato, il contrario feroce della cultura; essi, non Francesco, pongono il problema fondamentale della politica pluralista, della libertà nell’ordine, insomma della civiltà che viene calpestata con la scusa di “proteggere la vita”.
Insomma: El Papa fa e dice quello che gli prescrivono i progettisti del Gran Reset; ma lo fa sul registro basso, indegno di un pontefice; il registro dellòa Lrenzin che urla e ccopre la voce del povero per impedirgli di dire le sue ragioni. Tutto il Grand Reset, loro, lo riducono all’avanspettacolo di Dario Fo:
Noi sempre allegri bisogna stare
Che il nostro piangere fa male al re
Fa male al ricco e al cardinale
Diventan tristi se noi piangiam,
https://www.maurizioblondet.it/sui-ricchi-di-stato-che-strigliano-i-poveri/Il “Misericordismo” tanto in voga è pur sempre moralismo
Lo vedete tutti, va di moda presentare la Chiesa Cattolica come colei che perdona sempre, che accoglie senza giudicare. Chi vuol star dentro al nuovo corso della chiesa ammodernata ormai deve presentarsi così. Sono tanti i pastori nella Chiesa che non osano pronunciare nemmeno più una condanna riguardo al peccato – a meno che questa condanna non segua i dettami della cultura laicista dominante – e che si riprogrammano come silenti misericordisti; e sotto questo misericordismo sembrano benedire i peccati più orrendi che diventano libertà civili.
Questo misericordismo è un triste moralismo; fa parte di quella “sbandata cattolica” che porta la Chiesa ad interessarsi solo della morale, dimenticando quasi del tutto le verità di fede.
Certo che la morale è importante, ci mancherebbe altro!, ma se la morale non parte dal dogma, da Dio insomma, finisce per trasformarsi in una triste “istruzione per l'uso”.
Sul subito una Chiesa così, che invece di parlare di Dio si dilunga in estenuanti pronunciamenti riguardo alla società e alle sue regole, sembra piacere agli uomini del tempo; sembra piacere a quelli - e sono tanti - che, non interessati alle cose di Dio per loro troppo lontane, hanno bisogno di una chiesa “utile” nell'immediato agli uomini e alle loro faccende.
E sul subito una chiesa così sembra far comodo anche agli uomini di Chiesa che, gettandosi a capofitto nei dibattiti sui “valori”, sperano di rioccupare quel posto perso nella società moderna, agnostica e atea. Così troppi Pastori si sono trasformati in moderni agenti di morale; e, con il corollario del “misericordismo”, tentano disperatamente di essere simpatici nella loro ritrovata utilità sociale.
Che inganno pensare che la morale interessi più di Dio! Che inganno pensare che una morale umana abbia qualche attrattiva, se non è legata a Dio!
Si tratta di una situazione penosissima, che crea un clima asfissiante: una chiesa apparentemente più “pratica” perché immersa nell'attualità, che si rivela subito ripetitiva e inutile, perché abbandona l'uomo nella solitudine senza Dio.
Questo “misericordismo”, tutto interno al moralismo, è uno dei frutti più oscuri del Naturalismo: la Chiesa, non parlando più di Dio, della Rivelazione, della vita soprannaturale, della grazia santificante, si attarda appunto in una morale che pare fatta di “istruzioni per l'uso”.
Ma cosa deve fare allora la Chiesa?
Deve indicare Dio.
Deve indicare Dio agli uomini, deve indicare il miracolo della grazia che viene da Cristo, che, unica, può cambiare i cuori e rendere forti le volontà nell'obbedire a tutta la legge di Dio.
La grande pedagogia cristiana, quella dei santi di 2000 anni di cristianesimo, quella della grande Tradizione cattolica, ha sempre fatto così: ha insegnato Dio e poi ha chiesto una morale corrispondente alla santità di Dio.
