ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 18 dicembre 2020

Pluripatologici

Esclusivo / Ecco come sarà il presepe di piazza San Pietro edizione 2021


Dopo le polemiche di quest’anno sul presepe di piazza San Pietro (giudicato orrendo, se non addirittura demoniaco, dai soliti ultra-tradizionalisti nemici della Chiesa in uscita), il Vaticano ha deciso di programmare già il presepe del 2021, e noi siamo in grado di fornirvi alcune anticipazioni.

Ecco, dunque, come si presenterà il presepe dell’anno prossimo:

Un responsabile vaticano ha spiegato di aver studiato a lungo le Scritture, ovvero la collezione dei romanzi Urania di suo zio, e di essere giunto così alla conclusione che nei tre personaggi è possibile riconoscere facilmente la Sacra Famiglia (si noti Giuseppe, sulla destra) ma, volendo, anche i Re Magi.

D’altra parte, ha precisato in proposito il generale dei gesuiti, se è ormai assodato che ai tempi di Gesù non c’era il registratore, è ancor più evidente che non c’erano nemmeno macchine fotografiche né telecamere. Pertanto, chi siamo noi per giudicare?

Secondo il padre James Martin, un presepe come quello programmato per il 2021 offre inoltre la garanzia di essere corretto sotto il profilo del gender. “Infatti – ha dichiarato il noto gesuita pro Lgbt – sfido chiunque a riconoscere il genere di questi personaggi”. Il che vale, ha sottolineato padre Martin, anche per i pastori, come si può ben vedere qui:

Come gesto di buona volontà ecumenica, i progettisti del presepe hanno deciso inoltre di inserire personaggi appartenenti ad altre galassie. Ed eccone un esempio:

“D’altra parte – ha dichiarato monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle scienze, reduce da un viaggio intergalattico – sappiamo bene che la Grande Nebulosa di Andromeda è la galassia in cui il bene comune è il valore primario, dove non ci sono baraccopoli, né droga, dove si rispetta l’ambiente e la dottrina sociale della Chiesa è meglio applicata. Non come gli Stati Uniti ai tempi di Donald Trump”.

“A partire da qui – ha dichiarato Austen Ivereigh, biografo di papa Francesco – possiamo creare una nuova umanità”. Ed eccone un esempio:

Grazie alle nostre preziose fonti, siamo infine in grado di mostrarvi il designer che ha ideato il presepe del 2021. Eccolo:

Al momento però il designer, nonostante le nostre sollecitazioni, non ha voluto rilasciare dichiarazioni e si è trincerato dietro un ostinato “no comment”.

A.M.V.

Ecco, causa Covid, la celebrazione penitenziale con assoluzione generale. Ma ce n’è veramente bisogno?


Cari amici di Duc in altum, ricevo da Alessandro Martinetti (instancabile nel monitorare e fornire i dati reali relativi al Covid) questo contributo, che volentieri vi propongo, circa l’iniziativa di  alcuni vescovi che, causa pandemia, ricorrono alla “terza forma” del rito della Penitenza.

***

Caro Valli, ha visto la novità? I vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta, consultata la Penitenzieria apostolica, «intendono valorizzare la “terza forma” del  rito della Penitenza, con assoluzione comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi», «ad esclusivo giudizio del vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite».

[Ricordiamo che nella “terza forma” del rito della Penitenza si invitano i credenti a effettuare un personale esame di coscienza, che porti a un atto di pentimento e al proponimento di non ripetere quel peccato. Quindi viene impartita un’assoluzione generale. Con l’impegno, da parte del cristiano, di accostarsi alla confessione personale non appena ce ne sia la possibilità].

Motivo dell’iniziativa dei vescovi (adottata anche a Vittorio Veneto)? Il «protrarsi della pandemia» e per «evitare altri contagi e non mettere a ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del Sacramento».

Ebbene, non si vede come la confessione nella sua forma ordinaria, quella individuale e completa, possa costituire modalità di celebrazione del sacramento della Riconciliazione che metta a repentaglio la salute di chicchessia in questo tempo natalizio.