Invece una chiesa ammodernata, tutta incentrata sull'uomo, non può più fare questo. È una chiesa che ha perso il suo centro divino e che deve riempire il suo terribile vuoto attardandosi nella morale; e questa morale senza Dio, questa chiesa moderna, la deve abbassare sempre di più, perché sia praticabile con i soli mezzi umani.
Il “misericordismo” ha proprio questo scopo: dare al nuovo cristianesimo naturalizzato una morale abbordabile, cioè umana.
I santi invece, vivendo in Dio, indicavano Dio e la sua Santità, chiedendo a se stessi e a tutti di santificarsi della santità stessa di Dio: questa è la morale cristiana!
E indicavano il miracolo della grazia, della forza stessa di Dio, che quando entra in noi rende possibile l'altrettanto grande miracolo del nostro cambiamento.
Per queste ragioni non ci interessa il “misericordismo”, come non ci è interessato il “rigorismo”, perché sono entrambi falsi e ingannevoli: dimenticano Dio, e l'uomo ha solo bisogno di Dio.
La vigilanza contro il moralismo, in tutti i suoi corollari, è essenziale, se vogliamo veder fiorire la nostra vita e restare cattolici.
Ecco perché ci siamo sempre più preoccupati di salvare la Messa cattolica, quella della Tradizione, e non siamo partiti dai dibattiti morali. Lo abbiamo fatto perché la Messa di sempre indica Dio e la vita soprannaturale con una decisione chiara, assente invece in tutta la riforma abborracciata di questi ultimi decenni. La Messa cattolica di sempre è il primo e più grande antidoto contro l'eresia naturalista, che sfocia nell’eresia moralista.
Vorremmo dirlo a tutti! sia ai fanatici della chiesa sempre accogliente che tace la gravità del peccato; sia ai neo-rigoristi conservatori che, giustamente spaventati della deriva immorale dentro e fuori la Chiesa, ingaggiano una battaglia che sembra fermarsi alle regole: cari amici, preoccupiamoci di tenere lo sguardo fisso in Dio, preoccupiamoci per questo dell'integrità del rito della Messa, allora anche l'insegnamento morale guarirà.
Non illudiamoci, non avverrà l'inverso, che dalla battaglia morale si risalga a Dio. La battaglia morale, se non parte da Dio, è destinata a impantanarsi nella palude del moralismo, che uccide l'uomo fermandolo in se stesso.
Don Alberto Secci (Fonte: radicatinellafede.com)
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=2586
Una acuta e profonda riflessione di padre Richard Heilman sulla comprensione distorta e pericolosa della misericordia di alcuni esponenti di alto livello della Chiesa. Il caso Biden.
Il nostro rapporto con Dio è meglio compreso dalla storia del Figliol Prodigo. Il figlio sceglie (libero arbitrio) di lasciare l’amore, la protezione e la tranquillità di essere a casa con il padre, per abbandonarsi ai suoi piaceri sensuali.
Se si guarda attentamente la storia del Figliol Prodigo, si nota, prima di tutto, che il padre non va a cercare il figlio e non lo trascina a casa, né dice al figlio che è libero di portare le prostitute a casa con sé. Amare o meno Dio è una nostra scelta. Senza il libero arbitrio, siamo solo robot controllati da un altro… non è la libera “scelta” dell’amore. E, Gesù ci parla della “prova” del nostro amore: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 14,15).
E così, vediamo il figlio “non protetto” (foraggio del diavolo) e “vuoto” (che vive al di fuori del suo destino) rinsavire e realizzare che la casa è dove ha bisogno di stare.
La parte più potente della storia si vede in questa immagine (a destra). È la mia immagine preferita di sempre. Questa raffigura il padre del Figlio Prodigo che corre fuori ad abbracciare il figlio che sta tornando a casa. L’artista fa un lavoro magnifico catturando i tratti del viso del padre, che corre dopo aver visto suo figlio. È un volto che sta per esplodere in lacrime di gioia.
È facile vedere che il padre guardava l’orizzonte in ogni momento di ogni giorno, sperando che QUESTO giorno, QUESTA ora fosse il momento in cui il figlio “avrebbe deciso” (libero arbitrio) di tornare a casa. E, non si parlerà di NESSUNA dignità diminuita. NO! Prendete l’abito, l’anello e i sandali, tutti segni dell’essere il principe del re. Poi inizia la festa! (Una festa degna di un re). Il padre si chiedeva se suo figlio, che ama così tanto, fosse perduto per sempre… ora lo ha a casa, sano e salvo.
Questa è la mia Chiesa Cattolica! Questa è la VERA misericordia. La mia Chiesa ha le sue braccia amorevoli aperte ad ogni ora, sempre pronta ad accogliere chi vuole essere a casa. Ma, come il padre, non diciamo: “Porta a casa con te le prostitute”.
È qui che “alcuni”, nella guida della nostra Chiesa, hanno una comprensione distorta e pericolosa della misericordia (leggete qui). Vedete, giustificando, perdonando o anche ignorando il peccato grave, pubblico e manifesto, di Joe Biden, stiamo, in sostanza, dicendo: “Torna a casa e porta con te le prostitute”. E, naturalmente, QUESTO messaggio viene poi ricevuto da tutti i fedeli, il che non richiede alcun bisogno di pentimento e di riforma.
L’insegnamento della Chiesa su questo non potrebbe essere più chiaro:
Il giudizio sullo stato di grazia, ovviamente, spetta soltanto all’interessato, trattandosi di una valutazione di coscienza. Nei casi però di un comportamento esterno gravemente, manifestamente e stabilmente contrario alla norma morale, la Chiesa, nella sua cura pastorale del buon ordine comunitario e per il rispetto del Sacramento, non può non sentirsi chiamata in causa. A questa situazione di manifesta indisposizione morale fa riferimento la norma del Codice di Diritto Canonico sulla non ammissione alla comunione eucaristica di quanti « ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto » [cioè il canone 915]. (Giovanni Paolo II, enc. “Ecclesia de Eucharistia”, del 17 aprile 2003).
Allora, cosa state dicendo, capi della Chiesa? In opposizione agli insegnamenti biblici e ecclesiastici molto chiari secondo cui l’aborto e gli atti omosessuali sono gravemente peccaminosi (che ci separano da Dio), state dicendo che questo non è più vero? State insinuando che Dio ora sta dicendo: “Tornate a casa e portate con voi le prostitute”? Forse l’idea di essere separati da Dio quando ci impegniamo nel peccato mortale è per voi un “concetto carico di odio”? Potrebbe essere che, nel piano di redenzione di Dio, sia un atto di amore e di misericordia permettere al peccatore di sentire gli orribili effetti della separazione, fino a quando non rinsavisce? Certo che lo è.
Questa visione di “alcuni” nella leadership della Chiesa è chiamata “falsa misericordia”. Invece di offrire una Chiesa a braccia aperte e amorevoli per il peccatore “pentito”… una via d’uscita dalla loro prigione di peccato, essi offrono una falsa misericordia molto “non amorosa” che dice: “Vai avanti e rimani nella tua vita peccaminosa oscura e distruttiva… Dio è perfettamente d’accordo con questo. Torna a casa e porta con te le prostitute”. Questi capi della Chiesa offrono una casa che in realtà è una prigione.
La nostra Chiesa è veramente un ospedale da campo. È un posto per essere guariti e ristabiliti alla salute spirituale. Non è un luogo dove le persone possono venire a morire dissanguate mentre noi tratteniamo l’unica vera medicina curativa – uno stato di grazia.