A novembre e dicembre, fino a ieri, durante la cosiddetta “seconda ondata”, mentre il bollettino Covid quotidiano annunciava quasi ogni giorno oltre seicento morti nelle ultime ventiquattro ore, i sacerdoti hanno seguitato ad amministrare il sacramento nella sua forma ordinaria senza che la Penitenzieria apostolica o qualche Conferenza episcopale regionale fosse assalita da soverchio timore per la salute dei fedeli e/o dei ministri.

Immagino l’obiezione: per Natale ci si confessa più numerosi, quindi aumentano le occasioni di contagioso assembramento.

Rispondo: anzitutto il ministro del sacramento seguiterà a confessare il singolo penitente usando la mascherina o adoperando un diaframma idoneo (ad esempio in plexiglas) tra sé e il penitente, come ha fatto negli ultimi tre mesi, quindi per l’incolumità del sacerdote il problema, se non sussisteva negli ultimi tre mesi, non può sussistere nemmeno ora.

Per quanto riguarda i fedeli, quanti di loro hanno partecipato da maggio a oggi alla Santa Messa hanno potuto farlo indossando la mascherina e osservando una distanza tra di loro di un metro. Possono fare lo stesso anche per confessarsi: aspetteranno il loro turno a un metro di distanza dagli altri fedeli.

Si teme un notevole afflusso di penitenti? Bene, allora (come ha già fatto ogni sacerdote un minimo previdente) il ministro curi di dedicare un tempo maggiore alla celebrazione del sacramento.

Mi sembra inoltre che la Conferenza episcopale piemontese non abbia ben chiara l’entità dell’epidemia in atto; diversamente, il timore di assembramenti perniciosi non la angoscerebbe e non le ispirerebbe iniziative mosse non da avveduta cautela ma da esorbitante irragionevole paura.

Basterebbe consultare i dati dell’Istituto superiore di sanità per accorgersi che il Covid oggi in Italia è questo: circa il 94% dei dichiarati positivi sono o totalmente “asintomatici” (oltre il 50%) o “paucisintomatici” o “lievemente sintomatici”, ossia guarisce senza nemmeno bisogno di un intervento medico specifico. Trattare come se fosse una terribile pandemia un’epidemia nella quale il 94% dei malati (ammesso che possano chiamarsi tali pure gli asintomatici) guarisce a casa senza attivare alcuna terapia significa aver perso non poco il contatto con la realtà.

Aggiungo: da settembre a dicembre l’età media dei deceduti è di 80,7 anni, e il 77,1% di costoro presentava almeno tre altri gravi patologie; meno dell’1% non presentava altre gravi patologie.

  1. a) questa epidemia ha una letalità che si aggira intorno non al 4 per cento (come si sente dire sempre), ma al quattro per mille (cioè: 4 decessi su 1000 positivi):
  2. b) fondatamente da più parti si sollevano grossi dubbi sul computo delle vittime:

Quindi, per quanto attiene il sacramento della Riconciliazione in relazione all’epidemia in corso, i soggetti da proteggere con particolari cautele sono gli ultrasettantenni pluripatologici, non i bambini, i giovani, i quaranta/cinquantenni eccetera (o meglio: sono da proteggere con dedicate cautele anche soggetti meno anziani, ma solo se anch’essi pluripatologici e notoriamente fragili).

Sopravvalutare l’entità della minaccia sanitaria in essere annebbia la lucidità pastorale, come è già accaduto per la Messa di mezzanotte, e ciò non giova né ai fedeli né alla missione dei pastori.

Alessandro Martinetti

Foto di Aldo Maria Valli ©

https://www.aldomariavalli.it/2020/12/17/ecco-causa-covid-la-celebrazione-penitenziale-con-assoluzione-generale-ma-ce-ne-veramente-bisogno/

COME TI ROTTAMO LA CHIESA

di L. P.





La stampa di agosto 2020 ci informa che, nell’Annuario Pontificio corrente anno, la somma dignità del titolo “Vicario di Cristo”,  con cui il Papa della Chiesa Cattolica viene riconosciuto, è stata, per volere di Papa Bergoglio, messa in calce alla lista delle sue prerogative perché ritenuta un astratto residuo storicistico a fronte del più concreto e visibile ruolo di “Vescovo di Roma” a cui si può “dare del tu”, come testimonia la telefonata ‘a sorpresa’ indirizzata ad un giovane veneto, tal Stefano Cabizza, il 21 di agosto 2013, o come si atteggiò a uomo comune, ‘uno dei tanti’ quando, il 25 luglio 2014, si mise in fila alla mensa del Vaticano.

Ora, se è vero quanto narra Matteo (16, 17/20) – e non v’ha motivo di dubitare – il Papa, legittimo successore di Pietro, è colui al quale Gesù conferisce il potere di “sciogliere e legare”, in terra e in cielo.
E dunque, dato che soltanto il Signore Dio detiene simile suprema potestà, è da credere che Pietro, e con lui il suo successore, avendone ricevuta pubblica delega, sia da considerare il suo “facente funzione” in terra, e con ciò il suo Vicario, somma, esclusiva, apicale e prima dignità che, per oltre 2000 anni, ha connotato il “Primato di Pietro” col rendere giustificati, ad esempio, l’infallibilità di magistero ex cathedra e il potere monocratico. Diversamente che cosa vorrebbe significare quel “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” se non che tutto l’edificio della  Cattolicità, costruito da Cristo – che ne è “Caput Corporis”, Capo del corpo – ha per fondamento l’uomo Pietro? E se questo non significa reggenza ‘vicaria’, che cos’altro intende?

E che cosa voglion dire i ripetuti inviti di Gesù a Pietro: “Pasci i miei agnelli” (Gv. 21, 15), (Pasci le mie pecorelle” (Gv. 21, 16-17) se non la volontà di investirlo della funzione vicari nella guida della Chiesa? Se, infatti, tale non fosse stata questa volontà, Gesù avrebbe detto: “Pascete i miei agnelli / le mie pecorelle” istituendo, così, la gestione collegiale dei dodici apostoli.

E che cosa vuol dire: “Simone, Simone, ecco Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma io ho i34) se non l’esclusivo incarico di vigilare sulla custodia del depositum fidei e di insegnare, con l’esempio e la parola, la Verità evangelica in qualità di Vice di Cristo? E perché il Figlio di Dio si rivolge al solo Pietro se non per conferirgli un primato su tutti, del che non si può non affermare essere, anche per questa circostanza, una procura ad personam, cioè l’officio di Vicario?

Da siffatte argomentate considerazioni discendono due importanti aspetti che riguardano l’esercizio della coscienza del fedele il quale,
1) dato per certo essere Vicario di Cristo dignità prima e prevalente, riconosce e pratica l’obbedienza al Magistero petrino in quanto requisito primo per definirsi cristiano/cattolico/apostolico, diversamente
2) posto essere la dignità vicaria del Papa un accessorio di mera importanza storica, non è, il fedele, vincolato, per libertà di coscienza, ad obbedienza alcuna, così come attestano le confessioni scismatiche protestanti.

Si apre, in tal modo, uno scenario futuro in cui, disordini dottrinali, scismi, apostasìe saranno eventi devastanti che ridurranno la Chiesa a piccolo gregge (Lc. 12, 32) con la messa in prova della sua fede (Lc.18, 8). E non paiano, queste riflessioni, nostre notturne fantasìe ché già la Beata Vergine Maria predisse, il 19 settembre 1846, a La Salette il declino della Gerarchìa con inequivocabili e scolpite parole: “Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo”. E non sono, forse, segni di questa rovina quanto sta avvenendo, specialmente in seno alle varie Conferenze Episcopali sempre più autonome, come certe derive dogmatiche, morali e pastorali – benedizione delle unioni omosessuali, venerazione di feticci pagani, sincretismo eucologico, concelebrazioni miste, catechismi nazionali ed altro – nel solco del nefasto ed eretico Concilio Vaticano secondo.