Sì! Siamo una Chiesa di peccatori; peccatori che cercano la redenzione di Dio. Non siamo una Chiesa che perdona e sanziona il peccato, come se fossimo incapaci di evitare il peccato. Tutti sono veramente accolti nella Chiesa Unica, Santa, Cattolica e Apostolica per essere perdonati, guariti e liberati, ma lasciate le prostitute.
Torna a casa, Joe! Ti accogliamo a braccia aperte e amorevoli! Ma, lascia il grave peccato pubblico e manifesto dietro di te
https://www.sabinopaciolla.com/la-falsa-misericordia/
Il sedicente cattolico Biden non fa alcun mistero del proprio programma visceralmente contrario alla legge naturale: incentivazione e sostegno economico dell’aborto, imposizione dell’ideologia gender, eliminazione della libertà religiosa.
Lettura particolarmente raccomandata agli esponenti del clero cattolico che manifestano apertamente la loro preferenza per il dem Biden.
Articolo di Kenneth Craycraft, pubblicato sulla rivista The First Thing, rilanciato di seguito nella traduzione di Wanda Massa.
Cosa possono aspettarsi i cristiani da Joe Biden e Kamala Harris
L’amministrazione del presunto Presidente eletto Joe Biden e del Vice Presidente eletto Kamala Harris è certa di attuare politiche e di avviare un contenzioso che, nella migliore delle ipotesi, andrà in conflitto con gli impegni morali dei cristiani negli Stati Uniti, imponendo costi elevati ai tentativi di praticare la nostra fede secondo coscienza. Nel peggiore dei casi, l’amministrazione entrante imporrà ai cristiani posizioni morali che ci ripugnano e che violano l’esercizio pubblico della fede religiosa.
ABORTO
A suo merito, Biden non prende la posizione intellettualmente insincera “personalmente mi oppongo ma” di alcuni dei suoi predecessori e colleghi cattolici pro-aborto. Nonostante la sua fede cattolica, Biden ha personalmente ripetutamente affermato la moralità dell’aborto senza restrizioni significative. E ha promesso di facilitare l’accesso e il sostegno dell’aborto volontario, finanziato con le tasse dei contribuenti.
Per esempio, quasi certamente, egli reinstaurerà i regolamenti dell’amministrazione Obama che vietano agli Stati che ricevono fondi federali per la pianificazione familiare di trattenere i pagamenti alle aziende che praticano l’aborto, come la Planned Parenthood. Ha dichiarato che prenderà misure preventive per codificare la tenuta essenziale di Roe contro Wade (la sentenza che negli USA ha introdotto lla legalizzazione dell’aborto, ndr) al fine di aggirare l’eventuale approvazione da parte della Corte Suprema di una ragionevole regolamentazione dell’aborto da parte degli Stati. E Biden ha promesso di approvare un regolamento ai sensi dell’Affordable Care Act che eliminerà le agevolazioni per le organizzazioni cattoliche come, ad esempio, le Piccole Sorelle dei Poveri, costringendole a promuovere e finanziare l’accesso alla contraccezione e all’aborto per i loro dipendenti laici (vedi anche qui)
Biden ora sostiene l’abrogazione dell’emendamento Hyde, una legislazione perenne che dal 1977 vieta il finanziamento diretto dell’aborto. Così, il gettito fiscale raccolto dai cristiani e da altri che si oppongono all’aborto sarà utilizzato direttamente per finanziare l’aborto in un’amministrazione Biden. Questa posizione aggressiva non si limita neppure alla politica interna. Biden prevede anche di sospendere la politica di Città del Messico, che vieta gli aiuti internazionali alle ONG che forniscono o finanziano l’aborto nei Paesi in via di sviluppo.