Assistiamo allo smantellamento della struttura del Corpo Mistico ad opera di colui – Papa Francesco – che dovrebbe, invece, mantenerlo così come gli è stato affidato ma che, per compiacere il mondo e seguire lo spirito del tempo, ne stravolge la natura cancellando la divina parola di Cristo e sostituendola con quella umana. Sicché, fatta la volontà degli uomini, la verticalità trascendente che informa la Chiesa di Cristo, la Sua Chiesa, viene demolita e rasa per diventare orizzontalità immanente e piatta con che la Katholika si riduce a una delle tante confessioni umane che pullulano nel pantheon massonico il cui emblema, tanto per ricordarlo ai molti smemorati, è rappresentato da un monolite piazzato nella così detta Mediation Room, in una sala della sede delle Nazioni Unite a New York ove “pregarono” (!) Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco I.
Questo spiega i calorosi, entusiastici e fraterni applausi che i nemici di Dio riservano a Papa Bergoglio.


Chiosa:

Contrariamente a quanto affermato – il lettore non si scandalizzi – noi crediamo che Papa Bergoglio bene abbia agito nella decisione assunta riguardo la dignità di “Vicario di Cristo” poiché la sua teologia dogmatica, pastorale e morale non è quella che dovrebbe informare il pensiero, appunto, del Vicarius Christi quanto quella di un presidente d’una qualsiasi Spa, Srl, di un condominio o di un Comune, attento com’è, più alle cose di quaggiù che a quelle “di lassù” (Col. 3, 2). Bene ha fatto a sminuire la funzione vicaria poiché si è reso consapevole di essere tutto meno che Vice di Cristo, per i seguenti suoi comportamenti: sollecito ad inviare sinceri e commossi auguri di “abbondanti frutti spirituali” ai “fratelli” islamici che si macerano nel ‘Ramadan’ (2013) ma  duro e poliziesco verso i Frati dell’Immacolata rei di celebrare la Santa Messa in latino (2013); critico verso il capitalismo liberale ma ossequioso verso i gruppi del mondialismo finanziario di marca massonica (Be’nai B’eritTrilateralBilderberg) ai cui incontri invia il suo rappresentante (2018); socio onorario del ‘Rotary Club”, costola della massoneria nordamericana (1999); prono a terra a baciare le scarpe di taluni politici sudanesi (2019), ma rigido davanti a Cristo Eucaristìa; tutto miele e affetto verso i più noti miscredenti (2016) ma tutto fiele e disprezzo verso i 4 cardinali autori dei famosi ‘5 dubia’ (2018); generoso ed ecumenico al punto di intronizzare in Vaticano la statua di Lutero (2016), ma non così verso i cattolici che si professano ‘tradizionali’; sensibile alla paventata estinzione di taluna fauna e flora (2015), ma tiepido nei riguardi dell’aborto del quale, commenta, non  è che si possa parlare sempre (2013); pieno di slancio e ricco di abbracci verso i sodomiti (2015), defilato e infastidito verso i manifestanti ‘Pro vita’ (2017). Ed inoltre: pavido davanti al rabbinato di Gerusalemme dove nasconde il Crocifisso pettorale nella fascia che cinge la vita (2019); circense in piazza San Pietro dove si traveste da pagliaccio (2013); invoca libertà di transito e piena accoglienza per i clandestini ma mantiene vigente la legge vaticana che punisce il reato di clandestinità con l’espulsione coatta; offensivo e blasfemo quando, commentando l’episodio della prostituta (Gv. 8, 3/11), definisce Gesù “poco pulito e scemo” (2016); falsario quando attribuisce alla Vergine Maria parole di delusione per “essere stata ingannata” dal Signore (2013); straparla e insulta quando afferma che la Vergine Maria, Immacolata Concezione, Madre di Dio, la “tutta santa, nata senza peccato” che regna nel mistero della Trinità, “non è nata santa, semmai lo è diventata” (2019); corregge la Scrittura – Verbo di Dio – benedicendo la convivenza e l’unione omosessuale (2016) e sovvertendo (2020) parole e concetti espressi nei Vangeli, come dimostrano le gravi manipolazioni condotte sul “Gloria a Dio” (Lc. 2, 14), sul “Padre nostro” (Mt. 6, 13).

Se non credete che sia il “Vicario di Cristo” avete indovinato, perché anch’egli non ci crede.

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