IDEOLOGIA DI GENERE
Biden ha anche promesso di restaurare le politiche aggressive dell’epoca Obama che impongono una laica ideologia di genere in tutti gli aspetti della vita pubblica. Egli implementerà nuovamente la cosiddetta lettera “Caro collega” del maggio 2016, che costringeva le scuole pubbliche che ricevono fondi federali [vitali per la loro esistenza] a consentire agli studenti di utilizzare spogliatoi, servizi igienici e docce a scelta dello studente, indipendentemente dal sesso biologico dello stesso. Questo ordine esecutivo ha persino reso una violazione per un amministratore scolastico mettere in discussione l’autenticità della “identità di genere” di uno studente, richiedendo l’acquiescenza alla “fluidità di genere” dello studente. Né è sufficiente fornire l’accesso alle strutture per l’uso individuale agli studenti transgender, per non essere stigmatizzati. Un dipartimento di giustizia di Biden si opporrà anche agli sforzi degli Stati per impedire che i maschi biologici possano soppiantare le femmine nell’atletica liceale, costringendo le ragazze a stare ai margini, mentre i ragazzi dominano le gare di atletica femminile.
Biden ha anche indicato di sostenere il cosiddetto “Equality Act“, che è passato alla Camera ed è stato sostenuto da Harris al Senato. Questa legislazione è stata concepita per imporre l’ideologia di genere anche al di là delle scuole e delle altre istituzioni che ricevono finanziamenti federali. Il suo scopo è quello di costringere le imprese e le altre istituzioni pubbliche non solo ad accogliere le persone secondo la loro identità di genere, ma piuttosto ad affermare un’ideologia che viola gli impegni morali della maggior parte dei cristiani, e costringe i cittadini a dire o affermare falsità sul sesso e sul genere. La legge renderebbe una violazione dei diritti civili di una persona, ad esempio, il rifiuto di usare pronomi che si accordano con l’identità di genere dichiarata di una persona, piuttosto che con il suo sesso biologico. Tale rifiuto potrebbe essere perseguibile come molestia sessuale, portando o all’acquiescenza alla falsità o alla rovina finanziaria per le imprese, per altri enti pubblici e persino per gli individui.
LIBERTA’ RELIGIOSA
Oltre a queste politiche che violano la sensibilità morale religiosa della maggior parte dei cristiani, un’amministrazione Biden-Harris attaccherà direttamente la libertà religiosa. Harris è stata una forte sostenitrice del Do No Harm Act in Senato, e quasi certamente ne farà una priorità nella nuova amministrazione. Lo scopo della legge è quello di sovvertire, se non di eliminare praticamente, la legge federale per il ripristino della libertà religiosa (RFRA) e leggi simili in molti Stati. Attuate dopo la causa della Corte Suprema del 1990, Employment Division v. Smith, le leggi RFRA sono state concepite per proteggere le pratiche religiose sincere da leggi altrimenti generalmente applicabili che le proibiscono.
Tra le altre cose, esse proteggono gli ospedali cattolici dall’essere costretti ad abortire o ad eseguire interventi chirurgici per transessuali, o le scuole religiose dall’assunzione di insegnanti e altri dipendenti che assumono posizioni morali pubbliche contrarie ai principi di quelle religioni.
In parole povere, il Do No Harm Act è stato progettato per eliminare il libero esercizio della religione negli Stati Uniti. In un’amministrazione Biden-Harris, se la legislazione non può passare al Senato, possiamo essere certi che saranno attuate norme, e saranno avviati procedimenti legali, che cercheranno di raggiungere gli stessi obiettivi di eliminare elementi vitali della libertà religiosa per molti americani.
Naturalmente, nessun politico, legge, regolamento o politica può eliminare la fede religiosa di ciascuno. Ma possono rendere molto costoso praticare la propria fede. E possono imporre alle persone di fede posizioni morali che le costringono a partecipare alla falsità o ad affrontare gravi sanzioni finanziarie e persino legali. Il presidente eletto e il vice presidente eletto hanno detto molto chiaramente che intendono fare proprio questo.
https://www.sabinopaciolla.com/i-primi-100-giorni-di-biden-harris-che-dio-ce-ne-scampi/
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